lirica.
Ieri sono stato trascinato alla Scala per l'anteprima de La Valchiria di Wagner, riservata agli under 30 (dieci euro).
Esatto, under 30
, ero un imbucato. E fra l'altro ne dimostravo anche meno di molta altra gente lì presente (ma c'è la possibilità che fossero anche loro imbucati
).
Dirigeva l'orchestra il caro Barenboim.
Regia di tale Guy Cassiers, che mi è piaciuta, essenziale.
Sull'interpretazione lirica non mi esprimo perché in materia sono una capra, ma una cosa la voglio comunque dire.
Non è possibile non commuoversi nell'ultima scena, bellissima, struggente, dove Wotan addormenta la figlia baciandola sugli occhi.
Allora, Wotan, che è una sorta di Zeus (scopa a destra e a manca, è succube della moglie, è diviso fra la voglia di spassarsela e i doveri di capo) adora il figlio Siegmund ma il moglione gli fa notare che l'unione incestuosa fra Siegmund e sua sorella Sieglinde è contraria alla legge divina di cui Wotan dovrebbe essere garante e pretende che Siegmund muoia in duello. Il dio si azzerbina e incarica la figlia prediletta, la valchiria Brunhilde -tatata taata tatata taata - di fare la sua volontà. Ma come papà, è il tuo figlio più caro, mi hai sempre chiesto di proteggerlo! Eh, ho cambiato idea, l'ordine divino dev'essere ristabilito.
Brunhilde va da Siegmund e in un'altra magnifica scena gli fa sapere che adda murì. Ma eih, andrà nel Walhalla. Ci troverò mio padre? Certo, ti sta aspettando!
E...ci si frantumerà le palle oppure ci sarà altra gente? Altra gente? Ma se ci saranno tutti gli eroi che non vedono l'ora di accoglierti con ogni onore! Bello e...sì insomma, gnocca? Siegmund, è pieno di vergini pronte ad offrirti le loro coppe, ti faccio un disegno o afferri la metafora da solo? Benissimo, muoio e arrivo. Ah, Brunhilde, naturalmente mi seguirà l'amata Sieglinde, vero? Ehm, dunque, no, lei non può venire. Ah, allora non vengo.
E qui Brunhilde si lascia convincere da una piazzata di Siegmund, e decide di proteggerlo in duello. Deve così intervenire Wotan in persona, che spezza la spada del figlio lasciandolo perire. A questo punto (terzo atto) Brunhilde, non paga di aver trasgredito l'ordine paterno, mette anche in salvo Sieglinde. Vabbé, Sieglinde senza Siegmund vuole naturalmente morire, ma la valchiria la convince a fuggire: Sieglinde, sei incinta! (Sigfried).
Ed eccoci alla scena commovente. Arriva Wotan incazzatissimo nei confronti della figlia disobbediente. Le altre valchirie abbozzano una blanda difesa della sorella, ma come il padre alza la voce se ne scappano subito.
La punizione per Brunhilde consisterà nell'essere scacciata. E il primo uomo che la sveglierà la farà sua. D'altra parte è proprio lei che scegliendo di disobbedire alla legge divina si è di fatto messa fuori.
E così lei gli dice che ha disobbedito all'ordine del padre, ma per obbedire al reale desiderio del padre (zerbino)! il quale ora è messo di fronte a se stesso.
So tatest du,
was so gern zu tun ich begehrt, -
doch was nicht zu tun
die Not zwiefach mich zwang?
So leicht wähntest du
Wonne des Herzens erworben,
wo brennend Weh'
in das Herz mir brach,
wo grässliche Not
den Grimm mir schuf,
einer Welt zuliebe
der Liebe Quell
im gequälten Herzen zu hemmen?
Wo gegen mich selber
ich sehrend mich wandte,
aus Ohnmachtschmerzen
schäumend ich aufschoss,
wütender Sehnsucht
sengender Wunsch
den schrecklichen Willen mir schuf,
in den Trümmern der eignen Welt
meine ew'ge Trauer zu enden: -
da labte süss
dich selige Lust;
wonniger Rührung
üppigen Rausch
enttrankst du lachend
der Liebe Trank,
als mir göttlicher Not
nagende Galle gemischt?
Wotan è travolto dal dolore, capisce che obbedendo alle vecchie leggi non metterà a dormire soltanto l'amata figlia, ma anche una parte di se stesso, la parte che desidera e ama.
In verità non ti giovò
la folle fanciulla,
che, stupita, nel tuo consiglio
non ti comprese,
mentre il mio proprio consiglio
l'una cosa sola mi consigliava:
di amare, quel che tu avevi amato...
Debbo io dunque partire
e timorosa evitarti,
devi tu scindere,
quel che s'era un giorno congiunto,
la tua stessa metà,
da te lontano tenere;
che un giorno ella a te tutta appartenne,
questo non dimenticare, o dio!
Una parte eterna di te
non vorrai disonorare,
né onta volere
che ti macchi:
te stesso lasceresti sminuire,
se mi vedessi gioco allo scherno!
L'uomo degno di lei sarà naturalmente Siegfrido (insomma, il nipote di Wotan) che lei stessa ha salvato facendo fuggire Sieglinde a insaputa del padre.
Ma come evitare che il primo cialtrone che passi non svegli la Valchiria portandosela via? Con un fuoco che scoraggi chiunque non sia Siegfrido.
se dunque non più dovrai
accanto a me cavalcare,
né idromele porgermi al convito;
s'io debbo perdere
te, ch'io amavo,
o ridente riso dei miei occhi,
un fuoco nuziale
dovrà dunque per te ardere,
come a sposa alcuna mai arse!
Fiammeggiante vampa
la rupe avvampi;
con terrore struggente
il codardo allontani;
che il vile fugga
la rupe di Brünnhilde!...
Poiché un solo sposi la sposa,
il quale più libero sia di me, dio!
Degli occhi la coppia lucente,
che spesso sorridendo vezzeggiavo,
quando la gioia del pugnare
un bacio ti compensava,
quando un balbettìo infantile
la lode dell'eroe
dalle dolci labbra ti fluiva:
di cotesti occhi la coppia raggiante,
che spesso mi luceva nella tempesta,
quando brama di speranza
m'ardeva il cuore,
e a voluttà mondana
il mio desiderio aspirava
per fremente ansia selvaggia:
per l'ultima volta
mi rallegri oggi
dell'addio con
l'ultimo bacio!
All'uomo più felice
splenda la sua stella:
all'Eterno infelice
che se ne parte, deve chiudersi.
Come, dunque, si volge
via il dio da te,
così la divinità via da te bacia.
Bacio. Brunhilde cade nel sonno. Invocazione alla divinità del fuoco. Fiamme.
Sticazzi.