alessandro ha scritto:
Ma in un discorso di legge generale e di statistica sono nel mondo molti più quelli che perdono settimane o mesi o muoiono per covid che non per vaccino.
non ci sono tali leggi di statistica per atleti col fisico di quel livello. Anche io penso che Djokovic ha rischiato piu' a prendersi il covid che a fare il vaccino, ma ritengo del tutto giustificato abbia potuto scegliere lui quale rischio (minimo), correre.
Ci possono certamente essere dei motivi per cui richiedere una vaccinazione, al lavoro, come in generale. Lo si puo' fare in una fase in cui il virus non e' molto diffuso e i non vaccinati contagiano di piu', lo si puo' fare quando ci puo' essere un sovraccarico degli ospedali, lo si puo' fare addirittura impedendo le cure gratuite a chi non lo fa.
Non ha pero' alcun senso, a livello scientifico, sanitario, impedire l'ingresso nel paese a un non vaccinato straniero che stia un paio di settimane, che non andrebbe in un ospedale del posto, in una situazione in cui si e' deciso di far correre il virus in massa facendolo prendere a tutti. Una decisione del genere e' solo illiberale.
Certo, il fatto che il vaccino abbia rovinato i miei ultimi mesi di vita e potenzialmente tutta la vita futura mi fa essere un po' di parte, ma ho appunto nominato Chardy che non e' uno su un milione, ma uno su 100. Come uno su 100 (Bedene) e' un giocatore che non gioca perche' sta avendo effetti di long covid.
E normale avere reazioni fisiche negative lievi dopo il vaccino, non raro, e per atleti macchine perfette questo puo' cambiare un po' le cose.
La decisione del vaccino obbligatorio e' illiberale, tanto piu' se succede, come e' successo, che vengono esclusi tennisti che hanno fatto vaccini diversi (ad esempio Sputnik).
Potrebbe essere fatto all'interno di un paese dove vigono misure molto severe per prevenire la diffusione del virus e quindi anche una piccola percentuale di contagiosita' potenziale in piu' e' da considerare? Si, potrebbe, ma non e il caso.
Di fatto, e' del tutto evidente che un tennista che viene due settimane, vaccinato con Sputnik, costantemente negativo a un tampone fatto anche ogni giorno, sia molto meno contagioso di un cittadino australiano, vaccinato o meno che puo' andare in giro senza farsi mai testare.
Non sono opinioni discutibili, sono fatti. Sono, di fatto, decisioni illiberali contro la scienza.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)