Economia e finanza
Re: Economia e finanza
Riguardo alle tasse flat sulle imprese (che ovviamente non centra nulla paragonarle alla cedolare secca sugli affitti) da quest'anno entrante sarà possibile usufruire del nuovo regime IRI al 24%, vincolante per 5 anni, che potrebbe essere molto interessante per le PMI e sicuramente una soluzione positiva.
Purtroppo è del tutto inefficiace e inutile per le micro imprese e le ditte individuali con redditi inferiori ai 70-80k, per i quali il metodo di tassazione a scaglioni ma beneficiante deduzione risulta più premiante.
Purtroppo è del tutto inefficiace e inutile per le micro imprese e le ditte individuali con redditi inferiori ai 70-80k, per i quali il metodo di tassazione a scaglioni ma beneficiante deduzione risulta più premiante.
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Re: Economia e finanza
Mah, per me dobvrebbe arrivare il momento di capire che la privacy conta ben poco.
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Re: Economia e finanza
MASSIMO MANTELLINI (il Post)
Dai pannolini a Donald Trump
Due cose mi pare si possano dire già ora sulla vicenda Facebook-Cambridge Analytica e le sue vaste implicazioni su Brexit, l’elezione di Donald Trump e più in generale sull’ipotesi di un dominio dell’algoritmo sulle nostre scelte.
La prima è che benché suonino come al solito impressionanti, quei numeri, quando li si osserva con un po’ di attenzione e da un po’ più vicino, si perdono dentro mille distinguo. I cinquanta milioni di cervelli che i cinici markettari trumpisti hanno spinto ad eleggere l’attuale presidente USA sembrano essere – alla fine – un elenco di like in giro per Facebook. Ora tutti noi sappiamo quale sia il valore intrinseco dei nostri like su Facebook, qualcosa che, nonostante le raffinate teorie sul grafo sociale, restituisce di noi un ritratto davvero parziale. Eppure, in analisi del genere, quei dati – essendo la sola moneta scambiabile – si trasformano in fonte di informazioni preziosissime, in grado non solo di raccontare tutto di noi ma anche di fornire la chiave per hackerare le nostre scelte più intime. Stiamo inoltre parlando di “milioni di persone” che, nella maggioranza dei casi – verosimilmente – non avevano diritto di voto in USA, visto che si tratta di una platea mondiale raccolta a caso fra i contatti di 270mila tizi che avevano scaricato una delle tante stupide app di cui in passato Facebook era piena. Quanti elettori americani sono stati compresi in questo geniale machiavellico progetto? Non è dato sapere. In queste vicende i dati sensibili, specie quelli sull’efficacia dell’azione, per qualche ragione mancano sempre. Molto più facile prendere atto dell’elezione di Trump e dire: ecco vedi? È stato merito mio.
In ogni caso lo scandalo di questa vicenda non sta tanto nei numeri, e nemmeno nei risultati concreti di un simile progetto (entrambi sono, come sempre accade in questi casi, del tutto ipotetici e non misurabili) ma piuttosto nel fatto che a un certo punto qualcuno abbia immaginato di utilizzare le tecniche del marketing digitale per vendere un prodotto politico (l’inacquistabile Donald Trump) al posto di uno shampoo o un profumo. E se lo scandalo è questo, amici, beh si tratta davvero dello scandalo di Pulcinella, visto che di geotargeting nella propaganda politica (sempre che funzioni) parlano tutti da tempo con grande eccitazione perfino in Italia. L’altro segreto di Pulcinella di questa vicenda riguarda ovviamente Facebook e la sua incapacità di curare adeguatamente i dati che produce: un’interpretazione molto tenera, secondo la quale le stesse informazioni vendute al miglior offerente sarebbero agibili per i venditori di pannolini ma diventerebbero sangue del diavolo in mano agli strateghi della politica. Come se, allo stato, esistesse qualche differenza. Il data mining sui profili di Facebook e di molti altri sulle nostre teste non prevede purtroppo eccezioni del genere. Così magari questa vicenda potrà essere utile per mettere assieme un paio di punti fermi: Facebook che vende i nostri profili a tutti i markettari del pianeta è lo stesso Facebook che consente più o meno volontariamente l’utilizzo di quei dati anche per differenti e più sensibili finalità. E che quando immagina di poter fare un distinguo fra differenti utilizzi mostra tutta la propria incapacità a dominare la macchina che lei stessa ha creato.
Il secondo aspetto rilevante della vicenda mi pare riguardi i toni angoscianti e distopici che i media scelgono di utilizzare in massa parlando di questa notizia. Il retropensiero che emerge è il solito: quello secondo il quale esiste un enorme cervello cattivo, capace di condizionare le nostre povere testoline attraverso formule magiche, righe di codice e intrugli alchemici fuori dalla nostra comprensione. E che simili trucchi siano, sommariamente, trucchi connaturati agli ambienti digitali. Detto in altre parole: se Internet non fosse esistita le nostre meningi non sarebbero state esposte ai maghi della coercizione, Trump non sarebbe stato eletto e Theresa May farebbe la cassiera in un Tesco a Soho.
Esattamente come accaduto con le fake news, o con la filter bubble o con molti altri fenomeni sociali indagati nei tempi digitali, la predominanza della macchina, il dominio della piattaforma, la dittatura dell’algoritmo attraversano la narrazione generale e sono date per assodate, come se ci trovassimo di fronte ad un’idra dalle mille teste che comunque avrà la meglio su di noi. Si tratta nella grande maggioranza di casi di un racconto superficiale e assolutorio, incurante del passato, di chi siamo stati e di chi siamo davvero.
Dai pannolini a Donald Trump
Due cose mi pare si possano dire già ora sulla vicenda Facebook-Cambridge Analytica e le sue vaste implicazioni su Brexit, l’elezione di Donald Trump e più in generale sull’ipotesi di un dominio dell’algoritmo sulle nostre scelte.
La prima è che benché suonino come al solito impressionanti, quei numeri, quando li si osserva con un po’ di attenzione e da un po’ più vicino, si perdono dentro mille distinguo. I cinquanta milioni di cervelli che i cinici markettari trumpisti hanno spinto ad eleggere l’attuale presidente USA sembrano essere – alla fine – un elenco di like in giro per Facebook. Ora tutti noi sappiamo quale sia il valore intrinseco dei nostri like su Facebook, qualcosa che, nonostante le raffinate teorie sul grafo sociale, restituisce di noi un ritratto davvero parziale. Eppure, in analisi del genere, quei dati – essendo la sola moneta scambiabile – si trasformano in fonte di informazioni preziosissime, in grado non solo di raccontare tutto di noi ma anche di fornire la chiave per hackerare le nostre scelte più intime. Stiamo inoltre parlando di “milioni di persone” che, nella maggioranza dei casi – verosimilmente – non avevano diritto di voto in USA, visto che si tratta di una platea mondiale raccolta a caso fra i contatti di 270mila tizi che avevano scaricato una delle tante stupide app di cui in passato Facebook era piena. Quanti elettori americani sono stati compresi in questo geniale machiavellico progetto? Non è dato sapere. In queste vicende i dati sensibili, specie quelli sull’efficacia dell’azione, per qualche ragione mancano sempre. Molto più facile prendere atto dell’elezione di Trump e dire: ecco vedi? È stato merito mio.
In ogni caso lo scandalo di questa vicenda non sta tanto nei numeri, e nemmeno nei risultati concreti di un simile progetto (entrambi sono, come sempre accade in questi casi, del tutto ipotetici e non misurabili) ma piuttosto nel fatto che a un certo punto qualcuno abbia immaginato di utilizzare le tecniche del marketing digitale per vendere un prodotto politico (l’inacquistabile Donald Trump) al posto di uno shampoo o un profumo. E se lo scandalo è questo, amici, beh si tratta davvero dello scandalo di Pulcinella, visto che di geotargeting nella propaganda politica (sempre che funzioni) parlano tutti da tempo con grande eccitazione perfino in Italia. L’altro segreto di Pulcinella di questa vicenda riguarda ovviamente Facebook e la sua incapacità di curare adeguatamente i dati che produce: un’interpretazione molto tenera, secondo la quale le stesse informazioni vendute al miglior offerente sarebbero agibili per i venditori di pannolini ma diventerebbero sangue del diavolo in mano agli strateghi della politica. Come se, allo stato, esistesse qualche differenza. Il data mining sui profili di Facebook e di molti altri sulle nostre teste non prevede purtroppo eccezioni del genere. Così magari questa vicenda potrà essere utile per mettere assieme un paio di punti fermi: Facebook che vende i nostri profili a tutti i markettari del pianeta è lo stesso Facebook che consente più o meno volontariamente l’utilizzo di quei dati anche per differenti e più sensibili finalità. E che quando immagina di poter fare un distinguo fra differenti utilizzi mostra tutta la propria incapacità a dominare la macchina che lei stessa ha creato.
Il secondo aspetto rilevante della vicenda mi pare riguardi i toni angoscianti e distopici che i media scelgono di utilizzare in massa parlando di questa notizia. Il retropensiero che emerge è il solito: quello secondo il quale esiste un enorme cervello cattivo, capace di condizionare le nostre povere testoline attraverso formule magiche, righe di codice e intrugli alchemici fuori dalla nostra comprensione. E che simili trucchi siano, sommariamente, trucchi connaturati agli ambienti digitali. Detto in altre parole: se Internet non fosse esistita le nostre meningi non sarebbero state esposte ai maghi della coercizione, Trump non sarebbe stato eletto e Theresa May farebbe la cassiera in un Tesco a Soho.
Esattamente come accaduto con le fake news, o con la filter bubble o con molti altri fenomeni sociali indagati nei tempi digitali, la predominanza della macchina, il dominio della piattaforma, la dittatura dell’algoritmo attraversano la narrazione generale e sono date per assodate, come se ci trovassimo di fronte ad un’idra dalle mille teste che comunque avrà la meglio su di noi. Si tratta nella grande maggioranza di casi di un racconto superficiale e assolutorio, incurante del passato, di chi siamo stati e di chi siamo davvero.
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Re: Economia e finanza
Più che altro, è arrivato il momento di capire che se alla privacy ci tieni così tanto, non utilizzi Facebook o Twitter o Whatsapp o Instagram etc. etc. facendo la cronaca della tua vita minuto per minuto.Nickognito ha scritto:Mah, per me dobvrebbe arrivare il momento di capire che la privacy conta ben poco.
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Re: Economia e finanza
Concordo con la prima parte dell'articolo, la seconda mi sembra abbastanza ridicola. A me pare evidente che Internet condizioni il nostro modo di votare e informarci (tra le molte altre cose). E' abbastanza ovvio che qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde in modo netto, anche se non c'e' nessuna scrivania dietro la quale ci guidano come marionette.
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Re: Economia e finanza
Ma di solito non ci tieni. Se ci tieni, spesso ci stai attento.paoolino ha scritto:Più che altro, è arrivato il momento di capire che se alla privacy ci tieni così tanto, non utilizzi Facebook o Twitter o Whatsapp o Instagram etc. etc. facendo la cronaca della tua vita minuto per minuto.Nickognito ha scritto:Mah, per me dobvrebbe arrivare il momento di capire che la privacy conta ben poco.
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Re: Economia e finanza
Secondo me, Mantellini nella seconda parte vuole dire che è sbagliato incolpare quello che è solo un mezzo.Nickognito ha scritto:Concordo con la prima parte dell'articolo, la seconda mi sembra abbastanza ridicola. A me pare evidente che Internet condizioni il nostro modo di votare e informarci (tra le molte altre cose). E' abbastanza ovvio che qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde in modo netto, anche se non c'e' nessuna scrivania dietro la quale ci guidano come marionette.
Il condizionamento che causa internet non è diverso dal condizionamento che può arrivare da altri mezzi se internet non ci fosse.
Condizionava Mecenate, condizionava il Minculpop, condizionava la televisione...
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Re: Economia e finanza
Per me e' molto diverso. Completamente. In modo decisivo. Nei modi, nella quantita' di persone coinvolte, nel ruolo differente della casualita' .paoolino ha scritto:
Secondo me, Mantellini nella seconda parte vuole dire che è sbagliato incolpare quello che è solo un mezzo.
Il condizionamento che causa internet non è diverso dal condizionamento che può arrivare da altri mezzi se internet non ci fosse.
Condizionava Mecenate, condizionava il Minculpop, condizionava la televisione...
Figuriamoci se non possa essere il fattore decisivo per un'elezione che se decide per una manciata di voti in un paio di piccoli stati.
Temo anzi che questi cambiamenti siano molto sottovalutati. Si sopravvalutano solo quelli in cui ci sarebbe qualche singolo che se ne approfitta. Si sottovalutano i cambiamenti complessivi di cui la gente e' protagonista.
Questo non vale solo per la politica, vale per quasi tutto. Il lavoro, i rapporti umani, cambiamenti decisivi, enormi, repentini.
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Re: Economia e finanza
A me sembra ridicolo tutto l'articolo, e il minimizzare in questa maniera è proprio un atteggiamento stupido.Nickognito ha scritto:Concordo con la prima parte dell'articolo, la seconda mi sembra abbastanza ridicola. A me pare evidente che Internet condizioni il nostro modo di votare e informarci (tra le molte altre cose). E' abbastanza ovvio che qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde in modo netto, anche se non c'e' nessuna scrivania dietro la quale ci guidano come marionette.
Il condizionamento di internet è esponenzialmente più potente di quello della TV, che già è inquietante.
Re: Economia e finanza
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... o/4630040/
Una discussione interessante. Il significato odierno e futuro del PIL, e il suo inquadramento nell'attuale contesto economico europeo.
Una discussione interessante. Il significato odierno e futuro del PIL, e il suo inquadramento nell'attuale contesto economico europeo.
Re: Economia e finanza
Metto il link alla Conferenza che si è svolta a metà settembre: https://www.postgrowth2018.eu/laplaz ha scritto:https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... o/4630040/
Una discussione interessante. Il significato odierno e futuro del PIL, e il suo inquadramento nell'attuale contesto economico europeo.
Ci sono spunti interessanti.
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Re: Economia e finanza
Volevo commentare la vicenda del secondo head quarter di Amazon negli USA, che ha visto una vera e propria gara tra città e stati americani per cercare di offrire al colosso di Seattle le migliori offerte fiscali per la scelta definitiva della nuova sede che garantirà posti di lavoro e rinvigorimento economico per il territorio che se l'è accaparrata (New York e Virginia in questo caso).
Ecco, dal mio punto di vista questo approccio è assolutamente anti libero mercato nel senso che trovo sbagliato che autorità pubbliche facciano trattative "ad-hoc" con un'azienda privata, favorendola rispetto ad eventuali concorrenti. E' una misura che va contro la concorrenza, ma favorisce un gigante che, forse, non ha tutto questo bisogno di aiuti particolari.
Un conto è uno Stato che decide di attuare politiche fiscali morbide, per attirare in generale le aziende ad investire all'interno dei suoi confini; un altro è la trattativa uno a uno.
Ecco, dal mio punto di vista questo approccio è assolutamente anti libero mercato nel senso che trovo sbagliato che autorità pubbliche facciano trattative "ad-hoc" con un'azienda privata, favorendola rispetto ad eventuali concorrenti. E' una misura che va contro la concorrenza, ma favorisce un gigante che, forse, non ha tutto questo bisogno di aiuti particolari.
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Re: Economia e finanza
Ma quella di Seattle - sia pure con tanti problemi e disparita' - e' un'area ricca, benestante, con tanto lavoro proprio perche' Amazon e' qui e non altrove. Perche' le autorita' pubbliche di altri stati non dovrebbero cercare di attirare ricchezza?paoolino ha scritto:Volevo commentare la vicenda del secondo head quarter di Amazon negli USA, che ha visto una vera e propria gara tra città e stati americani per cercare di offrire al colosso di Seattle le migliori offerte fiscali per la scelta definitiva della nuova sede che garantirà posti di lavoro e rinvigorimento economico per il territorio che se l'è accaparrata (New York e Virginia in questo caso).
Ecco, dal mio punto di vista questo approccio è assolutamente anti libero mercato nel senso che trovo sbagliato che autorità pubbliche facciano trattative "ad-hoc" con un'azienda privata, favorendola rispetto ad eventuali concorrenti. E' una misura che va contro la concorrenza, ma favorisce un gigante che, forse, non ha tutto questo bisogno di aiuti particolari.
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Re: Economia e finanza
Per me possono e devono farlo, ma non in trattativa con una sola e specifica azienda. Tutte le aziende che operano in un determinato territorio devono subire gli stessi trattamenti fiscali e sottostare alle stesse leggi del lavoro.uglygeek ha scritto: Ma quella di Seattle - sia pure con tanti problemi e disparita' - e' un'area ricca, benestante, con tanto lavoro proprio perche' Amazon e' qui e non altrove. Perche' le autorita' pubbliche non dovrebbero cercare di attirare ricchezza?
Altrimenti si perde il concetto di Stato "arbitro imparziale".
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Re: Economia e finanza
Dovrebbero aprire lo stesso tipo di tavolo negoziale con Amazon, che porta in citta' 100 mila posti di lavoro da 100 mila dollari in su e costruisce 10 grattacieli (con tutte le ricadute su indotto, trasporti, costo degli affitti, gentrificazione di interi quartieri, posti di lavoro, ecc) e con la fabbrichetta di autoricambi con sei operai che vuole spostarsi da Philadelphia a Brooklyn?paoolino ha scritto:Per me possono e devono farlo, ma non in trattativa con una sola e specifica azienda. Tutte le aziende che operano in un determinato territorio devono subire gli stessi trattamenti fiscali e sottostare alle stesse leggi del lavoro.uglygeek ha scritto: Ma quella di Seattle - sia pure con tanti problemi e disparita' - e' un'area ricca, benestante, con tanto lavoro proprio perche' Amazon e' qui e non altrove. Perche' le autorita' pubbliche non dovrebbero cercare di attirare ricchezza?
Altrimenti si perde il concetto di Stato "arbitro imparziale".
E' ovvio che enormi corporation abbiano piu' peso. Le leggi del lavoro non dovrebbero cambiare, peraltro, non sapevo nemmeno che ci fossero negli Stati Uniti
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Re: Economia e finanza
Non è che non capisco i torna-conti politici ed economici di questa scelta, eh. Né voglio equiparare Amazon, tutto il suo potere di negoziazione, e tutto l'impatto che può avere sull'indotto di un territorio rispetto all'azienda familiare con 30 dipendenti.uglygeek ha scritto: Dovrebbero aprire lo stesso tipo di tavolo negoziale con Amazon, che porta in citta' 100 mila posti di lavoro da 100 mila dollari in su e costruisce 10 grattacieli (con tutte le ricadute su indotto, trasporti, costo degli affitti, gentrificazione di interi quartieri, posti di lavoro, ecc) e con la fabbrichetta di autoricambi con sei operai che vuole spostarsi da Philadelphia a Brooklyn?
E' ovvio che enormi corporation abbiano piu' peso. Le leggi del lavoro non dovrebbero cambiare, peraltro, non sapevo nemmeno che ci fossero negli Stati Uniti
Il mio è più un dubbio di principio: una scelta del genere è nel solco del teorico libero mercato e favorisce la concorrenza? Secondo me, no.
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Re: Economia e finanza
Beh e' il libero mercato tra citta' e stati che competono per chi offre di piu' ad Amazonpaoolino ha scritto:Non è che non capisco i torna-conti politici ed economici di questa scelta, eh. Né voglio equiparare Amazon, tutto il suo potere di negoziazione, e tutto l'impatto che può avere sull'indotto di un territorio rispetto all'azienda familiare con 30 dipendenti.uglygeek ha scritto: Dovrebbero aprire lo stesso tipo di tavolo negoziale con Amazon, che porta in citta' 100 mila posti di lavoro da 100 mila dollari in su e costruisce 10 grattacieli (con tutte le ricadute su indotto, trasporti, costo degli affitti, gentrificazione di interi quartieri, posti di lavoro, ecc) e con la fabbrichetta di autoricambi con sei operai che vuole spostarsi da Philadelphia a Brooklyn?
E' ovvio che enormi corporation abbiano piu' peso. Le leggi del lavoro non dovrebbero cambiare, peraltro, non sapevo nemmeno che ci fossero negli Stati Uniti
Il mio è più un dubbio di principio: una scelta del genere è nel solco del teorico libero mercato e favorisce la concorrenza? Secondo me, no.
Scherzi a parte, se ti piace il libero mercato devi prenderlo per quello che e', pregi e difetti. E' anche il luogo dove pesce grande mangia pesce piccolo e alla fine i piu' forti vincono tutto e si tende al monopolio. Se vuoi regolarlo troppo allora e' dirigismo statale, non libero mercato.
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Re: Economia e finanza
il mercato davvero libero distrugge se stesso
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Re: Economia e finanza
Lo metto qua.
Vicenda di diamanti venduti dalle banche a prezzi doppi del loro reale valore come investimento sicuro e redditizio. Commissioni altissime ed ora tanti dirigenti nei guai. Coinvolte le principali banche italiane: intesa bpm mps etc.
Mi hanno proposto lo stesso investimenti, la mia banca.
Confezioni numerate e sigillate (assolutamente da non aprire perché perderesti la certificazione), valore con quotazioni storicamente sempre in crescita, quindi facilmente rivendibile.
Un qualcosa di tangibile in periodi con azioni e obligazioni e persino stati a rischio.
C’è poi un non detto: i diamanti erano venduti come valore “al portatore” non tassato e non tracciato.
Diciamo un modo per fare investimenti con soldi non dichiarati.
Io non ho soldi in nero così ho rifiutato.
Uno si fida della propria banca, chiede un investimento senza rischio e gli fregano subito il 50%.
Altro che multe...
Vicenda di diamanti venduti dalle banche a prezzi doppi del loro reale valore come investimento sicuro e redditizio. Commissioni altissime ed ora tanti dirigenti nei guai. Coinvolte le principali banche italiane: intesa bpm mps etc.
Mi hanno proposto lo stesso investimenti, la mia banca.
Confezioni numerate e sigillate (assolutamente da non aprire perché perderesti la certificazione), valore con quotazioni storicamente sempre in crescita, quindi facilmente rivendibile.
Un qualcosa di tangibile in periodi con azioni e obligazioni e persino stati a rischio.
C’è poi un non detto: i diamanti erano venduti come valore “al portatore” non tassato e non tracciato.
Diciamo un modo per fare investimenti con soldi non dichiarati.
Io non ho soldi in nero così ho rifiutato.
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Re: Economia e finanza
Grave errorealessandro ha scritto:...Uno si fida della propria banca, chiede un investimento senza rischio e gli fregano subito il 50%.
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Re: Economia e finanza
Di solito una attività commerciale non dovrebbe ammazzare i clienti fissi ma curarli negli anni.laplaz ha scritto:Grave errorealessandro ha scritto:...Uno si fida della propria banca, chiede un investimento senza rischio e gli fregano subito il 50%.
Uno è lì da 20 anni e ti rifilano dei pacchi che neanche alla stazione dei treni da quelli che fanno il gioco delle tre carte.
Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
Re: Economia e finanza
Guarda, da esperienza 20ennale di investimenti ti posso assicurare che la stragrande maggioranza delle persone che lavorano in banca ha competenze finanziarie e di mercati ai limiti del basilare, per non dire di peggio.alessandro ha scritto:Di solito una attività commerciale non dovrebbe ammazzare i clienti fissi ma curarli negli anni.laplaz ha scritto:Grave errorealessandro ha scritto:...Uno si fida della propria banca, chiede un investimento senza rischio e gli fregano subito il 50%.
Uno è lì da 20 anni e ti rifilano dei pacchi che neanche alla stazione dei treni da quelli che fanno il gioco delle tre carte.
Pensare di fidarsi dei suggerimenti dei bancari è un suicidio economico pressochè assicurato.
Per non parlare della gente che va in POSTA a farsi suggerire come investire i propri soldi
Mamma mia...
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Re: Economia e finanza
Laplaz dovrebbe aprire un topic di consigli di investimenti gratuiti per tutti i forumisti, che in cambio gli consentiranno di usare tutti i suoi smileys che danno fastidio a tutti tranne sua figlia
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Re: Economia e finanza
Sempre da consulente della banca:
“Guarda: il tuo investimento in titoli che scade tra 1 anno, in prospettiva non ti renderà nulla, lo zerovirgola, ti consiglio di uscire e cambiare investimento “
Ci sono penali per l’uscita anticipata?
“Si, una penale del 2%”
Hai un investimento che mi renda sicuramente il 2% in un anno senza rischi? Perché il 2% di penare è certo.
“No, non ho investimenti sicuri al 2%”
Allora lascia tutto com’è.
“Guarda: il tuo investimento in titoli che scade tra 1 anno, in prospettiva non ti renderà nulla, lo zerovirgola, ti consiglio di uscire e cambiare investimento “
Ci sono penali per l’uscita anticipata?
“Si, una penale del 2%”
Hai un investimento che mi renda sicuramente il 2% in un anno senza rischi? Perché il 2% di penare è certo.
“No, non ho investimenti sicuri al 2%”
Allora lascia tutto com’è.
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Re: Economia e finanza
Ma non hai notato che li sto cambiando tutti???Nickognito ha scritto:Laplaz dovrebbe aprire un topic di consigli di investimenti gratuiti per tutti i forumisti, che in cambio gli consentiranno di usare tutti i suoi smileys che danno fastidio a tutti tranne sua figlia
Re: Economia e finanza
Ah ah ah, la penale di uscita dall'investimento, roba da chiudere il conto all'istantealessandro ha scritto:Sempre da consulente della banca:
“Guarda: il tuo investimento in titoli che scade tra 1 anno, in prospettiva non ti renderà nulla, lo zerovirgola, ti consiglio di uscire e cambiare investimento “
Ci sono penali per l’uscita anticipata?
“Si, una penale del 2%”
Hai un investimento che mi renda sicuramente il 2% in un anno senza rischi? Perché il 2% di penare è certo.
“No, non ho investimenti sicuri al 2%”
Allora lascia tutto com’è.
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Re: Economia e finanza
ho apprezzato, silaplaz ha scritto:Ma non hai notato che li sto cambiando tutti???Nickognito ha scritto:Laplaz dovrebbe aprire un topic di consigli di investimenti gratuiti per tutti i forumisti, che in cambio gli consentiranno di usare tutti i suoi smileys che danno fastidio a tutti tranne sua figlia
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Re: Economia e finanza
La cosa più bella è quando miracolosamente avevo un investimento che rendeva, e la banca ha esercitato il diritto di recesso e si è ripresa i titoli.
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Re: Economia e finanza
Al momento ho tutto investito in latte di pecora
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Re: Economia e finanza
Ma è (anche) per questo che la gente tiene i sioldi sui conti bancari.
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Re: Economia e finanza
Spiega meglio, che mi sfugge la questione...alessandro ha scritto:La cosa più bella è quando miracolosamente avevo un investimento che rendeva, e la banca ha esercitato il diritto di recesso e si è ripresa i titoli.
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Re: Economia e finanza
La sua banca è differente.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Economia e finanza
decreto del governo del cambiamento per rimborsare i "truffati" a spese del contribuente in 3, 2, 1...alessandro ha scritto:Lo metto qua.
Vicenda di diamanti venduti dalle banche a prezzi doppi del loro reale valore come investimento sicuro e redditizio. Commissioni altissime ed ora tanti dirigenti nei guai. Coinvolte le principali banche italiane: intesa bpm mps etc.
Mi hanno proposto lo stesso investimenti, la mia banca.
Confezioni numerate e sigillate (assolutamente da non aprire perché perderesti la certificazione), valore con quotazioni storicamente sempre in crescita, quindi facilmente rivendibile.
Un qualcosa di tangibile in periodi con azioni e obligazioni e persino stati a rischio.
C’è poi un non detto: i diamanti erano venduti come valore “al portatore” non tassato e non tracciato.
Diciamo un modo per fare investimenti con soldi non dichiarati.
Io non ho soldi in nero così ho rifiutato.
Uno si fida della propria banca, chiede un investimento senza rischio e gli fregano subito il 50%.
Altro che multe...
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Economia e finanza
https://www.cep.eu/fileadmin/user_uploa ... Losers.pdf
Oggi ho sentito la notizia di questo studio. Commenti da parte di qualche esperto di economia(io non ci capisco una mazza) del forum?
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Re: Economia e finanza
Io non capisco di economia, ma non capisco nemmeno perche'avremmo dovuto crescere come Gran Bretagna ed Australia, senza mettere in mezzo altre variabiliThePiper ha scritto:https://www.cep.eu/fileadmin/user_uploa ... Losers.pdf
Oggi ho sentito la notizia di questo studio. Commenti da parte di qualche esperto di economia(io non ci capisco una mazza) del forum?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Economia e finanza
Infatti! Correlation is not causation, il fatto che l’Italia sia cresciuta poco da quando è nell’euro non vuol dire necessariamente che sia colpa dell’euro, possono esserci altre ragioni e magari fuori dall’euro sarebbe cresciuta ancora meno.Nickognito ha scritto:Io non capisco di economia, ma non capisco nemmeno perche'avremmo dovuto crescere come Gran Bretagna ed Australia, senza mettere in mezzo altre variabiliThePiper ha scritto:https://www.cep.eu/fileadmin/user_uploa ... Losers.pdf
Oggi ho sentito la notizia di questo studio. Commenti da parte di qualche esperto di economia(io non ci capisco una mazza) del forum?
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Re: Economia e finanza
L'idea di uscire dall'Euro può essere paventata solo da analfabeti funzionali ed economici. Sarebbe un suicidio.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Economia e finanza
La metodologia addotta mi sembra puro onanismo statistico.
Quei gruppi di controllo costruiti in quel modo mi lasciano assai perplesso.
Forse avrebbe avuto più senso un confronto con il PIL dei soli paesi entrati nella UE ma non nell'Euro-zona: Uk, Danimarca e Svezia.
Poi non tenere conto di altre cosucce: ad esempio, la Germania nel 1980-1996 aveva il peso della Germania-Est e del suo assorbimento post-riunificazione, e quindi il suo gruppo di controllo forse risente abbastanza di questo fatto.
Quei gruppi di controllo costruiti in quel modo mi lasciano assai perplesso.
Forse avrebbe avuto più senso un confronto con il PIL dei soli paesi entrati nella UE ma non nell'Euro-zona: Uk, Danimarca e Svezia.
Poi non tenere conto di altre cosucce: ad esempio, la Germania nel 1980-1996 aveva il peso della Germania-Est e del suo assorbimento post-riunificazione, e quindi il suo gruppo di controllo forse risente abbastanza di questo fatto.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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