E il lavoro dov'è?
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- Massimo Carbone
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Re: E il lavoro dov'è?
Io lavoravo da casa e avevo anche un ufficio. Potevo stare dove volevo. Mi sembra la soluzione ideale. Chiaramente non puoi pretendere di andare un ufficio e trovarci tutti i colleghi, ma qualcuno lo trovi. A me piaceva molto anche fare meta' e meta'. Mi alzavo, iniziavo a lavorare mentre facevo colazione, prima di lavarmi e vestirmi. Dopo qualche ora mi facevo una doccia, andavo in ufficio su mezzi vuoti, incontravo degli amici e colleghi per un pranzo veloce e finivo di lavorare li'.
Ma mi pare ovvio che ognuno abbia gusti diversi e che la flessibilita' sia il massimo, soprattutto se non vivi solo e hai ad esempio figli (da andare a prendere, ma che magari ti rompono mentre lavori, e cosi' via).
Quello che vedo qui e' che molte aziende non capiscono che alcuni benefit come lo home office ti consentono di tenere il dipendente contento anche senza aumenti di stipendio, ma ovviamente mi rendo conto che non tutti, anzi pochi, vivono in un paese dove, fin qui almeno, le aziende temono sempre che un dipendente si licenzi e devono contenderselo, mentre il dipendente sceglie tra varie opzioni la migliore.
Ma mi pare ovvio che ognuno abbia gusti diversi e che la flessibilita' sia il massimo, soprattutto se non vivi solo e hai ad esempio figli (da andare a prendere, ma che magari ti rompono mentre lavori, e cosi' via).
Quello che vedo qui e' che molte aziende non capiscono che alcuni benefit come lo home office ti consentono di tenere il dipendente contento anche senza aumenti di stipendio, ma ovviamente mi rendo conto che non tutti, anzi pochi, vivono in un paese dove, fin qui almeno, le aziende temono sempre che un dipendente si licenzi e devono contenderselo, mentre il dipendente sceglie tra varie opzioni la migliore.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Quello di uglygeek è un appunto che mi è stato legittimamente mosso più volte; eppure, pur non avendo provato se non per poco, son certo che mi sentirei totalmente a mio agio come NK7, essendo anche d'accordo con le motivazioni che ha elencato senza essere così radicale da parlare di ansia.NK7 ha scritto:Mi pare ne avessimo già discusso, dipende ovviamente tutto dal tipo di personalità del singolo.uglygeek ha scritto:Pero' guarda che non e' cosi' bello come sembra: lavorare sempre da casa e' molto piu' alienante. Si e' molto piu' soli, non ci sono veri rapporti personali con i colleghi, e' anche difficile mettere paletti tra vita e lavoro e si finisce per lavorare molto di piu' di quanto si farebbe in un ufficio. Non e' una cosa che mi piacerebbe fare a lungo, gia' dopo 4, 5 giorni diventa pesante.
Io lavoro da casa dal 2014 e mi trovo alla grande, mai stato così soddisfatto. Zero stress, zero colleghi ficcanaso, zero dissapori, non mi ritrovo costretto ad andare d'accordo con gente che magari detesto, decido io quando cominciare e quando finire.
Mi mette ansia la sola idea di dover tornare a svegliarmi presto la mattina, prendere i mezzi, passare il resto della giornata con persone che non mi sono scelto io. Anzi, mi chiedo come facessi una volta.
Quanto al rischio di lavorare di più, boh, con me questo pericolo non esiste dopo due ore stacco e comincia il cazzeggio i.e. hobby, passeggiate, mymag, tv. Lo stipendio è basso (relativamente, in realtà sarebbe pure alto per le ore che faccio) però va detto che vivo da solo e pago nulla di affitto, se uno ha una famiglia cambia tutto.
Un amico che lavora come informatico freelance, anche lui da casa, mi dice la stessa cosa. Infinitamente meglio così che in un ufficio.
Insomma, per quel che mi concerne, i vantaggi/gli svantaggi di lavorare da casa superano di gran lunga i pro di essere in ufficio che alla fine si riducono ad aver qualcuno con cui vai tutto sommato d'accordo e hai piacere a trascorrere del tempo cioè amici o quasi.
Per quanto riguarda il lavorare di più, dipende da quel che fai: se per esempio il lavoro consiste in assistenza clienti (chat o altro) con copertura oraria da x a y, a y chiudi baracca e burattini e chi si è visto si è visto.
Allo stesso modo escludo con buona certezza che sarei depresso, sentendomi inutile, non lavorando del tutto come sosteneva anche Nickognito mentre Alessandro lo lasciava intendere.
Per carità, da essere umano, potrei sì incorrere in fasi depressive, ma inverosimilmente conseguenza del sentirmi inutile perché non faccio un lavoro che mi annoia e di cui non me ne frega un'emerita fava.
Ripeto che è diverso il discorso se uno ha passione per ciò che fa, che rappresenta l'eccezione rispetto alla norma, tipo appunto uglygeek il quale programma per conto suo anche nel tempo libero.
In generale sembra che la soluzione metà e metà proposta da Nickognito vada per la maggiore come preferenza quantomeno in base al mio (circoscritto) campione di riferimento.
A meno del fattore colleghi/amici particolarmente simpatici/stimolanti unito all'ufficio non troppo distante (anche se non così vicino, il piacere di incontrarli potrebbe essere un buon movente per muovere il deretano), starei sempre a casa.
Senza entrare nel merito specifico di tutto quel che dice (nel tempo un po' ho letto e visto anche se non lo seguo da parecchio), vi segnalo blog e canale YouTube di un tizio che lavorava in ufficio a circa 1500 euro al mese per poi pian piano realizzare il suo progetto di vivere senza lavorare.
https://www.smetteredilavorare.it/
https://www.youtube.com/channel/UCOidQc ... 3DRK0j4zhg
Lui ha un approccio minimalista che non condivido (sostiene di campare senza problemi/che si può fare con circa 500 euro al mese) o meglio io non vorrei affatto seguire il suo stile di vita un po' da frate francescano che delinea qui e là tra blog e video.
Nel caso specifico, al di là dell'avidità, interviene l'incertezza che l'appartamento sarà sempre affittato e quindi non lo farei nemmeno io.Nickognito ha scritto: Facciamo un esempio:
Tizio fa un lavoro normale, prende 1500 euro al mese lavorando 40 ore la settimana. Con questi 1500 si paga l' affitto, mangia e spende il resto nel tempo libero. E' una situazione standard, 1500 e' lo stipendio medio italiano. Tizio va avanti cosi' iniziando a lavorare a 25 anni, per 10 anni. Poi Tizio, inaspettatamente, eredita un appartamento. E' piu' grande di quello in cui sta vivendo e lo puo' affittare a 1500 euro al mese (anzi, quello e' il suo ricavo netto dopo le tasse). A quel punto, cosa fa Tizio? Beh, puo' fare una cosa molto semplice: smette di lavorare e vive con l' affitto, esattamente come prima.
Secondo me una minoranza farebbe questo. In gran parte per avidita', ma non solo.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: E il lavoro dov'è?
Un appartamento che ti rende netti(tolte tasse e spese condominiali, imu etc) 1500 euro al mese vale almeno 600-700 Mila euro.
A quel punto il percepitore dei 1500 potrebbe venderò e smettere di lavorare,
1500 euro al mese sono 18.000 euro l’anno, 180.000 in 10 anni e 600-750 Mila euro sono di 35-40 anni di lavoro.
Investi una parte in fondo pensione e tiri i remi in barca.
C’è poi il fatto che non lavorando risparmi in tante cose come gli spostamenti, gli abiti e quello che ti serve e hai il tempo per arrangiarti a cucinare, riparare le cose in casa, tenere il giardino etc.
A quel punto il percepitore dei 1500 potrebbe venderò e smettere di lavorare,
1500 euro al mese sono 18.000 euro l’anno, 180.000 in 10 anni e 600-750 Mila euro sono di 35-40 anni di lavoro.
Investi una parte in fondo pensione e tiri i remi in barca.
C’è poi il fatto che non lavorando risparmi in tante cose come gli spostamenti, gli abiti e quello che ti serve e hai il tempo per arrangiarti a cucinare, riparare le cose in casa, tenere il giardino etc.
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Re: E il lavoro dov'è?
Con 1500€ al mese da single e senza auto uno può condurre una vita agiata. Spendi quanto, 200 per il cibo, 250 per bollette, anche pagando un affitto da grande città restano minimo 300-400€ al mese da dilapidare come si ritiene opportuno. Certo, c'è chi 300€ se li mangia al videopoker in un quarto d'ora ma se sei una persona responsabile non servono megastipendi per vivere in modo più che decoroso e pure togliersi qualche sfizio.
"Together we will make MyMag Metal again"
Re: E il lavoro dov'è?
Beh...dipende dal tipo di affitto però...qui a Firenze sono pazzeschi. Io, per dire, pago 800. Prima pagavo 850, ma molta gente paga 900 o 1000. E parlo di appartamenti di 50 o 60 mq....NK7 ha scritto:Con 1500€ al mese da single e senza auto uno può condurre una vita agiata. Spendi quanto, 200 per il cibo, 250 per bollette, anche pagando un affitto da grande città restano minimo 300-400€ al mese da dilapidare come si ritiene opportuno. Certo, c'è chi 300€ se li mangia al videopoker in un quarto d'ora ma se sei una persona responsabile non servono megastipendi per vivere in modo più che decoroso e pure togliersi qualche sfizio.
un 1500 euro qui ha ben poco da scialare. Anche senza auto...
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: E il lavoro dov'è?
Eh ciao... forse se vivi in un piccolo comune.NK7 ha scritto:Con 1500€ al mese da single e senza auto uno può condurre una vita agiata. Spendi quanto, 200 per il cibo, 250 per bollette, anche pagando un affitto da grande città restano minimo 300-400€ al mese da dilapidare come si ritiene opportuno. Certo, c'è chi 300€ se li mangia al videopoker in un quarto d'ora ma se sei una persona responsabile non servono megastipendi per vivere in modo più che decoroso e pure togliersi qualche sfizio.
Se devi stare a Milano solo di affitto per un trilocale devi spendere 1000-1200€ come minimo, e stando lontano dal centro ovviamente.
Bilocale disastrato o quasi magari trovi anche a 800€.
Re: E il lavoro dov'è?
Manco dalle grandi città italiane da anni e si vede
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Re: E il lavoro dov'è?
Il concetto di NK7 è valido se hai una casa di proprietà.
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Re: E il lavoro dov'è?
Io pago 950 euro per 55 mq a Praga.
Ma se ci vivi in due paghi la metà eh...
Ma se ci vivi in due paghi la metà eh...
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Giunti a questo punto, forse è bene definire cosa è il lavoro per noi al di là di forza×spostamento come ci insegna la fisica.
Per me, in breve, è ciò: una scocciatura coercitiva volente o nolente indispensabile che di norma ti impegna sulle 40 ore a settimana per 40 anni e rotti.
Pertanto a mio parere l'unico obiettivo razionale è fare in modo di ridurre il più possibile la grevità di quelle ore, cercando di investire nello studio che, in un mondo ideale, è sia funzionale a una successiva professione sia come arricchimento personale nonché a una preservazione del fisico.
Questo non esclude affatto possa essere gradevole però pur di costrizione si tratta.
Collegandomi alla condivisa osservazione di balbysauro, credo che anche la persona più appassionata del suo lavoro non sia tutti i giorni così festosa di muovere il culo dal letto a tal proposito.
Invece ti propinano insegnamenti secondo cui il lavoro (qualsiasi sia) è sacro, ti rende necessariamente una persona migliore, successo, soldi (per poi non avere tempo e forze psicofisiche per spenderli e "goderli") e bla bla bla.
Non che ci volesse Palahniuk con tu non sei il tuo lavoro, tu non sei la quantità di soldi che hai in banca.
La maggior parte dell'esistenza (post formazione scolastica e universitaria) la trascorriamo a dormire e lavorare e con ciò comprendo anche il tempo che si occupa per raggiungere il luogo di lavoro.
Credo non sia granché sano né edificante e spero davvero che in un futuro più o meno lontano sia diverso sebbene tema l'esatto contrario.
Meno male che non siamo nati nelle culture che citava chiaky anche se, in tal caso, forse saremmo stati lobotomizzati da quella mentalità di devozione al Dio lavoro a mio avviso delirante parimenti a quella dei religiosi "tradizionali".
Per me, in breve, è ciò: una scocciatura coercitiva volente o nolente indispensabile che di norma ti impegna sulle 40 ore a settimana per 40 anni e rotti.
Pertanto a mio parere l'unico obiettivo razionale è fare in modo di ridurre il più possibile la grevità di quelle ore, cercando di investire nello studio che, in un mondo ideale, è sia funzionale a una successiva professione sia come arricchimento personale nonché a una preservazione del fisico.
Questo non esclude affatto possa essere gradevole però pur di costrizione si tratta.
Collegandomi alla condivisa osservazione di balbysauro, credo che anche la persona più appassionata del suo lavoro non sia tutti i giorni così festosa di muovere il culo dal letto a tal proposito.
Invece ti propinano insegnamenti secondo cui il lavoro (qualsiasi sia) è sacro, ti rende necessariamente una persona migliore, successo, soldi (per poi non avere tempo e forze psicofisiche per spenderli e "goderli") e bla bla bla.
Non che ci volesse Palahniuk con tu non sei il tuo lavoro, tu non sei la quantità di soldi che hai in banca.
La maggior parte dell'esistenza (post formazione scolastica e universitaria) la trascorriamo a dormire e lavorare e con ciò comprendo anche il tempo che si occupa per raggiungere il luogo di lavoro.
Credo non sia granché sano né edificante e spero davvero che in un futuro più o meno lontano sia diverso sebbene tema l'esatto contrario.
Meno male che non siamo nati nelle culture che citava chiaky anche se, in tal caso, forse saremmo stati lobotomizzati da quella mentalità di devozione al Dio lavoro a mio avviso delirante parimenti a quella dei religiosi "tradizionali".
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
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Re: E il lavoro dov'è?
Totalmente d'accordo, specie con le parti sottolineate in neretto.Monheim ha scritto:Giunti a questo punto, forse è bene definire cosa è il lavoro per noi al di là di forza×spostamento come ci insegna la fisica.
Per me, in breve, è ciò: una scocciatura coercitiva volente o nolente indispensabile che di norma ti impegna sulle 40 ore a settimana per 40 anni e rotti.
Pertanto a mio parere l'unico obiettivo razionale è fare in modo di ridurre il più possibile la grevità di quelle ore, cercando di investire nello studio che, in un mondo ideale, è sia funzionale a una successiva professione sia come arricchimento personale nonché a una preservazione del fisico.
Questo non esclude affatto possa essere gradevole però pur di costrizione si tratta.
Collegandomi alla condivisa osservazione di balbysauro, credo che anche la persona più appassionata del suo lavoro non sia tutti i giorni così festosa di muovere il culo dal letto a tal proposito.
Invece ti propinano insegnamenti secondo cui il lavoro (qualsiasi sia) è sacro, ti rende necessariamente una persona migliore, successo, soldi (per poi non avere tempo e forze psicofisiche per spenderli e "goderli") e bla bla bla.
Non che ci volesse Palahniuk con tu non sei il tuo lavoro, tu non sei la quantità di soldi che hai in banca.
La maggior parte dell'esistenza (post formazione scolastica e universitaria) la trascorriamo a dormire e lavorare e con ciò comprendo anche il tempo che si occupa per raggiungere il luogo di lavoro.
Credo non sia granché sano né edificante e spero davvero che in un futuro più o meno lontano sia diverso sebbene tema l'esatto contrario.
Meno male che non siamo nati nelle culture che citava chiaky anche se, in tal caso, forse saremmo stati lobotomizzati da quella mentalità di devozione al Dio lavoro a mio avviso delirante parimenti a quella dei religiosi "tradizionali".
Che fanno tornare a quanto dicevo sopra, il Lavoro (oggi) anche e sopratutto come Strumento di Controllo Sociale , più ancora che come necessario mezzo di sostentamento che è stato nelle culture antiche (e ancora è per molta gente).
Perchè a conti fatti è ridicolo, dopo decenni di meccanizzazione e tecnologia, che si vada avanti ancora con paradigmi come gli orari fissi di 6-10 ore ,sostenendoli anche in un epoca in cui la carenza di forza lavoro dovrebbe spingere a ridurre gli orari di lavoro e ad una maggiore rotazione .
Il lavoro dà sicuramente ,se ben fatto, dignità a chi lo esegue, il problema è che nella nostra mentalità (in Oriente non so) si considera quasi unicamente il lavoro che porta a Risultati o Visibilità . Ecco quindi la celebrazione del grande lavoro dei Borg, dei Nadal, dei Ferrer, che "Si sono meritati i loro soldi" ( come se gli altri no, va a capire) o che ne so, dei Ballerini , o scegliete voi. Del Lavoro di quasi tutti non frega nulla a nessuno, è dato come un qualcosa di scontato, di acquisito , Che fa notizia solo se si devia dalla giusta rotta (interventi medici sbagliati, e via esemplificando)anche se non porta o spesso non produce una beneamata Mazza (magari Valeria).
Il discorso di NK7 è condivisibile, anche senza grandi cifre si può vivere un esistenza più che dignitosa (a livelli di stress anche buona/ottima) ,i prezzi da pagare spesso sono un certo Ostracismo Sociale, specie in certe zone del Nord ((si cita spesso il Veneto, ma è lo stesso discorso per Piemonte, Valli Bresciane, e via esemplificando) che in quanto a mentalità sono poco distanti da Pittsburgh o Henry Ford chiaramente mancanza di relazioni ad ampio termine (anche ad avere i soldi se si è in due diventa davvero difficile, se non impossibile . Se si hanno entrambi TANTI soldi,beh, altro discorso ,ecco entrare in gioco il lavoro come Passatempo,etc etc.)
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
Non capisco cosa significhi "lavoro come strumento di controllo sociale", capisco le parole, non capisco il senso, controllati da chi? Il lavoro e' una condizione esistenziale, anche un leone nella savana deve "lavorare" in un certo senso se vuole sopravvivere, deve attuare strategie di caccia, spesso in accordo con altri membri del branco. Anche quando gli uomini primitivi erano "hunters gatherers" comunque lavoravano tutti i giorni, per cacciare e raccogliere cibo, per trovare o costruirsi un riparo, ecc. Si puo' discutere se nel mondo industrializzato si lavori troppo, quello si'. Curiosamente la catena di negozi di elettronica "Radio Shack" nacque nei primi anni '60 negli Stati Uniti con l'idea che gli americani avrebbero lavorato meno grazie al progresso tecnologico e avrebbero avuto piu' tempo libero da dedicare agli hobby. In realta' e' successo il contrario, le ore di lavoro medie sono cresciute costantemente per il lavoratore medio negli ultimi decenni. "Radio Shack" e' fallita qualche anno fa (ma la colpa e' piu' di Amazon) ma certo questa nuova era dominata dal tempo libero finora non c'e' stata, nonostante l'automazione.Johnny Rex ha scritto:Totalmente d'accordo, specie con le parti sottolineate in neretto.Monheim ha scritto:Giunti a questo punto, forse è bene definire cosa è il lavoro per noi al di là di forza×spostamento come ci insegna la fisica.
Per me, in breve, è ciò: una scocciatura coercitiva volente o nolente indispensabile che di norma ti impegna sulle 40 ore a settimana per 40 anni e rotti.
Pertanto a mio parere l'unico obiettivo razionale è fare in modo di ridurre il più possibile la grevità di quelle ore, cercando di investire nello studio che, in un mondo ideale, è sia funzionale a una successiva professione sia come arricchimento personale nonché a una preservazione del fisico.
Questo non esclude affatto possa essere gradevole però pur di costrizione si tratta.
Collegandomi alla condivisa osservazione di balbysauro, credo che anche la persona più appassionata del suo lavoro non sia tutti i giorni così festosa di muovere il culo dal letto a tal proposito.
Invece ti propinano insegnamenti secondo cui il lavoro (qualsiasi sia) è sacro, ti rende necessariamente una persona migliore, successo, soldi (per poi non avere tempo e forze psicofisiche per spenderli e "goderli") e bla bla bla.
Non che ci volesse Palahniuk con tu non sei il tuo lavoro, tu non sei la quantità di soldi che hai in banca.
La maggior parte dell'esistenza (post formazione scolastica e universitaria) la trascorriamo a dormire e lavorare e con ciò comprendo anche il tempo che si occupa per raggiungere il luogo di lavoro.
Credo non sia granché sano né edificante e spero davvero che in un futuro più o meno lontano sia diverso sebbene tema l'esatto contrario.
Meno male che non siamo nati nelle culture che citava chiaky anche se, in tal caso, forse saremmo stati lobotomizzati da quella mentalità di devozione al Dio lavoro a mio avviso delirante parimenti a quella dei religiosi "tradizionali".
Che fanno tornare a quanto dicevo sopra, il Lavoro (oggi) anche e sopratutto come Strumento di Controllo Sociale , più ancora che come necessario mezzo di sostentamento che è stato nelle culture antiche (e ancora è per molta gente).
Perchè a conti fatti è ridicolo, dopo decenni di meccanizzazione e tecnologia, che si vada avanti ancora con paradigmi come gli orari fissi di 6-10 ore ,sostenendoli anche in un epoca in cui la carenza di forza lavoro dovrebbe spingere a ridurre gli orari di lavoro e ad una maggiore rotazione .
Il lavoro dà sicuramente ,se ben fatto, dignità a chi lo esegue, il problema è che nella nostra mentalità (in Oriedeve nte non so) si considera quasi unicamente il lavoro che porta a Risultati o Visibilità . Ecco quindi la celebrazione del grande lavoro dei Borg, dei Nadal, dei Ferrer, che "Si sono meritati i loro soldi" ( come se gli altri no, va a capire) o che ne so, dei Ballerini , o scegliete voi. Del Lavoro di quasi tutti non frega nulla a nessuno, è dato come un qualcosa di scontato, di acquisito , Che fa notizia solo se si devia dalla giusta rotta (interventi medici sbagliati, e via esemplificando)anche se non porta o spesso non produce una beneamata Mazza (magari Valeria).
Il discorso di NK7 è condivisibile, anche senza grandi cifre si può vivere un esistenza più che dignitosa (a livelli di stress anche buona/ottima) ,i prezzi da pagare spesso sono un certo Ostracismo Sociale, specie in certe zone del Nord ((si cita spesso il Veneto, ma è lo stesso discorso per Piemonte, Valli Bresciane, e via esemplificando) che in quanto a mentalità sono poco distanti da Pittsburgh o Henry Ford chiaramente mancanza di relazioni ad ampio termine (anche ad avere i soldi se si è in due diventa davvero difficile, se non impossibile . Se si hanno entrambi TANTI soldi,beh, altro discorso ,ecco entrare in gioco il lavoro come Passatempo,etc etc.)
F.F.
Grazie alla tecnologia servira' meno lavoro in futuro, su questo non c'e' dubbio, ma non sono sicuro che sia una cosi' buona notizia: bisogna vedere se finiremo per lavorare tutti 8 ore la settimana o se lavoreranno solo in pochi - a tempo pieno e pagati moltissimo - e tutti gli altri faranno la fame. Careful what you wish for...
E non e' nemmeno vero che nella nostra mentalità si considera quasi unicamente il lavoro che porta a risultati o visibilità. A parte che non si lavora per fare bella figura con gli altri ma per se stessi, poi la visibilita' e' relativa, chi e' che conosce il nome del primario di chirurgia neurologica del Gemelli? Eppure e' di certo una persona di successo che fa un lavoro gratificante e che si e' sbattuto per decenni per arrivare dov'e', e che con il suo lavoro contribuisce a rendere la sanita' italiana una delle migliori del mondo. Poi dici:
Ma chi ha successo spesso se lo merita. Cosa vuoi, una celebrazione di chi non si e' mai impegnato in niente e a trent'anni finisce a friggere patatine da McDonalds?Ecco quindi la celebrazione del grande lavoro dei Borg, dei Nadal, dei Ferrer, che "Si sono meritati i loro soldi" ( come se gli alt, va a capire) o che ne so, dei Ballerini , o scegliete voi. Del Lavoro di quasi tutti non frega nulla a nessuno, è dato come un qualcosa di scontato, di acquisito
In questi anni c'e' una sempre maggiore acredine nei confronti di chi ha successo, e' alla base di gran parte della retorica dei 5 stelle (basta leggere i commenti agli articoli del Fatto Quotidiano). A me pare la Rivincita Dei Mediocri che non tollerano chi non si adegua alla loro mediocrita', che rinfaccia il successo a chi lo ottiene e che assume che il successo si ottenga o grazie a furbizia e illegalita' o comunque senza meriti.
Sul discorso di NK7, io condivido l'idea che ci sia una cultura malsana che porti a premiare chi ostenta la ricchezza, e anche lo spreco di ricchezza in cose che potrebbero non avere importanza, come vestiti firmati o auto di lusso, condivido la critica di chi pensa che "Avere e' essere".
Ma non mi convince il minimalismo spinto agli estremi, pur di non lavorare. Si puo' vivere con poco, vero, ma poi se succede qualcosa di imprevisto, se c'e' da spendere per un problema di salute, un incidente, un funerale, il trovarsi senza niente da parte non e' divertente. E poi nulla contro poter fare una vita molto dignitosa spendendo pochissimo, ma se e' una scelta, non se e' una costrizione dovuta alla mancanza di denaro. E' vero che se hai una casa di proprieta' vivi anche con 600 euro al mese, ma se non puoi regalarti un viaggio o un concerto o uno strumento musicale o qualunque altra cosa ti interessi e non sia quasi gratuita, mi sembra una vita vissuta con il freno a mano tirato.
Sono discorsi che puo' fare chi ha soldi da parte o comunque il culo parato, perche' se un giorno avesse davvero bisogno di denaro ha qualcuno a cui chiederlo. Ma non tutti sono in questa condizione.
Poi continui ad ignorare il fatto che lo stile di vita di non lavoro che tu proponi sia certamente deleterio per il paese in cui vivi. Anche maestri e professori lavorano a scuola, per dirne una, se non lo facessero rimarrebbero tutti analfabeti, ma tu dirai, o cosa serve conoscere l'alfabeto e la storia, tanto poi non si lavora, e si puo' andare al mare gratis...
Un paese dove la gente preferisce non lavorare e' destinato alla catastrofe economica non importa quanto avanzata sia l'automazione tecnologica.
Ultima modifica di uglygeek il gio giu 27, 2019 12:45 pm, modificato 2 volte in totale.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: E il lavoro dov'è?
Hai dati a supporto di questa tesi? Perché, da quel che ne so io, almeno nei paesi UE più industrializzati questa media si è ridotta.uglygeek ha scritto: In realta' e' successo il contrario, le ore di lavoro medie sono cresciute costantemente per il lavoratore medio negli ultimi decenni.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
(paoolino parafrasando Sciascia)
Re: E il lavoro dov'è?
Per gli Stati Uniti, vedi https://www.wsj.com/articles/radioshack ... 1423441817paoolino ha scritto:Hai dati a supporto di questa tesi? Perché, da quel che ne so io, almeno nei paesi UE più industrializzati questa media si è ridotta.uglygeek ha scritto: In realta' e' successo il contrario, le ore di lavoro medie sono cresciute costantemente per il lavoratore medio negli ultimi decenni.
It’s hard to believe this now, but according to “The Overworked American,” by Boston College professor of sociology Juliet Schor, in the 1950s the shrinking workweek meant universities sprouted departments of leisure studies, to figure out what Americans would soon be doing with their ever-expanding supply of free time.
Then, in about 1970, the trend reversed, and the workweek of the average American began to grow longer.In 1979 the average worker put in 1,687 hours a year, according to the Economic Policy Institute, and by 2007 that number was 1,868. The net difference, 181 hours a year, represents more than a month of extra work every year.
Vedi anche https://www.imdb.com/title/tt2215151/ di Robert Reich.
Oggi negli Stati Uniti molte persone, quelle piu' povere, hanno due o tre lavori. Ad esempio un ragazzo che mi serve il caffe' nel bar aziendale nei weekend lavora come cameriere per una catena di ristoranti. Spesso lavora sette giorni su sette. E negli Stati Uniti i giorni di ferie sono pochissimi, spesso non piu' di 10 l'anno, quando ci sono.
Nella UE non saprei.
Ultima modifica di uglygeek il gio giu 27, 2019 12:34 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?
Io penso che non si parli abbastanza del fatto che uno dei motivi per lavorare e per apprezzare il lavoro e' fare qualcosa per la societa' in cui viviamo. Ovviamente e' un meccanismo complesso.
Se viviamo in 4, con Tizio che procura il cibo, Caio la casa e Sempronio altri servizi, inclusi quelli medici, per dire, e io non faccio nulla e sfrutto tutto, probabilmente mi sento in colpa. Tizio e' probabilmente contento di procurarci il cibo e questo gli da' uno scopo nella vita. Se non c'e' piu' bisogno di lui questo scopo finisce. Il che non vuol dire che sara' infelice ma potrebbe succedere anche questo.
Io penso anche che al riguardo si parla troppo poco degli animali. Noi siamo animali, in fondo. La mia impressione e' che la maggioranza degli animali lavori molto poco e ozi davvero molto. Pero' ci sono anche diversi animali che lavorano molto. Ma l' impressione e' che noi siamo abbastanza innaturalmente poco propensi a stare senza far nulla, che sia lavorare, viaggiare, fare cose. Sarebbe interessante vedere da dove arriva tutto questo.
Se viviamo in 4, con Tizio che procura il cibo, Caio la casa e Sempronio altri servizi, inclusi quelli medici, per dire, e io non faccio nulla e sfrutto tutto, probabilmente mi sento in colpa. Tizio e' probabilmente contento di procurarci il cibo e questo gli da' uno scopo nella vita. Se non c'e' piu' bisogno di lui questo scopo finisce. Il che non vuol dire che sara' infelice ma potrebbe succedere anche questo.
Io penso anche che al riguardo si parla troppo poco degli animali. Noi siamo animali, in fondo. La mia impressione e' che la maggioranza degli animali lavori molto poco e ozi davvero molto. Pero' ci sono anche diversi animali che lavorano molto. Ma l' impressione e' che noi siamo abbastanza innaturalmente poco propensi a stare senza far nulla, che sia lavorare, viaggiare, fare cose. Sarebbe interessante vedere da dove arriva tutto questo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Quanto li amo...uglygeek ha scritto:E negli Stati Uniti i giorni di ferie sono pochissimi, spesso non piu' di 10 l'anno, quando ci sono.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: E il lavoro dov'è?
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Re: E il lavoro dov'è?
Mio fratello lavora da due anni negli USA, è soddisfatto, ma deve ammettere anche lui è difficile condividere una cultura secondo cui fare due lavori o lavorare sette giorni su sette risponde alla logica per cui, mi ha portato esempi reali, "l'anello di fidanzamento deve corrispondere a tre stipendi mensili" (l'anello di fidanzamento? esiste ancora?), "l'auto deve corrispondere a dieci stipendi mensili", e da quello si vede chi sei. No, thanks.
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Re: E il lavoro dov'è?
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Re: E il lavoro dov'è?
Anello di fidanzamento a ridosso del 2020? Dieci stipendi mensili per l'auto...?Zonker ha scritto:Mio fratello lavora da due anni negli USA, è soddisfatto, ma deve ammettere anche lui è difficile condividere una cultura secondo cui fare due lavori o lavorare sette giorni su sette risponde alla logica per cui, mi ha portato esempi reali, "l'anello di fidanzamento deve corrispondere a tre stipendi mensili" (l'anello di fidanzamento? esiste ancora?), "l'auto deve corrispondere a dieci stipendi mensili", e da quello si vede chi sei. No, thanks.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: E il lavoro dov'è?
Io vivo negli Stati Uniti e non ho la macchina, cosa penseranno di me?Zonker ha scritto:Mio fratello lavora da due anni negli USA, è soddisfatto, ma deve ammettere anche lui è difficile condividere una cultura secondo cui fare due lavori o lavorare sette giorni su sette risponde alla logica per cui, mi ha portato esempi reali, "l'anello di fidanzamento deve corrispondere a tre stipendi mensili" (l'anello di fidanzamento? esiste ancora?), "l'auto deve corrispondere a dieci stipendi mensili", e da quello si vede chi sei. No, thanks.
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Re: E il lavoro dov'è?
Negli USA tra 1970 e il 2018 si è passati da 1907 ore a 1786 ore
In Francia da 1993 a 1520
In Germania dal 1991 (primo dato disponibile) al 2018 da 1554 a 1363
In Italia dal 1995 (primo dato disponibile) al 2018 da 1856 a 1723
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Re: E il lavoro dov'è?
In Francia certo, hanno fatto una legge apposta. Ma negli USA non credo proprio, e' una opinione diffusa negli articoli degli economisti di sinistra che le ore di lavoro medie effettive per lavoratore siano aumentate. Forse perche' molti hanno piu' di un lavoro, o fanno molti piu' straordinari non saprei.paoolino ha scritto:Negli USA tra 1970 e il 2018 si è passati da 1907 ore a 1786 ore
Nel mio lavoro l'orario ufficiale e' 40 ore/settimana, in passato in Apple Steve Jobs distribuiva agli impiegati magliette con su stampato 105 h/w, indovina cosa voleva dire...
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Re: E il lavoro dov'è?
Io parlo con dati OCSE alla mano, gli economisti di sinistra non so.uglygeek ha scritto:Non credo proprio, e' una opinione diffusa negli articoli degli economisti di sinistra che le ore di lavoro medie per lavoratore siano aumentate. Forse perche' molti hanno piu' di un lavoro, non saprei.paoolino ha scritto:Negli USA tra 1970 e il 2018 si è passati da 1907 ore a 1786 ore
Comunque parliamo di un calo di poco più di 100 ore in un anno che sono due ore a settimana, quindi niente di che.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ripeto, non credo che i dati OCSE tengano conto delle ore effettivamente lavorate, considerando straordinari o lavori multipli. E' veramente opinione comune negli Stati Uniti che oggi si lavori molto piu' che 40 anni fa, quando oltretutto in genere lavorava solo una persona per famiglia.paoolino ha scritto:Io parlo con dati OCSE alla mano, gli economisti di sinistra non so.uglygeek ha scritto:Non credo proprio, e' una opinione diffusa negli articoli degli economisti di sinistra che le ore di lavoro medie per lavoratore siano aumentate. Forse perche' molti hanno piu' di un lavoro, non saprei.paoolino ha scritto:Negli USA tra 1970 e il 2018 si è passati da 1907 ore a 1786 ore
Comunque parliamo di un calo di poco più di 100 ore in un anno che sono due ore a settimana, quindi niente di che.
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Re: E il lavoro dov'è?
In parte ti sei già risposto, Strumento di Controllo Sociale perché Milioni di persone impegnate a sgobbare anche più del necessario ovviamente sono più stanche, più concentrate sulle loro esclusive problematiche ,meno propense a creare fastidi . E ovviamente implicitamente necessarie per la produzione di PIL e quindi sostegno e potenziamento dell'Economia Nazionale. Il Lavoro è in parte Necessità e in parte risponde a questi criteri di controllo sociostatale. Ci sono stati e ci sono casi in cui questo Lavoro ha senso, altri no (pensiamo anche all'Est Europa ,ad esempio).uglygeek ha scritto:Non capisco cosa significhi "lavoro come strumento di controllo sociale", capisco le parole, non capisco il senso, controllati da chi? Il lavoro e' una condizione esistenziale, anche un leone nella savana deve "lavorare" in un certo senso se vuole sopravvivere, deve attuare strategie di caccia, spesso in accordo con altri membri del branco. Anche quando gli uomini primitivi erano "hunters gatherers" comunque lavoravano tutti i giorni, per cacciare e raccogliere cibo, per trovare o costruirsi un riparo, ecc. Si puo' discutere se nel mondo industrializzato si lavori troppo, quello si'. Curiosamente la catena di negozi di elettronica "Radio Shack" nacque nei primi anni '60 negli Stati Uniti con l'idea che gli americani avrebbero lavorato meno grazie al progresso tecnologico e avrebbero avuto piu' tempo libero da dedicare agli hobby. In realta' e' successo il contrario, le ore di lavoro medie sono cresciute costantemente per il lavoratore medio negli ultimi decenni. "Radio Shack" e' fallita qualche anno fa (ma la colpa e' piu' di Amazon) ma certo questa nuova era dominata dal tempo libero finora non c'e' stata, nonostante l'automazione.
Grazie alla tecnologia servira' meno lavoro in futuro, su questo non c'e' dubbio, ma non sono sicuro che sia una cosi' buona notizia: bisogna vedere se finiremo per lavorare tutti 8 ore la settimana o se lavoreranno solo in pochi - a tempo pieno e pagati moltissimo - e tutti gli altri faranno la fame. Careful what you wish for...
Che le ore di lavoro medio siano cresciute negli ultimi decenni non lo so, ma non è quello il punto, è che sicuramente non si sono ridotte proporzionalmente alle migliorie tecnologiche, questo si può dirlo, penso, con ragionevole certezza.
E non e' nemmeno vero che nella nostra mentalità si considera quasi unicamente il lavoro che porta a risultati o visibilità. A parte che non si lavora per fare bella figura con gli altri ma per se stessi, poi la visibilita' e' relativa, chi e' che conosce il nome del primario di chirurgia neurologica del Gemelli? Eppure e' di certo una persona di successo che fa un lavoro gratificante e che si e' sbattuto per decenni per arrivare dov'e', e che con il suo lavoro contribuisce a rendere la sanita' italiana una delle migliori del mondo. Poi dici:Ma chi ha successo spesso se lo merita. Cosa vuoi, una celebrazione di chi non si e' mai impegnato in niente e a trent'anni finisce a friggere patatine da McDonalds?Ecco quindi la celebrazione del grande lavoro dei Borg, dei Nadal, dei Ferrer, che "Si sono meritati i loro soldi" ( come se gli alt, va a capire) o che ne so, dei Ballerini , o scegliete voi. Del Lavoro di quasi tutti non frega nulla a nessuno, è dato come un qualcosa di scontato, di acquisito
In questi anni c'e' una sempre maggiore acredine nei confronti di chi ha successo, e' alla base di gran parte della retorica dei 5 stelle (basta leggere i commenti agli articoli del Fatto Quotidiano). A me pare la Rivincita Dei Mediocri che non tollerano chi non si adegua alla loro mediocrita', che rinfaccia il successo a chi lo ottiene e che assume che il successo si ottenga o grazie a furbizia e illegalita' o comunque senza meriti.
Non faccio alcuna celebrazione della cultura della mediocrità. Chi persegue una sua etica del Lavoro merita il massimo del rispetto ,a maggior avviso per me (a differenza di quanto pensano molti) soprattutto se ha svolto mansioni spesso ripetitive e difficili senza avere visibilità. Penso aInfermieri, Assistenti sociali, chi ha a che fare con casi quotidiani di follia, degradazione o povertà ,e nessuno posterà mai su Instagram i loro allenamenti . La Storia della Giuliani, Portiere della Nazionale di Calcio femminile, che per mantenersi a giocare in una squadra tedesca si alzava a fare il Pane alle 04.00 è solo positiva, ci mostra quanto può fare una motivazione sana e positiva .
Io non sono contro l'Etica del Lavoro, sono contro Il Mito del Lavoro , è cosa diversa.
Amo' col proporre il Non Lavoro.Poi continui ad ignorare il fatto che lo stile di vita di non lavoro che tu proponi sia certamente deleterio per il paese in cui vivi. Anche maestri e professori lavorano a scuola, per dirne una, se non lo facessero rimarrebbero tutti analfabeti, ma tu dirai, o cosa serve conoscere l'alfabeto e la storia, tanto poi non si lavora, e si puo' andare al mare gratis...
Un paese dove la gente preferisce non lavorare e' destinato alla catastrofe economica non importa quanto avanzata sia l'automazione tecnologica.
Io (e NK7) ci limitiamo a sottolineare come sia possibile vivere e a volte anche bene, nei limiti, senza stipendi eccezionali. Se ci sono servizi gratuiti che funzionano, perchè non profittarne? se i servizi pubblici funzionano in una città, perchè prendere sempre l'auto?
Che poi è la versione diciamo più uan Soft di una realtà in cui strovano spesso forzatamente a vivere decine di migliaja di persone che non hanno i requisiti o altro per il mondo del lavoro attuale ,e non certo o principalmente per scelta di vita .
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
Bisogna vedere anche che rapporto hanno con gli straordinari. Ci sono paesi che hanno un numero di ore del tutto normale (quelli asiatici appunto), solo che la gente poi si fa ore e ore di straordinari, spesso non pagati, per propria volontà.
Non so in America come funzioni questa cosa.
Qui appena finito l'orario la gente letteralmente fugge a gambe levate. Nessuno si sognerebbe di fare straordinari, men che meno non pagati. In alcuni paesi invece è normale, e quindi alle ore classiche si devono aggiungere quelle degli straordinari (senza contare che in molti paesi è d'uso comune anche andare a bere e mangiare col capo dopo il lavoro..in pratica non staccano mai).
Non so in America come funzioni questa cosa.
Qui appena finito l'orario la gente letteralmente fugge a gambe levate. Nessuno si sognerebbe di fare straordinari, men che meno non pagati. In alcuni paesi invece è normale, e quindi alle ore classiche si devono aggiungere quelle degli straordinari (senza contare che in molti paesi è d'uso comune anche andare a bere e mangiare col capo dopo il lavoro..in pratica non staccano mai).
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Re: E il lavoro dov'è?
Il dato ocse è costruito prendendo il monte ore lavorate e diviso per la popolazione attiva. Per cui che uno svolga 1, 2 o più lavori non conta. Vale sempre 1 a denominatore anche se fa tre lavoriuglygeek ha scritto: Ripeto, non credo che i dati OCSE tengano conto delle ore effettivamente lavorate, considerando straordinari o lavori multipli. E' veramente opinione comune negli Stati Uniti che oggi si lavori molto piu' che 40 anni fa, quando oltretutto in genere lavorava solo una persona per famiglia.
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Re: E il lavoro dov'è?
gli straordinari sono proprio il male (a meno che non siano appunto straordinari). Fare gli straordinari dovrebbe essere come mettere la sirena per far passare un malato grave. Se lo fai ogni tanto, quando e' grave, e' giustissimo. Se lo fai sempre e' un reato.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ovviamente quello che può far sballare il dato ocse è l’eventuale impatto di lavoro in nero.
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Re: E il lavoro dov'è?
Si, per la nostra mentalità di pigroni cronici. Ma non per quella di tanti altri paesi evidentemente.Nickognito ha scritto:gli straordinari sono proprio il male (a meno che non siano appunto straordinari). Fare gli straordinari dovrebbe essere come mettere la sirena per far passare un malato grave. Se lo fai ogni tanto, quando e' grave, e' giustissimo. Se lo fai sempre e' un reato.
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Re: E il lavoro dov'è?
Nei primi anni '90 i programmatori in un certo progetto lavoravano dalle 6 di mattina a notte fonda, sette giorni la settimana, e spesso si portavano il sacco a pelo in ufficio per dormire li'. Ogni tanto tornavano a casa per fare una doccia. Questo per piu' di un anno. Vedi https://cs.stanford.edu/people/eroberts ... story.html, https://www.amazon.com/Show-Stopper-Bre ... 0029356717chiaky ha scritto:Bisogna vedere anche che rapporto hanno con gli straordinari. Ci sono paesi che hanno un numero di ore del tutto normale (quelli asiatici appunto), solo che la gente poi si fa ore e ore di straordinari, spesso non pagati, per propria volontà.
Non so in America come funzioni questa cosa.
Qui appena finito l'orario la gente letteralmente fugge a gambe levate. Nessuno si sognerebbe di fare straordinari, men che meno non pagati. In alcuni paesi invece è normale, e quindi alle ore classiche si devono aggiungere quelle degli straordinari (senza contare che in molti paesi è d'uso comune anche andare a bere e mangiare col capo dopo il lavoro..in pratica non staccano mai).
Adesso, questo e' un caso estremo e non succede davvero piu', ma negli Stati Uniti in certi lavori (medici, avvocati) e' normale fare straordinari, quasi sempre non pagati.
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Re: E il lavoro dov'è?
Non c'entra nulla la pigrizia. Io posso fare un contratto per lavorare 16 ore al giorno e uno fare gli straordinari lavorandone 10. E' proprio il concetto, se lo straordinario serve sempre non e' straordinario, va incluso nel contratto. Questo indipendentemente da quanto lavori.chiaky ha scritto:Si, per la nostra mentalità di pigroni cronici. Ma non per quella di tanti altri paesi evidentemente.Nickognito ha scritto:gli straordinari sono proprio il male (a meno che non siano appunto straordinari). Fare gli straordinari dovrebbe essere come mettere la sirena per far passare un malato grave. Se lo fai ogni tanto, quando e' grave, e' giustissimo. Se lo fai sempre e' un reato.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ma controllo di chi? Non c'e' una spectre che controlla le politiche economiche del mondo, la gente vuole lavorare perche' vuole guadagnare di piu', vivere meglio, dare piu' possibilita' e mezzi ai propri figli, fa parte della natura umana. E questo e' un bene, perche' porta a inventare, costruire, commerciare, far salire il PIL come dici e alla fine far vivere meglio tutti. Gli esempi dei paesi comunisti mostrano come al contrario ostacolare questa natura umana non funzioni e porti al disastro economico.Johnny Rex ha scritto: In parte ti sei già risposto, Strumento di Controllo Sociale perché Milioni di persone impegnate a sgobbare anche più del necessario ovviamente sono più stanche, più concentrate sulle loro esclusive problematiche ,meno propense a creare fastidi . E ovviamente implicitamente necessarie per la produzione di PIL e quindi sostegno e potenziamento dell'Economia Nazionale. Il Lavoro è in parte Necessità e in parte risponde a questi criteri di controllo sociostatale
Ma servizi gratuiti che funzionano come, finanziati dai soldi di chi, se tutti lavorassero il minimo indispensabile?
Io (e NK7) ci limitiamo a sottolineare come sia possibile vivere e a volte anche bene, nei limiti, senza stipendi eccezionali. Se ci sono servizi gratuiti che funzionano, perchè non profittarne? se i servizi pubblici funzionano in una città, perchè prendere sempre l'auto?
Che poi è la versione diciamo più uan Soft di una realtà in cui strovano spesso forzatamente a vivere decine di migliaja di persone che non hanno i requisiti o altro per il mondo del lavoro attuale ,e non certo o principalmente per scelta di vita .
Poi si', in futuro se l'automazione davvero prendera' il sopravvento, si dovranno trovare nuovi meccanismi di redistribuzione delle risorse e del lavoro. Ma io alla prospettiva di milioni di persone inoccupate e foraggiate in qualche modo dallo stato per non lavorare e vivere con pochi soldi ma tantissimo tempo libero credo poco. O almeno, mi pare una distopia.
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Re: E il lavoro dov'è?
Si, ma stavo dicendo che ci sono paesi (USA; Asia e altro) dove lo straordinario è addirittura volontario. Pensa te la differenza di mentalità.Nickognito ha scritto:Non c'entra nulla la pigrizia. Io posso fare un contratto per lavorare 16 ore al giorno e uno fare gli straordinari lavorandone 10. E' proprio il concetto, se lo straordinario serve sempre non e' straordinario, va incluso nel contratto. Questo indipendentemente da quanto lavori.chiaky ha scritto:Si, per la nostra mentalità di pigroni cronici. Ma non per quella di tanti altri paesi evidentemente.Nickognito ha scritto:gli straordinari sono proprio il male (a meno che non siano appunto straordinari). Fare gli straordinari dovrebbe essere come mettere la sirena per far passare un malato grave. Se lo fai ogni tanto, quando e' grave, e' giustissimo. Se lo fai sempre e' un reato.
Volontario e non pagato.
Sono paesi in cui finire il proprio lavoro è considerato un servizio per il proprio paese e direi, un onore personale.
Come sempre in medio stat virtus, tra l'andare a lavorare scazzati e sperando solo che l'orario di fine arrivi alla svelta e l'immolazione ci vorrebbe una bella via di mezzo.
Girando il mondo, all'estero l'italiano è visto come uno che non ha voglia di lavorare, papale papale.
Non so dargli torto.
Io, se potessi, non mi muoverei dal letto-divano. Il fatto poi che, invece, mi sono sempre fatto il culo quadro, credo sia solo una fuga in avanti dovuta al fatto che ho avuto la fortuna di trasformare i miei hobby nel mio lavoro, perchè altrimenti addio....
Ora poi, con sto caldo, fosse per me farei un bel letargo estivo come le tartarughe, altro che lavoro...
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Re: E il lavoro dov'è?
Beh, non c'è una setta segreta che controlla il mondo tramite il lavoro ma è innegabile che un certo stile di vita sia 'imposto' dalla società occidentale.
Lavorare per comprare suv, vestiti e altre cose che ci vengono fatte credere indispensabili per vivere bene.
Lavorare per comprare suv, vestiti e altre cose che ci vengono fatte credere indispensabili per vivere bene.
Re: E il lavoro dov'è?
Ma deve essere straordinario, appunto.chiaky ha scritto:Si, ma stavo dicendo che ci sono paesi (USA; Asia e altro) dove lo straordinario è addirittura volontario. Pensa te la differenza di mentalità.Nickognito ha scritto:Non c'entra nulla la pigrizia. Io posso fare un contratto per lavorare 16 ore al giorno e uno fare gli straordinari lavorandone 10. E' proprio il concetto, se lo straordinario serve sempre non e' straordinario, va incluso nel contratto. Questo indipendentemente da quanto lavori.chiaky ha scritto: Si, per la nostra mentalità di pigroni cronici. Ma non per quella di tanti altri paesi evidentemente.
Volontario e non pagato.
Sono paesi in cui finire il proprio lavoro è considerato un servizio per il proprio paese e direi, un onore personale.
Come sempre in medio stat virtus, tra l'andare a lavorare scazzati e sperando solo che l'orario di fine arrivi alla svelta e l'immolazione ci vorrebbe una bella via di mezzo.
Girando il mondo, all'estero l'italiano è visto come uno che non ha voglia di lavorare, papale papale.
Non so dargli torto.
Io, se potessi, non mi muoverei dal letto-divano. Il fatto poi che, invece, mi sono sempre fatto il culo quadro, credo sia solo una fuga in avanti dovuta al fatto che ho avuto la fortuna di trasformare i miei hobby nel mio lavoro, perchè altrimenti addio....
Ora poi, con sto caldo, fosse per me farei un bel letargo estivo come le tartarughe, altro che lavoro...
Sennò diventa ordinario per definizione, e andrebbe regolamentato.
Nickognito ha perfettamente ragione.
Re: E il lavoro dov'è?
Ma sono perfettamente d'accordo, lo dice il nome stesso "straordinario".fabio86 ha scritto:Ma deve essere straordinario, appunto.chiaky ha scritto:Si, ma stavo dicendo che ci sono paesi (USA; Asia e altro) dove lo straordinario è addirittura volontario. Pensa te la differenza di mentalità.Nickognito ha scritto:
Non c'entra nulla la pigrizia. Io posso fare un contratto per lavorare 16 ore al giorno e uno fare gli straordinari lavorandone 10. E' proprio il concetto, se lo straordinario serve sempre non e' straordinario, va incluso nel contratto. Questo indipendentemente da quanto lavori.
Volontario e non pagato.
Sono paesi in cui finire il proprio lavoro è considerato un servizio per il proprio paese e direi, un onore personale.
Come sempre in medio stat virtus, tra l'andare a lavorare scazzati e sperando solo che l'orario di fine arrivi alla svelta e l'immolazione ci vorrebbe una bella via di mezzo.
Girando il mondo, all'estero l'italiano è visto come uno che non ha voglia di lavorare, papale papale.
Non so dargli torto.
Io, se potessi, non mi muoverei dal letto-divano. Il fatto poi che, invece, mi sono sempre fatto il culo quadro, credo sia solo una fuga in avanti dovuta al fatto che ho avuto la fortuna di trasformare i miei hobby nel mio lavoro, perchè altrimenti addio....
Ora poi, con sto caldo, fosse per me farei un bel letargo estivo come le tartarughe, altro che lavoro...
Sennò diventa ordinario per definizione, e andrebbe regolamentato.
Nickognito ha perfettamente ragione.
Però dicevo solo che in alcuni paesi è volontario ed è quasi giornaliero e per loro è normale così...
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Re: E il lavoro dov'è?
Probabilmente considerano straordinario solo l'orario e non il fatto di farlo ogni tanto.
Lo fanno quasi sempre ma va in orario extra quindi straordinario.
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