Burano ha scritto:Sì ma io concedo anche che fin dalla svolta di Salerno Togliatti che certo non difettava di realismo politico, sapendo che l'italia sarebbe stata nella zona di influenza Usa e questi mai avrebbero permesso loro la presa del potere con le cattive ma neppure con le buone, fece buon viso a cattivo gioco e sposò i valori democratici. Può
Darsi. Ma la storia non si fa coi se né con supposizioni sia pur non palesemente infondate. Alla fine quel che conta è la prassi. E nel caso del PCI questa fu democratica e parlamentare. E al di là dei discorsi legati a una geopolitica da guerra fredda, ha preso milioni di operai rozzi che volevan rovesciare tutto e li ha educati ai valori costituzionali e liberali. E di certo strada facendo la conversione a quei valori divenne sincera. Poi certo col senno di poi avrebbero dovuto aver piu coraggio e mollar prima la zavorra sovietica..
Lasciamo stare il fatto che, probabilmente, fosse stato per il partito comunista e basta, in altri contesti storici, appunto probabilmente non avremmo avuto nemmeno una democrazia. Il che non mi pare un problema da poco, eh, anche se non e' un 'fatto'.
Mi chiedo cosa penserebbe una persona di sinistra di oggi se Renzi affiancasse Putin nell'aggressione e repressione della democrazia in un paese europeo, facendone fucilare il leader e chiedendo a Putin di farlo pero' dopo il 4 marzo, per non perdere voti. Questo per parlare di fatti, non di supposizioni.
Sara' peggio difendere la Boschi? Dire di uscire dalla politica e poi non farlo? Mostrare il contocorrente in diretta tv?
A me sembra che si usino sempre due pesi e due misure.
Con il centro-destra, questo accade di meno. E' ovvio che rimpiangiamo, come per il PCI, la statura dei politici di una volta. Avercene, di abili come Andreotti. Se ne sente certo la mancanza. Altro che Casini. Pero' sappiamo anche dei lati oscuri di Andreotti e lo si rimpiange fino a un certo punto.
Poi, ovviamente, come dicevate, Marx non e' che fosse Stalin. Ma il PCI era legato a Stalin, non a Marx. Molti se ne sono andati per questo dal partito, ed esisteva in Italia un partito socialista, non dimenticherei.
Poi il PCI ebbe grandi meriti, non solo a livello nazionale, anche nei rapporti con l'Unione Sovietica. Pero' non prendiamoci in giro e diciamo chiaramente che l'ideologia delle due generazioni precedenti alla mia su cui si basa la sinistra italiana era una ideologia legata al totalitarismo e alla violenza. Questo non per dire che se tuo padre era comunista allora voleva uccidere tutti gli oppositori e non magari, semplicemente, essere dalla parte dei lavoratori contro le ingiustizie. Ma per dire che l'ideologia aveva un forte legame con quanto accaduto storicamente, non era un generale socialismo di ispirazione marxista. Come uno del MSI non sara' stato iun fascista, ma aveva quel tipo di ispirazione.
Per cui non capisco bene questo rifarsi alle radici tradite del PD, visto che le radici sono pure marce e contraddittorie. Se poi mi si dice che i politici di oggi dovrebbero avere la statura di quelli di un tempo, beh, sono il primo ad approvare.
Ma la sinistra europea vive sempre in questo grande contradditorio, essere passata dall'URSS alla democrazia odierna, dall'anticapitalismo completo al capitalismo di adesso. Poi, improvvisamente, se uno e' un ancora un po' piu' capitalista, arriva la gente che insorge, di aver tradito.
Come dire: io ero parte di un partito ateo militante, che poi diventa cristiano ufficialmente, con messa tutti i giorni. Arriva uno che vuole aggiungere una visita del vescovo ogni 15 giorni e imembri del partito insorgono dicendo 'eh, cosa vuole questo, gli atei di 50 anni fa si rivolterebbero nella tomba'. Non ha senso.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)