In Svizzera non ce n è CoviddiNickognito ha scritto:eh boh, paese dove le donne 30 anni fa ancora non avevano pari diritti politici.
Coronavirus la sindrome mondiale
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Per me lockdown totale non lo fanno più.
Obbligheranno allo smartworking dove possibile (a Milano è fondamentale).
Limiteranno molto gli accessi ai luoghi più problematici come centri commerciali, palestre, ma senza chiuderli del tutto.
Didattica a distanza alternata per le scuole superiori. Università chiuse.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
lockdown totale non lo hanno mai fatto neanche a marzo, se ti ricordi in Lombardia più di metà delle persone conitnuava a recarsi al lavoro. c'erano aperti i tabaccai eh. i tabaccai.laplaz ha scritto:Per me lockdown totale non lo fanno più.
Obbligheranno allo smartworking dove possibile (a Milano è fondamentale).
Limiteranno molto gli accessi ai luoghi più problematici come centri commerciali, palestre, ma senza chiuderli del tutto.
Didattica a distanza alternata per le scuole superiori. Università chiuse.
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
E vuoi togliere del sano fumo a persone potenzialmente a rischio polmonite per Covid?Paolo79 ha scritto:lockdown totale non lo hanno mai fatto neanche a marzo, se ti ricordi in Lombardia più di metà delle persone conitnuava a recarsi al lavoro. c'erano aperti i tabaccai eh. i tabaccai.laplaz ha scritto:Per me lockdown totale non lo fanno più.
Obbligheranno allo smartworking dove possibile (a Milano è fondamentale).
Limiteranno molto gli accessi ai luoghi più problematici come centri commerciali, palestre, ma senza chiuderli del tutto.
Didattica a distanza alternata per le scuole superiori. Università chiuse.
Però a marzo limitati tutti gli spostamenti da casa, ora non credo lo faranno. Anche perchè si sono resi conto che non serve.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
E certo, sui tabaccai il Governo ci campa, non vorrai mica che li chiudano. Erano gli unici aperti anche durante il lokdown di marzo aprile.laplaz ha scritto:E vuoi togliere del sano fumo a persone potenzialmente a rischio polmonite per Covid?Paolo79 ha scritto:lockdown totale non lo hanno mai fatto neanche a marzo, se ti ricordi in Lombardia più di metà delle persone conitnuava a recarsi al lavoro. c'erano aperti i tabaccai eh. i tabaccai.laplaz ha scritto:Per me lockdown totale non lo fanno più.
Obbligheranno allo smartworking dove possibile (a Milano è fondamentale).
Limiteranno molto gli accessi ai luoghi più problematici come centri commerciali, palestre, ma senza chiuderli del tutto.
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Però a marzo limitati tutti gli spostamenti da casa, ora non credo lo faranno. Anche perchè si sono resi conto che non serve.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Continuo a sentire queste inquietanti pretese per le scuole. Come dice il direttore del Foglio Claudio Cerasa, le scuole sono essenziali, sono anche un messaggio di speranza.
Chiunque abbia fatto un istituto superiore sa quale trauma potrebbe essere, quale contributo di tensione e stress sarebbe, quale drammatica tara sugli anni a venire diventerebbe, il seguire le lezioni a distanza, non potere avere il florido contributo delle mura scolastiche, della prossimità dei docenti, in una fase delicata dell'esistenza come quella dei teen-ager, in cui l'individualità di un individuo assume la sua forma definitiva.
Io direi che anzi centinaia e centinaia di persone fragili, le migliori di noi, dovrebbero essere liete di potere sacrificare la propria vita per questo nobile fine di far sì che i ragazzi non sopportino questo dramma.
Chiunque abbia fatto un istituto superiore sa quale trauma potrebbe essere, quale contributo di tensione e stress sarebbe, quale drammatica tara sugli anni a venire diventerebbe, il seguire le lezioni a distanza, non potere avere il florido contributo delle mura scolastiche, della prossimità dei docenti, in una fase delicata dell'esistenza come quella dei teen-ager, in cui l'individualità di un individuo assume la sua forma definitiva.
Io direi che anzi centinaia e centinaia di persone fragili, le migliori di noi, dovrebbero essere liete di potere sacrificare la propria vita per questo nobile fine di far sì che i ragazzi non sopportino questo dramma.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Della scuola non frega un cazzo a nessuno.Gios ha scritto:Continuo a sentire queste inquietanti pretese per le scuole. Come dice il direttore del Foglio Claudio Cerasa, le scuole sono essenziali, sono anche un messaggio di speranza.
Chiunque abbia fatto un istituto superiore sa quale trauma potrebbe essere, quale contributo di tensione e stress sarebbe, quale drammatica tara sugli anni a venire diventerebbe, il seguire le lezioni a distanza, non potere avere il florido contributo delle mura scolastiche, della prossimità dei docenti, in una fase delicata dell'esistenza come quella dei teen-ager, in cui l'individualità di un individuo assume la sua forma definitiva.
Io direi che anzi centinaia e centinaia di persone fragili, le migliori di noi, dovrebbero essere liete di potere sacrificare la propria vita per questo nobile fine di far sì che i ragazzi non sopportino questo dramma.
È sempre sacrificabile, è così da 30 anni.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Gios sarebbe "nessuno"?
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Il suo pensiero dovrebbe essere quello di tutti.
Invece questo paese ha spesso dimostrato di ritenere l'istruzione un qualcosa di non essenziale.
Invece questo paese ha spesso dimostrato di ritenere l'istruzione un qualcosa di non essenziale.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ragazzi cazzo ero ironico . Non ho essattamente una grande considerazione per l'istruzione coercitiva e cumulativa (intendiamoci: mi sono divertito un botto a scuola). Trovo l'idea di una "classe" d'obbligo degradante e riduttiva. Ovviamente capisco ce ne sia la necessità, in fondo, e che sia una doverosa conseguenza delle cose, e va bene così. Ma in fondo mi sembra davvero un'appende della realtà, più che la colonna vertebrale (e probabilmente sbaglio: ma abbiamo anche tutti diritto di sbagliare, nelle nostre idee).
Il mio mondo ideale è una istitutrice in velluto blu, profumata di colonia alla pesca, che insegna ad una o due signorine massimo (già il regime di Picnic ad Hanging Rock mi disgusta) il francese, il tedesco, il russo e l'inglese perché possano da adolescenti leggere Puskin e Novalis in lingua, la botanica e l'arte, per il maschio (non più di uno per volta) far di conto, fisica, latino, greco, storia. Assolutamente nessuna istruzione che sottintenda (per dirla con Kipling, il quale peraltro non sarebbe d'accordo con me, vista la sua passione per i racconti collegiali di Stalky & C.) il lavoro quotidiano.
È la fantasia di un paragrafo di Henry James.
Il mio mondo ideale è una istitutrice in velluto blu, profumata di colonia alla pesca, che insegna ad una o due signorine massimo (già il regime di Picnic ad Hanging Rock mi disgusta) il francese, il tedesco, il russo e l'inglese perché possano da adolescenti leggere Puskin e Novalis in lingua, la botanica e l'arte, per il maschio (non più di uno per volta) far di conto, fisica, latino, greco, storia. Assolutamente nessuna istruzione che sottintenda (per dirla con Kipling, il quale peraltro non sarebbe d'accordo con me, vista la sua passione per i racconti collegiali di Stalky & C.) il lavoro quotidiano.
È la fantasia di un paragrafo di Henry James.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
non abboccare al titolista cialtrone. Hanno solo messo su bianco (come molti altri) quello che sempre ed ovunque si fa in caso di risorse scarse, ovvero si cerca di aumentare il numero di sopravvissuti. Il criterio di esclusione non è l'età ma bensí la scarsa probabilità di farcela.Nickognito ha scritto:eh boh, paese dove le donne 30 anni fa ancora non avevano pari diritti politici.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
abbiamo già riportato il dato del secondo trimestre negli USA, dove appunto la linea della Casa Bianca è stata facciamo il meno e il peggio possibile per non danneggiare l'economia?Nickognito ha scritto:Perché nel modo più corretto? L'economia non va meglio e i morti sono di più.mp4/18 ha scritto:Ok facciamo lockdown poi?
Alleggeriamo, poi riapriamo, poi di nuovo lockdown e così all’infinito fino a che non troviamo un vaccino che nemmeno sapremo se sarà efficace?
Forse, ma è un opinione personale di chi ha rispetto per la questione covid, ma sa che gestire il tutto in questo modo è infattibile, in Svezia hanno approntato la questione nel modo più corretto. Che non significa infallibile, ma la giusta via di mezzo
Non so veramente più come ripeterlo, non esiste una alternativa tra economia e salute. Più misure strette prendi contro il virus, meglio va l'economia. O meno peggio. L'economia finlandese va meglio di quella svedese. Taiwan va bene. La Corea. La Lituania (fin qui).
La Norvegia. La Polonia (fin qui).
Il modo migliore per non peggiorare troppo l'economia è implementare restrizioni prima che il virus si diffonda molto. Ovviamente disciplina, tracciamento contatti, controlli, tutto è necessario. Più morti hai peggio va l'economia. Basta guardare i dati.
Ecco, allora: meno 32% di pil.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
No guarda, il crollo è iniziato prima delle chiusure.Paolo79 ha scritto:scusa ma quali dati? il crollo del pil é avvenuto a seguito delle chiusure , non a seguito dei decessi. ti riferisci a qualche altro indicatore?Nickognito ha scritto:Perché nel modo più corretto? L'economia non va meglio e i morti sono di più.mp4/18 ha scritto:Ok facciamo lockdown poi?
Alleggeriamo, poi riapriamo, poi di nuovo lockdown e così all’infinito fino a che non troviamo un vaccino che nemmeno sapremo se sarà efficace?
Forse, ma è un opinione personale di chi ha rispetto per la questione covid, ma sa che gestire il tutto in questo modo è infattibile, in Svezia hanno approntato la questione nel modo più corretto. Che non significa infallibile, ma la giusta via di mezzo
Non so veramente più come ripeterlo, non esiste una alternativa tra economia e salute. Più misure strette prendi contro il virus, meglio va l'economia. O meno peggio. L'economia finlandese va meglio di quella svedese. Taiwan va bene. La Corea. La Lituania (fin qui).
La Norvegia. La Polonia (fin qui).
Il modo migliore per non peggiorare troppo l'economia è implementare restrizioni prima che il virus si diffonda molto. Ovviamente disciplina, tracciamento contatti, controlli, tutto è necessario. Più morti hai peggio va l'economia. Basta guardare i dati.
I 23 febbraio hanno cancellato tutte le prenotazioni, gli hotel potevano tenere aperto ma erano svuotati completamente.
Le fabbriche non le hanno chiuse in pratica, ma sono crollati gli ordini.
Con la chiusura totale eravamo arrivati a 1000 morti al giorno e gente senza ossigeno.
Tenendo tutto aperto dove saremmo finiti? 10.000 morti al giorno e secondo te ordini industriali (che vengono dall’estero e quindi il governo non c’entra) crollati.
Ospedali al collasso competo che se ti rompi un osso o hai un problema cardiaco buonanotte.
La Svezia non ha chiuso ma ha adottato comunque dei paletti e a febbraio marzo non è che sono tutti a spasso e a parte la capitale, vivono isolati comunque.
E se confronti i loro dati con Norvegia Finlandia paesi baltici e Danimarca sono quelli che hanno fatto peggio sia come morti che come pil.
L’ideale sarebbe una chiusura totale o quasi (con intelligenza, nel senso che se uno fa un giro in bici o gioca a tennis non gli sparano addosso) per un mese.
Poi, calati i casi, si allargano le maglie ma non con lo svacco totale di luglio e agosto con le discoteche e mille persone all’aperitivo.
Ma pare impossibile, come dire a 10 bambini di giocare senza fare casino. O li tieni seduti sul divano con i videogiochi o fanno l’inferno.
Se si riuscisse a trovare una vita moderata, con viaggi e vacanze e ritrovi e lavoro ma in modo sicuro si potrebbe fare e l’economia girerebbe comunque.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ma infatti, non ci vedo nulla di strano. Negli ospedali si cerca sempre di salvare chi ha maggiori probabilità di farcela.Rosewall ha scritto:non abboccare al titolista cialtrone. Hanno solo messo su bianco (come molti altri) quello che sempre ed ovunque si fa in caso di risorse scarse, ovvero si cerca di aumentare il numero di sopravvissuti. Il criterio di esclusione non è l'età ma bensí la scarsa probabilità di farcela.Nickognito ha scritto:eh boh, paese dove le donne 30 anni fa ancora non avevano pari diritti politici.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Al momento pare proprio non ci pensinoalessandro ha scritto:
L’ideale sarebbe una chiusura totale o quasi (con intelligenza, nel senso che se uno fa un giro in bici o gioca a tennis non gli sparano addosso) per un mese.
ttps://www.corriere.it/politica/20_ottobre_24/ ... 855f.shtml
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
@Alessandro, tu tocchi uno dei punti che determina il PIL cioè quello delle esportazioni (o delle importazioni di turisti, che é la stessa cosa), faccio però notare che le dichiarazioni del nostro premier che ha puntato il dito addirittura contro la malasanitá dell'ospedale di codogno hanno fatto il giro del mondo e di certo non hanno fatto bene all'immagine del nostro paese all'estero , visto che dici che il nostro governo non ha responsabilita , lo stesso governo che sapeva già tutto come dimostrato dai verbali desecretati e che nonostante ciò faceva le campagne "abbraccia un cinese" a spot nazionali in cui si diceva che il contagio "non era affatto facile" , oltre a mandare 18 tons di materiale sanitario in Cina.
per quanto riguarda altre 2 componenti del PIL , cioè reddito e consumi , queste sono state fatte a pezzi da marzo in poi. ma ripeto non tanto per la chiusura in se (io ero fra quelli che anzi lamentavano a marzo il fatto che era stato chiuso troppo poco) , quanto per la mancanza di azioni volte a far fronte alle chiusure. azioni che semplicemente non state fatte per tempo o non fatte del tutto, é pubblica la dichiarazione del ministro dell'economia di inizio marzo che diceva che sarebbero bastati poco più di 3 miliardi per fronteggiare la crisi, ha sbagliato la stima del 3000% e non é ancora finita.
ma non preoccuparti, quando il PIL italiano del 2020 sarà il peggiore d'Europa, ci racconteranno che é stata colpa tutta del virus e in parte degli italiani
per quanto riguarda altre 2 componenti del PIL , cioè reddito e consumi , queste sono state fatte a pezzi da marzo in poi. ma ripeto non tanto per la chiusura in se (io ero fra quelli che anzi lamentavano a marzo il fatto che era stato chiuso troppo poco) , quanto per la mancanza di azioni volte a far fronte alle chiusure. azioni che semplicemente non state fatte per tempo o non fatte del tutto, é pubblica la dichiarazione del ministro dell'economia di inizio marzo che diceva che sarebbero bastati poco più di 3 miliardi per fronteggiare la crisi, ha sbagliato la stima del 3000% e non é ancora finita.
ma non preoccuparti, quando il PIL italiano del 2020 sarà il peggiore d'Europa, ci racconteranno che é stata colpa tutta del virus e in parte degli italiani
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Non so...provate a togliere le sigarette ai fumatori nel momento in cui li rinchiudete pure in casa...altro che Napoli...chiaky ha scritto:E certo, sui tabaccai il Governo ci campa, non vorrai mica che li chiudano. Erano gli unici aperti anche durante il lokdown di marzo aprile.laplaz ha scritto:E vuoi togliere del sano fumo a persone potenzialmente a rischio polmonite per Covid?Paolo79 ha scritto:
lockdown totale non lo hanno mai fatto neanche a marzo, se ti ricordi in Lombardia più di metà delle persone conitnuava a recarsi al lavoro. c'erano aperti i tabaccai eh. i tabaccai.
Però a marzo limitati tutti gli spostamenti da casa, ora non credo lo faranno. Anche perchè si sono resi conto che non serve.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
a livorno non esistono i distributori automatici?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Non ho capito se Conte ha esagerato o ha minimizzato troppo o tutte e due le cose.Paolo79 ha scritto:@Alessandro, tu tocchi uno dei punti che determina il PIL cioè quello delle esportazioni (o delle importazioni di turisti, che é la stessa cosa), faccio però notare che le dichiarazioni del nostro premier che ha puntato il dito addirittura contro la malasanitá dell'ospedale di codogno hanno fatto il giro del mondo e di certo non hanno fatto bene all'immagine del nostro paese all'estero , visto che dici che il nostro governo non ha responsabilita , lo stesso governo che sapeva già tutto come dimostrato dai verbali desecretati e che nonostante ciò faceva le campagne "abbraccia un cinese" a spot nazionali in cui si diceva che il contagio "non era affatto facile" , oltre a mandare 18 tons di materiale sanitario in Cina.
per quanto riguarda altre 2 componenti del PIL , cioè reddito e consumi , queste sono state fatte a pezzi da marzo in poi. ma ripeto non tanto per la chiusura in se (io ero fra quelli che anzi lamentavano a marzo il fatto che era stato chiuso troppo poco) , quanto per la mancanza di azioni volte a far fronte alle chiusure. azioni che semplicemente non state fatte per tempo o non fatte del tutto, é pubblica la dichiarazione del ministro dell'economia di inizio marzo che diceva che sarebbero bastati poco più di 3 miliardi per fronteggiare la crisi, ha sbagliato la stima del 3000% e non é ancora finita.
ma non preoccuparti, quando il PIL italiano del 2020 sarà il peggiore d'Europa, ci racconteranno che é stata colpa tutta del virus e in parte degli italiani
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Gardaland è aperto le scuole superiori chiusetennisfan82 ha scritto:Apertura impianti a Cervinia.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Sisi. Ma è come gli atm. Tanti si rifiutano di usarli. Magari in crisi di astinenza..Paolo79 ha scritto:a livorno non esistono i distributori automatici?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 5142248791
Insomma, alla fine, si potevano fare interventi diversi, interventi che avrebbero scongiurato la presente situazione critica?
In teoria sì.
Per farli bisognava prendere sul serio il problema e agire di conseguenza.
Si doveva capire che né un incremento delle terapie intensive, né un incremento dei mezzi pubblici erano tecnicamente provvedimenti adeguatamente percorribili e sufficienti.
Le terapie intensive potevano certo aumentare più di quanto è accaduto, e molte regioni non hanno adempiuto agli impegni, però nessun sistema è in grado di reggere se l'onda dei contagi raggiunge livelli estensivi.
A marzo eravamo arrivati al limite (in verità oltre il limite, perché molte scelte tragiche hanno avuto luogo, lasciando senza cure i casi più difficili), ma ci eravamo arrivati con 4 regioni colpite in pieno su 20, mentre il lockdown aveva quasi preservato la maggior parte del paese. Questo aveva permesso di inviare i malati nelle sedi meno coinvolte.
Con una circolazione del virus capillare nell'intero paese non c'è incremento del potenziale terapeutico che potesse tenere.
Quanto ai mezzi pubblici, la possibilità di incrementarne la frequenza in maniera tale da lasciare agio e distanziamento alle persone era forse possibile nelle zone meno congestionate, ma in quelle parti del paese, ad esempio Milano e Roma, dove la concentrazione è da decenni a livelli insostenibili, per passare ad un livello di agio e distanziamento dovevi rivoluzionare il sistema di trasporto, con un investimento enorme e di lungo periodo.
(La settimana scorsa durante il mio usuale pendolarismo su Milano: tra Trenord e Metropolitana, ho constatato come le possibilità di evitare un contagio erano lasciate al mero caso: per quanto la Metro passasse con la massima frequenza possibile, ogni 2 minuti, per quanto le persone avessero tutte la mascherina e facessero ogni tentativo di non sfiatarti in faccia, dovevi solo pregare di non avere infetti intorno. La densità, per quanto inferiore agli usuali standard da copula di gruppo, era comunque elevatissima).
Dunque cosa si poteva fare davvero?
Si poteva accettare che le cose probabilmente non sarebbero andate bene.
E perciò intervenire radicalmente da subito, al primo rialzo dei dati, mettendo in remoto tutti i ragazzi al di sopra della scuola dell'obbligo (superiori e università) e tutti i lavoratori che avevano questa possibilità.
Immediatamente e obbligatoriamente, lasciando magari qualche finestra per rare attività altamente specifiche in presenza (es.: interrogazioni e compiti in classe).
Questo intervento, andava poi abbinato a controlli draconiani sull'applicazione dei protocolli in tutti gli altri luoghi di lavoro esposti al pubblico, dalle palestre, ai bar, ai parrucchieri, chiudendo chi presentava infrazioni.
Un doppio intervento del genere avrebbe potuto, plausibilmente, attenuare di molto la crescita della curva dei contagi, e mantenere aperte tutte le attività, sia pure con ritmi fisiologicamente ridotti.
Ma la vera domanda è: era un'operazione politicamente possibile?
Chi se ne sarebbe potuto prendere la responsabilità?
Qualcuno crede che un intervento netto e 'd'anticipo' sarebbe stato tollerato dall'opinione pubblica italiana?
Che i mestatori di professione che funestano il web e il Parlamento avrebbero assunto d'un tratto un atteggiamento riflessivo e collaborativo?
Ma figuriamoci.
Ci sarebbe stato un fuoco di fila generalizzato verso un governo che agiva in modo 'allarmistico e sproporzionato'.
E, soprattutto se gli interventi avessero avuto successo, il governo sarebbe stato travolto per il suo autoritarismo 'cinese' di fronte ad un problema tutto sommato contenuto.
E dunque possiamo formulare tutti gli scenari possibili intorno a cosa si sarebbe potuto fare, ma in verità gli spazi di agibilità politica sono sempre stati minimi.
L'unica opzione possibile - oltre all'attesa di un miracolo - è attendere che le cose vadano abbastanza male per ottenere legittimazione ad interventi robusti.
Solo quando la domanda c'è, la politica può produrre un'offerta, offerta che a questo punto sarà emergenziale, raffazzonata, e tagliata con l'accetta, prendendo di mezzo anche attività che si erano comportate esemplarmente e dove probabilmente non era avvenuto alcun contagio.
Insomma, o speranza nell'intervento dell'Altissimo, o interventismo autoritario: i due grandi classici della storia italiana.
Questi sono i frutti di una generica cultura del sospetto, dell'antipolitica e del complotto, che conosciamo tutti molto bene.
Beninteso, non ha nessuna importanza che questo atteggiamento di fondo abbia le sue buone ragioni d'esistere nella storia italiana, dal Vajont a Ustica.
Il freddo dato di fondo è che, quali che siano le sue origini, talvolta legittime, talaltra meno, comunque questo è ora lo stato delle cose.
E con questo materiale umano nessuna politica che chieda fiducia, che chieda di anticipare i problemi e non di rincorrerli, può avere successo.
Semplicemente non ci crediamo e non ci crederemmo.
Si dice che l'Italia reagisce bene nelle gravi emergenze.
E' vero, ma più precisamente, è solo nelle gravi emergenze che viene momentaneamente meno la diffidenza generalizzata di tutti contro tutti, e dunque è solo in queste situazioni che riusciamo ad agire come un corpo politico.
E dunque smettiamo di sperare che le cose sarebbero potute andare diversamente.
Non potevano.
Aspettiamo serenamente quando il prossimo dramma - per un momento - abbatterà il generalizzato puntamento di piedi collettivo promosso dalla cultura del sospetto, e allora - sempre solo per un momento - vedremo una finestra di azioni politiche un po' efficaci.
Fino al prossimo momento di respiro, quando il gioco dell'eterna paralisi reciproca riprenderà il suo naturale corso.
Insomma, alla fine, si potevano fare interventi diversi, interventi che avrebbero scongiurato la presente situazione critica?
In teoria sì.
Per farli bisognava prendere sul serio il problema e agire di conseguenza.
Si doveva capire che né un incremento delle terapie intensive, né un incremento dei mezzi pubblici erano tecnicamente provvedimenti adeguatamente percorribili e sufficienti.
Le terapie intensive potevano certo aumentare più di quanto è accaduto, e molte regioni non hanno adempiuto agli impegni, però nessun sistema è in grado di reggere se l'onda dei contagi raggiunge livelli estensivi.
A marzo eravamo arrivati al limite (in verità oltre il limite, perché molte scelte tragiche hanno avuto luogo, lasciando senza cure i casi più difficili), ma ci eravamo arrivati con 4 regioni colpite in pieno su 20, mentre il lockdown aveva quasi preservato la maggior parte del paese. Questo aveva permesso di inviare i malati nelle sedi meno coinvolte.
Con una circolazione del virus capillare nell'intero paese non c'è incremento del potenziale terapeutico che potesse tenere.
Quanto ai mezzi pubblici, la possibilità di incrementarne la frequenza in maniera tale da lasciare agio e distanziamento alle persone era forse possibile nelle zone meno congestionate, ma in quelle parti del paese, ad esempio Milano e Roma, dove la concentrazione è da decenni a livelli insostenibili, per passare ad un livello di agio e distanziamento dovevi rivoluzionare il sistema di trasporto, con un investimento enorme e di lungo periodo.
(La settimana scorsa durante il mio usuale pendolarismo su Milano: tra Trenord e Metropolitana, ho constatato come le possibilità di evitare un contagio erano lasciate al mero caso: per quanto la Metro passasse con la massima frequenza possibile, ogni 2 minuti, per quanto le persone avessero tutte la mascherina e facessero ogni tentativo di non sfiatarti in faccia, dovevi solo pregare di non avere infetti intorno. La densità, per quanto inferiore agli usuali standard da copula di gruppo, era comunque elevatissima).
Dunque cosa si poteva fare davvero?
Si poteva accettare che le cose probabilmente non sarebbero andate bene.
E perciò intervenire radicalmente da subito, al primo rialzo dei dati, mettendo in remoto tutti i ragazzi al di sopra della scuola dell'obbligo (superiori e università) e tutti i lavoratori che avevano questa possibilità.
Immediatamente e obbligatoriamente, lasciando magari qualche finestra per rare attività altamente specifiche in presenza (es.: interrogazioni e compiti in classe).
Questo intervento, andava poi abbinato a controlli draconiani sull'applicazione dei protocolli in tutti gli altri luoghi di lavoro esposti al pubblico, dalle palestre, ai bar, ai parrucchieri, chiudendo chi presentava infrazioni.
Un doppio intervento del genere avrebbe potuto, plausibilmente, attenuare di molto la crescita della curva dei contagi, e mantenere aperte tutte le attività, sia pure con ritmi fisiologicamente ridotti.
Ma la vera domanda è: era un'operazione politicamente possibile?
Chi se ne sarebbe potuto prendere la responsabilità?
Qualcuno crede che un intervento netto e 'd'anticipo' sarebbe stato tollerato dall'opinione pubblica italiana?
Che i mestatori di professione che funestano il web e il Parlamento avrebbero assunto d'un tratto un atteggiamento riflessivo e collaborativo?
Ma figuriamoci.
Ci sarebbe stato un fuoco di fila generalizzato verso un governo che agiva in modo 'allarmistico e sproporzionato'.
E, soprattutto se gli interventi avessero avuto successo, il governo sarebbe stato travolto per il suo autoritarismo 'cinese' di fronte ad un problema tutto sommato contenuto.
E dunque possiamo formulare tutti gli scenari possibili intorno a cosa si sarebbe potuto fare, ma in verità gli spazi di agibilità politica sono sempre stati minimi.
L'unica opzione possibile - oltre all'attesa di un miracolo - è attendere che le cose vadano abbastanza male per ottenere legittimazione ad interventi robusti.
Solo quando la domanda c'è, la politica può produrre un'offerta, offerta che a questo punto sarà emergenziale, raffazzonata, e tagliata con l'accetta, prendendo di mezzo anche attività che si erano comportate esemplarmente e dove probabilmente non era avvenuto alcun contagio.
Insomma, o speranza nell'intervento dell'Altissimo, o interventismo autoritario: i due grandi classici della storia italiana.
Questi sono i frutti di una generica cultura del sospetto, dell'antipolitica e del complotto, che conosciamo tutti molto bene.
Beninteso, non ha nessuna importanza che questo atteggiamento di fondo abbia le sue buone ragioni d'esistere nella storia italiana, dal Vajont a Ustica.
Il freddo dato di fondo è che, quali che siano le sue origini, talvolta legittime, talaltra meno, comunque questo è ora lo stato delle cose.
E con questo materiale umano nessuna politica che chieda fiducia, che chieda di anticipare i problemi e non di rincorrerli, può avere successo.
Semplicemente non ci crediamo e non ci crederemmo.
Si dice che l'Italia reagisce bene nelle gravi emergenze.
E' vero, ma più precisamente, è solo nelle gravi emergenze che viene momentaneamente meno la diffidenza generalizzata di tutti contro tutti, e dunque è solo in queste situazioni che riusciamo ad agire come un corpo politico.
E dunque smettiamo di sperare che le cose sarebbero potute andare diversamente.
Non potevano.
Aspettiamo serenamente quando il prossimo dramma - per un momento - abbatterà il generalizzato puntamento di piedi collettivo promosso dalla cultura del sospetto, e allora - sempre solo per un momento - vedremo una finestra di azioni politiche un po' efficaci.
Fino al prossimo momento di respiro, quando il gioco dell'eterna paralisi reciproca riprenderà il suo naturale corso.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
EDITATO:
In tempi un po' più lunghi di quelli vaticinati, ma nella sostanza Fabio Sabatini non si è sbagliato poi tanto sulle carenze istituzionali.
Sballate, per ora, le previsioni sui decessi dell'articolo del 5 Maggio.
27 Aprile 2020
In tempi un po' più lunghi di quelli vaticinati, ma nella sostanza Fabio Sabatini non si è sbagliato poi tanto sulle carenze istituzionali.
Sballate, per ora, le previsioni sui decessi dell'articolo del 5 Maggio.
27 Aprile 2020
5 Maggio 2020Non sappiamo come fare.
Nessun progetto per la scuola, la sanità o l'assistenza. Niente contact tracing digitale, né altri metodi per individuare e interrompere rapidamente le catene di contagio.
Nessun programma di testing coordinato tra le regioni, a campione o a tappeto o chissà. Niente covid-hospitals dove isolare i pazienti, e zero programmi di assistenza sanitaria e sociale sul territorio. Nessun sostegno ai genitori che devono tornare al lavoro e ai bambini che non si saprà più dove parcheggiare.
Non siamo in condizioni migliori di quelle che ci hanno fatto chiudere, ma non possiamo stare ancora chiusi.
Abbiamo sprecato due mesi delle vite di tutti senza costruire un sistema di contrasto dell'epidemia che vada oltre la buona volontà dei singoli, la loro capacità di comprensione, il senso civico, l'accortezza.
Non abbiamo un piano. Ognuno pianificherà la sua personalissima fase 2. Nel mio caso sarà molto simile alla fase 1, altri non potranno risparmiarsi dei rischi e altri ancora la vivranno come una sorta di fase 14, fanculo il virus io ti abbraccio lo stesso.
Riapriamo qualcosa, senza distinzioni tra regioni in condizioni radicalmente diverse. Vediamo come si comporta la gente e aspettiamo gli eventi. Osserviamo i nuovi focolai, lasciamo che gli ospedali si saturino di nuovo, scarichiamo sui medici-eroi nuove croci, e poi facciamo un altro giro di lockdown, sprechiamo altro tempo e ripartiamo un'altra volta.
Finché la scienza offesa ogni giorno nei talk show troverà una soluzione. O fino all'immunità di gregge, ammesso che sia possibile. Insomma sempre il progetto e Aspetta e spera, adesso almeno in compagnia della mamma e di una pizza fumante. Che anni bellissimi.
--
Post scriptum per chi passa di qua per la prima volta: nessuno chiede allo Stato di risolvere il problema, in due mesi per giunta. Questo non è possibile. Ma organizzare una risposta istituzionale basata su test, tracciamento e trattamento, assistenza sanitaria e sociale sul territorio, un piano per la scuola, il lavoro e i trasporti, una comunicazione chiara, trasparente e approfondita, la distribuzione dei dati individuali alla comunità scientifica quello sì, è possibile. Non la soluzione, un piano. E la responsabilità politica delle decisioni e degli errori. Per non far sentire noi cittadini perduti di fronte a una tempesta cui andiamo incontro su barche tanto diverse.
Dunque abbiamo ripreso a uscire. Ieri il mio quartiere a Roma sembrava un centro commerciale nell'ora di punta. Difficile rispettare le distanze.
È andato tutto bene?
No. Sono morte decine di migliaia di persone e ci siamo ancora dentro.
Andrà meglio?
Non lo sappiamo. Dipende.
Il team di ricercatori sulle malattie infettive dell'Imperial College di Londra ha diffuso ieri le sue stime sull'evoluzione dell'epidemia in Italia dopo il rilassamento del #lockdown: https://bit.ly/3c8gcsM.
Anzitutto, il lavoro stima la relazione tra la variazione della mobilità (indicatore dell'attuazione delle restrizioni, misurato mediante i Google Mobility Data: http://tiny.cc/vpmfoz) e quella del tasso di riproduzione dell'infezione (l'ormai famoso R).
La mobilità associata agli spostamenti "non residenziali" (per qualsiasi necessità richieda di allontanarsi da casa, come il lavoro) è correlata in modo statisticamente significativo con l'aumento del tasso di riproduzione R. La mobilità "residenziale", invece, no.
Il "tasso di attacco" stimato (la percentuale della popolazione infetta) è ancora relativamente basso in tutte le regioni: siamo lontani dall'immunità di gregge.
L'11 marzo il tasso di riproduzione medio era 3,4. Adesso è minore di 1: significa che il #lockdown ha funzionato.
Cosa succederà con l'allentamento delle restrizioni? I ricercatori hanno simulato l'andamento dell'epidemia nelle prossime 8 settimane secondo tre scenari:
a) La mobilità rimane quella osservata durante il lockdown.
b) La mobilità sale al 20% del livello pre-lockdown.
c) La mobilità sale al 40%.
Se la mobilità restasse invariata (scenario a), vi sarebbe una continua riduzione del tasso R e del numero di nuovi decessi (i decessi totali continuerebbero invece ad aumentare, purtroppo, ma gli aumenti sarebbero sempre più contenuti).
Fino all'estinzione dell'epidemia.
Ma un lockdown prolungato non è sostenibile e la mobilità riprenderà ad aumentare.
Un ripristino della mobilità al 20% o al 40% dei livelli pre-quarantena potrebbe causare una ripresa dell'epidemia, con nuovi aumenti del numero dei morti.
La figura mostra l'andamento del numero di morti *previsto* in relazione al nuovo aumento del tasso di trasmissione della malattia dovuto al ripristino della mobilità.
Le barre nere sono i dati osservati finora. L'area azzurra è l'intervallo di credibilità al 95% nello scenario in cui la mobilità resti al livello di quarantena. L'area rossa è lo stesso intervallo nello scenario in cui la mobilità torni al 40% del livello pre-lockdown.
Sono previsioni spaventose, ma ATTENZIONE:
Si tratta di stime, non di una profezia ineluttabile. Le stime sono ottenute con un modello bayesiano calibrato sui dati regionali dei decessi osservati finora, a sua volta basato su alcune assunzioni. Per esempio, sull'ipotesi che la relazione tra la mobilità e il tasso di riproduzione della malattia rimanga quella stimata in base ai parametri dei mesi trascorsi.
Tale relazione potrebbe cambiare in meglio, se la popolazione interiorizzasse le norme di sicurezza, dal distanziamento fisico (non chiamiamolo più distanziamento sociale, per favore) all'uso dei dispositivi di protezione.
Su questo punto ha ragione il governo a insistere sulla responsabilizzazione dei cittadini. Inoltre, la capacità di risposta del sistema sanitario potrebbe migliorare.
MA:
la buona volontà dei cittadini non basta.
I ricercatori dell'Imperial College spiegano chiaramente che la sensibilità del tasso R alla mobilità potrebbe diminuire significativamente, consentendoci quindi di continuare a uscire senza provocare una ripresa esponenziale dell'epidemia,
SE
Le istituzioni attueranno pienamente l'ormai nota strategia delle 3T:
TEST
TRACE
TREAT
Senza un aumento massiccio della nostra capacità di testing, senza il tracciamento digitale dei contatti dei contagiati (sì, per l'ennesima volta: digitale; perché così è più veloce della propagazione virus) e senza la capacità di trattare i malati in isolamento (a domicilio o in Covid-hospitals dedicati) non ha senso sperare che R rimanga stabile nonostante l'allentamento del lockdown.
Senza le 3T non andrà tutto bene, insomma (nel senso ormai meno ottimistico che la situazione non migliorerà).
Quindi:
I cittadini devono fare la loro parte.
Ma il compito più importante spetta alle istituzioni.
Che due mesi e mezzo dopo l'inizio dell'emergenza sembrano invece ancora lontane dall'implementare una reazione che vada oltre le misure restrittive.
Ultima modifica di paoolino il sab ott 24, 2020 4:59 pm, modificato 1 volta in totale.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Governo troppo debole tende ad assumere provvedimenti tardivi e deboli, difficile sfuggire a questa "legge" della politica.Burano ha scritto:
Ci sarebbe stato un fuoco di fila generalizzato verso un governo che agiva in modo 'allarmistico e sproporzionato'.
E, soprattutto se gli interventi avessero avuto successo, il governo sarebbe stato travolto per il suo autoritarismo 'cinese' di fronte ad un problema tutto sommato contenuto.
Va, però, sottolineato come il nostro governo abbia assunto impegni precisi - per esempio su scuole e università - che invece, fin dall' inizio, avrebbe dovuto evitare di assumere, se non a condizioni ben precise.
E' pure difficile capire come mai non ci sia una "cabina di regia" centralizzata per la gestione delle emergenze, e sia quasi tutto demandato alle singole autorità locali, pronta ad intervenire rapidamente ai primi segnali di criticità.
Il fuoco di fila delle critiche è sempre legittimo, ma il governo è lì apposta per prendere le decisioni. Delle critiche ci si occupa, semmai, in un secondo momento.
Invece di mandare a stampa libri autocelebrativi - poi, per ironia della sorte, ritirati proprio al momento di arrivare sugli scaffali - sarebbe stato meglio (tra le altre cose) preparare la pubblica opinione all' eventualità di dover assumere provvedimenti lampo in nome della sicurezza generale. Il governo ha prolungato lo stato di emergenza fino al 31 gennaio per gestire l' emergenza sanitaria, il chè presuppone che l' emergenza fosse tuttaltro che conclusa.
Chi, poi, è lì pronto coi fucili spianati, dovrebbe farsi un bell' esame di coscienza prima di aprire il fuoco, se in quel preciso istante in mezza Europa l' epidemia sta già dilagando.
- paoolino
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ah no: ho scritto una cazzata, le curve del 5 maggio rappresentano i decessi e non i casi.
paoolino ha scritto:In tempi un po' più lunghi di quelli vaticinati, ma nella sostanza Fabio Sabatini non si è sbagliato poi tanto
27 Aprile 2020
5 Maggio 2020Non sappiamo come fare.
Nessun progetto per la scuola, la sanità o l'assistenza. Niente contact tracing digitale, né altri metodi per individuare e interrompere rapidamente le catene di contagio.
Nessun programma di testing coordinato tra le regioni, a campione o a tappeto o chissà. Niente covid-hospitals dove isolare i pazienti, e zero programmi di assistenza sanitaria e sociale sul territorio. Nessun sostegno ai genitori che devono tornare al lavoro e ai bambini che non si saprà più dove parcheggiare.
Non siamo in condizioni migliori di quelle che ci hanno fatto chiudere, ma non possiamo stare ancora chiusi.
Abbiamo sprecato due mesi delle vite di tutti senza costruire un sistema di contrasto dell'epidemia che vada oltre la buona volontà dei singoli, la loro capacità di comprensione, il senso civico, l'accortezza.
Non abbiamo un piano. Ognuno pianificherà la sua personalissima fase 2. Nel mio caso sarà molto simile alla fase 1, altri non potranno risparmiarsi dei rischi e altri ancora la vivranno come una sorta di fase 14, fanculo il virus io ti abbraccio lo stesso.
Riapriamo qualcosa, senza distinzioni tra regioni in condizioni radicalmente diverse. Vediamo come si comporta la gente e aspettiamo gli eventi. Osserviamo i nuovi focolai, lasciamo che gli ospedali si saturino di nuovo, scarichiamo sui medici-eroi nuove croci, e poi facciamo un altro giro di lockdown, sprechiamo altro tempo e ripartiamo un'altra volta.
Finché la scienza offesa ogni giorno nei talk show troverà una soluzione. O fino all'immunità di gregge, ammesso che sia possibile. Insomma sempre il progetto e Aspetta e spera, adesso almeno in compagnia della mamma e di una pizza fumante. Che anni bellissimi.
--
Post scriptum per chi passa di qua per la prima volta: nessuno chiede allo Stato di risolvere il problema, in due mesi per giunta. Questo non è possibile. Ma organizzare una risposta istituzionale basata su test, tracciamento e trattamento, assistenza sanitaria e sociale sul territorio, un piano per la scuola, il lavoro e i trasporti, una comunicazione chiara, trasparente e approfondita, la distribuzione dei dati individuali alla comunità scientifica quello sì, è possibile. Non la soluzione, un piano. E la responsabilità politica delle decisioni e degli errori. Per non far sentire noi cittadini perduti di fronte a una tempesta cui andiamo incontro su barche tanto diverse.
Dunque abbiamo ripreso a uscire. Ieri il mio quartiere a Roma sembrava un centro commerciale nell'ora di punta. Difficile rispettare le distanze.
È andato tutto bene?
No. Sono morte decine di migliaia di persone e ci siamo ancora dentro.
Andrà meglio?
Non lo sappiamo. Dipende.
Il team di ricercatori sulle malattie infettive dell'Imperial College di Londra ha diffuso ieri le sue stime sull'evoluzione dell'epidemia in Italia dopo il rilassamento del #lockdown: https://bit.ly/3c8gcsM.
Anzitutto, il lavoro stima la relazione tra la variazione della mobilità (indicatore dell'attuazione delle restrizioni, misurato mediante i Google Mobility Data: http://tiny.cc/vpmfoz) e quella del tasso di riproduzione dell'infezione (l'ormai famoso R).
La mobilità associata agli spostamenti "non residenziali" (per qualsiasi necessità richieda di allontanarsi da casa, come il lavoro) è correlata in modo statisticamente significativo con l'aumento del tasso di riproduzione R. La mobilità "residenziale", invece, no.
Il "tasso di attacco" stimato (la percentuale della popolazione infetta) è ancora relativamente basso in tutte le regioni: siamo lontani dall'immunità di gregge.
L'11 marzo il tasso di riproduzione medio era 3,4. Adesso è minore di 1: significa che il #lockdown ha funzionato.
Cosa succederà con l'allentamento delle restrizioni? I ricercatori hanno simulato l'andamento dell'epidemia nelle prossime 8 settimane secondo tre scenari:
a) La mobilità rimane quella osservata durante il lockdown.
b) La mobilità sale al 20% del livello pre-lockdown.
c) La mobilità sale al 40%.
Se la mobilità restasse invariata (scenario a), vi sarebbe una continua riduzione del tasso R e del numero di nuovi decessi (i decessi totali continuerebbero invece ad aumentare, purtroppo, ma gli aumenti sarebbero sempre più contenuti).
Fino all'estinzione dell'epidemia.
Ma un lockdown prolungato non è sostenibile e la mobilità riprenderà ad aumentare.
Un ripristino della mobilità al 20% o al 40% dei livelli pre-quarantena potrebbe causare una ripresa dell'epidemia, con nuovi aumenti del numero dei morti.
La figura mostra l'andamento del numero di morti *previsto* in relazione al nuovo aumento del tasso di trasmissione della malattia dovuto al ripristino della mobilità.
Le barre nere sono i dati osservati finora. L'area azzurra è l'intervallo di credibilità al 95% nello scenario in cui la mobilità resti al livello di quarantena. L'area rossa è lo stesso intervallo nello scenario in cui la mobilità torni al 40% del livello pre-lockdown.
Sono previsioni spaventose, ma ATTENZIONE:
Si tratta di stime, non di una profezia ineluttabile. Le stime sono ottenute con un modello bayesiano calibrato sui dati regionali dei decessi osservati finora, a sua volta basato su alcune assunzioni. Per esempio, sull'ipotesi che la relazione tra la mobilità e il tasso di riproduzione della malattia rimanga quella stimata in base ai parametri dei mesi trascorsi.
Tale relazione potrebbe cambiare in meglio, se la popolazione interiorizzasse le norme di sicurezza, dal distanziamento fisico (non chiamiamolo più distanziamento sociale, per favore) all'uso dei dispositivi di protezione.
Su questo punto ha ragione il governo a insistere sulla responsabilizzazione dei cittadini. Inoltre, la capacità di risposta del sistema sanitario potrebbe migliorare.
MA:
la buona volontà dei cittadini non basta.
I ricercatori dell'Imperial College spiegano chiaramente che la sensibilità del tasso R alla mobilità potrebbe diminuire significativamente, consentendoci quindi di continuare a uscire senza provocare una ripresa esponenziale dell'epidemia,
SE
Le istituzioni attueranno pienamente l'ormai nota strategia delle 3T:
TEST
TRACE
TREAT
Senza un aumento massiccio della nostra capacità di testing, senza il tracciamento digitale dei contatti dei contagiati (sì, per l'ennesima volta: digitale; perché così è più veloce della propagazione virus) e senza la capacità di trattare i malati in isolamento (a domicilio o in Covid-hospitals dedicati) non ha senso sperare che R rimanga stabile nonostante l'allentamento del lockdown.
Senza le 3T non andrà tutto bene, insomma (nel senso ormai meno ottimistico che la situazione non migliorerà).
Quindi:
I cittadini devono fare la loro parte.
Ma il compito più importante spetta alle istituzioni.
Che due mesi e mezzo dopo l'inizio dell'emergenza sembrano invece ancora lontane dall'implementare una reazione che vada oltre le misure restrittive.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Perchè, c'è stata una Cabina di regia centralizzata in Europa? non dico nel Mondo, ma anche solo nei continenti.stefano61 ha scritto:
E' pure difficile capire come mai non ci sia una "cabina di regia" centralizzata per la gestione delle emergenze, e sia quasi tutto demandato alle singole autorità locali, pronta ad intervenire rapidamente ai primi segnali di criticità.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Vediamo oggi dove andiamo
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
https://www.lastampa.it/cronaca/2020/10 ... ?ref=twhpv
Stop all'attività di palestre, piscine e sale giochi e anticipo dell'orario di chiusura per il settore della ristorazione. Sono questi, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo, i due interventi principali per frenare l'aumento dei contagi di cui si è discusso questa mattina nella riunione tra il premier Giuseppe Conte, e i capi delegazione della maggioranza. E' quanto prevede una bozza di Dpcm, il testo non è definitivo, potrebbero ancora esserci modifiche sostanziali
L'anticipo della chiusura dei locali, si apprende ancora, non comporterebbe però un anticipo del coprifuoco in termini di divieto di circolazione. Nel corso dell'incontro si è parlato anche del possibile ripristino del divieto di spostamento tra le Regioni ma non sarebbe ancora stato deciso se la misura entrerà o meno nel decreto.
Ristoranti e bar chiusi dalle 18 e tutta la domenica
A decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni le predette attività sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive "limitatamente ai propri clienti". E' quanto prevede una bozza di Dpcmmentre è il Governo si sta confrontando con gli enti locali. Il testo non è definitivo, potrebbero ancora esserci modifiche sostanziali.
Sport e palestre
Sospensione da domenica o lunedì delle attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi.
Fortemente sconsigliati spostamenti tra Comuni
Non più un divieto, come fu per il lockdown in primavera, ma «è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
Massimo 4 persone ai tavoli di ristoranti e bar
Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
Stop all'attività di palestre, piscine e sale giochi e anticipo dell'orario di chiusura per il settore della ristorazione. Sono questi, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo, i due interventi principali per frenare l'aumento dei contagi di cui si è discusso questa mattina nella riunione tra il premier Giuseppe Conte, e i capi delegazione della maggioranza. E' quanto prevede una bozza di Dpcm, il testo non è definitivo, potrebbero ancora esserci modifiche sostanziali
L'anticipo della chiusura dei locali, si apprende ancora, non comporterebbe però un anticipo del coprifuoco in termini di divieto di circolazione. Nel corso dell'incontro si è parlato anche del possibile ripristino del divieto di spostamento tra le Regioni ma non sarebbe ancora stato deciso se la misura entrerà o meno nel decreto.
Ristoranti e bar chiusi dalle 18 e tutta la domenica
A decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni le predette attività sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive "limitatamente ai propri clienti". E' quanto prevede una bozza di Dpcmmentre è il Governo si sta confrontando con gli enti locali. Il testo non è definitivo, potrebbero ancora esserci modifiche sostanziali.
Sport e palestre
Sospensione da domenica o lunedì delle attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi.
Fortemente sconsigliati spostamenti tra Comuni
Non più un divieto, come fu per il lockdown in primavera, ma «è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
Massimo 4 persone ai tavoli di ristoranti e bar
Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ansa aggiunge anche "Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto"
Vabbè questo è ciò che è scritto nella prima bozza che come al solito fanno trapelare per sondare un pò le reazioni
Se non è un lockdown sembra quantomeno un mini-lockdown.
Vabbè questo è ciò che è scritto nella prima bozza che come al solito fanno trapelare per sondare un pò le reazioni
Se non è un lockdown sembra quantomeno un mini-lockdown.
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
A chiudere i ristoranti alle 18, fai prima a chiuderli tutta la giornata.
Già sui bar la misura ha senso.
Già sui bar la misura ha senso.
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Burano ha scritto:
Ma la vera domanda è: era un'operazione politicamente possibile?
Difficile, vista l'opposizione. Ma se tutti, mezzi di informazione non antigovernativi, il governo stesso, avesse continuato a insistere sullo stesso punto, cioe' che le misure restrittive non le si prendono per migliorare la sanita' ma l'economia, forse sarebbe stato piu' semplice. Alla fine De Luca ha stravinto le elezioni e chi e' al governo in queste situazioni aumenta quasi sempre il suo consenso.
Purtroppo il messaggio che passa e' sempre quello: sanita' vs. economia.
Se invece i negozianti, ogni giorno, vedendo la gente andare in giro, nei locali, a scuola, senza fare smartworking, avessero pensato: loro mi stanno facendo perdere soldi. Beh, sarebbe stato diverso.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In quarantena il coro della Scala
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
- balbysauro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
chiaky fai domanda, che forse è la volta buona!
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Non facciamo che dirlo, tutti, invano:
https://www.huffingtonpost.it/entry/la- ... I9U-hKsqyE
https://www.huffingtonpost.it/entry/la- ... I9U-hKsqyE
"Come possono essere i supertornei della fantasia di nickognito più concreti della realtà?"
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
In serata Conte dovrebbe andare in tv per esporre il nuovo DPCM
Ultima modifica di tennisfan82 il sab ott 24, 2020 8:34 pm, modificato 1 volta in totale.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Ormai sono rassegnato..balbysauro ha scritto:chiaky fai domanda, che forse è la volta buona!
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
ma che cosa é cambiato rispetto a una settimana fa? davvero pensavano che con quel trend potesse esserci un calo in così poco tempo? é importante perché:tennisfan82 ha scritto:In serata Conte dovrebbe andare in tv per esporre il nuovo DPCM
- se si, significa che il cts é formato da gente con la licenza elementare o che al massimo ha fatto un master in astrologia
- se no, la dice lunga sulla capacità di programmazione.
tra l'altro le 2 deduzioni non sono escludibili l'un l'altra.
comunque vada sarà un successo.
Ultima modifica di Paolo79 il sab ott 24, 2020 8:37 pm, modificato 1 volta in totale.
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
Re: Coronavirus la sindrome mondiale
È il trionfo di Checco Zalone.
In Italia sopravvive chi ha il posto fisso.
Leggo i commenti del mondo del teatro, del mio mondo, un mondo borghese e inamidato e leggo di inviti alla violenza e alla rivolta.
Si prospettano mesi duri e brutte scene in giro per le strade..
In Italia sopravvive chi ha il posto fisso.
Leggo i commenti del mondo del teatro, del mio mondo, un mondo borghese e inamidato e leggo di inviti alla violenza e alla rivolta.
Si prospettano mesi duri e brutte scene in giro per le strade..
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale
Paolo79 ha scritto:ma che cosa é cambiato rispetto a una settimana fa? davvero pensavano che con quel trend potesse esserci un calo in così poco tempo? é importante perché:tennisfan82 ha scritto:In serata Conte dovrebbe andare in tv per esporre il nuovo DPCM
- se si, significa che il cts é formato da gente con la licenza elementare o che al massimo ha fatto un master in astrologia
- se no, la dice lunga sulla capacità di programmazione.
tra l'altro le 2 deduzioni non sono escludibili l'un l'altra.
comunque vada sarà un successo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)