Il Napoli allerta la Figc: “Sicuri che Conte non vada negli spogliatoi?”
Continua la spy-story tra i due club
MASSIMILIANO NEROZZI (LA STAMPA)
TORINO - Come una buona spy-story, Juve-Napoli era cominciata con una telefonata, di buon mattino: «Non è che Antonio Conte s’intrufola negli spogliatoi e comunica con la squadra?» Cinquanta sfumature di sospetti che dal Golfo sibilano alle orecchie della Procura della Federcalcio. Dalle spie al controspionaggio: prima della SuperCoppa di Pechino, Walter Mazzarri spedì due uomini fidati a sbirciare l’allenamento (chiuso) del nemico, ieri il club voleva essere sicuro che altri non barassero. A esser cattivi viene in mente il proverbio del buon Morten Olsen, ct danese: «Un ladro pensa sempre che anche tutti gli altri rubino». Meglio riderci sopra, perché quando Juve e Napoli s’incrociano, qualche imprevisto o blitz fuori programma c’è sempre. E ieri non ci sono state eccezioni.
Difatti, un’oretta prima della partita, in anticipo rispetto alle usanze, due ispettori della Federcalcio hanno voluto perlustrare tutte le vie d’accesso agli spogliatoi, nei sotterranei dell’impianto, contattando anche il direttore dello Juventus Stadium. «Sembrava quasi cercassero un passaggio segreto», s’è messo a ridere uno steward. Niente. Antonio Conte, al fianco del ds Fabio Paratici, si siederà, al solito, in uno degli Sky box dell’impianto juventino. Al massimo, nel cuore della battaglia, verrà espulso Claudio Filippi, preparatore dei portieri: non perché pescato con una rice-trasmittente nascosta sotto la tuta, ma perché s’è agitato troppo per richiamare l’attenzione dell’arbitro, con Giovinco rimasto a terra.
L’ultimo incidente diplomatico, sulla linea Napoli-Juve, c’era stato la scorsa settimana, sempre via telefono, quando Aurelio De Laurentiis aveva chiamato il numero uno della Figc, Giancarlo Abete: perché mai gli juventini si allenano a parte, in Nazionale? Era partita la storia dei favoritismi, fino al «finto» infortunio di Buffon: tanto finto che ieri, Gigi, se visto la sfida da fuori.
Il prologo, invece, c’era stato in territorio cinese, proprio da spy-story, quando la Juve aveva scovato due collaboratori di Mazzarri che spiavano l’allenamento dei bianconeri, a porte chiuse. I due si erano nascosti in una palestra dove bambini imparano il judo. Una delle finestre dava sul campo: i due erano stati avvistati dalla security binconera attirata dai flash di una macchina fotografica. I due «agenti» del Napoli erano Claudio Nitti, capo degli osservatori, ed Enzo Concina, assistente tattico di Mazzarri: riconosciuti dal ds bianconero Paratici, che con loro aveva già lavorato a Genova. Mazzarri s’era messo a ridere: «Le spie? Non parlo di sciocchezze». Anche ieri sera, a gara finita, ha preferito parlare della partita, e non dello schiaffo che un magazziniere del Napoli ha rifilato a uno steward: «Cado dalle nuvole, non mi sono accorto di nulla». La Juve s’è invece accorta del fai play dei tifosi napoletani residenti nel settore ospiti: a fine partite, era completsmente devastato.