In Memoria
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Re: In Memoria
2016 infausto
Re: In Memoria
Per quelli della nostra generazione (sui 30-40) sarà sempre più dura, gli attori/artisti con cui siamo cresciuti son tutti sull'ottantina ormai. Non ci si abitua mai purtroppobabaoriley ha scritto:2016 infausto
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Re: In Memoria
Ho visto tutti i suoi film.
Che brutta cosa.
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Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
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Re: In Memoria
Muore Azelio Ciampi.
Per ricordarlo ecco le parole, a ( cadavere) caldo, di Salvini:
"Al di là del cordoglio, Ciampi è stato un traditore dell'Italia e degli italiani. Politicamente uno dei compici della svendita dell'Italia e degli italiani ai poteri forti, ai massoni, ai banchierI"
Per ricordarlo ecco le parole, a ( cadavere) caldo, di Salvini:
"Al di là del cordoglio, Ciampi è stato un traditore dell'Italia e degli italiani. Politicamente uno dei compici della svendita dell'Italia e degli italiani ai poteri forti, ai massoni, ai banchierI"
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
in questo caso hai fatto bene a riportare l'uscita di Salvini perchè non c'è tributo più lusinghiero dell'appellativo di "traditore", se viene da uno dei (purtroppo) molti paladini della cosiddetta "sovranità" italiana secondo loro "oppressa" dai "poteri forti" e dalle demoplutocrazie straniere che, sempre secondo loro, impediscono il dispiegamento delle italiche e magnifiche sorti progressive.
Come quell'altra volta, quando si stava rifondando l'impero e il mondo ci si mise di traverso. E anche allora - a detta di quelli alla Salvini - ci furono i traditori.
Uno dei quali fu già all'epoca Ciampi, evidentemente recidivo.
Come quell'altra volta, quando si stava rifondando l'impero e il mondo ci si mise di traverso. E anche allora - a detta di quelli alla Salvini - ci furono i traditori.
Uno dei quali fu già all'epoca Ciampi, evidentemente recidivo.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: In Memoria
Chemmerda schifosa.Rosewall ha scritto:in questo caso hai fatto bene a riportare l'uscita di Salvini perchè non c'è tributo più lusinghiero dell'appellativo di "traditore", se viene da uno dei (purtroppo) molti paladini della cosiddetta "sovranità" italiana secondo loro "oppressa" dai "poteri forti" e dalle demoplutocrazie straniere che, sempre secondo loro, impediscono il dispiegamento delle italiche e magnifiche sorti progressive.
Come quell'altra volta, quando si stava rifondando l'impero e il mondo ci si mise di traverso. E anche allora - a detta di quelli alla Salvini - ci furono i traditori.
Uno dei quali fu già all'epoca Ciampi, evidentemente recidivo.
http://stradeonline.it/istituzioni-ed-e ... onsabilita
In un paese che non è “antropologicamente” capace di mettere mano ad alcuna riforma razionale se non in presenza di drastici vincoli esterni, è normale che chi a quei vincoli si dispone di buon grado venga visto come un traditore. E’ successo a Ciampi, a suo tempo, è successo due decenni dopo, al successivo giro di giostra, a Mario Monti ed Elsa Fornero.
La colpa di Ciampi, il suo peccato originale - come quella dei suoi successori nell’immaginario salviniano - è quella di aver tentato di connettere nella consapevolezza dell’opinione pubblica le scelte politiche alle loro conseguenze, buone o cattive che siano: se si fa debito qualcuno lo dovrà pagare e le entrate - ovvero le tasse - dovranno essere proporzionate alle uscite. Imperdonabile in un paese come il nostro, abituato a scaricare a cuor leggero sulle generazioni future il costo dell’irresponsabilità di quelle presenti, se non sulle stampanti di Via Nazionale
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Re: In Memoria
"il Presidente Berlusconi conferma di considerare il rinvio alle camere della legge Gasparri come atto di guerra nei confronti del governo e in particolare del presidente del consiglio, proprietario di Mediaset, impresa che ne sarà gravemente danneggiata. Il presidente Ciampi fa rilevare che questa ultima affermazione rappresenta una conferma eclatante del conflitto di interessi esistente"
Nota dell'allora segretario generale del Quirinale.
Nota dell'allora segretario generale del Quirinale.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: In Memoria
Forse l'unico che ha cercato di mettere le cose a posto tra Israele e Palestina.
Forse il meno ebreo tra i leader israleiani.
Occorrerebbero altri peres e rabin per portare ad una pace definitiva tra israele e palestinesi,
anzichè i fascisti alla Netanyahu.
Forse il meno ebreo tra i leader israleiani.
Occorrerebbero altri peres e rabin per portare ad una pace definitiva tra israele e palestinesi,
anzichè i fascisti alla Netanyahu.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
Quindi la pace dipende dalle azioni di una parte sola? Di un solo soggetto su un oggetto inerme e per definizione non colpevole? E l'essere meno ebreo sarebbe una virtù?PINDARO ha scritto:Forse l'unico che ha cercato di mettere le cose a posto tra Israele e Palestina.
Forse il meno ebreo tra i leader israleiani.
Occorrerebbero altri peres e rabin per portare ad una pace definitiva tra israele e palestinesi,
anzichè i fascisti alla Netanyahu.
Chissà - sarebbe bello, per avere una risposta a queste domande, leggersi qualche bella analisi del Manifesto.
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Re: In Memoria
Veramente quest'analisi l'ha fatta (anche) il sole 24 ore.
Noto organo comunista.
Ma che ti rispondo a fare.
Noto organo comunista.
Ma che ti rispondo a fare.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: In Memoria
Sole24ore.it
Morto Shimon Peres, «pragmatico sognatore» troppo europeo per essere amato in patria
–di Ugo Tramballi 28 settembre 2016
L'ottimista e il pessimista muoiono esattamente della stessa morte. Ma vivono due vite molto diverse», constatò una volta Shimon Peres, morto nella notte all’ospedale Tel Ha-Shomer di Tel Aviv. Se nella sua vita interiore lui stesso sia stato un ottimista naturale o un pessimista capace di dissimulare il suo vero stato d'animo, non lo saprà mai nessuno. Ma non si può aver vissuto 93 anni, 74 dei quali con un incarico politico, senza conoscere l'ottimismo. Quanto meno quello della ragione.
Se fosse stato francese, Szymon Perski nato nel 1923 a Wiszniew, Polonia, e diventato Shimon Peres dopo aver emigrato in Palestina all'età di 9 anni, sarebbe stato un De Gaulle. O un Churchill fosse stato inglese, o un Adenauer, un Adolfo Suàrez: l'Europa, non il Medio Oriente, doveva essere la scena sulla quale lasciare il segno, del meno israeliano dei politici dello stato ebraico.
Così ottimisticamente poco ebreo da aver costruito le forze armate più efficienti del mondo e contemporaneamente saper guardare a orizzonti più lontani dell'asfissiante muraglia israeliana della sicurezza; dall'essere stato corresponsabile e poi risolutore dei grandi problemi d'Israele; dall'aver creduto nel marxismo per diventare poi il padre di quell'ecosistema nel quale è nato il fenomeno dell'hi-tech israeliano. Europeo anche nel modo di vestire: Shimon Peres fu il primo politico ad abbandonare il minimalismo sionista dei colletti aperti e distesi sopra giacca, e a indossare la cravatta non senza civetteria.
Quattro volte primo ministro, e ministro della Difesa, degli Esteri, delle Finanze, dell'Immigrazione, dei Trasporti e dell'Informazione in un totale di 12 governi. Presidente della repubblica, un Nobel per la Pace. Alto dirigente o leader di cinque partiti: Mapai, Rafi, Ha'Ma'arakh, Labour e Kadima, in un percorso che a dispetto dei molti passaggi è politicamente coerente, tra socialismo, socialdemocrazia e pacifismo. Più o meno dal 1952 al 2014, quando ha lasciato la presidenza della Repubblica, non c'è svolta critica d'Israele sulla quale non si distenda l'ombra di Shimon Peres.
Il cursus honorum di quasi ogni israeliano che ambisca al potere è il passaggio per un kibbutz. Moshe Dayan era nato a Degania. Peres in Polonia, ma all'età di 13 anni ha partecipato alla fondazione di Alumot, sul lago di Tiberiade. A 18 è diventato il capo di un movimento giovanile sionista; a 20 segretario nazionale della “Gioventù Lavoratrice e Studentesca”. Essere a capo di qualcosa, comandare, era la sua evidente vocazione. David Ben Gurion lo scoprì e a 23 anni lo cooptò nel segretariato del Mapai: il partito del sionismo socialista e il governo dell'Yishuv, la comunità ebraica in Palestina che da tempo costruiva le strutture di uno stato in attesa dell'indipendenza che sarebbe arrivata nel 1948.
C'è un secondo passaggio curriculare fondamentale per un leader israeliano: la divisa. Nel 1947 Shimon Peres si era arruolato nell'Haganà, la milizia clandestina dalla quale sarebbero nate le forze armate di oggi. Non vi entrò da combattente ma da responsabile del personale e dell'acquisto delle armi. Un ruolo essenziale, tuttavia non era dietro una scrivania che intanto diventavano popolari Dayan, Yigal Allon, Yitzhak Rabin, Ariel Sharon, i giovani della sua generazione politica. Ma era dalle qualità organizzative di Peres che dipendeva gran parte della loro fama militare.
A 28 anni Ben Gurion lo aveva nominato vice direttore generale, poi direttore del ministero della Difesa e infine viceministro. Sarà poi ministro dal 1974 al '77. E' in questo lungo periodo alla Difesa che Peres trasforma un esercito di determinati idealisti, nelle forze armate più moderne mai esistite dopo le americane. E' lui che introduce le tecnologie; lui che costruisce la centrale di Dimona e fa d'Israele una potenza nucleare, ancora oggi l'unica in Medio Oriente. «Per me sognare è semplicemente essere pragmatici», avrebbe spiegato qualche anno dopo.
Negli anni Settanta Peres sarebbe stato uno dei promotori della colonizzazione ebraica dei Territori occupati (pentendosene pubblicamente 20 anni dopo). Da ministro delle Finanze nel 1988 avrebbe avviato il distacco dal socialismo austero per spingere Israele verso il mercato. Da ministro degli Esteri, nel 1992 avrebbe iniziato con i palestinesi il processo di pace di Oslo, informando Yizhak Rabin, il premier, solo alle soglie dell'accordo.
Per più di due decenni Rabin sarebbe stato la sua nemesi, il soldato diventato politico amato dalla gente, che aveva sempre battuto Peres ogni volta che il Labour doveva scegliere il suo leader. Solo alla fine, poco prima dell'assassinio di Rabin, i duellanti trasformarono la rivalità in un'amicizia che avrebbe potuto portare a ciò che continua a non esistere: un Israele in pace.
«Quando hai due alternative – spiegò Peres in un'intervista – la prima cosa che devi fare è cercare la terza, alla quale non avevi pensato e che non esiste». Un uomo con così tanti meriti e demeriti avrebbe dovuto essere celebrato come il vero padre del sionismo, anche più di Ben Gurion. Forse accadrà ora, in morte, ma in vita gli israeliani non lo hanno mai amato: celebrando una vittoria elettorale nessuno avrebbe cantato il tradizionale “Shimon re d'Israele”. Anche perché Peres un'elezione non l'ha mai vinta. Delle quattro volte che è stato premier, due lo fu ad interim e due in coabitazione con il leader del Likud, essendo stato incapace di conquistare la maggioranza necessaria per governare.
La più bruciante delle sconfitte fu quella del giugno 1996, sei mesi dopo la morte di Rabin. Fosse andato alle urne sei settimane dopo, avrebbe stravinto. Rinviò invece le elezioni per dimostrare di essere finalmente capace di vincere da solo, senza l'aiuto del fantasma dell'amico-nemico. Lo sconfissero una serie di attentati terroristici palestinesi e la brutalità della campagna di Bibi Netanyahu.
Queste sono tuttavia le spiegazioni razionali di un fatto politico. Chi lo sconfisse davvero, quella volta e in ogni altra elezione, furono gli israeliani che in lui vedevano l'Europa dalla quale erano fuggiti. Dalle cravatte alle riforme economiche, dall'hi-tech alla pace con i palestinesi, Peres è sempre stato troppo avanti per loro: guardava lontano, miglia e miglia oltre la mera necessità di sopravvivenza di un popolo pessimista per esperienza storica. Lui invece era un ottimista, per Israele sognava la normalità perché non era mai stato veramente un membro della tribù.
Morto Shimon Peres, «pragmatico sognatore» troppo europeo per essere amato in patria
–di Ugo Tramballi 28 settembre 2016
L'ottimista e il pessimista muoiono esattamente della stessa morte. Ma vivono due vite molto diverse», constatò una volta Shimon Peres, morto nella notte all’ospedale Tel Ha-Shomer di Tel Aviv. Se nella sua vita interiore lui stesso sia stato un ottimista naturale o un pessimista capace di dissimulare il suo vero stato d'animo, non lo saprà mai nessuno. Ma non si può aver vissuto 93 anni, 74 dei quali con un incarico politico, senza conoscere l'ottimismo. Quanto meno quello della ragione.
Se fosse stato francese, Szymon Perski nato nel 1923 a Wiszniew, Polonia, e diventato Shimon Peres dopo aver emigrato in Palestina all'età di 9 anni, sarebbe stato un De Gaulle. O un Churchill fosse stato inglese, o un Adenauer, un Adolfo Suàrez: l'Europa, non il Medio Oriente, doveva essere la scena sulla quale lasciare il segno, del meno israeliano dei politici dello stato ebraico.
Così ottimisticamente poco ebreo da aver costruito le forze armate più efficienti del mondo e contemporaneamente saper guardare a orizzonti più lontani dell'asfissiante muraglia israeliana della sicurezza; dall'essere stato corresponsabile e poi risolutore dei grandi problemi d'Israele; dall'aver creduto nel marxismo per diventare poi il padre di quell'ecosistema nel quale è nato il fenomeno dell'hi-tech israeliano. Europeo anche nel modo di vestire: Shimon Peres fu il primo politico ad abbandonare il minimalismo sionista dei colletti aperti e distesi sopra giacca, e a indossare la cravatta non senza civetteria.
Quattro volte primo ministro, e ministro della Difesa, degli Esteri, delle Finanze, dell'Immigrazione, dei Trasporti e dell'Informazione in un totale di 12 governi. Presidente della repubblica, un Nobel per la Pace. Alto dirigente o leader di cinque partiti: Mapai, Rafi, Ha'Ma'arakh, Labour e Kadima, in un percorso che a dispetto dei molti passaggi è politicamente coerente, tra socialismo, socialdemocrazia e pacifismo. Più o meno dal 1952 al 2014, quando ha lasciato la presidenza della Repubblica, non c'è svolta critica d'Israele sulla quale non si distenda l'ombra di Shimon Peres.
Il cursus honorum di quasi ogni israeliano che ambisca al potere è il passaggio per un kibbutz. Moshe Dayan era nato a Degania. Peres in Polonia, ma all'età di 13 anni ha partecipato alla fondazione di Alumot, sul lago di Tiberiade. A 18 è diventato il capo di un movimento giovanile sionista; a 20 segretario nazionale della “Gioventù Lavoratrice e Studentesca”. Essere a capo di qualcosa, comandare, era la sua evidente vocazione. David Ben Gurion lo scoprì e a 23 anni lo cooptò nel segretariato del Mapai: il partito del sionismo socialista e il governo dell'Yishuv, la comunità ebraica in Palestina che da tempo costruiva le strutture di uno stato in attesa dell'indipendenza che sarebbe arrivata nel 1948.
C'è un secondo passaggio curriculare fondamentale per un leader israeliano: la divisa. Nel 1947 Shimon Peres si era arruolato nell'Haganà, la milizia clandestina dalla quale sarebbero nate le forze armate di oggi. Non vi entrò da combattente ma da responsabile del personale e dell'acquisto delle armi. Un ruolo essenziale, tuttavia non era dietro una scrivania che intanto diventavano popolari Dayan, Yigal Allon, Yitzhak Rabin, Ariel Sharon, i giovani della sua generazione politica. Ma era dalle qualità organizzative di Peres che dipendeva gran parte della loro fama militare.
A 28 anni Ben Gurion lo aveva nominato vice direttore generale, poi direttore del ministero della Difesa e infine viceministro. Sarà poi ministro dal 1974 al '77. E' in questo lungo periodo alla Difesa che Peres trasforma un esercito di determinati idealisti, nelle forze armate più moderne mai esistite dopo le americane. E' lui che introduce le tecnologie; lui che costruisce la centrale di Dimona e fa d'Israele una potenza nucleare, ancora oggi l'unica in Medio Oriente. «Per me sognare è semplicemente essere pragmatici», avrebbe spiegato qualche anno dopo.
Negli anni Settanta Peres sarebbe stato uno dei promotori della colonizzazione ebraica dei Territori occupati (pentendosene pubblicamente 20 anni dopo). Da ministro delle Finanze nel 1988 avrebbe avviato il distacco dal socialismo austero per spingere Israele verso il mercato. Da ministro degli Esteri, nel 1992 avrebbe iniziato con i palestinesi il processo di pace di Oslo, informando Yizhak Rabin, il premier, solo alle soglie dell'accordo.
Per più di due decenni Rabin sarebbe stato la sua nemesi, il soldato diventato politico amato dalla gente, che aveva sempre battuto Peres ogni volta che il Labour doveva scegliere il suo leader. Solo alla fine, poco prima dell'assassinio di Rabin, i duellanti trasformarono la rivalità in un'amicizia che avrebbe potuto portare a ciò che continua a non esistere: un Israele in pace.
«Quando hai due alternative – spiegò Peres in un'intervista – la prima cosa che devi fare è cercare la terza, alla quale non avevi pensato e che non esiste». Un uomo con così tanti meriti e demeriti avrebbe dovuto essere celebrato come il vero padre del sionismo, anche più di Ben Gurion. Forse accadrà ora, in morte, ma in vita gli israeliani non lo hanno mai amato: celebrando una vittoria elettorale nessuno avrebbe cantato il tradizionale “Shimon re d'Israele”. Anche perché Peres un'elezione non l'ha mai vinta. Delle quattro volte che è stato premier, due lo fu ad interim e due in coabitazione con il leader del Likud, essendo stato incapace di conquistare la maggioranza necessaria per governare.
La più bruciante delle sconfitte fu quella del giugno 1996, sei mesi dopo la morte di Rabin. Fosse andato alle urne sei settimane dopo, avrebbe stravinto. Rinviò invece le elezioni per dimostrare di essere finalmente capace di vincere da solo, senza l'aiuto del fantasma dell'amico-nemico. Lo sconfissero una serie di attentati terroristici palestinesi e la brutalità della campagna di Bibi Netanyahu.
Queste sono tuttavia le spiegazioni razionali di un fatto politico. Chi lo sconfisse davvero, quella volta e in ogni altra elezione, furono gli israeliani che in lui vedevano l'Europa dalla quale erano fuggiti. Dalle cravatte alle riforme economiche, dall'hi-tech alla pace con i palestinesi, Peres è sempre stato troppo avanti per loro: guardava lontano, miglia e miglia oltre la mera necessità di sopravvivenza di un popolo pessimista per esperienza storica. Lui invece era un ottimista, per Israele sognava la normalità perché non era mai stato veramente un membro della tribù.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
L'articolo di Tramballi, non esente da pecche perché mi pare confonda l'essere ebreo e l'essere israeliano che sono due cose ben diverse, é comunque equilibrato.
Il post di Pindaro non é equilibrato perché contiene ridicole accuse di fascismo al primo ministro israeliano che sono adatte al tenore degli articoli del Manifesto e perché da' la falsa impressione che la risoluzione del conflitto israelo-palestinese dipenda solo da Israele. Idea che accomuna le destre e le sinistre estreme d'Europa e islamisti vari.
Poi, un forum consiste anche nello scambiarsi idee con persone dalle posizioni diverse. Se uno discute solo con chi ha posizioni simili che gusto c'è? Ma che lo dico a fare
Il post di Pindaro non é equilibrato perché contiene ridicole accuse di fascismo al primo ministro israeliano che sono adatte al tenore degli articoli del Manifesto e perché da' la falsa impressione che la risoluzione del conflitto israelo-palestinese dipenda solo da Israele. Idea che accomuna le destre e le sinistre estreme d'Europa e islamisti vari.
Poi, un forum consiste anche nello scambiarsi idee con persone dalle posizioni diverse. Se uno discute solo con chi ha posizioni simili che gusto c'è? Ma che lo dico a fare
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Re: In Memoria
Ma tu ti senti cosi onniscente?s&v ha scritto:L'articolo di Tramballi, non esente da pecche perché mi pare confonda l'essere ebreo e l'essere israeliano che sono due cose ben diverse
Ma hai capito quello che c'è scritto?
Non ti va bene mai nulla?
Il sole 24 ore non va bene, il manifesto ( che nomini ogni post, quasi come un mantra ) non va bene, quello non va bene.
A chi la dà? Forse a te, che sei prevenuto, nei confronti miei e di tutti.s&v ha scritto:e perché da' la falsa impressione che la risoluzione del conflitto israelo-palestinese dipenda solo da Israele.
Non ho mai scritto questo, quindi non mettere le parole in bocca ad altri, come fai quasi sempre.
Ma scrivere senza che ti parta l'embolo no vero?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
Tu scrivi che se Israele avesse leader come Rabin è Peres si giungerebbe alla pace. Non menzionando che per la pace sarebbe forse utile non avere dei fanatici religiosi a Gaza e dei laici non ultracorrotti e dittatoriali in Cisgiordania. Uno che legge, se non menzioni che la pace dipende anche dai palestinesi, deduce che per Pindaro la pace dipenda solo dagli israeliani.
Onnisciente io? A proposito, ci vuole una i in italiano, non onniscente.
Io scrivo poco e di pochissimi argomenti, quelli che o per studio o per lavoro o per passione conosco meglio.
Tu scrivi di tutto, 50000 messaggi su ogni argomento, sentenziando su tutto, con poca voglia di confrontarti.
Su Israele se vuoi ti consiglio qualcosa. Ma probabilmente saresti interessato solo a Ilan Pappe'.
Onnisciente io? A proposito, ci vuole una i in italiano, non onniscente.
Io scrivo poco e di pochissimi argomenti, quelli che o per studio o per lavoro o per passione conosco meglio.
Tu scrivi di tutto, 50000 messaggi su ogni argomento, sentenziando su tutto, con poca voglia di confrontarti.
Su Israele se vuoi ti consiglio qualcosa. Ma probabilmente saresti interessato solo a Ilan Pappe'.
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Re: In Memoria
Ripeto, lo deduci tu.
Il mio sottinteso era un altro.
Ma orami tu hai in mente l'immagine di Pindaro con il manifesto, quindi pensi che abbia anche la bandiera palestinese in camera.
Quando quello che succede in Palestina lo so meglio di te. Quando quelli fissati con la Palestina non li sopporto. Così come non sopporto quest'aurea di stato da difendere e appoggiare a tutti i costi di Israele. Come so meglio di te che per far "pace" con un popolo (palestinese) che idolatra Adolf Hitler , tra gli altri, bisogna che ci sia da parte di Israele un leader diplomatico, aperto ( un Peres per intenderci ) e non figure estremiste come Netanyahu.
Grazie per la correzione, in effetti ho problemi evidenti nell'esprimermi in italiano corretto.
Detto questo puoi smetterla di rispondermi. Anzi te lo chiedo per cortesia.
Il mio sottinteso era un altro.
Ma orami tu hai in mente l'immagine di Pindaro con il manifesto, quindi pensi che abbia anche la bandiera palestinese in camera.
Quando quello che succede in Palestina lo so meglio di te. Quando quelli fissati con la Palestina non li sopporto. Così come non sopporto quest'aurea di stato da difendere e appoggiare a tutti i costi di Israele. Come so meglio di te che per far "pace" con un popolo (palestinese) che idolatra Adolf Hitler , tra gli altri, bisogna che ci sia da parte di Israele un leader diplomatico, aperto ( un Peres per intenderci ) e non figure estremiste come Netanyahu.
Grazie per la correzione, in effetti ho problemi evidenti nell'esprimermi in italiano corretto.
Detto questo puoi smetterla di rispondermi. Anzi te lo chiedo per cortesia.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: In Memoria
Le condoglianze del web.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: In Memoria
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
Re: In Memoria
Se ne va anche Carlos Alberto, mitico capitano della Selecao del '70
http://esporte.uol.com.br/futebol/ultim ... diz-tv.htm
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Re: In Memoria
Morta Tina Anselmi.
prima donna ministro, irreprensibile e coraggiosa presidente della commissione parlamentare sulla P2.
Migliore rappresentante della minoritaria "buona Dc".
prima donna ministro, irreprensibile e coraggiosa presidente della commissione parlamentare sulla P2.
Migliore rappresentante della minoritaria "buona Dc".
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: In Memoria
Umberto Veronesi
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: In Memoria
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: In Memoria
Ma quei puntini sospensivi perchè non li ha disseminati lungo il post?
Re: In Memoria
ma la Brigliadori di Rimini Rimini?
me cojoni!
comunque io ricordo che un leader politico qualche anno fa lo nominava con l'epiteto "Cancronesi"...
me cojoni!
comunque io ricordo che un leader politico qualche anno fa lo nominava con l'epiteto "Cancronesi"...
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
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Re: In Memoria
E behhhh, una che si cura con l'urinoterapia cosa sperate possa dire?
<Parliamo di sport e non di simpatia. Forse potremo essere più obiettivi.> Ciao M.
<E non te va bene quando si gioca tutto in una schedona, e non ti va bene se ci sono i doppi turni... non invidio tua moglie > Ciao V.
<E non te va bene quando si gioca tutto in una schedona, e non ti va bene se ci sono i doppi turni... non invidio tua moglie > Ciao V.
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Re: In Memoria
Qualcuno contatti la Brigliadori dicendo di aver visto veronesi oggi complottare con Cuccia e Andreotti per governare il mondo attraverso la chemioterapia.
Una malata di mente. Credo in senso letterale.
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Re: In Memoria
Ho pensato, no dai sarà un fake, qualcuno che ci sta prendendo in giro poi ho trovato:
http://letteradonna.it/230769/eleonora- ... ro-tumore/
L'urina le sarà finita nel cervello, non ci sono altre spiegazioni
http://letteradonna.it/230769/eleonora- ... ro-tumore/
L'urina le sarà finita nel cervello, non ci sono altre spiegazioni
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Re: In Memoria
Potrei chiedere una cortesia personale? Si potrebbe lasciare pulito questo topic e spostare i commenti su Eleonora Brigliadori nel topic Non c'è limite al peggio? Grazie...
Leo Durocher: You don't save a pitcher for tomorrow. Tomorrow it may rain.
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- Massimo Carbone
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Re: In Memoria
ma noo...
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: In Memoria
che 2016 nefasto
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
come per Bowie, l'ultimo suo album sembrava proprio un addio.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: In Memoria
Uno dei miei preferiti, in assoluto.
Piu', piu' di Dylan, di certo, mi toccava certe corde.
Visto due volte in concerto, lui ultrasettantenne che ha zampettato per 3 ore quasi di concerto.
I tried to leave you come encore: bellissima, con la presentazione musicale di tutti i componenti del gruppo ..
I tried to leave you, I don't deny
I closed the book on us, at least a hundred times.
I'd wake up every morning by your side.
The years go by, you lose your pride.
The baby's crying, you do not go outside,
and all your work it's right before your eyes.
Goodnight, my darling, I hope you're satisfied,
the bed is kind of narrow, but my arms are open wide.
And here's a man still working for your smile.
E l'ultimo verso (And here's a man still working for your smile.), bellissimo
Leggete l'articolo sul New Yorker di un mese fa: tanto triste quanto pensante.
Ciao Leonard.
Piu', piu' di Dylan, di certo, mi toccava certe corde.
Visto due volte in concerto, lui ultrasettantenne che ha zampettato per 3 ore quasi di concerto.
I tried to leave you come encore: bellissima, con la presentazione musicale di tutti i componenti del gruppo ..
I tried to leave you, I don't deny
I closed the book on us, at least a hundred times.
I'd wake up every morning by your side.
The years go by, you lose your pride.
The baby's crying, you do not go outside,
and all your work it's right before your eyes.
Goodnight, my darling, I hope you're satisfied,
the bed is kind of narrow, but my arms are open wide.
And here's a man still working for your smile.
E l'ultimo verso (And here's a man still working for your smile.), bellissimo
Leggete l'articolo sul New Yorker di un mese fa: tanto triste quanto pensante.
Ciao Leonard.
- alessandro
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Re: In Memoria
Un grande. Canzoni da ascoltare, da leggere, da interpretare da riascoltare.
Pezzi ricchi di poesia, citazioni, religiosità e dubbio.
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