Riscaldamento globale, il cambio delle mutande, altro.

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Nasty
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Messaggio da Nasty »

Grazie amico, il piccolo cresce a vista d'occhio, prende mezzo chilo a settimana, oltre il doppio del previsto.

Questi bambini obesi del ventunesimo secolo... :D
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paoolino
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Messaggio da paoolino »

alessandro ha scritto:
secondo uno studio svedese confermato da altri 10 studi internazionali, l'uso del celulare per 1 ora al giorno (in media) per 10 anni aumenta dal 20 al 30% la probabilita' di tumori al cervello.

http://www.corriere.it/salute/07_ottobr ... schi.shtml

hanno perciò stabilito che le persone che usano il telefonino da un decennio o più hanno il 20% in più di possibilità di contrarre una patologia come il neuroma acustico e il 30% in più di sviluppare un glioma maligno. E il rischio sarebbe ancora più grande dal lato della testa su cui appoggia il cellulare: più che triplicato nel primo caso, addirittura quintuplicato nel secondo. «Queste valutazioni danno un campione esauriente per valutare i rischi di aumento di neuromi e glomi – hanno sottolineato Hardell e Mild - . Non solo. In base a questi risultati, non si possono nemmeno escludere la presenza di altre forme di tumore al cervello


Si offende qualcuno, se, da statistico-probabilista, dico che questi dati, così come sono riportati, non hanno alcun senso?
Manca infatti un elemento fondamentale. Qual'è il valore di partenza della probabilità che ha subito l'incremento?
Per esempio, se la probabilità di contrarre un tumore al cervello (a prescindere dall'uso del cellulare) è di 1/10000 (p=0,0001) l'incremento del 30%, causato dal cellulare, la porterebbe a 0,00013, e quindi le possibilità di contrarre un tumore al cervello, usando o meno il cellulare sarebbero assolutamente analoghe; d'altra parte, se la probabilità di contrarre un tumore al cervello (a prescindere dall'uso del cellulre) è di 1/3 (p=0,3333) un incremento del 30% la porterebbe a 0,43329, e allora sì, che l'uso del cellulare potrebbe diventare incidente.
Ultima modifica di paoolino il mar ott 16, 2007 1:10 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Albornoz »

www.corriere.it


basse temperature dal 18 fino al 22-23 ottobre
Giovedì aria polare sull'Italia
Possibili forti temporali e violenti colpi di vento. Neve sulle Alpi da 800-1000 m, sugli Appennini da 1000-1200 m



ROMA - Da giovedì 18 fino a lunedì-martedì della prossima settimana, le temperature in Italia subiranno una brusca discesa, un anticipo dell'inverno dovuto a una corrente d'aria di origine subpolare. Secondo il meteorologo Paolo Ernani, «a partire da giovedì 18 fino al 22-23 ottobre la nostra penisola sarà gradualmente interessata da una forte irruzione di aria fredda di origine subpolare, che determinerà un'ondata di marcata instabilità atmosferica con fenomeni temporaleschi talvolta forti e accompagnati da violenti colpi di vento. Le temperature potranno subire una diminuzione anche superiore ai 10-12 gradi, specie sabato e domenica», avverte Ernani. «Nevicate sull'arco alpino già a quote di 800-1000 metri, mentre sulla dorsale appenninica potranno imbiancare le cime intorno ai 1000-1200 metri. Il minimo depressionario freddo che dal nord scenderà al centro e poi al sud», conclude l'esperto di meteorologia, «sarà accompagnato da venti molto forti. I mari saranno molto agitati, specie il Tirreno».

Secondo la Protezione Civile la situazione non dovrebbe migliorare prima dell'inizio della settimana prossima anche se, essendo quelle attuali stime a medio termine, non è escluso che vi possano essere cambiamenti nelle valutazioni con l'avvicinarsi della perturbazione. Per giovedì quindi gli esperti prevedono piogge intense e diffuse sulle regioni centrali e adriatiche, con venti in costante aumento e temperature in calo al centro-nord. Venerdì ci sarà un ulteriore intensificazione del maltempo con venti molto forti e freddi da est sia al sud sia sulle regioni centrali adriatiche
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alessandro
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Messaggio da alessandro »

paoolino ha scritto:Si offende qualcuno, se, da statistico-probabilista, dico che questi dati, così come sono riportati, non hanno alcun senso?
Manca infatti un elemento fondamentale. Qual'è il valore di partenza della probabilità che ha subito l'incremento?


si, si, hai ragione. se la probabilita' e' prossima allo 0, anch eaumentandola del 30% e' comunque prossima allo 0
i dati di tumore al cervello non li so. certo che avere comportamenti potenzialmente suicidi...
pero' e' vero che bisogna vedere da dove si parte.

ad esempio, se dormi con la porta aperta hai il 30% di probabilita' in piu' di subire una rapina in casa.
m ala probabilita' di subire una rapin ain casa quella notte e' 1: 1.000.000
quindi l'aumento e' trascurabile.

ma tu dormiresti con la porta aperta?

pero' e' un po' il discorso del pericolo reale e quello percepito.
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Messaggio da Gios »

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Messaggio da alessandro »

Gios ho 4 domande per te.

1) secondo te e' in atto un cambiamento climatico negli ultimi 20-30 anni?
2) secondo te questo cambiamento climatico portera' aumento di desertificazione, siccita', aumento del livello dei mari, estremizzazioni dei fenomeni tipo uragani etc.. ?
3) secondo te l'uomo e' parte della causa di questi cambiamenti?
4) secondo te la diminuzione della produzione di CO2 e gas serra da parte dell'umanita' puo' influire in modo positivo sul cambiamento del clima?
5) secondo te la diminuzione della produzione di CO2 e gas serra da parte dell'umanita' puo' influire in modo positivo sulla salute dell'umanita' al di la' del clima?
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Messaggio da Gios »

1) La domanda è analoga a "Ti sembra che sia scorso del tempo, negli ultimi 20-30 anni?"
2) Non posso saperlo: mi sembra un sistema caotico (deterministico, cioè, ma con troppo condizioni iniziali. Corretto, Paolino? Per usare un'espressione poco signorile, mi pare, a naso che la metereologia a lungo periodo consista nel prendere una numero spropositato di dati, creare un modello, valutarlo e poi mandare tutto a tròie che tanto non è nemmeno lontanamente esaustivo: considerare quindi delle eventuali relazioni causali sul modello è pura aruspicinia)
3) Non posso saperlo, per i motivi di cui sopra. Mi pare, a naso, un poco antropocentrico.
4) Non lo so.
5) Naturalmente sì.
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paoolino
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Messaggio da paoolino »

Gios ha scritto:1)2) Non posso saperlo: mi sembra un sistema caotico (deterministico, cioè, ma con troppo condizioni iniziali. Corretto, Paolino? Per usare un'espressione poco signorile, mi pare, a naso che la metereologia a lungo periodo consista nel prendere una numero spropositato di dati, creare un modello, valutarlo e poi mandare tutto a tròie che tanto non è nemmeno lontanamente esaustivo: considerare quindi delle eventuali relazioni causali sul modello è pura aruspicinia)


Di statistica applicata a previsioni meteorologiche-climatiche ne so molto poco. La mia impressione, derivante da qualche articolo letto qua e là, non è troppo diversa da quella di Gios: le variabili in gioco sono tante (troppe), il peso di ciascuna variabile è difficile da determinare inoltre è difficile inserire nei modelli fenomeni cosmici, che ,comunque, la loro influenza sul clima la esercitano.
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Messaggio da Gios »

Più lungamente, le mie perplessità (che sono, come è ovvio, da perfetto ignorante in materia): e che sono di due tipi.

La prima (anche qui non parlo da specialista, se qualcuno mi aiuto, mi fa un piacere). Chiunque abbia mai maneggiato con lo studio di fenomeni naturali (di qualunque tipo, meccanico, magnetico, elettrico, e via così), sa bene che prima o dopo si troverà a che fare con un modello. In un modello si fanno delle assunzioni e delle ipotesi, in cui si introducono per forza di cose inesattezze. Si fa in modo che queste inesattezze siano, al fine che si persegue, il meno significative possibile, e che incidano il meno possibile sulla ragionevolezza del risultato. Esempio banale: le leggi galileiane del monto vanno benone, nel campo dell'esperienza quotidiana.
Porto un esempio che ho sott'occhio in queste ore.
Per rendere comprensibile lo studio con strumenti minimi di analisi matematica (calcolo differenziale e matriciale) della relazione fra tensione e deformazione in un punto di un corpo (ovvero, voi prendete una barra d'acciaio, ne pigliate un punto infinitesimo, e studiate cosa succede quando questo è sottoposto a carico) si devono fare delle assunzioni:
1) Che gli spostamenti siano piccoli
2) Che il materiale sia omogeneo
3) Che ci siano condizioni di isotropia
4) Che ci siano condizioni di elasticità lineare.
Il modello esige quindi delle semplificazioni notevoli, ma permette risultati comprensibili: e questo per sapere come funziona un punto, in una barra, sottoposto a forze in un preciso istante.
Naturalmente sono consapevole che l'obiettivo dello studio-micro si differenzi molto da uno studio-macro, ma per me, prevedere anche con un minimo margine di sicurezza un fenomeno come l'evolversi di un sistema mostruosamente complesso come la terra, con una enorme quantità di variabili endogene, si avvicina più alla magia che ad altro.In pratica: il modello richiede delle semplificazioni che lo rendono insignificante. Credo insomma che sia appena appena accettabile l'osservazione di un sistema simile, mentre la previsione è impossibile. E senza previsione, non si possono considerare le cause, e a farla breve, si può dire tutto e il contrario di tutto.



Secondo. Credo che a tutti sia capitato di prendere un aereo, magari stare una qualche mezz'ora sopra un mare, anche provinciale come il Mediterraneo, e guardando fuori dal finestrino, intuire la vastità del creato, e la debolezza del cilindro di ferraglia che è l'aereo.


(C'è un bell'esempio sull'idealità di tutto questo: si trova in Asimov, in un qualche ciclo di romanzi, e parla della psicostoria ;))
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alessandro
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Messaggio da alessandro »

continuiamo il dialogo tra ignoranti :wink:

mi sa che a Pompei, nel 79 d.c. due tipi stavano in riva al mare a dire

A:"mi sa che il vesuvio ci seppellisce tutti"
B:"ma no, e' troppo lontano"
A:"Si ma sono giorni che mada fumi strani"
b:"E come facciamo ad essere sicuri che erutti o meno"
A: "ma non vedi chesta lanciando ceneri e lapilli"
B:"ma si... ma si.. ma come fai a calcolare da che parte vanno? e un sistema troppo complessa con infinite variabili, e' impossibile calcolare le foze in gioco, i venti, le temperature, e tutto il resto, non si puo' dire"
A "Sara', ma io vado verso Neapolis"
B: "Io vado a letto tranquillo, Buona Notte"
A:"Buona notte, ci si vede...."
:wink:

per il discorso della vastita' dei mari, si diceva quando tutti scaricavano qualsiasi cosa in mare "tanto e' vasto, cosa vuoi che possa influire l'uomo"

Oggi ce ne stiamo accorgendo, il pesce scarseggia e l'inquinamento del vasto mediterraneo e' sotto gli occhi di tutti.
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Messaggio da The_Cruyff »

Le variabili in gioco sono tantissime, questo è vero. Ma Alessandro (per una volta lo quoto totalemente) ha ragione: bisogna arrivare sull'orlo del baratro prima di capire che bisogna tornare indietro? Si possono e si devono fare sforzi per diminuire l'apporto di CO2, salvare l'amazzonia, il polo nord e via dicendo.
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Nasty
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Messaggio da Nasty »

Alessandro, non ricordo se tu abbia avuto paura dell'influenza aviaria. Mi ragguagli? Grazie.

Ho ricordi nitidi di persone terrorizzate, ormai coscienti ( convinti ) di essere sull'orlo del baratro in quella circostanza.
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alessandro
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Messaggio da alessandro »

no, avevo paura di storace :D
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Nasty
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Messaggio da Nasty »

alessandro ha scritto:no, avevo paura di storace :D



:D
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Alga
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Messaggio da Alga »

ANTARTIDE: 20 MLN ANNI FA CLIMA MOLTO PIU' MITE

(ANSA) ROMA - Era un clima molto piu' mite, quello che l'Antartide aveva intorno a 20 milioni di anni fa, e un aspetto simile a quello della punta meridionale del Sud America. Poi e' avvenuto un raffreddamento progressivo che ha trasformato il continente nell'immensa distesa ghiacciata che conosciamo oggi. E' la storia che hanno cominciare a raccontare, e della quale promettono di rivelare i segreti, i sedimenti e i fossili prelevati dal mare di Ross, nell'ambito progetto internazionale Andrill (Antarctic geological drilling). Andrill e' uno dei progetti organizzati per l'Anno polare internazionale e al quale l'Italia partecipa con il Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra).

I risultati ''superano ogni aspettativa'', dicono i responsabili del progetto, l'italiano Fabio Florindo, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), e lo statunitense David Harwood, dell'universita' del Nebraska-Lincoln. La perforazione sara' completata il 29 novembre, quando si raggiungera' la profondita' di 1.150 metri. Nel primo anno del progetto si era raggiunta la profondita' di 1.285 metri. ''Il materiale che abbiamo raccolto e' fenomenale'', dice Harwood. E' gia' chiaro che nella carota di sedimenti prelevata, nella quale e' stato possibile recuperare ben il 98% del materiale, e' gia' chiaro che la quantita' di sedimenti e' cosi' vasta che la sua analisi richiedera' molto tempo. Programmi come questi, rilevano i responsabili del progetto, ''sono estremamente importanti soprattutto per le incertezze sul comportamento futuro delle calotte polari dell'Antartide in questa fase di riscaldamento globale''.

La grande quantita' di dati raccolti con il progetto Andrill permettera', aggiungono, di ''capire la dinamica delle antiche calotte polari e del ghiaccio marino stagionale e per la verifica dei modelli matematici sull'evoluzione del clima a scala planetaria''. Uno degli obiettivi principali della perforazione era lo studio di un intervallo di tempo compreso tra 17 a 14 milioni di anni fa, quando il sistema climatico globale ha avuto una transizione fondamentale passando da una fase calda nota come ''warm climate optimum'' all'inizio di un progressivo raffreddamento che ha portato alla formazione di una copertura glaciale quasi permanente nell'Antartide orientale. ''I sedimenti che risalgono a questo periodo potranno raccontare una storia molto importante'', dice Florindo. Il Miocene intermedio (circa 12 milioni di anni fa) e' stato a lungo considerato come uno degli intervalli di tempo fondamentali nella formazione della calotta antartica. E' allora che e' avvenuto il passaggio da un clima caldo, presente circa 17 milioni di anni fa, a un clima piu' freddo, 14 milioni di anni fa, e la comparsa del ghiaccio. Un primo esame di fossili e sedimenti suggerisce che il clima caldo ha avuto una durata superiore a quella ipotizzata finora, e la zona sud-occidentale dell'Antartide aveva condizioni simili a quelle che sono presenti oggi nella parte piu' meridionale del Sud America, nel Sud Est della Nuova Zelanda e nell'Alaska meridionale.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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floyd10
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Messaggio da floyd10 »

alessandro ha scritto:

per il discorso della vastita' dei mari, si diceva quando tutti scaricavano qualsiasi cosa in mare "tanto e' vasto, cosa vuoi che possa influire l'uomo"

Oggi ce ne stiamo accorgendo, il pesce scarseggia e l'inquinamento del vasto mediterraneo e' sotto gli occhi di tutti.


Ecco Gios, appunto: i tuoi discorsi sono quasi sempre belli ed affascinanti, ma mi pare che a volte tu eviti il problema, o faccia finta di non vederlo.
Un conto è dire che la meteorologia applicata a lunghi lassi di tempo sia più un indovinello che una scienza, un altro conto è voler negare che l'uomo stia condizionando in modo pesante il clima terrestre.
Poi se mi vuoi dire che è possibile che dall'oggi al domani entrino in gioco altre variabili che noi uomini non possiamo ne prevedere ne controllare data la complessità che caratterizza questi eventi climatici va bene, ma negare che stiamo mandando a puttàne il mondo mi sembra inverosimile, quantomeno per ogni persona che non sia immischiata in determinati giochi di potere. Non capisco quindi quale sia la tua reale posizione.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
Albornoz
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Messaggio da Albornoz »

Mah, io ieri leggevo un articolo secondo il quale l'atmosfera terrestre in realtà si sta raffreddando.
fansfegatatodiseles
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Messaggio da fansfegatatodiseles »

Albo, non sapevo dove dirtelo, hai un mio pvt che non c'entra nulla con l'argomento in questione.
Gios
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Messaggio da Gios »

floyd10 ha scritto:
alessandro ha scritto:

per il discorso della vastita' dei mari, si diceva quando tutti scaricavano qualsiasi cosa in mare "tanto e' vasto, cosa vuoi che possa influire l'uomo"

Oggi ce ne stiamo accorgendo, il pesce scarseggia e l'inquinamento del vasto mediterraneo e' sotto gli occhi di tutti.


Ecco Gios, appunto: i tuoi discorsi sono quasi sempre belli ed affascinanti, ma mi pare che a volte tu eviti il problema, o faccia finta di non vederlo.
Un conto è dire che la meteorologia applicata a lunghi lassi di tempo sia più un indovinello che una scienza, un altro conto è voler negare che l'uomo stia condizionando in modo pesante il clima terrestre.
Poi se mi vuoi dire che è possibile che dall'oggi al domani entrino in gioco altre variabili che noi uomini non possiamo ne prevedere ne controllare data la complessità che caratterizza questi eventi climatici va bene, ma negare che stiamo mandando a puttàne il mondo mi sembra inverosimile, quantomeno per ogni persona che non sia immischiata in determinati giochi di potere. Non capisco quindi quale sia la tua reale posizione.



Vorrei capire da cosa trai con tanta evidenza che "l'uomo sta mandando tutto a pùttane".

Una sensazione? Un viaggio molto particolareggiato sui sette mari e sei continenti? Il National Geographic? L'estinzione del dodo? Al Gore? L'ecologia scolastica?

(Anni fa, nemmeno troppi, forse l'ho già qui ricordato, i versanti della valle del mio paese (i "rif") eranto tagliati a fieno fino a su, su, milleottocento metri. Le case e le frazioni erano arroccate, un po' per stare vicine ai pascoli, un po' perché il torrente è matto e senz'argini, e non si sa mai. Potevi tirare un pallone quasi dal crinale e questo rimbalzava giù fino al Biois, poi al Piave e fino mare. Poi la fienagione è stata abbandonata, e così le malghe, e anche il taglio della legna è diventato meno intensivo (i paesi sono stati abitati per lungo tempo perché alla Serenissima serviva il legname per le galere. Spesso venivano mandati prigionieri di guerra, e qui vicino un posto si chiama Caracoi, come un quartiere di Istanbul). Il bosco in poco anni s'è ripreso la terra, ha avanzato il fronte, e ora è a ridosso delle case del fondovalle, e il cervo mangia l'insalata negli orti, il capriolo appena vede i fari di una macchina ci si butta addosso e la volpe litiga coi cani. Cresciuto senza controllo, è diventato infido e fitto.

Altro che quella càzzo di natura bonaria e fragile che credono quelli dei laboratori. Selvaggia, bellissima e tremenda, forte come un gigante, Byron e Kipling c'avevano visto più giusto)
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floyd10
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Messaggio da floyd10 »

Vedi Gios, quest'ultimo splendido tuo post mi pare confermare la mia tesi che tu non affronti mai il problema. :wink:
Le circostanze riguardanti una circoscritta zona montana non sono rilevanti se confrontate con tutte le aree del mondo nelle quali l'urbanizzazione e l'industrializzazione la fanno da padrone.
Qualche tempo fa tu stesso aprivi un topic sulla probabile estinzione della tigre, e quello dello splendido felino è solo un esempio del fatto che gli animali e la natura tutta stiano subendo i danni inflitti loro dall'uomo. Tra disboscamenti e e malati mentali stiamo distruggendo le foreste, continuando di questo passo fra un po di anni le piante non basteranno a fungere da polmone per gli animali, e questo me lo ha detto un professore dell'università di Bologna.
Il buco dell'ozono, l'effetto serra, mi sembrano anche essi una realtà. Poi non voglio dirti che per colpa dell'uomo fra 20 anni tutte le terre saranno sommerse, perchè non lo so. Ma che stiamo avendo un influsso comunque molto pesante e negativo sulla natura questo è un dato di fatto.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Messaggio da Gios »

Gios ha scritto:
Una sensazione? Un viaggio molto particolareggiato sui sette mari e sei continenti? Il National Geographic? L'estinzione del dodo? Al Gore? L'ecologia scolastica?



Naturalmente l'esempio da me portato non era da intendere "qui nel micro e così, e deduco che anche nel macro sia così", perché sarebbe un ragionamento da minchioni. Ma è "occhio, magari non ci fate caso, ma la natura non ci mette troppo a riprendersi, ed è più scaltra di quanto pensiate". Cosa che chiunque abbia una minima reale dimestichezza ha bene in testa.

E mi sembra un ragionamento intuitivo, meno vago delle parole magiche come "effetto serra", "polmone verde", "buco dell'ozono" e via così, che da ingegnere, quando ci penso, non sono per nulla "un dato di fatto": non hanno in sé nessuna caratteristica "d'evidenza".
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Messaggio da Gios »

Gios ha scritto:
Una sensazione? Un viaggio molto particolareggiato sui sette mari e sei continenti? Il National Geographic? L'estinzione del dodo? Al Gore? L'ecologia scolastica?



Naturalmente l'esempio da me portato non era da intendere "qui nel micro e così, e deduco che anche nel macro sia così", perché sarebbe un ragionamento da minchioni. Ma è "occhio, magari non ci fate caso, ma la natura non ci mette troppo a riprendersi, ed è più scaltra di quanto pensiate". Cosa che chiunque abbia una minima reale dimestichezza ha bene in testa.

E mi sembra un ragionamento intuitivo, meno vago delle parole magiche come "effetto serra", "polmone verde", "buco dell'ozono" e via così, che da ingegnere, quando ci penso, non sono per nulla "un dato di fatto": non hanno in sé nessuna caratteristica "d'evidenza".
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Nevica ad Ascoli, rinviata la gara con il Brescia; il Corriere titola "Italia sottozero"
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Albornoz ha scritto:Nevica ad Ascoli, rinviata la gara con il Brescia; il Corriere titola "Italia sottozero"


NEVICA IN QUASI TUTTA L'UMBRIA

Italia sottozero, sì.
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floyd10 ha scritto:Un conto è dire che la meteorologia applicata a lunghi lassi di tempo sia più un indovinello che una scienza, un altro conto è voler negare che l'uomo stia condizionando in modo pesante il clima terrestre.
Poi se mi vuoi dire che è possibile che dall'oggi al domani entrino in gioco altre variabili che noi uomini non possiamo ne prevedere ne controllare data la complessità che caratterizza questi eventi climatici va bene, ma negare che stiamo mandando a puttàne il mondo mi sembra inverosimile, quantomeno per ogni persona che non sia immischiata in determinati giochi di potere.


Fonte: Meteo-live.it

Il team di ricercatori DOUGLASS, CHRISTY, SINGER in coro: "il riscaldamento in atto è un fenomeno naturale"

Il riscaldamento globale è un fenomeno naturale, l’apporto umano è scientificamente non rilevante”. E’ quello che afferma un nuovo studio pubblicato nel numero di dicembre 2007 dell’International Journal of Climatology of the Royal Meteorological Society.

Il riscaldamento globale è un fenomeno assolutamente naturale.I responsabili del gruppo di ricercatori sono il professor David H. Douglass (Università di Rochester), il professor John Christy (Università di Alabama) e il professor S. Fred Singer (Università della Virginia) secondo i quali i cambiamenti di temperatura osservati negli ultimi trenta anni sono incompatibili con la teoria dei gas serra, e sono invece meglio spiegati da fattori naturali, come la variabilità solare.

Perciò, il cambiamento climatico non si può fermare e non può essere condizionato né modificato dal controllo delle emissioni di gas serra, quali la CO2, così come proposto dai trattati internazionali, quali il Protocollo di Kyoto.

I risultati di questa ricerca sono così in netto contrasto con le conclusioni dell’IPPC, la Commissione Intergovernativa sui cambiamenti climatici, patrocinata dall’ONU.

La questione fondamentale è se il riscaldamento osservato sia di carattere naturale o anotropogenico (cioè causato dall’uomo).

Secondo il principale autore della ricerca David Douglass, “il confronto tra le temperature di superficie e quelle atmosferiche, non presenta le caratteristiche tipicamente associate al riscaldamento da effetto serra.
L’inevitabile conclusione è che il contributo umano non è significativo e che gli aumenti registrati di anidride carbonica e altri gas serra danno soltanto un trascurabile contributo al riscaldamento del clima”.

La questione del rapporto tra temperature di superficie e quelle atmosferiche è chiarita dal co-autore John Christy, che ha affermato: “I dati dei satelliti e i dati dei palloni concordano sul fatto che la tendenza del riscaldamento atmosferico non è superiore a quella della superficie. Ma i modelli basati sull’effetto serra esigono invece che le tendenze atmosferiche siano di 2-3 volte superiori. Abbiamo perciò una buona ragione per ritenere che gli attuali modelli climatici sovrastimano grandemente gli effetti dei gas serra. Le osservazioni del satellite suggeriscono che i modelli ignorano i feedback negativi, prodotti da nubi e vapore acqueo, che diminuiscono gli effetti riscaldanti dell’anidride carbonica”.

Infine l’altro co-autore Fred Singer ha aggiunto: "L’attuale tendenza al riscaldamento è semplicemente parte di un naturale ciclo di riscaldamento e raffreddamento del clima, che è stato già registrato dal carotaggio dei ghiacciai, dai sedimenti sui fondali marini, dalle stalagmiti e così via, e pubblicato in centinaia di studi presentati da riviste specializzate dopo il processo di peer-review (la revisione di altri esperti).

Il meccanismo che produce tali ciclici cambiamenti climatici è ancora oggetto di studio, ma molto probabilmente è causato da variazioni nel vento solare e nei campi magnetici associati che influenzano il flusso dei raggi cosmici sull’atmosfera terrestre. A loro volta si ritiene che i raggi cosmici influenzino la nuvolosità e perciò controllano la quantità di luce solare che raggiunge la superficie della terra e perciò il clima. La nostra ricerca dimostra che l’attuale crescita di CO2 nell’atmosfera ha soltanto una minima influenza sui cambiamenti climatici. E dobbiamo perciò concludere che i tentativi di controllare le emissioni di CO2 sono inefficaci e insensati, ma anche molto costosi”.
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Nickognito
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Messaggio da Nickognito »

come al solito non c'è accordo nella comunità scientifica.

In sostanza, però,a nche se le due questioni sono legate, secondo me non si c'entra mai il punto.

La questione , si dice, è se il riscaldamento è causato dall'uomo o dalla natura.

Errato: questa non è una questione rilevante, riguarda il passato.

La q1uestione rilevante è: possiamo fare qualcosa o no, per migliorare la situazione? Cioè l'azione dell'uomo che limita l'inquinamento è totalmente inutile o no? Se è inutile, non facciamo nulla, e chi se ne frega se è stata colpa nostra o no. Se è utile, facciamo qualcosa, e chi se ne frega se rimendiamo a errori nostri o della natura.

Perché è possibile supporre che il riscaldamento globale non sia opera dell'uomo ma che allo stesso tempo possiamo aiutare a migliorare la situazione in una parte magari minima, ma non necessariamente meno essenziale.

c.
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alessandro
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Messaggio da alessandro »

Nickognito ha scritto:come al solito non c'è accordo nella comunità scientifica.

In sostanza, però,a nche se le due questioni sono legate, secondo me non si c'entra mai il punto.

La questione , si dice, è se il riscaldamento è causato dall'uomo o dalla natura.

Errato: questa non è una questione rilevante, riguarda il passato.

La q1uestione rilevante è: possiamo fare qualcosa o no, per migliorare la situazione? Cioè l'azione dell'uomo che limita l'inquinamento è totalmente inutile o no? Se è inutile, non facciamo nulla, e chi se ne frega se è stata colpa nostra o no. Se è utile, facciamo qualcosa, e chi se ne frega se rimendiamo a errori nostri o della natura.

Perché è possibile supporre che il riscaldamento globale non sia opera dell'uomo ma che allo stesso tempo possiamo aiutare a migliorare la situazione in una parte magari minima, ma non necessariamente meno essenziale.

c.


1) siamo almeno tutti daccordo che il riscaldamento globale c'e' ??
2) e' fondamentale quello che dici, come dire: l'automobile ha preso velocita' perche' e' in discesa, non c'e' apporto unmano. ma e' importante sapere adesso se ho la possibilita' di dare una frenata.
3) se non potessimo fare nulla per fermare il riscaldamento o rallentarlo, non e' COMUNQUE FONDAMENTALE diminuire l'apporto di CO2 e inquinanti vari che provocano ogni anno milioni di malati e morti?
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Messaggio da drazenpetrovic »

alessandro ha scritto:
Nickognito ha scritto:come al solito non c'è accordo nella comunità scientifica.

In sostanza, però,a nche se le due questioni sono legate, secondo me non si c'entra mai il punto.

La questione , si dice, è se il riscaldamento è causato dall'uomo o dalla natura.

Errato: questa non è una questione rilevante, riguarda il passato.

La q1uestione rilevante è: possiamo fare qualcosa o no, per migliorare la situazione? Cioè l'azione dell'uomo che limita l'inquinamento è totalmente inutile o no? Se è inutile, non facciamo nulla, e chi se ne frega se è stata colpa nostra o no. Se è utile, facciamo qualcosa, e chi se ne frega se rimendiamo a errori nostri o della natura.

Perché è possibile supporre che il riscaldamento globale non sia opera dell'uomo ma che allo stesso tempo possiamo aiutare a migliorare la situazione in una parte magari minima, ma non necessariamente meno essenziale.

c.


1) siamo almeno tutti daccordo che il riscaldamento globale c'e' ??
2) e' fondamentale quello che dici, come dire: l'automobile ha preso velocita' perche' e' in discesa, non c'e' apporto unmano. ma e' importante sapere adesso se ho la possibilita' di dare una frenata.
3) se non potessimo fare nulla per fermare il riscaldamento o rallentarlo, non e' COMUNQUE FONDAMENTALE diminuire l'apporto di CO2 e inquinanti vari che provocano ogni anno milioni di malati e morti?


Provocano talmente tanti morti e malati che in media campiamo ottant'anni....

Il problema è che ridurre le emissioni di Co2 costa e costa tanto : siamo disposti a cacciare decine di miliardi di Euro per risolvere un problema che non si sa nemmeno se esiste?

E queste decine di miliardi di Euro dove li troviamo?

Già così, col poco che spendiamo in ricerca e innovazione, stiamo correndo a larghe falcate dritti nella miseria da cui siamo usciti...tagliamo quelle spese?

O tagliamo le pensioni e gli stipendi dei pubblici dipendenti? La sanità?

E' sempre bello sentire i verdi e quelli di sinistra che fanno grandi discorsi sul fatto che bisogna ridurre le emissioni di CO2....MA CHI PAGA?

Sempre per quanto riguarda una certa sinistra e i verdi: le centrali a petrolio e carbone producono Co2, con quelle nucleari facciamo la fine di Hiroshima, che torniamo alle candele? Ah, già mandiamo avanti l'industria pesante con l'energia eolica....
Per chi non si ricorda chi era Drazen Petrovic...
http://it.youtube.com/watch?v=HPkXkZZsPGw
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Messaggio da Albornoz »

Un gruppo di scienziati francesi sostiene che, in Europa, la metà delle emissioni di Co2 ha come fonte i camini privati.
Fosse vero ci sarebbe da mettere in discussione l'invenzione del fuoco, ma non ci voglio credere.
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Messaggio da whiterussian »

Albornoz ha scritto:Un gruppo di scienziati francesi sostiene che, in Europa, la metà delle emissioni di Co2 ha come fonte i camini privati.
Fosse vero ci sarebbe da mettere in discussione l'invenzione del fuoco, ma non ci voglio credere.

:D :D :D
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Messaggio da Nickognito »

be, prima o poi il petrolio finisce, eh, non è solo questione di inquinamento, il trovare altre forme di energia, o utilizzare quelle che già ci sono..

c.
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Messaggio da Gios »

Il motore diesel ha più di cento anni.

Frattanto siamo andati sulla luna, inventato l'ipod, è nato e morto il comunismo (a parte in Italia), e perfino l'Inter di Moratti ha vinto un numero imprecisato di scudetti.

Voglio dire, ne son successe di cose, alcune impensabili (a voi indovinare quali) eppure il motore diesel è sempre lì, qualche motivo ci sarà. Quando questo motivo non ci sarà più, allora non avremo più il motore diesel.
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Messaggio da FooL »

Albornoz ha scritto:Un gruppo di scienziati francesi sostiene che, in Europa, la metà delle emissioni di Co2 ha come fonte i camini privati.
Fosse vero ci sarebbe da mettere in discussione l'invenzione del fuoco, ma non ci voglio credere.


:D
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Messaggio da paoolino »

Albornoz ha scritto:Un gruppo di scienziati francesi sostiene che, in Europa, la metà delle emissioni di Co2 ha come fonte i camini privati.
Fosse vero ci sarebbe da mettere in discussione l'invenzione del fuoco, ma non ci voglio credere.


Più preoccupante il passo successivo: mettere in discussione l'inventore del fuoco.

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Messaggio da boccons »

purtroppo è vero quello che dice albornoz.
mi pare che in canada per poter usare una stufa a legna debba essere certificata come non inquinante, cioè bruciare al suo inteno una percentuale di fumo non indiffernete, il principio è quello dell'autocombustione ma non saprei dire di più.
semplicemente che è probabile che prima o poi vietino caminetti e stufe a legna.
non scherzo.
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Messaggio da Nickognito »

forse vi sfugge il fatto che la popolazione è aumentata. Forse l'inventore del fuoco non ha messo in conto che 10 miliardi di persone contemporaneamente potessero usare stufe a legna..

c.
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paoolino
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Messaggio da paoolino »

Allora lo vedete che il riscaldamento globale ci cade a fagiolo?
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Messaggio da Gios »

Nickognito ha scritto:forse vi sfugge il fatto che la popolazione è aumentata. Forse l'inventore del fuoco non ha messo in conto che 10 miliardi di persone contemporaneamente potessero usare stufe a legna..

c.


Càzzi suoi.
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Messaggio da klaus »

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Il bombardamento mediatico ha radicato in noi la convinzione che il clima sia malato, agonizzante, una patologia che si paleserebbe quasi ogni giorno, appena si scatena un acquazzone un po’ più intenso del normale o un anticiclone prende possesso della Penisola per due o tre settimane di fila senza far cadere una goccia d’acqua.
Tutto ciò che si svolge sopra le nostre teste insomma dovrebbe rappresentare la manifestazione evidente di un malessere profondo che scatena reazioni incontrollate. In realtà si approfitta della scarsa preparazione scientifica del popolo italiano (ma anche di taluni giornalisti) per cavalcare l’idea che le attività antropiche siano in grado da sole di manovrare la complessa, caotica macchina climatica, che da sempre ha alternato fasi estremamente fredde, le glaciazioni, a fasi più miti, definite interglaciali, anche e soprattutto quando ancora l’uomo non aveva fatto la sua comparsa sulla Terra.
Il clima dunque è in continuo, costante mutamento e su questo punto non vi sono obiezioni. Da poco più di 150 anni siamo usciti dalla famosa piccola età glaciale (PEG) che ha separato due periodi estremamente miti: quello attuale e quello definito optimum climatico medioevale, tra il 700 ed il 1300m. E’ questo tra l’altro il periodo in cui Erik il Rosso raggiunse la Terra Verde, la Groenlandia. Come forse solo pochi di voi sanno le glaciazioni si ripetono a cicli di circa 100.000 anni e di pari passo con il freddo, in modo direttamente proporzionale diminuiscono anche le concentrazioni dei gas serra.
Finita la glaciazione anche i livelli dei gas risalgono, di tutti i gas, soprattutto del metano, fino a quel momento sepolto sotto la tundra ghiacciata delle piattaforme continentali. Il metano è un gas serra fino a trenta volte più potente dell’anidride nell’intercettare il calore ma con concentrazioni molto più basse.
Il gas serra più efficace in assoluto però resta il vapore acqueo, 500 miliardi di tonnellate d’acqua che ci avvolgono in un ciclo di condensazione ed evaporazione che consente a tutta la macchina climatica di funzionare in quasi totale autonomia e in fin dei conti di autobilanciarsi attraverso un meccanismo di retroazione (meglio noto come feedback).

E’ dunque la temperatura ad influenzare la concentrazione dei gas serra e non il contrario. In altre parole mentre i “tecnici” dell’IPCC ignorano totalmente questo aspetto, continuando a prevedere ostinatamente aumenti sconsiderati ed incessanti della temperatura del pianeta, centinaia di scienziati concordano sul fatto che proprio lo scioglimento dei ghiacci artici potrebbe essere il segnale di una inversione di tendenza.
Considerate oltretutto che è bastato un piccolo inceppamento della Corrente del Golfo negli anni 60 con la formazione di “laghi” d’acqua dolce nell’oceano per far diminuire la temperatura per quindici anni in Europa, e una sola eruzione vulcanica è riuscita nel 91 a farci perdere in pochi mesi 0.2°C, ed è stato provato che è sufficiente una diminuzione anche minima dell’intensità della radiazione solare per riscontrare evidenti ritorni di freddo.
Inoltre non si dice che parte del riscaldamento globale osservato in questi ultimi anni potrebbe essere ascritto all'urbanizzazione, a stazioni di rilevamento trovatesi improvvisamente immerse in giungle d'asfalto; non si dice inoltre che i satelliti che registrano la temperatura dell'aria senza essere influenzata dagli ambienti "urbani" non mostrano alcun importante aumento termico.

Negli ultimi 30 anni indubbiamente il clima del nostro Paese e di molte zone del Pianeta si è orientato verso condizioni più calde, i ghiacciai della Terra in meno di un secolo si sono ridotti di oltre il 40% ma tutto questo quasi sicuramente fa parte di un ciclo climatico naturale in cui stanno recitando un ruolo di primo piano le correnti e le temperature oceaniche, in grado di influenzare il posizionamento degli anticicloni e dei centri di bassa pressione.
L’Italia, trovandosi in una zona di transizione tra fasce climatiche totalmente opposte, finisce per risultare molto vulnerabile a questi cambiamenti, ma non per questo sull’orlo di una desertificazione o di un impaludamento dell’Adriatico.
Incredibilmente invece si continua a terrorizzare l’opinione pubblica disegnando scenari apocalittici. E’ appena il caso di ricordare che i costi del famoso Protocollo sono di 150 miliardi di dollari all'anno: con metà di quella cifra potremmo garantire acqua potabile, assistenza sanitaria e istruzione a milioni di persone.
Certamente è importante limitare le attività inquinanti, ma esclusivamente per migliorare la qualità e l'aspettativa di vita delle popolazioni piuttosto che per "guarire" il clima. I ruoli non si sono invertiti, ricordiamocelo bene, è ancora la natura a dominarci.
Investiamo nelle energie alternative si dice, ma intanto nessuno accetta i rigassificatori, i piloni per l’energia eolica, i termovalorizzatori, mentre il solare stenta PURTROPPO a decollare e si fa di tutto pur di rimandare la scelta obbligata del ritorno al nucleare perché poi nessuno vorrebbe in eredità un cimitero di scorie.
E’ strana questa Italia che per decenni, ha visto con gioia sorgere ciminiere, palazzoni di cemento, autostrade, cavalcavia e che ora, di fronte al rischio di dipendere dal resto d’Europa, si scopre ambientalista a parole, ma non nei fatti. Nessuno vuole rinunciare al benessere che ha ottenuto, ai condizionatori, ai fuoristrada, ed impreca (giustamente) contro chi vorrebbe fargli cambiare auto passando dall’euro 4, magari appena acquistato, all’imminente Euro 5 in nome di un ambiente pulito, che sa invece tanto di business alternativo a quello petrolifero.
La qualità dell’aria delle nostre città rispetto a 30 anni fa è migliorata, (forse nessuno ve l’ha mai detto) ed è diminuita la concentrazione di zolfo che faceva da collante per la nebbia, che si è ridotta del 50%, ma nemmeno questa è una buona notizia per il Ministro dell’Ambiente.

Sarà bene rammentargli che se in epoca storica non fosse aumentata la temperatura, non si sarebbe sviluppata nessuna delle grandi civiltà umane. Solo quando l'isoterma dei 21°C si spostò a Nord, nacquero le civilizzazioni di Persepoli, Babilonia, Egitto e poi quelle dei fenici, dei greci, dei romani.

Sono ben altre le emergenze per un Ministero dell’Ambiente: prima fra tutte la tutela del patrimonio boschivo, la revisione degli acquedotti, costantemente sabotati per alimentare il business dell’acqua distribuita con le autobotti, l’emergenza rifiuti, in cui si lascia che un’intera città e molti comuni limitrofi vengano sommersi dall’immondizia per non andare ad intaccare i privilegi mafiosi acquisiti dalle discariche esistenti, lì non l’abbiamo vista signor Ministro organizzare alcuna conferenza in merito; ci si opponga fermamente alla distruzione delle località di villeggiatura strangolante nel cemento, in cui alberghi caserma nascono impunemente in riva al mare nonostante precise leggi regionali ne vietino l’edificazione.
Quando una mareggiata si inghiottirà un pezzo di costa, come è possibile che accada, allora si griderà ancora una volta alla natura assassina, indicando queste benedette emissioni di gas serra quali uniche responsabile della sua furia vendicativa. Così costoro avranno la coscienza a posto. Che tristezza!
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Messaggio da Nickognito »

gli scienziati ci continuano beatamente a pigliare per il cùlo.

Alcuni dicono una cosa, altri un'altra.

Curioso poi come si invochi il bombardamento mediatico.
Quando nessuno in tv ne parlava, arrivò un tizio, uno scienziato di cui non ricordo il nome, che pubblicò un libro in cui spiegava come l'uomo non c'entrasse nulla con i cambiamente climatici mondiali. Tale scienziato fu piu' o meno bandito dalla comunità scientifica, per questo.

Insomma, non se ne puo' piu' di sentire tutto e il contrario di tutto. La cosa saggia sarebbe dire 'siamo incerti', oppure capire una volta per tutte chi è incompetente e chi no. Ma sicuramente questa divisione della scienza si è avuta molti anni prima che qualunque tv o media mondiale si interessasse al problema, quindi non c'entra nulla.

Se è vero quanto trascrive Klaus, la situazione è molto grave. Stiamo male, e lo sapevamo, ma non possiamo farci nulla. Boh, non rimane altro che pregare?

Il bello è che questa gente, dalla dubbia ironia, fa passare per una vittoria umana il fatto che siamo vittima della natura e non è colpa nostra. E' come se , a un fumatore incallito, dicessero: 'guarda, ti hanno detto che se fumi ti viene un tumore. Non è vero. Se fumi ti vengono i denti gialli, dovresti preoccuparti di questo. Tanto il tumore ti viene anche se non fumi'.

Allegria :D

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