Che mondo sarebbe senza eroina.

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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

alessandro ha scritto:I classici dicevano che per fare filosofia bisogna prima avere la pancia piena, e in effetti, se sei impegnato a lottare non pensi tanto al senso ultimo della vita.
dicevano anche che per fare politica bisogna essere molto ricchi, proprio da poter vivere tutta la vita senza lavorare, altrimenti poi ci vuoi guadagnare sopra :)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

le droghe pesanti sono lo step successivo alle droghe leggere come la violenza sessuale alla posizione del missionario, piu' o meno :)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto:le droghe pesanti sono lo step successivo alle droghe leggere come la violenza sessuale alla posizione del missionario, piu' o meno :)
Appunto.
Stavo cercando una metafora sul sesso, mi hai anticipato. :D
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

stavo scrivendo tra defecare e sesso anale, ma ho cambiato idea.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Mr Moonlight »

PINDARO ha scritto:Post bellissimo quello di Nick, sul serio.
Questo thread può diventare interessante...
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da NNick87 »

Nickognito ha scritto:le droghe pesanti sono lo step successivo alle droghe leggere come la violenza sessuale alla posizione del missionario, piu' o meno :)
Immagino siate tutti a favore della legalizzazione delle droghe leggere. :D

Comunque continuo a non capire perché vengano assunte droghe pesanti.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

sono a favore, ma dubbioso. Dipende anche cosa si intende per leggere e pesanti, ce ne sono intermedie. Per la legalizzazione della marijuana si, ma insomma, credete che esista qualcuno che possa avere minime difficolta' a procurarsi marijuana? Boh, dai....
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

NNick87 ha scritto:
Immagino siate tutti a favore della legalizzazione delle droghe leggere. :D.
E' un'idiozia che non lo siano.
(intendo la marijuana anche io).
@Cris, se la si può comprare in farmacia o dall'erbivendolo (?) tanto meglio che rischiare in qualche modo l'incolumità.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da NNick87 »

Nickognito ha scritto:sono a favore, ma dubbioso. Dipende anche cosa si intende per leggere e pesanti, ce ne sono intermedie. Per la legalizzazione della marijuana si, ma insomma, credete che esista qualcuno che possa avere minime difficolta' a procurarsi marijuana? Boh, dai....
La vediamo nello stesso modo. E' che immaginavo fosse una delle argomentazioni per sostenere la legalizzazione delle droghe leggere, dire che le droghe pesanti non siano lo step successivo di quelle leggere.

Però ripeto mi manca un passaggio, capisco chiunque dica, mi faccio una canna in compagnia o mi bevo una bottiglia di vino, mentre faccio più fatica a credere che sniffare eroina possa non avere alle spalle dei problemi "più seri".
Tutto al netto dell'emulazione o del frequentare ambienti sbagliati, che però forse sono i principali casi di assunzione di droghe pesanti.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

un terzo dei miei compagni di classe al liceo si faceva di cocaina e non ha avuto alcun problema fisico o mentale legato alla droga. (tranne uno, che poi ne e' uscito)

l' eroina e' diversa. Si', spesso hai dei problemi se ti fai , ma e' ovvio, quasi nessuno sceglie un piacere cosi' pericoloso. Anche se scendi dal K2 in bici perche' ti piace e' segno che hai problemi, per dire :)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da alessandro »

PINDARO ha scritto:
alessandro ha scritto:I classici dicevano che per fare filosofia bisogna prima avere la pancia piena, e in effetti, se sei impegnato a lottare non pensi tanto al senso ultimo della vita.
Ma lottare per la vita è un merito?
E quindi avere "la pancia piena" e cercare il senso della vita è un demerito?


.
No.
No.

Poi non c'è corrispondenza perfetta tra benessere e felicità.

Per le deroghe leggere, io sarei per permettere la coltivazione per uso personale.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

e dove la coltivo, in camera da letto?
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da alessandro »

Nickognito ha scritto:e dove la coltivo, in camera da letto?
Si, 3 piantine in camera da letto, una luce apposita e un po' d'acqua e d'amore.
http://www.freecannabis.ch/coltivare-mariuana.html
Ultima modifica di alessandro il mar feb 04, 2014 12:03 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Ma il problema di venderla in negozi appositi quale sarebbe?
Come aprire una tabaccheria o un negozio di alcolici.
Ma con prodotti molto più salutari.
Lasciando perdere i deliri dei Giovanardi di turno.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da NNick87 »

alessandro ha scritto:
PINDARO ha scritto:
alessandro ha scritto:I classici dicevano che per fare filosofia bisogna prima avere la pancia piena, e in effetti, se sei impegnato a lottare non pensi tanto al senso ultimo della vita.
Ma lottare per la vita è un merito?
E quindi avere "la pancia piena" e cercare il senso della vita è un demerito?


.
No.
No.

Poi non c'è corrispondenza perfetta tra benessere e felicità.

Per le deroghe leggere, io sarei per permettere la coltivazione per uso personale.
La cresci e te la fumi, senza alimentare i traffici della mafia.
Quindi secondo te creare un mercato legale delle droghe leggere, alimenterebbe i traffici della mafia? Teoria fantasiosa.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

NNick87 ha scritto:
Quindi secondo te creare un mercato legale delle droghe leggere, alimenterebbe i traffici della mafia? Teoria fantasiosa.
Non intendeva quello Alessandro, ne sono sicuro.
Devi leggere tra le righe.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da taylorhawkins89 »

Il problema delle droghe "leggere" non è la reperibilità, ma il fatto che sono in mano alla criminalità organizzata. Legalizzarle vorrebbe dire enormi introiti per lo stato, ma conoscendo l'italiano medio, anche numerosi incidenti in più. Non ho avuto un terzo della classe fatta di coca( :o ), però ho visto gente che si rollava canne mentre guidava in autostrada. :-?
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

taylorhawkins89 ha scritto: però ho visto gente che si rollava canne mentre guidava in autostrada. :-?
Beh, c'è gente che manda sms mentre guida in autostrada.
Ognuno cerca la morte come meglio crede.
Magari anche questa è ricerca della felicità.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

io ho fumato canne guidando, non so fumare e non mi fa molto effetto. per me l' autoradio in macchina e' di gran lunga la cosa piu' pericolosa, tra persone normali (ci ho quasi perso la vita)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto: non so fumare e non mi fa molto effetto.
Sei sicuro che non ti faccia effetto? :)
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da ciccio »

Nickognito ha scritto:un terzo dei miei compagni di classe al liceo si faceva di cocaina e non ha avuto alcun problema fisico o mentale legato alla droga.
bisogna vedere poi Nick, nel senso che con regolarità ogni 15-20 anni abbiano fossi da attraversare e se non troviamo soluzioni soddisfacenti avere dei precedenti di cocaina crea il soggetto ad alto rischio di pesante ricaduta e lí il problema diventa molto peggiore
Quello che è successo a Hoffman.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

ciccio ha scritto:
Nickognito ha scritto:un terzo dei miei compagni di classe al liceo si faceva di cocaina e non ha avuto alcun problema fisico o mentale legato alla droga.
bisogna vedere poi Nick, nel senso che con regolarità ogni 15-20 anni abbiano fossi da attraversare e se non troviamo soluzioni soddisfacenti avere dei precedenti di cocaina crea il soggetto ad alto rischio di pesante ricaduta e lí il problema diventa molto peggiore
Quello che è successo a Hoffman.
ok, ma purtroppo son passati quei 20 anni :)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da taylorhawkins89 »

Ovviamente anche usare il telefono e l'autoradio in macchina è molto pericoloso e faccio autocritica. Non ho idea di cosa si provi guidando sotto effetto di cannabis, ma credo che l'esperienza personale non sia significativa: anch'io mi sono messo al volante(da solo eh) quasi in coma etilico e ne sono uscito sempre indenne, ma questo non vuol dire che tutti possano farlo o che sia raccomandabile farlo.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Mr Moonlight »

Ho vissuto il periodo delle droghe pesanti (fine '70 inizio '80) e nel mio paese (NNick puo' chiedere a suo padre) ce n'era a sfare e molti ne hanno abusato, anche se son quasi tutti vivi e vegeti. Qualche mio amico di un paese limitrofo ci ha invece lasciato la pelle. Detto questo, penso che chi è disagiato dentro rischi di rimanerci e chi ha un senso della vita come diceva Nickognito, invece, possa aver vissuto anche flash spettacolari (parlo con la stessa qualità di roba).
Detto questo, ho sempre avuto una specie di ammirazione "sotterrranea" per chi si faceva.

Ciao
:)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nasty »

Credo che l'Umbria sia la prima regione per consumo pro capite di Cocaina/eroina, ad oggi. ( o lo era qualche anno fa ) LA parte da padrone la dovrebbe fare Perugia, immagino, il cui centro ormai è divenuto quasi invivibile, causa presenza spacciatori pressochè liberi di muoversi ogni sera ( mi dicono).

Negli ani 80 l'eroina a Foligno, come in gran parte d'Italia, mieteva vittime quasi ogni settimana, ho dei ricordi abbastanza pesanti, tra cui vicini di casa spacciatori ( avrò avuto 11-12 anni) e ci fu un morto, una volta, nel palazzo. Un'altra volta ci vennero a svegliare i carabinieri, per una retata notturna, avevano sbagliato pianerottolo. :D

Ho un amico che è un super atleta, lavora tuttora nell'ambito dello sport professionistico, che è fumatore di marijuana ( o hashish ) da boh, 20 anni? :D Della mia ristretta cerchia nessuno, che io sappia, è mai andato oltre la coca. ( direi che il 95% ha invece fatto uso di droghe leggere) Però nel mio quartiere d'origine conto, diciamo negli ultimi 20 anni, almeno una quindicina di morti di overdose.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Nasty ha scritto:( mi dicono).
Gli stessi di Branca?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Johnny Rex »

Pensiero abbastanza estremo: difficile che un vero bastardo si autodistrugga, crepi per overdose, e quant'altro. I bastardi veri ammazzano altri, stressano i loro dipendenti/sottoposti, ostentano ottimismo, refrattarietà di base all'autocritica, un narcisismo gigantesco.
Volente o nolente, l'essere umano è una fonte di aggressività, imposta (dall'esterno) o autoimposta, la differenza è fra chi la sfoga verso l'esterno, in forma diretta e/o indiretta , e chi la indirizza verso di sé: uno gonfio di steroidi che a 115 kg di peso mi confessa di "sentirsi piccolo" non è per me molto diverso da uno strafatto di crack ,sono espressioni di malattie interne ,contro il più delle volte semplicemente non vi è cura ,a meno del passare da una dipendenza ad un altra più attenuata.

Ho spesso pensato che meno una persona sia dipendendente da rituali e tabù, più sia libera, meno ossessionata.
Poi penso anche che la Dipendenza sia ,per molti versi, già di suo una ineluttabile condizione umana : Dipendenza fisiologica (fame, set, riposo), Economica (sopravvivenza, quantomeno,ripetitività del meccanismo lavorativo ), Sociologica .
Da qui a crearne altre il passo è breve, l'uomo è naturalmente portato a crearne che a non averne ,chiaramente con picchi di pericolosità molto diversi, Nadal che paia senza le sue bottigliette in ordine è meno pericoloso di un Dipendendente dal razzismo che non può fare colazioen se non ha sparato a un detenuto al mattino .
In definitiva, se non se ne può fare a meno (e spesso è così, anche per questioni di autoequilibrio) cerchiamo qauntomeno di sceglierci una dipendenza poco dannosa, se possiamo.

Sull'atteggiamento verso la vita , ricordo un ottimo post di Oke che metteva a confronto i suoi genitori, un padre aperto a nuove esperienze e meno problematico e una madre opposta, tendenzialmente spaventata, portata a problematizzare le conseguenze degli eventi,dall'altra. Avendo vissuto la stessa situazione domestica, posso dire che si vive meglio nel primo caso.
Farsi scivolare le cose addosso è forse l'unico modo di condurre una vita accettabile, farsi schiacciare/ossessionare dalle problematiche, vere e/o supposte , è il modo più rapido per farsi fuori da soli.
Di certo lo stress uccide, forse anche più dell'eroina, non lo so, e poco conta avere mille, cinquemila, cinquantamila euro più degli altri, è un vivere male comunque, destinato a far pagare un caro prezzo.

F.F.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Gios »

Fare il bene, e non rompere il cazzo.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Gios »

Gios ha scritto:Fare il bene, e non rompere il *cavolo*.
Scusate, qua nevica, discussione interessante, ho cercato di stringere il mio pensiero sul tema, saltando qualche passaggio.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da picard »

Johnny Rex ha scritto: Farsi scivolare le cose addosso è forse l'unico modo di condurre una vita accettabile, farsi schiacciare/ossessionare dalle problematiche, vere e/o supposte , è il modo più rapido per farsi fuori da soli.
Di certo lo stress uccide, forse anche più dell'eroina, non lo so, e poco conta avere mille, cinquemila, cinquantamila euro più degli altri, è un vivere male comunque, destinato a far pagare un caro prezzo.

F.F.
Assai cinico, ma assolutamente realistico e da me condiviso al 100%. Per quel poco che puo' valere la mia esperienza personale, comunque e' assai difficile, ci vuole una predisposizione di carattere che non tutti hanno; per dire, e' l'argomento piu' frequente di discussione con mia moglie, lei ricade nella categoria opposta, che vede questo atteggiamento come superficiale e strafottente.
Sulla questione del topic, non mi pronuncio...risulterei sgradevole (ho evitato anche commenti sull'evento che l'ha originata, di proposito)
'To boldly go where no one has gone before'
Immagine Ciao Sig. Valerio
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Gios ha scritto:
Scusate, qua nevica, discussione interessante, ho cercato di stringere il mio pensiero sul tema, saltando qualche passaggio.
Ti ringraziamo.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Rosewall »

non riesco a capacitarmi di questo tuo nuovo corso pacificato, Pindaro. le faccine sorridenti, i "quando viaggiavo fra inquietudine e pessimismo", all'imperfetto, i complimenti come se piovesse. E' sconcertante come sentire McEnroe telecronista.
Sei innamorato? Sei rimasto sotto al finale di Still Life? Gios ti ha convertito? Balby ti ha ipnotizzato?
Ad ogni modo, anche la cocaina fa male, non mandiamo messaggi sbagliati ai ragazzi che ci guardano. Eroina brutto. Cocaina brutto. La ganja mi dicono (c. Nasty) cresca molto bene alla luce del sole, ma essendone illegale la coltivazione non può essere ostentata allo sguardo malevolo dei vicini.
Comunque il piunto di non ritorno sarà quando comincerai a scrivere in rosa, Pindaro.
Mi ha lasciato perplesso anche Nickognito che segue una videoconferenza di quattro ore di Tito Boeri, se devo dirla tutta.
Disagio.

ciccio ha scritto:l'unica cosa che in relta' al di la' ci fosse era qualcosa di POSITIVO. Era positvio il fatto che quella cittadina avesse finalmente un'ospedale che funzionasse, che la sanita' riprendesse a funzionare. Il mio apporto era costruttivo, positivo, impediva a un tizio di ricattare egoisticamente tutto e tutto per il suo misero e becero interesse di soldi. Per chi era positivo ? lo era per me, per tutti, era qualcosa che avrebbe reso migliore nel suo piccolo questo mondo. Questo era il succo, positivo nn negativo, evolutivo nn involutivo.

Ne valse la pena ? Si ne valse la pena mille volte, perchè costruire qualcosa di migliore è il vero senso della vita, e quando me la vidi in faccia capii fino in fondo il senso di questa affermazione, vale la pena di viverla tutta e fino in fondo, e sempre dev'essere qualcosa che alla fine ha costruito qualcosa, mai distrutto qualcosa.

Rischi e remore quanto ci condizionano ? Molto, moltissimo. Spesso sono proprio la causa dei non riuscire a vivere questa vita. Non aver paura di sbagliare è un rischio che bisogna correre per superare la distanza fra noi e cio' che crediamo, ma quello in cui crediamo nn dev'essere un qualcosa di rigido, sapersi mettere in discussione, come io mi misi allora, significa soprattutto aggiustare il tiro dei nostri obbiettivi, le sicurezze nn sono tali se lo sono troppo, troppo spesso ti chiudono la strada, le proprie sicurezze devono essere in grado di essere sufficientemente duttili da affrontare le piu' disparate situazioni, sapersi adattare, evolvere, anche mutare, e questo ha un solo modo di svilupparsi, col DIALOGO sincero e aperto con noi stessi e col mondo intero.[/i]
questo tuo post, Ciccio, si lega molto bene al discorso ai laureandi di D. F.Wallace, discorso semplice e diretto.
Il fatto che poi si sia tolto la vita non ne ridimensiona il senso, buona lettura (la traduzione è la prkima che ho trovato in rete) .


Un saluto a tutti e le mie congratulazioni alla classe 2005 dei laureati del Kenyon college. Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”
È una caratteristica comune ai discorsi nelle cerimonie di consegna dei diplomi negli Stati Uniti di presentare delle storielle in forma di piccoli apologhi istruttivi. La storia è forse una delle migliori, tra le meno stupidamente convenzionali nel genere, ma se vi state preoccupando che io pensi di presentarmi qui come il vecchio pesce saggio, spiegando cosa sia l’acqua a voi giovani pesci, beh, vi prego, non fatelo. Non sono il vecchio pesce saggio. Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui parlare. Espresso in linguaggio ordinario, naturalmente diventa subito un banale luogo comune, ma il fatto è che nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti, i banali luoghi comuni possono essere questioni di vita o di morte, o meglio, è questo ciò che vorrei cercare di farvi capire in questa piacevole mattinata di sole.

Chiaramente, l’esigenza principale in discorsi come questo è che si suppone vi parli del significato dell vostra educazione umanistica, e provi a spiegarvi perché il diploma che state per ricevere ha un effettivo valore sul piano umano e non soltanto su quello puramente materiale. Per questo, lasciatemi esaminare il più diffuso stereotipo nei discorsi fatti a questo tipo di cerimonie, ossia che che la vostra educazione umanistica non consista tanto “nel fornirvi delle conoscenze”, quanto “nell’insegnarvi a pensare”.

Se siete come me quando ero studente, non vi sarà mai piaciuto ascoltare questo genere di cose, e avrete tendenza a sentirvi un po’ insultati dall’affermazione che dobbiate aver bisogno di qualcuno per insegnarvi a pensare, poiché il fatto stesso che siete stati ammessi a frequentare un college così prestigioso vi sembra una dimostrazione del fatto che già sapete pensare. Ma vorrei convincervi che lo stereotipo dell’educazione umanistica in realtà non è per nulla offensivo, perché la vera educazione a pensare, che si pensa si debba riuscire ad avere in un posto come questo, non riguarda affatto la capacità di pensare, ma piuttosto la scelta di cosa pensare. Se la vostra assoluta libertà di scelta su cosa pensare vi sembrasse troppo ovvia per perdere del tempo a discuterne, allora vorrei chiedervi di pensare al pesce e all’acqua, e a mettere tra parentesi anche solo per pochi minuti il vostro scetticismo circa il valore di ciò che è completamente ovvio.

Ecco un’altra piccola storia istruttiva. Ci sono due tizi che siedono insieme al bar in un posto sperduto e selvaggio in Alaska. Uno dei due tizi è credente, l’altro è ateo, e stanno discutendo sull’esistenza di Dio, con quell’intensità particolare che si stabilisce più o meno dopo la quarta birra. E l’ateo dice: “Guarda, non è che non abbia ragioni per non credere. Ho avuto anche io a che fare con quella roba di Dio e della preghiera. Proprio un mese fa mi sono trovato lontano dal campo in una terribile tormenta, e mi ero completamente perso e non riuscivo a vedere nulla, e facevano 45 gradi sotto zero, e così ho provato: mi sono buttato in ginocchio nella neve e ho urlato ‘Oh Dio, se c’è un Dio, mi sono perso nella tormenta, e morirò tra poco se tu non mi aiuterai’.” E a questo punto, nel bar, il credente guarda l’ateo con aria perplessa “Bene, allora adesso dovrai credere” dice, “sei o non sei ancora vivo?” E l’ateo, alzando gli occhi al cielo “Ma no, è successo invece che una coppia di eschimesi, che passava di lì per caso, mi ha indicato la strada per tornare al campo.”

È facile interpretare questa storiella con gli strumenti tipici dell’analisi umanistica: la stessa precisa esperienza può avere due significati totalmente diversi per due persone diverse, avendo queste persone due diversi sistemi di credenze e due diversi modi di ricostruire il significato dall’esperienza. Poiché siamo convinti del valore della tollerenza e della varietà delle convinzioni, in nessun modo la nostra analisi umanistica vorrà affermare che l’interpretazione di uno dei due tizi sia giusta a quella dell’altro falsa o cattiva. E questo va anche bene, tranne per il fatto che in questo modo non si riesce mai a discutere da dove abbiano origine questi schemi e credenze individuali. Voglio dire, da dove essi vengano dall’INTERNO dei due tizi. Come se l’orientamento fondamentale verso il mondo di una persona e il significato della sua esperienza fossero in qualche modo intrinseci e difficilmente modificabili, come l’altezza o il numero di scarpe, o automaticamente assorbiti dal contesto culturale, come il linguaggio. Come se il modo in cui noi costruiamo il significato non fosse in realtà un fatto personale, frutto di una scelta intenzionale. Inoltre, c’è anche il problema dell’arroganza. Il tizio non credente è totalmente certo nel suo rifiuto della possibilità che il passaggio degli eschimesi abbia qualche cosa a che fare con la sua preghiera. Certo, ci sono un sacco di credenti che appaiono arroganti e anche alcune delle loro interpretazioni. E sono probabilmente anche peggio degli atei, almeno per molti di noi. Ma il problema del credente dogmatico è esattamente uguale a quello del non credente: una certezza cieca, una mentalità chiusa che equivale a un imprigionamento così totale che il prigioniero non si accorge nemmeno di essere rinchiuso.

Il punto che vorrei sottolineare qui è che credo che questo sia una parte di ciò che vuole realmente significare insegnarmi a pensare. A essere un po’ meno arrogante. Ad avere anche solo un po’ di coscienza critica su di me e le mie certezze. Perché una larga percentuale di cose sulle quali tendo a essere automaticamente certo risulta essere totalmente sbagliata e deludente. Ho imparato questo da solo e a mie spese, e così immagino sarà per voi una volta laureati.

Ecco un esempio della totale falsità di qualche cosa su cui tendo ad essere automaticamente sicuro: nella mia esperienza immediata, tutto tende a confermare la mia profonda convinzione che io sia il centro assoluto dell’universo, la più reale e vivida e importante persona che esista. Raramente pensiamo a questa specie di naturale, fondamentale egocentrismo, perché è qualche cosa di socialmente odioso. Ma in effetti è lo stesso per tutti noi. È la nostra configurazione di base, codificata nei nostri circuiti fin dalla nascita. Pensateci: non c’è nessuna esperienza che abbiate fatto di cui non ne siate il centro assoluto. Il mondo, così come voi lo conoscete, è lì davanti a VOI o dietro di VOI, o alla VOSTRA sinistra o alla VOSTRA destra, sulla VOSTRA TV o sul VOSTRO schermo. E così via. I pensieri e i sentimenti delle altre persone devono esservi comunicati in qualche modo, ma i vostri sono così immediati, urgenti, reali.

Adesso vi prego di non pensare che io voglia farvi una lezione sulla compassione o la sincerità o altre cosiddette “virtù”. Il problema non è la virtù. Il problema è di scegliere di fare il lavoro di adattarsi e affrancarsi dalla configurazione di base, naturale e codificata in noi, che ci fa essere profondamente e letteralmente centrati su noi stessi, e ci fa vedere e interpretare ogni cosa attraverso questa lente del sé. Le persone che riescono ad adattare la loro configurazione di base sono spesso descritti come “ben adattati”, che credo non sia un termine casuale.
Considerando la trionfale cornice accademica in cui siamo, viene spontaneo porsi il problema di quanto di questo lavoro di autoregolazione della nostra configurazione di base coinvolga conoscenze effettive e il nostro stesso intelletto. Questo problema è veramente molto complicato. Probabilmente la più pericolosa conseguenza di un’educazione accademica, almeno nel mio caso, è che ha permesso di svilupparmi verso della roba super-intellettualizzata, di perdermi in argomenti astratti dentro la mia testa e, invece di fare semplicemente attenzione a ciò che mi capita sotto al naso, fare solo attenzione a ciò che capita dentro di me.
Come saprete già da un pezzo, è molto difficile rimanere consapevoli e attenti, invece di lasciarsi ipnotizzare dal monologo costante all’interno della vostra testa (potrebbe anche stare succedendo in questo momento). Vent’anni dopo essermi laureato, sono riuscito lentamente a capire che lo stereotipo dell’educazione umanistica che vi “insegna a pensare” è in realtà solo un modo sintentico per esprimere un’idea molto piu significativa e profonda: “imparare a pensare” vuol dire in effetti imparare a esercitare un qualche controllo su come e cosa pensi. Significa anche essere abbastanza consapevoli e coscienti per scegliere a cosa prestare attenzione e come dare un senso all’esperienza. Perché, se non potrete esercitare questo tipo di scelta nella vostra vita adulta, allora sarete veramente nei guai. Pensate al vecchio luogo comune della “mente come ottimo servitore, ma pessimo padrone”. Questo, come molti luoghi comuni, così inadeguati e poco entusiasmanti in superficie, in realtà esprime una grande e terribile verità. Non a caso gli adulti che si suicidano con armi da fuoco quasi sempre si sparano alla testa. Sparano al loro pessimo padrone. E la verità è che molte di queste persone sono in effetti già morte molto prima di aver premuto il grilletto.

E vi dico anche quale dovrebbe essere l’obiettivo reale su cui si dovrebbe fondare la vostra educazione umanistica: come evitare di passare la vostra confortevole, prosperosa, rispettabile vita adulta, come dei morti, incoscienti, schiavi delle vostre teste e della vostra solita configurazione di base per cui “in ogni momento” siete unicamente, completamente, imperiosamente soli. Questo potrebbe suonarvi come un’iperbole o un’astrazione senza senso. Cerchiamo di essere concreti. Il fatto puro e semplice è che voi laureati non avete ancora nessun’idea di cosa “in ogni momento” significhi veramente. Questo perché nessuno parla mai, in queste cerimonie delle lauree, di una grossa parte della vita adulta americana. Questa parte include la noia, la routine e la meschina frustrazione. I genitori e i più anziani tra di voi sapranno anche troppo bene di cosa sto parlando.

Tanto per fare un esempio, prendiamo una tipica giornata da adulto, e voi che vi svegliate la mattina, andate al vostro impegnativo lavoro da colletto-bianco-laureato-all’università, e lavorate duro per otto o dieci ore, fino a che, alla fine della giornata, siete stanchi e anche un po’ stressati e tutto ciò che vorreste sarebbe di tornarvene casa, godervi una bella cenetta e forse rilassarvi un po’ per un’oretta, per poi ficcarvi presto nel vostro letto perché, evidentemente, dovrete svegliarvi presto il giorno dopo per ricominciare tutto da capo. Ma, a questo punto, vi ricordate che non avete nulla da mangiare a casa. Non avete avuto tempo di fare la spesa questa settimana a causa del vostro lavoro così impegnativo, per cui, uscendo dal lavoro, dovete mettervi in macchina e guidare fino al supermercato. È l’ora di punta e il traffico è parecchio intenso. Per cui per arrivare al supermercato ci mettete moltissimo tempo, e quando finalmente arrivate, lo trovate pieno di gente, perché naturalmente è proprio il momento del giorno in cui tutti quelli che lavorano come voi cercano di sgusciare in qualche negozio di alimentari. E il supermercato è disgustosamente illuminato e riempito con della musica di sottofondo abbrutente o del pop commerciale, ed è proprio l’ultimo posto in cui vorreste essere, ma non potete entrare e uscire rapidamente, vi tocca vagare su e giù tra le corsie caotiche di questo enorme negozio super-illuminato per trovare la roba che volete e dovete manovrare con il vostro carrello scassato nel mezzo delle altre persone, anche loro stanche e di fretta come voi, con i loro carrelli (eccetera, eccetera, ci dò un taglio poiché è una cerimonia piuttosto lunga) e alla fine riuscite a raccogliere tutti gli ingredienti della vostra cena, e scoprite che non ci sono abbastanza casse aperte per pagare, anche se è l’ora-di-punta-di-fine-giornata. Cosi la fila per pagare è incredibilmente lunga, che è una cosa stupida e che vi fa arrabbiare. Ma voi non potete sfogare la vostra frustrazione sulla povera signorina tutta agitata alla cassa, che è superstressata da un lavoro la cui noia quotidiana e insensatezza supera l’immaginazione di ognuno di noi qui in questa prestigiosa Università.

Ma in ogni modo, finalmente arrivate in fondo a questa fila, pagate per il vostro cibo, e vi viene detto “buona giornata” con una voce che è proprio la voce dell’oltretomba. Quindi dovete portare quelle orrende, sottili buste di plastica del supermercato nel vostro carrello con una ruota impazzita che spinge in modo esasperante verso sinistra, di nuovo attraverso il parcheggio affollato, pieno di buche e di rifiuti, e guidare verso casa di nuovo attraverso il traffico dell’ora di punta, lento, intenso, pieno di SUV, ecc.

A tutti noi questo è capitato, certamente. Ma non è ancora diventato parte della routine della vostra vita effettiva di laureati, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Ma lo sarà. E inoltre ci saranno tante altre routine apparentemente insignificanti, noiose e fastidiose. Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio con stronzate meschine e frustranti come questa che interviene la possibilità di scelta. Perché il traffico e le corsie affollate del supermercato e la lunga coda alla cassa mi danno il tempo di pensare, e se io non decido in modo meditato su come pensare e a cosa prestare attenzione, sarò incazzato e infelice ogni volta che andrò a fare la spesa. Perché la mia naturale configurazione di base è la certezza che situazioni come questa riguardino solo me. La MIA fame e la MIA stanchezza e il MIO desiderio di andarmene a casa, e mi sembrerà che ogni altra persona al mondo stia lì ad ostacolarmi. E chi sono poi queste persone che mi ostacolano? E guardate come molti di loro sono repellenti, e come sembrano stupidi e bovini e con gli occhi spenti e non-umani nella coda alla cassa, o anche come è fastidioso e volgare che le persone stiano tutto il tempo a urlare nei loro cellulari mentre sono nel mezzo della fila. E guardate quanto tutto ciò sia profondamente e personalmente ingiusto.

Oppure, se la mia configurazione di base è più vicina alla coscienza sociale e umanistica, posso passare un bel po’ di tempo nel traffico di fine giornata a essere disgustato da tutti quei grossi, stupidi SUV e Hummers e furgoni con motori a 12 valvole, che bloccano la strada e consumano il loro costoso, egoistico serbatoio da 40 galloni di benzina, e posso anche soffermarmi sul fatto che gli adesivi patriottici e religiosi sembrano essere sempre sui veicoli più grandi e più disgustosamente egoisti, guidati dai più brutti, più incoscienti e aggressivi dei guidatori. (Attenzione, questo è un esempio di come NON bisogna pensare…) E posso pensare che i figli dei nostri figli ci disprezzeranno per aver sprecato tutto il carburante del futuro e avere probabilmente fottuto il clima, e che noi tutti siamo viziati e stupidi ed egoisti e ripugnanti, e che la moderna civiltà dei consumi faccia proprio schifo, e così via.

Avete capito l’idea.

Se scelgo di pensare in questo modo in un supermercato o sulla superstrada, va bene. Un sacco di noi lo fanno. Tranne che il fatto di pensare in questo modo diventa nel tempo così facile e automatico che non è più nemmeno una vera scelta. Diventa la mia configurazione di base. È questa la modalità automatica in cui vivo le parti noiose, frustranti, affollate della mia vita da adulto, quando sto operando all’interno della convinzione automatica e inconscia di essere il centro del mondo, e che i miei bisogni e i miei sentimenti prossimi sono ciò che determina le priorità del mondo intero.

In realtà, naturalmente, ci sono molti modi diversi di pensare in questo tipo di situazioni. Nel traffico, con tutte queste macchine ferme e immobili davanti a me, non è impossibile che una delle persone nei SUV abbia avuto un orribile incidente d’auto nel passato, e adesso sia cosi terrorizzata dal guidare che il suo terapista le ha ordinato di prendere un grosso e pesante SUV, così che possa sentirsi abbastanza sicura quando guida. O che quell’Hummer che mi ha appena tagliato la strada sia forse guidato da un padre il cui figlio piccolo è ferito o malato nel sedile accanto a lui, e stia cercando di portarlo in ospedale, ed abbia quindi leggitimamente molto più fretta di me: in effetti sono io che blocco la SUA strada.

Oppure posso sforzarmi di considerare la possibilità che tutti gli altri nella fila alla cassa del supermercato siano stanchi e frustrati come lo sono io, e che alcune di queste persone probabilmente abbiano una vita molto più dura, noiosa e dolorosa della mia.

Di nuovo, vi prego di non pensare che vi stia dando dei consigli morali, o vi stia dicendo che dovreste pensare in questo modo, o che qualcuno si aspetta da voi che lo facciate. Perché è difficile. Richiede volontà e fatica, e se voi siete come me, in certi giorni non sarete capaci di farlo, o più semplicemente non ne avrete voglia.

Ma molte altre volte, se sarete abbastanza coscienti da darvi la possibilità di scegliere, voi potrete scegliere di guardare in un altro modo a questa grassa signora super-truccata e con gli occhi spenti che ha appena sgridato il suo bambino nella coda alla cassa. Forse non è sempre così. Forse è stata sveglia per tre notti di seguito tenendo la mano del marito che sta morendo di un cancro alle ossa. O forse questa signora è l’impiegata meno pagata della motorizzazione, che proprio ieri ha aiutato vostra moglie a risolvere un orribile e snervante problema burocratico con alcuni piccoli atti di gentilezza amministrativa.

Va bene, nessuno di questi casi è molto probabile, ma non è nemmeno completamente impossibile. Dipende da cosa volete considerare. Se siete automaticamente sicuri di sapere cos’è la realtà, e state operando sulla base della vostra configurazione di base, allora voi, come me, probabilmente non avrete voglia di considerare possibilità che non siano fastidiose e deprimenti. Ma se imparate realmente a concentrarvi, allora saprete che ci sono altre opzioni possibili. Avrete il potere di vivere una lenta, calda, affollata esperienza da inferno del consumatore, e renderla non soltanto significativa, ma anche sacra, ispirata dalle stesse forze che formano le stelle: amore, amicizia, la mistica unità di tutte le cose fuse insieme. Non che la roba mistica sia necessariamente vera. La sola cosa che è Vera con la V maiuscola è che sta a voi decidere di vederlo o meno.

Questa, credo, sia la libertà data da una vera educazione, di poter imparare ad essere “ben adattati”. Voi potrete decidere con coscienza che cosa ha significato e che cosa non lo ha. Potrete scegliere in cosa volete credere. Ed ecco un’altra cosa che può sembrare strana, ma che è vera: nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare – sia essa Gesù Cristo o Allah, sia che abbiate fede in Geova o nella Santa Madre Wicca, o nelle Quattro Nobili Verità, o in qualche inviolabile insieme di principi etici – è che praticamente qualsiasi altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo. Se adorerete il denaro o le cose, se a queste cose affiderete il vero significato della vita, allora vi sembrerà di non averne mai abbastanza. È questa la verità. Adorate il vostro corpo e la bellezza e l’attrazione sessuale e vi sentirete sempre brutti. E quando i segni del tempo e dell’età si cominceranno a mostrare, voi morirete un milione di volte prima che abbiano ragione di voi. Ad un certo livello tutti sanno queste cose. Sono state codificate in miti, proverbi, luoghi comuni, epigrammi, parabole, sono la struttura di ogni grande racconto. Il trucco sta tutto nel tenere ben presente questa verità nella coscienza quotidiana.
Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per rendervi insensibili alle vostre proprie paure. Adorate il vostro intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti. Ma la cosa insidiosa di queste forme di adorazione non è che siano cattive o peccaminose, è che sono inconsce. Sono la configurazione di base.

Sono forme di adorazione in cui scivolate lentamente, giorno dopo giorno, diventando sempre più selettivi su quello che volete vedere e su come lo valutate, senza essere mai pienamente consci di quello che state facendo.

E il cosiddetto “mondo reale” non vi scoraggerà dall’operare con la configurazione di base, poiché il cosiddetto “mondo reale” degli uomini e del denaro e del potere canticchia allegramente sul bordo di una pozza di paura e rabbia e frustrazione e desiderio e adorazione di sé. La cultura contemporanea ha imbrigliato queste forze in modo da produrre una ricchezza straordinaria e comodità e libertà personale. La libertà di essere tutti dei signori di minuscoli regni grandi come il nostro cranio, soli al centro del creato. Questo tipo di libertà ha molti lati positivi. Ma naturalmente vi sono molti altri tipi di libertà, e del tipo che è il più prezioso di tutti, voi non sentirete proprio parlare nel grande mondo esterno del volere, dell’ottenere e del mostrarsi. La libertà del tipo più importante richiede attenzione e consapevolezza e disciplina, e di essere veramente capaci di interessarsi ad altre persone e a sacrificarsi per loro più e più volte ogni giorno in una miriade di modi insignificani e poco attraenti.

Questa è la vera libertà. Questo è essere istruiti e capire come si pensa. L’alternativa è l’incoscienza, la configurazione di base, la corsa al successo, il senso costante e lancinante di aver avuto, e perso, qualcosa di infinito.

Lo so che questa roba probabilmente non vi sembrerà molto divertente o ispirata, come un discorso per questo di genere di cerimonie dovrebbe sembrare. In questo consiste però, per come la vedo io, la Verità con la V maiuscola, scrostata da un sacco di stronzate retoriche. Certamente, siete liberi di pensare quello che volete di tutto questo. Ma per favore non scartatelo come se fosse una sermone ammonitorio alla Dr. Laura. Niente di questa roba è sulla morale o la religione o il dogma o sul grande problema della vita dopo la morte. La Verità con la V maiuscola è sulla vita PRIMA della morte. È sul valore reale di una vera istruzione, che non ha quasi nulla a che spartire con la conoscenza e molto a che fare con la semplice consapevolezza, consapevolezza di cosa è reale ed essenziale, ben nascosto, ma in piena vista davanti a noi, in ogni momento, per cui non dobbiamo smettere di ricordarci più e più volte: “Questa è acqua, questa è acqua.”

È straordinariamente difficile da fare, rimanere coscienti e consapevoli nel mondo adulto, in ogni momento. Questo vuol dire che anche un altro dei grandi luoghi comuni finisce per rivelarsi vero: la vostra educazione è realmente un lavoro che dura tutta la vita. E comincia ora.

Auguro a tutti una grossa dose di fortuna.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Pindaro »

Rosewall ha scritto:non riesco a capacitarmi di questo tuo nuovo corso pacificato, Pindaro. le faccine sorridenti, i "quando viaggiavo fra inquietudine e pessimismo", all'imperfetto, i complimenti come se piovesse. E' sconcertante come sentire McEnroe telecronista.
Sei innamorato? Sei rimasto sotto al finale di Still Life? Gios ti ha convertito? Balby ti ha ipnotizzato?
L'unico sì è riguardo il finale di Still Life :D
Potrei iniziare a scrivere per ore, ma ci vorrebbe un thread apposito.
E non sono così egocentrico.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Lyndon79 »

Rosewall ha scritto:non riesco a capacitarmi di questo tuo nuovo corso pacificato, Pindaro. le faccine sorridenti, i "quando viaggiavo fra inquietudine e pessimismo", all'imperfetto, i complimenti come se piovesse. E' sconcertante come sentire McEnroe telecronista.
Sei innamorato? Sei rimasto sotto al finale di Still Life? Gios ti ha convertito? Balby ti ha ipnotizzato?
Ad ogni modo, anche la cocaina fa male, non mandiamo messaggi sbagliati ai ragazzi che ci guardano. Eroina brutto. Cocaina brutto. La ganja mi dicono (c. Nasty) cresca molto bene alla luce del sole, ma essendone illegale la coltivazione non può essere ostentata allo sguardo malevolo dei vicini.
Comunque il piunto di non ritorno sarà quando comincerai a scrivere in rosa, Pindaro.
Mi ha lasciato perplesso anche Nickognito che segue una videoconferenza di quattro ore di Tito Boeri, se devo dirla tutta.
Disagio.

[/i]
:D
Rosewall in stile Nevenez ci piace assai :D .
PINDARO ha scritto:
Rosewall ha scritto:non riesco a capacitarmi di questo tuo nuovo corso pacificato, Pindaro. le faccine sorridenti, i "quando viaggiavo fra inquietudine e pessimismo", all'imperfetto, i complimenti come se piovesse. E' sconcertante come sentire McEnroe telecronista.
Sei innamorato? Sei rimasto sotto al finale di Still Life? Gios ti ha convertito? Balby ti ha ipnotizzato?
L'unico sì è riguardo il finale di Still Life :D
Potrei iniziare a scrivere per ore, ma ci vorrebbe un thread apposito.
E non sono così egocentrico.
Io l'avevo detto di aprire un topic apposito su Still Life #103#
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

bel discorso, anche se non breve perfino per me. Ho sempre seguito Boeri, Rosewall, di che ti stupisci? :)
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Lyndon79 »

Nickognito ha scritto:bel discorso, anche se non breve perfino per me. Ho sempre seguito Boeri, Rosewall, di che ti stupisci? :)
L'ho visto l'altro giorno per strada :D
Boeri, intendo.
Diro', se fossi una donna: non e' certamente bello, ma lo troverei (credo) affascinante :D
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da Nickognito »

si, non lo seguivo per quello, comunque.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da taylorhawkins89 »

:lol: :lol: :lol: :lol:
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da paoolino »

Nella mia vita non ho mai assunto droghe leggere o pesanti che fossero. Non mi hanno mai attratto né incuriosito. Sì, in parte per i rischi e gli effetti collaterali, ma soprattutto perché non ho mai sentito alcuna esigenza di estraneazione dalla realtà o di un'eccitazione sintetica.
Le sbornie che ho preso erano più dovute al fatto che mi piace bere dal punto di vista gustativo e non ho mai bevuto per ubriacarmi. Quando mi ubriaco poi, resto mentalmente lucido, e trovo insopportabile tutto il fastidio fisico (mal di testa e di stomaco, stanchezza) susseguente. Quindi, cerco quasi sempre di restare nei miei limiti di sopportazione.

Una cosa che ho provato qualche volta e che mi piace è la scarica di adrenalina da "velocità". Provata per lo più sugli sci e su piste deserte quando avevo 15-17 anni.
Non ho mai voluto guidare una moto per non farmi prendere dalla tentazione di riprovare quella sensazione in strada e in macchina mi controllo, anche perché il mio terrore non è tanto di farmi male io, quanto di coinvolgere altri che non c'entrano niente negli effetti collaterali dei miei vizi.

In generale, mi dispiace vedere chi è schiavo di un vizio o di un comportamento e ancor di più chi in questo vizio / comportamento crede di trovar conforto, quando in realtà è solo autodistruttivo.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: Che mondo sarebbe senza eroina.

Messaggio da alessandro »

PINDARO ha scritto:
NNick87 ha scritto:
Quindi secondo te creare un mercato legale delle droghe leggere, alimenterebbe i traffici della mafia? Teoria fantasiosa.
Non intendeva quello Alessandro, ne sono sicuro.
Devi leggere tra le righe.
si, non intendevo quello , intendevo quello che ho scritto:


Per le deroghe leggere, io sarei per permettere la coltivazione per uso personale.
La cresci e te la fumi, senza alimentare i traffici della mafia.

tra l'altro, dopo il primo raccolto credo si possano fare altr epiantine senza comprare sementi o altro, ma non son oferrato in botanica e coltivazione, mi potrebbe dire qualcosa Pitone. ( esperto di coltivazioni non di droghe :wink: )

quindi non alimenteresti nessun traffico internazionale e malavitoso.

per i negozi, non sarei del tutto contrario ma non vorrei che avere un rivenditore con annessi spot pubblicitari piu' o meno espliciti, alimentasse l'uso, come successo con le slot machines.
perche' comunque fare uso di droga, alcool e fumo di ogni tipo, bene non fa e ha una ricaduta sui costi del sistema sanitario nazionale e cinicamente sulla produttivita'.

metterei sicuramente dei limiti, tipo vietarla ai minori di 16 anni o 18, e vietarne l'uso se devi guidare o fare altri lavori pericolosi.


a me non piace, perche' come per paolino mi da fastidio avere le capacita' mentali alterate. per dire, non bevo nemmeno il vino a mezzogiorno, magari una birra l asera con gli amici.
non so perche' paolino me lo immagino sempre in giacca e cravatta. :)
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