berlusconi: l'alitalia agli italiani
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ecco la promessa di berlusconi.
un topic per seguire gli eventi mi pare necessario.
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- Karelias
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non mi credi proprio, eh?:
da corriere.it
Alitalia: ritorna in pista l'opzione Aeroflot
Il numero 2 della compagnia russa: «Con una proposta la prenderemo in considerazione»
MOSCA (RUSSIA) - E ora ritorna in campo l'ipotesi russa. Con il ritorno del leader del Pdl Silvio Berlusconi al governo, la compagnia aerea russa Aeroflot si dice pronta a tornare in pista per la conquista di Alitalia. E’ in attesa di una "volontà politica", che potrebbe emergere nel corso dell’imminente incontro (17-18 aprile) tra Berlusconi e Vladimir Putin in Sardegna.
L'IPOTESI - «Con nuove basi di gara, con la possibilita’ di una partecipazione di Aeroflot e con una proposta - spiega all'agenzia Apcom il numero due della compagnia di bandiera russa Lev Koshlyakov - senza dubbio prenderemo in considerazione» una nuova chance.
Il presidente uscente e prossimo premier russo Vladimir Putin (LaPresse)
Per ora «la questione non e’ presa in considerazione», perche’ ancora legata alle scelte del precedente governo italiano, sottolinea il vicedirettore di Aeroflot. «La politica non porta soldi alle compagnie di bandiera» ma quello che puo’ fare la differenza "sono gli interessi commerciali», osserva Koshlyakov. Quegli stessi interessi commerciali di cui ieri parlava lo stesso Berlusconi, proprio a proposito di Alitalia, facendo riferimento alla necessità di potenziare i flussi turistici dalla Cina e dalla Russia. Altri ingredienti che potranno giocare un ruolo importante sono l’amicizia di lunga data tra Putin e Berlusconi ma anche il comune senso degli affari dei due leader. E Aeroflot resta un player di primo piano. Anche alla luce dello sviluppo del vettore russo negli ultimi anni, con un vero salto di qualità prodotto dalle capacita’ manageriali di Valery Okulov, direttore generale della compagnia. La sua presenza in Sardegna ufficialmente non e’ prevista, ma la portavoce Irina Dannenberg, alla domanda di Apcom, se il top manager partirà alla volta dell’isola, invece di un "no" secco, risponde con un laconico «Non lo so. Al momento non ci sono informazioni a riguardo».
BERLUSCONI - Intanto Berlusconi nella conferenza stampa al termine del vertice tra il Pdl e gli alleati ha annunciato: «Avrò entro oggi un incontro con chi ha portato avanti la pratica di Alitalia». «Mi riferivo a Bruno Ermolli e ai nostri che si sono occupati del dossier, cioè anche Gianni Letta» ha chiarito poi il leader del Pdl rispondendo in conferenza stampa ad una domanda su una sua visita a Palazzo Chigi per la questione Alitalia spiegando quindi che non avrebbe incontrato gli esponenti del governo uscente.
«Si potrebbe tornare all'ipotesi iniziale della ricerca di un grande gruppo internazionale ma che assicuri ad Alitalia pari dignità», ha risposto successivamente Berlusconi ai giornalisti che gli hanno chiesto che cosa conta di fare per togliere Alitalia dall'empasse in cui si trova.
Sul dossier Alitalia comunque ha anche aggiunto il Cavaliere «c'è anche un'altra possibilità che è quella di tornare alla primitiva soluzione e cioè la formazione di un grande gruppo internazionale con pari dignità delle tre compagnie aeree», Alitalia-Klm-Air France.
E sulla possibilità di parlare del caso Alitalia con Putin Berlusconi ha sottolineato: «L'agenda non è fissata, sarà un incontro tranquillo...».
16 aprile 2008
da corriere.it
Alitalia: ritorna in pista l'opzione Aeroflot
Il numero 2 della compagnia russa: «Con una proposta la prenderemo in considerazione»
MOSCA (RUSSIA) - E ora ritorna in campo l'ipotesi russa. Con il ritorno del leader del Pdl Silvio Berlusconi al governo, la compagnia aerea russa Aeroflot si dice pronta a tornare in pista per la conquista di Alitalia. E’ in attesa di una "volontà politica", che potrebbe emergere nel corso dell’imminente incontro (17-18 aprile) tra Berlusconi e Vladimir Putin in Sardegna.
L'IPOTESI - «Con nuove basi di gara, con la possibilita’ di una partecipazione di Aeroflot e con una proposta - spiega all'agenzia Apcom il numero due della compagnia di bandiera russa Lev Koshlyakov - senza dubbio prenderemo in considerazione» una nuova chance.
Il presidente uscente e prossimo premier russo Vladimir Putin (LaPresse)
Per ora «la questione non e’ presa in considerazione», perche’ ancora legata alle scelte del precedente governo italiano, sottolinea il vicedirettore di Aeroflot. «La politica non porta soldi alle compagnie di bandiera» ma quello che puo’ fare la differenza "sono gli interessi commerciali», osserva Koshlyakov. Quegli stessi interessi commerciali di cui ieri parlava lo stesso Berlusconi, proprio a proposito di Alitalia, facendo riferimento alla necessità di potenziare i flussi turistici dalla Cina e dalla Russia. Altri ingredienti che potranno giocare un ruolo importante sono l’amicizia di lunga data tra Putin e Berlusconi ma anche il comune senso degli affari dei due leader. E Aeroflot resta un player di primo piano. Anche alla luce dello sviluppo del vettore russo negli ultimi anni, con un vero salto di qualità prodotto dalle capacita’ manageriali di Valery Okulov, direttore generale della compagnia. La sua presenza in Sardegna ufficialmente non e’ prevista, ma la portavoce Irina Dannenberg, alla domanda di Apcom, se il top manager partirà alla volta dell’isola, invece di un "no" secco, risponde con un laconico «Non lo so. Al momento non ci sono informazioni a riguardo».
BERLUSCONI - Intanto Berlusconi nella conferenza stampa al termine del vertice tra il Pdl e gli alleati ha annunciato: «Avrò entro oggi un incontro con chi ha portato avanti la pratica di Alitalia». «Mi riferivo a Bruno Ermolli e ai nostri che si sono occupati del dossier, cioè anche Gianni Letta» ha chiarito poi il leader del Pdl rispondendo in conferenza stampa ad una domanda su una sua visita a Palazzo Chigi per la questione Alitalia spiegando quindi che non avrebbe incontrato gli esponenti del governo uscente.
«Si potrebbe tornare all'ipotesi iniziale della ricerca di un grande gruppo internazionale ma che assicuri ad Alitalia pari dignità», ha risposto successivamente Berlusconi ai giornalisti che gli hanno chiesto che cosa conta di fare per togliere Alitalia dall'empasse in cui si trova.
Sul dossier Alitalia comunque ha anche aggiunto il Cavaliere «c'è anche un'altra possibilità che è quella di tornare alla primitiva soluzione e cioè la formazione di un grande gruppo internazionale con pari dignità delle tre compagnie aeree», Alitalia-Klm-Air France.
E sulla possibilità di parlare del caso Alitalia con Putin Berlusconi ha sottolineato: «L'agenda non è fissata, sarà un incontro tranquillo...».
16 aprile 2008
- alessandro
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la cordata italiana, non c'era al momento di fare l'offerta, poi e' comparsa ma tenuta segreta, poi, appena dopo le elezioni, scompare...
magari sara' russa, ma il "prenderemo in considerazione" di putin, mi sa tanto di "le faremo sapere.." di chi cerca lavoro...
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The_Cruyff ha scritto:picard ha scritto: Se si commissaria, si tagliano 7000 posti.
Giustamente.
d'accordo pure io, facevo solamente notare l'incongruenza tra le parole e le azioni
Andy, spero che la facciano fallire dopo il 3 maggio che io, inopinatamente, volo alitalia per il ponte del 25
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Andy ha scritto:picard ha scritto:Andy, spero che la facciano fallire dopo il 3 maggio che io, inopinatamente, volo alitalia per il ponte del 25
Per curiosità dove vai? Non c'erano alternative?
si c'erano..solo che, a parita' di prezzo, alitalia parte qui da Parma, anziche' farmi andare a Bologna, come Airone. In genere costa di piu', per cui non l'ho mai fatto, stavolta costava uguale e mi sono fatto tentare...
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berlusconi ha promesso più volte e ufficialmente che l'alitalia sarà salvata e lo sarà dagli italiani. Non ha detto 'forse' o 'ci proveremo'. Ha detto 'sicuramente' e a pochi giorni dal voto.
Quindi sicuramente sarà fatto.
c.
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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La Lega vuole salvare Malpensa, io voglio salvare Casa mia, e Cassano vuole la Samp in Champions.
Da qui a spenderci miliardi di euro per realizzare questi legittimi interessi ce ne passa
E' evidente a tutti, penso, che un fautore del federalismo fiscale vorrà che un aeroporto che serve solo alla Lombardia, e nemmeno al Nord (tantomeno all'Italia) sia finanziato con soldi Lombardi, e non di Roma ladrona.
c.
Da qui a spenderci miliardi di euro per realizzare questi legittimi interessi ce ne passa
E' evidente a tutti, penso, che un fautore del federalismo fiscale vorrà che un aeroporto che serve solo alla Lombardia, e nemmeno al Nord (tantomeno all'Italia) sia finanziato con soldi Lombardi, e non di Roma ladrona.
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The_Cruyff ha scritto:La Lega vuole salvare Malpensa. Dell'Alitalia poco importa.
Malpensa si può salvare, ma si sta sbagliando sul metodo.
Per me bisogna ripensare la questione seguendo due linee:
1. Separare i destini di Malpensa dai destini di Alitalia: Alitalia, se non se la compra nessuno, deve FALLIRE.
2. Malpensa è uno dei più importanti scali cargo. Puntare su questo aspetto, il trasporto merci, non il trasporto passeggeri in cui soffre terribilmente la concorrenza di tutti gli aeroporti del nord (Torino, Genova, Bergamo, Brescia, Linate, Bologna, Verona, Venezia, Bolzano, Parma).
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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«La cordata italiana non è qualcosa di campato in aria: ci sono alcuni nomi di imprenditori impegnati su questo fronte che non posso fare per dovere di riservatezza. Fra qualche giorno questi nomi saranno conosciuti da tutti, perché faranno certamente un'offerta impegnativa».
(Silvio Berlusconi)
be, è passato un mese, ma fra qualche giorno certamente la faranno, mica è qualcosa di campato in aria, eh! Solo che è tutto riservato, shhhh
(Silvio Berlusconi)
be, è passato un mese, ma fra qualche giorno certamente la faranno, mica è qualcosa di campato in aria, eh! Solo che è tutto riservato, shhhh
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Nickognito ha scritto:«La cordata italiana non è qualcosa di campato in aria: ci sono alcuni nomi di imprenditori impegnati su questo fronte che non posso fare per dovere di riservatezza. Fra qualche giorno questi nomi saranno conosciuti da tutti, perché faranno certamente un'offerta impegnativa».
(Silvio Berlusconi)
Certo, certo .
L'Alitalia alla stregua di Ronaldinho.
AirFrance pensaci tu.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
- alessandro
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Nickognito ha scritto:«La cordata italiana non è qualcosa di campato in aria: ci sono alcuni nomi di imprenditori impegnati su questo fronte che non posso fare per dovere di riservatezza. Fra qualche giorno questi nomi saranno conosciuti da tutti, perché faranno certamente un'offerta impegnativa».
(Silvio Berlusconi)
be, è passato un mese, ma fra qualche giorno certamente la faranno, mica è qualcosa di campato in aria, eh! Solo che è tutto riservato, shhhh
non capisci, berlusconi lo fa per il bene dell'Italia ( e' un acitazione, indovinate di chi? )
per ora abbiamo fatto fuggire airfrance-klm GENISALE e ora il ponte lo paghiamo noi, 150 milioni di euro.
come dicono i leghisti "e pantalone paga! "
e' per evitare queste cose, lo statalismo, i carrozzoni che sopravvivono contro le leggi del mercato grazie ai soldi pubblici ( del Nord) che tanti hanno votato Lega, o no?
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alessandro ha scritto:
per ora abbiamo fatto fuggire airfrance-klm
Comunque, secondo me, nella fuga di air france ci sono molte più responsabilità dei sindacati che di Berlusconi: i sindacati hanno fatto di tutto per far andar via i francesi, il cav. non ha fatto nulla per trattenerli.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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paoolino ha scritto:alessandro ha scritto:
per ora abbiamo fatto fuggire airfrance-klm
Comunque, secondo me, nella fuga di air france ci sono molte più responsabilità dei sindacati che di Berlusconi: i sindacati hanno fatto di tutto per far andar via i francesi, il cav. non ha fatto nulla per trattenerli.
concordo con te sul ruolo pesante avuto dai sindacati in questa vicenda, tuttavia sarebbe stato auspicabile da parte di un futuro premier non strumentalizzare una vicenda cosi importante per meri fini propagandistici, a maggior ragione se - come in questo caso - non sembrano profilarsi all'orizzonte altri acquirenti
"se ero forte di testa secondo me io ero uno dei migliori difensori degli ultimi trent'anni comunque" (Floyd 10)
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corsair ha scritto:paoolino ha scritto:alessandro ha scritto:
per ora abbiamo fatto fuggire airfrance-klm
Comunque, secondo me, nella fuga di air france ci sono molte più responsabilità dei sindacati che di Berlusconi: i sindacati hanno fatto di tutto per far andar via i francesi, il cav. non ha fatto nulla per trattenerli.
concordo con te sul ruolo pesante avuto dai sindacati in questa vicenda, tuttavia sarebbe stato auspicabile da parte di un futuro premier non strumentalizzare una vicenda cosi importante per meri fini propagandistici, a maggior ragione se - come in questo caso - non sembrano profilarsi all'orizzonte altri acquirenti
tra l'altro, raccontando balle spaziali per fini elettorali sulla pelle dei dipendenti alitalia e malpensa e sulla pelle di noi contribuenti.
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- alessandro
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Credo riassuma bene quello che e' successo:
Ci sono nomi e cognomi, nell'elenco dei colpevoli di questo bruciante fallimento del Sistema-Paese. Sul fronte politico, Berlusconi ha brillato per l'insostenibile leggerezza con la quale ha maneggiato l'affare Ali-France, e per l'insopportabile cinismo con il quale ha sventolato il pretestuoso vessillo dell'"italianità" a fini di marketing elettorale. La sua crociata anti-francese non ha conosciuto confini diplomatici né limiti etici. In un vortice di annunci auto-smentiti, ha posto veti impropri. Ha inventato cordate improbabili, a metà tra il pubblicistico e il familistico. Ha messo in pista concorrenti immaginari, come l'Aeroflot dell'amico Putin, che gentilmente si è prestato al gioco nella ridente cornice sarda di Villa Certosa, dove il luogo della vacanza personale si traveste da sede della rappresentanza istituzionale. Jean-Cyrill Spinetta ha sopportato anche troppo le intemperanze del premier in pectore. Piuttosto che perdere altro tempo e farsi dire no dal nuovo governo, ha preferito giocare d'anticipo.
Sul fronte sindacale le colpe sono anche più gravi. Epifani, Bonanni e Angeletti, e con loro la colorita galassia degli "autonomi", hanno brillato per l'inaccettabile miopia con la quale hanno affrontato la drammatica crisi dell'Alitalia, alla quale hanno dato da sempre il loro fattivo contributo. Per troppi anni, dai tempi di Aquila Selvaggia, le confederazioni e i mille cobas sparsi nei nostri cieli hanno usato la compagnia come una zona franca, nella quale i livelli retributivi e le quote occupazionali erano le sole "variabili indipendenti" da tutti gli altri parametri aziendali: dall'efficienza del servizio alla produttività del lavoro. Cgil, Cisl e Uil si sono distinte per l'intollerabile demagogia con la quale hanno cercato fino all'ultimo di intralciare il piano industriale dell'unico partner di livello mondiale che aveva accettato di sporcarsi le mani nel disastro dell'Alitalia. All'insegna della più insensata difesa corporativa. Dal cargo, da salvare nonostante abbia 5 aerei con un organico di 135 piloti e fatturi 260 milioni con una perdita di 74 milioni. Ad Alitalia Servizi, da salvare grazie a Fintecna in un'operazione impensabile perfino al tempo dell'Efim e degli altri carrozzoni pubblici delle PpSs. Anche in questo caso, Spinetta non poteva continuare con questo indecoroso tira e molla. Ha preferito anticipare i tempi, con tanti saluti alla gloriosa Triplice.
Il governo Prodi non ha gestito al meglio questa privatizzazione. Ma Tommaso Padoa-Schioppa ha avuto almeno il merito di aprire la "pratica", dopo un'intera legislatura nella quale il vecchio governo della Cdl si era ben guardato dal farlo. E di avvisare tutti una settimana prima del voto: "Serve un segnale immediato - aveva detto all'Ecofin in Slovenia - perché se la decisione sull'offerta Air France viene rimandata a dopo le elezioni il commissario sarà inevitabile". Così è stato. Così sarà. Ora l'Alitalia svola verso il baratro. In cassa ci sono soldi per un altro mese, non di più. Il Consiglio dei ministri che si riunirà oggi può fare solo due cose: approvare il prestito-ponte da 100 milioni, e decidere il commissariamento della compagnia. In ogni caso, è una lezione amarissima per tutti. Per il leader del centrodestra che ora dovrà evitare almeno il fallimento, dopo aver dimostrato tutta la sua improvvisazione politica e il suo ritardo di fronte alle sfide del libero mercato. E per i leader confederali, che non sono stati capaci di cogliere "l'ultima chiamata" e hanno mostrato tutto il loro incolmabile deficit culturale rispetto alle logiche della globalizzazione.
Ci sono nomi e cognomi, nell'elenco dei colpevoli di questo bruciante fallimento del Sistema-Paese. Sul fronte politico, Berlusconi ha brillato per l'insostenibile leggerezza con la quale ha maneggiato l'affare Ali-France, e per l'insopportabile cinismo con il quale ha sventolato il pretestuoso vessillo dell'"italianità" a fini di marketing elettorale. La sua crociata anti-francese non ha conosciuto confini diplomatici né limiti etici. In un vortice di annunci auto-smentiti, ha posto veti impropri. Ha inventato cordate improbabili, a metà tra il pubblicistico e il familistico. Ha messo in pista concorrenti immaginari, come l'Aeroflot dell'amico Putin, che gentilmente si è prestato al gioco nella ridente cornice sarda di Villa Certosa, dove il luogo della vacanza personale si traveste da sede della rappresentanza istituzionale. Jean-Cyrill Spinetta ha sopportato anche troppo le intemperanze del premier in pectore. Piuttosto che perdere altro tempo e farsi dire no dal nuovo governo, ha preferito giocare d'anticipo.
Sul fronte sindacale le colpe sono anche più gravi. Epifani, Bonanni e Angeletti, e con loro la colorita galassia degli "autonomi", hanno brillato per l'inaccettabile miopia con la quale hanno affrontato la drammatica crisi dell'Alitalia, alla quale hanno dato da sempre il loro fattivo contributo. Per troppi anni, dai tempi di Aquila Selvaggia, le confederazioni e i mille cobas sparsi nei nostri cieli hanno usato la compagnia come una zona franca, nella quale i livelli retributivi e le quote occupazionali erano le sole "variabili indipendenti" da tutti gli altri parametri aziendali: dall'efficienza del servizio alla produttività del lavoro. Cgil, Cisl e Uil si sono distinte per l'intollerabile demagogia con la quale hanno cercato fino all'ultimo di intralciare il piano industriale dell'unico partner di livello mondiale che aveva accettato di sporcarsi le mani nel disastro dell'Alitalia. All'insegna della più insensata difesa corporativa. Dal cargo, da salvare nonostante abbia 5 aerei con un organico di 135 piloti e fatturi 260 milioni con una perdita di 74 milioni. Ad Alitalia Servizi, da salvare grazie a Fintecna in un'operazione impensabile perfino al tempo dell'Efim e degli altri carrozzoni pubblici delle PpSs. Anche in questo caso, Spinetta non poteva continuare con questo indecoroso tira e molla. Ha preferito anticipare i tempi, con tanti saluti alla gloriosa Triplice.
Il governo Prodi non ha gestito al meglio questa privatizzazione. Ma Tommaso Padoa-Schioppa ha avuto almeno il merito di aprire la "pratica", dopo un'intera legislatura nella quale il vecchio governo della Cdl si era ben guardato dal farlo. E di avvisare tutti una settimana prima del voto: "Serve un segnale immediato - aveva detto all'Ecofin in Slovenia - perché se la decisione sull'offerta Air France viene rimandata a dopo le elezioni il commissario sarà inevitabile". Così è stato. Così sarà. Ora l'Alitalia svola verso il baratro. In cassa ci sono soldi per un altro mese, non di più. Il Consiglio dei ministri che si riunirà oggi può fare solo due cose: approvare il prestito-ponte da 100 milioni, e decidere il commissariamento della compagnia. In ogni caso, è una lezione amarissima per tutti. Per il leader del centrodestra che ora dovrà evitare almeno il fallimento, dopo aver dimostrato tutta la sua improvvisazione politica e il suo ritardo di fronte alle sfide del libero mercato. E per i leader confederali, che non sono stati capaci di cogliere "l'ultima chiamata" e hanno mostrato tutto il loro incolmabile deficit culturale rispetto alle logiche della globalizzazione.
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alitalia: se e' vero come e' vero che l'Italia non puo' finanziare l'Alitalia con soldi pubblici (come vorrebbe fare Berlusconi) perche' le regole UE lo impediscono, non e' che ci siano rimaste molte alternative:
- fallire e tutti a casa
- svendere a un'altra compagnia (quella russa?) ma allora tantovaleva Air France
- una cordata italiana. Problema: Alitalia perde un milione di euro al giorno e non solo perche' ha troppi dipendenti, vale la pena rilanciarla? In ogni caso andra' tagliata buona parte del personale, probabilmente piu' che con la soluzione AirFrance.
malpensa: a cosa serve? Per i viaggi in Europa i milanesi partono tutti da Orio al Serio, oramai la partita dei voli low-cost e' persa.
Malpensa dovrebbe essere un hub. Il che significa non tanto l'aeroporto principale del Nord, come vuole la Lega, ma piuttosto un aeroporto di scalo, in cui si arriva partendo da aeroporti locali per andare su voli intercontinentali. Esempio: chi vive a Genova e vuole andare a New York prende un volo a Genova per Malpensa e da li' il vola a NY.
Da questo punto di vista le infrastrutture (strade) per raggiungere Malpensa non sono neanche una priorita'.
Problema: di hub in Italia c'e' gia' Fiumicino. Non ne servono due perche' un volo Genova-Roma impiega poco piu' di un volo Genova-Milano, e Roma, al centro dell'Italia, e' in posizione ideale per essere un hub.
A cosa serve allora un mega-aeroporto a piu' di un'ora di macchina da Milano?
- fallire e tutti a casa
- svendere a un'altra compagnia (quella russa?) ma allora tantovaleva Air France
- una cordata italiana. Problema: Alitalia perde un milione di euro al giorno e non solo perche' ha troppi dipendenti, vale la pena rilanciarla? In ogni caso andra' tagliata buona parte del personale, probabilmente piu' che con la soluzione AirFrance.
malpensa: a cosa serve? Per i viaggi in Europa i milanesi partono tutti da Orio al Serio, oramai la partita dei voli low-cost e' persa.
Malpensa dovrebbe essere un hub. Il che significa non tanto l'aeroporto principale del Nord, come vuole la Lega, ma piuttosto un aeroporto di scalo, in cui si arriva partendo da aeroporti locali per andare su voli intercontinentali. Esempio: chi vive a Genova e vuole andare a New York prende un volo a Genova per Malpensa e da li' il vola a NY.
Da questo punto di vista le infrastrutture (strade) per raggiungere Malpensa non sono neanche una priorita'.
Problema: di hub in Italia c'e' gia' Fiumicino. Non ne servono due perche' un volo Genova-Roma impiega poco piu' di un volo Genova-Milano, e Roma, al centro dell'Italia, e' in posizione ideale per essere un hub.
A cosa serve allora un mega-aeroporto a piu' di un'ora di macchina da Milano?
- The_Cruyff
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Malpensa serve. Orio al serio ha altre rotte, è un bell'aeroporto, piccolo ma funzionale. Il problema di Malpensa è che Alitalia ha, per accordo, alcune rotte "in esclusiva". Ma ovviamente Alitalia non essendo funzionale si è rivelata una palla al piede per Malpensa. Poi ci sono anche altri problemi a livello di infrastrutture, ma l'aeroporto c'è e bisogna sfruttarlo. Il problema è Alitalia, non Malpensa.
Inoltre, sentivo prima Belpietro ha detto a chiare lettere che in caso di cessione di Alitalia ad Air-France sarebbe comunque toccato agli italiani mantenere i lavoratori esclusi. Da quel che ho capito, tutti i dipendenti di Az service sarebbero stati assorbiti da una società statale e altri 2000 dipendenti in cassa integrazione. Chiedo aiuto a MattVince per maggiori informazioni.
Inoltre, sentivo prima Belpietro ha detto a chiare lettere che in caso di cessione di Alitalia ad Air-France sarebbe comunque toccato agli italiani mantenere i lavoratori esclusi. Da quel che ho capito, tutti i dipendenti di Az service sarebbero stati assorbiti da una società statale e altri 2000 dipendenti in cassa integrazione. Chiedo aiuto a MattVince per maggiori informazioni.
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