Paolino, grazie ma non credo che sia in grado di fare il lavoro che cerchi.
Il problema dell'assuzione per me e' davvero grave. Potrei fare mille esempi personali, ma sono personali fino a un certo punto, perche' non e' che queste aziende cambino i loro metodi con altre persone. E alla fine le aziende con molte migliaia di dipendenti sono in numero limitato, se vedi i loro metodi di colloquio in 25 aziende e non vanno, beh, un sospetto viene.
Uno degli errori spesso fatti, a mio parere, e' che l'azienda ti faccia un favore, ad assumerti. Non solo per gli ingegneri informatici o programmatori, che son pochi ovunque. Ma in generale. A Praga non c'e' disoccupazione, se rifiuti qualcuno bravo spesso proprio non lo ritrovi piu'. Se stai un mese senza dare notizie dopo un colloquio, come succede spessissimo, spesso il tizio non lo ritrovi piu', e' andato altrove.
Alcuni casi sono spesso clamorosi, i piu' comuni, qui, sono quelli in cui assumi donne non brutte con precedenza sugli altri. Questo e' un caso molto classico. Essere una donna non brutta e non essere una donna brutta o un uomo (tanto piu' se uomo non bello) e' una discriminante spesso decisiva. (E gia' questo ha un minimo di senso, le donne, in settori in cui gli uomini applicano in maggior numero, rallegrano spesso l'umore agli uomini in azienda
).
Ma in generale i metodi sono sbagliate. Non si utilizzano metodi comuni, ma si fanno certe domande, o su esperienze passate, o comportamentali, si guarda il cv e il modo di presentarsi. Non sono per me criteri validi.
Per la maggioranza dei mestieri, le competenze che servono sono davvero poche (quelle che non si possono imparare dopo assunti, dico). Il titolo di studio di solito non conta nulla e le esperienze precedenti contano poco. Molto di piu' contano le capacita' personali e l'impegno e serieta' che uno ci mette. Ovviamente per altre professioni serve una competenza di base, ma sono la minoranza. Altrettando ovviamente queste due caratteristiche fondamentali sono difficili da valutare. Ma proprio per questo andrebbe valutate da professionisti del settore a cui affidarsi.
Oggi i recruiter di solito offrono candidati secondo il loro cv. Ma questo e' per lo piu' assurdo. Le due caratteristiche fondamentali non sono nel cv. In un mondo efficiente, una persona avrebbe un suo recruiter, che riceve un feedback dai datori di lavoro, dai superiori, ma magari anche dai colleghi. Una volta che sa che tizio e 'un lavoratore valido, con molte conferme, capace e affidabile, diventa un elemento prezioso da offrire in giro. Diverse aziende se lo contenderanno (o poche, se c'e' disoccupazione) e il lavoratore scegliera' dove andare.
Del resto, questo accade spesso per fare carriera all'interno di un'azienda. Certo, spesso va avanti il raccomandato, lo scaltro, comunque. Ma c'e' comunque in genere il meccanismo per cui uno molto affidabile e capace venga anche scelto per fare un lavoro nuovo, per cui ancora non ha esperienza, ma che imparera'. Non succede sempre, ma succede anche.
Invece cio' che e' decisivo di solito e' la prima impressione di chi assume (e non e' laureato in 'scelta alla prima impressione', e uno che nella vita fa altro, in un'azienda di solito non decide il recruiter dell'azienda, ma il manager specifico di quel settore). E' tutto completamente assurdo.
Tra l'altro: se, per esempio, un recruiter potesse avere accesso a valutazioni annuali ufficiali di ogni dipendente, e vedere chi ha le migliori, questo sarebbe un vantaggio anche per le aziende, che potrebbe dare incentivi senza spendere (non ti do nessun bonus, ma visibilita' per trovare un lavoro con stipendio migliore). Poi rimarrebbe quello che la performance la valuta se la dipendente ti porta' il caffe' o ci esce la sera insieme, certo, ma sarebbe un inizio.
Se uno fa un colloquio con me, io descrivo il mio lavoro e sembra che faccia un sacco di cose importanti. In realta' non faccio nulla dalla mattina alla sera. Non ho la laurea, ma in pratica ho dato tutti gli esami con il massimo dei voti e continuato a studiare ancora per anni. Ho delle certificazioni utili, ma in pratica le ho dimenticate e mai usate. Non c'e' nessuna traccia del fatto che in ogni lavoro sia piaciuto a superiori e dipendenti o mi sia adattato sempre bene a mansioni nuove. Ma nemmeno traccia del fatto che sono pigro.
E' significativo anche come ai colloqui per un'assunzione non ti chiedano mai di fare qualcosa. Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'. No, macche', ti fanno solo raccontare cosa fai. Io posso anche raccontare di correre i 100 in 10 secondi netti. Fammi fare qualcosa, non raccontare.
Spesso poi addirittura si valuta un segno nel modo opposto. Prendiamo per esempio chi si presenta stressato a un coloquio. Che significa, che non regge lo stress al lavoro? No, non c'e' in genere alcuna relazione. A parita' di prestazione nel colloquio, io mi prendero' lo stressato. Che ha reso uguale anche se stressato.
Quando ho fatto un colloquio di recente c'erano solo due candidati seri, io ho fatto il colloquio ma decidevano altri. Una era stressata, evidentemente. Ha fatto bene, ma trasettendo stress e nervosismo. L'altro ha fatto uguale, ma ha trasmesso una grandissima sicurezza in se stesso. E' stato scelto il peggiore, il secondo. Perche' peggiore? Beh, perche' la prima, una volta assunta, avrebbe lavorato tranquillamente senza stress come una persona normale. Il secondo invece, non lavora bene perche' e' sempre convinto di aver ragione. Diverso e' magari il presentarsi in ritardo, quello piu' facile che poi accada anche al lavoro. O presentarsi coi capelli unti (ma solo se serve una presenza col cliente, o chi se ne frega).
O ancora: il candidato deve fare una presentazione. Magari non l'ha mai fatta e l'altro si'. Non e' fisica nucleare, chi se ne frega. Non sarebbe piu' utile dire: prepara una presentazione che rispetti questi criteri. Hai tempo di prepararti e rispettarli. Ma si potrebbe andare avanti all'infinito.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)