E il lavoro dov'è?

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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NNick87
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da NNick87 »

Burano ha scritto:Si hanno dati attendibili su quanti posti di lavoro in più ci sono grazie alle aperture domenicali dei centri commerciali?
Per quanto ne so io, quasi tutti non hanno fatto assunzioni ulteriori, semplicemente spalmano e fanno turnare il personale già in essere, in alcuni casi senza neanche pagare il lavoro festivo. Fosse vero che grazie alle aperture nei festivi sono aumentati sensibilmente i posti di lavoro e ora sarebbero a rischio (e possibilmente chi lavora domenica o il primo maggio si vede riconosciuto il giorno festivo), potrei capire certe lamentele e toni allarmistici.
Io ho sentito parlare alla radio di 50.000 posti di lavoro in meno. Ma direi di prenderlo con le pinze.

Il problema grosso è che non si guarda, o non si vuole guardare ai bisogni delle persone, come invece hanno fatto i supermercati.

La soluzione potrebbe essere lavorare sui contratti db lavoro, limitando il numero di giorni festivi in cui si può lavorare. Ma andrebbe bene pure lasciare tutto così.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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uglygeek
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Burano ha scritto:Si hanno dati attendibili su quanti posti di lavoro in più ci sono grazie alle aperture domenicali dei centri commerciali?
Per quanto ne so io, quasi tutti non hanno fatto assunzioni ulteriori, semplicemente spalmano e fanno turnare il personale già in essere, in alcuni casi senza neanche pagare il lavoro festivo. Fosse vero che grazie alle aperture nei festivi sono aumentati sensibilmente i posti di lavoro e ora sarebbero a rischio (e possibilmente chi lavora domenica o il primo maggio si vede riconosciuto il giorno festivo), potrei capire certe lamentele e toni allarmistici.
Forse il discorso e' l'opposto... visto che gli acquisti online prendono piede anche in Italia e che per molte persone sarebbe meglio poter fare acquisti nei negozi nei giorni festivi, quando non lavorano, il rischio e' che chiudendo la domenica si perderanno molti posti di lavoro. Se lo moria di negozi che c'e' negli Stati Uniti arrivera' anche in Italia.
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alessandro
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:
Burano ha scritto:Si hanno dati attendibili su quanti posti di lavoro in più ci sono grazie alle aperture domenicali dei centri commerciali?
Per quanto ne so io, quasi tutti non hanno fatto assunzioni ulteriori, semplicemente spalmano e fanno turnare il personale già in essere, in alcuni casi senza neanche pagare il lavoro festivo. Fosse vero che grazie alle aperture nei festivi sono aumentati sensibilmente i posti di lavoro e ora sarebbero a rischio (e possibilmente chi lavora domenica o il primo maggio si vede riconosciuto il giorno festivo), potrei capire certe lamentele e toni allarmistici.
Forse il discorso e' l'opposto... visto che gli acquisti online prendono piede anche in Italia e che per molte persone sarebbe meglio poter fare acquisti nei negozi nei giorni festivi, quando non lavorano, il rischio e' che chiudendo la domenica si perderanno molti posti di lavoro. Se lo moria di negozi che c'e' negli Stati Uniti arrivera' anche in Italia.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da scooter »

le domeniche con i negozi chiusi segneranno il trionfo definitivo di chi vende online

per altro, se ogni esercizio commerciale restasse chiuso non mi è chiaro come si dovrebbe passare il tempo senza poter mai andare a mangiare un gelato, o vedere un film, visitare un museo, ecc. ecc.
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laplaz
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da laplaz »

scooter ha scritto:le domeniche con i negozi chiusi segneranno il trionfo definitivo di chi vende online
Ma secondo te invece senza domeniche con i negozi chiusi le vendite online non trionferanno comunque? :)
Tempo 4 o 5 anni al massimo e la quasi totalità delle transazioni avverrà online, non ha ormai alcun senso l'acquisto sul posto, ad eccezione probabilmente dei generi alimentari.
Io comunque i negozi li lascerei aperti, non ho mai capito per quale motivo la domenica debba essere considerata un giorno diverso dagli altri.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da scooter »

laplaz ha scritto:
scooter ha scritto:le domeniche con i negozi chiusi segneranno il trionfo definitivo di chi vende online
Ma secondo te invece senza domeniche con i negozi chiusi le vendite online non trionferanno comunque? :)
Tempo 4 o 5 anni al massimo e la quasi totalità delle transazioni avverrà online, non ha ormai alcun senso l'acquisto sul posto, ad eccezione probabilmente dei generi alimentari.
Io comunque i negozi li lascerei aperti, non ho mai capito per quale motivo la domenica debba essere considerata un giorno diverso dagli altri.
4 o 5 mi sembrano pochi, ma sulla prospettiva a medio termine sono comunque d'accordo
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alessandro
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

scooter ha scritto:
laplaz ha scritto:
scooter ha scritto:le domeniche con i negozi chiusi segneranno il trionfo definitivo di chi vende online
Ma secondo te invece senza domeniche con i negozi chiusi le vendite online non trionferanno comunque? :)
Tempo 4 o 5 anni al massimo e la quasi totalità delle transazioni avverrà online, non ha ormai alcun senso l'acquisto sul posto, ad eccezione probabilmente dei generi alimentari.
Io comunque i negozi li lascerei aperti, non ho mai capito per quale motivo la domenica debba essere considerata un giorno diverso dagli altri.
4 o 5 mi sembrano pochi, ma sulla prospettiva a medio termine sono comunque d'accordo

ci sono cose che si preferisce vedere prima ci comprare, ad esempio i vestiti, ammeno che non siano di marche e taglie conosciute.
ma anch eli', ho acquistato un paio di scarpe da tennis stesso numero e stesso marchi ed erano un mezzo numero abbondante piu' grandi.

poi ci sono negozi in controtendenza, tipo gli apple store, che non ha senso, la apple prduce pochisimi modelli e tutti identici eppure fanno la fila per comprarli ( a prezzi anche meggiorati) al negozio della apple.

come ho scritto piu' volte, ha ancora un senso il negozio ma c'e' una concorrenza sleale da parte dei colossi online:
i colossi oltre ad avvantaggiarsi delle dimensioni e quindi la minore incidenza delle spese fisse e non avere la necessita' di luoghi fisici di vendita ( carissimi in città tra affitti e spese affini, pagano una percentuale di tasse 10 o 100 volte minore.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Gios »

Dai il negozio ha senso perché c'è la commessa figa.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da tennisfan82 »

Mettete su Rai3 per vedere la situazione disastrosa dei CPI.

Di cosa pariamo su...
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da babaoriley »

Io evito di andare per negozi la domenica ma anche il sabato, odio la folla e le file ai camerini (il male assoluto).
Ma in generale lo shopping mi infastidisce, sono una donna anomala :)
Se so che mi serve qualcosa vado in pochi negozi, preferibilmente in giorni feriali, compro - se compro - e me ne vado.
Dopo 2-3 negozi al massimo sono stanca, voglio fuggire.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Nuovo capitolo di come sia difficile dare lavoro ai lavoratori.

La mia azienda sta cercando da qualche mese Ingegneri Informatici per lo sviluppo e la manutenzione dei portali web e delle app attraverso cui rilasciamo i risultati delle ricerche ai nostri clienti.

Dopo diversi colloqui abbiamo trovato attraverso Manpower (azienda di collocamento) un ragazzo di 25 anni che dopo 3 diversi incontri ci aveva fatto un'ottima impressione e a sua volta sembrava interessato sul lavoro da fare.

Ieri primo giorno di lavoro, in affiancamento con il responsabile di queste attività che ha praticamente passato la giornata a dare una descrizione dei flussi dei progetti che attualmente seguiamo senza entrare troppo nel dettaglio tecnico.
Alle 18.00 se ne va.

Oggi, verso le 11.00, viene da me il responsabile che mi chiede: "ma il ragazzo nuovo?"
e io: "non lo so, Dovrebbe venire. Proviamo a telefonargli per capire se ha dei problemi"

Dopo aver recuperato il numero di telefono il responsabile lo chiama e questo risponde che non sarebbe venuto e che aveva spiegato i motivi in un'email a ManPower.

Chiamiamo Manpower, e la persona che ci segue, imbarazzata lei per prima, ci dice che nell'email il ragazzo diceva di non voler più venire perché ieri, prima di andare via, aveva già spiegato al suo superiore che alcune cose nei flussi dei progetti andavano migliorate e poi per altri motivi che per "segreto professionale" non voleva rivelare. :o

Contratto offerto: 2° livello commercio con RAL di 30.000 Euro. A 25 anni, primo contratto a tempo indeterminato della sua vita.

Io sono allucinato:
- per i modi (almeno una telefonata per dire che non sarebbe venuto, ce la poteva pure fare)
- per la rinuncia.

P.S.
Se conoscete ingegneri informatici interessati a venire a lavorare a Roma, fatemi sapere.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Mah, io qua non vedo quasi nessuno che fa cosi', ma i pochi che lo fanno di solito sono italiani :)

Pero' mi permetto un appunto: forse avete scelto la persona sbagliata, forse non siete bravi a scegliere #10#
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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paoolino
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Nickognito ha scritto:
Pero' mi permetto un appunto: forse avete scelto la persona sbagliata, forse non siete bravi a scegliere #10#
Il dubbio mi viene...

Il problema è che non è che c'è tutta questa pletora tra cui scegliere...

(un po' come per i tennisti americani :D )
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Io (che adesso peraltro sto facendo colloqui per posti che forse non accettero', ma ho un lavoro e se accetto poi mi presento..), ho talmente tante esperienze negative per colloqui per posti del cazzo - con tutto il rispetto -, con cani e porci presi al posto mio che, con tutta la estrema modestia del caso, ho perso ogni fiducia in chi fa i colloqui.
(anche perche' chi mi prende poi non mi critica).

Ma del resto io ho fatto gli stessi errori in campo sentimentale :D

Scegliere la persona giusta e' la cosa piu' importante, del lavoro, della vita, ci sono dei recruiter, certo, ma di solito il recruiter cerca di trovare chi piacera' all'azienda, non chi lavora bene. Poi l'ultima parola spetta sempre a uno interno all'azienda che non ci sa fare.

Un po' come se il direttore di un'azienda mandasse si i dipendenti da un medico, al limite, ma poi l'ultima decisione sulla terapia la prendesse lui e il suo staff. Poi non ci si puo' stupire se in ufficio qualcuno sta male :)

Anche adesso sto facendo diversi colloqui. Sono fatti tutti in modo diverso, e anche qui forse qualcosa non va. Se vai da un medico col mal di gola e trovi uno che ti guarda la gola , uno i piedi, uno di fa una radiografia, forse qualcosa non va :).

Eppure, sia per il lavoro che per un matrimonio, che so, il discorso e' semplice: il modo di presentarsi a un primo incontro non ha NULLA a che fare col resto. Non poco, proprio nulla.

Uno che conosco e' stato appena cacciato da un lavoro per droga e sexual harassment. Ha subito trovato posto come manager HR. Lui e 'bravo ai colloqui. Tra l'altro le voci girano, gia' diverse persone della sua nuova azienda sanno che lui disturba le donne, tradisce la moglie, favorisce le donne sugli uomini, e cosi' via. Sarebbe bastato chiedere a 5 ex colleghi a caso :)

Un tempo si chiedeva al prete, tipo, ma il tipo e' affidabile? :D
Ultima modifica di Nickognito il mar set 25, 2018 3:16 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da tuborovescio »

Andrà a scuola a insegnare matematica, con qualche lezione privata arriva agli stessi soldi, molte più ferie, nessun controllo :D
#1#
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da madmarat »

Io ho diversi amici informatici (troppi :D ) e tutti si lamentano che nella loro azienda non riescono ad assumere nuovo personale perché o sono dei montati (che non sanno fare il loro lavoro) o perché i criteri e test di selezione sono errati. Tra l'altro in tutta Europa e per candidati di tutte le nazionalità. Non sto parlando di italiani in Italia.

Comunque Paolino ho un paio di amici a Roma, se interessa :)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

ma chi li decide i criteri di selezione?
Poi puoi prendere anche Bill Gates, ma se non si presenta al lavoro tanto vale prendi Burian Siberiano.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

madmarat ha scritto:
Comunque Paolino ho un paio di amici a Roma, se interessa :)
Ti mando un pvt
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da tuborovescio »

paoolino ha scritto:
Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
Sì ma Nick è un filosofo mica un laureato #100#
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

tuborovescio ha scritto:
paoolino ha scritto:
Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
Sì ma Nick è un filosofo mica un laureato #100#
Alla peggio passo il tempo a discutere del migliore di sempre dal vivo.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da laplaz »

tuborovescio ha scritto:
paoolino ha scritto:
Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
Sì ma Nick è un filosofo mica un laureato #100#
E' solo un logorroico, mica un filosofo :lol: #113#
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da madmarat »

Nickognito ha scritto:ma chi li decide i criteri di selezione?
Poi puoi prendere anche Bill Gates, ma se non si presenta al lavoro tanto vale prendi Burian Siberiano.
L'azienda!
Allora è difficilissimo spiegare come ragionano gli ingegneri informatici se non si è quotidianamente a contatto con loro.
Del tipo un mio amico in Svezia aveva sbagliato il test ma poi è stato preso comunque. Ora sta cercando di assumere gente, usando lo stesso test che aveva fallito con lui. Non sono mentalmente molto elastici :lol:
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Comunque nella mia esperienza ogni volta che ho cercato nuovi impiegati trovo troppe persone che hanno sì la laurea ma poi:

- non sanno parlare in italiano corretto
- non sanno lingue straniere
- sembrano disadattati / sociopatici
- alla prova dei fatti hanno poco senso pratico e poca capacità di integrarsi in un sistema mediamente complesso
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

madmarat ha scritto: Del tipo un mio amico in Svezia aveva sbagliato il test ma poi è stato preso comunque. Ora sta cercando di assumere gente, usando lo stesso test che aveva fallito con lui. Non sono mentalmente molto elastici :lol:
Vorrà assumere uno che fa il suo stesso errore.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da madmarat »

paoolino ha scritto:
madmarat ha scritto: Del tipo un mio amico in Svezia aveva sbagliato il test ma poi è stato preso comunque. Ora sta cercando di assumere gente, usando lo stesso test che aveva fallito con lui. Non sono mentalmente molto elastici :lol:
Vorrà assumere uno che fa il suo stesso errore.
:D
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Re: E il lavoro dov'è?

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paoolino ha scritto:Nuovo capitolo di come sia difficile dare lavoro ai lavoratori.

La mia azienda sta cercando da qualche mese Ingegneri Informatici per lo sviluppo e la manutenzione dei portali web e delle app attraverso cui rilasciamo i risultati delle ricerche ai nostri clienti.

Dopo diversi colloqui abbiamo trovato attraverso Manpower (azienda di collocamento) un ragazzo di 25 anni che dopo 3 diversi incontri ci aveva fatto un'ottima impressione e a sua volta sembrava interessato sul lavoro da fare.

Ieri primo giorno di lavoro, in affiancamento con il responsabile di queste attività che ha praticamente passato la giornata a dare una descrizione dei flussi dei progetti che attualmente seguiamo senza entrare troppo nel dettaglio tecnico.
Alle 18.00 se ne va.

Oggi, verso le 11.00, viene da me il responsabile che mi chiede: "ma il ragazzo nuovo?"
e io: "non lo so, Dovrebbe venire. Proviamo a telefonargli per capire se ha dei problemi"

Dopo aver recuperato il numero di telefono il responsabile lo chiama e questo risponde che non sarebbe venuto e che aveva spiegato i motivi in un'email a ManPower.

Chiamiamo Manpower, e la persona che ci segue, imbarazzata lei per prima, ci dice che nell'email il ragazzo diceva di non voler più venire perché ieri, prima di andare via, aveva già spiegato al suo superiore che alcune cose nei flussi dei progetti andavano migliorate e poi per altri motivi che per "segreto professionale" non voleva rivelare. :o

Contratto offerto: 2° livello commercio con RAL di 30.000 Euro. A 25 anni, primo contratto a tempo indeterminato della sua vita.

Io sono allucinato:
- per i modi (almeno una telefonata per dire che non sarebbe venuto, ce la poteva pure fare)
- per la rinuncia.

P.S.
Se conoscete ingegneri informatici interessati a venire a lavorare a Roma, fatemi sapere.
Qui sono nel mio... Ho fatto letteralmente centinaia di colloqui a programmatori informatici in grandi aziende, qui so di cosa parlo. :-)

Devo dire che, dalla descrizione che fai, avete incontrato una persona prima di tutto poco educata che si e' comportata come un cafone. Peraltro non e' infrequente che ingegneri informatici molto bravi non siano dotati di eccezionali 'people skill', a volte sono persone con un carattere un po' particolare, un po' spigoloso. Anche perche' gli ingegneri bravi un po' possono permetterselo. Forse era semplicemente molto inesperto, e avra' pensato che fosse meglio comunicare il suo rifiuto alla persona di ManPower con cui aveva piu' familiarita' e che aveva svolto il ruolo di tramite tra lui e la tua azienda. (Per inciso, il fatto stesso che vi siate rivolti a ManPower per cercare un programmatore mi fa capire che conoscete poco il mercato del lavoro in questo settore).

Lasciando stare i modi, comunque non giustificabili, mi sembra di aver capito tu paoolino, qui nel ruolo di donatore di lavoro, sia rimasto allucinato soprattutto per la rinuncia ad un posto fisso. Dal poco che si puo' dedurre dallo scarso feedback che vi ha dato mi pare di aver capito che il candidato non sia rimasto PER NULLA impressionato dalla tua azienda e dal modo in cui sviluppate i progetti, dalle tecnologie da voi utilizzate, e cosi' via. E quindi non si sia sentito di accettare l'impiego, probabilmente conscio che potra' trovare di meglio, anche se forse non in Italia. Questa e' una cosa che puo' risultare difficile da capire per i datori di lavoro, ma i programmatori bravi sono spesso molto motivati dalla passione per la tecnologia (almeno finche' non mettono su famiglia :-)) e quindi per loro lavorare su A con tecnologie X e metodologia Y piuttosto che su B con tecnologia Z fa davvero differenza. Spesso cercano non solo un lavoro ma anche l'opportunita' di lavorare su cose 'interessanti' nel senso che permetteranno loro di mantenere e migliorare la competenza nelle tecnologie piu' innovative e quindi di continuare ad avere un mercato. Cioe' pensano al loro futuro, al loro 'brand' in un certo senso. Difficilmente un programmatore cerca un posto fisso a vita, e semmai lo cerca in Google non in una PMI romana.

Poi, 30mila euro lordi l'anno sono piu' del doppio mio primo stipendio (che era in lire) ma circa 1450 netti al mese non sono tantissimi per chi vive a Roma. Per farti un esempio personale, ad un certo punto mi sono trovato a lavorare in Svizzera con un giovane ingegnere molto in gamba circa della stessa eta' del tuo candidato, laureato da due anni al Politecnico di Torino, che guadagnava quattro volte (4) quanto voi avete offerto con il vostro contratto (poi molto di piu' come netto, essendo li' le tasse piu' basse). Certo, un caso fuori dal comune, ma guarda che un bravo sviluppatore web e di app mobile fa presto a trovare un contratto da 60mila sterline a Londra o da 60mila euro a Berlino. E parliamo di gente in gamba ma non eccezionale, non materiale per Google o Facebook. E da quanto mi dicono i miei amici in Italia ormai i neolaureati in ingegneria non si fanno grossi problemi a lasciare l'Italia. Per un romano, in fondo, trasferirsi a Zurigo non e' poi tanto piu' scomodo di trasferirsi a Milano.

Quindi paoolino, non ti e' venuto in mente che forse avete semplicemente scelto qualcuno "out of your league", per cosi' dire, che non vi potete permettere? Credo che la fame di lavoro che c'e' in Italia abbia davvero falsato la dinamica tra chi offre e chi domanda lavoro con una logica che ora tende agli Stati Uniti post-1929: "Will work for food". In un mercato del lavoro sano un imprenditore non dovrebbe allucinarsi se un'offerta di lavoro viene rifiutata, e nel 2018 grazie al cielo c'e' un mercato del lavoro sano per gli ingegneri del software, se si allarga lo sguardo all'Europa e non ci si limita al nostro paese.
Se conoscete ingegneri informatici interessati a venire a lavorare a Roma, fatemi sapere.
Quello che conosco io, se li invito a trasferirsi a Roma per 30mila lordi l'anno scoppiano a ridere.
Ultima modifica di uglygeek il mar set 25, 2018 6:47 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: E il lavoro dov'è?

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paoolino ha scritto:
Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
Da laureato in filosofia mi sento di dargli ragione
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da ciccio »

paoolino ha scritto:
Nickognito ha scritto:Lavorare #10# per paolino sarebbe il mio sogno, per poi imbastire una rivoluzione proletaria.
Se mi vuoi mandare il CV, e dico sul serio.

Mio padre è convinto che i laureati in filosofia siano i migliori analisti che abbia mai avuto.
possibile, ma anche i piú bisognosi di analisi #109#
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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paoolino
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

Speravo in una risposta di ugly, perché mi aspetto critiche che mi possano dare una direzione migliore.
uglygeek ha scritto: Qui sono nel mio... Ho fatto letteralmente centinaia di colloqui a programmatori informatici in grandi aziende, qui so di cosa parlo. :-)

Devo dire che, dalla descrizione che fai, avete incontrato una persona prima di tutto poco educata che si e' comportata come un cafone. Peraltro non e' infrequente che ingegneri informatici molto bravi non siano dotati di eccezionali 'people skill', a volte sono persone con un carattere un po' particolare, un po' spigoloso. Anche perche' gli ingegneri bravi un po' possono permetterselo. Forse era semplicemente molto inesperto, e avra' pensato che fosse meglio comunicare il suo rifiuto alla persona di ManPower con cui aveva piu' familiarita' e che aveva svolto il ruolo di tramite tra lui e la tua azienda. (Per inciso, il fatto stesso che vi siate rivolti a ManPower per cercare un programmatore mi fa capire che conoscete poco il mercato del lavoro in questo settore).
Più che cafone sembrava un po' "disadattato". Sarà un clichè, ma me lo aspetto anche dalla figura professionale richiesta.
Sul tuo commento sul rivolgerci a Manpower. Ci siamo rivolti anche a Manpower. Di solito cerchiamo attraverso altri canali, spesso attraverso altre aziende di consulenza informatica con cui collaboriamo, oppure cerchiamo di sfruttare (pochi) rapporti che abbiamo nel mondo universitario.
Se hai altri canali da segnalarmi ti prego di dirmeli. Te ne sarei molto grato
uglygeek ha scritto:Lasciando stare i modi, comunque non giustificabili, mi sembra di aver capito tu paoolino, qui nel ruolo di donatore di lavoro, sia rimasto allucinato soprattutto per la rinuncia ad un posto fisso. Dal poco che si puo' dedurre dallo scarso feedback che vi ha dato mi pare di aver capito che il candidato non sia rimasto PER NULLA impressionato dalla tua azienda e dal modo in cui sviluppate i progetti, dalle tecnologie da voi utilizzate, e cosi' via. E quindi non si sia sentito di accettare l'impiego, probabilmente conscio che potra' trovare di meglio, anche se forse non in Italia. Questa e' una cosa che puo' risultare difficile da capire per i datori di lavoro, ma i programmatori bravi sono spesso molto motivati dalla passione per la tecnologia (almeno finche' non mettono su famiglia :-)) e quindi per loro lavorare su A con tecnologie X e metodologia Y piuttosto che su B con tecnologia Z fa davvero differenza. Spesso cercano non solo un lavoro ma anche l'opportunita' di lavorare su cose 'interessanti' nel senso che permetteranno loro di mantenere e migliorare la competenza nelle tecnologie piu' innovative e quindi di continuare ad avere un mercato. Cioe' pensano al loro futuro, al loro 'brand' in un certo senso. Difficilmente un programmatore cerca un posto fisso a vita, e semmai lo cerca in Google non in una PMI romana.
Capisco il punto, ma la persona in questione aveva fatto 3 colloqui, prima di essere assunta e avere affrontato il primo giorno di lavoro.
In tutti i colloqui era presente l'ingegnere informatico (33 enne) che si occupa dello sviluppo dei nostri sistemi di reportistica, che li ha messi in piedi cercando di assemblare quello che di più attuale e innovativo c'è in circolazione. Nel corso dei colloqui aveva visto sia i portali che i sistemi di hardware e software che c'erano dietro e anche le ipotesi di sviluppi futuri che avevamo in mente. Senza che gli fosse richiesto, la persona in questione ha fatto commenti più che positivi su ciò che gli era stato mostrato.
uglygeek ha scritto:Poi, 30mila euro lordi l'anno sono piu' del doppio mio primo stipendio (che era in lire) ma circa 1450 netti al mese non sono tantissimi per chi vive a Roma. Per farti un esempio personale, ad un certo punto mi sono trovato a lavorare in Svizzera con un giovane ingegnere molto in gamba circa della stessa eta' del tuo candidato, laureato da due anni al Politecnico di Torino, che guadagnava quattro volte (4) quanto voi avete offerto con il vostro contratto (poi molto di piu' come netto, essendo li' le tasse piu' basse). Certo, un caso fuori dal comune, ma guarda che un bravo sviluppatore web e di app mobile fa presto a trovare un contratto da 60mila sterline a Londra o da 60mila euro a Berlino. E parliamo di gente in gamba ma non eccezionale, non materiale per Google o Facebook. E da quanto mi dicono i miei amici in Italia ormai i neolaureati in ingegneria non si fanno grossi problemi a lasciare l'Italia. Per un romano, in fondo, trasferirsi a Zurigo non e' poi tanto piu' scomodo di trasferirsi a Milano.

Quindi paoolino, non ti e' venuto in mente che forse avete semplicemente scelto qualcuno "out of your league", per cosi' dire, che non vi potete permettere? Credo che la fame di lavoro che c'e' in Italia abbia davvero sfalsato la dinamica tra chi offre e chi domanda lavoro con un modello che tende agli Stati Uniti post-1929: "Will work for food". In un mercato del lavoro sano un imprenditore non dovrebbe allucinarsi se un'offerta di lavoro viene rifiutata, e nel 2018 grazie al cielo c'e' un mercato del lavoro sano per gli ingegneri del software, se si allarga lo sguardo all'Europa e non ci si limita al nostro paese.
Ci può stare tutto, ma la tua spiegazione cozza un po' con la dinamica:

Facciamo 3 colloqui. Uno conoscitivo e due più tecnici.
Dopo il terzo colloquio c'è la nostra proposta economica, indirizzata anche sulla base di quello che era il suo attuale stipendio e le sue aspettative dichiarate.
Poi viene il primo giorno di lavoro e dopo 8 ore, dove ha avuto un primo approfondimento di quello che si era visto nei colloqui tecnici, se ne va.

Se non era convinto della tecnologia a sua disposizione, poteva dirci addio dopo uno dei tre colloqui.
Se non era convinto della remunerazione, poteva dirci addio dopo l'offerta economica.
Se si rendeva conto che qualcosa nelle dinamiche aziendali non andava bene, aveva comunque da contratto un periodo di prova di due mesi, dopo i quali poteva dirci "non mi piace", "non mi interessa", "vaffanculo!"
Te ne vai dopo un giorno?

Sulla remunerazione, magari siamo fuori mercato:
però 1450 Euro netti a una persona laureatasi 6 mesi fa, alla terza esperienza lavorativa e prima esperienza a tempo indeterminato, non mi sembrano una schifezza, considerando che io che sono il proprietario oggi me ne metto in tasca netti 2200.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

paoolino ha scritto:Speravo in una risposta di ugly, perché mi aspetto critiche che mi possano dare una direzione migliore.
Più che cafone sembrava un po' "disadattato". Sarà un clichè, ma me lo aspetto anche dalla figura professionale richiesta.
Sul tuo commento sul rivolgerci a Manpower. Ci siamo rivolti anche a Manpower. Di solito cerchiamo attraverso altri canali, spesso attraverso altre aziende di consulenza informatica con cui collaboriamo, oppure cerchiamo di sfruttare (pochi) rapporti che abbiamo nel mondo universitario.
Se hai altri canali da segnalarmi ti prego di dirmeli. Te ne sarei molto grato.

[...]

Ci può stare tutto, ma la tua spiegazione cozza un po' con la dinamica:

Facciamo 3 colloqui. Uno conoscitivo e due più tecnici.
Dopo il terzo colloquio c'è la nostra proposta economica, indirizzata anche sulla base di quello che era il suo attuale stipendio e le sue aspettative dichiarate.
Poi viene il primo giorno di lavoro e dopo 8 ore, dove ha avuto un primo approfondimento di quello che si era visto nei colloqui tecnici, se ne va.

Se non era convinto della tecnologia a sua disposizione, poteva dirci addio dopo uno dei tre colloqui.
Se non era convinto della remunerazione, poteva dirci addio dopo l'offerta economica.
Se si rendeva conto che qualcosa nelle dinamiche aziendali non andava bene, aveva comunque da contratto un periodo di prova di due mesi, dopo i quali poteva dirci "non mi piace", "non mi interessa", "vaffanculo!"
Te ne vai dopo un giorno?

Sulla remunerazione, magari siamo fuori mercato:
però 1450 Euro netti a una persona laureatasi 6 mesi fa, alla terza esperienza lavorativa e prima esperienza a tempo indeterminato, non mi sembrano una schifezza, considerando che io che sono il proprietario oggi me ne metto in tasca netti 2200.
Allora guarda, non c'e' dubbio che il tuo candidato sia un tipo strano, che ha agito nel peggiore dei modi. Se aveva dubbi sul lavoro doveva pensarci prima, una volta firmato il contratto si e' sempre in tempo per licenziarsi, vero, ma se non ci solo valide ragioni non e' una cosa bella da fare. Su questo non c'e' dubbio. Immagino che anche la sua giovane eta' ed inesperienza abbia influito su una condotta tanto maldestra e imbarazzante. Un bravo professionista non scriverebbe mai in una mail che se ne va per ragioni che non puo' dire per segreto professionale.

Io ovviamente questo tipo non lo conosco, posso solo dedurre le ragioni del suo comportamento dalla mail che ha scritto. Posso sbagliare ovviamente, ma secondo me il candidato ha accettato l'offerta di lavoro con molti dubbi, probabilmente non era convinto ma gli sembrava anche brutto rifiutare un'occasione e un posto fisso, magari non sapeva come spiegarlo ai suoi, vai a sapere. Probabilmente nei tre colloqui non c'era stato abbastanza tempo per lui per capire cosa andava esattamente a fare e come - probabilmente avrete passato piu' tempo nei colloqui ad esaminare voi lui piuttosto che lui ad esaminare voi; (quando io faccio colloqui devo impiegare parte del tempo a "vendere" il progetto e il team al candidato, per convincerlo ad accettare l'offerta nel caso si riveli un candidato interessante: piu' un ingegnere e' bravo piu' e' difficile assumerlo). Forse il primo giorno di lavoro gli ha dato un'immagine piu' completa di tutto. Immagine che, evidentemente, non gli e' piaciuta molto o l'ha spaventato per cui avra' deciso che era meglio interrompere subito piuttosto che farvi perdere altro tempo.

Se e' alla terza esperienza lavorativa dopo sei mesi dalla laurea si vede che e' ancora alla ricerca del ruolo giusto. Non credo nemmeno sia tanto un fattore di soldi: in Italia per ora piu' di tanto non puo' sperare di guadagnare visto che e' comunque un neolaureato, a meno di non spostarsi all'estero; non so come sia il mercato del lavoro a Roma, ma non credo ci sia tantissima offerta per gli ingegneri informatici (immagino che il tipo viva gia' a Roma e non si dovesse anche trasferire per questo lavoro). Pero' come dicevo 30mila non sono tantissimi anche per un neolaureato, se e' davvero bravo. Poi dici, "non è che c'è tutta questa pletora tra cui scegliere..." ed e' una lamentela che sento fare spesso in Italia. In realta' questo e' dovuto anche al fatto che le aziende italiane pagano cosi' poco e quelli bravi vanno via in cerca di pascoli piu' verdi.

In ogni caso io non lo metterei nella categoria dei ragazzi svogliati tipo "Gli abbiamo offerto un posto da cameriere per servire ai tavoli, con ottimo stipendio: ha chiesto se doveva lavorare anche nei weekend, e alla risposta affermativa ha declinato l'offerta perche' nel weekend deve uscire con la morosa". Se uno si mette li' ed impara a programmare e poi prende anche una laurea vuol dire che gli interessa e vuole farlo come lavoro. E non e' un lavoro dove si lavora poco, tutt'altro, questo lo sa gia' da prima. Quindi e' improbabile che non avesse voglia, semplicemente avra' scoperto di non essere interessato da questa particolare occasione di lavoro e ha gestito la cosa malissimo.
Voglio dire, se invece di accettare e non presentarsi vi avesse detto al momento dell'offerta "No guardate, il lavoro non mi pare molto interessante e comunque trovo l'offerta economica del tutto inadeguata, quindi mi scuso per il tempo che vi ho fatto perdere ma preferisco rinunciare" tu cosa avresti pensato? Probabilmente tu saresti comunque rimasto allucinato dal rifiuto, eppure in quel caso il comportamento del ragazzo sarebbe stato ineccepibile.

Ma la ragione di tutto potrebbe anche essere molto piu' semplice: forse questo tizio ha fatto piu' colloqui in parallelo, con voi e qualche altra ditta che gli interessava di piu', poi quando voi gli avere fatto l'offerta lui ha accettato non sapendo come sarebbe finita dall'altra parte, infine avendo avuto anche l'altra offerta non ha saputo piu' come tirarsi fuori e ha fatto un casino. Improbabile, visto che e' venuto da voi il primo giorno, ma non impossibile.

Riguardo a canali per trovare candidati, in genere le agenzie come ManPower nemmeno specializzate in informatica non sono proprio il modo migliore. Canali migliori sono contatti coltivati con l'universita', ma anche ricerche mirate su LinkedIn. Ma il canale migliore e' farsi conoscere in meetup locali e conferenze tecniche di settore (ad esempio, nel tuo caso, conferenze e meetup sulla programmazione web e mobile). Spesso basta offrire una minima sponsorizzazione a questi eventi (poche centinaia di euro) per entrare in contatto con persone molto in gamba e far conoscere la propria offerta di lavoro, e poi le voci corrono veloci. Molto piu' economico ed efficace che pagare un'agenzia.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Paolino, grazie ma non credo che sia in grado di fare il lavoro che cerchi.

Il problema dell'assuzione per me e' davvero grave. Potrei fare mille esempi personali, ma sono personali fino a un certo punto, perche' non e' che queste aziende cambino i loro metodi con altre persone. E alla fine le aziende con molte migliaia di dipendenti sono in numero limitato, se vedi i loro metodi di colloquio in 25 aziende e non vanno, beh, un sospetto viene.

Uno degli errori spesso fatti, a mio parere, e' che l'azienda ti faccia un favore, ad assumerti. Non solo per gli ingegneri informatici o programmatori, che son pochi ovunque. Ma in generale. A Praga non c'e' disoccupazione, se rifiuti qualcuno bravo spesso proprio non lo ritrovi piu'. Se stai un mese senza dare notizie dopo un colloquio, come succede spessissimo, spesso il tizio non lo ritrovi piu', e' andato altrove.

Alcuni casi sono spesso clamorosi, i piu' comuni, qui, sono quelli in cui assumi donne non brutte con precedenza sugli altri. Questo e' un caso molto classico. Essere una donna non brutta e non essere una donna brutta o un uomo (tanto piu' se uomo non bello) e' una discriminante spesso decisiva. (E gia' questo ha un minimo di senso, le donne, in settori in cui gli uomini applicano in maggior numero, rallegrano spesso l'umore agli uomini in azienda :)).

Ma in generale i metodi sono sbagliate. Non si utilizzano metodi comuni, ma si fanno certe domande, o su esperienze passate, o comportamentali, si guarda il cv e il modo di presentarsi. Non sono per me criteri validi.

Per la maggioranza dei mestieri, le competenze che servono sono davvero poche (quelle che non si possono imparare dopo assunti, dico). Il titolo di studio di solito non conta nulla e le esperienze precedenti contano poco. Molto di piu' contano le capacita' personali e l'impegno e serieta' che uno ci mette. Ovviamente per altre professioni serve una competenza di base, ma sono la minoranza. Altrettando ovviamente queste due caratteristiche fondamentali sono difficili da valutare. Ma proprio per questo andrebbe valutate da professionisti del settore a cui affidarsi.

Oggi i recruiter di solito offrono candidati secondo il loro cv. Ma questo e' per lo piu' assurdo. Le due caratteristiche fondamentali non sono nel cv. In un mondo efficiente, una persona avrebbe un suo recruiter, che riceve un feedback dai datori di lavoro, dai superiori, ma magari anche dai colleghi. Una volta che sa che tizio e 'un lavoratore valido, con molte conferme, capace e affidabile, diventa un elemento prezioso da offrire in giro. Diverse aziende se lo contenderanno (o poche, se c'e' disoccupazione) e il lavoratore scegliera' dove andare.

Del resto, questo accade spesso per fare carriera all'interno di un'azienda. Certo, spesso va avanti il raccomandato, lo scaltro, comunque. Ma c'e' comunque in genere il meccanismo per cui uno molto affidabile e capace venga anche scelto per fare un lavoro nuovo, per cui ancora non ha esperienza, ma che imparera'. Non succede sempre, ma succede anche.

Invece cio' che e' decisivo di solito e' la prima impressione di chi assume (e non e' laureato in 'scelta alla prima impressione', e uno che nella vita fa altro, in un'azienda di solito non decide il recruiter dell'azienda, ma il manager specifico di quel settore). E' tutto completamente assurdo.

Tra l'altro: se, per esempio, un recruiter potesse avere accesso a valutazioni annuali ufficiali di ogni dipendente, e vedere chi ha le migliori, questo sarebbe un vantaggio anche per le aziende, che potrebbe dare incentivi senza spendere (non ti do nessun bonus, ma visibilita' per trovare un lavoro con stipendio migliore). Poi rimarrebbe quello che la performance la valuta se la dipendente ti porta' il caffe' o ci esce la sera insieme, certo, ma sarebbe un inizio.

Se uno fa un colloquio con me, io descrivo il mio lavoro e sembra che faccia un sacco di cose importanti. In realta' non faccio nulla dalla mattina alla sera. Non ho la laurea, ma in pratica ho dato tutti gli esami con il massimo dei voti e continuato a studiare ancora per anni. Ho delle certificazioni utili, ma in pratica le ho dimenticate e mai usate. Non c'e' nessuna traccia del fatto che in ogni lavoro sia piaciuto a superiori e dipendenti o mi sia adattato sempre bene a mansioni nuove. Ma nemmeno traccia del fatto che sono pigro.

E' significativo anche come ai colloqui per un'assunzione non ti chiedano mai di fare qualcosa. Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'. No, macche', ti fanno solo raccontare cosa fai. Io posso anche raccontare di correre i 100 in 10 secondi netti. Fammi fare qualcosa, non raccontare.

Spesso poi addirittura si valuta un segno nel modo opposto. Prendiamo per esempio chi si presenta stressato a un coloquio. Che significa, che non regge lo stress al lavoro? No, non c'e' in genere alcuna relazione. A parita' di prestazione nel colloquio, io mi prendero' lo stressato. Che ha reso uguale anche se stressato.

Quando ho fatto un colloquio di recente c'erano solo due candidati seri, io ho fatto il colloquio ma decidevano altri. Una era stressata, evidentemente. Ha fatto bene, ma trasettendo stress e nervosismo. L'altro ha fatto uguale, ma ha trasmesso una grandissima sicurezza in se stesso. E' stato scelto il peggiore, il secondo. Perche' peggiore? Beh, perche' la prima, una volta assunta, avrebbe lavorato tranquillamente senza stress come una persona normale. Il secondo invece, non lavora bene perche' e' sempre convinto di aver ragione. Diverso e' magari il presentarsi in ritardo, quello piu' facile che poi accada anche al lavoro. O presentarsi coi capelli unti (ma solo se serve una presenza col cliente, o chi se ne frega).
O ancora: il candidato deve fare una presentazione. Magari non l'ha mai fatta e l'altro si'. Non e' fisica nucleare, chi se ne frega. Non sarebbe piu' utile dire: prepara una presentazione che rispetti questi criteri. Hai tempo di prepararti e rispettarli. Ma si potrebbe andare avanti all'infinito.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

uglygeek ha scritto: Voglio dire, se invece di accettare e non presentarsi vi avesse detto al momento dell'offerta "No guardate, il lavoro non mi pare molto interessante e comunque trovo l'offerta economica del tutto inadeguata, quindi mi scuso per il tempo che vi ho fatto perdere ma preferisco rinunciare" tu cosa avresti pensato? Probabilmente tu saresti comunque rimasto allucinato dal rifiuto, eppure in quel caso il comportamento del ragazzo sarebbe stato ineccepibile.
Ma no, non sono così presuntuoso da pensare che qualcuno debba accettare di lavorare per me solo perché glielo sto proponendo.

E' la dinamica che mi ha lasciato perplesso.

Ci sta la rinuncia, mica è detto che quello che offro io come lavoro debba piacere per forza, sia come attività che come remunerazione.

Solo che un rifiuto del genere me lo aspetto o prima dell'assunzione o almeno dopo una settimana di lavoro, se non si vuole arrivare al termine di tutto il periodo di prova.
Di queste casistiche me ne sono capitate a decine, senza che ne rimanessi allucinato o sorpreso. Qualche volta magari dispiaciuto, ma non sorpreso.
uglygeek ha scritto:In ogni caso io non lo metterei nella categoria dei ragazzi svogliati tipo "Gli abbiamo offerto un posto da cameriere per servire ai tavoli, con ottimo stipendio: ha chiesto se doveva lavorare anche nei weekend, e alla risposta affermativa ha declinato l'offerta perche' nel weekend deve uscire con la morosa"
Non lo sto mettendo in questa categoria. In realtà è in una categoria che difficilmente riesco a definire. :)
Molto di piu' contano le capacita' personali e l'impegno e serieta' che uno ci mette. Ovviamente per altre professioni serve una competenza di base, ma sono la minoranza. Altrettanto ovviamente queste due caratteristiche fondamentali sono difficili da valutare. Ma proprio per questo andrebbe valutate da professionisti del settore a cui affidarsi.
Ma è chiaro che sono cose che non riesci a valutare al 100% da un colloquio, ma con i due mesi di prova sì.
Nickognito ha scritto:Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'.
Per determinate mansioni, da noi abbiamo fatto anche questo. I risultati non sono stati così incoraggianti...
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

paoolino ha scritto:
Ma è chiaro che sono cose che non riesci a valutare al 100% da un colloquio, ma con i due mesi di prova sì.
no, dopo due mesi di prova non capisci granche', capisci solo se uno e' davvero pessimo e da mandar via, casi rari. Quello medio a quel punto te lo tieni sempre e quello bravo te lo sei perso.
Nickognito ha scritto:Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'.
Per determinate mansioni, da noi abbiamo fatto anche questo. I risultati non sono stati così incoraggianti...
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Re: E il lavoro dov'è?

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Nickognito ha scritto:
paoolino ha scritto:
Ma è chiaro che sono cose che non riesci a valutare al 100% da un colloquio, ma con i due mesi di prova sì.
no, dopo due mesi di prova non capisci granche', capisci solo se uno e' davvero pessimo e da mandar via, casi rari. Quello medio a quel punto te lo tieni sempre e quello bravo te lo sei perso.
Nickognito ha scritto:Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'.
Per determinate mansioni, da noi abbiamo fatto anche questo. I risultati non sono stati così incoraggianti...
del tipo?
A persone che al momento del colloquio ci avevano detto che non conoscevano troppo bene uno dei software utilizzati per l'elaborazione dati abbiamo detto: se fate un corso formativo sul software in questione vi assumiamo.

Su una ventina di casi solo uno lo ha fatto ed è stato assunto.

La maggioranza ha declinato, qualcuno non aveva prerequisiti per il corso che dichiarava nel CV, altri hanno abbandonato in corso d'opera.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Johnny Rex »

Nickognito ha scritto:Paolino, grazie ma non credo che sia in grado di fare il lavoro che cerchi.

Il problema dell'assuzione per me e' davvero grave. Potrei fare mille esempi personali, ma sono personali fino a un certo punto, perche' non e' che queste aziende cambino i loro metodi con altre persone. E alla fine le aziende con molte migliaia di dipendenti sono in numero limitato, se vedi i loro metodi di colloquio in 25 aziende e non vanno, beh, un sospetto viene.

Uno degli errori spesso fatti, a mio parere, e' che l'azienda ti faccia un favore, ad assumerti. Non solo per gli ingegneri informatici o programmatori, che son pochi ovunque. Ma in generale. A Praga non c'e' disoccupazione, se rifiuti qualcuno bravo spesso proprio non lo ritrovi piu'. Se stai un mese senza dare notizie dopo un colloquio, come succede spessissimo, spesso il tizio non lo ritrovi piu', e' andato altrove.

Alcuni casi sono spesso clamorosi, i piu' comuni, qui, sono quelli in cui assumi donne non brutte con precedenza sugli altri. Questo e' un caso molto classico. Essere una donna non brutta e non essere una donna brutta o un uomo (tanto piu' se uomo non bello) e' una discriminante spesso decisiva. (E gia' questo ha un minimo di senso, le donne, in settori in cui gli uomini applicano in maggior numero, rallegrano spesso l'umore agli uomini in azienda :)).

Ma in generale i metodi sono sbagliate. Non si utilizzano metodi comuni, ma si fanno certe domande, o su esperienze passate, o comportamentali, si guarda il cv e il modo di presentarsi. Non sono per me criteri validi.

Per la maggioranza dei mestieri, le competenze che servono sono davvero poche (quelle che non si possono imparare dopo assunti, dico). Il titolo di studio di solito non conta nulla e le esperienze precedenti contano poco. Molto di piu' contano le capacita' personali e l'impegno e serieta' che uno ci mette. Ovviamente per altre professioni serve una competenza di base, ma sono la minoranza. Altrettando ovviamente queste due caratteristiche fondamentali sono difficili da valutare. Ma proprio per questo andrebbe valutate da professionisti del settore a cui affidarsi.

Oggi i recruiter di solito offrono candidati secondo il loro cv. Ma questo e' per lo piu' assurdo. Le due caratteristiche fondamentali non sono nel cv. In un mondo efficiente, una persona avrebbe un suo recruiter, che riceve un feedback dai datori di lavoro, dai superiori, ma magari anche dai colleghi. Una volta che sa che tizio e 'un lavoratore valido, con molte conferme, capace e affidabile, diventa un elemento prezioso da offrire in giro. Diverse aziende se lo contenderanno (o poche, se c'e' disoccupazione) e il lavoratore scegliera' dove andare.

Del resto, questo accade spesso per fare carriera all'interno di un'azienda. Certo, spesso va avanti il raccomandato, lo scaltro, comunque. Ma c'e' comunque in genere il meccanismo per cui uno molto affidabile e capace venga anche scelto per fare un lavoro nuovo, per cui ancora non ha esperienza, ma che imparera'. Non succede sempre, ma succede anche.

Invece cio' che e' decisivo di solito e' la prima impressione di chi assume (e non e' laureato in 'scelta alla prima impressione', e uno che nella vita fa altro, in un'azienda di solito non decide il recruiter dell'azienda, ma il manager specifico di quel settore). E' tutto completamente assurdo.

Tra l'altro: se, per esempio, un recruiter potesse avere accesso a valutazioni annuali ufficiali di ogni dipendente, e vedere chi ha le migliori, questo sarebbe un vantaggio anche per le aziende, che potrebbe dare incentivi senza spendere (non ti do nessun bonus, ma visibilita' per trovare un lavoro con stipendio migliore). Poi rimarrebbe quello che la performance la valuta se la dipendente ti porta' il caffe' o ci esce la sera insieme, certo, ma sarebbe un inizio.

Se uno fa un colloquio con me, io descrivo il mio lavoro e sembra che faccia un sacco di cose importanti. In realta' non faccio nulla dalla mattina alla sera. Non ho la laurea, ma in pratica ho dato tutti gli esami con il massimo dei voti e continuato a studiare ancora per anni. Ho delle certificazioni utili, ma in pratica le ho dimenticate e mai usate. Non c'e' nessuna traccia del fatto che in ogni lavoro sia piaciuto a superiori e dipendenti o mi sia adattato sempre bene a mansioni nuove. Ma nemmeno traccia del fatto che sono pigro.

E' significativo anche come ai colloqui per un'assunzione non ti chiedano mai di fare qualcosa. Per dire, a me sembrerebbe interessante che uno mi dicesse, non 'hai la certificazione x?'. Ma piuttosto "prendine adesso quella che ci serve, ti diamo un mese, studia, se la passi ti assumo'. Be, a quel punto se pago, la passo e mi faccio assumere, difficile che dopo un giorno cambi idea. Oppure potrebbero dire 'ok, noi ti diamo il materiale per il training. Tra 10 giorni tu torni e ti diamo una cosa da fare, vediamo come la fai'. No, macche', ti fanno solo raccontare cosa fai. Io posso anche raccontare di correre i 100 in 10 secondi netti. Fammi fare qualcosa, non raccontare.

Spesso poi addirittura si valuta un segno nel modo opposto. Prendiamo per esempio chi si presenta stressato a un coloquio. Che significa, che non regge lo stress al lavoro? No, non c'e' in genere alcuna relazione. A parita' di prestazione nel colloquio, io mi prendero' lo stressato. Che ha reso uguale anche se stressato.

Quando ho fatto un colloquio di recente c'erano solo due candidati seri, io ho fatto il colloquio ma decidevano altri. Una era stressata, evidentemente. Ha fatto bene, ma trasettendo stress e nervosismo. L'altro ha fatto uguale, ma ha trasmesso una grandissima sicurezza in se stesso. E' stato scelto il peggiore, il secondo. Perche' peggiore? Beh, perche' la prima, una volta assunta, avrebbe lavorato tranquillamente senza stress come una persona normale. Il secondo invece, non lavora bene perche' e' sempre convinto di aver ragione. Diverso e' magari il presentarsi in ritardo, quello piu' facile che poi accada anche al lavoro. O presentarsi coi capelli unti (ma solo se serve una presenza col cliente, o chi se ne frega).
O ancora: il candidato deve fare una presentazione. Magari non l'ha mai fatta e l'altro si'. Non e' fisica nucleare, chi se ne frega. Non sarebbe piu' utile dire: prepara una presentazione che rispetti questi criteri. Hai tempo di prepararti e rispettarli. Ma si potrebbe andare avanti all'infinito.

Sei davvero tornato, sì.

(commento sulla lunghezza dle post, a prewscindere dal contenuto :P :) )

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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

paoolino ha scritto:
A persone che al momento del colloquio ci avevano detto che non conoscevano troppo bene uno dei software utilizzati per l'elaborazione dati abbiamo detto: se fate un corso formativo sul software in questione vi assumiamo.

Su una ventina di casi solo uno lo ha fatto ed è stato assunto.

La maggioranza ha declinato, qualcuno non aveva prerequisiti per il corso che dichiarava nel CV, altri hanno abbandonato in corso d'opera.
Beh, mi sembra che abbia avuto successo, invece. In questo modo, hai assunto uno (che spero poi si sia rivelato bravo). Avete scoperto delle menzogne nel CV. Avete evitato di prendere qualche pelandrone. Qual e' il problema?

Ma questo per me dovrebbe anche valere per la disoccupazione. La disoccupazione spesso viene vista come un momento in cui si aspetta finche' non si trova lavoro. Ma potrebbe essere vista come un'occasione per studiare e prepararsi. Si pensa sempre a una lista di attesa e poi l'azienda ti chiama mentre tu aspetti. Ma sarebbe sensato che le aziende dicano 'ci serve questo' e il disoccupato si prepari. Sia attraverso corsi on line, lingue nuove, eccetera, ma anche andando nell'azienda stessa, per dire. Se io ho un sussidio di disoccupazione ho anche modo di andare in un'azienda a vedere come si lavora e imparare qualcosa. Il problema e' che le aziende spesso non sono interessate, voglio solo prendere al piu' presto il primo che paga pagandolo il minimo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

Diciamo che “le referenze” storicamente sono sempre esistite.
Quando uno (parlo del settore turistico) cambiava impiego, il datore di lavoro scriveva una lettera dove diceva di aver avuto una ottima esperienza con quel dipendente...
Ma anche oggi, se devi assumere un cuoco o altro, fai un colpo di telefono ai datori precedenti per sapere che tipo è, se sa fare il suo lavoro, se è serio...

Mio nonno per assumere i camerieri chiedeva: vammi a prendere un bicchiere.
Poi guardava se il passo era spedito ok, se lento e ciondolante lo mandava via.
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