E il lavoro dov'è?
Re: E il lavoro dov'è?
all'improvviso il genio!!
https://www.ansa.it/sito/notizie/politi ... b2140.html
Catalfo: ragioneremo sullo stop a licenziamenti e Cig
'Pensare di allungare tempi oltre 31 marzo per aziende in crisi'
stanno riuscendo a fare tutto il contrario di quello che andrebbe fatto
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Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
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Re: E il lavoro dov'è?
https://www.indiscreto.info/stellantis- ... allitalia/
FCA, Fiat Chrysler Automotives, e PSA, gruppo Peugeot-Citroen, si sono fuse in una nuova azienda che si chiamerà Stellantis. Il matrimonio fra Fiat e Peugeot, annunciato il 31 ottobre 2019, alla fine è stato quindi celebrato. Per la gioia di tutti, dagli Agnelli Elkann a Macron, tranne che degli operai italiani del gruppo FCA: non scommetteremmo sul futuro dei sei stabilimenti rimasti, nonostante i miliardi dello Stato italiano regalati a alla Fiat nel corso dei decenni con il ricatto socialmente accettabile dell’occupazione. Gli ultimi, speriamo ultimi in ogni senso, i 6,3 di Intesa San Paolo garantiti dalla Sace.
Diamo al solito per scontata la conoscenza della notizia sulla nascita del quarto gruppo automobilistico al mondo per vendite, dopo Toyota, Volkswagen e Renault-Nissan, ed andiamo direttamente al commento, che è il seguente: comprendiamo l’entusiasmo mediatico, viste le proprietà dei media e l’importanza degli spot pubblicitari per l’agonizzante editoria, ma un po’ meno il disinteresse politico per un’operazione che crea un’entità che di italiano ha pochissimo. Stellantis avrà sede sociale in Olanda, proprietà a maggioranza non italiana (gli Agnelli-Elkann, per quanto siano italiani per modo di dire, valgono il 14,4 %), vincoli produttivi e di presenza industriale soltanto in Francia e questo non per colpa dei francesi ma per la cagnaggine dell’attuale governo italiano che non li ha pretesi.
Non occorrono grandi analisi per capire chi ha in mano il pallino: l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, è espressione di PSA ed i consiglieri espressi da FCA, 5 su 11, sono la minoranza. Una cessione di sovranità ben pagata, visto che FCA incasserà un dividendo straordinario di 2,9 miliardi. In futuri post entreremo nel merito dei modelli e delle auto, cioè la cosa che ci interessa di più, ma per il momento notiamo che l’Italia ha perso un’altra grande azienda, che fra i vari difetti aveva il pregio di produrre qualcosa di concreto. Poi possiamo esaltarci per lo street food dell’antica Pompei e autoconvincerci che in Italia c’è il 70% (e perché non il 99?) del patrimonio artistico mondiale.
F.F.
FCA, Fiat Chrysler Automotives, e PSA, gruppo Peugeot-Citroen, si sono fuse in una nuova azienda che si chiamerà Stellantis. Il matrimonio fra Fiat e Peugeot, annunciato il 31 ottobre 2019, alla fine è stato quindi celebrato. Per la gioia di tutti, dagli Agnelli Elkann a Macron, tranne che degli operai italiani del gruppo FCA: non scommetteremmo sul futuro dei sei stabilimenti rimasti, nonostante i miliardi dello Stato italiano regalati a alla Fiat nel corso dei decenni con il ricatto socialmente accettabile dell’occupazione. Gli ultimi, speriamo ultimi in ogni senso, i 6,3 di Intesa San Paolo garantiti dalla Sace.
Diamo al solito per scontata la conoscenza della notizia sulla nascita del quarto gruppo automobilistico al mondo per vendite, dopo Toyota, Volkswagen e Renault-Nissan, ed andiamo direttamente al commento, che è il seguente: comprendiamo l’entusiasmo mediatico, viste le proprietà dei media e l’importanza degli spot pubblicitari per l’agonizzante editoria, ma un po’ meno il disinteresse politico per un’operazione che crea un’entità che di italiano ha pochissimo. Stellantis avrà sede sociale in Olanda, proprietà a maggioranza non italiana (gli Agnelli-Elkann, per quanto siano italiani per modo di dire, valgono il 14,4 %), vincoli produttivi e di presenza industriale soltanto in Francia e questo non per colpa dei francesi ma per la cagnaggine dell’attuale governo italiano che non li ha pretesi.
Non occorrono grandi analisi per capire chi ha in mano il pallino: l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, è espressione di PSA ed i consiglieri espressi da FCA, 5 su 11, sono la minoranza. Una cessione di sovranità ben pagata, visto che FCA incasserà un dividendo straordinario di 2,9 miliardi. In futuri post entreremo nel merito dei modelli e delle auto, cioè la cosa che ci interessa di più, ma per il momento notiamo che l’Italia ha perso un’altra grande azienda, che fra i vari difetti aveva il pregio di produrre qualcosa di concreto. Poi possiamo esaltarci per lo street food dell’antica Pompei e autoconvincerci che in Italia c’è il 70% (e perché non il 99?) del patrimonio artistico mondiale.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
eh ma il rilancio di alfa romeo....
eh ma il rilancio della lancia...
auto orrende facevano e auto orrende faranno.
eh ma il made in italy.
di nuovo o si compra giapponese o si compri dell'usato vecchio. e non venitemi a parlare di tedesche che fanno schifo pure quelle e che di tedesco hanno sempre meno.
io nel dubbio ho il culo di abitare a un kilometro da dove abito e vado al lavoro in bicicletta
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di nuovo o si compra giapponese o si compri dell'usato vecchio. e non venitemi a parlare di tedesche che fanno schifo pure quelle e che di tedesco hanno sempre meno.
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tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ammazza che casa grande haiHakaishin ha scritto: io nel dubbio ho il culo di abitare a un kilometro da dove abito e vado al lavoro in bicicletta
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Re: E il lavoro dov'è?
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
Puoi sposare anche quattro o cinque donne...balbysauro ha scritto:Ammazza che casa grande haiHakaishin ha scritto: io nel dubbio ho il culo di abitare a un kilometro da dove abito e vado al lavoro in bicicletta
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: E il lavoro dov'è?
quando il lavoro è la tua vita...
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
Re: E il lavoro dov'è?
oddio che gaffe
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Re: E il lavoro dov'è?
Ti lamenti del divano e che non hai la figa e poi hai una casa che sembra Los Angeles.Hakaishin ha scritto:oddio che gaffe
Vergogna.
E spendili quei soldi per il divano. E poi con tutti quei soldi sarai pieno di figa così, cosa vai raccontando?
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: E il lavoro dov'è?
magari fossi un oligarca della figa, magari...chiaky ha scritto:Ti lamenti del divano e che non hai la figa e poi hai una casa che sembra Los Angeles.Hakaishin ha scritto:oddio che gaffe
Vergogna.
E spendili quei soldi per il divano. E poi con tutti quei soldi sarai pieno di figa così, cosa vai raccontando?
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Re: E il lavoro dov'è?
Quando il senso di claustrofobia del lavoro da casa svanisce.Paolo79 ha scritto:quando il lavoro è la tua vita...
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: E il lavoro dov'è?
Servizio imbarazzante di Report sul mondo dello streaming.
https://www.rai.it/programmi/report/inc ... 66342.html
https://www.rai.it/programmi/report/inc ... 66342.html
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: E il lavoro dov'è?
Report è il fiore all'occhiello del panorama italiano del giornalismo d'inchiesta, fonte autorevole e obiettiva, un unicum nello Stivale. I suoi servizi si possono citare con la stessa serenità con cui si citerebbe una lapide marmorea.Monheim ha scritto:Servizio imbarazzante di Report sul mondo dello streaming.
https://www.rai.it/programmi/report/inc ... 66342.html
Non è mai capitato che dicesse merdate.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ha molto a che fare con le tue riflessioni il concetto di Eredità attesa , la quantità di patrimonio che si aspetta di ereditare al decesso di un familiare anziano, concetto che dipende da 3 parametri, 1) Livello medio di Patrimonializzazione delle famiglie 2) Peso anziani sul totale popolazione 3) peso giovani sul medesimo totale. Inutile dire che l'Italia nei paesi europei è al primo posto per il punto 2 e all'ultimo per il punto 3, al Quarto per il punto 1, ma al primo se fosse possibile includere anche il patrimonio delle famiglie produttrici.Nickognito ha scritto:
Per me tutto questo non ha senso. Tra l'altro non siamo nemmeno al punto del genitore che fa sacrifici per i figli, ma ormai del figlio che non fa nulla di speciale ed eredita per il nipote.
Indicizzando i parametri e mettendo a 100 il livello medio degli altri paesi europei, l'Italia arriverebbe ad un abnorme 175 ,dietro di noi Belgio, Francia e Olanda.
Eredità attesa Bassa Norvegia, Lussemburgo Percentuale dei NEET (giovani senza studio od occupazione) 6,7%
Eredità attesa Media Finlandia, Austria, UK, Danimarca, Svezia, Portogallo,Germania, Grecia, Olanda Percentuale Media NEET 7,5%
Eredità attesa Alta Belgio, Francia Percentuale NEET 11%
Eredità attesa Altissima Italia Percentuale NEET 18%
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?
Disoccupazione giovanile inversamente proporzionale ad eredita' attesa e' persino piu' di quanto pensassi
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Non era lo stile di vita dei nobili quello di non fare niente e vivere con le rendite ereditate dagli avi? L'Italia ha democratizzato la nobiltà.
A pensarci bene, in un paese dove è così difficile trovare lavori (leciti) buoni e renumerativi e dove tutto sommato quasi nessuno protesta devono esserci altre fonti di reddito.
A pensarci bene, in un paese dove è così difficile trovare lavori (leciti) buoni e renumerativi e dove tutto sommato quasi nessuno protesta devono esserci altre fonti di reddito.
Ultima modifica di uglygeek il lun feb 01, 2021 9:07 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?
In soldoni (letteralmente) il NEET italico sa di aspettarsi mediamente più soldi al trapasso dei vecchi dei coetanei del resto d'Europa, quindi perchè dannnarsi alla ricerca del lavoro?Nickognito ha scritto:Disoccupazione giovanile inversamente proporzionale ad eredita' attesa e' persino piu' di quanto pensassi
Vediamo se la pandemia smuoverà qualcosa o meno.
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Ultima modifica di Johnny Rex il lun feb 01, 2021 9:06 am, modificato 1 volta in totale.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?
Naturalmente ci sono famiglie che passano alti capitali e beni e famiglie più modeste magari con più figli che passano piccoli capitali da suddividere.Johnny Rex ha scritto:Ha molto a che fare con le tue riflessioni il concetto di Eredità attesa , la quantità di patrimonio che si aspetta di ereditare al decesso di un familiare anziano, concetto che dipende da 3 parametri, 1) Livello medio di Patrimonializzazione delle famiglie 2) Peso anziani sul totale popolazione 3) peso giovani sul medesimo totale. Inutile dire che l'Italia nei paesi europei è al primo posto per il punto 2 e all'ultimo per il punto 3, al Quarto per il punto 1, ma al primo se fosse possibile includere anche il patrimonio delle famiglie produttrici.Nickognito ha scritto:
Per me tutto questo non ha senso. Tra l'altro non siamo nemmeno al punto del genitore che fa sacrifici per i figli, ma ormai del figlio che non fa nulla di speciale ed eredita per il nipote.
Indicizzando i parametri e mettendo a 100 il livello medio degli altri paesi europei, l'Italia arriverebbe ad un abnorme 175 ,dietro di noi Belgio, Francia e Olanda.
Eredità attesa Bassa Norvegia, Lussemburgo Percentuale dei NEET (giovani senza studio od occupazione) 6,7%
Eredità attesa Media Finlandia, Austria, UK, Danimarca, Svezia, Portogallo,Germania, Grecia, Olanda Percentuale Media NEET 7,5%
Eredità attesa Alta Belgio, Francia Percentuale NEET 11%
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C’è un rapporto statisticamente rilevante tra famiglie ricche e figli neet?
Poi avere dei neet che amministrano poi grandi capitali non è il massimo per l’economia.
Credo poi che questa grande eredità dipenda dal fatto di investire sul mattone tipica degli italiani.
Per la tassa di successione, al momento è prevista almeno per figli e coniugi sui beni che eccedono il milione a testa.
Considerando che gli immobili sono valutati però molto meno del loro valore di mercato.
Il problema è che la tassa viene ampiamente elusa dalle grandi proprietà (quelle da decine e centinaia di milioni) con trust anonimi, passaggi di controllo di società etc. come per le tasse: il povero (giustamente) non le paga e ha anzi sussidi, il riccho non le paga perché ha trucchi con società estere anonime etc.
I “medi” soprattutto dipendenti ma anche imprenditori vengono massacrati.
Per le eredità secondo me bisognerebbe fare un distinguo sulla natura dei beni. Tra beni voluttuari e “beni strumentali”, per dire ritengo sia differente se un padre lascia al figlio una officina meccanica con capannone magazzino macchinari del valore di 3 milioni che però con la globalizzazione etc produce reddito medio e non ha mercato e al contrario un padre che lascia 3 milioni tra contanti, Villa al mare Villa in montagna e casa in città.
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Re: E il lavoro dov'è?
Non li ho, ma credo poco, e che in realtà il rapporto sia molto più rilevante fra famiglie medie e figli neet.alessandro ha scritto:
C’è un rapporto statisticamente rilevante tra famiglie ricche e figli neet?
Perchè il rampollo il lavoro se lo trova presto, e quello che vuole, il medio per nulla.
Il ricco non ha bisogno di aspettare, il povero non può aspettare, il medio vuole aspettare .
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
Comunque tassare le eredità è anche intrinsecamente ingiusto, visto che, di norma almeno, tasse sono già state pagate sulla ricchezza accumulata. C'è chi lavora tanto proprio per lasciare tanto ai figli.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
Re: E il lavoro dov'è?
uglygeek ha scritto:Comunque tassare le eredità è anche intrinsecamente ingiusto, visto che, di norma almeno, tasse sono già state pagate sulla ricchezza accumulata. C'è chi lavora tanto proprio per lasciare tanto ai figli.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Re: E il lavoro dov'è?
Non voglio fare Sociologia spicciola ma conta molto in questo discorso il concetto di Stato e Collettività Come viene percepito in differenti nazioni.
Più positivo è il concetto generale di Stato e meno ci si sente in dovere di provvedere alla prole, più è improntato a sfiducia e più si tende a considerare la Famiglia al posto dello Stato e l'individuo al posto della collettività.
F.F.
Più positivo è il concetto generale di Stato e meno ci si sente in dovere di provvedere alla prole, più è improntato a sfiducia e più si tende a considerare la Famiglia al posto dello Stato e l'individuo al posto della collettività.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
Credo anch'io che chi viene da famiglie ricche poi lavori molto, ma fa proprio esattamente quello che vuole fare. La classe media non trova granché invece e ha poca scelta, per questo aspetta.Johnny Rex ha scritto:Non li ho, ma credo poco, e che in realtà il rapporto sia molto più rilevante fra famiglie medie e figli neet.alessandro ha scritto:
C’è un rapporto statisticamente rilevante tra famiglie ricche e figli neet?
Perchè il rampollo il lavoro se lo trova presto, e quello che vuole, il medio per nulla.
Il ricco non ha bisogno di aspettare, il povero non può aspettare, il medio vuole aspettare .
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Mettendo da parte l'Italia, avevo letto un'analisi sorprendente sul fatto che nella storia le classi ricche e potenti hanno sempre lavorato poco, facevano lavorare gli altri, ma questo è cambiato nei tempi recenti. In posti come gli Stati Uniti dove il frequentare università prestigiose in facoltà come legge o medicina è una garanzia di ricchezza futura quello che succede è che chi viene da famiglie di ricchi professionisti è favorito ma è anche spinto a studiare molto fin da bambino, per essere ammesso ad Harvard o Stanford e poi per laurearsi e poi trova lavori come medico o avvocato o in finanza dove è normale lavorare 60, 80 ore alla settimana e poi diventa molto ricco e fa figli che seguiranno la stessa strada. Si crea così una classe chiusa, una elite di professionisti ricchi, una specie di nobiltà moderna ma a differenza del passato questi ricchi lavorano come pazzi, molto più della classe media.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ma devi vedere la cosa dal punto di vista di chi eredita.uglygeek ha scritto:Comunque tassare le eredità è anche intrinsecamente ingiusto, visto che, di norma almeno, tasse sono già state pagate sulla ricchezza accumulata. C'è chi lavora tanto proprio per lasciare tanto ai figli.
Il figlio è una entità fisica e fiscale distinta.
Alla morte dei genitori il figlio si vede da un minuto all’altro arricchito di X euro.
Non importa che (forse) su quelli soldi sono state pagate tasse, perché le tasse le deve pagare chi riceve quei soldi.
Per dire, se io ti regalo 50.000 euro, tu le dichiari al fisco e ti vengono tassate a seconda del livello irpef (non so se ci siano previsioni diverse per le donazioni) anche se io ho pagato già le tasse su quei soldi. Stessa cosa se tu mi scrivi un programma su mia commissione e ti pago 50.000 euro, soldi sui quali ho già pagato le tasse ma logicamente le dovrai pagare pure tu.
La legge ereditaria prevede per i figli una eccezione, quindi niente tasse sono a 1 milione e una piccola percentuale sulla parte eccedente.
In America fino a qualche decina fi anni fa c’erano tasse di successione anche sopra il 50%
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Re: E il lavoro dov'è?
La collettività è una cosa strana perchė, a pensarci, nessuno "decide" di farne parte. Si nasce in un paese e (emigrazione a parte) si fa parte di quella comunità lì, forzatamente soggetti alle sue regole.Johnny Rex ha scritto:Non voglio fare Sociologia spicciola ma conta molto in questo discorso il concetto di Stato e Collettività Come viene percepito in differenti nazioni.
Più positivo è il concetto generale di Stato e meno ci si sente in dovere di provvedere alla prole, più è improntato a sfiducia e più si tende a considerare la Famiglia al posto dello Stato e l'individuo al posto della collettività.
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Re: E il lavoro dov'è?
Beh, meglio, cosi' lavorerebbe meno e troverebbero lavoro altri, spenderebbero di piu' e si rilancerebbe l'economiauglygeek ha scritto:Comunque tassare le eredità è anche intrinsecamente ingiusto, visto che, di norma almeno, tasse sono già state pagate sulla ricchezza accumulata. C'è chi lavora tanto proprio per lasciare tanto ai figli.
Scherzi parziali a parte, il problema e' che non sono state pagate abbastanza tasse, per me, di fatto.
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Re: E il lavoro dov'è?
Il che è Paradossale ma nemmeno tanto, se consideriamo che il tratto distintivo delle elitè è da sempre distinguersi dal resto.uglygeek ha scritto: Credo anch'io che chi viene da famiglie ricche poi lavori molto, ma fa proprio esattamente quello che vuole fare. La classe media non trova granché invece e ha poca scelta, per questo aspetta.
Mettendo da parte l'Italia, avevo letto un'analisi sorprendente sul fatto che nella storia le classi ricche e potenti hanno sempre lavorato poco, facevano lavorare gli altri, ma questo è cambiato nei tempi recenti. In posti come gli Stati Uniti dove il frequentare università prestigiose in facoltà come legge o medicina è una garanzia di ricchezza futura quello che succede è che chi viene da famiglie di ricchi professionisti è favorito ma è anche spinto a studiare molto fin da bambino, per essere ammesso ad Harvard o Stanford e poi per laurearsi e poi trova lavori come medico o avvocato o in finanza dove è normale lavorare 60, 80 ore alla settimana e poi diventa molto ricco e fa figli che seguiranno la stessa strada. Si crea così una classe chiusa, una elite di professionisti ricchi, una specie di nobiltà moderna ma a differenza del passato questi ricchi lavorano come pazzi, molto più della classe media.
Per cui se è elitario non lavorare in epoche in cui tutti dovevano lavorare, lo è altrettanto lavorare in un epoca in cui di lavoro ce ne è sempre meno.
Comunque sì, è segnale di una sorta di osmosi dei costumi, diciamo.
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Re: E il lavoro dov'è?
Sono al 2001 almeno in America si era esentati fino a 600.000 dollari e poi si pagava dal 37 al 55% di tassa sull’eredità.
Gates e altri miliardari hanno deciso di lasciare pochissimo ai figli (tipo 1 milione di dollari) e donare tutto il resto, dando così lo stimolo a crearsi una propria strada.
In effetti ricevere qualche centinaio di miliardi in eredità deve essere brutto...
Gates e altri miliardari hanno deciso di lasciare pochissimo ai figli (tipo 1 milione di dollari) e donare tutto il resto, dando così lo stimolo a crearsi una propria strada.
In effetti ricevere qualche centinaio di miliardi in eredità deve essere brutto...
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Re: E il lavoro dov'è?
Vero, ma senza ritirare fuori Max Weber, è evidente come i paesi col più alto tasso di NEET siano a matrice cattolica (diciamo così ) e quelli protestanti di meno. Anche un paese dove a differenza dell'Italia la burocrazia pare funzionare come la Francia. Altro paese dove la patrimonializzazione è molto bassa è Israele, paese per quasi tutti gli aspetti strutturalmente opposto al nostro.uglygeek ha scritto:La collettività è una cosa strana perchė, a pensarci, nessuno "decide" di farne parte. Si nasce in un paese e (emigrazione a parte) si fa parte di quella comunità lì, forzatamente soggetti alle sue regole.Johnny Rex ha scritto:Non voglio fare Sociologia spicciola ma conta molto in questo discorso il concetto di Stato e Collettività Come viene percepito in differenti nazioni.
Più positivo è il concetto generale di Stato e meno ci si sente in dovere di provvedere alla prole, più è improntato a sfiducia e più si tende a considerare la Famiglia al posto dello Stato e l'individuo al posto della collettività.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ma ricco è molto meno dell'1% della popolazione, parliamo di cifre ridicole. Poi capisco sia sfizioso dargli al cazzaro spocchioso, ma la logica quale sarebbe?Johnny Rex ha scritto:Non li ho, ma credo poco, e che in realtà il rapporto sia molto più rilevante fra famiglie medie e figli neet.alessandro ha scritto:
C’è un rapporto statisticamente rilevante tra famiglie ricche e figli neet?
Perchè il rampollo il lavoro se lo trova presto, e quello che vuole, il medio per nulla.
Il ricco non ha bisogno di aspettare, il povero non può aspettare, il medio vuole aspettare .
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Io conosco tantissime persone benestanti (non ricche). I figli di queste persone sono tutti (nemmeno uno escluso) gran lavoratori che si fanno il cùlo.
Poi ho capito che i film anni 80 col figlio demente del papi imprenditore milanese ha traviato un po' tutti ma non mi sembra il caso di farsi troppo impressionare
Re: E il lavoro dov'è?
Quello che invece è sbagliato è la tassazione relativamente blanda degli introiti derivanti dal reinvestimento del patrimonio.
Ci sono diverse ragioni sottese, anche comprensibili, ma se si vuole privilegiare il lavoro allora è inevitabile dover abbassare il fisco sulla produttività e alzare quello sugli investimenti. Ancora più in questo periodo in cui causa tassi sottozero i piccoli investitori non hanno modo di portare a casa alcun plusvalore dalle attività finanziarie. Questa sarebbe una riforma urgente ed equa.
Ci sono diverse ragioni sottese, anche comprensibili, ma se si vuole privilegiare il lavoro allora è inevitabile dover abbassare il fisco sulla produttività e alzare quello sugli investimenti. Ancora più in questo periodo in cui causa tassi sottozero i piccoli investitori non hanno modo di portare a casa alcun plusvalore dalle attività finanziarie. Questa sarebbe una riforma urgente ed equa.
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Re: E il lavoro dov'è?
Occorrerebbe al solito definire bene e compiutamente il concetto di Ricchezza .laplaz ha scritto:
Ma ricco è molto meno dell'1% della popolazione, parliamo di cifre ridicole. Poi capisco sia sfizioso dargli al cazzaro spocchioso, ma la logica quale sarebbe?
Io conosco tantissime persone benestanti (non ricche). I figli di queste persone sono tutti (nemmeno uno escluso) gran lavoratori che si fanno il cùlo.
Poi ho capito che i film anni 80 col figlio demente del papi imprenditore milanese ha traviato un po' tutti ma non mi sembra il caso di farsi troppo impressionare
Uno che non ha bisogno necessario del lavoro per vivere come lo definiamo? una volta quantomeno benestante
Quello che dici dei film anni 80' è proprio il contrario di quello che stiamo scrivendo ,ossia che adesso è la new normality che ricchi e diciamo benestanti lavorino più (e più facilmente come è ovvio trovino occupazione) della classe media standard, diciamo così.
Lasciando perdere il discorso mentale per cui lavorare tanto in qualcosa che piace stressa comunque meno di un lavoro normale che mal si sopporta, ma è altro discorso.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?
D'accordo con gli investimenti, ma per me quel che e' sbagliato e' proprio il discorso 'mi faccio il culo per il bene dei miei figli'. Lo hanno fatto in parte i miei e grazie, certo, ma non e' cosi' che va avanti un paese. Cosi va avanti una famiglia, semmai.
Il discorso di ugly, che uno ha gia' pagato le tasse, non vale, perche' si parte di punti di partenza diversi, tra le altre cose.
Ovviamente, un genitore e' comprensibile che voglia lasciare al figlio. Portiamo pero' questo all'estremo. Il signor Rossi e la signora Rossi lavorano entrambi tutto il giorno per lasciare al figlio. Non spendono nulla, per non sprecare nulla per il figlio, non spendono nemmeno per il figlio, perche' pensano che lui adesso e' giovane e puo' fare sacrifici, ma da vecchio avra' bisogno. Mangiano pane e cipolle tutta la vita vivendo in un piccolo monolocale di periferia, e poi alla fine muoiono, lasciando tutto al figlio. Il figlio eredita' tutto e fa lo stesso, anche lui vuole lasciare tutto a suo figlio nello stesso modo.
Cosa succede, in questo caso? Si', e' gente che lavora e produce, ma non ci fossero loro quel lavoro lo farebbe qualcun altro.
Non spendono mai niente, accumulano solo, bloccano l'economia totalmente.
Dopo qualche generazione, i nipoti avranno enormi conti in banca e continuera' cosi' all'infinito.
Tutti loro, pero', utilizzeranno i servizi pubblici.
Sarebbe un sistema sano, su vasta scala? Direi di no.
A livello personale, io ho sempre fatto capire questo ai miei o cercato: ho sempre detto loro 'voi non avete nessun modo di mettere da parte per me: potrete lasciarmi in eredita' quello che volete, ma io non vi promettero' mai che quella parte la terro' per me. Forse la regalero' via. Certo, probabilmente me la tengo io, ma non vi garantisco nulla, con me ne avrete mai la sicurezza che qualcosa rimarra' a me, ai miei figli, alla famiglia, non contate su questo. In ogni caso, dopo che sarete morti e io nel caso ancora vivo, potro' fare quello che mi pare'.
Mio padre in effetti ha scialacquato quasi tutto nel frattempo
Mia sorella si e' un po' incupita, per questo, pero' se mio padre spende di piu' offrendo agli altri al ristorante, o regolarizzando extracomunutari che vengono ad aiutare ogni tanto, o pagando troppo qualcuno che viene a pulire con famiglia piuttosto povera, o dando elemosine, o in cibo e veterinario per mille gatti, e a me rimane meno, quale e' il problema? Io ho avuto piu' chances di altri di trovare un lavoro, mi hanno pagato l'universita', il dentista, la macchina, dato una buona educazione in casa.
Un padre cosa farebbe di diverso, sapendo che l'eredita' e' piu' tassata? Smetterebbe di lavorare? No, lo farebbe lo stesso. Forse spenderebbe un po' di piu'. Quale sarebbe il problema per lui, o per la societa'?
Il problema sarebbe solo per suo figlio, il quale, pero', non avrebbe fatto nulla per meritarsi quell'eredita'.
Non capisco come posso pensarlo solo io: cioe', lo sappiamo tutti che non abbiamo fatto nulla per meritare una eredita'. Nemmeno abbiamo fatto nulla per avere un passaporto europeo e non, boh, venezuelano.
A me pare evidente che le differenze di opinioni riguardano chi e' piu' familista e chi o e' di meno, non i diritti degli individui, i diritti delle famiglie contro i diritti dello stato.
Pero' poi allora ci dovrebbero essere anche i doveri delle famiglie. E' facile avere diritti e poi andare in scuole e ospedali pubblici.
Il discorso di ugly, che uno ha gia' pagato le tasse, non vale, perche' si parte di punti di partenza diversi, tra le altre cose.
Ovviamente, un genitore e' comprensibile che voglia lasciare al figlio. Portiamo pero' questo all'estremo. Il signor Rossi e la signora Rossi lavorano entrambi tutto il giorno per lasciare al figlio. Non spendono nulla, per non sprecare nulla per il figlio, non spendono nemmeno per il figlio, perche' pensano che lui adesso e' giovane e puo' fare sacrifici, ma da vecchio avra' bisogno. Mangiano pane e cipolle tutta la vita vivendo in un piccolo monolocale di periferia, e poi alla fine muoiono, lasciando tutto al figlio. Il figlio eredita' tutto e fa lo stesso, anche lui vuole lasciare tutto a suo figlio nello stesso modo.
Cosa succede, in questo caso? Si', e' gente che lavora e produce, ma non ci fossero loro quel lavoro lo farebbe qualcun altro.
Non spendono mai niente, accumulano solo, bloccano l'economia totalmente.
Dopo qualche generazione, i nipoti avranno enormi conti in banca e continuera' cosi' all'infinito.
Tutti loro, pero', utilizzeranno i servizi pubblici.
Sarebbe un sistema sano, su vasta scala? Direi di no.
A livello personale, io ho sempre fatto capire questo ai miei o cercato: ho sempre detto loro 'voi non avete nessun modo di mettere da parte per me: potrete lasciarmi in eredita' quello che volete, ma io non vi promettero' mai che quella parte la terro' per me. Forse la regalero' via. Certo, probabilmente me la tengo io, ma non vi garantisco nulla, con me ne avrete mai la sicurezza che qualcosa rimarra' a me, ai miei figli, alla famiglia, non contate su questo. In ogni caso, dopo che sarete morti e io nel caso ancora vivo, potro' fare quello che mi pare'.
Mio padre in effetti ha scialacquato quasi tutto nel frattempo
Mia sorella si e' un po' incupita, per questo, pero' se mio padre spende di piu' offrendo agli altri al ristorante, o regolarizzando extracomunutari che vengono ad aiutare ogni tanto, o pagando troppo qualcuno che viene a pulire con famiglia piuttosto povera, o dando elemosine, o in cibo e veterinario per mille gatti, e a me rimane meno, quale e' il problema? Io ho avuto piu' chances di altri di trovare un lavoro, mi hanno pagato l'universita', il dentista, la macchina, dato una buona educazione in casa.
Un padre cosa farebbe di diverso, sapendo che l'eredita' e' piu' tassata? Smetterebbe di lavorare? No, lo farebbe lo stesso. Forse spenderebbe un po' di piu'. Quale sarebbe il problema per lui, o per la societa'?
Il problema sarebbe solo per suo figlio, il quale, pero', non avrebbe fatto nulla per meritarsi quell'eredita'.
Non capisco come posso pensarlo solo io: cioe', lo sappiamo tutti che non abbiamo fatto nulla per meritare una eredita'. Nemmeno abbiamo fatto nulla per avere un passaporto europeo e non, boh, venezuelano.
A me pare evidente che le differenze di opinioni riguardano chi e' piu' familista e chi o e' di meno, non i diritti degli individui, i diritti delle famiglie contro i diritti dello stato.
Pero' poi allora ci dovrebbero essere anche i doveri delle famiglie. E' facile avere diritti e poi andare in scuole e ospedali pubblici.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
Ecco. A arte l'ovvia considerazione che un sistema fondato esclusivamente sul risparmio è in perdita comunque.Nickognito ha scritto:D'accordo con gli investimenti, ma per me quel che e' sbagliato e' proprio il discorso 'mi faccio il culo per il bene dei miei figli'. Lo hanno fatto in parte i miei e grazie, certo, ma non e' cosi' che va avanti un paese. Cosi va avanti una famiglia, semmai.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: E il lavoro dov'è?
I servizi pubblici, in un paese normale dove la gente paga le tasse, sono pagati appunto dalle tasse.
Se una famiglia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai figli in modo ricorsivo chi sei tu per obiettare?
Bisogna anche stabilire fino a che punto il bene della collettivita' prevale sul bene della persona, dov'e' il limite. Perche' senza limiti si puo' anche dire: "E' stato deciso per il bene della collettivita' che nickognito deve lavorare nelle miniere di Carbonia e mangiare solo riso e/o semolino. E basta."
Se una famiglia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai figli in modo ricorsivo chi sei tu per obiettare?
Bisogna anche stabilire fino a che punto il bene della collettivita' prevale sul bene della persona, dov'e' il limite. Perche' senza limiti si puo' anche dire: "E' stato deciso per il bene della collettivita' che nickognito deve lavorare nelle miniere di Carbonia e mangiare solo riso e/o semolino. E basta."
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Re: E il lavoro dov'è?
uglygeek ha scritto:I servizi pubblici, in un paese normale dove la gente paga le tasse, sono pagati appunto dalle tasse.
Se una famiglia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai figli in modo ricorsivo chi sei tu per obiettare?
Bisogna anche stabilire fino a che punto il bene della collettivita' prevale sul bene della persona, dov'e' il limite. Perche' senza limiti si puo' anche dire: "E' stato deciso per il bene della collettivita' che nickognito deve lavorare nelle miniere di Carbonia e mangiare solo riso e/o semolino. E basta."
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: E il lavoro dov'è?
Adesso la gente pensera' che io abbia ereditato un castello Quando la realta' non potrebbe essere piu' diversa...
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Re: E il lavoro dov'è?
Tu parli di persone. Ma mi sembra tu confonda persone e famiglie. Dici che 'una famiglia e' contenta'. Ma una famiglia non e' una persona, non e' contenta. Poi parli del bene della persona, e invece intendi la famiglia.uglygeek ha scritto:I servizi pubblici, in un paese normale dove la gente paga le tasse, sono pagati appunto dalle tasse. Se una famiglia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai figli in modo ricorsivo chi sei tu per obiettare?
Bisogna anche stabilire fino a che punto il bene della collettivita' prevale sul bene della persona, dov'e' il limite. Perche' senza limiti si puo' anche dire: "E' stato deciso per il bene della collettivita' che nickognito deve lavorare nelle miniere di Carbonia e mangiare solo riso e/o semolino. E basta."
Prova a sostituire 'famiglia' a 'clan' o 'regione'.
Se, boh, la Lombardia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai lombardi in modo ricorsivo, chi sei tu per obiettare? E se la Lombardia e' contenta? E se intervieni nelle decisioni regionali lombarde, dove e' il limite, si puo' dire che io devo lavorare in miniera?
Tu puoi dire: ok, ma in Lombardia comunque pagano le tasse sul reddito. Bene, pero' mettiamo che in Lombardia vivano tutti gli italiani agiati, le industrie siano solo li', la tecnologia solo li, tutto il resto d'Italia guadagna quasi zero. Quale e' la soluzione per il paese, che per sempre i lombardi siano sempre piu' ricchi e al massimo paghino le tasse che cosi' agli altri paghi ospedali e sussidi, oppure che si cerchi di fare un modo che ventenni piemontesi e ventenni lombardi abbiano prospettive di vita, guadagno, lavoro e benessere simili a lungo termine ?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: E il lavoro dov'è?
Si aprirebbero discorsi interessanti. Yuval Noah Harari direbbe che la Lombardia non e' una cosa che "esiste davvero", e' una finzione, una storia a cui tutti credono. Potrebbe benissimo non esserci o comprendere mezza Svizzera piu' la provincia di Sondrio e Como e tutti penserebbero che quella e' la Lombardia.Nickognito ha scritto:Tu parli di persone. Ma mi sembra tu confonda persone e famiglie. Dici che 'una famiglia e' contenta'. Ma una famiglia non e' una persona, non e' contenta. Poi parli del bene della persona, e invece intendi la famiglia.uglygeek ha scritto:I servizi pubblici, in un paese normale dove la gente paga le tasse, sono pagati appunto dalle tasse. Se una famiglia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai figli in modo ricorsivo chi sei tu per obiettare?
Bisogna anche stabilire fino a che punto il bene della collettivita' prevale sul bene della persona, dov'e' il limite. Perche' senza limiti si puo' anche dire: "E' stato deciso per il bene della collettivita' che nickognito deve lavorare nelle miniere di Carbonia e mangiare solo riso e/o semolino. E basta."
Prova a sostituire 'famiglia' a 'clan' o 'regione'.
Se, boh, la Lombardia e' contenta di fare la fame per lasciare tutto ai lombardi in modo ricorsivo, chi sei tu per obiettare? E se la Lombardia e' contenta? E se intervieni nelle decisioni regionali lombarde, dove e' il limite, si puo' dire che io devo lavorare in miniera?
Tu puoi dire: ok, ma in Lombardia comunque pagano le tasse sul reddito. Bene, pero' mettiamo che in Lombardia vivano tutti gli italiani agiati, le industrie siano solo li', la tecnologia solo li, tutto il resto d'Italia guadagna quasi zero. Quale e' la soluzione per il paese, che per sempre i lombardi siano sempre piu' ricchi e al massimo paghino le tasse che cosi' agli altri paghi ospedali e sussidi, oppure che si cerchi di fare un modo che ventenni piemontesi e ventenni lombardi abbiano prospettive di vita, guadagno, lavoro e benessere simili a lungo termine ?
La civilizzazione si e' evoluta grazie a queste "storie inventate a cui tutti credono", prima i clan, poi le citta', poi regioni e stati sempre piu' grandi che fanno si' che la gente senta un certo legame verso persone estranee che nemmeno incontrera' mai nella vita ma che fanno parte della stessa comunita'. Questo fa si' che la gente accetti leggi e tasse e il fatto di avere diritti ma anche doveri verso la *propria* comunita', ma ci sono anche dei limiti.
Non credo si possa dire lo stesso delle famiglie, le famiglie "esistono davvero" nel senso che gli umani si riproducono e crescono i propri figli e ci sono legami di sangue. Quindi il paragone non regge.
Poi dire 'una famiglia e' contenta' significa che i membri della famiglia sono contenti. Se uno non e' contento puo' interrompere il ciclo di risparmio e spendere tutto come vuole. Non e' che deve necessariamente pensare solo al bene comune.
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Re: E il lavoro dov'è?
Moooolto interessante JR, e sono d'accordo anche con il resto della tua analisi. Hai mica il link dello studio?Johnny Rex ha scritto:Ha molto a che fare con le tue riflessioni il concetto di Eredità attesa , la quantità di patrimonio che si aspetta di ereditare al decesso di un familiare anziano, concetto che dipende da 3 parametri, 1) Livello medio di Patrimonializzazione delle famiglie 2) Peso anziani sul totale popolazione 3) peso giovani sul medesimo totale. Inutile dire che l'Italia nei paesi europei è al primo posto per il punto 2 e all'ultimo per il punto 3, al Quarto per il punto 1, ma al primo se fosse possibile includere anche il patrimonio delle famiglie produttrici.Nickognito ha scritto:
Per me tutto questo non ha senso. Tra l'altro non siamo nemmeno al punto del genitore che fa sacrifici per i figli, ma ormai del figlio che non fa nulla di speciale ed eredita per il nipote.
Indicizzando i parametri e mettendo a 100 il livello medio degli altri paesi europei, l'Italia arriverebbe ad un abnorme 175 ,dietro di noi Belgio, Francia e Olanda.
Eredità attesa Bassa Norvegia, Lussemburgo Percentuale dei NEET (giovani senza studio od occupazione) 6,7%
Eredità attesa Media Finlandia, Austria, UK, Danimarca, Svezia, Portogallo,Germania, Grecia, Olanda Percentuale Media NEET 7,5%
Eredità attesa Alta Belgio, Francia Percentuale NEET 11%
Eredità attesa Altissima Italia Percentuale NEET 18%
F.F.