Il politicamente corretto
Re: Il politicamente corretto
Quello che è più importante è che ogni società considera alcuni cardini in cui nuota acquisiti ed indubitabili, e in nome di questi si oppone a chi non è "politicamente corretto". Siamo impermetropi, facciamo fatica a considerare quanto è troppo vicino a noi.
Credo che nessuno sia così ingenuo da pensare che il dominicano che inveiva contro i catari della città di Albi (che noi assumiamo essere un sanguinario intollerante) non ritenesse di comportarsi legittimamente, tanto quanto l'odierno ambientalista meno moderato. Ognuno dei due ragiona in base al metro che la società civile considerava o considera indubitabile: la religione di Cristo in un caso, il metodo scientifico nell'altro.
Credo che nessuno sia così ingenuo da pensare che il dominicano che inveiva contro i catari della città di Albi (che noi assumiamo essere un sanguinario intollerante) non ritenesse di comportarsi legittimamente, tanto quanto l'odierno ambientalista meno moderato. Ognuno dei due ragiona in base al metro che la società civile considerava o considera indubitabile: la religione di Cristo in un caso, il metodo scientifico nell'altro.
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Re: Il politicamente corretto
No, senza leggi non esistonoalessandro ha scritto:Comunque per questo esistono i tribunali, per contestualizzare.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Il politicamente corretto
Veramente le differenze sono cosi' evidenti? Oppure e' solo una facciata di ipocrisia, tacere quando si passa dal generale al particolare?Nickognito ha scritto: Se scrivo su facebook 'e' piu' facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli'
o invece commento la morte di un nipote di Berlusconi, appena deceduto dopo un incidente 'bambino ricco di merda, adesso finalmente i diavoli ti bruceranno vivo per l' eternita''
Boh, sono differenze evidenti.
I membri della Westboro Baptist Church quando muore un gay nella loro zona picchettano il funerale con cartelli tipo "Fr...o stai gia' bruciando all'inferno!" Saranno di cattivo gusto, ma non fanno che portare alle estreme conseguenze le verita' che trovano nelle scritture in cui credono.
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Re: Il politicamente corretto
Però si rischia di arrivare al paradosso che un ateo non sia libero di "mandare" i gay all'inferno e invece il credente che ritiene questa la volontà del Signore può affermarlo impunemente (e anzi, metterlo a tacere sarebbe violazione della sua libertà di culto). No, io con molto sforzo posso accettare (o quanto meno capire) che in chiesa si dicano queste cose esattamente come in ogni circolo privato (lo dico senza alcuna intenzione denigratoria o di scherno, mi perdonino i credenti se l'espressione non piace) vigono regole interne non necessariamente in linea con il comune sentire e/o la legge vigente (esempio limite: in un club di adepti sadomaso puoi frustare lo schiavo, se lo fai in mezzo alla strada giustamente ti sbattono in galera). Ma i social media non sono una cattedrale in cui si celebra la messa, anche se uno afferma di essere mosso dallo Spirito Santo.
Re: Il politicamente corretto
Anche Mohamed Atta credeva di comportarsi legittimamente quando si stava schiantando con l'aereo sulle torri gemelle.Gios ha scritto:Quello che è più importante è che ogni società considera alcuni cardini in cui nuota acquisiti ed indubitabili, e in nome di questi si oppone a chi non è "politicamente corretto". Siamo impermetropi, facciamo fatica a considerare quanto è troppo vicino a noi.
Credo che nessuno sia così ingenuo da pensare che il dominicano che inveiva contro i catari della città di Albi (che noi assumiamo essere un sanguinario intollerante) non ritenesse di comportarsi legittimamente, tanto quanto l'odierno ambientalista meno moderato. Ognuno dei due ragiona in base al metro che la società civile considerava o considera indubitabile: la religione di Cristo in un caso, il metodo scientifico nell'altro.
Questo relativismo e' inaccettabile, una cosa non e' giusta o sbagliata, morale o immorale, in base alle idee contingenti della societa' in cui si vive.
E' giusta o sbagliata in base alle conseguenze che ha per il benessere comune, di tutti gli altri individui.
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Re: Il politicamente corretto
Si lo sono. Nettamente, senza ombra di dubbio.uglygeek ha scritto: Veramente le differenze sono cosi' evidenti?
L' australiano ha detto 'chi ruba va all'inferno'. Ma non ha dato a nessuno del ladro.
E' la stessa differenza che c'e' tra dire 'il furto e' reato' e calunniare qualcuno per furto.
La differenza e' talmente netta da non ammettere dubbi. Solo che se sostituisco 'reato / furto' a 'immorale / omosessualita'' allora si presuppone che cambi tutto, senza motivo.
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Re: Il politicamente corretto
Ma loro pensano che siccome hanno quelle idee religiose e quelle idee sono vere, allora debbano valere per tutti, anche per chi non crede.scooter ha scritto:Però si rischia di arrivare al paradosso che un ateo non sia libero di "mandare" i gay all'inferno e invece il credente che ritiene questa la volontà del Signore può affermarlo impunemente (e anzi, metterlo a tacere sarebbe violazione della sua libertà di culto). No, io con molto sforzo posso accettare (o quanto meno capire) che in chiesa si dicano queste cose esattamente come in ogni circolo privato (lo dico senza alcuna intenzione denigratoria o di scherno, mi perdonino i credenti se l'espressione non piace) vigono regole interne non necessariamente in linea con il comune sentire e/o la legge vigente (esempio limite: in un club di adepti sadomaso puoi frustare lo schiavo, se lo fai in mezzo alla strada giustamente ti sbattono in galera). Ma i social media non sono una cattedrale in cui si celebra la messa, anche se uno afferma di essere mosso dallo Spirito Santo.
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Re: Il politicamente corretto
Ma no che non e' cosi', perche' essere ladro non e' una buona cosa, quindi accusare qualcuno di essere ladro e' sbagliato.Nickognito ha scritto:Si lo sono. Nettamente, senza ombra di dubbio.uglygeek ha scritto: Veramente le differenze sono cosi' evidenti?
L' australiano ha detto 'chi ruba va all'inferno'. Ma non ha dato a nessuno del ladro.
E' la stessa differenza che c'e' tra dire 'il furto e' reato' e calunniare qualcuno per furto.
La differenza e' talmente netta da non ammettere dubbi. Solo che se sostituisco 'reato / furto' a 'immorale / omosessualita'' allora si presuppone che cambi tutto, senza motivo.
Ma essere gay o etero (o bi) dovrebbe essere una cosa neutra, come essere alti o bassi, biondi o bruni. Se uno dice che i gay meritano l'inferno implicitamente insulta i gay, sia quelli che lo sono apertamente, sia quelli che lo sono e non lo dicono.
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Re: Il politicamente corretto
Insomma, io sul mio social non posso esprimere la mia morale?scooter ha scritto:Però si rischia di arrivare al paradosso che un ateo non sia libero di "mandare" i gay all'inferno e invece il credente che ritiene questa la volontà del Signore può affermarlo impunemente (e anzi, metterlo a tacere sarebbe violazione della sua libertà di culto). No, io con molto sforzo posso accettare (o quanto meno capire) che in chiesa si dicano queste cose esattamente come in ogni circolo privato (lo dico senza alcuna intenzione denigratoria o di scherno, mi perdonino i credenti se l'espressione non piace) vigono regole interne non necessariamente in linea con il comune sentire e/o la legge vigente (esempio limite: in un club di adepti sadomaso puoi frustare lo schiavo, se lo fai in mezzo alla strada giustamente ti sbattono in galera). Ma i social media non sono una cattedrale in cui si celebra la messa, anche se uno afferma di essere mosso dallo Spirito Santo.
La mia bacheca facebook e' piena di atei che scrivono che tutti i religiosi sono stupidi. Deve essere illegale, causare il licenziamento?
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Re: Il politicamente corretto
Dai, vi hanno fatto il lavaggio del cervello, mi spiaceuglygeek ha scritto: Ma no che non e' cosi', perche' essere ladro non e' una buona cosa, quindi accusare qualcuno di essere ladro e' sbagliato.
Ma essere gay o etero (o bi) dovrebbe essere una cosa neutra, come essere alti o bassi, biondi o bruni. Se uno dice che i gay meritano l'inferno implicitamente insulta i gay,
Chi ha scritto 'merita'?
Stai parlando come se tutti fossimo d'accordo che esiste un terribile luogo chiamato inferno e che qualcuno si auguri che un gay ci vada.
Di fatto si dice solo che esiste una legge naturale per cui chi fa sesso fuori dal matrimonio va in un luogo immaginario.
Non posso dirlo?
Che problema c'e' a capire la differenza tra una affermazione e un augurio?
Se io scrivo 'i fumatori, se non smettono, si ammaleranno di piu' di cancro'. non va bene. O va bene perche' i fumatori fanno una cosa cattiva, e non neutra?
E se io scrivo ' i bassi si ammaleranno tutti di diabete, se non si mettono i tacchi', sono da denunciare perche' infamo i bassi? Sto augurando a qualche basso di ammalarsi?
Sono accuse prive di fondamento logico, basate sul presupposto che uno che scrive certe cose si augurera' anche che.... discriminera'.. e cosi' via'.
Il che puo' essere, in certi casi (sanzionabili), come no in altri.
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Re: Il politicamente corretto
Per dire, se io scrivo
'avendo rapporti omosessuali, si prende l'aids piu' facilmente.'
vero o falso che sia, sto accusando i gay? Dico che si meritano l'aids?
'avendo rapporti omosessuali, si prende l'aids piu' facilmente.'
vero o falso che sia, sto accusando i gay? Dico che si meritano l'aids?
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Re: Il politicamente corretto
Non stavamo parlando di Folau, Cristianesimo, Bibbia, ecc?Nickognito ha scritto:Stai parlando come se tutti fossimo d'accordo che esiste un terribile luogo chiamato inferno e che qualcuno si auguri che un gay ci vada.
Non e' che si augura, Folau e' certo che qualsiasi gay vada all'inferno.
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Re: Il politicamente corretto
Ma il punto è che non importa quello che pensi tu di queste frasi.
Nella realtà dei fatti vale un presunto e indefinito "sentire comune" che fa sì che queste tue frasi possano essere interpretate come omofobe e discriminanti.
Nella realtà dei fatti vale un presunto e indefinito "sentire comune" che fa sì che queste tue frasi possano essere interpretate come omofobe e discriminanti.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Il politicamente corretto
Esatto.uglygeek ha scritto:Non stavamo parlando di Folau, Cristianesimo, Bibbia, ecc?Nickognito ha scritto:Stai parlando come se tutti fossimo d'accordo che esiste un terribile luogo chiamato inferno e che qualcuno si auguri che un gay ci vada.
Mettiamo che io sia un gay ateo e che tu mi dica
'Spero tu muoia, perche' sei gay'
Non si fa.
'Spero tutti i gay muoiano'
Non si fa comunque'
'Tutti i gay muoiono'
Va benissimo, e' pure vero, a meno di contesti dove si intenda una discriminazione'
'Tutti i gay prendono l'aids'
E' falso, ma non discriminatorio, anche se puo' esserlo in certi contesti.
' Tutti i gay vanno a Azkaban'
Capisco che uno forse voglia offendere, ma se penso che ci creda, visto che non credo alla esistenza della prigione di Harry Potter, non mi offendo di certo, anzi, mi preoccupo per chi lo scrive.
'Tutti quelli che hanno rapporti gay vanno all'inferno'. Vivendo in Europa nel 2019. so benissimo che si tratta di una delle credenze piu' comuni di questo mondo oggi e quindi non ci vedo nulla di personale ne' un augurio e non mi preoccupo per chi scrive (anche se magari per me l'inferno e' come Azkaban)
'Tutti quelli che fanno (elenco di dieci attivita' tra cui avere rapporti gay) vanno all'inferno'. Come sopra, in piu' evidentemente, visto la lunga lista, non pensa ai gay in particolare.
'voi tutti quelli che fate (elenco di dieci attivita' tra cui avere rapporti gay) andrete all'inferno, se non vi pentite'
Mi rompi i coglioni, ma apprezzo l'intenzione di volere il mio bene.
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Re: Il politicamente corretto
Certo, la gente e' illogica, magari domani esistera' un sentire comune per cui scrivere 'ti voglio bene' significa offendere a morte.paoolino ha scritto:Ma il punto è che non importa quello che pensi tu di queste frasi.
Nella realtà dei fatti vale un presunto e indefinito "sentire comune" che fa sì che queste tue frasi possano essere interpretate come omofobe e discriminanti.
Non mi oppongo.
Ma non e' questo il caso. Il giocatore australiano ha fatto una cosa legale, accettata dalla legge e il sentire comune nonm ha fatto nulla per cambiare la legge. La sua ragazza lo ha sostenuto e la sua federazione la ha sostenuta, senza squalificarla. Senza, mi pare, andare contro il sentire comune. Nessuno lo ha arrestato, il post non e' stato, credo, censurato dai social. Nessuno ha proibito la vendita del libro citato in questione, le persone che sostengono pubblicamente le stesse cose, come i preti, sono spesso ancora rispettati da milioni di persone.
Quando diventera' il caso lo si proibisca per legge. Fino ad allora, non si licenzia.
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Re: Il politicamente corretto
Sul licenziamento in senso stretto non so che dire, ma non c'è dubbio che tali affermazioni siano abbastanza fuori luogo. Ed è un po' quel che si diceva su "negro" nell'altro topic: la nostra società ha, per così dire, deciso che la parola sia sconveniente e tanto basta. Esattamente come mettersi le dita nel naso in pubblico, e non importa se il gesto abbia anche una funzione "terapeutica".Nickognito ha scritto:Insomma, io sul mio social non posso esprimere la mia morale?scooter ha scritto:Però si rischia di arrivare al paradosso che un ateo non sia libero di "mandare" i gay all'inferno e invece il credente che ritiene questa la volontà del Signore può affermarlo impunemente (e anzi, metterlo a tacere sarebbe violazione della sua libertà di culto). No, io con molto sforzo posso accettare (o quanto meno capire) che in chiesa si dicano queste cose esattamente come in ogni circolo privato (lo dico senza alcuna intenzione denigratoria o di scherno, mi perdonino i credenti se l'espressione non piace) vigono regole interne non necessariamente in linea con il comune sentire e/o la legge vigente (esempio limite: in un club di adepti sadomaso puoi frustare lo schiavo, se lo fai in mezzo alla strada giustamente ti sbattono in galera). Ma i social media non sono una cattedrale in cui si celebra la messa, anche se uno afferma di essere mosso dallo Spirito Santo.
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Re: Il politicamente corretto
Il domenicano e quella società ritenevano nella maniera più candida (perché leggevano Agostino, leggevano Tertulliano, ascoltavano Bernardo di Chiaravalle) e ragionevole che l'estirpazione dell'eretico fosse una cosa giusta, morale e assolutamente necessaria per il benessere comune di tutti gli individui, perché il loro mondo era ratio, Vangelo e auctoritates.uglygeek ha scritto:Anche Mohamed Atta credeva di comportarsi legittimamente quando si stava schiantando con l'aereo sulle torri gemelle.Gios ha scritto:Quello che è più importante è che ogni società considera alcuni cardini in cui nuota acquisiti ed indubitabili, e in nome di questi si oppone a chi non è "politicamente corretto". Siamo impermetropi, facciamo fatica a considerare quanto è troppo vicino a noi.
Credo che nessuno sia così ingenuo da pensare che il dominicano che inveiva contro i catari della città di Albi (che noi assumiamo essere un sanguinario intollerante) non ritenesse di comportarsi legittimamente, tanto quanto l'odierno ambientalista meno moderato. Ognuno dei due ragiona in base al metro che la società civile considerava o considera indubitabile: la religione di Cristo in un caso, il metodo scientifico nell'altro.
Questo relativismo e' inaccettabile, una cosa non e' giusta o sbagliata, morale o immorale, in base alle idee contingenti della societa' in cui si vive.
E' giusta o sbagliata in base alle conseguenze che ha per il benessere comune, di tutti gli altri individui.
Così anche noi oggi crediamo in altre cose, perché il nostro mondo è ratio, social e papers.
Tra duecento anni, chissà dove ci porterà l'epistemologia, chissà dove ci porterà la società, chissà quale sarà l'acqua in cui nuoteremo. Pensare che non ci possa essere un modifica dei paradigmi elementari in cui crediamo, e che questi siano ormai cristallizzati, è perlomeno ingenuo. Che grande avventura la vita!
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Re: Il politicamente corretto
Non direi proprio,vedi qualcuno, in Germania, 80 anni fa . Qualcuno,nella ex Jugoslavia, 25 anni fa. E via andare.alessandro ha scritto:Diciamo quindi che una volta presa coscienza di alcune cose (tipo, tutti gli uomini etc) non si può fare passi indietro.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Il politicamente corretto
Detto questo io sono cristiano, e come diceva un uomo a piedi ad un uomo a cavallo nelle pianure del Mark: "Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca ad ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora".
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Re: Il politicamente corretto
scooter ha scritto: Sul licenziamento in senso stretto non so che dire, ma non c'è dubbio che tali affermazioni siano abbastanza fuori luogo. Ed è un po' quel che si diceva su "negro" nell'altro topic: la nostra società ha, per così dire, deciso che la parola sia sconveniente e tanto basta.
Ma questo da dove lo evinci? La nostra societa' ha deciso che la Bibbia sia sconveniente? Mi sembra semplicemente falso.
Detto questo, il punto e' proprio il licenziamento.
Insomma, tra dirti 'sei sconveniente' e 'ti licenzio' ce ne passa, no?
Metti che licenziano un padre di famiglia con tre figli perche' si mette una volta le dita nel naso fuori dal posto di lavoro.
Davvero dobbiamo discutere dicendo 'eh, licenziare non so, ma certo in societa' non si fa'/
Stiamo scherzando?
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Re: Il politicamente corretto
No, infatti dico che il problema è proprio questo.Nickognito ha scritto:scooter ha scritto: Sul licenziamento in senso stretto non so che dire, ma non c'è dubbio che tali affermazioni siano abbastanza fuori luogo. Ed è un po' quel che si diceva su "negro" nell'altro topic: la nostra società ha, per così dire, deciso che la parola sia sconveniente e tanto basta.
Ma questo da dove lo evinci? La nostra societa' ha deciso che la Bibbia sia sconveniente? Mi sembra semplicemente falso.
Detto questo, il punto e' proprio il licenziamento.
Insomma, tra dirti 'sei sconveniente' e 'ti licenzio' ce ne passa, no?
Metti che licenziano un padre di famiglia con tre figli perche' si mette una volta le dita nel naso fuori dal posto di lavoro.
Davvero dobbiamo discutere dicendo 'eh, licenziare non so, ma certo in societa' non si fa'/
Stiamo scherzando?
"penso che i gay debbano andare all'inferno" non va bene, mentre "penso che Dio voglia mandare i gay all'inferno e allora io penso che questo sia giusto" invece è (relativamente) tollerabile in nome della libertà di culto.
Re: Il politicamente corretto
PS: in ogni caso, alcune cose considerate normali e giuste nella Bibbia sono veri e propri reati penali nella nostra civiltà.
Re: Il politicamente corretto
Dai cazzo, è tutta questione di buone maniere.
Re: Il politicamente corretto
Vorrei far notare il MAGNIFICO logo appena scelto per Parigi 2024, che rappresenta una medaglia, una fiamma e la Marianna: tre simboli molto potenti.
Diranno che questo vezzoso caschetto biondo su candido incarnato, e quelle labbra sottilmente caucasiche, non rappresentano la Francia multietnica e transgender (forse lo chiameranno "il logo di Vichy").
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Re: Il politicamente corretto
Gios ha scritto:
Vorrei far notare il MAGNIFICO logo appena scelto per Parigi 2024, che rappresenta una medaglia, una fiamma e la Marianna: tre simboli molto potenti.
Diranno che questo vezzoso caschetto biondo su candido incarnato, e quelle labbra sottilmente caucasiche, non rappresentano la Francia multietnica e transgender (forse lo chiameranno "il logo di Vichy").
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Il politicamente corretto
Ad esempio: la schiavitu' (Exodus 21)scooter ha scritto:PS: in ogni caso, alcune cose considerate normali e giuste nella Bibbia sono veri e propri reati penali nella nostra civiltà.
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Re: Il politicamente corretto
Ma e' una brunetta!!! E' un logo meravigliosoGios ha scritto:
Vorrei far notare il MAGNIFICO logo appena scelto per Parigi 2024, che rappresenta una medaglia, una fiamma e la Marianna: tre simboli molto potenti.
Diranno che questo vezzoso caschetto biondo su candido incarnato, e quelle labbra sottilmente caucasiche, non rappresentano la Francia multietnica e transgender (forse lo chiameranno "il logo di Vichy").
Di certo non rappresenta la Francia multietnica: ha i capelli scoperti!!!
Ultima modifica di uglygeek il mar ott 22, 2019 9:55 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il politicamente corretto
Possiamo anche cambiare le nostre idee, ma rimangono comunque le conseguenze per il benessere comune di tutti gli altri individui.Gios ha scritto:Il domenicano e quella società ritenevano nella maniera più candida (perché leggevano Agostino, leggevano Tertulliano, ascoltavano Bernardo di Chiaravalle) e ragionevole che l'estirpazione dell'eretico fosse una cosa giusta, morale e assolutamente necessaria per il benessere comune di tutti gli individui, perché il loro mondo era ratio, Vangelo e auctoritates.uglygeek ha scritto:Anche Mohamed Atta credeva di comportarsi legittimamente quando si stava schiantando con l'aereo sulle torri gemelle.Gios ha scritto:Quello che è più importante è che ogni società considera alcuni cardini in cui nuota acquisiti ed indubitabili, e in nome di questi si oppone a chi non è "politicamente corretto". Siamo impermetropi, facciamo fatica a considerare quanto è troppo vicino a noi.
Credo che nessuno sia così ingenuo da pensare che il dominicano che inveiva contro i catari della città di Albi (che noi assumiamo essere un sanguinario intollerante) non ritenesse di comportarsi legittimamente, tanto quanto l'odierno ambientalista meno moderato. Ognuno dei due ragiona in base al metro che la società civile considerava o considera indubitabile: la religione di Cristo in un caso, il metodo scientifico nell'altro.
Questo relativismo e' inaccettabile, una cosa non e' giusta o sbagliata, morale o immorale, in base alle idee contingenti della societa' in cui si vive.
E' giusta o sbagliata in base alle conseguenze che ha per il benessere comune, di tutti gli altri individui.
Così anche noi oggi crediamo in altre cose, perché il nostro mondo è ratio, social e papers.
Tra duecento anni, chissà dove ci porterà l'epistemologia, chissà dove ci porterà la società, chissà quale sarà l'acqua in cui nuoteremo. Pensare che non ci possa essere un modifica dei paradigmi elementari in cui crediamo, e che questi siano ormai cristallizzati, è perlomeno ingenuo. Che grande avventura la vita!
Per cui bruciare vive le persone perche' non credono alle stesse storie a cui credi la maggioranza non va bene, indipendentemente da quello che Agostino poteva pensare allora, non era buono allora, non e' buono oggi e non sara' buono nell'anno 3000.
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Re: Il politicamente corretto
In sintonia con ugly. Cioè insomma Gios, non è che si possa sempre ridurre il tutto a due citazioni raffinate e qualche riferimento storico, per quanto nobile. No offence meant.
"Together we will make MyMag Metal again"
Re: Il politicamente corretto
Mi spiego un poco meglio, spiego quale fosse la forma mentis di quel domenicano.uglygeek ha scritto:Possiamo anche cambiare le nostre idee, ma rimangono comunque le conseguenze per il benessere comune di tutti gli altri individui.Gios ha scritto:Il domenicano e quella società ritenevano nella maniera più candida (perché leggevano Agostino, leggevano Tertulliano, ascoltavano Bernardo di Chiaravalle) e ragionevole che l'estirpazione dell'eretico fosse una cosa giusta, morale e assolutamente necessaria per il benessere comune di tutti gli individui, perché il loro mondo era ratio, Vangelo e auctoritates.uglygeek ha scritto: Anche Mohamed Atta credeva di comportarsi legittimamente quando si stava schiantando con l'aereo sulle torri gemelle.
Questo relativismo e' inaccettabile, una cosa non e' giusta o sbagliata, morale o immorale, in base alle idee contingenti della societa' in cui si vive.
E' giusta o sbagliata in base alle conseguenze che ha per il benessere comune, di tutti gli altri individui.
Così anche noi oggi crediamo in altre cose, perché il nostro mondo è ratio, social e papers.
Tra duecento anni, chissà dove ci porterà l'epistemologia, chissà dove ci porterà la società, chissà quale sarà l'acqua in cui nuoteremo. Pensare che non ci possa essere un modifica dei paradigmi elementari in cui crediamo, e che questi siano ormai cristallizzati, è perlomeno ingenuo. Che grande avventura la vita!
Per cui bruciare vive le persone perche' non credono alle stesse storie a cui credi la maggioranza non va bene, indipendentemente da quello che Agostino poteva pensare allora, non era buono allora, non e' buono oggi e non sara' buono nell'anno 3000.
Dunque, il domenicano sa benissimo che bruciare una persona è una cosa che è preferibile non fare (a margine: la maggior parte dei processi di eresia si risolveva con pene molto più blande della morte. Per dire, l'Inquisizione nei suoi settecento anni di attività ha condannato a morte meno persone di quanto non abbia fatto il Terrore nell'arco di un paio di termidori), è anche però certo che l'eresia, specie quando riguarda particolari aspetti della fede (non entriamo in dettaglio) mina alle basi non solo la società, ma anche la possibilità di salvezza eterna dei fedeli. In quella società si credeva che credendo a certe cose finivi in Paradiso, altrimenti nisba. Ti ricordo che non stiamo parlando della ragionevolezza odierna di questa tesi, ma sulla ragionevolezza che doveva avere al tempo. Sa che l'eretico, potenzialmente, può "spaccare" due mondi, questo e quello dopo. Preferirei non indugiare troppo sulle fasi di un processo ecclesiastico del XIII secolo, arrivando alla conclusione: la morte terribile dell'eretico è giustificabile in quanto può causare la salvezza di un numero molto maggiore di altre persone (sibillinamente, si potrebbe citare il Caifà del Sinedrio, dicendo che è meglio che un uomo solo muoia per salvare gli altri). Insomma: l'inquisitore ragione come un militare, o come un politico avveduto: il bene della collettività (che poi il "bene superiore" sia giustificazione di molte porcherie compiute in nome dell'ideologia, è pacifico).
La fantascienza credo ci aiuti ad intuire quello che oggi potrebbe essere un eccesso simile: supponiamo come, in un futuro non così remoto, i drammi ambientali limitino sensibilmente le risorse alimentari ed energetiche del pianeta. Un corposo studio sovrannazionale e pluriennale commissionato dal USA, Russia, Cina ed EU (la GB non è daccordo ) e sottoscritto da un migliaio di scienziati di varie discipline stabilisce, attraverso proiezioni e modelli, che la popolazione mondiale è sovradimensionata rispetto alle riserve, e che sono essenziali misure drastiche ed immediate. Cosa pensi potrebbe succedere?
È lo stesso processo: una società che si è data delle regole, che ha riconosciuto un metodo autorevole e indiscutibile per individuare i problemi, che si muove di conseguenza applicando su piano civile le deduzioni di questo metodo.
Si tratta ovviamente di un giochino infantile, eh.
Re: Il politicamente corretto
Specifico che l'unica tesi che voglio suggerire (rileggendo mi sono accorto che è un po' annacquata nel discorso) è che penso sia preferibile muoversi con cautela, nell'affidarsi troppo agli strumenti della contemporaneità, perché a posteriori le contemporaneità passate si sarebbero potute accorgere che c'era molto da perfezionare, in quello che ritenevano indubitabile.
È, come al solito, un invito alla cautela, nient'altro.
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Re: Il politicamente corretto
Guarda, è proprio per questo che non bisogna arretrare mai di un millimetro. Tutti gli uomini sono uguali e guai a iniziare a fare distinguo od eccezioni.Johnny Rex ha scritto:Non direi proprio,vedi qualcuno, in Germania, 80 anni fa . Qualcuno,nella ex Jugoslavia, 25 anni fa. E via andare.alessandro ha scritto:Diciamo quindi che una volta presa coscienza di alcune cose (tipo, tutti gli uomini etc) non si può fare passi indietro.
F.F.
Che siano clandestini africani, indiani, rom o chi volete.
Mai arretrate. Che poi si finisce come in Germania 80 anni fa o jugoslavia 25 anni fa (i nostri coetanei), o in Siria oggi.
Noi che siamo avvantaggiati abbiamo il dovere di difendere il possono più in difficoltà. Credo che Gesù abbia detto qualcosa del genere ma inosservato dal baciarosari.
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Re: Il politicamente corretto
Ah,ma io e te possiamo anche non arretrare di un centimetro, ma io o te non siamo tutti
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Il politicamente corretto
avevo letto 'dai balbisauri'alessandro ha scritto:enere ma inosservato dal baciarosari.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Il politicamente corretto
Tutti dovrebbero... poi più siamo e più decisi siamo meglio è. Ma ad ogni segnale, a manifestazioni neonazi a discriminazioni anche minime, anche solo a parole.Johnny Rex ha scritto:Ah,ma io e te possiamo anche non arretrare di un centimetro, ma io o te non siamo tutti
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Re: Il politicamente corretto
Da internet:
Per l’ennesima volta, la trasmissione televisiva italiana 'Tale e quale show' ha usato con grande disinvoltura il blackface; a questo giro, una cantante bianca si è truccata per assumere le sembianze di Beyoncé. Nonostante sia universalmente riconosciuto come offensivo—visto che ha sempre incarnato una pratica razzista, rappresentando uno dei simboli storici dell’oppressione dei neri—in Italia continua a essere ritenuto come un qualcosa di innocuo o scherzoso, perché comunque “non siamo negli Stati Uniti” e quindi non ha lo stesso significato.
Il blackface, tuttavia, rimane un blackface ovunque lo si faccia. Tant’è che ogni singola volta—e i casi, oltre a 'Tale e quale show,' non mancano—persone nere nate o residenti in Italia cercano di farlo notare in tutti i modi. Come ha scritto Tia Taylor sul suo account, ad esempio, la cosa davvero “rivoluzionaria” e “inaudita” in Italia sarebbe invece “non pitturarsi di nero e imitare (male) persone nere sui media.” Per il giornalista Louis Pisano, che si è occupato del caso in una serie di storie su Instagram, “si possono imitare cantanti 'stranieri' di tutto il mondo senza cambiare il colore delle propria pelle. Facile!”. “Io non posso togliermi la melanina come una maschera,” ha detto Bellamy nelle sue story, “io sono nera 24 ore su 24, in Italia, con tutte le conseguenze che ciò comporta.” In più, la condanna non dev’essere lasciata solo ai diretti interessati con la scusa del “non ci riguarda,” perché ci riguarda eccome. Secondo quanto scrive Lawrence Oluyede sul suo account, “non è corretto o giusto o realistico aspettarsi che siano solo le vittime, o comunque coloro che subiscono discriminazioni, a sottolinearne il problema.” Se chi non subisce il razzismo e capisce il problema, ha continuato, “non partecipa alla conversazione discutendo pubblicamente o privatamente con chi fa cose razziste, non se ne esce mai da questa cosa. […] Nessuno si aspetta di eliminare il sessismo eliminando gli uomini dalla conversazione, no? Non è difficile da capire.”
Anche in Italia, insomma, indossare la pelle nere come una maschera non è davvero accettabile. E no: non si può più ignorare la storia che si porta dietro, né ci sono giustificazioni di sorta che possano reggere.
Per l’ennesima volta, la trasmissione televisiva italiana 'Tale e quale show' ha usato con grande disinvoltura il blackface; a questo giro, una cantante bianca si è truccata per assumere le sembianze di Beyoncé. Nonostante sia universalmente riconosciuto come offensivo—visto che ha sempre incarnato una pratica razzista, rappresentando uno dei simboli storici dell’oppressione dei neri—in Italia continua a essere ritenuto come un qualcosa di innocuo o scherzoso, perché comunque “non siamo negli Stati Uniti” e quindi non ha lo stesso significato.
Il blackface, tuttavia, rimane un blackface ovunque lo si faccia. Tant’è che ogni singola volta—e i casi, oltre a 'Tale e quale show,' non mancano—persone nere nate o residenti in Italia cercano di farlo notare in tutti i modi. Come ha scritto Tia Taylor sul suo account, ad esempio, la cosa davvero “rivoluzionaria” e “inaudita” in Italia sarebbe invece “non pitturarsi di nero e imitare (male) persone nere sui media.” Per il giornalista Louis Pisano, che si è occupato del caso in una serie di storie su Instagram, “si possono imitare cantanti 'stranieri' di tutto il mondo senza cambiare il colore delle propria pelle. Facile!”. “Io non posso togliermi la melanina come una maschera,” ha detto Bellamy nelle sue story, “io sono nera 24 ore su 24, in Italia, con tutte le conseguenze che ciò comporta.” In più, la condanna non dev’essere lasciata solo ai diretti interessati con la scusa del “non ci riguarda,” perché ci riguarda eccome. Secondo quanto scrive Lawrence Oluyede sul suo account, “non è corretto o giusto o realistico aspettarsi che siano solo le vittime, o comunque coloro che subiscono discriminazioni, a sottolinearne il problema.” Se chi non subisce il razzismo e capisce il problema, ha continuato, “non partecipa alla conversazione discutendo pubblicamente o privatamente con chi fa cose razziste, non se ne esce mai da questa cosa. […] Nessuno si aspetta di eliminare il sessismo eliminando gli uomini dalla conversazione, no? Non è difficile da capire.”
Anche in Italia, insomma, indossare la pelle nere come una maschera non è davvero accettabile. E no: non si può più ignorare la storia che si porta dietro, né ci sono giustificazioni di sorta che possano reggere.
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: Il politicamente corretto
Cioè l'imitazione di una persona con la pelle scura andrebbe fatta in modo rivoluzionario conservando la pelle bianca? Sì, sarebbe una cosa inaudita. O meglio, una puttanata inaudita. Poi uno può anche imitare Dracula conservando la propria dentatura, vedi mai che chi ha i canini pronunciati abbia a risentirsi...chiaky ha scritto:Da internet:
Per l’ennesima volta, la trasmissione televisiva italiana 'Tale e quale show' ha usato con grande disinvoltura il blackface; a questo giro, una cantante bianca si è truccata per assumere le sembianze di Beyoncé. Nonostante sia universalmente riconosciuto come offensivo—visto che ha sempre incarnato una pratica razzista, rappresentando uno dei simboli storici dell’oppressione dei neri—in Italia continua a essere ritenuto come un qualcosa di innocuo o scherzoso, perché comunque “non siamo negli Stati Uniti” e quindi non ha lo stesso significato.
Il blackface, tuttavia, rimane un blackface ovunque lo si faccia. Tant’è che ogni singola volta—e i casi, oltre a 'Tale e quale show,' non mancano—persone nere nate o residenti in Italia cercano di farlo notare in tutti i modi. Come ha scritto Tia Taylor sul suo account, ad esempio, la cosa davvero “rivoluzionaria” e “inaudita” in Italia sarebbe invece “non pitturarsi di nero e imitare (male) persone nere sui media.” Per il giornalista Louis Pisano, che si è occupato del caso in una serie di storie su Instagram, “si possono imitare cantanti 'stranieri' di tutto il mondo senza cambiare il colore delle propria pelle. Facile!”. “Io non posso togliermi la melanina come una maschera,” ha detto Bellamy nelle sue story, “io sono nera 24 ore su 24, in Italia, con tutte le conseguenze che ciò comporta.” In più, la condanna non dev’essere lasciata solo ai diretti interessati con la scusa del “non ci riguarda,” perché ci riguarda eccome. Secondo quanto scrive Lawrence Oluyede sul suo account, “non è corretto o giusto o realistico aspettarsi che siano solo le vittime, o comunque coloro che subiscono discriminazioni, a sottolinearne il problema.” Se chi non subisce il razzismo e capisce il problema, ha continuato, “non partecipa alla conversazione discutendo pubblicamente o privatamente con chi fa cose razziste, non se ne esce mai da questa cosa. […] Nessuno si aspetta di eliminare il sessismo eliminando gli uomini dalla conversazione, no? Non è difficile da capire.”
Anche in Italia, insomma, indossare la pelle nere come una maschera non è davvero accettabile. E no: non si può più ignorare la storia che si porta dietro, né ci sono giustificazioni di sorta che possano reggere.
Re: Il politicamente corretto
Non ci posso credere A volte sono preveggente, l'esempio di TEQS l'avevo fatto pochi giorni fa. http://mymag.it/forum/viewtopic.php?f=1 ... o#p2751730chiaky ha scritto:Da internet:
Per l’ennesima volta, la trasmissione televisiva italiana 'Tale e quale show' ha usato con grande disinvoltura il blackface; a questo giro, una cantante bianca si è truccata per assumere le sembianze di Beyoncé. Nonostante sia universalmente riconosciuto come offensivo—visto che ha sempre incarnato una pratica razzista, rappresentando uno dei simboli storici dell’oppressione dei neri—in Italia continua a essere ritenuto come un qualcosa di innocuo o scherzoso, perché comunque “non siamo negli Stati Uniti” e quindi non ha lo stesso significato.
O piu' semplicemente, vivendo negli Stati Uniti e guardando solo la tv italiana, e' facile cogliere il lato assurdo che negli Stati Uniti tutti i partecipanti che si sono dipinti il volto per fare imitazioni non lavorerebbero mai piu'. Nemmeno Carlo Conti, fosse pure solo per l'abbronzatura esagerata.
Leggevo di recente che gli eccessi della politically correctness si sono velocemente diffusi dagli Stati Uniti a tutti gli altri paesi anglofoni, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Canada. Ma nell'Europa continentale non attecchiscono facilmente. Speriamo sia sempre cosi'.
Ultima modifica di uglygeek il lun ott 28, 2019 7:11 pm, modificato 2 volte in totale.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
Re: Il politicamente corretto
Ma neri che imitano i bianchi pitturandosi la faccia di bianco esistono?
A parte Michael Jackson si intende
A parte Michael Jackson si intende
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Il politicamente corretto
Il principe cerca moglieOmbra84 ha scritto:Ma neri che imitano i bianchi pitturandosi la faccia di bianco esistono?
A parte Michael Jackson si intende
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