laplaz ha scritto:
L'UE (non l'Europa) è una bella idea realizzata male, e le conseguenze si vedono. Al momento è un malato grave, e se non si riparte dalle fondamenta (costituzione, bilancio UE, forze armate comunitarie, eurodebito) non si andrà da nessuna parte.
un esperimento politico mai tentato prima nella storia, sessant'anni di pace e benessere, superando nel mentre anche la crisi post-2008, un consenso tutt'ora maggioritario fra la popolazione di tutti i suoi paesi membri, salvo solo uno a forma di stivale. Ci sono malattie gravi peggiori. Forse il vero malato grave è l'Italia.
Mischi due questioni distinte. Una, la critica ai politici dell'Unione, che peraltro in Italia viene solitamente mossa in modo qualunquistico: o sparando nel mucchio ("i burocrati di Bruxelles eccetera"; "L'Unione europea ha fatto..."), oppure prendendo di mira un personaggio in particolare epperò fregandosene del suo effettivo operato politico ("Tizio ha detto *frase estrapolata dal contesto*"; "quel belga si è permesso di parlare dell'Italia, pensi ai suoi connazionali pedofili").
In genere, l'informazione italiana ignora completamente tutte le questioni politiche che animano Commissione ed Europarlamento, così da ingenerare la sensazione che non facciano altro se non biasimare l'Italia, mentre invece le direttive europee producono continuamente effetti sociali, economici, giuridici.
Paradossalmente, il problema del dibattito pubblico italiano è che i politici dell'Unione NON sono mai attaccati. Ovvero, non sono attaccati per le loro posizioni politiche, ma solo in quanto simboli astratti di un ente accusato di essere troppo invadente, o troppo poco invadente. In ogni caso utile come caprio espiatorio: "Piove Unione ladra!!!1!".
Si ignora che esiste una politica europea, al di là dei migranti e dei mitici 'parametri di Maastricht'.
L'altra questione riguarda le istituzioni europee. E qui i casi sono due.
O hanno la meglio i nazionalismi e l'Unione si disgrega. Oppure il processo di unificazione prosegue.
Capisco la posizione dei sovranisti, che è coerente: vogliamo tornare alla vecchia cara Europa pre-bellica.
Ma accusare, come sembri fare tu, l'Unione europea per non essere abbastanza unita, è un contro-senso.
Ogni istituzione tende naturalmente a (cercare di) accrescere il proprio potere, e quelle europee non fanno eccezione. Non bisogna "ripartire", o peggio ancora "rifondare", che è la retorica grillina per tenere insieme chi vuole l'Unione e chi vuole distruggerla ("la rifacciamo da capo, meglio", come se mettersi insieme sia una cosa semplice e non un evento singolare scaturito da vicende particolari, fra le quali Auschwitz), ma procedere lungo tappe già previste (come già da Roma '57 a Maastricht '92, e poi a Lisbona '07, si è passati con gradualità e continuità).
I politici della Commissione e della maggioranza del parlamento europeo, fino ad oggi, sono sempre stati a favore di tale processo, direi anche in maniera convinta (quelli che succederanno dopo le prossime elezioni europee, chissà). Per cui, giustamente sono sempre stati considerati con ostilità dai sovranisti. Sono evidentemente singoli governi a remare contro. E i governi populisti molto di più.
Nel valutare la capacità dei politici dell'Unione andrebbero considerate le gravi condizioni di contorno in cui operano:
- lo stato ancora incompleto dell'Unione
- il peso dei singoli governi che si esercita attraverso il Consiglio
- la difficoltà oggettiva nel conciliare posizioni diverse quando al tavolo non sono seduti Metternich e Talleyrand (che peraltro per quagliare ebbero bisogno del ritorno sulle scene di Napoleone) ma Orban e Salvini (o comunque gente che deve rendere conto a costoro).
- la scarsità, anche fra i governi più ragionevoli ed europeisti, di politici dotati della visione e del coraggio per accelerare l'unificazione, sfidando le rispettive resistenze interne. Unificazione che senza l'impegno attivo e simultaneo dei governi di Francia, Germania, ma pure di Italia (aih aih) e Spagna, difficilmente va avanti.