Si, ma tu mi stai ripetendo quello che non capisco: lo so che succede, ma non lo capisco.
Io capisco chi ha una vita cosi' perche' gli piace avere una vita cosi', ad esempio gli piace fare l'atleta ad alto livello, al di la' di un successo olimpico. O gli piace allenarsi.
Ma perche' uno dovrebbe fare tutti quei sacrifici per un momento del genere (tipo una madaglia olimpica).
La tua, scusami, non e' una risposta.
E' come se io ti dicessi: ok, ma io vado in palestra per 30 anni 12 ore al giorno, dieta ferrea, non faccio mai sesso e non ho relazioni, non lavoro e vivo di stenti, solo perche' dopo quei 30 anni voglio andare a letto con la Pironkova. Quindi, se poi tra 30 anni non ci riesco, ho fatto tutti quei sacrifici per nulla, se ci riesco, saro' felicissimo (per un momento, per il resto della vita? Boh).
Tu mi diresti 'vai da uno bravo'.
Eppure, boh, andare a letto con la Pironkova e' comunque piu' piacevole che vincere una medaglia, alla fine, penso, di per se'.
Che senso ha vivere una vita di sacrifici per un momento, che nemmeno sai se arrivera'? (ma anche se arriva, e' un momento). Diverso e' se ti piace 'il provarci', il dare tutto per farlo, e come va va.
Tra l'altro e' un qualcosa di puramente egocentrico.
E' come se dicessi, 'faccio 30 anni di sacrifici per poter bere il cocktail piu' buono del mondo, tra 30 anni, e lo bevo solo io, non solo, ma lo rubo a un altro che, senza di me, lo berrebbe lui'. Ma che roba e'?
Capisco il senso di 'gareggiare, diamo il nostro meglio, vinca il migliore, poi andiamo a bere insieme dopo la gara'.
Ma come si fa a sacrificare se stessi cosi' a lungo per un traguardo momentaneo che riguarda solo se stessi? Capirei uno lo facesse per il figlio, boh.
Insomma, esistono altri casi del genere? O altri casi del genere sono considerati tutti patologici, tranne che le Olimpiadi?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)