In Memoria
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- Massimo Carbone
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Re: In Memoria
io ho una proposta. Aboliamo i necrologi. Eliminiamo i cimiteri, bruciamo i morti e disperdiamo le ceneri. Muore troppa gente, basta!
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: In Memoria
Lele Mora non ci è riuscito.Nickognito ha scritto: Muore troppa gente, basta!
Poteva essere un fine anno migliore.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: In Memoria
Il fondatore dell'ospedale e dell'ateneo San Raffaele, morto oggi a Milano a 91 anni, ha messo la vita a disposizione dei malati.
http://www.ilgiornale.it/interni/muo...e=0-comments=1
uno degli articoli più ilari e grotteschi mai letti in vita mia.
Ad uso e consume dei quattro coglioni che leggono il Giornale.
Questo , comunque, il mio ricordo di Don Verzè. R.I.P.
http://www.ilgiornale.it/interni/muo...e=0-comments=1
uno degli articoli più ilari e grotteschi mai letti in vita mia.
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Questo , comunque, il mio ricordo di Don Verzè. R.I.P.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
Ma per esempio, dico io, condannare per pedofilia sto qua che parla?PINDARO ha scritto:Il fondatore dell'ospedale e dell'ateneo San Raffaele, morto oggi a Milano a 91 anni, ha messo la vita a disposizione dei malati.
http://www.ilgiornale.it/interni/muo...e=0-comments=1
uno degli articoli più ilari e grotteschi mai letti in vita mia.
Ad uso e consume dei quattro coglioni che leggono il Giornale.
Questo , comunque, il mio ricordo di Don Verzè. R.I.P.
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Re: In Memoria
Erano giochi eleganti.bogix ha scritto: Ma per esempio, dico io, condannare per pedofilia sto qua che parla?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
Dici che gli faremo il funerale di Stato?PINDARO ha scritto:Erano giochi eleganti.bogix ha scritto: Ma per esempio, dico io, condannare per pedofilia sto qua che parla?
Ah, continuano a parlare di messe celebrate da sto omuncolo....qualcuno che evidenzi il fatto che fosse sospeso a divinis daL 73 mai eh?
Re: In Memoria
Eh, ma chi non faceva quelle cose in quel periodo e in quel contesto storico? Dai...bogix ha scritto:Dici che gli faremo il funerale di Stato?PINDARO ha scritto:Erano giochi eleganti.bogix ha scritto: Ma per esempio, dico io, condannare per pedofilia sto qua che parla?
Ah, continuano a parlare di messe celebrate da sto omuncolo....qualcuno che evidenzi il fatto che fosse sospeso a divinis daL 73 mai eh?
Però poi se ne è distaccato...
A ridateme er mi vecchio nick Sono ferribotte
Re: In Memoria
Effettivamente le ultime vicende lo testimoniano....almeno un po' di decenza daiWoodruff ha scritto:Eh, ma chi non faceva quelle cose in quel periodo e in quel contesto storico? Dai...bogix ha scritto:Dici che gli faremo il funerale di Stato?PINDARO ha scritto:
Erano giochi eleganti.
Ah, continuano a parlare di messe celebrate da sto omuncolo....qualcuno che evidenzi il fatto che fosse sospeso a divinis daL 73 mai eh?
Però poi se ne è distaccato...
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Re: In Memoria
era una battuta, ehbogix ha scritto: Effettivamente le ultime vicende lo testimoniano....almeno un po' di decenza dai
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Re: In Memoria
Vudruf non ha bisogno di fare battute per far ridere.Nickognito ha scritto:era una battuta, ehbogix ha scritto: Effettivamente le ultime vicende lo testimoniano....almeno un po' di decenza dai
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: In Memoria
PINDARO ha scritto:Vudruf non ha bisogno di fare battute per far ridere.Nickognito ha scritto:era una battuta, ehbogix ha scritto: Effettivamente le ultime vicende lo testimoniano....almeno un po' di decenza dai
“True terror is to wake up one morning and discover that your high school class is running the country.” (K. Vonnegut)
Re: In Memoria
Autorità ecclesiastiche scatenate in quegli anni: ne fece le spese pure l'Arc. Lefebvre nel 1976.bogix ha scritto:Dici che gli faremo il funerale di Stato?
Ah, continuano a parlare di messe celebrate da sto omuncolo....qualcuno che evidenzi il fatto che fosse sospeso a divinis daL 73 mai eh?
Più tardi altro sospeso illustre fu Baget Bozzo.
Tornando al defunto dell'altro giorno, secondo Don Mazzi sono da cancellare (immagino intenda dire condannare, non dimenticare) i suoi ultimi dieci anni.
« Ci vorrebbe un lavoro a parte per star dietro a tutte le balle che si scrivono »
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Re: In Memoria
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: In Memoria
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Bob Anderson
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Re: In Memoria
Addio a Paolo Rossi, grande storico della scienza (meriterebbe il topic filosofico, del quale però poi mi accusano di farne un topic necrologico...).
Ho apprezzato molto questo suo saggio di una decina di anni fa:
Ho apprezzato molto questo suo saggio di una decina di anni fa:
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Re: In Memoria
è morto Carlo Fruttero.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: In Memoria
Rosewall ha scritto:è morto Carlo Fruttero
Re: In Memoria
Albornoz ha scritto:Rosewall ha scritto:è morto Carlo Fruttero
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Re: In Memoria
gianlu ha scritto:Albornoz ha scritto:Rosewall ha scritto:è morto Carlo Fruttero
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: In Memoria
bravo back a ricordarci di rossi, e anche a postarlo qui invece di rendere quel topic un cimitero.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: In Memoria
Un breve ricordo della verve ironica di Carlo Fruttero assieme all'amico Franco Lucentini:
Cultura
16/01/2012 - IL CASO GHEDDAFI
1973: un corsivo di F&L
fa infuriare il Colonnello
I due scrittori ironizzavano sul gossip legato al dittatore libico. Lui chiese il loro licenziamento e quello del direttore della Stampa
CARLO FRUTTERO & FRANCO LUCENTINI
Il 6 dicembre 1973, sulla terza pagina della Stampa, nell’Agenda di F&L, la rubrica in cui i due scrittori ironizzavano sull’attualità, esce «Pare che...», un corsivo che prevede i possibili italiani gossip su Gheddafi. Il colonnello era all’epoca non solo nel pieno del suo potere (era capo del governo di Tripoli dal 1969), ma partecipava anche al capitale della Fiat. Il corsivo di F&L non gli fu gradito e chiese a Giovanni Agnelli di licenziare il direttore Arrigo Levi e di troncare ogni forma di collaborazione con i due autori dell’articolo, minacciando il boicottaggio degli autoveicoli Fiat in tutti i Paesi mediorientali. L’avvocato Agnelli non cedette al ricatto, né rimproverò i due scrittori. Solo anni dopo disse loro che gli erano costati cari. Ripubblichiamo un ampio stralcio di quel corsivo.
La conferenza stampa concessa giorni or sono dal colonnello Gheddafi a duecento giornalisti occidentali, a Parigi, non ci sembra abbia avuto dai commentatori specializzati e dal pubblico in genere l’attenzione che meritava. I giornalisti — raccontano le cronache — erano irritatissimi perché, convocati per le 18, dovettero aspettare Gheddafi in mezzo alla strada fino a mezzanotte, ora in cui si sentirono dire che l’incontro era rimandato all’indomani mattina. Un dettaglio da nulla, che il lettore, se pure lo nota, associa macchinalmente a quei tumultuosi gruppi di fotoreporter in maniche di camicia che aspettano Elizabeth Taylor all’aeroporto. Sono pagati per questo, no?
Ma i giornalisti in attesa di Gheddafi erano di tutt’altra specie, illustri economisti e orientalisti, filosofi e uomini politici, autorevoli columnist; di grandi giornali d’informazione. La scena è dunque molto diversa e penosa: questi signori fermi per ore e ore sul boulevard, in gran parte attempati e vestiti di blu, con guanti e ombrello, non sono abituati a ricevere un simile trattamento da un capo di Stato straniero. (...)Più che «irritatissimi» è dunque probabile che si siano sentiti «umiliatissimi». E i meno giovani di loro, anche spaventatissimi. Ecco che ci risiamo, si saranno detti con un brivido, ricordando altri capi di Stato che in tempi ancora vicini non stavano al gioco delle buone maniere.
Poco importa che la «forza» di Gheddafi e degli altri capi arabi sia indiretta, relativa, provenga dal petrolio e dalla protezione della Russia. Come la Commedia dell’Arte, la Storia improvvisa nei particolari, ma si attiene a pochi, ferrei meccanismi, sempre uguali, per quanto riguarda l'essenziale. E alla conferenza stampa di Parigi, gli elementi inamovibili del dramma c’erano tutti. Da una parte i frivoli damerini, dall’altra il prepotente col bastone. Da una parte i cortesi, viziati, sofisticati, cavillosi e impotenti figli e nipoti della democrazia europea, dall’altra un dittatore misticheggiante che tiene il coltello per il manico e dimostra brutalmente di saperlo. Il resto non è che fumo, garza, diversione, variante scenografica, irrilevante gioco di riflettori colorati. Il comportamento dell'Europa verso Hitler dal 1933 al 1939 consente ben poche illusioni circa quello che dobbiamo aspettarci nei prossimi anni a livello diplomatico, ideologico, religioso, culturale e di costume. L'agghiacciante sussurro beneinformato «pare che» tornerà a ingorgare le nostre orecchie.
— Pare che Gheddafi sia in realtà una creatura della Cia. Non muove un dito senza chiedere il permesso a loro.
— Pare che lui non conti assolutamente niente. Sono quei due sacerdoti che si porta sempre appresso che hanno in mano tutto quanto.
— I discorsi, pare che glieli scriva un geometra italiano, un certo Cavalli. Di Novara.
— Un fanatico religioso? Ma figurarsi! Pare che, quando è stato ospite di Tito, si sia mangiato un cinghialino arrosto tutto da solo.
— No, lui personalmente è un uomo straordinario. Pare che lavori 22 ore al giorno. E pare che abbia l'ulcera, pare che sia omosessuale, che dorma su un materasso di foglie di tabacco, che tenga un harem di 48 mogli in Svizzera, che ami Mozart, che non possa soffrire le motociclette e i garofani. E pare, soprattutto, che a noi italiani (o francesi, o inglesi, o tedeschi), ci voglia bene, ci stimi, ci ammiri particolarmente, ci voglia vendere, che già anzi quatto quatto ci stia vendendo («pare che a Genova...»), fiumi di petrolio.
Il nauseante cicaleccio si allargherà inesorabilmente a includere la «via islamica al socialismo». Un negriero, un killer di Cosa Nostra, potrebbero oggi esercitare legalmente la loro professione se solo avessero l’accortezza di nasconderla sotto questa meravigliosa patacca inventata dai cultori del nonsense politico internazionale. L’Onu stessa non alzerebbe un sospiro contro una «via mafiosa» o una «via schiavista» al socialismo. La «via islamica», che dalla conferenza stampa di Gheddafi risulta essere una di quelle dottrine che un bambino di dieci anni potrebbe agevolmente confutare, verrà dunque presa molto sul serio in Europa. Sono sempre i bambini che dicono che l’imperatore è nudo; i grandi non tarderanno a mettere insieme numeri speciali di dotte riviste, dimostrando quanto di «nuovo», di «vitale», di «qualitativamente diverso», di «significante», e beninteso di «valido» ci sia in questo tentativo di accoppiare Marx con Allah. Povero e austero Marx, gli accoppiamenti esotici che gli sono toccati in questi cinquantanni!
Poi, una signora di Milano, di Torino, o piuttosto di Roma (ombre di Malaparte, di Ciano!) deciderà tutto a un tratto che Gheddafi è bello.
— È un bell'uomo — annuncerà risolutamente.
— Ma tu vuoi dire... affascinante, magnetico, carismatico?
— No, no. Bello. Proprio bello. E sai cosa ti dico? Che da lunedì comincio a prendere lezioni di arabo. In fondo, i numeri li so già, no?
I pochi arabisti e islamisti esistenti in Italia andranno letteralmente a ruba. Galileo apparirà di colpo un nano accanto ad Averroè. Molti locali che si chiamavano «Piccadilly» o «Mocambo», verranno ribattezzati «Alhambra», «Muezzin», «Oasi». Si apriranno centinaia di ristoranti arabi, nessuno scamperà allo spiedino di montone, al semolino, al fritto di datteri e acciughe («Sai, loro veramente ci mettono anche il peperoncino rosso... »). Dilagherà la moda di velarsi la faccia e gli istituti di bellezza metteranno a disposizione delle clienti dei cammelli meccanici, la cui andatura fa tanto bene alla linea. Una riduzione cinematografica dell’Orlando Furioso farà apparire i saraceni cariiiini e i crociati odiosissimi, un urbanista di Bologna documenterà la superiorità globale della forma «minareto» sulla forma «campanile», un critico d’arte pallido e grintoso proclamerà che i geroglifici di un tappeto persiano valgono più di tutta la pittura del Rinascimento.
La televisione trasmetterà il sabato sera succulenti documentari in cui potremo ammirare arabi che guidano l'automobile, arabi che vanno in ufficio, arabi che giocano alle bocce, esattamente come noi. (...) La rivolta del Mahdi verrà inevitabilmente paragonata ai Vespri Siciliani; e, per converso, l’opera verdiana sarà rappresentata alla Scala in costumi arabi. Eh, diranno i più accigliati musicologi, pure qualcosa effettivamente c'è. Effettivamente, dirà un severo teologo, bisogna riconoscere che la religione islamica e il cristianesimo... Claudio Villa vincerà il festival di Sanremo con la canzone «Mecca, Mecca!». (...)
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16/01/2012 - IL CASO GHEDDAFI
1973: un corsivo di F&L
fa infuriare il Colonnello
I due scrittori ironizzavano sul gossip legato al dittatore libico. Lui chiese il loro licenziamento e quello del direttore della Stampa
CARLO FRUTTERO & FRANCO LUCENTINI
Il 6 dicembre 1973, sulla terza pagina della Stampa, nell’Agenda di F&L, la rubrica in cui i due scrittori ironizzavano sull’attualità, esce «Pare che...», un corsivo che prevede i possibili italiani gossip su Gheddafi. Il colonnello era all’epoca non solo nel pieno del suo potere (era capo del governo di Tripoli dal 1969), ma partecipava anche al capitale della Fiat. Il corsivo di F&L non gli fu gradito e chiese a Giovanni Agnelli di licenziare il direttore Arrigo Levi e di troncare ogni forma di collaborazione con i due autori dell’articolo, minacciando il boicottaggio degli autoveicoli Fiat in tutti i Paesi mediorientali. L’avvocato Agnelli non cedette al ricatto, né rimproverò i due scrittori. Solo anni dopo disse loro che gli erano costati cari. Ripubblichiamo un ampio stralcio di quel corsivo.
La conferenza stampa concessa giorni or sono dal colonnello Gheddafi a duecento giornalisti occidentali, a Parigi, non ci sembra abbia avuto dai commentatori specializzati e dal pubblico in genere l’attenzione che meritava. I giornalisti — raccontano le cronache — erano irritatissimi perché, convocati per le 18, dovettero aspettare Gheddafi in mezzo alla strada fino a mezzanotte, ora in cui si sentirono dire che l’incontro era rimandato all’indomani mattina. Un dettaglio da nulla, che il lettore, se pure lo nota, associa macchinalmente a quei tumultuosi gruppi di fotoreporter in maniche di camicia che aspettano Elizabeth Taylor all’aeroporto. Sono pagati per questo, no?
Ma i giornalisti in attesa di Gheddafi erano di tutt’altra specie, illustri economisti e orientalisti, filosofi e uomini politici, autorevoli columnist; di grandi giornali d’informazione. La scena è dunque molto diversa e penosa: questi signori fermi per ore e ore sul boulevard, in gran parte attempati e vestiti di blu, con guanti e ombrello, non sono abituati a ricevere un simile trattamento da un capo di Stato straniero. (...)Più che «irritatissimi» è dunque probabile che si siano sentiti «umiliatissimi». E i meno giovani di loro, anche spaventatissimi. Ecco che ci risiamo, si saranno detti con un brivido, ricordando altri capi di Stato che in tempi ancora vicini non stavano al gioco delle buone maniere.
Poco importa che la «forza» di Gheddafi e degli altri capi arabi sia indiretta, relativa, provenga dal petrolio e dalla protezione della Russia. Come la Commedia dell’Arte, la Storia improvvisa nei particolari, ma si attiene a pochi, ferrei meccanismi, sempre uguali, per quanto riguarda l'essenziale. E alla conferenza stampa di Parigi, gli elementi inamovibili del dramma c’erano tutti. Da una parte i frivoli damerini, dall’altra il prepotente col bastone. Da una parte i cortesi, viziati, sofisticati, cavillosi e impotenti figli e nipoti della democrazia europea, dall’altra un dittatore misticheggiante che tiene il coltello per il manico e dimostra brutalmente di saperlo. Il resto non è che fumo, garza, diversione, variante scenografica, irrilevante gioco di riflettori colorati. Il comportamento dell'Europa verso Hitler dal 1933 al 1939 consente ben poche illusioni circa quello che dobbiamo aspettarci nei prossimi anni a livello diplomatico, ideologico, religioso, culturale e di costume. L'agghiacciante sussurro beneinformato «pare che» tornerà a ingorgare le nostre orecchie.
— Pare che Gheddafi sia in realtà una creatura della Cia. Non muove un dito senza chiedere il permesso a loro.
— Pare che lui non conti assolutamente niente. Sono quei due sacerdoti che si porta sempre appresso che hanno in mano tutto quanto.
— I discorsi, pare che glieli scriva un geometra italiano, un certo Cavalli. Di Novara.
— Un fanatico religioso? Ma figurarsi! Pare che, quando è stato ospite di Tito, si sia mangiato un cinghialino arrosto tutto da solo.
— No, lui personalmente è un uomo straordinario. Pare che lavori 22 ore al giorno. E pare che abbia l'ulcera, pare che sia omosessuale, che dorma su un materasso di foglie di tabacco, che tenga un harem di 48 mogli in Svizzera, che ami Mozart, che non possa soffrire le motociclette e i garofani. E pare, soprattutto, che a noi italiani (o francesi, o inglesi, o tedeschi), ci voglia bene, ci stimi, ci ammiri particolarmente, ci voglia vendere, che già anzi quatto quatto ci stia vendendo («pare che a Genova...»), fiumi di petrolio.
Il nauseante cicaleccio si allargherà inesorabilmente a includere la «via islamica al socialismo». Un negriero, un killer di Cosa Nostra, potrebbero oggi esercitare legalmente la loro professione se solo avessero l’accortezza di nasconderla sotto questa meravigliosa patacca inventata dai cultori del nonsense politico internazionale. L’Onu stessa non alzerebbe un sospiro contro una «via mafiosa» o una «via schiavista» al socialismo. La «via islamica», che dalla conferenza stampa di Gheddafi risulta essere una di quelle dottrine che un bambino di dieci anni potrebbe agevolmente confutare, verrà dunque presa molto sul serio in Europa. Sono sempre i bambini che dicono che l’imperatore è nudo; i grandi non tarderanno a mettere insieme numeri speciali di dotte riviste, dimostrando quanto di «nuovo», di «vitale», di «qualitativamente diverso», di «significante», e beninteso di «valido» ci sia in questo tentativo di accoppiare Marx con Allah. Povero e austero Marx, gli accoppiamenti esotici che gli sono toccati in questi cinquantanni!
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Re: In Memoria
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Re: In Memoria
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Re: In Memoria
Etta James
ho visto a natale cadillac records, un buon filmetto, che raccont al anascita, o meglio, l apossibilita' per i cantanti neri di incidere dischi. una colonna sonora straordinaria. mi sono procurato questa colonna sonora e e' diventata l amia colonna sonor adell'ultimo mese. Quindi, per chi non la conoscesse, e' un bel sentire.
una curiosita', alla fine del film, una list adi grandi bans rock che hanno dovuto pagare milioni di dollari per aver scopiazzato canzoni di questi pionieri.
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Re: In Memoria
Claes Egnell
Phil Bosmans
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Re: In Memoria
Tubo, ti sono vicino,tuborovescio ha scritto:Giancarlo Bigazzi
Duro colpo, immagino. Ho poi scoperto che Bigazzi era il co-autore anche di hit come Stella Stai e Notte Rosa,
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Re: In Memoria
Grazie Lyndon
Pensa che ho deciso di suonare la chitarra dopo aver ascoltato Stairway to Heaven (sono un originale )
ma la prima canzone che ho imparato non è stata La canzone del sole bensì Montagne Verdi (Bella-Bigazzi) con cui Marcella vinse Sanremo giovani 1972, lo stesso anno di Stairway
la imparai nonostante la presenza dell'ostico SI 7 che feci ovviamente senza barrè
Comunque Bigazzi è il coautore di Cirano cantata da Guccini, nonchè di molte canzoni degli Squallor
Peccato non abbiano incontrato me in giro
Pensa che ho deciso di suonare la chitarra dopo aver ascoltato Stairway to Heaven (sono un originale )
ma la prima canzone che ho imparato non è stata La canzone del sole bensì Montagne Verdi (Bella-Bigazzi) con cui Marcella vinse Sanremo giovani 1972, lo stesso anno di Stairway
la imparai nonostante la presenza dell'ostico SI 7 che feci ovviamente senza barrè
Comunque Bigazzi è il coautore di Cirano cantata da Guccini, nonchè di molte canzoni degli Squallor
Peccato non abbiano incontrato me in giro
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Re: In Memoria
Quindi ccordo aperto con SI secondo tasto sulla corda di LA, MIb primo tasto sulla corda di RE, LA secondo tasto sulla corda di SOL e SI a vibrar liberamente e FA# sul MI cantino?tuborovescio ha scritto: la imparai nonostante la presenza dell'ostico SI 7 che feci ovviamente senza barrè
Raffinato.
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Re: In Memoria
che poi, tra gli accordi senza barrè, era quello a me più ostico, nei miei iniziBackhandWinner ha scritto:Quindi ccordo aperto con SI secondo tasto sulla corda di LA, MIb primo tasto sulla corda di RE, LA secondo tasto sulla corda di SOL e SI a vibrar liberamente e FA# sul MI cantino?tuborovescio ha scritto: la imparai nonostante la presenza dell'ostico SI 7 che feci ovviamente senza barrè
Raffinato.
nel finale di Giochi proibiti non lo beccavo mai
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Re: In Memoria
Infatti, alla fine è più facile col barrè
Comunque il nostro repertorio d'esordio era simile direi
Comunque il nostro repertorio d'esordio era simile direi
Re: In Memoria
E' morto Oscar Luigi Scalfaro, aveva 93 anni
Re: In Memoria
Probabilmente il peggior presidente della storia repubblicana (lo so che non si dovrebbe dire, ma... ).
RIP
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A ridateme er mi vecchio nick Sono ferribotte
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Re: In Memoria
Cossiga il migliore?Woodruff ha scritto:Probabilmente il peggior presidente della storia repubblicana (lo so che non si dovrebbe dire, ma... ).
RIP
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: In Memoria
Premettendo di essere di sinistra, .Woodruff ha scritto:Per me sì.
(e di essere lucido, ).
Re: In Memoria
Quindi adesso siamo a 6 senatori a vita.
Re: In Memoria
Domani o martedì ne verrà nominato uno fra Benigni, Eco, Fo e Scalfari.danser ha scritto:Quindi adesso siamo a 6 senatori a vita.
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Re: In Memoria
gianlu ha scritto:Domani o martedì ne verrà nominato uno fra Benigni, Eco, Fo e Scalfari.danser ha scritto:Quindi adesso siamo a 6 senatori a vita.
potremmo fare Emilio Fede, dato che vuole lasciare il tg4 e darsi alla politica tanto vale anticipare i tempi