E il lavoro dov'è?

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NNick87
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da NNick87 »

La prossima settimana ricomincio a lavorare, dopo aver lasciato un contratto a tempo indeterminato a fine novembre e senza aver attivamente cercato lavoro da allora.
In pratica è la seconda volta su due che il lavoro trova me piuttosto che il contrario. :D
In entrambi i casi ho iniziato con un tironicio, nel primo era diventato un determinato (6 mesi) poi un indeterminato. Adesso vediamo che succede.

E per "me" intendo - prima - un ventinovenne senza alcuna esperienza lavorativa - ora - un trentunenne con 2 anni di esperienza lavorativa.
Non proprio un profilo tipo per trovare lavoro. In entrambi i casi lavoro in linea con quanto studiato.

Chissà se sono la persona più fortunata di questo mondo oppure se forse non è proprio così impossibile trovare un lavoro.

Chiuso questa premessa, ho avuto a che fare con un Centro per l'Impiego. Mi servivano dei documenti da consegnare all'agenzia che mi farà il contratto "il contratto lo facciamo con Adecco altrimenti per attivarlo ci vuole più di un mese".

Giorno 1: arrivo alle 8:45 e ho 8 numeri avanti. Dopo 45 minuti dall'apertura (9:45) i primi 3 che si erano seduti non si erano ancora alzati. Si muove qualcosa e a scaglioni si alzano questi 3 e sono sostituiti da altri 3. Percepisco un po' di difficoltà dietro le scrivanie e sento parlare di "problemi di accesso". Si libera un posto due numeri saltano (probabilmente per sfinimento erano andati via) e chiamano il mio numero. Mi siedo chiedo Scheda anagrafico professionale e Dichiarazione di disponibilità (2 fogli) e mi dicono che hanno problemi di accesso al portale ministeriale. Cito "ogni giorno verso le 10 quando tutti i centi dell'impriego iniziano a lavorare a pieno regime è impossibile accedere per fare le operazioni".
Il ministero, in pratica non ha calcolato bene il traffico e quindi i server non supportano tutti gli utenti connessi (o qualcosa del genere). :lol:
Dopo 30 minuti di attesa, durante i quali signora del centro mi ha raccontato tutta la sua vita, riesce ad accedere e mi stampa il primo documento. Lancia la stampa del secondo "mmm...mi da un messaggio strano. Ecco, bloccato di nuovo". Dopo un'altro quarto d'ora sento se può inviarmelo via email quando si sblocca tutto con urgenza perchè mi è stato richiesto in tempi brevi.
Nel pomeriggio, non arriva niente.

Giorno 2: torno all'ufficio del lavoro, altra mezzora di attesa alla fine ho il documento nella mia casella di posta.

Io per avere due moduli che sono prodotti automaticamente dal sistema ho due alternative:
1) presentarmi e fare ore di coda.
2) fare richiesta via email e avere risposta dopo non si sa quanto.
quando con un area riservata potrei scaricare i documenti senza fare tutta questa trafila.

Mi chiedo, ma questa storia dei navigator per il reddito di cittadinanza, come pensano di poterla gestire? :lol:
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
miggen
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da miggen »

NNick87 ha scritto:La prossima settimana ricomincio a lavorare, dopo aver lasciato un contratto a tempo indeterminato a fine novembre e senza aver attivamente cercato lavoro da allora.
In pratica è la seconda volta su due che il lavoro trova me piuttosto che il contrario. :D
In entrambi i casi ho iniziato con un tironicio, nel primo era diventato un determinato (6 mesi) poi un indeterminato. Adesso vediamo che succede.

E per "me" intendo - prima - un ventinovenne senza alcuna esperienza lavorativa - ora - un trentunenne con 2 anni di esperienza lavorativa.
Non proprio un profilo tipo per trovare lavoro. In entrambi i casi lavoro in linea con quanto studiato.

Chissà se sono la persona più fortunata di questo mondo oppure se forse non è proprio così impossibile trovare un lavoro.

Chiuso questa premessa, ho avuto a che fare con un Centro per l'Impiego. Mi servivano dei documenti da consegnare all'agenzia che mi farà il contratto "il contratto lo facciamo con Adecco altrimenti per attivarlo ci vuole più di un mese".

Giorno 1: arrivo alle 8:45 e ho 8 numeri avanti. Dopo 45 minuti dall'apertura (9:45) i primi 3 che si erano seduti non si erano ancora alzati. Si muove qualcosa e a scaglioni si alzano questi 3 e sono sostituiti da altri 3. Percepisco un po' di difficoltà dietro le scrivanie e sento parlare di "problemi di accesso". Si libera un posto due numeri saltano (probabilmente per sfinimento erano andati via) e chiamano il mio numero. Mi siedo chiedo Scheda anagrafico professionale e Dichiarazione di disponibilità (2 fogli) e mi dicono che hanno problemi di accesso al portale ministeriale. Cito "ogni giorno verso le 10 quando tutti i centi dell'impriego iniziano a lavorare a pieno regime è impossibile accedere per fare le operazioni".
Il ministero, in pratica non ha calcolato bene il traffico e quindi i server non supportano tutti gli utenti connessi (o qualcosa del genere). :lol:
Dopo 30 minuti di attesa, durante i quali signora del centro mi ha raccontato tutta la sua vita, riesce ad accedere e mi stampa il primo documento. Lancia la stampa del secondo "mmm...mi da un messaggio strano. Ecco, bloccato di nuovo". Dopo un'altro quarto d'ora sento se può inviarmelo via email quando si sblocca tutto con urgenza perchè mi è stato richiesto in tempi brevi.
Nel pomeriggio, non arriva niente.

Giorno 2: torno all'ufficio del lavoro, altra mezzora di attesa alla fine ho il documento nella mia casella di posta.

Io per avere due moduli che sono prodotti automaticamente dal sistema ho due alternative:
1) presentarmi e fare ore di coda.
2) fare richiesta via email e avere risposta dopo non si sa quanto.
quando con un area riservata potrei scaricare i documenti senza fare tutta questa trafila.

Mi chiedo, ma questa storia dei navigator per il reddito di cittadinanza, come pensano di poterla gestire? :lol:
Anche io ho recentemente cambiato azienda e necessitavo più o meno dei tuoi stessi documenti.
Ho fatto richiesta via mail e nel giro di un paio di giorni mi hanno inviato tutto, rispondendo inoltre ad un paio di mie domande e modificando i dati anagrafici che risultano non corretti per una mancata comunicazione di cambio residenza (per colpa mia o della precedente azienda, non ricordo).

Qualche ufficio che funziona in Italia ancora c'è :wink:
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

NNick87 ha scritto: In pratica è la seconda volta su due che il lavoro trova me piuttosto che il contrario.
Devi migliorare le tue strategie di fuga :-)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Johnny Rex »

NNick87 ha scritto:La prossima settimana ricomincio a lavorare
Si che Bello, non poter seguire la stagione sul Rosso così cara al tuo AVATAR :D

F.F.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Entusiasmante idea di Amazon: usare i carcerati come magazzinieri. https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... P4-S1.4-T1
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Re: E il lavoro dov'è?

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Ultima modifica di Nickognito il lun giu 10, 2019 2:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Nickognito ha scritto:Mi hanno offerto improvvisamente un lavoro nell' Unione Europea, dal nulla, senza motivo :o

Mi sa che scrivero' di meno, se accetto :lol:
Ma Praga non e' nella UE dal 2004?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

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Ultima modifica di Nickognito il lun giu 10, 2019 2:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Nickognito ha scritto:
uglygeek ha scritto:
Nickognito ha scritto:Mi hanno offerto improvvisamente un lavoro nell' Unione Europea, dal nulla, senza motivo :o

Mi sa che scrivero' di meno, se accetto :lol:
Ma Praga non e' nella UE dal 2004?
ahahh, intendevo in una loro agenzia, non territorialmente.
Ah che bello, congratulazioni! :)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

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Ultima modifica di Nickognito il lun giu 10, 2019 2:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Nickognito ha scritto:grazie, ma non so quanto mi vogliono dare, e mi dispiace lasciare il mio lavoro cosi', quindi boh, vedremo. So solo che, dopo circa 20 fallimenti, per la prima volta sembra abbia passato un colloquio di lavoro fatto solo con uomini, nella mia vita :o
Non so neanche se voglio tornare presto in Italia per motivi familiari, e il mio lavoro attuale forse potrebbe consentirmelo, l' altro no.

Ma nel complesso una fortuna sfacciata, un lavoro che mi piace pure, e a 5 minuti dall' appartamento dove ho traslocato tre settimane fa :o.
Beh queste scelte sono bei problemi da avere :-)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Senza dubbio, fortuna anche immeritata, al momento sto lavorando malissimo.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto:Senza dubbio, fortuna anche immeritata, al momento sto lavorando malissimo.
Il lavoratore più sopravvalutato dy mymag. :)
Te lo meriti invece.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
Fatti assumere da mymag sennò. 2 euro a post e sei milionario.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Per caso conoscete qualcuno che parla danese e vuole fare interviste telefoniche per un paio di settimane, 2 o 3 ore al giorno ?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Rosewall »

il figlio di una coppia di amici trasferitisi anni fa a Copenaghen parla ormai correntemente il danese (meglio dell'italiano direi), però vive lí ed è under 14 :)
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Rosewall ha scritto:il figlio di una coppia di amici trasferitisi anni fa a Copenaghen parla ormai correntemente il danese (meglio dell'italiano direi), però vive lí ed è under 14 :)
Ancora, ancora con internet il fatto che sia in Danimarca non sarebbe questo grande problema...
il lavoro minorile invece lo è :)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da NNick87 »

Nickognito ha scritto:Mi hanno offerto improvvisamente un lavoro nell' Unione Europea, dal nulla, senza motivo :o

Mi sa che scrivero' di meno, se accetto :lol:
Benvenuto nel meraviglioso mondo dei lavoro che cercano te anche quando tu non cerchi loro. :D

(Non necessariamente perché sei un fenomeno!)
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

In realta' li avevo cercati a ottobre, ci hanno messo un po' a rispondere. Intanto pero' questo contratto non arriva :lol:
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »


Secondo me Forchielli ha ragione.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Anche secondo me :D
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(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

Nickognito ha scritto:Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
A meno che uno faccia un lavoro che gli piace/per cui ha una passione, essere pagati decentemente per non fare una mazza mi sembra un buon scenario o quantomeno il miglior compromesso.

Purtroppo la maggior parte degli esseri umani lavora (tanto) a far qualcosa che odia/non gradisce per giunta pagata relativamente poco in relazione alla merda che volente o nolente deve ingoiare ogni giorno.

Cosa ti spinge a non essere granché felice di essere pagato per non fare una mazza?
Il senso di colpa di sentirti inutile nella società?
Il non poter migliorare facendo qualcosa in cui credi e sei appassionato?

Io penso che in generale il concetto di lavoro sia sopravvalutato soprattutto se con ciò si intende l'impiegare un buon quantitativo delle proprie ore settimanali (sommiamo alle ore effettive anche la tempistica casa-lavoro) nonché di vita per qualcosa di cui c'è un gradimento e interesse prossimo allo zero.

Quel che m'inquieta è che mi è capitato di frequente di parlare con persone obnubilate da quel che ci è stato propinato secondo cui se non si lavora si è inutili (a mio parere discutibile) oltre a pensare che si annoierebbero a morte se non avessero un lavoro (che però ripugnano).

Per non pochi è meglio annoiarsi/faticare per altri in un ambito lavorativo che non apprezzano/repellono rispetto a fuori facendosi i cazzi propri. Sindrome di Stoccolma?

Posto che la noia esiste, preferirei comunque tediarmi per conto mio rispetto a farlo faticando per qualcun altro oltretutto per qualcosa che mi pesa, annoia e/o di cui non me ne cale una cippa di minchia. Nevvero?

Secondo me è assai triste nonché raggelante che delle persone prediligano riempire le proprie giornate con un'occupazione che non apprezzano anziché ricevere una cifra congrua (che so, 1500 euro al mese) per non fare niente.

Scusate la digressione, ma è un tema che mi è caro perché a mio avviso denota una mancanza di un mondo interiore costituito da passioni, interessi eccetera che si preferisce addirittura colmare, appunto, impiegando tempo lavorando per altri in qualcosa di sgradito.

Ma anche al di là di ciò, avendo una tollerabile pari entrata monetaria costante, non è oggettivamente meglio rompersi le palle a casa/in giro rispetto a in ufficio/fabbrica/cantiere o quel che è?

Naturalmente il discorso non vale per chi è felice/appagato del proprio lavoro qualsiasi esso sia e/o per coloro che danno molta importanza all'aspetto sociale cioè son lieti di interagire coi colleghi e ritengono sia un ottimo/il miglior luogo per stringere amicizie (mi è stata mossa anche questa osservazione da cui dissento ma ognuno è fatto a modo suo).
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Monheim ha scritto: A meno che uno faccia un lavoro che gli piace/per cui ha una passione, essere pagati decentemente per non fare una mazza mi sembra un buon scenario o quantomeno il miglior compromesso.
Ma senza dubbio. Sul decentemente non so, se vivi in un luogo dove un bilocale costa mille euro, uno stipendio di mille euro al mese non so se e' decente.

Io sono sempre stato molto fortunato al lavoro (meno nei colloqui).

Per me tutti lavoriamo troppo, adesso dovro' fare diverso straordinario non pagato, infatti prima di firmare ho chiesto se davvero mi chiederanno le due ore al giorno in piu' per contratto o no, se mi avessero detto ogni giorno io non avrei accettato, credo.

Poi per me sarebbe meglio lavorare sei ore, chiaro che se hai l' ufficio dietro casa, cambia tutto.

Io non e' che non ero pagato per non fare una mazza, io ero pagato prima per stare al computer 8 ore, adesso per starci in ufficio al computer 8 ore (lavorandone due,tre, mica zero). O son stato pagato per stare su una sedia a leggere di notte 10 ore.

Semplicemente e' noioso. Ti senti inutile. E' difficile socializzare e riconnettersi col mondo, dopo. E' molto meglio che fare un lavoro brutto, ma certo non e' il mio ideale.

Secondo me lavorare in un team ristretto con amici e' un grande piacere. Non capita sempre. E' molto meglio che andarci a bere insieme, o al cinema insieme, per me.

Poi a me piace cazzeggiare al computer, ma otto ore sono troppe.

Poi gli amici magari non li trovi al lavoro, ma da immigrato 45 enne non e' che faccia chissa' quante amicizie chissa' dove. La sera di solito sto a casa, con la ragazza, la gatta, o dormo, nei locali non ci vado, nei meetup difficile rimarere in contatto, insomma, il lavoro per me fondamentale, si.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Zonker »

Monheim ha scritto:
Nickognito ha scritto:Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
A meno che uno faccia un lavoro che gli piace/per cui ha una passione, essere pagati decentemente per non fare una mazza mi sembra un buon scenario o quantomeno il miglior compromesso.

Purtroppo la maggior parte degli esseri umani lavora (tanto) a far qualcosa che odia/non gradisce per giunta pagata relativamente poco in relazione alla merda che volente o nolente deve ingoiare ogni giorno.

Cosa ti spinge a non essere granché felice di essere pagato per non fare una mazza?
Il senso di colpa di sentirti inutile nella società?
Il non poter migliorare facendo qualcosa in cui credi e sei appassionato?

Io penso che in generale il concetto di lavoro sia sopravvalutato soprattutto se con ciò si intende l'impiegare un buon quantitativo delle proprie ore settimanali (sommiamo alle ore effettive anche la tempistica casa-lavoro) nonché di vita per qualcosa di cui c'è un gradimento e interesse prossimo allo zero.

Quel che m'inquieta è che mi è capitato di frequente di parlare con persone obnubilate da quel che ci è stato propinato secondo cui se non si lavora si è inutili (a mio parere discutibile) oltre a pensare che si annoierebbero a morte se non avessero un lavoro (che però ripugnano).

Per non pochi è meglio annoiarsi/faticare per altri in un ambito lavorativo che non apprezzano/repellono rispetto a fuori facendosi i cazzi propri. Sindrome di Stoccolma?

Posto che la noia esiste, preferirei comunque tediarmi per conto mio rispetto a farlo faticando per qualcun altro oltretutto per qualcosa che mi pesa, annoia e/o di cui non me ne cale una cippa di minchia. Nevvero?

Secondo me è assai triste nonché raggelante che delle persone prediligano riempire le proprie giornate con un'occupazione che non apprezzano anziché ricevere una cifra congrua (che so, 1500 euro al mese) per non fare niente.

Scusate la digressione, ma è un tema che mi è caro perché a mio avviso denota una mancanza di un mondo interiore costituito da passioni, interessi eccetera che si preferisce addirittura colmare, appunto, impiegando tempo lavorando per altri in qualcosa di sgradito.

Ma anche al di là di ciò, avendo una tollerabile pari entrata monetaria costante, non è oggettivamente meglio rompersi le palle a casa/in giro rispetto a in ufficio/fabbrica/cantiere o quel che è?

Naturalmente il discorso non vale per chi è felice/appagato del proprio lavoro qualsiasi esso sia e/o per coloro che danno molta importanza all'aspetto sociale cioè son lieti di interagire coi colleghi e ritengono sia un ottimo/il miglior luogo per stringere amicizie (mi è stata mossa anche questa osservazione da cui dissento ma ognuno è fatto a modo suo).
Porca puttana, mi tocca quotare anche la doppia interlinea fra i paragrafi, che adoro e utilizzo nei miei testi.
Grass
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Grass »

Monheim ha scritto: Ma anche al di là di ciò, avendo una tollerabile pari entrata monetaria costante, non è oggettivamente meglio rompersi le palle a casa/in giro rispetto a in ufficio/fabbrica/cantiere o quel che è?
Questa alternativa di fatto non esiste per il 99.99% delle persone. Se esistesse, da qualche generazione almeno, avremmo un approccio al lavoro diverso da quello attuale. E cioè, se non lavori sei inutile.

Certo però che più passa il tempo e più rimango sconcertato quando sento qualcuno che dice che gli piace molto il lavoro che fa.
Come sarebbe, ti piace molto? Molto piacere lo da ascoltare musica o saperla suonare. Saper fare il servizio slice. Ma lavorare? Il lavoro lo fanno le macchine (o gli animali) e a te piace essere una macchina? Oh, magari hai pure fatto carriera, però cos'è fare carriera se non dover dirigere persone e passare il tempo a risolvere beghe personali, lavorare di più (più ore in ufficio...) e avere più responsabilità? Ok, guadagni di più. Allora devi dire "mi piace molto guadagnare più di prima e avere la fiducia dei miei superiori". Che bello.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Non ho capito, se suoni alla Scala per lavoro o sei Federer che gioca per lavoro, ti deve piacere meno che fare lo slice al campetto o suonare in salotto come hobby?

Io starei senza lavorare. Ma se preferisco lavorare che stare immobile 8 ore per guadagnare uno stipendio.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Grass
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Grass »

Nickognito ha scritto:Non ho capito, se suoni alla Scala per lavoro o sei Federer che gioca per lavoro, ti deve piacere meno che fare lo slice al campetto o suonare in salotto come hobby?
Può anche essere, anche se meno probabile. Sono esempi di persone che guadagnano seguendo la propria passione. E non è scontato che che dia loro più piacere di quando giocavano o suonavano per il puro piacere di farlo, senza nessuna ricompensa economica. Ripeto, sono casi particolari.

Invece, ti piacciono i numeri e fai il commercialista: dichiarazioni dei redditi e IVA.
Ti piaceva il diritto romano e ora segui la causa del condominio xy contro il gommista wz.
Bella la parcella, il resto non so.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Grass ha scritto:
Nickognito ha scritto:Non ho capito, se suoni alla Scala per lavoro o sei Federer che gioca per lavoro, ti deve piacere meno che fare lo slice al campetto o suonare in salotto come hobby?
Può anche essere, anche se meno probabile. Sono esempi di persone che guadagnano seguendo la propria passione. E non è scontato che che dia loro più piacere di quando giocavano o suonavano per il puro piacere di farlo, senza nessuna ricompensa economica. Ripeto, sono casi particolari.

Invece, ti piacciono i numeri e fai il commercialista: dichiarazioni dei redditi e IVA.
Ti piaceva il diritto romano e ora segui la causa del condominio xy contro il gommista wz.
Bella la parcella, il resto non so.
ma questo perche' tu hai passioni, io non ne ho molte. Io quando sono disoccupato mi annoio. Lavorerei molto meno, lavorerei tipo 6 ore al giorno 3 giorni la settimana, ecco, ma non meno.

Il punto e' che a me servono:
-fare qualcosa che serve ad altri.
-soldi
-fare un'attivita' regolare che mi permette di migliorare in quella attivita'
- fare questo insieme ad altri.

Poi se sono milionario magari metto su un'attavita' di beneficienza non pagata e non lavoro,ma mi sembra normale che piaccia lavorare. Il problema e' che si lavora 40 ore + straordinario + tempo per arrivarci + pausa pranzo ed e' tutto eccessivo.
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balbysauro
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da balbysauro »

per me la situazione è semplice

di solito funziona così: se paghi tu, stai facendo qualcosa che ti piace; se ti pagano, stai facendo qualcosa che non ti piace :)



ora mi tirerete fuori mille eccezioni
mi direte che il vostro lavoro vi piace, ma scommetto che preferite andare due settimane alle Maldive
mi direte che a Federer il suo lavoro piace, ma dimenticate che il suo lavoro non è solo giocare, ma anche allenarsi, rinunciare a mangiare ogni giorno mezzo chilo di pasta a cui fa la pubblicità, andare a letto presto in tutti questi anni (cit.), ecc.

poi ovviamente ci sono persone fortunate o particolarmente capaci a costruirsi la vita che vogliono
ma la discriminante "paghi/sei pagato" vale quasi sempre e quando non vale ha comunque un suo peso
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Per me la fai troppo semplice. Io voglio andare alla Maldive perche' non faccio una vacanza dal 2011 e lavoro senza sosta da anni.

Se fossi stato alle Maldive nel 2011 a leggere, nuotare, mangiare e ascoltare musica e mi dicessero: "senti, abbiamo bisogno di te per far essere felici 200 bambini, ti va di venire a lavorare per loro due ore?' Beh, allora direi di si, anche senza farmi pagare.

Lasciamo stare che spesso lavorare soddisfa bisogni inutili. Ma non credo che, al di la' dello stipendio, non si possa provare maggior soddisfazione a salvare la vita a 5 persone con operazioni chirurgiche, in un mese, che non stando tutto il mese a provare lo slice e accordi alla chitarra, senza nemmeno nessuno che ti guarda o ascolta.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da balbysauro »

Eppure il mondo è pieno di chirurghi che odiano il loro lavoro. Non devi ragionare in termini di "faccio questa cosa per due ore", ma per tutta la vita.

Infatti non vieni pagato per far ridere i bambini al Gaslini, lo fai come volontariato. Anzi, probabilmente pagheresti anche. Proprio perché è una cosa che ti piace fare.
Ultima modifica di balbysauro il ven mag 24, 2019 2:00 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Burano »

Alcuni professionisti fanno in genere quel che gli piace.
L'impiegato difficile, l'operaio quasi impossibile.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da balbysauro »

Burano ha scritto:Alcuni professionisti fanno in genere quel che gli piace.
L'impiegato difficile, l'operaio quasi impossibile.
C'è ovviamente una gerarchia.
Ultima modifica di balbysauro il ven mag 24, 2019 2:20 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

balbysauro ha scritto:Eppure il mondo è pieno di chirurghi che odiano il loro lavoro. Non devi ragionare in termini di "faccio questa cosa per due ore", ma per tutta la vita.
Ma quasi tutto e' brutto da fare 40 ore la settimana tutta la vita. A me non viene in mente quasi nulla che farei volentieri 40 ore la settimana tutta la vita. A uno magare piace andare a pescare, giocare a carte, giocare a calcetto, vedere la champions league, andare a un concerto dei Muse, boh. Ma pensa andare a un concerto dei Muse 40 ore la settimana per 40 anni. Ti suicidi. Ma anche Mozart. Se ci suoni, con loro, vedi sempre fan diversi contenti, e cosi' via.

Anche il fare soldi. Passare tempo per far soldi e' diverso che averli improvvisamente. Se hai tre bambini da mantenere e passo molte ore per fare soldi, tutte quelle ore pensi che stai facendo qualcosa per loro. Se ti danno gli stessi soldi prima e poi vai 40 ore la settimana a giocare a briscola, per tutte quelle ore pensi che stai solo giocando a briscola. La felicita' e' spesso condizionata ad avere uno scopo. Lavorare per soldi e' uno scopo. Avere i soldi no.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da nico 1986 »

Secondo me a tutti piacerebbe stare alle Maldive a fare niente ma purtroppo lo poi fare una due settimane alla anno quando sei in vacanza ha me personalmente un lavoro di ufficio ma anche operaio non lo farei con tutto il rispetto del mondo pre chi lo fa io sono crsutto con un negozio e mi piace stare in mezzo alla gente quindi il lavoro che ho mi piace e ho anche il tempo pre seguire e fare quello che mi piace sono molto fortunato questi si ma diciamo che per continuare a farlo ho dovuto investire
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da balbysauro »

Nickognito ha scritto:
balbysauro ha scritto:Eppure il mondo è pieno di chirurghi che odiano il loro lavoro. Non devi ragionare in termini di "faccio questa cosa per due ore", ma per tutta la vita.
Ma quasi tutto e' brutto da fare 40 ore la settimana tutta la vita. A me non viene in mente quasi nulla che farei volentieri 40 ore la settimana tutta la vita. A uno magare piace andare a pescare, giocare a carte, giocare a calcetto, vedere la champions league, andare a un concerto dei Muse, boh. Ma pensa andare a un concerto dei Muse 40 ore la settimana per 40 anni. Ti suicidi. Ma anche Mozart. Se ci suoni, con loro, vedi sempre fan diversi contenti, e cosi' via.

Anche il fare soldi. Passare tempo per far soldi e' diverso che averli improvvisamente. Se hai tre bambini da mantenere e passo molte ore per fare soldi, tutte quelle ore pensi che stai facendo qualcosa per loro. Se ti danno gli stessi soldi prima e poi vai 40 ore la settimana a giocare a briscola, per tutte quelle ore pensi che stai solo giocando a briscola. La felicita' e' spesso condizionata ad avere uno scopo. Lavorare per soldi e' uno scopo. Avere i soldi no.
questo però non contraddice la mia semplificazione (ovvio che lo sia: se divido il mondo tra bianco e nero tutti i grigi nel mezzo si lamenteranno)

burano ha parlato di professionisti
fare, che so, l'avvocato per chi ha la passione della legge è pieno di momenti in cui si vorrebbe fare altro: magari si deve difendere gente che si vorrebbe menare, magari bisogna rincorrere per mesi o anni un cliente che non paga, magari si è convinti di aver fatto tutto bene e poi un giudice ti dà torto solo perchè è amico dell'avvocato della controparte

poi nessuno vorrebbe stare 40 anni alle Maldive, ma quello riguarda un lato dell'essere umano che non c'entra con questo discorso
e cioè che, se ti pagano per fare una cosa, è perchè con quei soldi poi farai una cosa che ti piace di più (o che devi fare per vivere: mangiare, avere un tetto, ecc.)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

balbysauro ha scritto: e cioè che, se ti pagano per fare una cosa, è perchè con quei soldi poi farai una cosa che ti piace di più (o che devi fare per vivere: mangiare, avere un tetto, ecc.)
In linea generale e vaga, ma e' per lo piu' una nostra illusione.

Pensiamo a uno che vada in palestra o va da un dietologo perche' vuole essere piu' figo per trovare un partner.
Tu dici: uno fa il sacrificio di andare in palestra, diventa figo e poi la sera trova una e ci va a letto (ovviamente semplifico).

A volte succede? Si'. Ma a volte succede che uno poi prova piacere afaticare in palestra, prova piacere a sentire di fare la cosa giusta, ad avere un obiettivo, e magari poi quando va a letto con quell'una ci rimane deluso, si sente vuoto, magari la sera dopo ha piu' voglia di andare in palestra che di tornare a letto con quella.

Oppure, io sono religioso, e vado a visitare i carcerati in cambio della salvezza eterna. Tu invece sei ateo, e invece te ne vai a vedere la finale di Champions, pagando. Poi alla fine tu esci con la Juve che ha perso 3-0 e io ho vissuto una esperienza di vita profonda.

I risultati non sono quelli che ci aspettiamo. Il lavoro spesso, non raramente, ha questi effetti collaterali positivi.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Monheim ha scritto:
Nickognito ha scritto:Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
A meno che uno faccia un lavoro che gli piace/per cui ha una passione, essere pagati decentemente per non fare una mazza mi sembra un buon scenario o quantomeno il miglior compromesso.

Purtroppo la maggior parte degli esseri umani lavora (tanto) a far qualcosa che odia/non gradisce per giunta pagata relativamente poco in relazione alla merda che volente o nolente deve ingoiare ogni giorno.

Cosa ti spinge a non essere granché felice di essere pagato per non fare una mazza?
Il senso di colpa di sentirti inutile nella società?
Il non poter migliorare facendo qualcosa in cui credi e sei appassionato?

Io penso che in generale il concetto di lavoro sia sopravvalutato soprattutto se con ciò si intende l'impiegare un buon quantitativo delle proprie ore settimanali (sommiamo alle ore effettive anche la tempistica casa-lavoro) nonché di vita per qualcosa di cui c'è un gradimento e interesse prossimo allo zero.

Quel che m'inquieta è che mi è capitato di frequente di parlare con persone obnubilate da quel che ci è stato propinato secondo cui se non si lavora si è inutili (a mio parere discutibile) oltre a pensare che si annoierebbero a morte se non avessero un lavoro (che però ripugnano).

Per non pochi è meglio annoiarsi/faticare per altri in un ambito lavorativo che non apprezzano/repellono rispetto a fuori facendosi i cazzi propri. Sindrome di Stoccolma?

Posto che la noia esiste, preferirei comunque tediarmi per conto mio rispetto a farlo faticando per qualcun altro oltretutto per qualcosa che mi pesa, annoia e/o di cui non me ne cale una cippa di minchia. Nevvero?

Secondo me è assai triste nonché raggelante che delle persone prediligano riempire le proprie giornate con un'occupazione che non apprezzano anziché ricevere una cifra congrua (che so, 1500 euro al mese) per non fare niente.

Scusate la digressione, ma è un tema che mi è caro perché a mio avviso denota una mancanza di un mondo interiore costituito da passioni, interessi eccetera che si preferisce addirittura colmare, appunto, impiegando tempo lavorando per altri in qualcosa di sgradito.

Ma anche al di là di ciò, avendo una tollerabile pari entrata monetaria costante, non è oggettivamente meglio rompersi le palle a casa/in giro rispetto a in ufficio/fabbrica/cantiere o quel che è?

Naturalmente il discorso non vale per chi è felice/appagato del proprio lavoro qualsiasi esso sia e/o per coloro che danno molta importanza all'aspetto sociale cioè son lieti di interagire coi colleghi e ritengono sia un ottimo/il miglior luogo per stringere amicizie (mi è stata mossa anche questa osservazione da cui dissento ma ognuno è fatto a modo suo).
Sono considerazioni molto interessanti le tue, ed e' anche un tema importante visto che molti pensano che tra qualche decennio ci sara' davvero meno necessita' di lavoro e nella migliore delle ipotesi la maggioranza delle persone avra' uno stipendio dallo stato e un sacco di tempo libero tra le mani. La domanda e', per farne cosa?
E' un po' il paradosso di Star Trek: se immaginiamo un'epoca in cui la tecnologia ha cancellato la scarsita' di beni, e dove ogni cosa viene fabbricata automaticamente senza bisogno di lavoro umano, i miliardi di persone che vivono sulla terra cosa fanno? C'e' una puntata in cui se ne parla di sfuggita (si dedicano alle arti, alla conoscenza, a migliorare se stessi) ma in realta' gli sceneggiatori evitano accuratamente di rispondere a questa domanda, fanno solo vedere i pochi eletti che viaggiano nello spazio.

C'e' da dire che un conto e' avere un reddito e stare a casa, un conto e' essere pagati per andare in ufficio otto ore a fare niente. Quest'ultima cosa se portata ai limiti e' considerata mobbing e puo' essere molto pesante per la psiche di una persona. Penso che siamo d'accordo che se si deve stare comunque al lavoro otto ore sia meglio impiegare quel tempo facendo qualcosa di utile. Diverso il discorso per chi puo' permettersi di non lavorare affatto. E qui, hai ragione, puo' venir fuori la mancanza di mondo interiore, o di curiosita' delle persone quando hanno troppo tempo libero tra le mani.

Non so, io ricordo un paio di esempi. Charles Barkley andare in tv un anno dopo il suo ritiro a raccontare che nel primo mese di pensione si era sentito in paradiso, nel secondo molto felice, dopo il terzo non ne poteva piu' e ha ricomiciato a lavorare come commentatore e facendo altro.
Poi ho un conoscente che da giovane suonava il basso a livello professionale, andava in tour con cantanti come Bennato, ecc... poi ad un certo punto si era stancato e si era trasferito in un'isola tropicale. Dove non e' che non facesse niente, lavorava un po' nel campo dell'informatica, ma piu' che altro la sua vita era sole e mare... mi diceva che dopo sei mesi anche di sole e mare non ne puoi piu' ed e' tornato in Italia a lavorare in un ufficio.

A me pare che spendere parte del tempo in un qualche tipo di lavoro risponda ad un bisogno profondo dell'essere umano; anche l'uomo primitivo doveva dedicare parte della giornata ad attivita' necessarie per sopravvivenza sua e della sua famiglia o clan, cacciare, pescare, raccogliere cibo, preparare armi... noi ci siamo evoluti cosi. Credo che sia vero che il lavoro contribuisca a creare un senso di se', anche quando il lavoro e' banale e ripetitivo. Anche andare in pensione (che pure e' una cosa ben diversa dal non lavorare affatto) puo' essere molto deprimente per alcune persone, ma li' ci sono anche considerazioni relative all'eta' e al tempo passato che entrano in gioco. Una cosa molto gratificante per molte persone e' dedicarsi ad una attivita' in cui sono bravi, fosse pure le dichiarazioni dei redditi o la stenografia.

La mia impressione, piu' che altro, e' che le persone sopravvalutino molto la loro capacita' di riempire le giornate con attivita' interessanti. Grass dice" "Molto piacere lo da ascoltare musica o saperla suonare. Saper fare il servizio slice. Ma lavorare?" ma e' vero solo in parte. Ascoltare musica e' bello, ma la maggior parte delle persone dopo un po' si stufa. Cosi' come guardare film, o tutte le altre attivita' "passive" di consumo culturale. Suonare bene e' difficile, non tutti sono portati o capaci. Tutte le attivita' artistiche sono difficili. De Andre' diceva "Il mondo non ha bisogno di un altro cattivo poeta" e parlando di se' stesso aveva torto ma parlando in generale aveva ragione. Possiamo anche metterci tutti a scrivere brutti romanzi, dipingere quadri orrendi, comporre brutta musica ma che senso avrebbe? Anche giocare a tennis, e' un'attivita' fantastica anche se giochi male e spari a caso tutti i rovesci in top, se la fai un paio di volte alla settimana. Ma giocar male tutti i giorni? Si' se giochi tanto migliori anche, ma boh...

Non so, mi pare che sopravvalutiamo un sacco di cose. E' bello spendere tempo con la famiglia, ma non 24x7, o con la fidanzata, ma anche li', la passione iniziale non dura tantissimo. Il sesso e' una cosa bella soprattutto da giovani. I viaggi aprono la mente, vero, ma molti viaggiano in modo molto omologato, passando il tempo a farsi selfie. Con internet e' stato dato a tutti uno strumento per accedere a tutta la conoscenza umana e per comunicare con chiunque con media diversi ed in modo istantaneo, e come e' stato utilizzato? Per fare miliardi di foto al piatto che stiamo per mangiare e postare tutto sui social, per diffondere le teorie terrapiattiste ed inventare Mark Caltagirone... Dai, cosa se ne fanno gli umani di troppo tempo libero? Non e' meglio se lavorano?
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Re: RE: Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da nico 1986 »

uglygeek ha scritto:
Monheim ha scritto:
Nickognito ha scritto:Vediamo se dopo nove anni riesco a trovare un lavoro dove mi pagano per lavorare e non per non fare una mazza.
A meno che uno faccia un lavoro che gli piace/per cui ha una passione, essere pagati decentemente per non fare una mazza mi sembra un buon scenario o quantomeno il miglior compromesso.

Purtroppo la maggior parte degli esseri umani lavora (tanto) a far qualcosa che odia/non gradisce per giunta pagata relativamente poco in relazione alla merda che volente o nolente deve ingoiare ogni giorno.

Cosa ti spinge a non essere granché felice di essere pagato per non fare una mazza?
Il senso di colpa di sentirti inutile nella società?
Il non poter migliorare facendo qualcosa in cui credi e sei appassionato?

Io penso che in generale il concetto di lavoro sia sopravvalutato soprattutto se con ciò si intende l'impiegare un buon quantitativo delle proprie ore settimanali (sommiamo alle ore effettive anche la tempistica casa-lavoro) nonché di vita per qualcosa di cui c'è un gradimento e interesse prossimo allo zero.

Quel che m'inquieta è che mi è capitato di frequente di parlare con persone obnubilate da quel che ci è stato propinato secondo cui se non si lavora si è inutili (a mio parere discutibile) oltre a pensare che si annoierebbero a morte se non avessero un lavoro (che però ripugnano).

Per non pochi è meglio annoiarsi/faticare per altri in un ambito lavorativo che non apprezzano/repellono rispetto a fuori facendosi i cazzi propri. Sindrome di Stoccolma?

Posto che la noia esiste, preferirei comunque tediarmi per conto mio rispetto a farlo faticando per qualcun altro oltretutto per qualcosa che mi pesa, annoia e/o di cui non me ne cale una cippa di minchia. Nevvero?

Secondo me è assai triste nonché raggelante che delle persone prediligano riempire le proprie giornate con un'occupazione che non apprezzano anziché ricevere una cifra congrua (che so, 1500 euro al mese) per non fare niente.

Scusate la digressione, ma è un tema che mi è caro perché a mio avviso denota una mancanza di un mondo interiore costituito da passioni, interessi eccetera che si preferisce addirittura colmare, appunto, impiegando tempo lavorando per altri in qualcosa di sgradito.

Ma anche al di là di ciò, avendo una tollerabile pari entrata monetaria costante, non è oggettivamente meglio rompersi le palle a casa/in giro rispetto a in ufficio/fabbrica/cantiere o quel che è?

Naturalmente il discorso non vale per chi è felice/appagato del proprio lavoro qualsiasi esso sia e/o per coloro che danno molta importanza all'aspetto sociale cioè son lieti di interagire coi colleghi e ritengono sia un ottimo/il miglior luogo per stringere amicizie (mi è stata mossa anche questa osservazione da cui dissento ma ognuno è fatto a modo suo).
Sono considerazioni molto interessanti le tue, ed e' anche un tema importante visto che molti pensano che tra qualche decennio ci sara' davvero meno necessita' di lavoro e nella migliore delle ipotesi la maggioranza delle persone avra' uno stipendio dallo stato e un sacco di tempo libero tra le mani. La domanda e', per farne cosa?
E' un po' il paradosso di Star Trek: se immaginiamo un'epoca in cui la tecnologia ha cancellato la scarsita' di beni, e dove ogni cosa viene fabbricata automaticamente senza bisogno di lavoro umano, i miliardi di persone che vivono sulla terra cosa fanno? C'e' una puntata in cui se ne parla di sfuggita (si dedicano alle arti, alla conoscenza, a migliorare se stessi) ma in realta' gli sceneggiatori evitano accuratamente di rispondere a questa domanda, fanno solo vedere i pochi eletti che viaggiano nello spazio.

C'e' da dire che un conto e' avere un reddito e stare a casa, un conto e' essere pagati per andare in ufficio otto ore a fare niente. Quest'ultima cosa se portata ai limiti e' considerata mobbing e puo' essere molto pesante per la psiche di una persona. Penso che siamo d'accordo che se si deve stare comunque al lavoro otto ore sia meglio impiegare quel tempo facendo qualcosa di utile. Diverso il discorso per chi puo' permettersi di non lavorare affatto. E qui, hai ragione, puo' venir fuori la mancanza di mondo interiore, o di curiosita' delle persone quando hanno troppo tempo libero tra le mani.

Non so, io ricordo un paio di esempi. Charles Barkley andare in tv un anno dopo il suo ritiro a raccontare che nel primo mese di pensione si era sentito in paradiso, nel secondo molto felice, dopo il terzo non ne poteva piu' e ha ricomiciato a lavorare come commentatore e facendo altro.
Poi ho un conoscente che da giovane suonava il basso a livello professionale, andava in tour con cantanti come Bennato, ecc... poi ad un certo punto si era stancato e si era trasferito in un'isola tropicale. Dove non e' che non facesse niente, lavorava un po' nel campo dell'informatica, ma piu' che altro la sua vita era sole e mare... mi diceva che dopo sei mesi anche di sole e mare non ne puoi piu' ed e' tornato in Italia a lavorare in un ufficio.

A me pare che spendere parte del tempo in un qualche tipo di lavoro risponda ad un bisogno profondo dell'essere umano; anche l'uomo primitivo doveva dedicare parte della giornata ad attivita' necessarie per sopravvivenza sua e della sua famiglia o clan, cacciare, pescare, raccogliere cibo, preparare armi... noi ci siamo evoluti cosi. Credo che sia vero che il lavoro contribuisca a creare un senso di se', anche quando il lavoro e' banale e ripetitivo. Anche andare in pensione (che pure e' una cosa ben diversa dal non lavorare affatto) puo' essere molto deprimente per alcune persone, ma li' ci sono anche considerazioni relative all'eta' e al tempo passato che entrano in gioco. Una cosa molto gratificante per molte persone e' dedicarsi ad una attivita' in cui sono bravi, fosse pure le dichiarazioni dei redditi o la stenografia.

La mia impressione, piu' che altro, e' che le persone sopravvalutino molto la loro capacita' di riempire le giornate con attivita' interessanti. Grass dice" "Molto piacere lo da ascoltare musica o saperla suonare. Saper fare il servizio slice. Ma lavorare?" ma e' vero solo in parte. Ascoltare musica e' bello, ma la maggior parte delle persone dopo un po' si stufa. Cosi' come guardare film, o tutte le altre attivita' "passive" di consumo culturale. Suonare bene e' difficile, non tutti sono portati o capaci. Tutte le attivita' artistiche sono difficili. De Andre' diceva "Il mondo non ha bisogno di un altro cattivo poeta" e parlando di se' stesso aveva torto ma parlando in generale aveva ragione. Possiamo anche metterci tutti a scrivere brutti romanzi, dipingere quadri orrendi, comporre brutta musica ma che senso avrebbe? Anche giocare a tennis, e' un'attivita' fantastica anche se giochi male e spari a caso tutti i rovesci in top, se la fai un paio di volte alla settimana. Ma giocar male tutti i giorni? Si' se giochi tanto migliori anche, ma boh...

Non so, mi pare che sopravvalutiamo un sacco di cose. E' bello spendere tempo con la famiglia, ma non 24x7, o con la fidanzata, ma anche li', la passione iniziale non dura tantissimo. Il sesso e' una cosa bella soprattutto da giovani. I viaggi aprono la mente, vero, ma molti viaggiano in modo molto omologato, passando il tempo a farsi selfie. Con internet e' stato dato a tutti uno strumento per accedere a tutta la conoscenza umana e per comunicare con chiunque con media diversi ed in modo istantaneo, e come e' stato utilizzato? Per fare miliardi di foto al piatto che stiamo per mangiare e postare tutto sui social, per diffondere le teorie terrapiattiste ed inventare Mark Caltagirone... Dai, cosa se ne fanno gli umani di troppo tempo libero? Non e' meglio se lavorano?
Hai ragione che con il lavoro riempi la giornata però se un giorno i nostri lavori non ci saranno più come pasermo il tempo io ti posso dire andando in giro in bici facendo gli orti magari si po' andare sul spazio se ti dicessero con 100 euro fai la preparazione e sato una settimana nello sazio io la farei volenti ovamnte e fantasia ma non si sa mai ma anche leggere stare più tempo con gli amici tutte cose belle
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