Le faccio i miei più sentiti auguri e le auguro lunga e felice vita.Monheim ha scritto:Può darsi, ma di certo rischi la defenestrazione se non "celebri" il mio sommo genetliaco.
Il 1000 era un piccolo tributo al mai dimenticato Ingegner Cane.
Concordo sia un'approssimazione per difetto.
Non c'è limite al meglio
Re: Non c'è limite al meglio
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Re: Non c'è limite al meglio
4 stati cristiani:chiaky ha scritto:Solo 1000? I musulmani hanno i loro tempi...facciamo millecinque vah.Monheim ha scritto:Dai, magari fra 1000 anni potremo concedere gli arresti domiciliari a questi laidi invertiti Inshallah eia eia alalà...
Camerun
"La condotta omosessuale è considerata reato in 38 Stati africani", spiega Dittrich, "e molti di essi stanno approvando leggi sempre più restrittive. Le persone LGBT vengono arrestate e condannate al carcere solo perché sono gay".
Secondo l'attivista, il Camerun è uno dei casi più eclatanti. Qui l'omosessualità è punibile con una multa o con una condanna a un massimo di cinque anni di prigione. Un uomo può essere perseguito e condannato anche solo per un SMS affettuoso a un altro uomo o per avere un aspetto considerato troppo effeminato.
Anche nella società cresce l'ostilità verso i gay: nel luglio scorso Eric Ohena Lembembe, il più noto attivista per i diritti della comunità LGBT, è stato torturato e ucciso. La sua associazione, la Cameroonian Foundation for AIDS è stata più volte attaccata, e gli uffici di un altro organismo per i diritti dei gay, Alternatives Cameroun, sono stati incendiati nel giugno scorso.
Uganda
L'Uganda è uno degli Stati africani che punisce più duramente l'omosessualità: le pene vanno dai 14 anni di prigione all'ergastolo. Eppure alcune delle forze politiche stanno cercando di approvare una legge ancora più restrittiva.
La proposta di legge ha attirato l'attenzione dei media internazionali perché prevedeva la pena di morte per "condotta sessuale aggravata". Dittrich però sostiene che le associazioni locali non sono tanto preoccupate per queste proposte a effetto, quanto per altre clausole meno eclatanti ma dall'impatto potenzialmente devastante sulla vita quotidiana dei gay. La nuova legge, ad esempio, punirebbe con il carcere fino a tre anni chiunque scoprisse che una persona è gay - anche un suo familiare - e non la segnalasse entro 24 ore alle autorità. I cittadini ugandesi diventerebbero punibili anche per rapporti omosessuali consumati all'estero.
Per ora comunque il provvedimento è stato accantonato in seguito alle proteste internazionali.
Burundi
Nell'aprile del 2009 la camera bassa del Parlamento burundese ha approvato una legge che punisce qualsiasi attività omosessuale con una pena tra i due mesi e i tre anni di detenzione. È stato il presidente Pierre Nkurunziza a insistere per l'approvazione della legge, anche dopo che il Senato l'aveva respinta a grande maggioranza.
Fino a quel momento il Burundi si era distinto per un atteggiamento relativamente conciliante verso la comunità LGBT, specie se paragonato alla durezza della legislazione dei suoi vicini: in Kenya un gay rischia fino a dieci anni di lavori forzati, in Uganda (come abbiamo visto) dai 14 anni all'ergastolo, in Tanzania dai venti all'ergastolo.
Nel 2011, comunque, un rapporto del Dipartimento di Stato Usa ha svelato che nessun burundese era stato arrestato o anche solo indagato sulla base della legge anti-gay, segno che la sua approvazione era soprattutto una mossa politica da parte del presidente.
Non è un caso che a lanciare le più violente crociate anti-gay siano spesso alcuni dei paesi più poveri dell'Africa subsahariana, commenta Jessica Stern della International Gay and Lesbian Human Rights Commission's. Con campagne del genere le autorità puntano a distrarre la popolazione da altri problemi più urgenti. "È una strategia vincente: si sceglie il nemico più odiato e lo si attacca", spiega Stern. "Così la gente non pensa più alle scuole che mancano, o ai ricchi che diventano sempre più ricchi a spese dei poveri".
Giamaica
L'isola è una delle 11 ex colonie britanniche dei Caraibi dove le vecchie buggery laws non sono mai state formalmente abolite. La legge giamaicana, approvata nel 1864, punisce l'omosessualità con una pena massima di dieci anni di lavori forzati. Nella pratica, però, non è stata quasi mai
In altri stati come il Kenia il 95% della popolazione pensa che i lo stato dovrebbe punire i gay, e questo in parte avviene.
In Canada era previsto l’ergastolo per i gay sino al 1969, e l’ultima condanna all’ergastolo per omosessualità è del 1965.
In Russia è oggi reato essere gay o promuovere cause pro diritti dei gay.
In Tunisia (paese totalmente islamico) pur essendo formalmente vietato, l’omosessualità è Tollerata.
In Albania , paese a maggioranza musulmana, l’omosessualità è legale, divenuta legale dopo la fine del comunismo. La legge venne approvata nel 1995.
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Re: Non c'è limite al meglio
Bravo. Viva i musulmani! Avanguardia dell'umanità!alessandro ha scritto:4 stati cristiani:chiaky ha scritto:Solo 1000? I musulmani hanno i loro tempi...facciamo millecinque vah.Monheim ha scritto:Dai, magari fra 1000 anni potremo concedere gli arresti domiciliari a questi laidi invertiti Inshallah eia eia alalà...
Camerun
"La condotta omosessuale è considerata reato in 38 Stati africani", spiega Dittrich, "e molti di essi stanno approvando leggi sempre più restrittive. Le persone LGBT vengono arrestate e condannate al carcere solo perché sono gay".
Secondo l'attivista, il Camerun è uno dei casi più eclatanti. Qui l'omosessualità è punibile con una multa o con una condanna a un massimo di cinque anni di prigione. Un uomo può essere perseguito e condannato anche solo per un SMS affettuoso a un altro uomo o per avere un aspetto considerato troppo effeminato.
Anche nella società cresce l'ostilità verso i gay: nel luglio scorso Eric Ohena Lembembe, il più noto attivista per i diritti della comunità LGBT, è stato torturato e ucciso. La sua associazione, la Cameroonian Foundation for AIDS è stata più volte attaccata, e gli uffici di un altro organismo per i diritti dei gay, Alternatives Cameroun, sono stati incendiati nel giugno scorso.
Uganda
L'Uganda è uno degli Stati africani che punisce più duramente l'omosessualità: le pene vanno dai 14 anni di prigione all'ergastolo. Eppure alcune delle forze politiche stanno cercando di approvare una legge ancora più restrittiva.
La proposta di legge ha attirato l'attenzione dei media internazionali perché prevedeva la pena di morte per "condotta sessuale aggravata". Dittrich però sostiene che le associazioni locali non sono tanto preoccupate per queste proposte a effetto, quanto per altre clausole meno eclatanti ma dall'impatto potenzialmente devastante sulla vita quotidiana dei gay. La nuova legge, ad esempio, punirebbe con il carcere fino a tre anni chiunque scoprisse che una persona è gay - anche un suo familiare - e non la segnalasse entro 24 ore alle autorità. I cittadini ugandesi diventerebbero punibili anche per rapporti omosessuali consumati all'estero.
Per ora comunque il provvedimento è stato accantonato in seguito alle proteste internazionali.
Burundi
Nell'aprile del 2009 la camera bassa del Parlamento burundese ha approvato una legge che punisce qualsiasi attività omosessuale con una pena tra i due mesi e i tre anni di detenzione. È stato il presidente Pierre Nkurunziza a insistere per l'approvazione della legge, anche dopo che il Senato l'aveva respinta a grande maggioranza.
Fino a quel momento il Burundi si era distinto per un atteggiamento relativamente conciliante verso la comunità LGBT, specie se paragonato alla durezza della legislazione dei suoi vicini: in Kenya un gay rischia fino a dieci anni di lavori forzati, in Uganda (come abbiamo visto) dai 14 anni all'ergastolo, in Tanzania dai venti all'ergastolo.
Nel 2011, comunque, un rapporto del Dipartimento di Stato Usa ha svelato che nessun burundese era stato arrestato o anche solo indagato sulla base della legge anti-gay, segno che la sua approvazione era soprattutto una mossa politica da parte del presidente.
Non è un caso che a lanciare le più violente crociate anti-gay siano spesso alcuni dei paesi più poveri dell'Africa subsahariana, commenta Jessica Stern della International Gay and Lesbian Human Rights Commission's. Con campagne del genere le autorità puntano a distrarre la popolazione da altri problemi più urgenti. "È una strategia vincente: si sceglie il nemico più odiato e lo si attacca", spiega Stern. "Così la gente non pensa più alle scuole che mancano, o ai ricchi che diventano sempre più ricchi a spese dei poveri".
Giamaica
L'isola è una delle 11 ex colonie britanniche dei Caraibi dove le vecchie buggery laws non sono mai state formalmente abolite. La legge giamaicana, approvata nel 1864, punisce l'omosessualità con una pena massima di dieci anni di lavori forzati. Nella pratica, però, non è stata quasi mai
In altri stati come il Kenia il 95% della popolazione pensa che i lo stato dovrebbe punire i gay, e questo in parte avviene.
In Canada era previsto l’ergastolo per i gay sino al 1969, e l’ultima condanna all’ergastolo per omosessualità è del 1965.
In Russia è oggi reato essere gay o promuovere cause pro diritti dei gay.
In Tunisia (paese totalmente islamico) pur essendo formalmente vietato, l’omosessualità è Tollerata.
In Albania , paese a maggioranza musulmana, l’omosessualità è legale, divenuta legale dopo la fine del comunismo. La legge venne approvata nel 1995.
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Re: Non c'è limite al meglio
Confermo che Monheim è Scanzi/Edberg74.loveboat ha scritto:Se non sei Scanzi sei un attento studioso dello Scanzi mymaghiano (e con memoria di ferro)
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Re: Non c'è limite al meglio
Ma no, dicevo solo che è più un problema del terzo mondo che non un problema religioso.Bravo. Viva i musulmani! Avanguardia dell'umanità!
Il Burundi non è dissimile da altri stati Africani musulmani e la mentalità del Kenia non varia da altri stati islamici.
Oggi, 2019 ci sono stati a maggioranza islamica più progrediti e aperti e rispettosi dei diritti civili di stati cristiani.
Poi, ok, gli stati islamici dove vige la legge coranica con il Corano preso come fosse la costituzione o il codice penale, sono il peggio è per definizione difficilmente emendabili se non cambiando questa previsione.
Per fortuna non c’è uno stato che applica la Bibbia come fosse il codice penale.
Altra cosa, le leggi degli Stati africani è in alcuni casi peggiorata negli ultimi anni (sia islamici che cristiani).
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Re: Non c'è limite al meglio
Come la condizione dei gay in stati laici o atei come Cuba o l’unione sovietica o oggi la Russia.
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Re: Non c'è limite al meglio
Questo non credoNK7 ha scritto:Confermo che Monheim è Scanzi/Edberg74.loveboat ha scritto:Se non sei Scanzi sei un attento studioso dello Scanzi mymaghiano (e con memoria di ferro)
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
Re: Non c'è limite al meglio
Grazie mille di auguri e conferma.
Per i pochissimi miscredenti ancora presenti, presto manderò una foto in cui fumo il calumet della pace con l'ex utente picard che servirà sia per fugare i dubbi sia per dimostrare che son uno, come Gesù Cristo che un po' mi somiglia, che non porta rancore.
Stay tuned e buon 6 maggio a tutti.
Per i pochissimi miscredenti ancora presenti, presto manderò una foto in cui fumo il calumet della pace con l'ex utente picard che servirà sia per fugare i dubbi sia per dimostrare che son uno, come Gesù Cristo che un po' mi somiglia, che non porta rancore.
Stay tuned e buon 6 maggio a tutti.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Non c'è limite al meglio
Perchè non sei abbastanza spirituale e dai retta a quello scarto umano di Odifreddi invece che ai premi Nobel che credono.uglygeek ha scritto:Questo non credoNK7 ha scritto:Confermo che Monheim è Scanzi/Edberg74.loveboat ha scritto:Se non sei Scanzi sei un attento studioso dello Scanzi mymaghiano (e con memoria di ferro)
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Re: Non c'è limite al meglio
https://www.rollingstone.it/cinema/news ... ia/456641/
Siamo una civilta' superiore. No, davvero.
Ci sono tantissime cose per cui apprezzare la nostra cultura rispetto a quella anglo/americana.
Che il film di Woody Allen prodotto e cancellato da Amazon esca per ora solo in Italia mi fa proprio piacere.
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Re: Non c'è limite al meglio
Oddio...io avrei preferito distribuito solo in qualche paese del Nord Europa (quella sì civiltà superiore). Non in Italia, paese retrogrado sessista e patria del machismo, specie ultimamente infestato da menate dio patria e famiglia con ipocrisie annesse. In quel senso, la cosa suona sinistramente infausta.uglygeek ha scritto:https://www.rollingstone.it/cinema/news ... ia/456641/
Siamo una civilta' superiore. No, davvero.
Ci sono tantissime cose per cui apprezzare la nostra cultura rispetto a quella anglo/americana.
Che il film di Woody Allen prodotto e cancellato da Amazon esca per ora solo in Italia mi fa proprio piacere.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Non c'è limite al meglio
Si' ma Woody Allen non e' Fausto Brizzi, lui e' accusato dalla ex moglie di pedofilia senza alcuna prova, il machismo c'entra nulla in questo caso.Burano ha scritto:Oddio...io avrei preferito distribuito solo in qualche paese del Nord Europa (quella sì civiltà superiore). Non in Italia, paese retrogrado sessista e patria del machismo, specie ultimamente infestato da menate dio patria e famiglia con ipocrisie annesse. In quel senso, la cosa suona sinistramente infausta.
Nei paesi nel nord europa che tanto stimi lo fermerebbero al confine e lo rimanderebbero indietro, lui e il suo film; in questo sono anche peggio degli Stati Uniti.
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Re: Non c'è limite al meglio
uglygeek ha scritto:https://www.rollingstone.it/cinema/news ... ia/456641/
Siamo una civilta' superiore. No, davvero.
Ci sono tantissime cose per cui apprezzare la nostra cultura rispetto a quella anglo/americana.
Che il film di Woody Allen prodotto e cancellato da Amazon esca per ora solo in Italia mi fa proprio piacere.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Non c'è limite al meglio
Corte UE: “Extracomunitari non possono essere respinti anche se non rifugiati”
I giudici di Lussemburgo chiariscono che il principio di incolumità e limitazione della libertà prevale anche se il richiedente protezione si vede revocata la protezione internazionale per ragioni di sicurezza
Bruxelles – Una persona che necessita di protezione internazionale perché rischia la vita nel proprio Paese di provenienza non può essere privato della protezione, neppure se si macchia di reati nel Paese in cui si trova ospitato. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE, pronunciando una sentenza destinata a far discutere, specie in quei Paesi membri dell’Unione dove il tema immigrazione è ‘caldo’.
I giudici di Lussemburgo chiariscono che in base al diritto europeo, un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani non può essere rimpatriato neppure se lo status di rifugiato gli viene negato o revocato dallo Stato ospitante per motivi di sicurezza. Meglio in prigione in Europa che a piede libero nei loro Paesi, detto in sostanza.
Tutto nasce da due episodi in Belgio e Repubblica ceca. Qui cittadini extracomunitari si sono visti negare e revocare lo status di rifugiato perché a loro carico risultavano condanne per reati “particolarmente gravi”. Ma la Corte dell’UE adesso precisa che lo status formale e lo status sostanziale sono due cose diverse, e che “fintanto che il cittadino di un paese extra-UE o un apolide abbia un fondato timore di essere perseguitato nel suo paese di origine o di residenza, questa persona dev’essere qualificata come rifugiato ai sensi della direttiva e della Convenzione di Ginevra”. Questo, “indipendentemente” dal fatto che lo status di rifugiato ai sensi della direttiva le sia stato formalmente riconosciuto.
Il pronunciamento dei giudici di Lussemburgo, frutto di interpretazioni giuridiche, avrà inevitabilmente dei contraccolpi politici, soprattutto in un periodo di campagna elettorale come quello che l’Europa sta vivendo. Si fa strada l’idea che i cittadini extracomunitari siano ‘intoccabili’ e che non possano essere messi nella condizioni di delinquere.
“Il diritto dell’Unione riconosce ai rifugiati interessati una protezione internazionale più ampia di quella assicurata dalla convenzione” di Ginevra sui diritti umanitari, la quale esclude la possibilità di un respingimento verso un dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate.
La corte Ue è di sinistra e non pensa ai portuali di Livorno.
Salvini può allegramente attaccarsi a se stesso.
I giudici di Lussemburgo chiariscono che il principio di incolumità e limitazione della libertà prevale anche se il richiedente protezione si vede revocata la protezione internazionale per ragioni di sicurezza
Bruxelles – Una persona che necessita di protezione internazionale perché rischia la vita nel proprio Paese di provenienza non può essere privato della protezione, neppure se si macchia di reati nel Paese in cui si trova ospitato. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE, pronunciando una sentenza destinata a far discutere, specie in quei Paesi membri dell’Unione dove il tema immigrazione è ‘caldo’.
I giudici di Lussemburgo chiariscono che in base al diritto europeo, un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani non può essere rimpatriato neppure se lo status di rifugiato gli viene negato o revocato dallo Stato ospitante per motivi di sicurezza. Meglio in prigione in Europa che a piede libero nei loro Paesi, detto in sostanza.
Tutto nasce da due episodi in Belgio e Repubblica ceca. Qui cittadini extracomunitari si sono visti negare e revocare lo status di rifugiato perché a loro carico risultavano condanne per reati “particolarmente gravi”. Ma la Corte dell’UE adesso precisa che lo status formale e lo status sostanziale sono due cose diverse, e che “fintanto che il cittadino di un paese extra-UE o un apolide abbia un fondato timore di essere perseguitato nel suo paese di origine o di residenza, questa persona dev’essere qualificata come rifugiato ai sensi della direttiva e della Convenzione di Ginevra”. Questo, “indipendentemente” dal fatto che lo status di rifugiato ai sensi della direttiva le sia stato formalmente riconosciuto.
Il pronunciamento dei giudici di Lussemburgo, frutto di interpretazioni giuridiche, avrà inevitabilmente dei contraccolpi politici, soprattutto in un periodo di campagna elettorale come quello che l’Europa sta vivendo. Si fa strada l’idea che i cittadini extracomunitari siano ‘intoccabili’ e che non possano essere messi nella condizioni di delinquere.
“Il diritto dell’Unione riconosce ai rifugiati interessati una protezione internazionale più ampia di quella assicurata dalla convenzione” di Ginevra sui diritti umanitari, la quale esclude la possibilità di un respingimento verso un dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate.
La corte Ue è di sinistra e non pensa ai portuali di Livorno.
Salvini può allegramente attaccarsi a se stesso.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Che bello vedere il pagliaccio con la bava alla bocca
Sea Watch sequestrata, i migranti sbarcano. Salvini attacca anche M5S
Scatta il sequestro della Sea Watch ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i 47 migranti a bordo nella serata di domenica 19 maggio vengono fatti sbarcare. La svolta arriva nonostante il no ripetuto per tutto il giorno da Matteo Salvini e ribadito con forza dopo il sequestro: «Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge. Questo vale anche per organi dello Stato: se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo».
L’attacco magistrati e Onu
Il riferimento è al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: il blocco dell’imbarcazione, infatti, è finalizzato a fare i necessari accertamenti e a verificare se la condotta del comandante della nave abbia violato la legge. Ma porta con sé anche lo sbarco dei migranti che «messi in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria», ha detto Patronaggio. Ma l’ira del ministro dell’Interno colpisce anche l’Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu che in una lettera al ministro degli Esteri aveva criticato le sue direttive anti-migranti e chiesto di non approvare il decreto sicurezza bis: «Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri Corea del Nord e Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini, per il decreto sicurezza. Fa ridere, è da Scherzi a parte».
Botta e risposta con Di Maio
Sulla questione si inesta immediatamente l’ennesima polemica tutta interna alla maggioranza di governo gialloverde. «Se qualche ministro ha dato l’autorizzazione a sbarcare gli immigrati ne risponderà davanti agli italiani, se qualcuno vuole aprire i porti e aiutare gli scafisti ne risponderà davanti agli italiani», ha detto Salvini al programma televisivo «Non è l’arena». Non si è fatta attendere la replica dell’altro vicepremier Luigi Di Maio: «Non accetto che il ministro dell’Interno dice che se stanno sbarcando dalla Sea Watch è perché i ministri 5 Stelle hanno aperto i porti. La nave è stata sequestrata dalla magistratura e, quando c’è un sequestro, si fanno sbarcare obbligatoriamente le persone a bordo. Si legga le leggi dello Stato che lui rappresenta».
La mossa del comandante della Sea Watch
A sbloccare la situazione della Sea Watch è stata l’ultima comunicazione del comandante Arturo Centore che a Guardia Costiera e Gdf ha fatto sapere che, se entro le 21 non avesse ottenuto l’autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l’ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa. «I naufraghi - ha spiegato la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi - hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione». A quel punto si è preferito intervenire e i finanzieri sono saliti a bordo della nave, per un’attività di polizia giudiziaria d’iniziativa finalizzata al sequestro. «La nave è a disposizione degli inquirenti che hanno disposto un sequestro probatorio per verificare se c’è un reato da contestare», conferma Linardi che
poi ironizza sui no di Salvini: «Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi».
La tesi di Salvini: Viminale «aggirato»
Una conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto tanto che, è la convinzione, l’intervento della Gdf sarebbe stato fatto d’intesa con i pm proprio per «tenere fuori» il ministero e aggirare il divieto di sbarco di Salvini. «C’è stata un’accelerazione d’intesa tra tutti che ha di fatto spogliato il Viminale delle sue competenze», dicono gli uomini del ministro. E a chi chiede se in quest’intesa un ruolo l’abbiano avuto il premier Conte e il leader M5s Di Maio, rispondono così: «Quello che si nota è lo straordinario silenzio di entrambi, che erano stati invece così prodighi di dichiarazioni in questi giorni». Così, quando il sequestro della nave diventa ufficiale, dal Viminale partono due bordate, dopo che già in mattinata Salvini - riferendosi all’inchiesta di Catania in cui è indagato proprio per un precedente sbarco della Sea Watch - aveva preso di mira i magistrati.
Le frecciate a pm e alleati
La prima frecciata è proprio per i pm: «La Sea Watch è una nave fuorilegge e il ministro Salvini si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, la magistratura faccia come crede ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco», dicono dal ministero. L’altra è tutta per gli alleati di governo. La vicenda della Sea Watch, fa dire Salvini ai suoi, «conferma l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis già nel Cdm di domani, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro». Lui è ancora più diretto: «Spero che nessuno voglia perdere altro tempo».
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Monterotondo, rilasciata la ragazza che ha ucciso il padre: «Ha agito per difendersi»
È stata rilasciata Deborah Sciacquatori, la ragazza di 19 anni che era ai domiciliari da due giorni con l’accusa di aver ucciso il padre
Deborah torna libera. Il pubblico ministero Filippo Guerra della procura di Tivoli ha firmato il decreto di liberazione nei confronti di Deborah Sciacquatori, 19 anni, che era agli arresti domiciliari da domenica scorsa a Monterotondo per aver ucciso – probabilmente per proteggere se stessa, la mamma e la nonna paterna – suo padre Lorenzo, 41 anni, con una coltellata alla nuca. Lo ha riferito il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, nel corso di un incontro con i giornalisti.
La ragazza avrebbe accoltellato il padre, un ex pugile, nel tentativo di difendersi e difendere la sua famiglia. Essendo il gesto maturato in un contesto familiare di violenze, la procura di Tivoli ha deciso di derubricare l’iniziale accusa di «omicidio volontario» nella più lieve di «eccesso colposo di legittima difesa».
L’omicidio si colloca in un contesto di anni di maltrattamenti da parte della vittima a tutte le donne della famiglia, spiega ai cronisti Menditto. In base agli elementi raccolti e ai primi risultati dell’autopsia si è quindi optato per l’ipotesi di eccesso colposo per legittima difesa. Nelle prossime settimane la procura potrebbe essere intenzionata, se le condizioni lo permettono, a derubricare ulteriormente in legittima difesa.
È stata rilasciata Deborah Sciacquatori, la ragazza di 19 anni che era ai domiciliari da due giorni con l’accusa di aver ucciso il padre
Deborah torna libera. Il pubblico ministero Filippo Guerra della procura di Tivoli ha firmato il decreto di liberazione nei confronti di Deborah Sciacquatori, 19 anni, che era agli arresti domiciliari da domenica scorsa a Monterotondo per aver ucciso – probabilmente per proteggere se stessa, la mamma e la nonna paterna – suo padre Lorenzo, 41 anni, con una coltellata alla nuca. Lo ha riferito il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, nel corso di un incontro con i giornalisti.
La ragazza avrebbe accoltellato il padre, un ex pugile, nel tentativo di difendersi e difendere la sua famiglia. Essendo il gesto maturato in un contesto familiare di violenze, la procura di Tivoli ha deciso di derubricare l’iniziale accusa di «omicidio volontario» nella più lieve di «eccesso colposo di legittima difesa».
L’omicidio si colloca in un contesto di anni di maltrattamenti da parte della vittima a tutte le donne della famiglia, spiega ai cronisti Menditto. In base agli elementi raccolti e ai primi risultati dell’autopsia si è quindi optato per l’ipotesi di eccesso colposo per legittima difesa. Nelle prossime settimane la procura potrebbe essere intenzionata, se le condizioni lo permettono, a derubricare ulteriormente in legittima difesa.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Non c'è limite al meglio
Grazie alle modifiche di Salvini alla legittima difesa
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Re: Non c'è limite al meglio
Eh certo.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Al primo squillo del telefono è restato impassibile e ha continuato a suonare. Così al secondo e al terzo squillo. Ma non al quarto. Il pianista Arcadi Volodos, che si esibiva lunedì 27 maggio alla Scala di Milano, si è fermato alzando le mani dalla tastiera, di fronte all'insistenza del rumore molesto proveniente da un telefono che continuava a suonare senza che il proprietario riuscisse a bloccarlo. A portare l'episodio fuori dalla stupefatta sala del Piermarini, facendolo dilagare sui social, è stato il pianista e musicologo Luca Ciammarughi, che ha postato sul suo profilo Facebook un video, poi rimosso, girato con il cellulare accompagnato da questo testo: "Volodos suona una Siciliana da un Concerto di Bach-Vivaldi come bis. Un cellulare squilla una, due, tre volte. Il pianista impassibile. Alla quarta però non può far altro che fermarsi, perché i suoi incantevoli pianissimi risulterebbero inudibili. Ricomincerà poco dopo per concludere il pezzo".
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Re: Non c'è limite al meglio
Tornerei a vivere in Germania domani se solo potessi
https://video.repubblica.it/cronaca/ger ... P3-S2.4-T1
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Re: Non c'è limite al meglio
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-B/ ... 9689.shtml
Storia a lieto fine.
Per collegarmi all'articolo, qualche mese fa ho avuto occasione di parlare con un pescatore di Scoglitti, in Sicilia.
Mi ha raccontato storie di migranti da far accaponare la pelle e rimanere sgomenti, mesi di torture e soprusi ed una forza di volontà mista soprattutto a fede che supera tutto.
Ecco, io non sono credente, ma in questi frangenti sono felice che questi poveracci lo siano. Con la sola forza di animo (che pure è fondamentale) non so quanti resisterebbero.
Storia a lieto fine.
Per collegarmi all'articolo, qualche mese fa ho avuto occasione di parlare con un pescatore di Scoglitti, in Sicilia.
Mi ha raccontato storie di migranti da far accaponare la pelle e rimanere sgomenti, mesi di torture e soprusi ed una forza di volontà mista soprattutto a fede che supera tutto.
Ecco, io non sono credente, ma in questi frangenti sono felice che questi poveracci lo siano. Con la sola forza di animo (che pure è fondamentale) non so quanti resisterebbero.
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Re: Non c'è limite al meglio
Oddio, lei non mi sembrava convintissima
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Re: Non c'è limite al meglio
https://www.huffingtonpost.it/entry/scr ... b91c07817d
Peccato che temo ci sia sotto un sottile filo di marketing però idea divertente, dai.
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tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Non c'è limite al meglio
https://www.open.online/2019/06/14/inst ... dVOm5vSYQE
Instagram down in molte parti del mondo, si spengono foto e stories
La Ferragni ricoverata d'urgenza per una crisi isterica.
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La Ferragni ricoverata d'urgenza per una crisi isterica.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Non c'è limite al meglio
E per quello che ieri sera non andava io ho datto la colpa al mio telefono
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Re: Non c'è limite al meglio
Fallito il Cocoricò, si spengono le luci sulle notti trasgressive della Riviera romagnola
Si chiude un’epoca, il Tribunale di Rimini respinge la richiesta di concordato preventivo e accoglie la richiesta di fallimento presentata dall’Agenzia delle Entrate per una cifra che supera gli 800 mila euro
Per la storia delle discoteche della Riviera romagnola si chiude un’epoca: il gruppo Cocoricò, cui fa capo l’omonima disco sulle colline di Riccione simbolo delle notti trasgressive degli Anni 90, è stato dichiarato fallito. Lo ha deciso il 4 giugno il Tribunale di Rimini respingendo la richiesta di concordato preventivo e accogliendo la richiesta di fallimento presentata dall’Agenzia delle Entrate per una cifra ancora da quantificare ma che supera gli 800 mila euro. Il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare (il curatore è Francesco Bugli) e nell’occasione si costituiranno i vari creditori, tra cui probabilmente il Comune di Riccione per diverse migliaia di euro di Tari non versata.
Il gruppo Cocoricò, di cui risulta proprietario Fabrizio De Meis, ha vissuto negli anni vicende alterne, dalle indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza sui bilanci a partire dal 2012 per evasione d’Iva, per finire ai più recenti problemi legati ai mancati pagamenti di artisti, tra cui il dj Gabry Ponte che ha chiesto il sequestro dei marchi Titilla e Memorabilia.
Dalle verifiche della Gdf, coordinata dalla Procura di Rimini che ha riunito diversi fascicoli d’indagine sugli amministratori delle varie società del gruppo, risulterebbero bilanci di gestione, già prima il 2012, chiusi sempre in perdita, a fronte di un reddito imponibile che superava i 10 milioni di euro l’anno. Fuori dal fallimento, resta la proprietà dell’immobile della famosa Piramide, salda da anni nelle mani di una società di albergatori romagnoli.
Il locale nasce nel 1989 e si afferma negli ambienti della musica techno, ospitando dj internazionali con cachet da oltre 100mila euro a serata. Conosciuta negli anni Novanta per le proposte trasgressive, per il privé Titilla, animato da drag queen, e per la prima discoteca gay friendly, dal 2000 in poi il Cocoricò assiste a una progressiva crisi determinata anche dagli effetti delle droghe usate dai giovani frequentatori.
Nel 2004 si registra la prima morte per overdose: un operaio 19enne della provincia di Macerata. Poi nel 2011 un diciottenne viene sottoposto a trapianto di fegato perché intossicato dalle droghe. Il Cocoricò però continua a fare tendenza con proposte artistiche d’avanguardia, tanto che nel 2014, i carabinieri di Riccione intervengono durante una serata di Memorabilia in cui la compagnia teatrale Fanny&Alexander di Ravenna esponeva figuranti nudi all’ingresso. Il caso finisce in una denuncia in Tribunale.
L’anno nero del Cocoricò però è il 2015, quando Lamberto Lucaccioni, 16enne di Città di Castello, muore per l’ecstasy. La discoteca, chiusa per 4 mesi, in base al Tulps dal Questore di Rimini, già amministrata da De Meis, imprenditore romano, dal passato di allenatore dei giovani del Tor di Quinto, decide che è arrivato il momento di cambiare passo e inizia a collaborare con la vicina comunità di San Patrignano e le forze per una campagna di sensibilizzazione contro le droghe e gli eccessi.
Allo stesso tempo però vanno in crisi le casse delle società di gestione del locale. Nel 2018 è il Comune di Riccione a sospendere la licenza della discoteca, per il mancato versamento della tassa sulla raccolta rifiuti per oltre 100 mila euro.
Si chiude un’epoca, il Tribunale di Rimini respinge la richiesta di concordato preventivo e accoglie la richiesta di fallimento presentata dall’Agenzia delle Entrate per una cifra che supera gli 800 mila euro
Per la storia delle discoteche della Riviera romagnola si chiude un’epoca: il gruppo Cocoricò, cui fa capo l’omonima disco sulle colline di Riccione simbolo delle notti trasgressive degli Anni 90, è stato dichiarato fallito. Lo ha deciso il 4 giugno il Tribunale di Rimini respingendo la richiesta di concordato preventivo e accogliendo la richiesta di fallimento presentata dall’Agenzia delle Entrate per una cifra ancora da quantificare ma che supera gli 800 mila euro. Il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare (il curatore è Francesco Bugli) e nell’occasione si costituiranno i vari creditori, tra cui probabilmente il Comune di Riccione per diverse migliaia di euro di Tari non versata.
Il gruppo Cocoricò, di cui risulta proprietario Fabrizio De Meis, ha vissuto negli anni vicende alterne, dalle indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza sui bilanci a partire dal 2012 per evasione d’Iva, per finire ai più recenti problemi legati ai mancati pagamenti di artisti, tra cui il dj Gabry Ponte che ha chiesto il sequestro dei marchi Titilla e Memorabilia.
Dalle verifiche della Gdf, coordinata dalla Procura di Rimini che ha riunito diversi fascicoli d’indagine sugli amministratori delle varie società del gruppo, risulterebbero bilanci di gestione, già prima il 2012, chiusi sempre in perdita, a fronte di un reddito imponibile che superava i 10 milioni di euro l’anno. Fuori dal fallimento, resta la proprietà dell’immobile della famosa Piramide, salda da anni nelle mani di una società di albergatori romagnoli.
Il locale nasce nel 1989 e si afferma negli ambienti della musica techno, ospitando dj internazionali con cachet da oltre 100mila euro a serata. Conosciuta negli anni Novanta per le proposte trasgressive, per il privé Titilla, animato da drag queen, e per la prima discoteca gay friendly, dal 2000 in poi il Cocoricò assiste a una progressiva crisi determinata anche dagli effetti delle droghe usate dai giovani frequentatori.
Nel 2004 si registra la prima morte per overdose: un operaio 19enne della provincia di Macerata. Poi nel 2011 un diciottenne viene sottoposto a trapianto di fegato perché intossicato dalle droghe. Il Cocoricò però continua a fare tendenza con proposte artistiche d’avanguardia, tanto che nel 2014, i carabinieri di Riccione intervengono durante una serata di Memorabilia in cui la compagnia teatrale Fanny&Alexander di Ravenna esponeva figuranti nudi all’ingresso. Il caso finisce in una denuncia in Tribunale.
L’anno nero del Cocoricò però è il 2015, quando Lamberto Lucaccioni, 16enne di Città di Castello, muore per l’ecstasy. La discoteca, chiusa per 4 mesi, in base al Tulps dal Questore di Rimini, già amministrata da De Meis, imprenditore romano, dal passato di allenatore dei giovani del Tor di Quinto, decide che è arrivato il momento di cambiare passo e inizia a collaborare con la vicina comunità di San Patrignano e le forze per una campagna di sensibilizzazione contro le droghe e gli eccessi.
Allo stesso tempo però vanno in crisi le casse delle società di gestione del locale. Nel 2018 è il Comune di Riccione a sospendere la licenza della discoteca, per il mancato versamento della tassa sulla raccolta rifiuti per oltre 100 mila euro.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Tra la fine dei '90 e l'inizio dei 2000 il Cocorico' era un must.
Anche se personalmente preferivo la Baia Imperiale a Gabicce.
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Re: Non c'è limite al meglio
Dai, era diventato un covo di impasticcati.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Non c'è limite al meglio
Ci andavo a 18-19 anni.Pindaro ha scritto:Dai, era diventato un covo di impasticcati.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
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Re: Non c'è limite al meglio
Semplice.Pindaro ha scritto:Dai, era diventato un covo di impasticcati.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
Perché siamo molto più organizzati e accoglienti che altrove.
E si mangia bene...
Il mare è un orpello.
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Re: Non c'è limite al meglio
Che poi adesso il mare non è poi così male e anno detto ieri al tg3 Emilia Romagna che la costa adriatica e la più pulita
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Re: Non c'è limite al meglio
Eh certo. Fare una vacanza al mare dove il mare fa schifo.chiaky ha scritto:Semplice.Pindaro ha scritto:Dai, era diventato un covo di impasticcati.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
Perché siamo molto più organizzati e accoglienti che altrove.
E si mangia bene...
Il mare è un orpello.
Ognuno ha le sue perversioni.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Non c'è limite al meglio
E se lo dicono i comu del TG3.. buona camicia a tutti!
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Re: RE: Re: Non c'è limite al meglio
Mi sembra che sei un po' fissato con comunisti e fascisti eloveboat ha scritto:E se lo dicono i comu del TG3.. buona camicia a tutti!
Re: Non c'è limite al meglio
Il mare non è solo mare. Vai al sud e manca organizzazione. Vai al nord e sono scontrosi.Pindaro ha scritto:Eh certo. Fare una vacanza al mare dove il mare fa schifo.chiaky ha scritto:Semplice.Pindaro ha scritto:Dai, era diventato un covo di impasticcati.
E poi il mare da quelle parti è qualcosa di ripugnante.
Non ho mai capito chi va in vacanza da quelle parti. Sempre che tu non avessi 18 anni.
Ma io a 18 anni suonavo l'arpa.
Perché siamo molto più organizzati e accoglienti che altrove.
E si mangia bene...
Il mare è un orpello.
Ognuno ha le sue perversioni.
Settimana scorsa in treno ho chiacchierato con un signore di Viareggio che appena ha saputo da dove venivo mi ha detto che lui anche se sta a Viareggio va sempre in riviera romagnola, perchè in Toscana non sanno trattare i clienti. Entri al bar e nemmeno ti salutano. Sono tutti immusoniti.
A Rimini ti ritrovi il Bagno organizzato con zona animali, zona bambini, zona anziani, giochi e sempre un sorriso per tutti.Lo stesso in albergo e nei locali.
Questo fa la differenza. Tanto uno dentro al mare ci starà per 2 ore nel totale di una settimana di ferie. Per tutto il resto del tempo non è in acqua e queste cose fanno la differenza eccome.
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Re: Non c'è limite al meglio
Concordo sul Cocoricò.
Finalmente si è tolto dalle palle.
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