Ugly, queste parole che ho scritto tra virgolette e che tu hai quotato non mi sono scaturite dalla visione del film. Sono (citate a grandi linee) parole provocatorie dette da Berlusconi ad un comizio e le ho tirate fuori perché (riallacciandomi a quanto ho appena scritto), se siamo d'accordo sul fatto che Sorrentino/Gambardella intende usare la bellezza (ritrovata grazie a Roma, suora e ricordi) non per distaccarsi dal proprio contesto sociale ma per conviverci nonostante la consapevolezza dello squallore di tale contesto, a parer mio è verosimile che lo stato di estasi ed ispirazione suscitato dalla contemplazione di tale vera e pura bellezza possa, nel tempo, di nuovo sfumare in lui.uglygeek ha scritto: Sei tu che hai scritto:Che cosa significa "guardate quanto siamo belli?" allora? Non so cosa pensare... evidentemente a chi il film non e' piaciuto il fatto che abbia successo all'estero da' molto fastidio.A me no. A me la conclusione di Gambardella ricorda sinistramente il comizio di Berlusconi in Friuli l'anno scorso.
"Guardate quegli altri contestatori che brutti, tutti arrabbiati, sconvolti dalla rabbia, invidiosi. Invece guardate noi come siamo belli, quante belle donne ci sono qua", il paese che amo, bla bla bla...
e quindi a conclusione di un film che mette in scena la 'bella società' del Paese mi sembra proprio un messaggio del *cavolo*. Un soggetto, un messaggio che avrebbe potuto essere scritto tranquillamente da uno dei veri protagonisti di quelle serate, di quel mondo; come appunto il cavaliere o i suoi famigerati scagnozzi. Magari Sorrentino non se ne rende conto, ma è così.
E lo ritengo verosimile perché, nel mondo reale e per esempio anche nelle parole del personaggio di cui sopra e non solo, tale bellezza viene spesso distorta fino a diventare un pallido pretesto, un mezzo per far tollerare, giustificare, difendere il proprio mondo viscido e corrotto.
Ovviamente Sorrentino NON ha questi intenti. Però nel mondo reale un Gambardella che oggi riscopre la bellezza fra due, cinque o dieci anni magari diventa in quel modo e non se ne rende nemmeno conto.
Questo volevo dire, non so se ora mi sono spiegato bene, mi rendo conto di essere contorto
Per quanto riguarda l'estero: per l'appunto le prime parole che ad un anglosassone vengono in mente per associazione di idee quando pensa all'Italia probabilmente sono storia, arte, belle donne, corruzione, sesso, disorganizzazione.... e il film ovviamente le rispecchia tutte, le fotografa molto bene.
Ad uno straniero dunque questo bastare; un italiano moderatamente 'arrabbiato' magari può anelare a vedere un protagonista che oltre a cercare nel suo paese la bellezza e la purezza osi anche rompere le righe, provare a dissolvere questa associazione.
Non so se mi spiego.
(Poi no, comunque la critica etica dell'arte non mi piace, l'arte non deve necessariamente essere veicolo di messaggi positivi.
sì sì ma su questo sono d'accordo però la mia era più che altro una generalizzazione: l'arte non deve essere necessariamente etica ma può anche essere fine a stessa, benissimo, però dipende anche dal tema e dall'argomento che ti scegli e dalla seriosità con cui scegli di trattarlo.
Per spiegarci con un esempio: credo che Top Gun sia un film di merda anche perché fa vedere i sovietici inespressivi e con gli occhialoni, ecco
cioè, per fare un esempio più esplicito: in un tipico film di Tarantino, che ha come fine l'ironia e il divertimento puro, un finale in cui l'"eroe" (tra molte virgolette) uccide il suo nemico disarmato è perfettamente ammissibile; in un tipico film di Spielberg, che invece ha un intento didascalico, la stessa cosa non sarebbe tollerabile e dovrebbe compromettere il giudizio.