Coronavirus la sindrome mondiale

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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alessandro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

Comunque bisogna essere precisi.
150.000 in terapia intensiva era il peggiore di una quarantina di scenari e nel caso la vita fosse proseguita senza nessuna precauzione, discoteche, stadi, ospedali spettacoli messe scuole etc.

E poi se uno studioso dice: nel peggiore dei casi, senza alcuna precauzione si potrebbe arrivare sino a 150.000 persone in terapia intensiva, poi chiudi tutto, mascherine e distanziamento obbligatorio, scuole discoteche etc chiuse e poi dici: visto che 150.000 era una cazzata?
Non vale.
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Ombra84
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

Paolo79 ha scritto:
uglygeek ha scritto:
Paolo79 ha scritto:
ok ma allora è negazionismo anche negare che oggi il virus è molto più sotto controllo , almeno in italia. lo è anche negare che rischiamo di morire di fame visto che siamo saliti a 500.000 persone che hanno perso il lavoro. lo è anche negare che anche le altre malattie sono altrettanto importanti perchè non si può far morire la gente per mancanza di cure perchè hai il reparto (o l'intero ospedale) dedicato al covid. devo andare avanti?
Nessuno muore di fame in Italia, semmai si diventa poveri, morire di fame ha un significato ben preciso, e in Italia non succede.
Nessuno nega che il virus e' piu' sotto controllo, in Italia, ma e' sotto controllo appunto perche' si fa di tutto per tenerlo sotto controllo, perche' si sono prese decisioni pesanti e difficili.
E proprio perche' ci sono tante altre malattie non ci possiamo permettere di riempiere gli ospedali di malati di covid. Da cui una delle due: o si prendono misure come il lockdown per ridurre i malati, o si rifiuta di curare i malati di covid perche' anche le altre malattie sono importanti. Cosa scegli?
Sono tanti i motivi per cui il virus oggi è sotto controllo , non c'è solo il lockdown. oggi lo conosciamo molto meglio, possiamo fare le autopsie, siamo come gestirlo sin dai primi sintomi e come prevenirlo grazie a mascherine e comportamenti più accorti.
certo che in italia nessuno muore più di fame, ma nei paesi più poveri si muore di più che nei paesi più ricchi e se noi raddoppiamo il nostro numero di poveri nei prossimi 2 anni come viene detto nelle prime proiezioni, vedrai che qualche effetto lo avremo anche noi.
per cui dire che si rischiavano 150.000 malati in terapia intensiva non è invitare alla prudenza, è fare del terrorismo. terrorismo del quale , sinceramente, mi sono rotto i coglioni
Oh comunque in Spagna( almeno a Madrid e in Catalogna) reintrodotto obbligo totale di mascherine, e stop a feste con più di 10 persone. Si viaggia tra i 1000 e i 2000 contagi giornalieri, con aumento leggero dei ricoveri.
Il che secondo me indica che in Italia la cosa della prevenzione si è presa un pò più sul serio: viaggiamo con numeri "tedeschi".
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Paolo79
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Paolo79 »

alessandro ha scritto:Comunque bisogna essere precisi.
150.000 in terapia intensiva era il peggiore di una quarantina di scenari e nel caso la vita fosse proseguita senza nessuna precauzione, discoteche, stadi, ospedali spettacoli messe scuole etc.

E poi se uno studioso dice: nel peggiore dei casi, senza alcuna precauzione si potrebbe arrivare sino a 150.000 persone in terapia intensiva, poi chiudi tutto, mascherine e distanziamento obbligatorio, scuole discoteche etc chiuse e poi dici: visto che 150.000 era una cazzata?
Non vale.
Giusto. Se domani tutti gli italiani escono di casa con la macchina rischiamo fino a 20 milioni di incidenti stradali.
questo è il peggiore di una quarantina di scenari ma sbattiamo lo stesso il titolone in prima pagina, così magari qualcuno ci crede
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
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paoolino
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da paoolino »

Io sono allucinato da come questa discussione prenda la piega del tifo da stadio e non del buon senso, da un lato e dall'altro.

Credo che tra il complottismo & menefrghismo e l'isterico allarmismo & panico ci sia una precauzione sensata, che per lo più nel mondo della comunicazione è ignorata.

Stranamente mymag segue il mondo della comunicazione su questo.

La mia impressione è che in Italia la massa stia su questa posizione centrale.
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fabio86

Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da fabio86 »

Paolo79 ha scritto: ok ma allora è negazionismo anche negare che oggi il virus è molto più sotto controllo , almeno in italia
Certo che lo è, visto che la situazione è oggettivamente sotto controllo rispetto a tre mesi fa.
Paolo79 ha scritto: lo è anche negare che rischiamo di morire di fame visto che siamo saliti a 500.000 persone che hanno perso il lavoro.
Idem come sopra. Negare le implicazioni economiche a breve e lungo periodo è negare la realtà dei fatti.
Paolo79 ha scritto: lo è anche negare che anche le altre malattie sono altrettanto importanti perchè non si può far morire la gente per mancanza di cure perchè hai il reparto (o l'intero ospedale) dedicato al covid. devo andare avanti?
Ovviamente anche questo è vero ma non mi risulta che i malati non vengano curati negli ospedali per patologie diverse dal covid.
Ne' capisco il senso rispetto a mesi fa. Proprio le misure prese hanno contribuito a svuotare prima gli ospedali di malati di covid. Quindi casomai andrebbero lodate in merito a questo punto. Quale era l'alternativa in caso?
Però se uno nega che un tumore al cervello non sia grave rispetto al covid, ri-idem come sopra, chi lo nega?
Shakespeare
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Shakespeare »

paoolino ha scritto:Io sono allucinato da come questa discussione prenda la piega del tifo da stadio e non del buon senso, da un lato e dall'altro.

Credo che tra il complottismo & menefrghismo e l'isterico allarmismo & panico ci sia una precauzione sensata, che per lo più nel mondo della comunicazione è ignorata.

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

paoolino ha scritto:Io sono allucinato da come questa discussione prenda la piega del tifo da stadio e non del buon senso, da un lato e dall'altro.

Credo che tra il complottismo & menefrghismo e l'isterico allarmismo & panico ci sia una precauzione sensata, che per lo più nel mondo della comunicazione è ignorata.

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tennisfan82 »

Dipendesse da me le mascherine le brucerei tutte domani mattina.

A nessuno piace indossarle, a nessuno piacciono le limitazioni che purtroppo stiamo vivendo ormai da 5 mesi.

Nelle ultime 24 ore in Spagna( dove hanno allentato le misure troppo presto) ci sono stati oltre 900 casi, quindi purtroppo il virus circola e circolerà ancora a lungo.

Ricordo quando mesi fa si diceva che in estate il contagio sarebbe pressoché sparito, ebbene non è così visto che si viaggia ancora tra i 250 e i 300 nuovi casi al giorno.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

tennisfan82 ha scritto:Dipendesse da me le mascherine le brucerei tutte domani mattina.

A nessuno piace indossarle, a nessuno piacciono le limitazioni che purtroppo stiamo vivendo ormai da 5 mesi.

Nelle ultime 24 ore in Spagna( dove hanno allentato le misure troppo presto) ci sono stati oltre 900 casi, quindi purtroppo il virus circola e circolerà ancora a lungo.

Ricordo quando mesi fa si diceva che in estate il contagio sarebbe pressoché sparito, ebbene non è così visto che si viaggia ancora tra i 250 e i 300 nuovi casi al giorno.
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Covid19 is here to stay

Hey Hey My My
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(ma anche no :roll: )

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur Finkelstein
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

https://www.corriere.it/esteri/20_lugli ... 3468.shtml

Comunque, ve lo dico perchè lo sappiate,e sono comunque iniziate le riprese della quinta stagione della Casa di Carta

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

Oltre cento casi in un giorno nella sola praga. Ovviamente la meta' sono under 30.

Fottuti giovani untori.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Johnny Rex ha scritto:My My, Hey Hey
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Spiace dirlo, ma il Dr. Fauci ha usato piu' o meno proprio queste parole qualche giorno fa per ribadire il concetto.
Ultima modifica di uglygeek il mar lug 28, 2020 10:54 pm, modificato 1 volta in totale.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto: Spiace dirlo, ma il Dr. Fauci ha usato piu' o meno queste proprio parole qualche giorno fa per ribadire il concetto.
E allora Ugly,che si fa? si cessa di vivere?
Basta tennis fino a chissà quando? Crollo delle nascite e della vita sociale?
Day by day incollati avedere l'aumento o il calo dei casi per decidere l'umore di una nazione?

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

paoolino ha scritto: La mia impressione è che in Italia la massa stia su questa posizione centrale.
Ma lo vedi dai dati della circolazione del virus, in confronto alle altre nazioni europee. Siamo a livelli tedeschi, mentre altrove il virus circola decisamente di più
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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uglygeek
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Johnny Rex ha scritto:
uglygeek ha scritto: Spiace dirlo, ma il Dr. Fauci ha usato piu' o meno queste proprio parole qualche giorno fa per ribadire il concetto.
E allora Ugly,che si fa? si cessa di vivere?
Basta tennis fino a chissà quando? Crollo delle nascite e della vita sociale?
Day by day incollati avedere l'aumento o il calo dei casi per decidere l'umore di una nazione?

F.F.
Facevo solo notare l'ironia del fatto che le tue parole sarcastiche fossero le stesse usate senza scherzare dal direttore dell'Istituto Nazionale americano per le malattie infettive. https://fox6now.com/2020/07/22/fauci-sa ... nfections/
Ha proprio detto "here to stay" :-)

Per il resto, mi sembra che molto meglio di come l'Italia sta gestendo adesso il problema non si possa fare.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

Non so voi, ma io vedo enorme rilassatezza nelle fasce più giovani della popolazione.

Cioè davvero, ribadisco: questo sono due mesi che fanno apericena come niente. Meraviglia che in questi due mesi si rimanga costanti, co questi che lì tranquilli sorseggiano aperol.

Bisogna rimanere costanti nella vigilanza, cercare di sopravvivere, e fuori dal panettiere cercare di intavolare parole di sensibilizzazione, moderazione, seria attendibilità.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

paoolino ha scritto:Io sono allucinato da come questa discussione prenda la piega del tifo da stadio e non del buon senso, da un lato e dall'altro.

Credo che tra il complottismo & menefrghismo e l'isterico allarmismo & panico ci sia una precauzione sensata, che per lo più nel mondo della comunicazione è ignorata.

Stranamente mymag segue il mondo della comunicazione su questo.

La mia impressione è che in Italia la massa stia su questa posizione centrale.
Ma guarda, ci sono un po' in tutti i contesti forze spiccatamente centrifughe, forze spiccatamente centripete: ed entrambe spaccano il cazzo abbastanza. Poi la gente normale si mette nel mezzo, un po' di qui un po' di lì, cerca di sfangarla, e supperggiù pensa "guarda se vado al bar sotto casa magari la mascherina me la metto sulla bocca un po' poi la cavo; se vado in ospedale me la tengo su bene; se parlo con la Marisa che è vedova e abita sul pianerottolo accanto la mascherina faccio a meno, se arriva quello dei surgelati me la metto; ah: e facciamo Rt, che peraltro non ho mai capito che diavolo sia benebene, non è che ci sto troppo dietro".

Secondo me l'erezione da Rt è una cosa moderatamente grave, dai. Cioè Rt è il corrispondente sanitario dello spread, c'ho quarant'anni, devo andare dietro ad un numero del cazzo calcolato da imbranati (benintenzionati, bravissimi, intendiamoci, professionisti seri) come fossero i voti del dettato della maestra Luisa alle elementari?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da ThePiper »

Gios ha scritto:Non so voi, ma io vedo enorme rilassatezza nelle fasce più giovani della popolazione.

Cioè davvero, ribadisco: questo sono due mesi che fanno apericena come niente. Meraviglia che in questi due mesi si rimanga costanti, co questi che lì tranquilli sorseggiano aperol.
Dalle mie parti, un mesetto fa, ha pure (ri)inaugurato una ex piscina comunale riaperta da alcuni baldi giovani che l'hanno integrata con ristorante e serate varie. Serate chiaramente immortalate e album nella pagina su fb... Non temono niente e non si preoccupano nemmeno di salvare le apparenze.

Ne approfitto per invitarti sabato visto che fanno serata dalle 19 fino a 00 e oltre.

Info in pvt :oops:
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

ThePiper ha scritto:
Gios ha scritto:Non so voi, ma io vedo enorme rilassatezza nelle fasce più giovani della popolazione.

Cioè davvero, ribadisco: questo sono due mesi che fanno apericena come niente. Meraviglia che in questi due mesi si rimanga costanti, co questi che lì tranquilli sorseggiano aperol.
Dalle mie parti, un mesetto fa, ha pure (ri)inaugurato una ex piscina comunale riaperta da alcuni baldi giovani che l'hanno integrata con ristorante e serate varie. Serate chiaramente immortalate e album nella pagina su fb... Non temono niente e non si preoccupano nemmeno di salvare le apparenze.

Ne approfitto per invitarti sabato visto che fanno serata dalle 19 fino a 00 e oltre.

Info in pvt :oops:
No appunto non capisco cone non ci siano già ora i morti per strada ecco.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da ThePiper »

Gios ha scritto:No appunto non capisco cone non ci siano già ora i morti per strada ecco.
A parte i morti(e vabbè, per me, noi ne abbiamo avuto tanti perchè a parte le mancate prevenzioni abbiamo subito l'ondata pandemica in un periodo in cui si dovevano addirittura velocizzare gli strumenti diagnostici figurarsi gli errori commessi nelle cure dei malati, mi pare una cosa dimenticata da molti analisti che fanno i confronti sui morti per mln), ci sono pure pochissimi casi da dopo le riaperture ed è la cosa che mi lascia positivamente perplesso.
Se in Serbia è successo quel che è successo con un torneino di tennis, qua al di là di qualche mascherina di esercenti e dipendenti vari ne ho viste abbastanza. Siamo sempre fra i 100 e i 250 in tutta Italia e molti vengono pure da fuori...

Osservandomi un po' intorno mi pare che rispetto agli inizi quelli maggiormente prudenti sono proprio gli anziani (che inizialmente non potevano rinunciare a fare la spesa 8 volte alla settimana e faticavano a rinunciare ai loro hobby preoccupandosi poco delle conseguenze) e sicuramente aiuta.

Boh magari stanno lavorando bene, fanno sempre molti tamponi riuscendo a isolare i focolai e a parte casi come l'imprenditore veneto i sintomatici si preoccupano subito non facendo disastri.
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Monheim
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Monheim »

Non escludo che l'espressione di seguito vi abbia stufato, ma oggi come oggi doveste scommettere il famoso copeco, direste che ci sarà una seconda ondata, in Italia e nel mondo (posto che da qualche parte non son ancora usciti dalla prima) tra autunno e inverno, boreale e australe, oppure no?

E casomai come verrebbe gestita in Italia secondo voi?

La mia sensazione è che una chiusura totale come avuta mesi fa sia giocoforza assolutamente insostenibile e suicida sia per motivi economici sia sociali soprattutto perché diversi a sto giro impazzirebbero davvero tra l'altro col paese ancora più in ginocchio.

Penso, invece, che ci sarebbero degli accorgimenti sulla base dei focolai con relative regioni più o meno limitate in termini di entrata e uscita fuorché ovviamente necessità stringenti.

Alla luce dell'esperienza, in teoria si dovrebbe intervenire prima e meglio.

Poi chissà... Lo scopriremo solo vivendo.


Quanto al desiderio di uscire e di socialità nonostante ciò che è successo, direi che è abbastanza insito nell'umanità specie nei giovani e ora che è estate; forse un minimo lo condanno, ma al contempo lo capisco e non tutti siamo fatti nello stesso modo.

Poi qui non siamo più giovanissimi e per giunta mi par di capire che bene o male siam tutte persone capaci di vivere senza troppi problemi anche periodi di "letargo" più o meno lunghi.

Talvolta mi chiedo come avrei reagito se avessi avuto sedici anni. Non credo che sarebbe cambiato granché perché in effetti non son mai stato uno scapestrato superagitato però immagino non valga per tutti siccome in linea di massima da (più) giovani si è più ribelli, spensierati e meno accorti anche e soprattutto rispetto agli effetti del nostro comportamento su chi ci circonda.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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paoolino
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da paoolino »

Molti si chiedono perché, durante un’epidemia, i fatti facciano così fatica a emergere, e le persone non siano capaci di distinguere tra opinioni e discorsi fondati su fatti la cui verifica (in negativo o positivo) è possibile. “Non ai numeri guardiamo, ma agli occhi di chi ci racconta qualcosa”. Questa semplice frase, del mio amico Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, contiene forse la spiegazione più interessante di quel che sta succedendo durante questa curiosa èra di pandemia.

Di fatto, noi siamo ancora quel primate sociale, i cui neuroni sono cablati per riconoscerci in un gruppo e applicare euristiche non necessariamente razionali che ne consentono la sopravvivenza. Quindi, di fronte alla pandemia, cerchiamo ancora più del solito conforto in quelli che la pensano come noi – e cerchiamo di identificare membri prestigiosi del clan, che manifestano opinioni di nostro interesse; cerchiamo di guardare alle loro espressioni, alla loro mimica, alla loro storia, più che ai loro dati, e seguiamo il canale della nostra empatia per fidarci dell’uno, invece che dell’altro.

Il dato scompare, o meglio diventa un accessorio invisibile alla discussione, che in realtà si basa sull’immagine emotiva restituita dal nostro interlocutore; ragion per cui, anche se esistesse una tabella che predicesse esattamente l’andamento della pandemia in Italia da qui a un anno (e non può esistere), ci fideremmo lo stesso di più di quel professore o di quel clinico che, secondo il caso, con voce suadente, o con urla e strepiti, ci sembra più simile a quello scienziato ideale che sogniamo ci possa raccontare la verità e uscire dalla perigliosa incertezza in cui ci troviamo. 
Nulla di nuovo, quindi, se non fosse che questi meccanismi possono oggi essere azionati su una massa enorme di persone, in maniera quasi istantanea, sfruttando la sinergia tra la televisione – che ci restituisce l’immagine che ci serve a esprimere il giudizio empatico – e i nuovi media, che consentono a quel messaggio di essere rilanciato all’infinito, e in più amplificano i meccanismi emulativi che coagulano le tribù polarizzate intorno ai loro guru.
Perché, alla fine, questo sembra essere il lascito principale, dal punto di vista culturale, dell’attuale pandemia: la definitiva frammentazione della comunità scientifica in tribù non solo accademiche, ma a questo punto estese alla popolazione, le quali instaurano il proprio culto della personalità e sperano segretamente di aver trovato il guru giusto.

I numeri, i dati, i fatti, sono orpelli troppo lenti per essere maneggiati nel velocissimo mondo delle emozioni online. E se altri 35 mila italiani dovessero morire nei prossimi mesi, o se invece al contrario il virus sparisse, si troverà senza dubbio la spiegazione più opportuna, per non incrinare il culto, e per non ammettere che le proprie scelte non su base razionale e analisi sono state fondate, ma sul fatto che, come mi ha scritto una gentile commentatrice sui social, “scegliamo guardando i dati quella che ci sembra la verità, dettata da una fiducia verso la persona che la divulga”. Benvenuti nell’èra delle mille credenze, tutte uguali e tutte contrapposte.

(Enrico Bucci - il Foglio)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:
Johnny Rex ha scritto:
uglygeek ha scritto: Spiace dirlo, ma il Dr. Fauci ha usato piu' o meno queste proprio parole qualche giorno fa per ribadire il concetto.
E allora Ugly,che si fa? si cessa di vivere?
Basta tennis fino a chissà quando? Crollo delle nascite e della vita sociale?
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F.F.
Facevo solo notare l'ironia del fatto che le tue parole sarcastiche fossero le stesse usate senza scherzare dal direttore dell'Istituto Nazionale americano per le malattie infettive. https://fox6now.com/2020/07/22/fauci-sa ... nfections/
Ha proprio detto "here to stay" :-)

Per il resto, mi sembra che molto meglio di come l'Italia sta gestendo adesso il problema non si possa fare.


Credo anch’io che le misure siano equilibrate. Si vive e ci si tutela per evitare la seconda ondata che ha già preso alcuni paesi e pare stia prendendo ora Spagna Francia e Germania.

Buon senso e forse ne usciamo senza dover richiuderci in casa. Sarebbe molto brutto sia psicologicamente che economicamente.

Qui in Lombardia siamo usciti da un incendio, con morti e feriti e le case danneggiate.
Ora le fiamme sono spente ma se vedo gente che gioca coi fiammiferi mi girano alla grande.

Equilibrio per qualche mese e poi si spera di chiudere la cosa col vaccino.

Ho una conoscente che fa l’infermiera a Cremona, racconti dall’inferno , con cadaveri e moribondi ovunque, colpiva i reni, i polmoni il cuore con infarti improvvisi, “quando tornavo a casa piangevo ogni giorno “.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

Forse l'eta media avanzata della popolazione spiega la maggiore attenzione italica rispetto ad altri paesi, sopratutto extraeuropei.
Comunque presto per fare previsioni autunnali, ripeto, non so in che misura gli eventi del 29 Luglio influenzino il 29 Settembre, come non so quanto e se in Catalogna quelli del 29 Maggio influenzino il 29 Luglio.

Ora l'OMS dice che altre ondate non ci saranno,ma solo una a moto alterno :) ,insomma, il COVID non va tipo l'influenza .

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Monheim »

paoolino ha scritto:Molti si chiedono perché, durante un’epidemia, i fatti facciano così fatica a emergere, e le persone non siano capaci di distinguere tra opinioni e discorsi fondati su fatti la cui verifica (in negativo o positivo) è possibile. “Non ai numeri guardiamo, ma agli occhi di chi ci racconta qualcosa”. Questa semplice frase, del mio amico Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, contiene forse la spiegazione più interessante di quel che sta succedendo durante questa curiosa èra di pandemia.

Di fatto, noi siamo ancora quel primate sociale, i cui neuroni sono cablati per riconoscerci in un gruppo e applicare euristiche non necessariamente razionali che ne consentono la sopravvivenza. Quindi, di fronte alla pandemia, cerchiamo ancora più del solito conforto in quelli che la pensano come noi – e cerchiamo di identificare membri prestigiosi del clan, che manifestano opinioni di nostro interesse; cerchiamo di guardare alle loro espressioni, alla loro mimica, alla loro storia, più che ai loro dati, e seguiamo il canale della nostra empatia per fidarci dell’uno, invece che dell’altro.

Il dato scompare, o meglio diventa un accessorio invisibile alla discussione, che in realtà si basa sull’immagine emotiva restituita dal nostro interlocutore; ragion per cui, anche se esistesse una tabella che predicesse esattamente l’andamento della pandemia in Italia da qui a un anno (e non può esistere), ci fideremmo lo stesso di più di quel professore o di quel clinico che, secondo il caso, con voce suadente, o con urla e strepiti, ci sembra più simile a quello scienziato ideale che sogniamo ci possa raccontare la verità e uscire dalla perigliosa incertezza in cui ci troviamo. 
Nulla di nuovo, quindi, se non fosse che questi meccanismi possono oggi essere azionati su una massa enorme di persone, in maniera quasi istantanea, sfruttando la sinergia tra la televisione – che ci restituisce l’immagine che ci serve a esprimere il giudizio empatico – e i nuovi media, che consentono a quel messaggio di essere rilanciato all’infinito, e in più amplificano i meccanismi emulativi che coagulano le tribù polarizzate intorno ai loro guru.
Perché, alla fine, questo sembra essere il lascito principale, dal punto di vista culturale, dell’attuale pandemia: la definitiva frammentazione della comunità scientifica in tribù non solo accademiche, ma a questo punto estese alla popolazione, le quali instaurano il proprio culto della personalità e sperano segretamente di aver trovato il guru giusto.

I numeri, i dati, i fatti, sono orpelli troppo lenti per essere maneggiati nel velocissimo mondo delle emozioni online. E se altri 35 mila italiani dovessero morire nei prossimi mesi, o se invece al contrario il virus sparisse, si troverà senza dubbio la spiegazione più opportuna, per non incrinare il culto, e per non ammettere che le proprie scelte non su base razionale e analisi sono state fondate, ma sul fatto che, come mi ha scritto una gentile commentatrice sui social, “scegliamo guardando i dati quella che ci sembra la verità, dettata da una fiducia verso la persona che la divulga”. Benvenuti nell’èra delle mille credenze, tutte uguali e tutte contrapposte.

(Enrico Bucci - il Foglio)
Benissimo, Paolo ed Enrico, ora però fiondiamoci tutti sul canale di Morris.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Gios
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

paoolino ha scritto:Molti si chiedono perché, durante un’epidemia, i fatti facciano così fatica a emergere, e le persone non siano capaci di distinguere tra opinioni e discorsi fondati su fatti la cui verifica (in negativo o positivo) è possibile. “Non ai numeri guardiamo, ma agli occhi di chi ci racconta qualcosa”. Questa semplice frase, del mio amico Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, contiene forse la spiegazione più interessante di quel che sta succedendo durante questa curiosa èra di pandemia.

Di fatto, noi siamo ancora quel primate sociale, i cui neuroni sono cablati per riconoscerci in un gruppo e applicare euristiche non necessariamente razionali che ne consentono la sopravvivenza. Quindi, di fronte alla pandemia, cerchiamo ancora più del solito conforto in quelli che la pensano come noi – e cerchiamo di identificare membri prestigiosi del clan, che manifestano opinioni di nostro interesse; cerchiamo di guardare alle loro espressioni, alla loro mimica, alla loro storia, più che ai loro dati, e seguiamo il canale della nostra empatia per fidarci dell’uno, invece che dell’altro.

Il dato scompare, o meglio diventa un accessorio invisibile alla discussione, che in realtà si basa sull’immagine emotiva restituita dal nostro interlocutore; ragion per cui, anche se esistesse una tabella che predicesse esattamente l’andamento della pandemia in Italia da qui a un anno (e non può esistere), ci fideremmo lo stesso di più di quel professore o di quel clinico che, secondo il caso, con voce suadente, o con urla e strepiti, ci sembra più simile a quello scienziato ideale che sogniamo ci possa raccontare la verità e uscire dalla perigliosa incertezza in cui ci troviamo. 
Nulla di nuovo, quindi, se non fosse che questi meccanismi possono oggi essere azionati su una massa enorme di persone, in maniera quasi istantanea, sfruttando la sinergia tra la televisione – che ci restituisce l’immagine che ci serve a esprimere il giudizio empatico – e i nuovi media, che consentono a quel messaggio di essere rilanciato all’infinito, e in più amplificano i meccanismi emulativi che coagulano le tribù polarizzate intorno ai loro guru.
Perché, alla fine, questo sembra essere il lascito principale, dal punto di vista culturale, dell’attuale pandemia: la definitiva frammentazione della comunità scientifica in tribù non solo accademiche, ma a questo punto estese alla popolazione, le quali instaurano il proprio culto della personalità e sperano segretamente di aver trovato il guru giusto.

I numeri, i dati, i fatti, sono orpelli troppo lenti per essere maneggiati nel velocissimo mondo delle emozioni online. E se altri 35 mila italiani dovessero morire nei prossimi mesi, o se invece al contrario il virus sparisse, si troverà senza dubbio la spiegazione più opportuna, per non incrinare il culto, e per non ammettere che le proprie scelte non su base razionale e analisi sono state fondate, ma sul fatto che, come mi ha scritto una gentile commentatrice sui social, “scegliamo guardando i dati quella che ci sembra la verità, dettata da una fiducia verso la persona che la divulga”. Benvenuti nell’èra delle mille credenze, tutte uguali e tutte contrapposte.

(Enrico Bucci - il Foglio)
Boh, a me pare ci sia un duplice basso modo d'orientarsi: quella del sentimento e quella del dato.
Il numero, il parametro, che asciugato e ristretto diventa idolatria, algido Bafometto indiscutibile e severo, che regolamenta le azioni, il cui sforamento ha ripercussioni patetiche. Aggiungo anche che, rispetto al sentimento (che scade nel cattivo gusto o nelle derive esposte qui sopra) il dato ha parvenza di maggiore autorità, e quindi è forse più sottilmente pericoloso.

La bassa scienza fa, oggi, più danni degli smielamenti del basso sentimentalismo, proprio perché ci sono fasce di popolazione moderatamente istruite che alla scienza danno (doverosamente: ma acriticamente. E come essere "critici" senza competenze è riflessione che dovrebbe portare la maggior parte degli individui ad un fertile scoraggiamento dell'esposizione dei propri pareri) affidamento diffuso alle cose di scienza. La scienza, dal punto di vista sociale (NON parlo di efficacia, ma di società) ha tutti quei carismi che aveva la religione d'altri tempi, in cui gli spiriti magni dimostravano una certa acuta perseveranza, e gli spiriti parvi un bigotto attaccamento. Non ho problemi (e credo di non sbagliare) a dire che molte persone, oggi, senza accorgersene, sono dei veri e propri bigotti scientifici.

Ovviamente sobrietà, nobiltà, misura, rigore ed anche bellezza possono sposarsi felicemente con un sentimentalismo elevato, e con una scienza (scientia) profonda.
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laplaz
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

Ieri gli USA hanno trainato contagi e decessi facendo un ulteriore salto in avanti. Tutto ciò mentre Trump dice che tutti gli Stati dovrebbero eliminare le chiusure e le precauzioni prese fino ad oggi.
Nickognito
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

Qua credo che ormai i buoi siano andati, vedremo spero qualche nuova chiusura da lunedi, ma tutto accade tardi, il governo non vuole tenersi i giovani contro. Ormai gli under 30-40 non hanno piu' nessun rispetto ovunque in citta', di nessun tipo.

Io sto al lavoro con FFP2, ma pronto a usare FFP3. Quasi spero ci sia un caso al lavoro cosi' credo ci farebbero stare a casa. Del resto al lavoro sono in contatto giornaliero con i responsabili della sanita' del governo, pero' il governo e' stato efficacissimo prima, molto meno ora, il caldo grande complice, la gente vuole stare fuori e non portare mascherine.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

Nickognito ha scritto:Ormai gli under 30-40 non hanno piu' nessun rispetto ovunque in citta', di nessun tipo.
Cazzo sembri Seneca che scrive a Lucilio :D
Nickognito
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

O mores...
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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alessandro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

germania UK e francia sconsigliano i viaggi in Spagna e pensano alla chiusura delle frontiere tra francia e spagna.
se uccede anche qui è il disastro.

fate i bravi e lasciateci lavorare almeno questi 2 mesi.
Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Paolo79 »

alessandro ha scritto:germania UK e francia sconsigliano i viaggi in Spagna e pensano alla chiusura delle frontiere tra francia e spagna.
se uccede anche qui è il disastro.

fate i bravi e lasciateci lavorare almeno questi 2 mesi.
La Spagna è il paese europeo che ha la maggior % di PIL del turismo (diretto+indiretto) sul totale, ancora più dell'italia. per loro sarà un'ulteriore mazzata questa cosa, mi spiace molto perchè ho parecchi colleghi sia spagnoli che catalani, sono brava gente.
e'brutto dirlo ma questa cosa dovrebbe portare beneficio all'italia se tutto rimanesse così , perchè probabilmente ci saranno molti stranieri che opteranno per l'italia come conseguenza del fatto che non potranno andare in spagna.
E' anche vero che in italia partiamo da un -90% di prenotazioni straniere rispetto all'anno scorso, per cui se anche fosse sarà più che altro un'aspirina.
Alessandro, se posso chiederti , tu quante prenotazioni hai per agosto divise fra italiani e stranieri? lo riscontri anche tu il calo del 90%?
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Shakespeare »

paoolino ha scritto:Molti si chiedono perché, durante un’epidemia, i fatti facciano così fatica a emergere, e le persone non siano capaci di distinguere tra opinioni e discorsi fondati su fatti la cui verifica (in negativo o positivo) è possibile. “Non ai numeri guardiamo, ma agli occhi di chi ci racconta qualcosa”. Questa semplice frase, del mio amico Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, contiene forse la spiegazione più interessante di quel che sta succedendo durante questa curiosa èra di pandemia.

Di fatto, noi siamo ancora quel primate sociale, i cui neuroni sono cablati per riconoscerci in un gruppo e applicare euristiche non necessariamente razionali che ne consentono la sopravvivenza. Quindi, di fronte alla pandemia, cerchiamo ancora più del solito conforto in quelli che la pensano come noi – e cerchiamo di identificare membri prestigiosi del clan, che manifestano opinioni di nostro interesse; cerchiamo di guardare alle loro espressioni, alla loro mimica, alla loro storia, più che ai loro dati, e seguiamo il canale della nostra empatia per fidarci dell’uno, invece che dell’altro.

Il dato scompare, o meglio diventa un accessorio invisibile alla discussione, che in realtà si basa sull’immagine emotiva restituita dal nostro interlocutore; ragion per cui, anche se esistesse una tabella che predicesse esattamente l’andamento della pandemia in Italia da qui a un anno (e non può esistere), ci fideremmo lo stesso di più di quel professore o di quel clinico che, secondo il caso, con voce suadente, o con urla e strepiti, ci sembra più simile a quello scienziato ideale che sogniamo ci possa raccontare la verità e uscire dalla perigliosa incertezza in cui ci troviamo. 
Nulla di nuovo, quindi, se non fosse che questi meccanismi possono oggi essere azionati su una massa enorme di persone, in maniera quasi istantanea, sfruttando la sinergia tra la televisione – che ci restituisce l’immagine che ci serve a esprimere il giudizio empatico – e i nuovi media, che consentono a quel messaggio di essere rilanciato all’infinito, e in più amplificano i meccanismi emulativi che coagulano le tribù polarizzate intorno ai loro guru.
Perché, alla fine, questo sembra essere il lascito principale, dal punto di vista culturale, dell’attuale pandemia: la definitiva frammentazione della comunità scientifica in tribù non solo accademiche, ma a questo punto estese alla popolazione, le quali instaurano il proprio culto della personalità e sperano segretamente di aver trovato il guru giusto.

I numeri, i dati, i fatti, sono orpelli troppo lenti per essere maneggiati nel velocissimo mondo delle emozioni online. E se altri 35 mila italiani dovessero morire nei prossimi mesi, o se invece al contrario il virus sparisse, si troverà senza dubbio la spiegazione più opportuna, per non incrinare il culto, e per non ammettere che le proprie scelte non su base razionale e analisi sono state fondate, ma sul fatto che, come mi ha scritto una gentile commentatrice sui social, “scegliamo guardando i dati quella che ci sembra la verità, dettata da una fiducia verso la persona che la divulga”. Benvenuti nell’èra delle mille credenze, tutte uguali e tutte contrapposte.

(Enrico Bucci - il Foglio)
Si, sostanzialmente tutto vero.
Io la leggo molto più terra terra.
L'insicuro entra in un gruppo, e la pandemia aumenta l'insicurezza, e fa ciò che il gruppo con un leader gli dice di pensare.
Ogni informazione non subisce un processo di analisi, ma per mantenersi sicuro si rimane dentro la fazione. Si approva ciò che ti dice quello che si vuol sentirsi dire, che emotivamente si vuol sentirsi dire perché quello è il luogo sicuro, così tu, sei nel giusto. Ogni imbecillità, anche la più palese, viene portata a bandiera del vero.
Frutto di una cultura che ti dice, vai dove il vento ti porta che è lì che ti conviene andare, e di una educazione che non ti insegna a pensare, ma cosa pensare.
In epoca di massmedia democratico, internet, questo è più palese, più visibile, ma anche più pericoloso.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Fantasio »

uglygeek ha scritto:Ma ancora non si spega del tutto. Posso capire che Salvini si rivolga soprattutto a lavoratori autonomi, piu' che agli impiegati statali ad esempio, che piu' hanno da perdere economicamente per la crisi. In poche parole, se hai un ristorante con il covid rischi di perdere tutto, preferirai un politico che dice che non e' grave e il lockdown non e' necessario, posso capirlo. Ma perche' questa avversione per le mascherine? Che di per se' non cambiano certo l'economia, e anzi contribuiscono a tenere la situazione sotto controllo? Che senso ha?
Quando si capì che il 3 maggio non avrebbero ancora riaperto i ristoranti (lo si fece il 18), un gruppo di "fraschette" nella mia zona protestò vivacemente e mi guardai l'intervista fatta ad uno dei proprietari, dato che nel suo locale andavo spesso e lo conoscevo bene.
Il concetto espresso in questa intervista fu semplice e chiarissimo:
"Ristorante chiuso = non guadagno, ristorante aperto = guadagno. Voglio che il ristorante sia aperto, e del Covid non me ne frega niente".
Moltissime persone, se non colpite (loro e i parenti stretti) direttamente dal Covid, ragionano così, e Salvini vuole imbarcarle tutte. Perché l'odio per le mascherine? Perché non puoi dire che del Covid non ti frega niente e poi, portando la mascherina, mostrare che ne hai paura. Il messaggio diventa contraddittorio e quindi controproducente.
Tutto qua.
"Come possono essere i supertornei della fantasia di nickognito più concreti della realtà?"
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Shakespeare »

Fantasio ha scritto: Perché l'odio per le mascherine? Perché non puoi dire che del Covid non ti frega niente e poi, portando la mascherina, mostrare che ne hai paura. Il messaggio diventa contraddittorio e quindi controproducente.
Tutto qua.
Vero anche questo
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Paolo79 ha scritto:
alessandro ha scritto:germania UK e francia sconsigliano i viaggi in Spagna e pensano alla chiusura delle frontiere tra francia e spagna.
se uccede anche qui è il disastro.

fate i bravi e lasciateci lavorare almeno questi 2 mesi.
La Spagna è il paese europeo che ha la maggior % di PIL del turismo (diretto+indiretto) sul totale, ancora più dell'italia. per loro sarà un'ulteriore mazzata questa cosa, mi spiace molto perchè ho parecchi colleghi sia spagnoli che catalani, sono brava gente.
e'brutto dirlo ma questa cosa dovrebbe portare beneficio all'italia se tutto rimanesse così , perchè probabilmente ci saranno molti stranieri che opteranno per l'italia come conseguenza del fatto che non potranno andare in spagna.
E' anche vero che in italia partiamo da un -90% di prenotazioni straniere rispetto all'anno scorso, per cui se anche fosse sarà più che altro un'aspirina.
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D’altra parte molti italiani hanno fatto vacanze in Italia invece di viaggiare all’estero.

Ma non per andare contro la nostra industria del turismo o quella spagnola, però viene da chiedere, ma cosa deve succedere perché la gente rinunci a viaggi internazionali per le vacanze? Cioè, se il loro governo proprio non sbarra le frontiere, tedeschi, inglesi e francesi devono andare in massa in Spagna anche quest’anno? Capisco che Inghilterra e Germania fanno turisticamente schifo, però insomma...
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da paoolino »

uglygeek ha scritto: Ma non per andare contro la nostra industria del turismo o quella spagnola, però viene da chiedere, ma cosa deve succedere perché la gente rinunci a viaggi internazionali per le vacanze? Cioè, se il loro governo proprio non sbarra le frontiere, tedeschi, inglesi e francesi devono andare in massa in Spagna anche quest’anno? Capisco che Inghilterra e Germania fanno turisticamente schifo, però insomma...
Ma ci vanno in massa?

Se vedo Roma, le masse proprio non ci sono.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

paoolino ha scritto:Molti si chiedono perché, durante un’epidemia, i fatti facciano così fatica a emergere, e le persone non siano capaci di distinguere tra opinioni e discorsi fondati su fatti la cui verifica (in negativo o positivo) è possibile. “Non ai numeri guardiamo, ma agli occhi di chi ci racconta qualcosa”. Questa semplice frase, del mio amico Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, contiene forse la spiegazione più interessante di quel che sta succedendo durante questa curiosa èra di pandemia.

Di fatto, noi siamo ancora quel primate sociale, i cui neuroni sono cablati per riconoscerci in un gruppo e applicare euristiche non necessariamente razionali che ne consentono la sopravvivenza. Quindi, di fronte alla pandemia, cerchiamo ancora più del solito conforto in quelli che la pensano come noi – e cerchiamo di identificare membri prestigiosi del clan, che manifestano opinioni di nostro interesse; cerchiamo di guardare alle loro espressioni, alla loro mimica, alla loro storia, più che ai loro dati, e seguiamo il canale della nostra empatia per fidarci dell’uno, invece che dell’altro.

Il dato scompare, o meglio diventa un accessorio invisibile alla discussione, che in realtà si basa sull’immagine emotiva restituita dal nostro interlocutore; ragion per cui, anche se esistesse una tabella che predicesse esattamente l’andamento della pandemia in Italia da qui a un anno (e non può esistere), ci fideremmo lo stesso di più di quel professore o di quel clinico che, secondo il caso, con voce suadente, o con urla e strepiti, ci sembra più simile a quello scienziato ideale che sogniamo ci possa raccontare la verità e uscire dalla perigliosa incertezza in cui ci troviamo. 
Nulla di nuovo, quindi, se non fosse che questi meccanismi possono oggi essere azionati su una massa enorme di persone, in maniera quasi istantanea, sfruttando la sinergia tra la televisione – che ci restituisce l’immagine che ci serve a esprimere il giudizio empatico – e i nuovi media, che consentono a quel messaggio di essere rilanciato all’infinito, e in più amplificano i meccanismi emulativi che coagulano le tribù polarizzate intorno ai loro guru.
Perché, alla fine, questo sembra essere il lascito principale, dal punto di vista culturale, dell’attuale pandemia: la definitiva frammentazione della comunità scientifica in tribù non solo accademiche, ma a questo punto estese alla popolazione, le quali instaurano il proprio culto della personalità e sperano segretamente di aver trovato il guru giusto.

I numeri, i dati, i fatti, sono orpelli troppo lenti per essere maneggiati nel velocissimo mondo delle emozioni online. E se altri 35 mila italiani dovessero morire nei prossimi mesi, o se invece al contrario il virus sparisse, si troverà senza dubbio la spiegazione più opportuna, per non incrinare il culto, e per non ammettere che le proprie scelte non su base razionale e analisi sono state fondate, ma sul fatto che, come mi ha scritto una gentile commentatrice sui social, “scegliamo guardando i dati quella che ci sembra la verità, dettata da una fiducia verso la persona che la divulga”. Benvenuti nell’èra delle mille credenze, tutte uguali e tutte contrapposte.

(Enrico Bucci - il Foglio)
Le cose sono peggiorate molto negli ultimi anni, forse perché con i social media i vecchi media hanno perso molta autorità. Ci sono sempre state versioni di parte, sull’Unità le notizie venivano date in modo diverso che sul Corriere della Sera, ma quello che è cambiato è il rapporto con i fatti.
I fatti come tali non esistono più, esistono solo le opinioni. Questa è una cosa apertamente teorizzata da una portavoce di Trump https://en.m.wikipedia.org/wiki/Alternative_fact quando un altro portavoce mentì su un dato oggettivamente misurabile, il numero dei partecipanti all’inaugurazione del presidente, disse che ognuno poteva dare la sua versione alternativa dei fatti. Quindi non esiste più una conoscenza della realtà comune e condivisa.

Una volta sarebbe stato impensabile, ho visto di recente un documentario sul Watergate e la cosa che più stupisce di quello che avvenne nel 1972-1974 è che man mano che venivano fuori fatti, registrazioni audio, movimenti di denaro tutti credevano a quei fatti, anche gli elettori repubblicani più simpatizzanti per Nixon. Inizialmente la difesa di Nixon tentò la carta “Il Washington Post sta dall’altra parte, è contro di noi”, ma i fatti quelli erano e alla fine i repubblicani stessi staccarono la spina perché la loro base aveva abbandonato il presidente. Oggi sembra fantascienza.
Succedesse oggi, agli elettori non importerebbe nulla, sceglierebbero di credere ad una propria versione della realtà dove il presidente è innocente e la faccenda sarebbe vista solo come uno scontro politico.

Tra pochi anni non potremo nemmeno più credere alla realtà di video e audio, con la tecnologia sarà possibile far sembrare qualsiasi cosa. Ma anche senza trucchi tecnologici, non crederemmo comunque a quello a cui non vogliamo credere.

Del resto, qual’è il numero degli scudetti vinti dalla Juventus?
Ultima modifica di uglygeek il mer lug 29, 2020 12:42 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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paoolino ha scritto:
uglygeek ha scritto: Ma non per andare contro la nostra industria del turismo o quella spagnola, però viene da chiedere, ma cosa deve succedere perché la gente rinunci a viaggi internazionali per le vacanze? Cioè, se il loro governo proprio non sbarra le frontiere, tedeschi, inglesi e francesi devono andare in massa in Spagna anche quest’anno? Capisco che Inghilterra e Germania fanno turisticamente schifo, però insomma...
Ma ci vanno in massa?

Se vedo Roma, le masse proprio non ci sono.
Se ci andavano in tutto in otto e ora li fermano alla frontiera per la Spagna cosa cambia? Dovevano essere numeri rilevanti.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

uglygeek ha scritto: Ma non per andare contro la nostra industria del turismo o quella spagnola, però viene da chiedere, ma cosa deve succedere perché la gente rinunci a viaggi internazionali per le vacanze? .
le vacanze per molte persone contano piu' di tutto. Va bene la quarantena tre mesi, n on vedere nessuno, persone , natura, sole. Ma le vacanze non si toccano.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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