Emanuele: "Io, contrario all’eutanasia portai mia madre a Zurigo per non vederla più soffrire"
.................Chi ha deciso?
"È stata lei a contattare Exit e poi l'associazione svizzera Dignitas facendo esami, mandando referti, incontrando psicologi. Sempre autonoma, non voleva coinvolgere nessuno nel suo segreto. Solo quando da Zurigo le hanno detto che era una candidata mi ha chiesto di accompagnarla".
Quando siete partiti?
"Agosto 2014, partiamo alle sei di mattina. Non saluta neppure papà che è venuto sotto casa. Il suo pensiero è già in Svizzera. Perché nulla le basta più, la sua vita iperattiva e sociale si è ridotta attorno ad un letto con una badante ad aiutarla per le cose più intime. Insopportabile per lei che stretta nella malattia che progrediva, ha voluto trovarsi una via di fuga".
Cosa succede in Svizzera?
"Quando arriviamo incontriamo il medico che firmerà la somministrazione del farmaco mortale, le chiede gentilmente se è sicura. Mia madre non ha dubbi, ripete la sua voglia ferma, lucida di farla finita. Il giorno dopo in macchina la porto a fare un giro sul lago, in mezzo a prati e boschi. Mi guarda sorridendo: "È tutto bellissimo, me ne vado con dei bei ricordi. L'indomani nel paesino giriamo per le viuzze, spingo la carrozzella dove è seduta, andiamo nella zona industriale dove c'è una piccola casa blu a due piani con un giardino e uno stagno".
È il luogo in cui si muore?
"Avevo paura fosse qualcosa di freddo, tipo ospedale, invece a mia madre piace, le piacciono le tende colorate, l'aria da chalet. Entriamo in un appartamento accogliente, con divani, sedia a dondolo, sdraio. Sembra un posto per una vacanza. Le fanno scegliere dove vorrà bere il farmaco e dicono che ha 24 ore di tempo per ripensarci. Molti lo hanno fatto ".
Nessun ripensamento?
"Mamma no, lei è testona, e serena, a questo punto. Ci prendiamo un caffè, del cioccolato, io, sarà l'ansia o il dolore, ne mangio a chili. In quelle ore più volte le chiedono se non vuole ripensarci. Io la guardo mentre ripete: "per me questo non è vivere, è uno schifo senza senso". Ma lo dice quasi sorridendo. Le
danno il bicchiere di antivomito, da quel momento ha venti minuti per bere la pozione. Alle 12.25 beve il bicchierino tutto di un fiato. Siamo tutti e due sdraiati, stretti sul lettone. Poggia la testa sul cuscino e si addormenta in un minuto mentre le tengo la mano e le mormoro buon viaggio".
terribile.