The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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:)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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http://www.informationisbeautiful.net/v ... fallacies/

direi che su mymag le abbiamo sperimentate tutte
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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Rosewel, Pindaro dove lo collocheresti?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

PINDARO ha scritto:Rosewel, Pindaro dove lo collocheresti?
Spalmato un po' su tutte.
#113#
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

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'manipulating post' :)
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

BackhandWinner ha scritto:Falsifiability, sì, no:
http://www.npr.org/blogs/13.7/2015/01/2 ... in-science
tema molto interessante.

Intanto, e' molto bello constatare come esistano teorie scientifiche valide sull' universo non empiriche.
Sulla falsificabilita', penso che sia un requisito generalmente valido, ma sarebbe errato considerarlo come un assoluto, come parte della definizione di scienza. Se non altro perche' lo fa Popper, quindi deve esserci qualcosa di errato :)
Quel che ci deve essere e' la possibilita' di cambiare idea, quello che per me definisce veramente la scienza in questo senso, e' che uno scienziato non deve credere alla verita' di una qualunque teoria scientifica, ma pensare solo che e' la migliore al momento, ed essere pronto a modificarla. Ma sul tipo ti evidenza necessaria a questa modifica, penso che si possa discutere e debba andare di pari passo allo sviluppo scientifico.

Detto questo, trovo questo modo di procedere allo stesso tempo pericoloso. Ci sono dei rischi, nel considerare valide teorie che non hanno evidenza empirica. La stessa string theory, mi risulta abbia piu' critici oggi rispetto a qualche anno fa.

Ovviamente una posizione diversa, per cui scienza non empirica sia un ossimoro, e' epistemologicamente accttabile. Ma sinceramente mi pare un tentativo di aggrapparsi a un passato che non esiste piu' per non rischiare di svalutare la scienza. Quando si e' passati dal dire che 'scientifico e' cio' che e' verificabile' a 'scientifico e' cio 'che e' falsificabile' allo stesso modo molti si sono rifiutati di accettare il fatto, probabilmente anche con la poco filosofica sensazione che una scienza non verificabile sarebbe stata svalutata. Cosa che invece non e' successa. Ci sono state riserve simili anche ad accompagnere la nascita di nuove geometria, il principio di indeterminazione, il teorema dell' incompletezza, una visione probabilistica e bayesiana della scienza, e quant' altro.

Se la scienza puo' non essere empirica, non basta sicuramente dire che uno scienziato deve essere pronto a cambiare idea, per definire la scienza. E le posizioni per cui sarebbero necessari criteri di , non so, semplicita' matematica, o quant' altro, appaiono davvero deboli, nel definire il confine fra scienza e non scienza. Pero' del resto non dimenticherei che la scienza contemporanea empirica si basa sul metodo induttivo che filosoficamente, e' un meotdo davvero povero e soggetto a obiezioni rilevantissime e quasi banali. Non vedo un grande problema, e tenderei a dare sempre maggiore rilievo a delle 'regole' interne variabili nel tempo per le singole scienze, piu che a una univoca e difinitiva definizione del concetto di scienza.

Si potrebbe ribattere che questo non impoverirebbe la scienza, magari, pur presentando dei rischi, ma impoverirebbela filosofia della scienza, ma anche se cosi' fosse, tant'e'.
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http://www.corriere.it/cultura/15_febbr ... 3174.shtml

Dai che ora Heidegger troverà nuovi lettori.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Rosewall »

BackhandWinner ha scritto:Falsifiability, sì, no:
http://www.npr.org/blogs/13.7/2015/01/2 ... in-science
trovo sensato anche questo articolo -> http://www.quadernidaltritempi.eu/rivis ... 3_m01.html

Riassumendo: una teoria fisica puramente matematica e non (ancora?) falsificabile non è proprio scienza ma non è neanche fantascienza: è filosofia.

Aggiungo: sono filosofi presocratici con le conoscenze matematiche del ventunesimo secolo.
Che cosa può accadere ad una teoria del tipo della teoria M o del multiverso?
Che un giorno venga (indirettamente) suffragata o smentita da qualche osservazione sperimentale (il che ad oggi pare impossibile), che una previsione della teoria venga confermata da un esperimento: allora sì, scienza.
Altrimenti, che continui ad evolversi nel dibattito fra fisici teorici fino a passare di moda o ad essere soppiantata da una teoria basata su un'ulteriore nuova matematica, magari più "elegante".
D'altronde, si tratta pur sempre di un fatto culturale.

Probabilmente, il carburante che alimenta questa fuga in avanti teorica è il solito: la necessità razionale di dare una forma "realistica" ai fenomeni.
C'è stato un momento nel quale diversi fisici si sono convinti di poterne fare a meno: la meccanica quantistica che funziona anche senza "capirla", il convenzionalismo che soppianta approcci più ingenui.
Ma evidentemente, anche il più puro e astratto e matematico teorico ha bisogno di figurarsi qualcosa di concreto (come fece Einstein nel 1905) ed è spinto dalla ricerca del principio.
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Messaggio da BackhandWinner »

Pop-philosophy à là De Botton:
http://www.internazionale.it/video/2015 ... a-felicita

Quella dei monasteri come comunità epicuree riconvertite mi è piaciuta. Un futuro di comuni tecno-post-hippie per le chiese sconsacrate?
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Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Messaggio da BackhandWinner »

Nooooooooo, troppo tardi, me lo sono perso. :cry: E adesso, come faccio?

#100#
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

Ontogenesi aristotelica della Filosofia? :)

http://www.repubblica.it/scienze/2015/0 ... ef=HRERO-1
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Messaggio da BackhandWinner »

Brutale, e fedele seguace di Bentham, questo Ellis (che conoscevo solo vagamente di nome: sulla Psicologia sono fermo più o meno a Hume :) ):
http://www.linkiesta.it/psicoterapia-co ... -algoritmi
Ovviamente, tendo a simpatizzare; ma non mi stupirei di fronte a obiezioni e perplessità.
L'ottica ultra-individualistica, in particolare, rende in effetti perplesso anche me.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

Sarà pure Pop-philosophy, ma Alain è bravo:
http://www.internazionale.it/video/2015 ... -sbagliata

The standard question on any early dinner date should simply be: "Uhm, how are you mad?" :)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

P.S.: bella l'espressione 'to get the hang of (it)'. :oops: :oops:
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

Bell'articolo sul problema etico-filosofico dell'omicidio di baby-Hitler (con possibili applicazioni anche al Topicone :D ):
http://www.vox.com/2015/10/24/9605406/k ... olf-hitler

Qui la versione italica:
http://tagli.me/articolo/se-fosse-possi ... ene-da-vox
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

BackhandWinner ha scritto:Bell'articolo sul problema etico-filosofico dell'omicidio di baby-Hitler (con possibili applicazioni anche al Topicone :D ):
http://www.vox.com/2015/10/24/9605406/k ... olf-hitler

Qui la versione italica:
http://tagli.me/articolo/se-fosse-possi ... ene-da-vox
bene e bello, anche se sfugge un particolare. Che la morale e' qualcosa di molto problematico anche se non e' consequenzialista. Anzi, io arriverei a dire che una giustificazione della morale nella filosofia postilluministica non c'e' mai stata.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

In questo caso, il titolo del topic è da leggere intendendo 'Philosophy' nel senso, ristretto, della sua manifestazione come della disciplina accademica (in senso più ampio si parla di 'humanities', ma facciamo finta di considerare la filosofia come regina delle humanities, perlomeno :)):

http://libernazione.it/la-filosofia-dopo-la-fuffologia/
A chi scrive risulta difficile stabilire se la fuffa sia la ragione principale del disinteresse per le humanities. Vorrei però soffermarmi sui modi in cui alcuni ritengono che la fuffa possa essere combattuta. Secondo alcuni, il mercato penserà ad eliminare la fuffa. Il calo degli studenti porterà necessariamente a eliminare i corsi inutili tenuti da docenti incapaci. Questa tesi, però, suppone che gli utenti del sistema dell’educazione superiore siano in grado di distinguere la fuffa dai contenuti seri. Ogni evidenza sembra indicare il contrario. È quindi evidente che a fermare la fuffa debbano essere altri, gli esperti, coloro che sanno distinguere uno studioso serio da un Massimo Cacciari.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

http://www.prismomag.com/orrore-cospira ... o-umanita/

(anche se sarebbe più pertinente nel topic di True Detective, direi :))
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Kafelnikov 18 »

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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Pindaro »

L’autodistruzione dell’occidente iniziò con lo scientismo e il moralismo

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/03/ ... e_c369.htm


Mai lette tante stronzate tutte assieme.
Chiedo il parere di Back e Nick.
( gli unici due in grado di dare una risposta seria, anche se spesso opposte).
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

PINDARO ha scritto:L’autodistruzione dell’occidente iniziò con lo scientismo e il moralismo

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/03/ ... e_c369.htm


Mai lette tante stronzate tutte assieme.
Chiedo il parere di Back e Nick.
( gli unici due in grado di dare una risposta seria, anche se spesso opposte).

Io, al contrario di Back, sono largamente d' accordo su molti punti. La filosofia dell' inizio del 900, e il senso comune anche di oggi, si basano su una concezione errata di scienza e morale, una mitizzazione della prima e in qualche modo una fede nella seconda.

Ma non sono d'accordo sul resto: non credo che qualche filosofo in particolare abbia causato tutto questo, o che l' avanzare della scienza e la fine del potere di certe autorita' morali potesse produrre a breve termine qualcosa di diverso. Credo che anche sul definire cosa sia questo declino occidentale sia piu' complesso, di certo diverso oggi da 90 anni fa.

Credo che poi non ci sia solo un discorso filosofico da fare, la scienza ha portato dei cmabiamente largamente positivi, ma ogni cosa ha il suo rovescio della medaglia. Per restare nella banalita', una vita sana e lunga, agiata, con luce elettrica, tv, musica e interenet per 24 ore di certo non stimola particolarmente rispetto al passato le riflessioni sulla caducita' della nostra esistenza.

Piu' che altro, la filosofia di oggi non e' quella di 90 anni fa, e' quasi opposta. La mia opinione e' che la mentalita' di oggi media sia piu' vicina alla filosofia di 100 anni fa che a quella di oggi.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto: Per restare nella banalita', una vita sana e lunga, agiata, con luce elettrica, tv, musica e interenet per 24 ore di certo non stimola particolarmente rispetto al passato le riflessioni sulla caducita' della nostra esistenza.
Sì e no.
Io trovo la vita priva di senso e i rapporti con gli umani in genere, privi di senso.
La musica, i libri, i fumetti, sono solo delle distrazioni che mi discostano dalla follia.
Non credo di aver bisogno di morire di fame o di trovarmi al buio, per riflettere realisticamente, perchè non lo vedo come pessimismo il mio, sulla vita.
E la mia filosofia è più vicina , anzi quasi speculare, a quella di 100 anni fa, rispetto ad ora.
Ora non c'è più nemmeno filosofia. C'è una banalità imperante.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

La filosofia attuale a me piace molto.

E il modo di vedere la vita di Pindaro a me non pare rappresentativo dell' Occidente, ecco :D
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto:
E il modo di vedere la vita di Pindaro a me non pare rappresentativo dell' Occidente, ecco :D
Beh, grazie al Federer.
Lo so pure io. :)

Nickognito ha scritto:La filosofia attuale a me piace molto.
Non me ne interesso particolarmente.
Magari c'è qualcosa che mi potrebbe piacere e interessare.
Attendo consigli.
( non da Back)
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

Non saprei, non sono bravo a consigliare, mica faccio l' insegnante come tuborovescio #10#

Non credo che apprezzerei nulla, se non avessi avuto la ventura di studiarla in passato. Forse si, non lo so. Fatico sempre a consigliare libri di filosofia che non siano dell' antica Grecia (ma forse anche quelli). Ma, in generale, io consiglio sempre, in qualunque campo, le opere piu' famose. C'e' un motivo per cui sono famose. Poi, quando uno si e' abituato a quel modo di comunicare, trovera' da se' la sua strada e gusti piu' personalizzati.

Suona un po' elitaria, come cosa, ma, ohm questo penso, pur nella mia ignoranza. La filosofia contemporanea e' molto specializzata. In questo senso forse, che so, un Bertrand Russell di 100 anni fa e' piu' interessante di un testo di oggi, anche se magari l' approvo di meno. Non lo so, sinceramente, potrei consigliare un libro se sapessi il tema di riferimento ecco. Ma dire, leggi questo, che ti piace, boh, no, non saprei.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da balbysauro »

Nickognito ha scritto:ohm questo penso
vedo che ti interessi anche alle filosofie orientali
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

balbysauro ha scritto:
Nickognito ha scritto:ohm questo penso
vedo che ti interessi anche alle filosofie orientali
di fisica, vuoi dire.

A parte le battute, beh, si, piuttosto che consigliare un libro di filosofia consiglierei un corso di meditazione. O anche testi orientali classici , si.

Ma anche Wittgenstein. Sarei tentato di consigliare David Lewis, con la chiosa di lasciar perdere tutto, se non ti interessa :) Ma appunto dipende dal ramo in cui si e' interessati. Avessi talento e acume, saprei dire a tizio o caio, amici 'a te piacerebbe questo'. Ma io non ho acume. So solo quello che piace a me.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

PINDARO ha scritto:L’autodistruzione dell’occidente iniziò con lo scientismo e il moralismo

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/03/ ... e_c369.htm


Mai lette tante stronzate tutte assieme.
Chiedo il parere di Back e Nick.
( gli unici due in grado di dare una risposta seria, anche se spesso opposte).
Non credo valga la pena dare una risposta seria a un cumulo così grande di stronzate. Quindi implicitamente ti ho già risposto.
Adesso mi guardo Dominic ( :oops: ) poi semmai provo ad articolare un po' (ma poco, perché, appunto, non vale la pena).
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da tuborovescio »

l'unico consiglio che mi sento di dare è che
andare in giro cantando Tozzi invece dei Sigur Ros
migliora i rapporti umani :D
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Rosewall »

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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

Bell'articolo.

Arrivato al Metodo Montecarlo stava riemergendo prepotentemente in me un'idea con la quale mi intrattengo da tempo: che la guida migliore di fronte a certe decisioni in condizioni di estrema (o anche solo relativa) incertezza sia il Caso. Ma poi, di fatto, per il Go si è mostrato che non è così. Bisognerebbe anche capire quanto Go e vita si somiglino (gli scacchi e la vita notoriamente, per nulla). :)

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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Rosewall »

prendo spunto da questo commento-battuta a un articolo su Chernobyl (si visualizza?):

Immagine

Per riportare questa interessante intervista a Floridi:

(...)
Ho l’impressione che ancora oggi (era così quando studiavo alla Sapienza) uno studente di filosofia in Italia abbia molta più facilità a sostenere un esame di latino piuttosto che un esame di fondamenti di matematica o di linguaggi di programmazione e questo è un peccato, perché magari quella persona ha grandi interessi scientifici.

Come vede non è una questione di cervelli o di educazione o di mentalità ma è un problema istituzionale. Se si disegna il sistema in un certo modo, le persone che si inseriscono nel sistema finiscono per essere orientate in un senso piuttosto che in un altro. Basti pensare che qui a Oxford non è possibile studiare solo filosofia: tutti i percorsi sono prestabiliti in associazione con altre discipline, quindi ci si può laureare in filosofia e lingue antiche, filosofia e informatica, filosofia e fisica, filosofia e matematica, filosofia e teologia, filosofia e lingue moderne, filosofia e politica ed economia e filosofia e fisiologia e psicologia. È chiaro che così è più facile fare filosofia: c’è il percorso già stabilito e le persone lo possono scegliere, mentre, se il percorso deve essere inventato o costruito contro il sistema, controcorrente, allora diventa quasi impossibile.

(...)


La filosofia si è messa in un angolo, si è autodichiarata inutile e poi si lamenta del fatto che sia presa come inutile… o una cosa o l’altra.

I nostri storici della filosofia continuano a dire che tutto quello che c’è da fare nella filosofia è la sua storia. Ma in questo modo non possono pretendere di essere presi sul serio da tutti quelli che non fanno storia delle idee; così come i filosofi analitici, quando insistono a dire che la filosofia è la rimozione di problemi o lo studio di astruse costruzioni concettuali: è come se stessero dicendo “noi vogliamo chiudere questo negozio”, “vogliamo essere lasciati in pace con il nostro ‘gioco delle perle di vetro’” e una volta che ci sono riusciti il negozio rimane ovviamente chiuso, nessuno gioca con loro quindi non si possono lamentare se nessuno si cura più della filosofia. La filosofia non è uccisa, si suicida.

Ecco che allora dallo storico che fa solo filologia del sapere e dall’analitico che individua solo i problemi come pseudo problemi o si impegna in analisi linguistiche normalmente di tipo indoeuropeo o in altri arabeschi logici di nessuna rilevanza, e dal filosofo continentale che dice cose senza senso pensando che togliere senso alle cose sia il suo compito… da tutto ciò si ricava una filosofia inutile, che bisognerebbe archiviare. Sono io il primo a suggerire di chiudere questi dipartimenti di filosofia, perché se questa è la filosofia che producono sono inutili anzi deleteri. Hume allora aveva ragione, questa filosofia è buona solo per il caminetto.

Per fortuna, però, tutti noi nasciamo con l’idea che la filosofia serva a qualcosa. La consapevolezza che il mondo abbia sempre bisogno di buona filosofia per dare senso e forma alle cose e agli eventi si rinnova di generazione in generazione, quindi la filosofia non muore mai, non perché non riusciamo ad ucciderla, ma perché la gente muore e per fortuna le nuove generazioni rinascono con la sana e corretta idea che la filosofia è il sale della vita, è quello che ci rende umani e unici su questo pianeta.

Tutto ciò avviene perché abbiamo perso il contatto con il mondo contemporaneo. La cattiva filosofia si disinteressa di problemi attuali. Se si occupasse di cosa significa fare politica oggi nella società dell’informazione, cos’è l’etica nell’era della vita onlife, che cos’è la conoscenza nell’era dei big data e degli algoritmi, dove sta andando la scienza quando questa oggi è dominata da grandi gruppi di ricerca… sarebbe una filosofia del nostro tempo. Ci sono mille problemi da affrontare, e quando la filosofia non li affronta, e viene meno alla sua chiamata, giustamente non viene presa sul serio.

Non ne farei un problema di società ma di autogestione: se i filosofi uscissero più spesso dai loro studi e guardassero di più al mondo che sta mutando tornerebbero a fare filosofia come è sempre stata fatta, perché tutti i grandi filosofi sono stati filosofi del loro tempo: Socrate, Platone, Aristotle, Agostino, Tommaso, Cartesio, Spinoza, Locke, Hume, Leibniz, Kant, Hegel, Russell, Wittgenstein, Husserl, Heidegger … dialogavano con il loro tempo. Il filosofo o è un filosofo del suo tempo o non è. Finché la filosofia rimarrà insegnata solo storicamente, analiticamente, o decostruttivamente la si può abbandonare al suo destino di irrilevanza.

(...)

A chi è interessato a ‘fare’ filosofia consiglierei di laurearsi in una scienza seria e poi di fare filosofia. Quindi di studiare informatica, neuroscienza, matematica, economia, sociologia, fisica, geografia, biologia,… cioè una scienza che gli permetta di avere un serio bagaglio di conoscenze e di mantenere la filosofia come sapere, e magari fare la laurea biennale in filosofia dopo; partire, quindi, col piede giusto con una laurea triennale che fornisca subito un’àncora col mondo attuale, perché in Italia se si comincia con la filosofia che ci insegna la ‘storia della storiografia storiografica’ si può dire addio alla riflessione attuale. Dopo un percorso di 3+2+3 anni con laurea, master e dottorato si rischia di diventare esperti su Michelangelo Fardella (disclosure: sono io l’autore della voce su Fardella per la Routledge Encyclopedia of Philosophy). Perché è questo che si studia al dottorato, con la giustificazione “non se ne è mai occupato nessuno” (ed io risponderei: “eh beh c’era una ragione per cui nessuno se ne era mai occupato!”).
Ultima modifica di Rosewall il gio mag 05, 2016 12:54 pm, modificato 1 volta in totale.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

Rosewall ha scritto:prendo spunto da questo commento-battuta a un articolo su Chernobyl (si visualizza?):

Immagine

Per riportare questa interessante intervista a Floridi:

(...)
Ho l’impressione che ancora oggi (era così quando studiavo alla Sapienza) uno studente di filosofia in Italia abbia molta più facilità a sostenere un esame di latino piuttosto che un esame di fondamenti di matematica o di linguaggi di programmazione e questo è un peccato, perché magari quella persona ha grandi interessi scientifici.

Come vede non è una questione di cervelli o di educazione o di mentalità ma è un problema istituzionale. Se si disegna il sistema in un certo modo, le persone che si inseriscono nel sistema finiscono per essere orientate in un senso piuttosto che in un altro. Basti pensare che qui a Oxford non è possibile studiare solo filosofia: tutti i percorsi sono prestabiliti in associazione con altre discipline, quindi ci si può laureare in filosofia e lingue antiche, filosofia e informatica, filosofia e fisica, filosofia e matematica, filosofia e teologia, filosofia e lingue moderne, filosofia e politica ed economia e filosofia e fisiologia e psicologia. È chiaro che così è più facile fare filosofia: c’è il percorso già stabilito e le persone lo possono scegliere, mentre, se il percorso deve essere inventato o costruito contro il sistema, controcorrente, allora diventa quasi impossibile.

(...)


La filosofia si è messa in un angolo, si è autodichiarata inutile e poi si lamenta del fatto che sia presa come inutile… o una cosa o l’altra.

I nostri storici della filosofia continuano a dire che tutto quello che c’è da fare nella filosofia è la sua storia. Ma in questo modo non possono pretendere di essere presi sul serio da tutti quelli che non fanno storia delle idee; così come i filosofi analitici, quando insistono a dire che la filosofia è la rimozione di problemi o lo studio di astruse costruzioni concettuali: è come se stessero dicendo “noi vogliamo chiudere questo negozio”, “vogliamo essere lasciati in pace con il nostro ‘gioco delle perle di vetro’” e una volta che ci sono riusciti il negozio rimane ovviamente chiuso, nessuno gioca con loro quindi non si possono lamentare se nessuno si cura più della filosofia. La filosofia non è uccisa, si suicida.

Ecco che allora dallo storico che fa solo filologia del sapere e dall’analitico che individua solo i problemi come pseudo problemi o si impegna in analisi linguistiche normalmente di tipo indoeuropeo o in altri arabeschi logici di nessuna rilevanza, e dal filosofo continentale che dice cose senza senso pensando che togliere senso alle cose sia il suo compito… da tutto ciò si ricava una filosofia inutile, che bisognerebbe archiviare. Sono io il primo a suggerire di chiudere questi dipartimenti di filosofia, perché se questa è la filosofia che producono sono inutili anzi deleteri. Hume allora aveva ragione, questa filosofia è buona solo per il caminetto.


Per fortuna, però, tutti noi nasciamo con l’idea che la filosofia serva a qualcosa. La consapevolezza che il mondo abbia sempre bisogno di buona filosofia per dare senso e forma alle cose e agli eventi si rinnova di generazione in generazione, quindi la filosofia non muore mai, non perché non riusciamo ad ucciderla, ma perché la gente muore e per fortuna le nuove generazioni rinascono con la sana e corretta idea che la filosofia è il sale della vita, è quello che ci rende umani e unici su questo pianeta.

Tutto ciò avviene perché abbiamo perso il contatto con il mondo contemporaneo. La cattiva filosofia si disinteressa di problemi attuali. Se si occupasse di cosa significa fare politica oggi nella società dell’informazione, cos’è l’etica nell’era della vita onlife, che cos’è la conoscenza nell’era dei big data e degli algoritmi, dove sta andando la scienza quando questa oggi è dominata da grandi gruppi di ricerca… sarebbe una filosofia del nostro tempo. Ci sono mille problemi da affrontare, e quando la filosofia non li affronta, e viene meno alla sua chiamata, giustamente non viene presa sul serio.

Non ne farei un problema di società ma di autogestione: se i filosofi uscissero più spesso dai loro studi e guardassero di più al mondo che sta mutando tornerebbero a fare filosofia come è sempre stata fatta, perché tutti i grandi filosofi sono stati filosofi del loro tempo: Socrate, Platone, Aristotle, Agostino, Tommaso, Cartesio, Spinoza, Locke, Hume, Leibniz, Kant, Hegel, Russell, Wittgenstein, Husserl, Heidegger … dialogavano con il loro tempo. Il filosofo o è un filosofo del suo tempo o non è. Finché la filosofia rimarrà insegnata solo storicamente, analiticamente, o decostruttivamente la si può abbandonare al suo destino di irrilevanza.

(...)

A chi è interessato a ‘fare’ filosofia consiglierei di laurearsi in una scienza seria e poi di fare filosofia. Quindi di studiare informatica, neuroscienza, matematica, economia, sociologia, fisica, geografia, biologia,… cioè una scienza che gli permetta di avere un serio bagaglio di conoscenze e di mantenere la filosofia come sapere, e magari fare la laurea biennale in filosofia dopo; partire, quindi, col piede giusto con una laurea triennale che fornisca subito un’àncora col mondo attuale, perché in Italia se si comincia con la filosofia che ci insegna la ‘storia della storiografia storiografica’ si può dire addio alla riflessione attuale. Dopo un percorso di 3+2+3 anni con laurea, master e dottorato si rischia di diventare esperti su Michelangelo Fardella (disclosure: sono io l’autore della voce su Fardella per la Routledge Encyclopedia of Philosophy). Perché è questo che si studia al dottorato, con la giustificazione “non se ne è mai occupato nessuno” (ed io risponderei: “eh beh c’era una ragione per cui nessuno se ne era mai occupato!”).
(no, non s visualizza :))
Sguivo con interesse Floridi dai tempi dell'Università, non capendo bene se cavalcasse da furbetto la 'moda' digitale o avesse invece iniziato un percorso di ricerca (o, almeno:accademico) importante. Ora propenderei per la seconda ipotesi.

Il suo consiglio in questa intervista, sul percorso filosofico solo dopo una laurea scientifica, è d'oro, fondamentale, sacrosanto.
La parte che sottolineo (e metto anche in grassetto, perché è giusto :D) è da applauso in piedi.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da BackhandWinner »

(adesso si visualizza :))
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Nickognito »

Mah, non saprei. Sulla prima parte sono molto d' accordo, ma non so come e' la situazione in generale in Italia oggi.

Come ho studiato io filosofia all' universita' (quindi iniziando 20 anni fa a Firenze) era molto diverso. Molti 'laboratori' , molti studi relativi a scienza e matematica, piu' che alla storia della filosofia (almeno nell' indirizzo che ho scelto). Anzim sostanzialmente era possibilissimo laurearsi senza nemmeno conoscere nulla della filosofia antica e medievale, che so. I progetti di tesi che mi avevano dati erano legati al teorema di Bayes, uno, e al legame tra filosofia e neuroscienze riguardo al libero arbitrio, l' altro.

Se guardo elenchi di titoli di tesi di filosofia online non vedo come frequenti casi di tesi tipo su Fardella, ne trovo di molto legati o all' attualita', o a filosofi importanti.

Non concordo sulla seconda parte. La filosofia non e' sempre cosi' legata alla scienza, dipende di che tipo di filosofia si parla. Ma anche se si parla di una legata alla scienza, non credo che due anni di filosofia dopo una laurea scientifica siano abbastanza. Se puoi prendere due lauree va benissimo, ma non mi sembra un requisito essenziale. Ci sono molti aspetti della filosofia che si collegano meglio ad altre discipline. Mi sembra un articolo molto legato al pensiero, un po' vetusto, che il linguaggio scientifico sia l' unico adeguato a una descrizione della realta', quando almeno per me e' evidente che non sia cosi'.

Poi chiaro, se intendo di svolgere come professione quella di filosofo della scienza, degli studi scientifici seri mi sembrano fondamentali.

A parte questo, appunto, sarei d' accordo, ma non sono affatto convinto che il tipo descriva la realta' delle cose, la realta' e' che oggi chi studia filosofia e' molto interessato alla societa' di oggi, nei suoi studi. Il problema e' il livello, la qualita' semmai.

Pensare oggi al laureato in filosofia come un esperto di Roma Antica che non sa nulla del mondo di oggi mi sembra proprio fuori luogo, capitera', certo, ma mi sembra piu' un'eccezione che una regola.

Semmai mi sembrano piu' 'regole' delle tesi e ricerche legati a temi sociali, all' informatica, alla politica, al diritto, alla psicologia, che sono legate si' al mondo di oggi, ma di un valore filosofico assai modesto.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da Rosewall »

se le scienze sono la lente attraverso la quale gli uomini del XXI secolo osservano la realtà, allora il filosofo, che è anch'egli figlio del suo tempo, deve starce e comprenderne linguaggi e modi di operare, per sapere quali domande rivolgere agli scienziati e capire le loro risposte.
Al filosofo è naturalmente richiesto un approccio il più possibile critico nei confronti della disciplina di riferimento (che peraltro è auspicabile anche negli scienziati), ma non soltanto al fine dello studio epistemologico bensì appunto per puntare quella lente in direzioni originali (cosa che può fare anche uno scienziato con studi ed attitudini filosofiche: idealmente filosofi e scienziati dovrebbero convergere).
La filosofia che invece presume di potersi fare in autonomia una lente interpretativa, un linguaggio, un'idea sul mondo, è condannata all'autoreferenzialità, condivido il filosofo di Oxford.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)

Messaggio da balbysauro »

e anche Paoolino alla fine ha ceduto :D
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