Io sulla Sueddeutsche Zeitung leggo questo:Rosewall ha scritto:non è contraddittoria la parte sottolineata in grassetto ma il loro elettorato: ci sono "i disgraziati" ma ci sono anche i benestanti (almeno, questo è quello che sostengono le analisi riportate sul primo quotidiano tedesco). Un partito centrato sull'elettorato impoverito è Die Linke, che non ha preso pochi voti (consideriamo anche che il tasso di povertà in Germania è molto basso).s&v ha scritto:Ma NON si tratta di borghesia benestante, tutt'altro. Sono quei disgraziati che hanno patito il regime comunista per decenni e che ancora oggi vedono i loro redditi di molto inferiori a quello dei cugini dell'ovest. Sono spesso persone umili, che vedono quanto successo a Colonia a Capodanno, e pensano che votando per AfD questo non succederà a Dresda
In Sachsen überholte die AfD bei den Zweitstimmen gar die CDU und gewann zudem drei Direktmandate. Sie wurde häufiger von Männern gewählt als von Frauen, mehr von Jüngeren als von Älteren, stärker von Arbeitslosen und Arbeitern als von Angestellten, Selbständigen, Beamten
Disoccupati e classe operaia quindi, poi certo ci saranno anche benestanti, ma mi pare chiaro che le classi di riferimento di AfD sono le classi umili ma su questo ritorno in basso (poi Nickognito ci ricorda giustamente che il sesso è una discriminante importante)
Ecco qui proprio non capisco. Ho già fatto l'esempio di Finlandia, Svizzera e Norvegia, dove la destra della destra è al governo senza che nella società sia successo chissà quale finimondo. E comunque se 80-90 anni fa avresti avuto ragione, oggi mi sembra proprio che siamo antropologicamente lontanissimi da situazioni del genere. Le "élite" votano prevalentemente, a volte in maniera quasi schiacciante, per partiti centristi o di sinistra in senso lato, le università europee, e ancor più quelle anglosassoni non sono cosi' progressiste da decenni. La borghesia dell'Europa occidentale, in particolare i giovani (magari in Italia è un po' diverso), sorseggia smoothie di maracuja e cetriolo e si nutre a quinoa e broccoli (si', lo so che Hitler era vegetariano )Rosewall ha scritto:E tuttavia, a dover/poter essere emarginati non sono gli elettori (che potrebbero votare tutto e la volta dopo il suo contrario) ma i fascisti e gli intolleranti che - quale che sia il sentire e le intenzioni dei loro elettori - entrano in parlamento. Se costoro prendessero il potere (e non sta succedendo in Germania), non sarebbe poi strano se un'ampia fetta della popolazione - "élite" economiche, amministrative, ed intellettuali incluse - avallasse poi le azioni le più turpi ed abiette. I nazistoidi sono pochi solo finche un partito nazistoide non è al potere.
Rosewall, a me sembra che, piuttosto sottaciuto, sia riapparso il conflitto di classe. Se c'è un filo comune tra quanto successo in vari paesi negli ultimi anni è l'abbandono da parte della sinistra moderata della classe operaia indigena, sostituita da una coalizione di elite urbane e immigrati. Le Pen al primo turno ha preso il 37% dei voti della classe operaia, Mélenchon oltre il 20% Macron il 16%.
In Germania (occidentale) questo si sente meno perchè l'economia sta reggendo meglio, ma è indubbio che le classi operaie europee siano i ceti ad aver più risentito dell'effetto a tenaglia di outsourcing e automatizzazione.
A questa gente la politica non sta dando nessun segnale e ancora più gravemente spesso nasconde la realtà, brutale: certe occupazioni sono sparite, per sempre.
"Qualcuno doveva pur governare" scrivi; bene, ma che lo faccia, che dia visioni del futuro non limitandosi alla navigazione a vista. Zygmunt Bauman nel suo testamento intellettuale Retrotopia parla di reddito di cittadinanza: a sinistra, Schulz e D'Alema invitino degli economisti liberal a parlarne, si apra un dibattito vero su questo. A destra, il partito popolare europeo inviti a Strasburgo un ministro sudcoreano per capire come investire 2 punti buoni di PIL in più su ricerca e sviluppo. Macron e Merkel facciano piani per una Silicon Valley europea.
In questo contesto, già difficile di per sè c'è la grande questione dell'immigrazione di massa. Il centrodestra e il centrosinistra europeo ci dicano come intendono coniugare (e a cosa serve) un'immigrazione di massa con un'automatizzazione di massa. Come coniugare una forza lavoro indigena sempre più ridondante con l'importazione di masse di forza lavoro non indigena meno qualificata di quella indigena.
In poche parole, che faranno i tassisti marocchini di Bruxelles tra 10 anni quando, si legge, le auto saranno tutte driverless?
Quindi, ripeto, non abbandoniamoci a giudizi semplicistici su fette enormi di popolazioni europee. Ascoltiamoci, riflettiamo, e la politica dia risposte.
In breve, una volta risolta la malattia (il navigare a vista delle forze centripete senza alcuna visione) scompariranno anche i sintomi (Corbyn o Brexit, Mélenchon o Le Pen).