Dado_SelesFan ha scritto:Non credo in dio... ma al di là della sua esistenza o meno, non sarei cmq religioso, neanche se ci fosse la certezza che esiste. Non tollero la figura di un qualcosa sopra di noi.
E' una delle affermazioni più interessanti mai lette in tema su questo forum. Espressione di un atteggiamento integralmente umano.
Anzitutto, Dado, pure io quando ho fretta non tollero il semaforo rosso, però per lo più finisce che mi fermo.
Diciamo che tu senti un grande anarchico impulso di grandezza, ma è pura violenza, nient'altro, sarebbe senz'altro molto più grande accettare l'infinito.
Tanto non sei padrone di un càzzo, prima non c'eri e dopo muori, che vuoi contestare Dio?
Ad ogni modo, prendendo spunto da Dado, ma ampliando il discorso, a volte l'esistenza di Dio non sembra così astratta.
Prendiamo ad esempio il forumista che ha scritto che il mio stile è sgradevole.
Considerato come soggetto che ha dato al pc il comando di inserire in rete quel post, diciamo che è una entità misurabile, mutevole, corruttibile. Come il suo pc.
Avrà una una certa intelligenza, certe qualità, perde tot neuroni al giorno e un giorno speriamo il più lontano possibile il suo cervello morirà.
Una cosa misurabile, mutevole, corruttibile (nel senso di soggetto a disgregazione, di disorganizzazione del/dal tutto).
Poniamo che quel giorno, oltre a giudicare il mio stile, abbia pensato di voler bene alla persona X, e deciso di comprare l'oggetto Y.
Ovviamente tempo, spazio e mutevolezza risultano del tutto al di fuori della definizione strutturale di tali atti.
Ha stabilito un rapporto ideale con una realtà presente, e questo rapporto è vero o falso, ed è l'uno o l'altro (vero o falso) esattamente per sempre.
Un giudizio, un'idea, una decisione cui magari ne potranno seguire altri opposti o contrastanti, ma che in sè non costituiscono entità nè misurabili, nè mutevoli, nè corruttibili.
Pertanto nel suo io coesistono materia (pulsione, desiderio, razionalità, logica) e spirito; cioè entità assolutamente irriducibili l'una all'altra.
Ovviamente qualcuno potrebbe pensare che fino ad una data fase dello sviluppo dell'organismo umano questa facoltà di elaborazione "immateriale" non esista, sussistendone casomai i "semi", e perciò è tutto materia che si evolve, per cui tranquillamente "selezioni uno ammazzi due aborto offerta speciale", ma quest'ultimo è un altro discorso off topic, pardon
Tuttavia l'esperienza quotidiana ci mostra che ogni azione nostra sensata si regge su realtà (decisione, idea, giudizio) completamente prive delle caratteristiche di ciò che muore (almeno finchè trovano luogo nella coscienza e non nella pura meccanica animale), e del tutto slegate da oni legge o processo biologico.
E per riportare in topic l'esempio precedente come metafora, non mi sembra adeguato selezionare ed eliminare un elemento così importante della realtà nell'affrontare il problema del significato.
Se
ora ed adesso la persona consta di entità distinte ed irriducibili, ma perchè non lo dovrebbero essere dall'origine?