uglygeek ha scritto:Nickognito ha scritto:Ugly ma lo hai capito vero che esistono solo dei settori speciali di libracci per donne e nessuno per gli uomini?
Non e' vero, ci sono libracci anche per gli uomini.
Ma non ci sono sezioni speciali in libreria (o molto meno).
Il discorso del porno che non piacerebbe alle donne, penso sia abbastanza esemplificativo.
Ci sono diversi sondaggi su donne e porno. Prendendo nell'insieme i sondaggi, si vede che:
- Le donne lo guardano molto meno degli uomini
- Molte donne, comunque, lo guardano, anche molto spesso
- Moltissime, tra chi lo guarda, non ammette di farlo, se ne vergogna.
- La maggioranza, tra chi lo guarda, e' sotto i 25 anni.
Cosa se ne deduce? Che se tutte avessero una mentalita' piu' moderna (nuove generazioni), se la societa' non spingesse a provarne vergogna e dare un modello diverso per la donna, il porno sarebbe molto piu' guardato dalle donne.
Il che magari sarebbe un male (il porno non e' che sia questa gran cosa), e, magari, comunque lo guarderebbero meno degli uomini (le differenze genetiche ci sono), ma rimane il fatto che il condizionamento sociale sia decisivo e che non abbiamo, in sostanza, la minima idea di quante donne guarderebbero il porno se questo condizionamento non ci fosse.
Il discorso dei libri per donne e' talmente noto che, per dire, la mia bacheca facebook e' infestata quasi settimanalmente da link ad articoli che spiegano come le bambine dovrebbero avere gli stessi libri dei bambini e cosi' via. (forse hai conoscenti diversi, o forse non hai proprio facebook e ti mancano delle fonti di informazione). Per cui non capire la foto di Pindaro era abbastanza strano, come pure strano che tutti quelli che postano quei link (soprattutto genitori di bambini) siano accusati di pensare alle proprie figlie e non all' infibulazione.
Il romanticismo e' qualcosa di non tradizionalmente legato solo alla donna, e' un fenomeno con precise radici storiche legato ad entrambi i sensi, mentre i romanzetti romantici di serie B , quelli della foto, e di cui si parla, sono legati invece alle donne.
A me questo pare un problema evidente, non un discorso di 'gusti'.
La maggioranza di questi libri e' scritta proprio per donne, e' lettarariamente di bassa qualita', ed e' letta da milioni di donne.
Con queste caratteristiche comuni:
- La donna e' una donna media, banale, come tutte.
- L' uomo ' figo, speciale, un 'bad boy', ma poi nel corso del libro diventa un buon padre di famiglia.
- Non si sa perche' , il figo prova a conquistare la donna banale in tutti modi, lei alla fine ci sta.
- Il libro finisce appena si sposano e nascono i bambini, sempre a lieto fine.
E' evidente che questo sia un continuo alimentare illusioni di un certo tipo, che danneggia le donne e anche gli uomini (il 'bad boy' , in sostanza, rimane tale a 50 anni, mentre il buon padre di famiglia era tale anche a 25, i problemi arrivano dopo anni di convivenza, un figo non cerca una donna banale, e cosi' via).
Non c'e' nulla di male nel fatto che la lettura sia evasione dalla realta'. Ma questo tipo di evasione, letto costantemente (e' un tipo di romanzi che spesso attira lettrici voraci, un mercato che si basa molto su chi legge decine e decine di libri del genere ogni anno), e' un problema. Che nasce (e viene sfruttato dalle sezioni speciali delle librerie) da un problema di condizione sociale della donna.
Non e' una fissazione femminista, le fissazioni assurde femministe sono talmente tante e talmente folli che di certo non possono essere accostate a un problema del genere.
Sarebbe anche un problema, certo, se milioni di uomini leggessero libri di merda in cui l' ometto bruttino medio, senza soldi e lavoro, senza carisma, attira la superfiga, che gli da' sesso sfrenato, lo sottomette in caso, poi diventa una buona madre di famiglia, rimanendo sempre figa e permettendogli comunque di scopare le ventenni, felice. E ci fosse una sezione del genere, per uomini, alla Feltrinelli. Solo che questo non succede.
Una sezione specifica per donne non fa che invitare le donne a perpetuare questa differenza.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)