alcol ha scritto:problema di scarsa "presa" su un forum tendenzialmente di "abitanti del nord" con titolo di studio medio-alto, se non addirittura alto.
In questo scenario il lavoro c'è, pena per alcuni il fatto di doversi temporaneamente adattare (es:un anno da commessa); il problema, ahimè, è spesso la voglia; ci metto anche una buona dose di sopravvalutazione di sè, concordo con gios sulla problematica della scelta del corso di studi, infine (visto dalla parte di chi assume) una nota di dispiacere per le (ormai poche) ragazze che non hanno nella testa l'idea "lavoro tre mesi, mi metto in maternità anticipata+aspettativa etc, torno, lavoro 3 mesi e mi rimetto in maternità anticipata", piaga ormai assai diffusa e di cui il sottoscritto è arrivato recentemente alla seconda tragica esperienza in 4 anni (ma questo meriterebbe un topic a parte del tipo "E il lavoratore dov'è?", che ispirerebbe ai più poca simpatia, nonchè poche riflessioni socio-politiche e molte risse verbali)
E il lavoro dov'è?
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Re: E il lavoro dov'è?
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Re: E il lavoro dov'è?
Bah, penso che lo sanno tutti che c'è un "problema dello sfruttamento della maternità".alcol ha scritto:problema di scarsa "presa" su un forum tendenzialmente di "abitanti del nord" con titolo di studio medio-alto, se non addirittura alto.
In questo scenario il lavoro c'è, pena per alcuni il fatto di doversi temporaneamente adattare (es:un anno da commessa); il problema, ahimè, è spesso la voglia; ci metto anche una buona dose di sopravvalutazione di sè, concordo con gios sulla problematica della scelta del corso di studi, infine (visto dalla parte di chi assume) una nota di dispiacere per le (ormai poche) ragazze che non hanno nella testa l'idea "lavoro tre mesi, mi metto in maternità anticipata+aspettativa etc, torno, lavoro 3 mesi e mi rimetto in maternità anticipata", piaga ormai assai diffusa e di cui il sottoscritto è arrivato recentemente alla seconda tragica esperienza in 4 anni (ma questo meriterebbe un topic a parte del tipo "E il lavoratore dov'è?", che ispirerebbe ai più poca simpatia, nonchè poche riflessioni socio-politiche e molte risse verbali)
Io stesso ho a che fare con queste problematiche, e in genere non è bello tenere 2-3 persone su un unico posto di lavoro.
Secondo me ne uscirebbe una discussione interessante.
Certo, se poi il titolo di studio medio-alto ti porta a conclusioni del tipo "A Falcade il lavoro c'è" allora forse qualcosa non va.
Re: E il lavoro dov'è?
White, se proprio non vuoi arrivarci, non c'arrivi, ehwhiterussian ha scritto:Certo, se poi il titolo di studio medio-alto ti porta a conclusioni del tipo "A Falcade il lavoro c'è" allora forse qualcosa non va.
Ultima modifica di Gios il mer nov 03, 2010 9:24 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?
Il mio titolo di studio è basso, in più sono calabrese!Gios ha scritto:White, se proprio non vuoi arrivarci, non c'arrivi, ehwhiterussian ha scritto:Certo, se poi il titolo di studio medio-alto ti porta a conclusioni del tipo "A Falcade il lavoro c'è" allora forse qualcosa non va.
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Re: E il lavoro dov'è?
e cerca di stare un po' piu' attento!alcol ha scritto: maternita'...piaga ormai assai diffusa e di cui il sottoscritto è arrivato recentemente alla seconda tragica esperienza in 4 anni
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Re: E il lavoro dov'è?
Mah.alcol ha scritto:problema di scarsa "presa" su un forum tendenzialmente di "abitanti del nord" con titolo di studio medio-alto, se non addirittura alto.
Il precariato universale dei laureati (plurilaureati, dottorati, iperdottorati. In una parola, bruttina bene: cognitariato), ad esempio, è per definizione un problema di chi ha titolo di studio medio-alto e, se anche effettivamente riguarda maggiormente, credo, il sud, non è certo assente nel centro-nord.
In ogni caso con questo discorso giossano della 'autosopravvalutazione', il problema, beh, tende a dissolversi.
Non intendo negare questa componente psicologica, che esiste effettivamente. Ma non mi pare una base sensata per un discorso serio su un problema socio-economico come quello della disoccupazione e (soprattutto, forse) della sottoccupazione.
Insomma, per fare un esempio banale, se dobbiamo decidere quanta parte della spesa pubblica dedicare a Università e Ricerca, valutando gli effetti sull'occupazione di laureati/dottorati/ricercatori che ne conseguirebbero, non mi pare si possa partire dalle ipotesi sociopsicologica un po' da bar del paese (quello dei vecchietti, però, che lavoravano duro la terra al tempo che fu) che 'sti giovani oggi non hanno voglia di far niente e si sono montati la testa e con tutti quei libri non si 'adattano' più a fare la commessa (e il commesso, direi, per pari non-opportunità) 'per un anno'.
Troppo aspro? Troppo parziale?
Può essere, ma ognuno tende naturalmente ad amplificare certi fanomeni più vicini alla propria esperienza diretta e indiretta.
Per Alcol evidentemente le femmine che 'giocano' con la maternità, per me quella mezza dozzina di amici colti, brillanti e capaci che s'arrabattano come possono nell'inferno del cognitariato italiota.
L'altra mezza dozzina, ovviamente, è all'estero.
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Re: E il lavoro dov'è?
e al gioco della maternità aggiungerei (vedo e rilancio!) il fatto che siamo pieni di dottorandi che nessuno sa su cosa stiano "dottorando"...
ormai io che sono solo laureato faccio ridere, non ho mai dottorato in niente!
purtroppo tutte le realtà sono vere, dai colti e brillanti in difficoltà ai fagnani che non lavorano per meno di 3 mila euri mese per 5 ore massimo al giorno ("devo avere un po' di tempo per me" è una frase che sento spesso)
diciamo che in un contesto in cui ti devi sbattere più di prima per affermarti, molti hanno invece maturato un'abitudine al far niente o a rifiutare ogni cosa perchè "non degna" che diventa preoccupante...
ormai io che sono solo laureato faccio ridere, non ho mai dottorato in niente!
purtroppo tutte le realtà sono vere, dai colti e brillanti in difficoltà ai fagnani che non lavorano per meno di 3 mila euri mese per 5 ore massimo al giorno ("devo avere un po' di tempo per me" è una frase che sento spesso)
diciamo che in un contesto in cui ti devi sbattere più di prima per affermarti, molti hanno invece maturato un'abitudine al far niente o a rifiutare ogni cosa perchè "non degna" che diventa preoccupante...
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Re: E il lavoro dov'è?
Oh bbeh, io ho laurea in lingue straniere e adesso faccio l' agente di commercio
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: E il lavoro dov'è?
Beh, cosa pretendevi perché?Ombra84 ha scritto:Oh bbeh, io ho laurea in lingue straniere e adesso faccio l' agente di commercio
Ombra autosopravvalutato.
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Re: E il lavoro dov'è?
però dichiaro anche come partecipante all' azienda familiare.BackhandWinner ha scritto:Beh, cosa pretendevi perché?Ombra84 ha scritto:Oh bbeh, io ho laurea in lingue straniere e adesso faccio l' agente di commercio
Ombra autosopravvalutato.
Ombra sovraimpiegato , semmai
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: E il lavoro dov'è?
Per lingue straniere intendi il napoletano o l'italiano?Ombra84 ha scritto:Oh bbeh, io ho laurea in lingue straniere e adesso faccio l' agente di commercio
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: E il lavoro dov'è?
farfallinoPINDARO ha scritto:Per lingue straniere intendi il napoletano o l'italiano?Ombra84 ha scritto:Oh bbeh, io ho laurea in lingue straniere e adesso faccio l' agente di commercio
Chifi mifi ifinsefegnafa afa pafarlafarefe lafa lifingufuafa fafarfafallifinafa?
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: E il lavoro dov'è?
ehefeh
iofo lofo pafarlofo befenifissifimofo, mafa sofonofo difisofoccufupafatofo!
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Questo sembra essere un problema solo in Italia. In Italia quando si assume una ragazza il datore si aspetta (e spesso lo dice apertamente) che essa non faccia figli per almeno una decina d'anni. Dopo una decina d'anni, al primo figlio, magari si passa anche sopra il terribile affronto.alcol ha scritto:problema di scarsa "presa" su un forum tendenzialmente di "abitanti del nord" con titolo di studio medio-alto, se non addirittura alto.
In questo scenario il lavoro c'è, pena per alcuni il fatto di doversi temporaneamente adattare (es:un anno da commessa); il problema, ahimè, è spesso la voglia; ci metto anche una buona dose di sopravvalutazione di sè, concordo con gios sulla problematica della scelta del corso di studi, infine (visto dalla parte di chi assume) una nota di dispiacere per le (ormai poche) ragazze che non hanno nella testa l'idea "lavoro tre mesi, mi metto in maternità anticipata+aspettativa etc, torno, lavoro 3 mesi e mi rimetto in maternità anticipata", piaga ormai assai diffusa e di cui il sottoscritto è arrivato recentemente alla seconda tragica esperienza in 4 anni (ma questo meriterebbe un topic a parte del tipo "E il lavoratore dov'è?", che ispirerebbe ai più poca simpatia, nonchè poche riflessioni socio-politiche e molte risse verbali)
All'estero, almeno nelle aziende dove ho lavorato, e' naturale che una giovane donna rimanga incinta e smetta di lavorare per un po'. Si assume un sostituto e amen.
Non so se e' un problema di leggi o culturale, ma come si puo' pretendere che una lavoratrice non faccia figli?
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
Re: E il lavoro dov'è?
Ugly, vorrei sapere com'è strutturata la tutela della maternità all'estero. So che tu hai vissuto in Irlanda.
Mettiamoci nei panni del piccolo imprenditore con l'azienda di 10-20 dipendenti.
Un conto è sostituire l'operaia tramite Adecco, Manpower ecc... Un altro è rimpiazzare l'impiegata ultra 35 enne addetta alla contabilità che resta incinta e spesso, a ragione o a torto, ottiene l'astensione anticipata, poi i 5 mesi di obbligatoria e infine il congedo parentale per 6 mesi di fila. Sono situazioni che la piccola impresa, che è poi l'ossatura produttiva dell'Italia, fatica a sostenere.
Capisco quello che dice Alcol.
Mettiamoci nei panni del piccolo imprenditore con l'azienda di 10-20 dipendenti.
Un conto è sostituire l'operaia tramite Adecco, Manpower ecc... Un altro è rimpiazzare l'impiegata ultra 35 enne addetta alla contabilità che resta incinta e spesso, a ragione o a torto, ottiene l'astensione anticipata, poi i 5 mesi di obbligatoria e infine il congedo parentale per 6 mesi di fila. Sono situazioni che la piccola impresa, che è poi l'ossatura produttiva dell'Italia, fatica a sostenere.
Capisco quello che dice Alcol.
Ultima modifica di rob il mer nov 03, 2010 1:28 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?
L'unico lavoro della donna dovrebbe essere quello davanti al focolare coi pargoli attorno.
Stiamo davvero esagerando.
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: E il lavoro dov'è?
ho amiche e alcune conoscenti alle quali è successo di essere più o meno "velatamente" minacciate dal datore di lavoro di non rimanere incinte breve.uglygeek ha scritto:Questo sembra essere un problema solo in Italia. In Italia quando si assume una ragazza il datore si aspetta (e spesso lo dice apertamente) che essa non faccia figli per almeno una decina d'anni. Dopo una decina d'anni, al primo figlio, magari si passa anche sopra il terribile affronto.
All'estero, almeno nelle aziende dove ho lavorato, e' naturale che una giovane donna rimanga incinta e smetta di lavorare per un po'. Si assume un sostituto e amen.
Non so se e' un problema di leggi o culturale, ma come si puo' pretendere che una lavoratrice non faccia figli?
E questo anche all'interno di grossi colossi bancari e aziende di medio-alto livello.
Poi però non ci si lamenti che l'Italia invecchia e si fanno pochi figli e troppo tardi
Re: E il lavoro dov'è?
D'accordo in toto. Leggere che aziende di dimensioni medie si comportano come la microzienda familiare è avvilente.babaoriley80 ha scritto:
Poi però non ci si lamenti che l'Italia invecchia e si fanno pochi figli e troppo tardi
Re: E il lavoro dov'è?
Siete OT.babaoriley80 ha scritto:ho amiche e alcune conoscenti alle quali è successo di essere più o meno "velatamente" minacciate dal datore di lavoro di non rimanere incinte breve.uglygeek ha scritto:Questo sembra essere un problema solo in Italia. In Italia quando si assume una ragazza il datore si aspetta (e spesso lo dice apertamente) che essa non faccia figli per almeno una decina d'anni. Dopo una decina d'anni, al primo figlio, magari si passa anche sopra il terribile affronto.
All'estero, almeno nelle aziende dove ho lavorato, e' naturale che una giovane donna rimanga incinta e smetta di lavorare per un po'. Si assume un sostituto e amen.
Non so se e' un problema di leggi o culturale, ma come si puo' pretendere che una lavoratrice non faccia figli?
E questo anche all'interno di grossi colossi bancari e aziende di medio-alto livello.
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Re: E il lavoro dov'è?
rob mi puo' correggere, ma credo che in caso di maternita', l ameta' della quota e' pagat adalla ditta e meta' dall'inps.
per uan piccola azienda sono guai, soprattutto se, come sucesso, si fa assumere gia' in attesa e dopo un mese va in maternita', per licenziarsi al momento del rientro.
un altro caso e' stato un ospedale al sud, dove, con carenze di infermiere, tutte le ragazze in attesa si facevano assumere giusto per il periodo di maternita' e il reparto (fece notizia) perche' dovette chiudere con non so quante invermiere in maternita'.
questa e' uan discriminante per le donne, perche' l'umo viene favorito. ho visto (credo Presa Diretta) dove in svezia, l'uomo aveva un periodo di alcuni mesi di congedo per paternita' OBBLIGATORIO, azzerando o quasi lo svantaggio nell'assumere una donna. risultato, vera partita' tra i sessi e aumento delle nascite.
naturalmente accompagnato da una disponibilita' al 100% di asili nido e tutto il supporto sociale necessario.
per uan piccola azienda sono guai, soprattutto se, come sucesso, si fa assumere gia' in attesa e dopo un mese va in maternita', per licenziarsi al momento del rientro.
un altro caso e' stato un ospedale al sud, dove, con carenze di infermiere, tutte le ragazze in attesa si facevano assumere giusto per il periodo di maternita' e il reparto (fece notizia) perche' dovette chiudere con non so quante invermiere in maternita'.
questa e' uan discriminante per le donne, perche' l'umo viene favorito. ho visto (credo Presa Diretta) dove in svezia, l'uomo aveva un periodo di alcuni mesi di congedo per paternita' OBBLIGATORIO, azzerando o quasi lo svantaggio nell'assumere una donna. risultato, vera partita' tra i sessi e aumento delle nascite.
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Re: E il lavoro dov'è?
rob ha scritto:D'accordo in toto. Leggere che aziende di dimensioni medie si comportano come la microazienda familiare è avvilente.babaoriley80 ha scritto:
Poi però non ci si lamenti che l'Italia invecchia e si fanno pochi figli e troppo tardi
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Re: E il lavoro dov'è?
Non lo so esattamente come funzioni la tutela della maternita' in Irlanda, o qui in Svizzera, ma di certo si vedono passeggini dappertutto.rob ha scritto:Ugly, vorrei sapere com'è strutturata la tutela della maternità all'estero. So che tu hai vissuto in Irlanda.
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Un conto è sostituire l'operaia tramite Adecco, Manpower ecc... Un altro è rimpiazzare l'impiegata ultra 35 enne addetta alla contabilità che resta incinta e spesso, a ragione o a torto, ottiene l'astensione anticipata, poi i 5 mesi di obbligatoria e infine il congedo parentale per 6 mesi di fila. Sono situazioni che la piccola impresa, che è poi l'ossatura produttiva dell'Italia, fatica a sostenere.
Capisco quello che dice Alcol.
Ma rileggi bene quello che hai scritto... ma se l'impiegata che non puoi rimpiazzare ha gia' 35 anni, ma allora i figli se non li fa subito quando li fa? Quando ne ha 40 e va in menopausa? Cosa deve fare, rinunciare a procreare solo perche' lavora in una piccola azienda? Ma stiamo scherzando?
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Re: E il lavoro dov'è?
Grazie, ma, prima di postare rileggo e soprattutto non scherzo...Mi spiego nuovamente: non ho detto che l'impiegata 35enne deve rinunciare ai figli, mi sono semplicemente messo nei panni del piccolo imprenditore che si trova di fronte ad una figura professionale importante che manca dalla sua azienda per 17-18 mesi conteggiando la gravidanza a rischio ( eh sì Ugly è praticamente generalizzata per le donne over 35 te lo posso dire con cognizione di causa).uglygeek ha scritto:Non lo so esattamente come funzioni la tutela della maternita' in Irlanda, o qui in Svizzera, ma di certo si vedono passeggini dappertutto.rob ha scritto:Ugly, vorrei sapere com'è strutturata la tutela della maternità all'estero. So che tu hai vissuto in Irlanda.
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Un conto è sostituire l'operaia tramite Adecco, Manpower ecc... Un altro è rimpiazzare l'impiegata ultra 35 enne addetta alla contabilità che resta incinta e spesso, a ragione o a torto, ottiene l'astensione anticipata, poi i 5 mesi di obbligatoria e infine il congedo parentale per 6 mesi di fila. Sono situazioni che la piccola impresa, che è poi l'ossatura produttiva dell'Italia, fatica a sostenere.
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Ma rileggi bene quello che hai scritto... ma se l'impiegata che non puoi rimpiazzare ha gia' 35 anni, ma allora i figli se non li fa subito quando li fa? Quando ne ha 40 e va in menopausa? Cosa deve fare, rinunciare a procreare solo perche' lavora in una piccola azienda? Ma stiamo scherzando?
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Re: E il lavoro dov'è?
Conclusione (parziale): La piccola/piccolissima impresa, al di là della solita retorica italiana a sua sempiterna lode ed esaltazione, ha dei problemi seri, strutturali.rob ha scritto:Grazie, ma, prima di postare rileggo e soprattutto non scherzo...Mi spiego nuovamente: non ho detto che l'impiegata 35enne deve rinunciare ai figli, mi sono semplicemente messo nei panni del piccolo imprenditore che si trova di fronte ad una figura professionale importante che manca dalla sua azienda per 17-18 mesi conteggiando la gravidanza a rischio ( eh sì Ugly è praticamente generalizzata per le donne over 35 te lo posso dire con cognizione di causa).uglygeek ha scritto:Non lo so esattamente come funzioni la tutela della maternita' in Irlanda, o qui in Svizzera, ma di certo si vedono passeggini dappertutto.rob ha scritto:Ugly, vorrei sapere com'è strutturata la tutela della maternità all'estero. So che tu hai vissuto in Irlanda.
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Capisco quello che dice Alcol.
Ma rileggi bene quello che hai scritto... ma se l'impiegata che non puoi rimpiazzare ha gia' 35 anni, ma allora i figli se non li fa subito quando li fa? Quando ne ha 40 e va in menopausa? Cosa deve fare, rinunciare a procreare solo perche' lavora in una piccola azienda? Ma stiamo scherzando?
Q.E.D. (altrove, tempo fa).
Poi se anche nelle imprese più grandi si ritrova lo stesso problema, allora siamo proprio messi male.
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Re: E il lavoro dov'è?
BackhandWinner ha scritto: La piccola/piccolissima impresa, al di là della solita retorica italiana a sua sempiterna lode ed esaltazione, ha dei problemi seri, strutturali.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
l'87% delle imprese a gestione familiare (anche grandi o grandissime) fallisce entro la terza generazione.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
esattamente. Mettiamoci poi nei panni di chi fa impresa (piccola o piccolissima) con 5-7 dipendenti...rob ha scritto:Ugly, vorrei sapere com'è strutturata la tutela della maternità all'estero. So che tu hai vissuto in Irlanda.
Mettiamoci nei panni del piccolo imprenditore con l'azienda di 10-20 dipendenti.
Un conto è sostituire l'operaia tramite Adecco, Manpower ecc... Un altro è rimpiazzare l'impiegata ultra 35 enne addetta alla contabilità che resta incinta e spesso, a ragione o a torto, ottiene l'astensione anticipata, poi i 5 mesi di obbligatoria e infine il congedo parentale per 6 mesi di fila. Sono situazioni che la piccola impresa, che è poi l'ossatura produttiva dell'Italia, fatica a sostenere.
Capisco quello che dice Alcol.
ma soprattutto mettiamoci nei miei panni , ho avuto il record di assumere una 38enne con già una bimba e vederla in maternità anticipata dopo 60 giorni scarsi di lavoro, roba che quando (e se) tornerà, faticherò a ricordarmene il nome... ...ma soprattutto, a 39-40 anni con due figli, tornerà?
il nocciolo è lì, lungi da me dire ad una persona di fare figli quando decido io o addirittura arrivare alle minacce(che sarebbero intollerabili dato che il diritto alla famiglia è anche per me più che sacrosanto), però in certi settori a prevalente impiego femminile rischi delle assenze eterne, con susseguenti richieste di fare part time mattino, seconda gravidanza, dimissioni per seguire la famiglia...non è facile ve lo assicuro.
Quello che vorrei sarebbe poter considerare l'idea di lavorare un tempo congruo prima di cercare un bimbo (un paio d'anni almeno), e poi sforzarsi a non stare a casa mesi e mesi e mesi, se no veramente visto dall'altra parte della barricata sembra che il ragionamento sia: "voglio un bimbo, cerco un fesso che mi assuma per farmi la gravidanza pagata, ma non solo una eh, se riesco ne faccio due di fila!"
e poi la maternità anticipata (sempre più dovuta alla paura dei medici che non alle reali esigenze)sta diventando un diritto di cui si abusa con troppa facilità: ci sono certi lavori di ufficio da seduti e con orari ridotti che si potrebbero anche fare nei primi mesi di gravidanza senza rischiare nulla per esempio
ormai siamo arrivati a fare il test e stare a casa il giorno dopo, prima in mutua e poi, appena avuto l'ok, in maternità...dal secondo mese senza alcun problema di salute
probabilmente all'estero sono diverse tre cose:
a)l'attaccamento al lavoro
b)i medici
c)gli asili e le strutture che ti permettono di rientrare più velocemente
comunque sempre IMHO, non voglio litigare su questi temi con nessuno, ogni realtà lavorativa è talmente differente da un'altra che generalizzare è impossibile.
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Re: E il lavoro dov'è?
è altresì vero che se non esistessero le imprese a gestione familiare, mezza italia sarebbe a casa a godersi una serafica disoccupazione.Nickognito ha scritto:l'87% delle imprese a gestione familiare (anche grandi o grandissime) fallisce entro la terza generazione.
penso ad esempio alle decine di ristorantini sparsi per l'Italia che strutturate con familiari nei ruoli chiave (cuoco, direzione di sala, cassa) danno da campare a parecchie persone (camerieri, lavapiatti, aiuto-cuochi...)
ma così anche altri settori,...le classiche "fabbricheeette" per intenderci, o i rifugi/pensioni/b&b....
anche qui opinione mia, ma se penso a molte aziendine che conosco in diversi settori, falliranno alla terza generazione con i figli dei figli, ma lasciate in mano a chi ci lavora come dipendente fallirebbero in meno di tre anni. Questo si spiega semplicemente con il fatto che i familiari di piccola o piccolissima impresa statisticamente fanno zero ferie extra-ferragosto, zero permessi, zero mutua, lavorano ad oltranza senza guardare l'orologio, e altri dettagli...soprattutto hanno un legame con il lavoro che non si limita al concetto "tot ore-tot soldi", specialmente quando i tempi, come in questi anni, sono duri.
certamente non parlo di lapo o di moratti jr, parlo di gente sconosciuta che manda avanti attività sconosciute ammazzandosi dalla mattina alla sera e "campando" 10-15 tra operai e impiegati...
poi è normale che vengano tirati in ballo gli evasori, quelli con la barchetta, le raccomandazioni etc...
purtroppo sono le due facce dell'Italia, non si arriverà mai a decidere chi ha più ragione, forse perchè entrambi gli schieramenti hanno le loro ragioni e le loro manchevolezze.
MyMag si divide in due categorie: chi parla di tennis e chi sparla di tennisti.(cit)
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Re: E il lavoro dov'è?
si', ho capito, quando si dice che la piccola impresa non funziona non si pone come alternativa l'idea di non avere nessuna impresa, ma una grande impresa. La piccola impresa, soprattutto piccolissima, ha limiti strutturali. Si deve allargare. E, se si allarga su base familiare, prima o poi deve cedere il passo lasciando la direzione a professionisti esterni. Ovviamente la colpa non e' mica di chi apre una piccola impresa. Ma di chi non favorisce la grande.alcol ha scritto:è altresì vero che se non esistessero le imprese a gestione familiare, mezza italia sarebbe a casa a godersi una serafica disoccupazione.Nickognito ha scritto:l'87% delle imprese a gestione familiare (anche grandi o grandissime) fallisce entro la terza generazione.
c.
p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
Nickognito ha scritto: p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
"Eeeeeeeh, nickognito, sempre a lamentarti, su. Muoviti, dai, che vuoi di più, che qui da noi è primavera..."
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Re: E il lavoro dov'è?
E' una scuola di tango?Nickognito ha scritto: p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
Re: E il lavoro dov'è?
Gran città ....un po' caotica (tanto) ma gran cittàNickognito ha scritto:alcol ha scritto:Nickognito ha scritto:p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
Re: E il lavoro dov'è?
e sei ancora qui?!Nickognito ha scritto:buenos aires
non è dimostrato che un insieme di medie imprese sia strutturalmente incapace di funzionare (cioè di assicurare crescita professionale, ricerca, innovazione, e ovviamente essere competitivo), ci sono i contro ma anche i pro, altrimenti non si capirebbe come tali aziende rappresentino la seconda manifattura europea (con tutto ciò che comporta in termini di occupazione e pil), e non godendo a differenza della prima (manifattura europea) del (determinante) sostegno di infrastrutture, istituzioni, servizi (primo esempio: cfr i costi delle materie prima che entrano in una fabbrica tedesca con quelli delle materie prime che entrano in una fabbrica italiana; secondo esempio: cfr i costi che si aggiungono al prodotto tedesco una volta uscito dalla fabbrica a quelli che si aggiungono al prodotto italiano una volta uscito dalla fabbrica; terzo esempio: cfr quanto lo stato tedesco investe per promuovere le sue imprese all'estero, e quanto investe quello italiano; e ci sarebbero decine di altri esempi).
Comunque la si pensi, le aziende queste sono, non è che schioccando le dita nascano grandi industrie solo perché ci piacerebbero (in compenso disponiamo di grandi manager alla Tronchetti Provera che schioccando le dita le grandi industrie te le distruggono); invece ci sarebbero miriadi di iniziative che stato ed istituzioni potrebbero adottare per sostenere efficacemente l'attuale sistema basato su piccole e medie imprese e agevolare la trasformazione di una piccola impresa in media impresa (più rari, ovviamente, ma auspicabili, i casi tipo mapei).
Certo che un'economia retta dalla produzione industriale, e soprattutto: produzione industriale rivolta non al mercato interno ma all'esportazione, non è un'economia "facile", non è un'economia che possa distribuire chissà quale ricchezza, se non durante congiunture favorevoli. Però ripara discretamente il paese dai cataclismi finanziari e in presenza di uno stato efficiente quale ad esempio quello crucco garantisce alla sua collettività buoni servizi e sicurezze sociali.
Tornando più in topic: emigrare (o fare il lattoniere, chiaro).
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: E il lavoro dov'è?
Zonker ha scritto:E' una scuola di tango?Nickognito ha scritto: p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
ahah, ma no, francamente per un colloquio non ci vado, o mi dicono di si senza colloquio o nulla.
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Re: E il lavoro dov'è?
In ufficio ho una sala per la videoconferenza, dovesse servire ...Nickognito ha scritto:Zonker ha scritto:E' una scuola di tango?Nickognito ha scritto: p.s. ma con tutti i curriculum che ho mandato, proprio da buenos aires dovevano rispondermi??
ahah, ma no, francamente per un colloquio non ci vado, o mi dicono di si senza colloquio o nulla.
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Re: E il lavoro dov'è?
eh lo so, vaglielo a dire a loro
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Re: E il lavoro dov'è?
Zonker ha scritto: In ufficio ho una sala per la videoconferenza, dovesse servire ...
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Re: E il lavoro dov'è?
Dai Nick, fai sto videocolloquio e vaiBackhandWinner ha scritto:Zonker ha scritto: In ufficio ho una sala per la videoconferenza, dovesse servire ...
La Backhandwinnerconnection, poi, sarà anche in grado di offrirti un ottimo compagno di tennis..
lo so, sei abituato a giocare con floyd
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Re: E il lavoro dov'è?
dopo argentina, val di fassa... stavolta mi hanno cercato loro.. vivere in montagna, mh... odio prendere decisioni
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Re: E il lavoro dov'è?
Nickognito ha scritto:dopo argentina, val di fassa... stavolta mi hanno cercato loro.. vivere in montagna, mh... odio prendere decisioni
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