Si', sì. Lungi da me l'idea di battibeccare con l'ottimo Stefano, ma sono impulsivoJohnny Rex ha scritto:Diciamo anche che la pandemia è un Buon modo per non parlare delle gravi problematiche rimarcate anche da Stefano, e impattanti al negativo sulla vita delle persone normali ben più della cosìdetta ripresa 2021,problematiche per cui ci si limita sempre a dire "è così" mentre sul tema Virus ti puoi sempre scagliare contro qualcuno che o è No Vax o non rispetta le regole.Mr Moonlight ha scritto:Macché complotti e complotti. E' colpa della pandemia o del debito pubblico se come ministri della scuola puntualmente mettono persone incapaci? E' colpa del debito pubblico o della pandemia se viviamo in un intruglio di burocrazia e robe fuori di testa come il green pass a cazzo di cane, le quarantene a cazzo di cane ed i tamponi a cazzo di cane che non viviamo più?
E' colpa del debito pubblico e della pandemia avere mezzi d'informazione che bombardano esclusivamente sulle solite notizie per impaurire le persone?
Avere un cts e Speranza? La cultura viene sovvenzionata?
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Coronavirus la sindrome mondiale
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Anche il Ministro della oramai già mitica Transizione Ecologica non è che mi sembri una cima, ecco.
La sensazione è che Sanità e Istruzione non avranno mai i migliori, perchè Pandemia o no allo Stato non interessano.
Sembra assurdo visti i tempi ma è così.
F.F.
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Sembra assurdo visti i tempi ma è così.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Eh ma nel momento storico attuale non puoi permetterti sti due zombie (come non ti potevi permettere la Ministra della scuola precedente). Il povero Speranza è un bravo cinno, però è una marionetta, nemmeno tanto sveglia, messa li a dire ciò che gli riferiscono dal comitato di controllo e dall'Istituto di Sanità, infatti nell'ultima conferenza stampa di Draghi, ha dato dei dati vecchi di mesi e non se ne è nemmeno accorto, perchè quel portento di Ricciardi gli ha passato delle tabelle clamorosamente sbagliate.Johnny Rex ha scritto:Anche il Ministro della oramai già mitica Transizione Ecologica non è che mi sembri una cima, ecco.
La sensazione è che Sanità e Istruzione non avranno mai i migliori, perchè Pandemia o no allo Stato non interessano.
Sembra assurdo visti i tempi ma è così.
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Questi gli dicono da due anni "Lockdown" "restrizioni" "Cina" e lui sta li a ripeterle a pappagallo con una faccia indescrivibile da pipparolo (non so perchè, ma sembra sempre uno che si è appena fatto 10 seghe e non si regge in piedi, tutto pallido. Mah...). Per fortuna non gli danno retta fino in fondo, ma quella banda di psicopatici condiziona molto la vicenda. Nessuno dice che non ci voglia cautela, ma tra l'UK e l'Italia ci deve essere una via di mezzo, non è ammissibile essere SEMPRE i più restrittivi.
Quanto a quello della scuola, è un incapace, come la predecessora, lo si rimuova subito, pena l'incazzatura di mezza italia davvero. Chiunque ha figli è incazzato come una iena.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Per me il governo Draghi sul virus ha fatto nel complesso decisamente un buon lavoro, ci sono errori, ma non mi lamenterei troppo.
Sulla scuola va un po' peggio, si.
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ma sai, come diceva uno ora in TV, però ormai è scollegato dal sentire comune, che ormai viaggia già verso la voglia di vivere. Per ora, è appena arrivato, ha ancora una certa sacca di consensi, ma cala sempre piu, e se non darà a breve qualche segnale di progetto di uscita, si ritroverà tutti contro. Sia che abbia ragione a stringere la corda, sia che non la abbia.Nickognito ha scritto:Per me il governo Draghi sul virus ha fatto nel complesso decisamente un buon lavoro, ci sono errori, ma non mi lamenterei troppo.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Questa è però una cazzata. Cambiare le prescrizioni per il sentire comune e per il consenso che le restrizioni siano giuste o no.chiaky ha scritto:Ma sai, come diceva uno ora in TV, però ormai è scollegato dal sentire comune, che ormai viaggia già verso la voglia di vivere. Per ora, è appena arrivato, ha ancora una certa sacca di consensi, ma cala sempre piu, e se non darà a breve qualche segnale di progetto di uscita, si ritroverà tutti contro. Sia che abbia ragione a stringere la corda, sia che non la abbia.Nickognito ha scritto:Per me il governo Draghi sul virus ha fatto nel complesso decisamente un buon lavoro, ci sono errori, ma non mi lamenterei troppo.
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Dai cazzo, dai. Non si può ragionare così.
Andiamo incontro Al sentire comune e togliamo mascherine, restrizioni per i soggetti a rischio (i non vaccinati) riapriamo discoteche e feste così la gente è contenta e dopo due mesi ti ritrovi con 300 morti al giorno e le file di ambulanze fuori dagli ospedali come dieci giorni fa (conseguenze del sentire comune e della voglia di festeggiare Natale e capodanno) e il sentire comune cambia e coi forconi dicono al governo “ma che cazzo avete fatto?! Siete voi a governare!”.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In UK lo fanno eh, mica su Martealessandro ha scritto:Questa è però una cazzata. Cambiare le prescrizioni per il sentire comune e per il consenso che le restrizioni siano giuste o no.chiaky ha scritto:Ma sai, come diceva uno ora in TV, però ormai è scollegato dal sentire comune, che ormai viaggia già verso la voglia di vivere. Per ora, è appena arrivato, ha ancora una certa sacca di consensi, ma cala sempre piu, e se non darà a breve qualche segnale di progetto di uscita, si ritroverà tutti contro. Sia che abbia ragione a stringere la corda, sia che non la abbia.Nickognito ha scritto:Per me il governo Draghi sul virus ha fatto nel complesso decisamente un buon lavoro, ci sono errori, ma non mi lamenterei troppo.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In UK hanno fatto una quantità di cazzate in questi due anni che la metà basta...alleggerendo le misure troppo presto e ritrovandosi poi a dover richiudere tutto o quasi tutto.chiaky ha scritto:In UK lo fanno eh, mica su Martealessandro ha scritto:Questa è però una cazzata. Cambiare le prescrizioni per il sentire comune e per il consenso che le restrizioni siano giuste o no.chiaky ha scritto: Ma sai, come diceva uno ora in TV, però ormai è scollegato dal sentire comune, che ormai viaggia già verso la voglia di vivere. Per ora, è appena arrivato, ha ancora una certa sacca di consensi, ma cala sempre piu, e se non darà a breve qualche segnale di progetto di uscita, si ritroverà tutti contro. Sia che abbia ragione a stringere la corda, sia che non la abbia.
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Non mi pare che qualche paese possa essere preso ad esempio nella gestione della pandemia.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In UK hano fatto diversi errori, ma ancora dopo anni come si fa a non capire che è normale chiudere per un periodo e poi aprire e poi dover richiudere, anche senza errori? Lo puoi fare con errori, certo, ma lo devi fare.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In Italia è un anno che non chiudono nulla.Nickognito ha scritto:In UK hano fatto diversi errori, ma ancora dopo anni come si fa a non capire che è normale chiudere per un periodo e poi aprire e poi dover richiudere, anche senza errori? Lo puoi fare con errori, certo, ma lo devi fare.
Ci sono solo limiti di capienza e uso mascherine.
In uk hanno fatto scelte diverse, aprire tutto senza mascherine e poi ritrovarsi in difficoltà e dover scappare indietro.
Per due volte.
A inizio pandemia col famoso “preparatevi a perdere i vostri cari” ma non chiudiamo nulla. E poi, quando i cari hanno cominciato a morire a centinaia e migliaia hanno chiuso.
Poi col vaccino aperti i pub e via le mascherine e poi nuova marcia indietro.
E adesso ci riprovano. Non so se sia la cosa giusta ma diciamo che non danno troppe garanzie.
Da dire che se è vero che alcune scelte del governo italiano seguono il volere popolare pure le aperture in uk sono fatte per rialzare il tasso di popolarità del primo ministro inglese alle prese con lo scandalo della festa durante il lockdown e una serie di problemi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ma alla fine abbiamo morti simili. Questo non è sicuro, abbiamo esperti che dicono che l'atteggiamento inglese è un orrore (Ricciardi, Galli...), e altri che dicono che ormai è l'unica strada percorribile (Crisanti,. Silvestri, in parte Bassetti). Ognuno scelga quello che più gli garba.tennisfan82 ha scritto:In UK hanno fatto una quantità di cazzate in questi due anni che la metà basta...alleggerendo le misure troppo presto e ritrovandosi poi a dover richiudere tutto o quasi tutto.chiaky ha scritto:In UK lo fanno eh, mica su Martealessandro ha scritto:
Questa è però una cazzata. Cambiare le prescrizioni per il sentire comune e per il consenso che le restrizioni siano giuste o no.
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Non mi pare che qualche paese possa essere preso ad esempio nella gestione della pandemia.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ecco appunto. Noi sempre chiusi, loro aperti e chiusi. Morti simili. Chi ha ragione?Nickognito ha scritto:In UK hano fatto diversi errori, ma ancora dopo anni come si fa a non capire che è normale chiudere per un periodo e poi aprire e poi dover richiudere, anche senza errori? Lo puoi fare con errori, certo, ma lo devi fare.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Chiusi nel senso pieni di restrizioni.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Però meglio una mascherina che avere i ristoranti e i teatri chiusi.chiaky ha scritto:Chiusi nel senso pieni di restrizioni.
L’Italia è stata sfortunata perche travolta dal virus per prima in Europa. Ma poi i morti uk sono stati figli di decisioni sbagliate e doppiamente colpevoli perché avevano il caso Italia sotto gli occhi
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Questo lo dici tu e comunque riguarda situazione e virus di quasi due anni fa. Vogliamo accorgerci che non siamo nel 2020? Si, ecco. Speriamo.alessandro ha scritto:Però meglio una mascherina che avere i ristoranti e i teatri chiusi.chiaky ha scritto:Chiusi nel senso pieni di restrizioni.
L’Italia è stata sfortunata perche travolta dal virus per prima in Europa. Ma poi i morti uk sono stati figli di decisioni sbagliate e doppiamente colpevoli perché avevano il caso Italia sotto gli occhi
Comunque loro non avevano nè mascherina nè teatri chiusi, ora non ricordo bene, ma il loro lockdown c'è stato, come c'è stato da noi, ma poi nei periodi di libertà è libertà vera, non è un macello di green pass, gente che non può comprare un libro, FFP2 sul muso H 24, discoteche chiuse, stadi a metà, concerti fermi da due anni eccetera.
In una pandemia che dura anni e anni si deve aprire e chiudere, si devono allentare e rimettere restrizioni a seconda del momento. La gente merita di respirare ogni tanto, bisogna dar fiato anche per motivi psicologici. Gli inglesi sono certamente più integri e rilassati psicologicamente di noi. Vogliamo considerare anche lo stato mentale dei sopravvissuti?
Come dice Nickognito, è incredibile che ancora non si sia capito che in una lunga strada si deve togliere e dare, non sempre togliere.
Aprire e "dover scappare" al'indietro non è un disonore. E' quello che dovrebbe essere logico fare, a seconda del momento, tutto qua.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
L’Irlanda abolisce da oggi quasi tutte le restrizioni anti Covid, come già avvenuto nel Regno Unito. Passato il picco della variante Omicron, via green pass, distanziamento e chiusura obbligata di bar e ristoranti a mezzanotte. Resta l’obbligo di indossare le mascherine nei negozi, nelle scuole e sui mezzi pubblici fino alla fine di febbraio, il green pass per i viaggi internazionali e l’autoisolamento per i contagiati con sintomi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Vaia (Spallanzani): «Malattia lieve dai 5 ai 7 giorni: questo l’identikit del paziente con Omicron»
«Il malato Omicron ha una patologia media che non arriva alla gravità, con una durata dai 5 ai 7 giorni. E quando ha necessità - perché molto anziano o con altre patologie - può essere curato in ambulatorio e fare, se serve, la terapia con gli anticorpi monoclonali». Lo ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, facendo l’identikit delle persone colpite dalla variante Omicron di Sars-Cov-2, nel corso di “Buongiorno Benessere” su Rai1.
«Il malato Omicron ha una patologia media che non arriva alla gravità, con una durata dai 5 ai 7 giorni. E quando ha necessità - perché molto anziano o con altre patologie - può essere curato in ambulatorio e fare, se serve, la terapia con gli anticorpi monoclonali». Lo ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, facendo l’identikit delle persone colpite dalla variante Omicron di Sars-Cov-2, nel corso di “Buongiorno Benessere” su Rai1.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In Spagna già fatto. Devono riaprire, togliere il green pass e richiudere in caso di altra variante. Troppo complicato per i migliori, figuriamoci i peggiori.chiaky ha scritto:L’Irlanda abolisce da oggi quasi tutte le restrizioni anti Covid, come già avvenuto nel Regno Unito. Passato il picco della variante Omicron, via green pass, distanziamento e chiusura obbligata di bar e ristoranti a mezzanotte. Resta l’obbligo di indossare le mascherine nei negozi, nelle scuole e sui mezzi pubblici fino alla fine di febbraio, il green pass per i viaggi internazionali e l’autoisolamento per i contagiati con sintomi.
Ai novax hanno fatto quanto il nonno alla nonna.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Nel senso che non gli si è rizzato?Mr Moonlight ha scritto:In Spagna già fatto. Devono riaprire, togliere il green pass e richiudere in caso di altra variante. Troppo complicato per i migliori, figuriamoci i peggiori.chiaky ha scritto:L’Irlanda abolisce da oggi quasi tutte le restrizioni anti Covid, come già avvenuto nel Regno Unito. Passato il picco della variante Omicron, via green pass, distanziamento e chiusura obbligata di bar e ristoranti a mezzanotte. Resta l’obbligo di indossare le mascherine nei negozi, nelle scuole e sui mezzi pubblici fino alla fine di febbraio, il green pass per i viaggi internazionali e l’autoisolamento per i contagiati con sintomi.
Ai novax hanno fatto quanto il nonno alla nonna.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
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tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Non c'entra una cippa con il topic, ma a me il buon Draghi ricorda vagamente il VM Varga di Fargo 3
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
EllamadonnaMonheim ha scritto:...
E tutto ciò mentre in tutto il resto d'Europa saranno felici a qualche concerto rock senza mascherine
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ma no, Draghi sembra un vampiro...e una rana.Mr Moonlight ha scritto:Non c'entra una cippa con il topic, ma a me il buon Draghi ricorda vagamente il VM Varga di Fargo 3
Ma non è così feroce, è solo un pò cinico.
E' il contorno che è patetico, ma lui è uno che fa quello che gli pare. O almeno, faceva. Ora è sfavato e pensa al Colle, e non decide più. Lascia fare ai malati di mente che lo circondano, e questo potrebbe portarci a brutte chine.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Visto solo il primo episodio (della terza stagione, tutta la prima) secoli fa ed è in lista.Mr Moonlight ha scritto:Non c'entra una cippa con il topic, ma a me il buon Draghi ricorda vagamente il VM Varga di Fargo 3
Notevole pure in Sto pensando di finirla qui, che amo.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
La ormai imminente elezione del nuovo Presidente dell Repubblica sta facendo mollare la presa di Chiaky sul coronavirus.
Avvistati già due post in due differenti topic su quello che si preannuncia l'argomento più trendy della prossima settimana.
Avvistati già due post in due differenti topic su quello che si preannuncia l'argomento più trendy della prossima settimana.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
So essere multitasking.Nick ha scritto:La ormai imminente elezione del nuovo Presidente dell Repubblica sta facendo mollare la presa di Chiaky sul coronavirus.
Avvistati già due post in due differenti topic su quello che si preannuncia l'argomento più trendy della prossima settimana.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
chiaky ha scritto:So essere multitasking.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Una Dea.Monheim ha scritto:chiaky ha scritto:So essere multitasking.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
https://www.ildubbio.news/2022/01/21/lo ... ricciardi/
Ricciardi: "a ottobre una nuova terribile variante, non bisogna smettere di fare scelte impopolari".
Tipo quella di di mandarlo a fare l'attore, che è il campo suo, ndr.
Questo è un folle, davvero un personaggio pericoloso, un nazista.
Ricciardi: "a ottobre una nuova terribile variante, non bisogna smettere di fare scelte impopolari".
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Mentre l’attenzione mediatica – vien da dire per fortuna – si sposta temporaneamente sulla corsa al Quirinale, la gran parte delle notizie sulla pandemia in Italia continua a difettare, come da due anni a questa parte, in capacità di tradurre i numeri quotidiani in traiettorie decifrabili. La discesa di contagio, e il calo (anche relativo, non solo assoluto) degli ingressi in Terapia Intensiva verranno colti dai più solo con settimane di ritardo, mentre si aggiungono – anziché ridursi – restrizioni e colori, che risultano in buona parte asincroni con l’andamento e le caratteristiche del fenomeno, oltre che ormai ben poco efficaci, tranne forse sul numero di clic dei giornali online. Ancora, e sarebbe il meno, dopo tutto questo tempo ascolto i TG riferire il conto dei nuovi positivi delle Regioni (la Lombardia è sempre “la più colpita”), e rimane un lusso per pochi parlare di incidenza e non di numeri assoluti.
Ma l’incidenza stessa ha sempre meno significato, come molte volte detto, se non appunto per disegnare la traiettoria del contagio. Mentre questa, e presto anche quella delle sue conseguenze ospedaliere, volgono lentamente verso il basso, prepariamoci nelle prossime settimane all’ultimo accento drammatico sul numero dei decessi, sul quale vorrei fare il punto, in vista del relativo picco, e dei mesi che verranno.
Perfino stimati intellettuali ancora finiscono col citare i “quattrocento morti al giorno” come inappellabile dato di realtà con cui dover fare i conti. Ma lo scenario è cambiato, e – senza pretendere la velocità di omicron – da chi commenta ci aspettiamo un minimo aggiornamento all’attuale situazione. Quella che segue è una riflessione che dovrebbe essere alla portata di chiunque, anche di chi non vive in ospedale, e non ha esperienza diretta di certi eventi. La porto sommessamente, con sincero rispetto per chi è coinvolto dal dolore del lutto, cercando il difficile equilibrio tra i numeri e la verità, tra la statistica e la vita reale.
Dunque, negli ultimi 7 giorni abbiamo registrato una media di 349 decessi al giorno attribuiti a Covid. Si sommano qui tre fenomeni, in parte sovrapposti, che provo però a distinguere:
1. In Italia decedono per altre cause circa 1800 persone ogni giorno (tanti erano negli anni precedenti la pandemia, e tanti sono ora, anzi c’è il timore che diventino di più, per i ritardi nelle cure). Inevitabilmente, una parte di queste, come qualsiasi campione della popolazione (una stima probabilmente in difetto è circa il 10%) è al momento positiva al tampone molecolare (che oltretutto rileva anche tracce recenti ma ormai inattive del virus). Questo campione di persone, inoltre, è maggiormente esposto al virus, perché è appunto nel momento di maggiore fragilità, quindi nonostante la vaccinazione, e specialmente se questa non è stata recentemente rinforzata, facilmente si infetta e si ritrova positiva. Si tratta però in questo caso di riscontro occasionale, ininfluente nella patogenesi delle cause che portano al decesso.
2. Una parte di queste persone, proprio per estrema fragilità, con l'infezione riceve un'ulteriore spinta che altera definitivamente l'equilibrio precario delle proprie condizioni. Non è detto che si tratti di per sé di un'infezione grave: basta una sindrome influenzale a fare da innesco, ed è assai difficile “pesare” l’entità della spinta, così come la precarietà dell’equilibrio precedente. Sono in gran parte decessi anticipati, e non proprio direttamente causati, da Covid.
3. La terza categoria di decessi è quella dei pazienti altrimenti apparentemente sani o – più spesso – con qualche patologia cronica, che decedono a seguito di infezione severa, come la tipica polmonite Covid. Nonostante le comorbidità, non sarebbero nel conto dei decessi, se non fosse per Covid, e non lo sarebbero nemmeno entro qualche mese. Si tratta del vero “eccesso di mortalità” dovuto all’epidemia, che va quantificato attentamente, come cerchiamo di fare da alcuni mesi (slide 10-11), incrociando i dati dei decessi da ogni causa forniti da Istat (a giorni attendiamo i dati di dicembre) con il numero dei decessi Covid, già al netto delle riattribuzioni di ISS per data di decesso (non di notifica).
Sebbene manchino – e mancheranno sempre – dati precisi e aggiornati, in base a quanto detto è verosimile che al momento più della metà dei decessi (così come dei ricoveri) attribuiti a Covid, non abbia alcuna relazione causale con l’infezione. La gran parte dei decessi contati nei bollettini quotidiani è con tutta probabilità inclusa nelle prime due categorie sopra descritte, mentre la terza si sta riducendo. Faccio notare che le prime due non richiedono particolare aggressività o patogenicità del virus: in presenza di popolazione anziana, con diffusa comorbidità, sono dirette conseguenze della alta trasmissibilità dell'attuale variante. Rimarranno pertanto elevate fintanto che resteranno elevati il contagio e la nostra necessità di monitorarlo, specialmente negli ospedali. Non sono però da considerarsi il vero impatto della pandemia, ma piuttosto un effetto apparente – e direi deformante – di una malattia che ha al momento letalità bassissima, e in costante riduzione da settimane.
Se il nostro approccio alla pandemia, come finora, è anche – comprensibilmente – correlato emotivamente alla cifra dei decessi, vale la pena comprendere quel che sta succedendo e anche quel che ci aspetta di registrare, inevitabilmente, ma speriamo con sguardo diverso, nei mesi a venire.
Se volessimo dar credito a quanto scrive Christopher JL Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) di Seattle, in un commento apparso giovedì scorso sulla prestigiosa rivista Lancet, la diffusione di omicron è destinata a raggiungere il 50% della popolazione mondiale entro la fine di marzo. Si stima che, nonostante il gran numero di tamponi effettuati, il tasso di rilevazione delle infezioni sia diminuito, mentre la quota di soggetti asintomatici sia cresciuta sino all’80-90% del totale delle infezioni. Contemporaneamente, nei paesi con la maggiore diffusione di omicron (es. Canada, Sudafrica), si sta riducendo dell’80-90% la percentuale di pazienti che richiedono intubazione.
L’intensità di trasmissione è tale che, secondo l’IHME, anche le misure di contenimento avranno poco effetto sull’onda di contagio, a cominciare dagli sforzi di tracciamento e dall’uso delle mascherine (si stima che un eventuale aumento dell’80% di mascherine potrebbe ridurre solo del 10% le infezioni nei prossimi 4 mesi). Le stesse azioni politiche attuali di spinta alla vaccinazione o ai richiami, i quali restano di per sé efficaci per proteggere dalla malattia, sono ormai tardive per gran parte dei paesi, secondo Murray, e avranno scarso effetto globale sull’inarrestabile onda di omicron.
Ma le sue parole non si lasciano equivocare: “Questi sforzi hanno salvato innumerevoli vite a livello globale. Emergeranno sicuramente nuove varianti di SARS-CoV-2 e alcune potrebbero essere più gravi dell'omicron. L'immunità, indipendentemente dal fatto che derivi dall'infezione o dalla vaccinazione, diminuirà, creando opportunità per la trasmissione continua di SARS-CoV-2, specialmente nei mesi invernali. L'impatto della futura trasmissione di SARS-CoV-2 sulla salute, tuttavia, sarà minore a causa dell'ampia precedente esposizione al virus, dei vaccini regolarmente adattati a nuovi antigeni o varianti, dell'avvento degli antivirali e della consapevolezza che i soggetti vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, utilizzando maschere di alta qualità e distanziamento fisico. Il COVID-19 diventerà un'altra malattia ricorrente che i sistemi sanitari e le società dovranno gestire. L'era delle misure straordinarie da parte del governo e delle società per controllare la trasmissione di SARS-CoV-2 sarà finita. Dopo l'onda omicron, il COVID-19 tornerà, ma la pandemia no.”
È dunque quanto meno discutibile che le misure adottate – incluse quelle più audaci – per spingere le persone alla vaccinazione, siano colpevolmente tardive (viste le conseguenze patite nelle scorse settimane), ininfluenti (sull’ondata attuale di omicron) o al contrario saggiamente precauzionali in vista delle possibili nuove esacerbazioni e/o varianti, più o meno patogeniche, di là da venire.
Certo è che se l’attenzione agli effetti dannosi di queste misure – sui bambini, i ragazzi, le famiglie, il lavoro, la vita stessa di tutti – è stato decisamente sottostimato fino ad ora, ritenuto il male minore, o comunque sopportato nell’attesa che il peggio passasse, l’approccio deve ora cambiare, ridimensionando le richieste e rimodulandole in base alle effettive condizioni di rischio, ora incomparabilmente inferiore a quello che avevamo ad inizio pandemia, e prima dei vaccini.
Non è facile dare un nome nuovo alle cose, e togliere il velo agli spauracchi, ma dovremo farlo, per il bene di tutti. L’idea di protezione dovrà passare non soltanto dalla raccomandazione alla vaccinazione – che resta forte, e unico vero scudo individuale e sociale – ma anche dalla tutela della integrità psicologica dei nostri figli, e dalla riconquista del senso di sicurezza perduto.
Paolo Spada
Ma l’incidenza stessa ha sempre meno significato, come molte volte detto, se non appunto per disegnare la traiettoria del contagio. Mentre questa, e presto anche quella delle sue conseguenze ospedaliere, volgono lentamente verso il basso, prepariamoci nelle prossime settimane all’ultimo accento drammatico sul numero dei decessi, sul quale vorrei fare il punto, in vista del relativo picco, e dei mesi che verranno.
Perfino stimati intellettuali ancora finiscono col citare i “quattrocento morti al giorno” come inappellabile dato di realtà con cui dover fare i conti. Ma lo scenario è cambiato, e – senza pretendere la velocità di omicron – da chi commenta ci aspettiamo un minimo aggiornamento all’attuale situazione. Quella che segue è una riflessione che dovrebbe essere alla portata di chiunque, anche di chi non vive in ospedale, e non ha esperienza diretta di certi eventi. La porto sommessamente, con sincero rispetto per chi è coinvolto dal dolore del lutto, cercando il difficile equilibrio tra i numeri e la verità, tra la statistica e la vita reale.
Dunque, negli ultimi 7 giorni abbiamo registrato una media di 349 decessi al giorno attribuiti a Covid. Si sommano qui tre fenomeni, in parte sovrapposti, che provo però a distinguere:
1. In Italia decedono per altre cause circa 1800 persone ogni giorno (tanti erano negli anni precedenti la pandemia, e tanti sono ora, anzi c’è il timore che diventino di più, per i ritardi nelle cure). Inevitabilmente, una parte di queste, come qualsiasi campione della popolazione (una stima probabilmente in difetto è circa il 10%) è al momento positiva al tampone molecolare (che oltretutto rileva anche tracce recenti ma ormai inattive del virus). Questo campione di persone, inoltre, è maggiormente esposto al virus, perché è appunto nel momento di maggiore fragilità, quindi nonostante la vaccinazione, e specialmente se questa non è stata recentemente rinforzata, facilmente si infetta e si ritrova positiva. Si tratta però in questo caso di riscontro occasionale, ininfluente nella patogenesi delle cause che portano al decesso.
2. Una parte di queste persone, proprio per estrema fragilità, con l'infezione riceve un'ulteriore spinta che altera definitivamente l'equilibrio precario delle proprie condizioni. Non è detto che si tratti di per sé di un'infezione grave: basta una sindrome influenzale a fare da innesco, ed è assai difficile “pesare” l’entità della spinta, così come la precarietà dell’equilibrio precedente. Sono in gran parte decessi anticipati, e non proprio direttamente causati, da Covid.
3. La terza categoria di decessi è quella dei pazienti altrimenti apparentemente sani o – più spesso – con qualche patologia cronica, che decedono a seguito di infezione severa, come la tipica polmonite Covid. Nonostante le comorbidità, non sarebbero nel conto dei decessi, se non fosse per Covid, e non lo sarebbero nemmeno entro qualche mese. Si tratta del vero “eccesso di mortalità” dovuto all’epidemia, che va quantificato attentamente, come cerchiamo di fare da alcuni mesi (slide 10-11), incrociando i dati dei decessi da ogni causa forniti da Istat (a giorni attendiamo i dati di dicembre) con il numero dei decessi Covid, già al netto delle riattribuzioni di ISS per data di decesso (non di notifica).
Sebbene manchino – e mancheranno sempre – dati precisi e aggiornati, in base a quanto detto è verosimile che al momento più della metà dei decessi (così come dei ricoveri) attribuiti a Covid, non abbia alcuna relazione causale con l’infezione. La gran parte dei decessi contati nei bollettini quotidiani è con tutta probabilità inclusa nelle prime due categorie sopra descritte, mentre la terza si sta riducendo. Faccio notare che le prime due non richiedono particolare aggressività o patogenicità del virus: in presenza di popolazione anziana, con diffusa comorbidità, sono dirette conseguenze della alta trasmissibilità dell'attuale variante. Rimarranno pertanto elevate fintanto che resteranno elevati il contagio e la nostra necessità di monitorarlo, specialmente negli ospedali. Non sono però da considerarsi il vero impatto della pandemia, ma piuttosto un effetto apparente – e direi deformante – di una malattia che ha al momento letalità bassissima, e in costante riduzione da settimane.
Se il nostro approccio alla pandemia, come finora, è anche – comprensibilmente – correlato emotivamente alla cifra dei decessi, vale la pena comprendere quel che sta succedendo e anche quel che ci aspetta di registrare, inevitabilmente, ma speriamo con sguardo diverso, nei mesi a venire.
Se volessimo dar credito a quanto scrive Christopher JL Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) di Seattle, in un commento apparso giovedì scorso sulla prestigiosa rivista Lancet, la diffusione di omicron è destinata a raggiungere il 50% della popolazione mondiale entro la fine di marzo. Si stima che, nonostante il gran numero di tamponi effettuati, il tasso di rilevazione delle infezioni sia diminuito, mentre la quota di soggetti asintomatici sia cresciuta sino all’80-90% del totale delle infezioni. Contemporaneamente, nei paesi con la maggiore diffusione di omicron (es. Canada, Sudafrica), si sta riducendo dell’80-90% la percentuale di pazienti che richiedono intubazione.
L’intensità di trasmissione è tale che, secondo l’IHME, anche le misure di contenimento avranno poco effetto sull’onda di contagio, a cominciare dagli sforzi di tracciamento e dall’uso delle mascherine (si stima che un eventuale aumento dell’80% di mascherine potrebbe ridurre solo del 10% le infezioni nei prossimi 4 mesi). Le stesse azioni politiche attuali di spinta alla vaccinazione o ai richiami, i quali restano di per sé efficaci per proteggere dalla malattia, sono ormai tardive per gran parte dei paesi, secondo Murray, e avranno scarso effetto globale sull’inarrestabile onda di omicron.
Ma le sue parole non si lasciano equivocare: “Questi sforzi hanno salvato innumerevoli vite a livello globale. Emergeranno sicuramente nuove varianti di SARS-CoV-2 e alcune potrebbero essere più gravi dell'omicron. L'immunità, indipendentemente dal fatto che derivi dall'infezione o dalla vaccinazione, diminuirà, creando opportunità per la trasmissione continua di SARS-CoV-2, specialmente nei mesi invernali. L'impatto della futura trasmissione di SARS-CoV-2 sulla salute, tuttavia, sarà minore a causa dell'ampia precedente esposizione al virus, dei vaccini regolarmente adattati a nuovi antigeni o varianti, dell'avvento degli antivirali e della consapevolezza che i soggetti vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, utilizzando maschere di alta qualità e distanziamento fisico. Il COVID-19 diventerà un'altra malattia ricorrente che i sistemi sanitari e le società dovranno gestire. L'era delle misure straordinarie da parte del governo e delle società per controllare la trasmissione di SARS-CoV-2 sarà finita. Dopo l'onda omicron, il COVID-19 tornerà, ma la pandemia no.”
È dunque quanto meno discutibile che le misure adottate – incluse quelle più audaci – per spingere le persone alla vaccinazione, siano colpevolmente tardive (viste le conseguenze patite nelle scorse settimane), ininfluenti (sull’ondata attuale di omicron) o al contrario saggiamente precauzionali in vista delle possibili nuove esacerbazioni e/o varianti, più o meno patogeniche, di là da venire.
Certo è che se l’attenzione agli effetti dannosi di queste misure – sui bambini, i ragazzi, le famiglie, il lavoro, la vita stessa di tutti – è stato decisamente sottostimato fino ad ora, ritenuto il male minore, o comunque sopportato nell’attesa che il peggio passasse, l’approccio deve ora cambiare, ridimensionando le richieste e rimodulandole in base alle effettive condizioni di rischio, ora incomparabilmente inferiore a quello che avevamo ad inizio pandemia, e prima dei vaccini.
Non è facile dare un nome nuovo alle cose, e togliere il velo agli spauracchi, ma dovremo farlo, per il bene di tutti. L’idea di protezione dovrà passare non soltanto dalla raccomandazione alla vaccinazione – che resta forte, e unico vero scudo individuale e sociale – ma anche dalla tutela della integrità psicologica dei nostri figli, e dalla riconquista del senso di sicurezza perduto.
Paolo Spada
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Quindi dice che, visto saremo tutti o vaccinati o guariti dal covid a marzo, omicron non farà più paura e pure una altra variante ci troverà quasi tutti in qualche modo protetti.
Quelli non protetti dovranno farlo con “mascherine di alta qualità “ e “distanziamento sociale”.
Ma tra i non protetti, oltre ai vecchi vacvinati ci sono da considerare i pochi non vaccinati e non guariti dal virus.
Che dovranno usare “mascherine di qualità” e “distanziamento sociale” quindi niente ristoranti teatri negozi affollati etc.
Che è quello che succede oggi in Italia.
I fragili e non vaccinati/guariti, in pratica sono gli stessi che non hanno il super green pass devono non andare nei posti affollati e di fatti non ci possono andare.
Lasceranno la mascherina bei posti più a rischio e per il resto vita normale. Non credo che i positivi non dovranno fare un minimo di quarantena.
Quelli non protetti dovranno farlo con “mascherine di alta qualità “ e “distanziamento sociale”.
Ma tra i non protetti, oltre ai vecchi vacvinati ci sono da considerare i pochi non vaccinati e non guariti dal virus.
Che dovranno usare “mascherine di qualità” e “distanziamento sociale” quindi niente ristoranti teatri negozi affollati etc.
Che è quello che succede oggi in Italia.
I fragili e non vaccinati/guariti, in pratica sono gli stessi che non hanno il super green pass devono non andare nei posti affollati e di fatti non ci possono andare.
Lasceranno la mascherina bei posti più a rischio e per il resto vita normale. Non credo che i positivi non dovranno fare un minimo di quarantena.
Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Perchè dovrebbero fare quarantena, nel momento in cui verrà gestito come un qualsiasi virus? Non ho mai visto quarantene per l'influenza.alessandro ha scritto:Quindi dice che, visto saremo tutti o vaccinati o guariti dal covid a marzo, omicron non farà più paura e pure una altra variante ci troverà quasi tutti in qualche modo protetti.
Quelli non protetti dovranno farlo con “mascherine di alta qualità “ e “distanziamento sociale”.
Ma tra i non protetti, oltre ai vecchi vacvinati ci sono da considerare i pochi non vaccinati e non guariti dal virus.
Che dovranno usare “mascherine di qualità” e “distanziamento sociale” quindi niente ristoranti teatri negozi affollati etc.
Che è quello che succede oggi in Italia.
I fragili e non vaccinati/guariti, in pratica sono gli stessi che non hanno il super green pass devono non andare nei posti affollati e di fatti non ci possono andare.
Lasceranno la mascherina bei posti più a rischio e per il resto vita normale. Non credo che i positivi non dovranno fare un minimo di quarantena.
Al limite se, durante gli inverni, dovesse arrivare una stagione con picchi un pò troppo alti.
Mi ricordo un inverno influenzale di 3-4 anni fa con le TI collassate, ma non ricordo mascherine nè quarantene, o sbaglio?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Poi, che i vecchi non possano andare a teatro e al ristorante lo hai dedotto tu. Ci possono andare già ora. A teatro il distanziamento c'è già di suo, la gente sta seduta e zitta. Al ristorante già ora un anziano può andare con chi vuole. Ovviamente non ci saranno green pass. Lui dice solo che, gli estremamente fragili e i vecchi, dovranno avere l'attenzione di autoproteggersi nei mesi invernali, in cui ci saranno delle piccole (si spera) recrudescenze. Si andrà verso l'autoprotezione di chi ne avrà bisogno, senza imposizioni.alessandro ha scritto:Quindi dice che, visto saremo tutti o vaccinati o guariti dal covid a marzo, omicron non farà più paura e pure una altra variante ci troverà quasi tutti in qualche modo protetti.
Quelli non protetti dovranno farlo con “mascherine di alta qualità “ e “distanziamento sociale”.
Ma tra i non protetti, oltre ai vecchi vacvinati ci sono da considerare i pochi non vaccinati e non guariti dal virus.
Che dovranno usare “mascherine di qualità” e “distanziamento sociale” quindi niente ristoranti teatri negozi affollati etc.
Che è quello che succede oggi in Italia.
I fragili e non vaccinati/guariti, in pratica sono gli stessi che non hanno il super green pass devono non andare nei posti affollati e di fatti non ci possono andare.
Lasceranno la mascherina bei posti più a rischio e per il resto vita normale. Non credo che i positivi non dovranno fare un minimo di quarantena.
Così come a febbraio non esci in mutande, sennò ti prendi un malanno, d'ora in avanti un vecchio dovrà capire che a febbraio sarà bene che usi una mascherina, anche in casa possibilmente il più possibile.
Già con le influenze avevamo una strage di anziani, ma a nessuno è mai nemmeno passato per la testa di mettere su una mascherina. Ora bisognerà pensare di farlo, o meglio, LORO dovranno farlo, senza imposizioni ma con il buon senso.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
I Vecchi manco possono più candidarsi alla Presidenza della Repubblica.
No' Schifè.
F.F.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Non è un mondo per vecchi.Johnny Rex ha scritto:I Vecchi manco possono più candidarsi alla Presidenza della Repubblica.
No' Schifè.
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Comunque campa cavallo. Prima che il nostro Governo capisca che il 2020 è passato da due anni, dovremo vedere il resto d'Europa far vita normale tra lo sconcerto di Ricciardi e soci, e poi forse si farà mezzo passetto in avanti. Forse.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Nuove disposizioni dalla cabina di regia. Dopo la mascherina di pezza del 2020, la chirurgica del 2021, vediamo i nuovi decreti. Il covid fa sempre più paura.
Italia 2022-2023-2024-2025
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Già...chiaky ha scritto:Comunque campa cavallo. Prima che il nostro Governo capisca che il 2020 è passato da due anni, dovremo vedere il resto d'Europa far vita normale tra lo sconcerto di Ricciardi e soci, e poi forse si farà mezzo passetto in avanti. Forse.
Nella foto sotto con la FFP8 è Fabio?
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
intanto per dire in Germania e Austria il Ricciarden locale sta tenendo gli eventi sportivi senza pubblico da 2 mesi.
Ma ovviamente Chiaky vede solo l Inghilterra e l Italia e vuole farne un assunto Europa vs Italia
Ma ovviamente Chiaky vede solo l Inghilterra e l Italia e vuole farne un assunto Europa vs Italia
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Certo.Monheim ha scritto:Già...chiaky ha scritto:Comunque campa cavallo. Prima che il nostro Governo capisca che il 2020 è passato da due anni, dovremo vedere il resto d'Europa far vita normale tra lo sconcerto di Ricciardi e soci, e poi forse si farà mezzo passetto in avanti. Forse.
Nella foto sotto con la FFP8 è Fabio?
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