E il lavoro dov'è?

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Monheim
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

Più con Rosewall: secondo tale criterio, 82 a un istituto professionale > 68 a un istituto tecnico industriale/liceo scientifico/linguistico/classico.

Il tutto per andare a lavorare allo sportello delle Poste che, con tutto il rispetto, non è la NASA (come ci insegnava pure Maurizione Sarri).

Non si può sentire, dai.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Ma anche io non lo farei, ma non mi lamenterei come vittima. Io non posso fare diversi lavori che potrei fare meglio di altri perche' non sono laureato, posso ritenerlo sbagliato, pero' lo sapevo che una laurea puo' servire. E uno studente lo sa che un voto buono alla maturita' puo' servire.

Poi io alle poste assumerei anche gente non diplomata proprio, pero' condivido il fastidio per un atteggiamento vittimista. Capisco incazzarsi se prendono prima di te uno perche' raccomandato, perche' giovane, perche' vecchio, perche' bello, perche' uomo o donna. Ma se prendono uno che ha un voto meglio del tuo, beh, forse se hai preso 61 di solito non e' per un voto ingiusto ma perche' non ti andava di fare un cazzo? O perche' hai avuto problemi personali che al datore di lavoro non interessano?

Poi ripeto, per me e' sbagliato proprio considerare il titolo di studio, e anche il voto ovviamente, per moltissime professioni. E' semplicemente un metodo che da' risultati errati e quindi non ha senso utilizzarlo. Ma l'atteggiamento mi da' fastidio lo stesso.
Io ho culo, senza esser laureato lavoro in un posto pieno di gente con masters nelle migliori universita' del mondo e esperienze professionali incredibili. Non posso far carriera perche' non sono laureato e in teoria e' ingiusto? Forse, pero' io ero depresso e chattavo la notte dormendo il giorno mentre questi erano al MIT. Ammesso anche che sia piu bravo io, devo lamentarmi se mi passa avanti un altro?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Lyndon79 »

Io sono d'accordo con Ugly - e questa idea che le Poste debbano essere un ammortizzatore sociale anche no, eh.
Il capitale umano (cit) conta pure li'. L'ho visto di prima mano. Specialmente essendo un carrozzone simil-pubblico in cui non e' possibile licenziare nessuno in qusi nessun caso, in cui i sindacati fanno il bello e cattivo tempo proteggendo le parti meno motivate di lavoratori, eccetera. In queste condizioni, che si pretenda che anche alle poste ci possa/debba andare personale con qualche skills :) .
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Lyndon79 ha scritto:Io sono d'accordo con Ugly - e questa idea che le Poste debbano essere un ammortizzatore sociale anche no, eh.
Il capitale umano (cit) conta pure li'. L'ho visto di prima mano. Specialmente essendo un carrozzone simil-pubblico in cui non e' possibile licenziare nessuno in qusi nessun caso, in cui i sindacati fanno il bello e cattivo tempo proteggendo le parti meno motivate di lavoratori, eccetera. In queste condizioni, che si pretenda che anche alle poste ci possa/debba andare personale con qualche skills.
si, ok, pero' magari devono valutare queste skills, appunto, con intelligenza :D
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Rosewall »

già ho il dubbio che sia sopravvalutata l'utilità della scuola, figuriamoci i voti.
Ma al di là del valore che si attribuisce al voto, è estremamente disomogenea l'assegnazione di tali voti.

Puoi fare una prima selezione sommaria rapidamente con test che siano omogenei per tutti i partecipanti. Sarebbe "vita" anche quella.

Per il resto, abbiamo fondati motivi per prendere POSTE ITALIANE come il gold standard nella capacità di selezionare il suo personale?
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

Rosewall ha scritto:Ma al di là del valore che si attribuisce al voto, è estremamente disomogenea l'assegnazione di tali voti.

Puoi fare una prima selezione sommaria rapidamente con test che siano omogenei per tutti i partecipanti. Sarebbe "vita" anche quella.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Lyndon79 »

Ma stiamo parlando di un 70 ...
Come dice Ugly, ragioni in modo statistico e ad un certo punto tiri una linea.
Certo ci saranno dei 68 molto bravi; ma e' come in mille altre cose.

Magari c'e' gente molto brava che si e' laureata con 98; ma poi al Master a Berkeley non ci vai.
Boh, e' normale. Si mettono procedure sapendo che non sono perfette - ma che sono li' per discriminare e avere risultati che, in media, sono (molto) buoni (o soddisfacenti, o migliori rispetto a prima - dipende dagli obiettivi, ovvio)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

Lyndon79 ha scritto:Certo ci saranno dei 68 molto bravi
Immagine
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Lyndon79 »

Avessi scritto
76
,

poi veniva Nasty ad elencare tutti i campioni di quell'anno :oops: :oops: :D
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

Lyndon79 ha scritto:Avessi scritto
76
,

poi veniva Nasty ad elencare tutti i campioni di quell'anno :oops: :oops: :D
Il migliore è 71 quindi perfettamente arruolabile per le Poste.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Burano »

mi sembra lana caprina.
Da che esiste il mondo, in caso di selezioni dei paletti vengono messi.
Avranno voluto scremare un po' i diplomati escludendo quelli che, si presume, non fossero proprio brillantissimi. Poi c'era mio nonno che con la terza elementare faceva dei conti anche complessi che io mi sogno. Ma l'eccezione non è la regola.
Direi che gli scandali sono altri.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Messaggio da Johnny Rex »

https://www.corriere.it/esteri/21_ottob ... 862e.shtml

Sarebbe interessante vedere negli ultimi 40 anni come si è evoluto (o involuto) il discorso salari reali/potere d'acquisto.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Johnny Rex ha scritto:https://www.corriere.it/esteri/21_ottob ... 862e.shtml

Sarebbe interessante vedere negli ultimi 40 anni come si è evoluto (o involuto) il discorso salari reali/potere d'acquisto.

F.F.
E' un fatto interessante, vero? E' incredibile quanta gente stia dando le dimissioni negli Stati Uniti, e in tutti i generi di lavoro. Dai lavori piu' menosi e malpagati, ai lavori di ufficio, fino ai lavori piu' di alto livello. La gente lascia perche' e' sicura che puo' trovare di meglio, perche' in effetti mancano lavoratori in molti settori, un po' perche' l'economia va bene, un po' perche' ci sono tutte queste dimissioni da coprire.
C'e' chi ha deciso che dopo il covid vuole cambiare vita, chi vuole lavorare meno, chi vuole fare altro...

Evidentemente quasi tutti hanno le spalle coperte perche' per lasciare un posto di lavoro qualche soldo da parte devi averlo, ma questo si deve al fatto che lo stato l'anno scorso ha dato molti contributi a chi non lavorava ma anche al fatto che la gente ha speso di meno e che le azioni in generale sono salite.
I recruiter si lamentano un po' dappertutto che non riescono a trovare gente e che chi offre il proprio lavoro spesso fa richieste molto pretenziose. E' un mercato del lavoro completamente ribaltato con molta piu' domanda che offerta.

E' una cosa difficile anche da credere per noi italiani, che abbiamo spesso l'idea che perso o lasciato un lavoro sia quasi impossibile trovarne un altro.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

A Praga sono anni che la gente si licenzia, peraltro, ben prima della pandemia. Io stesso due volte negli ultimi 4 anni.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto:
Johnny Rex ha scritto:https://www.corriere.it/esteri/21_ottob ... 862e.shtml

Sarebbe interessante vedere negli ultimi 40 anni come si è evoluto (o involuto) il discorso salari reali/potere d'acquisto.

F.F.
E' un fatto interessante, vero? E' incredibile quanta gente stia dando le dimissioni negli Stati Uniti, e in tutti i generi di lavoro. Dai lavori piu' menosi e malpagati, ai lavori di ufficio, fino ai lavori piu' di alto livello. La gente lascia perche' e' sicura che puo' trovare di meglio, perche' in effetti mancano lavoratori in molti settori, un po' perche' l'economia va bene, un po' perche' ci sono tutte queste dimissioni da coprire.
C'e' chi ha deciso che dopo il covid vuole cambiare vita, chi vuole lavorare meno, chi vuole fare altro...

Evidentemente quasi tutti hanno le spalle coperte perche' per lasciare un posto di lavoro qualche soldo da parte devi averlo, ma questo si deve al fatto che lo stato l'anno scorso ha dato molti contributi a chi non lavorava ma anche al fatto che la gente ha speso di meno e che le azioni in generale sono salite.
I recruiter si lamentano un po' dappertutto che non riescono a trovare gente e che chi offre il proprio lavoro spesso fa richieste molto pretenziose. E' un mercato del lavoro completamente ribaltato con molta piu' domanda che offerta.

E' una cosa difficile anche da credere per noi italiani, che abbiamo spesso l'idea che perso o lasciato un lavoro sia quasi impossibile trovarne un altro.
Interessante vedere se faranno quello che il Mondo occidentale ha sempre fatto,riempire con l'Immigrazione.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

in un mercato e' normale che domanda e offerta si alternino, il lavoro e' un rapporto fra pari, chi ha bisogno di lavoratori e chi di un impiego, la cosa preoccupante e' dove non e' tra pari.

Poi, certo, se per dire, nel 70% delle aziende di un paese il 70% dei dipendenti si licenzia entro un anno, c'e' un problema, se nel 30% delle aziende il 30% si licenzia entro un anno no, ecco, per me, per fare un esempio con cifre a caso. Anzi, sarebbe assai positivo.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

ma ora anche in italia c'e' tantissima domanda, ci sono cartelli "cercasi commesso" "cercasi cameriere" "cercasi personale " ovunque, non mettono i cartelli "cercasi ingegnere" ma ci sono annunci ovunque.

qui io credo abbia un peso il reddito di cittadinanza e le casse integrazioni straordinarie.

vorrei vedere se qualcuno mettesse un cartello "cercasi lavoratore anche senza esperienza" nell'ufficio INPS dove vanno a fare le richieste per il reddito di cittadinanza. ma anche una inchiesta giornalistica con uno che offre lavoro tipo 4 ore 5 giorni a settimana a 1000 euro al mese. ci sarebbe da ridere o piangere.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da balbysauro »

Monheim ha scritto: Il migliore è 71
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Rosewall »

La vendetta dell’offerta sugli stampatori

Su Project Syndicate, un editoriale dell’economista John Cochrane tenta di richiamare alla realtà su quanto sta accadendo dalla cosiddetta fine della pandemia nei paesi sviluppati: e cioè un gigantesco ingorgo tra domanda improvvisamente liberata e dopata dalle sovvenzioni pubbliche, e offerta che non riesce a tenerne il passo anche perché zavorrata da alcune misure prese dai governi.

Cochrane afferma che l’ortodossia economica è appena finita contro un muro di realtà chiamato “offerta”. Dopo che la Federal Reserve e il Tesoro hanno creato migliaia di miliardi di dollari e spedito assegni praticamente a ogni americano, non era terribilmente difficile prevedere che sarebbe comparsa inflazione, sostiene Cochrane.

Sicuri sia “transitorio”?
La giustificazione della Fed, ormai difesa con sempre minore convinzione, è che si tratti di squilibri “temporanei” causati dalla vibrante domanda. Ma una banca centrale, secondo Cochrane, dovrebbe avere come compito principale quello di calibrare quanta offerta un sistema economico può reggere, e sintonizzare la domanda a tale capacità.

Questo, aggiungo io, nell’ipotesi di avere una banca centrale attenta a cosa accade nell’economia reale fuori dal proprio paese, ma i modelli econometrici esistono per essere testati contro la realtà.

Ad oggi, molte delle spiegazioni che sono state date per spiegare questo buco di offerta di lavoro restano insoddisfacenti e spesso non suffragate dalla realtà. Ad esempio, sempre negli Stati Uniti, la fine delle maggiorazioni federali sui sussidi di disoccupazione non ha portato a un aumento del numero di persone che cercano lavoro.

Il lavoro scomparso
Dieci milioni di posizioni di lavoro ricercate dalle imprese statunitensi, cioè tre milioni più del picco pre-pandemico e solo sei milioni di persone che offrono le proprie prestazioni. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro, cioè persone che lavorano o cercano lavoro, è calato da circa il 63% pre-pandemia al 61,6% attuale. L’economia statunitense si è un po’ “italianizzata”, con l’aumento di inattivi che per ora non viene riassorbito.

C’è quindi, secondo Cochrane, “sabbia negli ingranaggi”, nel senso di eccesso di sussidi (spesso diventati risparmio) che frenerebbe il ritorno sul mercato del lavoro di milioni di persone mentre la domanda resta per ora sorretta, come detto, dalla formidabile accumulazione di risparmio durante la pandemia.

Poi ci sono le nuove misure di welfare promosse da Joe Biden, anche se molte altre ne mancano, a vincolare l’offerta di lavoro. Ad esempio calibrare i contributi pubblici al reddito individuale o familiare. Anche se risponde a ovvie esigenze di equità, se mal disegnato ciò rischia di fare esplodere le aliquote marginali effettive, cioè quanto lo stato si prende di tasse per ogni dollaro aggiuntivo guadagnato, e quindi agire come disincentivo all’offerta di lavoro. Bel contrappasso, per misure che puntavano ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro mettendo ad esempio a carico dello stato la cura di anziani e bambini.

C’è poi tutto il capitolo energetico, con le penalizzazioni all’investimento in upstream, cioè a esplorazione e produzione di combustibili fossili, che hanno spinto le aziende a sottoinvestire e dirottare risorse alla ricerca sulle rinnovabili o alla restituzione agli azionisti sotto forma di dividendi e riacquisto di azioni proprie. Bene per gli investimenti in ricerca, almeno nel medio-lungo termine, ma i colli di bottiglia sono presenti qui e ora.

Domanda di welfare e vincoli all’offerta
In sintesi, gli Stati Uniti e il mondo hanno un problema di insufficiente offerta complessiva, di cose e persone. Cochrane si chiede, provocatoriamente, dove si troveranno i milioni di posti di lavoro promessi dalle rinnovabili se tutti resteranno a casa a godersi i sussidi. Senza essere così estremo, io pure credo che oggi esista uno squilibrio tra il maggiore intervento pubblico di spesa sociale, effettiva e desiderata, e la capacità di offerta dell’economia, che è ciò che sta scaldando i prezzi. Di certo, la demografia non aiuta, anzi.

Resta possibile che tale squilibrio si riassorba, naturalmente; magari nel peggiore dei modi, cioè con distruzione della domanda causata dai costi. Oppure che si inneschi un movimento di crescente richiesta di intervento pubblico che causa ulteriori restrizioni all’offerta e stimolo di domanda, che alla fine produce una spirale prezzi-salari che a sua volta distrugge la domanda.

Gli impressionanti esborsi pubblici durante la pandemia, nel mondo occidentale, sono anche il frutto di una “cattiva coscienza” degli anni precedenti, e del tentativo di preservare il sistema e non esporlo a rischi di sommovimenti e rovesciamenti con violenza. Ma questo non cambia la situazione attuale, che è di restrizioni all’offerta e stimolo di domanda a mezzo di deficit. I risultati sono sotto i nostri occhi; la crisi sociale, che in pandemia si è voluto scongiurare, potrebbe rientrare dalla finestra.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Ombra84 »

alessandro ha scritto:ma ora anche in italia c'e' tantissima domanda, ci sono cartelli "cercasi commesso" "cercasi cameriere" "cercasi personale " ovunque, non mettono i cartelli "cercasi ingegnere" ma ci sono annunci ovunque.

qui io credo abbia un peso il reddito di cittadinanza e le casse integrazioni straordinarie.

vorrei vedere se qualcuno mettesse un cartello "cercasi lavoratore anche senza esperienza" nell'ufficio INPS dove vanno a fare le richieste per il reddito di cittadinanza. ma anche una inchiesta giornalistica con uno che offre lavoro tipo 4 ore 5 giorni a settimana a 1000 euro al mese. ci sarebbe da ridere o piangere.
Ma anche qua, per la prossima stagione ci sarà una marea di richiesta di lavoro in sala, in cucina, in albergo, e come commessa.
Quest' anno alcune strutture hanno dovuto tenere turni ridotti perchè non c'era gente disposta a lavorare.
Ho visto personalmente rifiutare un contratto per 2000 euro al mese come sous chef.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Quindi se dai alle persone il reddito di cittadinanza o forti contributi sociali queste rifiuteranno i lavori piu' menosi e peggio pagati. Vuol dire che l'economia si basa sul fatto che una certa parte della popolazione abbia le pezze al culo e sia disposta a tutto pur di mangiare? E se per qualsiasi ragione piu' gente mette da parte dei soldi e puo' permettersi di essere piu' selettiva nella ricerca di lavoro allora crolla tutto?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:Quindi se dai alle persone il reddito di cittadinanza o forti contributi sociali queste rifiuteranno i lavori piu' menosi e peggio pagati. Vuol dire che l'economia si basa sul fatto che una certa parte della popolazione abbia le pezze al culo e sia disposta a tutto pur di mangiare? E se per qualsiasi ragione piu' gente mette da parte dei soldi e puo' permettersi di essere piu' selettiva nella ricerca di lavoro allora crolla tutto?
Ma se non trovi un aiuto cuoco a 2000 euro al mese (che in regola te ne costa 4000) perché magari preferisce prendere la cassa integrazione da 1500 e magari fare un qualche lavoretto in nero, c’è qualcosa che distorce il mercato.
Non sono lavoratori che vengono pagati 1 euro all’ora.
Quelli delle campagne con gli extracomunitari che prendono 3 euro l’ora è un’economia che si basa sulla disperazione.

Se devi pagare gli aiuti cuoco 3000 euro e il cuoco 5000 e i camerieri 2500 quanto devi far pagare una cena in un ristorante medio contando tasse, materia prima etc? 100 euro a testa ?

Che percentuale della popolazione può pagare 100 euro per uscire la domenica sera magari ta amici? Quanti potranno stare aperti?


Poi sono d’accordo che chi fa lavorare 12 ore 6 giorni a settimana a 1000 euro perché sennò chiude, meglio che chiuda. Ma c’è un equilibrio.
O raddoppiamo tutti gli stipendi così anche l’impiegata può farsi una pizza a 50 euro.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto:Quindi se dai alle persone il reddito di cittadinanza o forti contributi sociali queste rifiuteranno i lavori piu' menosi e peggio pagati. Vuol dire che l'economia si basa sul fatto che una certa parte della popolazione abbia le pezze al culo e sia disposta a tutto pur di mangiare? E se per qualsiasi ragione piu' gente mette da parte dei soldi e puo' permettersi di essere piu' selettiva nella ricerca di lavoro allora crolla tutto?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

alessandro ha scritto:Se devi pagare gli aiuti cuoco 3000 euro e il cuoco 5000 e i camerieri 2500 quanto devi far pagare una cena in un ristorante medio contando tasse, materia prima etc? 100 euro a testa ?

Che percentuale della popolazione può pagare 100 euro per uscire la domenica sera magari ta amici? Quanti potranno stare aperti?


Poi sono d’accordo che chi fa lavorare 12 ore 6 giorni a settimana a 1000 euro perché sennò chiude, meglio che chiuda. Ma c’è un equilibrio.
Ma infatti era questo il senso della mia domanda. Per rendere prodotti e servizi alla portata di abbastanza clienti bisogna avere prezzi bassi e quindi costi bassi quindi pagare la manodopera il meno possibile. Parliamo di lavoro a relativamente bassa produttivita': un bravo cuoco non e' come chi progetta gli iphone, perche' se paghi quell'ingegnere 50 mila dollari l'anno o 500 mila dollari l'anno non ti cambia assolutamente niente se poi di iphone ne vendi un miliardo.
Quindi il meccanismo prevede l'esistenza masse di lavoratori che non guadagnano abbastanza per vivere bene, se vivessero bene anche loro allora i prodotti avrebbero costi fuori mercato.

E si potrebbe allargare il discorso al mondo globalizzato: persone che hanno accesso a beni e servizi che costano poco perche' una massa di persone nei paesi poveri lavora moltissimo e guadagna pochissimo.
Ma anche restando in un solo paese, l'immagine che viene fuori non e' cosi' bella.
O raddoppiamo tutti gli stipendi così anche l’impiegata può farsi una pizza a 50 euro.
Cioe' l'inflazione, che secondo alcuni (ad esempio secondo Jack Dorsey, il proprietario di Twitter) starebbe infatti per esplodere incontrollabilmente.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da tuborovescio »

Da quando ha prevalso il modello agricolo, gli stati si basano sul lavoro degli schiavi.
Bisogna tornare ad essere cacciatori raccoglitori :oops:
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da paoolino »

tuborovescio ha scritto:Da quando ha prevalso il modello agricolo, gli stati si basano sul lavoro degli schiavi.
Bisogna tornare ad essere cacciatori raccoglitori :oops:
Se vuoi ti ridó il link al video della bbc in cui si sostiene che l’agricoltura sia stata il più grande errore dell’umanità.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

paoolino ha scritto:
tuborovescio ha scritto:Da quando ha prevalso il modello agricolo, gli stati si basano sul lavoro degli schiavi.
Bisogna tornare ad essere cacciatori raccoglitori :oops:
Se vuoi ti ridó il link al video della bbc in cui si sostiene che l’agricoltura sia stata il più grande errore dell’umanità.
Da li' sono nate quasi tutte le malattie tra l'altro. Pare che i cacciatori raccoglitori non si ammalassero di niente. Non so quanto a lungo vivessero comunque... :-D
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:
paoolino ha scritto:
tuborovescio ha scritto:Da quando ha prevalso il modello agricolo, gli stati si basano sul lavoro degli schiavi.
Bisogna tornare ad essere cacciatori raccoglitori :oops:
Se vuoi ti ridó il link al video della bbc in cui si sostiene che l’agricoltura sia stata il più grande errore dell’umanità.
Da li' sono nate quasi tutte le malattie tra l'altro. Pare che i cacciatori raccoglitori non si ammalassero di niente. Non so quanto a lungo vivessero comunque... :-D
Vuoi mettere quanto era più figo morire sani divorati da un orso?
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Johnny Rex »

Articolo interessante, ma il problema vero dell'epoca a venire non è tanto la fuga da un lavoro che non piace, quanto la Fuga dal lavoro in sè.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

In Cechia, ai limiti minimi europei di disoccupazione, ,il 14.2% dei lavoratori e' straniero.

Ci portano via il lavoro!!?!?!?!?11!!
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Burano »

Gli amici di Renzi.

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(Eviterò di scrivere ovvietà, come cosa mi auguro che capiti a questo qui).
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da alessandro »

da capire quanti mollano un lavorodipendente per fare empresa, quanti mollano il lavoro dipendente per trovare un altro lavoro dipendente e quindi i numeri sono spiegati da una piu' rapida turnazione o quanti mollano il lavoro dipendente per vivere di rendita, di piccole entrate come affittare la seconda casa, lavoretti online e una vita piu' libera e meno dispendiosa, o magari hanno fatto il colpo grosso con le criptovalute...
sono contesti molto diffrenti, se ad esempio il 90% delle dimissioni dipendono da gente che passa dalla impresa A alla impresa B come dipendente e altri passano dalla B alla A, alla fine non e' cosi' significativo. Se al contrario i 90% si licenzia per mettersi in proprio o smettere di lavorare e' differente.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

uglygeek ha scritto:
Monheim 25 Jun 2019 03:14 ha scritto:@Uglygeek
La tua presenza fisica in un ufficio a Seattle (che, a quanto dici, pare non sia la città più bella né del mondo né degli USA per usare una litote) è fondamentale oppure si può evitare alla luce degli efficienti sistemi di comunicazione online di cui siamo a disposizione a ridosso del 2020?

Certo è che poi sarebbe da gestire il problema della tassazione visto che dovresti pagarle negli Stati Uniti pur magari volendo vivere in Toscana, però già l'opportunità di lavorare da casa ti basterebbe anche soltanto per vivere comunque negli Stati Uniti (domicilio fiscale) in un luogo che preferisci.

Dico una bischerata?
E' una bella domanda. Oggi ad esempio lavoro proprio da casa, in Italia (comincio piu' tardi, per fare orario in parte sovrapposto con i miei colleghi). Si puo' fare, ogni tanto, per qualche giorno (nel mio caso non piu' di 7, 8 giorni l'anno). I sistemi di comunicazione ormai sono piu' che adeguati, Skype e simili, remote desktop per collegarsi al computer in ufficio...
E' una possibilita' che alcune aziende offrono piu' volentieri di altre, ci sono anche aziende quasi completamente "smaterializzate", dove tutti o quasi lavorano da casa e non ci sono nemmeno veri uffici, solo una sede dove ci si incontra ogni tanto. (Ad esempio Mozilla, quelli che fanno il browser Firefox).
Pero' guarda che non e' cosi' bello come sembra: lavorare sempre da casa e' molto piu' alienante. Si e' molto piu' soli, non ci sono veri rapporti personali con i colleghi, e' anche difficile mettere paletti tra vita e lavoro e si finisce per lavorare molto di piu' di quanto si farebbe in un ufficio. Non e' una cosa che mi piacerebbe fare a lungo, gia' dopo 4, 5 giorni diventa pesante.

Poi ci sono i problemi fiscali da te menzionati, per avere uno stipendio negli Stati Uniti devi comunque risiedere negli Stati Uniti almeno 183 giorni l'anno (altrimenti, tra l'altro, perdi anche il visto) ed e' assolutamente impensabile poter risiedere permanentemente in Italia. Forse con altri tipi di contratto non a tempo pieno ma a prestazione puo' essere possibile, immagino, ma poi le tasse andrebbero pagate in Italia.
Tra l'altro il mio collega di successo, che menzionavo prima, quando e' tornato a lavorare non e' certo tornato negli Stati Uniti. Adesso risiede con la famiglia in Spagna, come dicevo ha dettato lui le condizioni, ma ufficialmente lavora per la divisione spagnola della ditta e paga le tasse li' anche se in pratica lavora con gli americani.
Preveggenza? :lol: Monheim il Profeta...
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

Uno degli aspetti principali del lavorare da casa e' che puoi lavarti il sedere dopo avere defecato.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Monheim »

uglygeek ha scritto:
uglygeek ha scritto:
Monheim 25 Jun 2019 03:14 ha scritto:@Uglygeek
La tua presenza fisica in un ufficio a Seattle (che, a quanto dici, pare non sia la città più bella né del mondo né degli USA per usare una litote) è fondamentale oppure si può evitare alla luce degli efficienti sistemi di comunicazione online di cui siamo a disposizione a ridosso del 2020?

Certo è che poi sarebbe da gestire il problema della tassazione visto che dovresti pagarle negli Stati Uniti pur magari volendo vivere in Toscana, però già l'opportunità di lavorare da casa ti basterebbe anche soltanto per vivere comunque negli Stati Uniti (domicilio fiscale) in un luogo che preferisci.

Dico una bischerata?
E' una bella domanda. Oggi ad esempio lavoro proprio da casa, in Italia (comincio piu' tardi, per fare orario in parte sovrapposto con i miei colleghi). Si puo' fare, ogni tanto, per qualche giorno (nel mio caso non piu' di 7, 8 giorni l'anno). I sistemi di comunicazione ormai sono piu' che adeguati, Skype e simili, remote desktop per collegarsi al computer in ufficio...
E' una possibilita' che alcune aziende offrono piu' volentieri di altre, ci sono anche aziende quasi completamente "smaterializzate", dove tutti o quasi lavorano da casa e non ci sono nemmeno veri uffici, solo una sede dove ci si incontra ogni tanto. (Ad esempio Mozilla, quelli che fanno il browser Firefox).
Pero' guarda che non e' cosi' bello come sembra: lavorare sempre da casa e' molto piu' alienante. Si e' molto piu' soli, non ci sono veri rapporti personali con i colleghi, e' anche difficile mettere paletti tra vita e lavoro e si finisce per lavorare molto di piu' di quanto si farebbe in un ufficio. Non e' una cosa che mi piacerebbe fare a lungo, gia' dopo 4, 5 giorni diventa pesante.

Poi ci sono i problemi fiscali da te menzionati, per avere uno stipendio negli Stati Uniti devi comunque risiedere negli Stati Uniti almeno 183 giorni l'anno (altrimenti, tra l'altro, perdi anche il visto) ed e' assolutamente impensabile poter risiedere permanentemente in Italia. Forse con altri tipi di contratto non a tempo pieno ma a prestazione puo' essere possibile, immagino, ma poi le tasse andrebbero pagate in Italia.
Tra l'altro il mio collega di successo, che menzionavo prima, quando e' tornato a lavorare non e' certo tornato negli Stati Uniti. Adesso risiede con la famiglia in Spagna, come dicevo ha dettato lui le condizioni, ma ufficialmente lavora per la divisione spagnola della ditta e paga le tasse li' anche se in pratica lavora con gli americani.
Preveggenza? :lol: Monheim il Profeta...
Caro soldato uglygeek, io son l'ultimo degli stronzi nel senso che non ci volevano sei lauree per capire/vaticinare ciò e la pandemia ci ha permesso di dimostrare quanto era già abbastanza ovvio ovverosia che la stragrande maggior parte dei lavori d'ufficio (per non dire tutti) può esser assolta in modo efficiente anche non essendo necessariamente stipati in ufficio come polli in batteria.

Detto questo, son discorsi che mesi addietro con la pandemia abbiamo ulteriormente analizzato, sodomizzato e sviscerato quanto basta consapevoli che un mondo con chi ora/prima lavora/lavorava in ufficio a casa sarebbe totalmente rivoluzionato così come a fronte delle numerose scoperte e invenzioni che si sono susseguite nella storia dell'umanità.

Amen, dai, ne riparleremo nel 2042. xxx
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Ombra84 »

Per chi fosse interessato qui c è penuria di forza lavoro.
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da uglygeek »

Nel settore dove lavoro io si stanno raggiungendo livelli impressionanti di penuria di forza lavoro. Rifiuti di ruoli e stipendi tali, da parte di candidati poco piu' che neolaureati, che solo dieci anni fa sarebbero sembrati da fantascienza.
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Re: E il lavoro dov'è?

Messaggio da Nickognito »

uglygeek ha scritto:Nel settore dove lavoro io si stanno raggiungendo livelli impressionanti di penuria di forza lavoro. Rifiuti di ruoli e stipendi tali, da parte di candidati poco piu' che neolaureati, che solo dieci anni fa sarebbero sembrati da fantascienza.
Non si capisce perche', e' il lavoro che, da diversi anni, qualunque ignorante pensa che potra' essere uno dei migliori per trovare un buon lavoro, e' il primo per cui uno dovrebbe studiare... Hai spiegazioni?
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