uglygeek ha scritto:
Ok, Israele vuole essere uno stato ebraico.
Ci sono anche articoli di Internazionale che criticano l'Arabia Saudita, il Pakistan, ecc perche' sono stati islamici?
Si', ma l'articolo e' israeliano.
In ogni caso il discorso e' un po' diverso: chiunque puo' diventare islamico, ma non ebreo.
Ovviamente il problema c'e' in entrambi i casi, se l'Italia cambia la costituzione e dice che i non cristiani vengono espulsi dal paese non e' che quindi la gente si converta. Ma e' comunque diverso dal dire che donne e neri devono essere espulsi.
Stato etnico e stato religioso non sono la stessa cosa.
Lo stato morale e' del tutto normale. Tutti gli stati democratici lo sono, ovviamente, se la mia morale permette l'omicidio comunque mi si arresta. Che la morale sia religiosa o meno cambia poco, sempre morale e'. A me non piacerebbe se la costituzione italiana mi vietasse di essere ateo o cristiano, come non mi piacerebbe se mi vietasse di guardare il tennis. Ma obblighi e divieti sono presenti in tutti gli stati. Il motivo per cui vediamo la liberta' di religione come un diritto e la liberta' di uccidere non come un diritto (e compreso il suicidio, non riguarda solo gli altri) dipende solo dalla nostra morale (e' anche la mia, la condivido). Uno stato etnico non esprime invece una morale, divieti o obblighi, ma solo un criterio etnico di nazionalita'.
Peraltro, io l'articolo non lo condivido, non vedo perche' la cosa non dovrebbe essere demcoratica. E' per me abietta, razzista, ma del tutto democratica. Non vedo nemmeno enormi differenze tra il volere uno stato ebraico, o ariano, o quel che si voglia, una razza pura, e il volere uno stato di gente nata in quel paese. E' una discriminazione diversa, ma sempre discriminazione e'.
Ma del resto anche la religione ebraica discrimina per etnia, cosa che di solito le religioni non fanno.
Internazionale e' pieno di articoli sui paesi islamici, forse ogni tanto si potrebbe affrontare un problema senza tirare in mezzo Maometto.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)