Ho visto la terza stagione. Il fine (la rapina) stacca forse un po' troppo da quello che dovrebbe essere la mission degli Shelby (diventare puliti, che rimane sullo sfondo). Il lato russo mi è sembrato un po' troppo macchiettistico e, come accade con Sam Neil, non c'è bisogno della degradazione per creare inimicizia nei confronti del villain: si poteva comunicare la loro follia in modo più sottile ed efficaci.Gios ha scritto:Ho visto le prime due stagione di Peaky Blinders: il tutto è un già-visto, ma non è una cosa così in grave.
Mentre l'ascesa della prima stagione mi è sembrata ordinata, e coerente, e il villain Sam Neil abbastanza ben tratteggiato (ma forse il giudizio sulla stagione è dovuto alla massiccia presenza di Grace, che è un gioiello, con quel naso greco), la seconda stagione mi è sembrata più scadente, per due motivi:
- non c'era bisogno di fare precipitare nell'abiezione Sam Neil. Già si fa il tifo per i Peaky Blinders, e renderlo più disgustoso rende solo più sgradevole la visione, senza aggiungere nulla all'impatto della sua fine. Quando gli eroi sono i criminali, forse la strada migliore è fare quello che accade con Breaking Bad, dove Hank (che è l'antagonista) si comporta in maniera decente.
- gli avvicendamenti a Londra mi sono sembrati poco credibili: sembra che l'occupazione di locali e corse sia una specie di monopoli in cui, semplicemnte, occupando una casella si scaccia che l'aveva occupato fino a quel momento.
Anche la motivazione che giustifica la stagione (al di là di quella di sfondo: l'ambizione), ovvero il furto delle armi nella prima, e l'omicidio per conto di Churchill, è più fiacca per la seconda stagione, e meno interessante, forse. Inoltre, nella seconda stagione, è incomprensibile il personaggio di May Carleton, che non va da nessuna parte, alla fine.
Questo fino al season finale, che è un grandissimo episodio, con un grande finale.
Ma ci sono alcuni sviluppi ottimi, ed un momento straordinario:
1. Paradossalmente l'affrancamento di Arthur è molto migliore quando si distacca dall'influenza della moglie (la trattativa tra la moglie di Arthur e Thomas è forse la scena peggiore di tutta la serie), in quanto si emancipa superando Thomas non in rettitudine, ma in buon senso (da fratello maggiore).
2. Il finale è anche in questo caso molto molto riuscito, nell'ultima scena corale.
3. Il momento straordinario è il dialogo tra Alfie Solomons (non credo sia casuale che il nome raddoppi due grandi re, uno anglosassone ovvero Alfredo, ed uno biblico, ovvero Salomone: entrambi noti per profondità di saggezza. Alfredo in inglese significa in effetti proprio qualcosa del genere) e Thomas, quando questo si rende conto di essere stato (di nuovo) tradito da Alfie. Tutto il merito di questo momento va alla sceneggiatura ed a Tom Hardy.
Spero nella quarta stagione proprio Alfie abbia più spazio, perché mi pare sia, di gran lunga, il personaggio meglio riuscito di tutta la serie.