Intervengo solo ora dopo un po' di commenti, parlerò solo di Benigni, il tempo scarseggia per le digressioni.
Alcuni punti sui quali vorrei dire la mia, scelgo un post precedente che sintetizza gli altri:
NNick87 ha scritto:Non lo vedo più come comico, non funziona più come comico puro. I monologhi sulla politica o sulla società odorano sempre un po' di vecchio. E' stato molto bravo a riciclarsi "esegeta". Un po' ingiusto definirlo pallido, forse sarebbe meglio semplice o essenziale. E' questa la sua grande forza che è comprensibile a chiunque. La Costituzione, la Divina Commedia i 10 Comandamenti non sono così immediati per un sessantenne con la licenza elementare. Benigni li trasforma in un prodotto per tutti.
Poi insomma 2 ore di spettacolo consecutivo senza pubblicità è difficile da vedere in TV. Anche in teatro ci sono delle pause. CI vuole qualità per sostenere un monologo del genere.
Sui guadagni d'accordo con Pindaro. Peraltro la RAI è un impresa. Pare abbia speso 4 milioni per quelle due puntate più un'altra serie di puntate sulla Divina Commedia il prossimo anno. Credo che sia stato il programma più seguito dopo Sanremo o tra i Primi 3-4 ed è bastato un Auditorium, una scenografia fatta di assi di legno, un leggio e un comico. Se con questo materiale Benigni è in grado di mettere oltre 9 milioni di spettatori davanti alla TV giusto sia pagato così tanto.
A Benigni è semplicemente successo quello che, su ben altri livelli, capitò a Chaplin, Stan e Ollie, Keaton e Totò: la sua vena comica con l'incedere dell'età, quasi 60 anni, si è fisiologicamente atrofizzata: lo spartiacque è stato il mediocre e superficiale la Vita e Bella che cercava di banalizzare un tema così centrale come l'olocausto ad uso e consumo del pubblico che ha continuato a seguirlo, più nel ricordo del Benigni che fu, anche quando si è autoproclamato "esegeta" o "intellettuale" pur non avendo nessuna base per poter adempiere a questo ruolo. Diciamocelo chi l'ha seguito è un pubblico che sa del suo processo di benignizzazione del tema che affronta,entrando nello specifico, aneddoti superflui(Mosè balbuziente che si sente non all’altezza, il padre di Benigni contadino che parlava di religione con il sacerdote del paese , la maestra delle elementari che lo interrogava sui comandamenti) raccontati come fossero quasi delle "parabole" ed invece degni di un cattivo catechismo, il catechismo fatto più di fatti e fatterelli rispetto ad un'analisi in questo caso dei 10 comandamenti, ovvero come interpretarli alla luce del mondo d'oggi, dove sembrano arcaici e superati dalla globalizzazione e dal relativismo; insomma materiale difficile da maneggiare in diretta per un laico/religioso alla Pasolini o per qualsiasi biblista, penso anche al Card. Martini, ed invece qui abbiamo un "catechista" che con alcune spiegazioni discutibili su certi comandamenti, tipo non commettere atti impuri( ma secondo il nostro la masturbazione non ci rientrerebbe…) o non dire falsa testimonianza (ma se non ci fossero le bugie cosìddette bianche sarebbe un male ha avuto il coraggio di dire) molto personali da far diventare il cattolicesimo benignesco degno di quei “cattolici da pasticceria” tanto deprecati dal Papa. Tanto i santini da non profanare (il giovane "rottamatore" che mangia il gelato mentre si fa i selfie e distrugge il Paese, la(ma)donna di Montevarchi che illustra le riforme o Donna Prassede Boldrini sono inviolabili, quindi si può far danni appunto ai Testi Sacri o leggere male Dante e fare caramello della Costituzione. Io ci ho visto un buffone( e non lo denigro, sarebbe il suo ruolo) che non fa più ridere, e ci sta, ma solo irritazione a chi lo apprezzava prima di autoproclamarsi Icona che comunque si debba applaudire a prescindere....troppo duro? Non penso, il cachet è altissimo per chiunque fosse anche Montale, soprattutto se in questo momento te lo da la Rai che almeno formalmente è un servizio pubblico e non un' impresa, lo so che è tutto il contrario ed allora cazzo la si privatizzi, non dovrebbe allegramente elargire denaro pubblico(non mi interessa ci rientrino pure i soldi degli sponsor, è una questione di principio) ad un comico che non fa più ridere per più di 5' tranne non parli del Caimano. La De Filippis e Bonolis non valgono un Benigni, nella loro mediocrità, ma appunto fanno il loro e non vanno oltre, come pretendere da un sindaco di fare il premier in un botto...si è mai visto?
Questo è il dramma in questo paese, molti vengono profumatamente pagati per fare un lavoro che non è il loro, avesse dedicato un'ora per dire le sue banalità sui testi sacri (se voglio capire appunto mi leggo Martini se non ho gli strumenti necessari vado a messa visto le chiese sempre più vuote) e le altre tre a fare il suo lavoro avrebbe annoiato di meno e forse fatto un po' meglio di 10 milioni, in netto calo rispetto alle sue performance precedenti. Mi aspetto la prossima volta la Via Crucis commentata da lui.