Clerici...
Re: Clerici...
Grande Gianni!
87 anni e non sentirli.
Chissà se è prevista a breve un'altra ristampa aggiornata dei 500 anni? Sarebbe la mia terza.
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- Massimo Carbone
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Re: Clerici...
Purtroppo è così da tempo.
Mentre Clerici continua a scrivere e viaggiare, lui è scomparso dalla scena pubblica.
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- babaoriley
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Re: Clerici...
mi viene un colpo al cuore ogni volta che vedo faccine tristi in questo topic.
Un pensiero al grande Rino
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- Massimo Carbone
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Re: Clerici...
http://www.ubitennis.com/blog/2017/11/0 ... -dopo-fed/
Il tennis che verrà (Gianni Clerici) – La Repubblica del 06.11.2017
Ora che un gruppo di giovanotti under 21 stanno per iniziare un torneo chiamato Next Generation, mi viene in mente che nel 1555, nemmeno il più grande scrittore di tennis, il filosofo tomista Antonio Scaino da Salò, poteva immaginare qualcosa di simile. Alla corte di Ferrara, Scaino era solito dilettarsi in quello che era conosciuto allora come “Gioco della Palla con Rachetta” e un giorno, come succede in campo anche oggi, non si trovò d’accordo con il suo benefattore Alfonso II ed ebbe l’idea di mettere per iscritto le regole di un gioco che già esisteva da almeno duecent’anni, se devo credere alla prima immagine che sono riuscito a rintracciare nella Cattedrale di Barcellona, un bassorilievo in legno scolpito tra il 1394 e il 1399 da Pere Sanglada. Secondo Scaino il punteggio del gioco era diverso da quello che siamo abituati a vedere attualmente, da quando un astuto inglese – il maggiore Wingfield – lo brevettò nel 1874, quasi l’avesse inventato lui e non gruppi di giocatori greci e romani. Il campo aveva dimensioni non molto dissimili da quelle di adesso ( 23,77 x 8,23) a seconda se ci si giocasse in singolo, in doppio e anche in triplo. Scaino ne cita uno a Ferrara di metri 19,47 x 6,49, mentre quello del Louvre, a Parigi, era addirittura 36,93 x 10,37. Di diverso c’era il punteggio, che consisteva nell’avvicendarsi da un mezzo campo all’altro, dove l’arbitro aveva segnato i luoghi chiamati cacce ( chase in inglese, chasse in francese) i luoghi cioè dai quali un giocatore, o una squadra, non fosse riuscito a rimandar la palla. Se non son stato chiaro, come temo, ecco le parole di Scaino: «In quel luogo, nel quale la palla termina il suo moto, e mentre ruota per terra, si costituisce un certo segno che si chiama volgarmente caccia, e segnate che siano le cacce, o palle cacciate, allora i giocatori fanno insieme una mutazione di luoco a luoco, andando i battitori al luoco dei ribattitori, e questi al loro. E cade la vittoria in quelli che si trovano aver più vicina dal canto loro la caccia già segnata che la palla di nuovo segnata». Una palla più lunga, in direzione della riga di fondo, assegnava il quindici, e così via, sino al 45, dopo il quale si aveva diritto al gioco. Va ricordato che, sino al giorno ottocentesco nel quale la gomma fu importata dal Sudamerica in Gran Bretagna, la palla fu «soda, ripiena di pelo di lana», oppure «palla a vento, di spirito dentro piena, con mirabile artificio». E, dopo la recente scoperta, a Jesi, quelle ritrovate in Italia fanno sì che le nostre assommino a quindici, mentre in Francia il Tenniseum del Roland Garros non ne detiene nemmeno mezza. Così come il museo di Wimbledon. Va anche ricordato che, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e addirittura in Australia, esistono tuttora campi del gioco che ho tentato di descrivere chiamato Real Tennis, mentre in Francia temo che siano ridotti a tre quelli detti Jeux de Paume, e cioè Gioco del Palmo (della mano, tipico dei tempi precedenti la racchetta). Il punteggio del cosiddetto Lawn Tennis, re-inventato dagli inglesi nel 1874 non è mutato, sinché un dirigente del museo di Newport, Jimmy Van Alen, si disse che le partite erano troppo lunghe, nel 1965, ed iniziò ad applicare quello che definì tie-break (rottura di equilibrio) ai campionati universitari. Visti i buoni risultati, il tiebreak venne esteso ai campionati Usa 1970, e ricordo ancora le bandierine rosse che gli arbitri alzavano non appena il tiebreak iniziava. Il tie-break non si disputa ancora nel set finale di Roland Garros e Wimbledon, mentre ne è stata introdotta una variante al terzo set dei doppi, una fine affrettata ai dieci punti. Ora assistiamo a Milano a quello che spero non sarà il futuro del tennis. Si giocherà al limite dei cinque set di soli quattro games, con un tie-break nel caso di tre games pari. Non ci saranno i vantaggi, non ci saranno battute ripetute quando la palla sfiorerà il nastro della rete, non ci saranno giudici di linea umani sostituiti dall’Occhio di Falco, invenzione del predestinato di Mr Hawk. C’era proprio bisogno di simili mutamenti ? Ma certo, risponde la televisione, per aumentare la pubblicità. Partite al meglio dei cinque set, che però viene conquistato a 4 (non più a 6) e con il tie-break sul 3-3. Inoltre niente più vantaggio: sul 40-40 punto secco LET. In caso di net non verrà ripetuto il servizio. Niente più giudici di linea e un orologio scandirà il tempo per una veloce ripresa del gioco CI SI Gli spettatori potranno muoversi durante il gioco, cosa proibita finora. Infine giocatori e allenatori potranno comunicare liberamente tra loro
Il tennis che verrà (Gianni Clerici) – La Repubblica del 06.11.2017
Ora che un gruppo di giovanotti under 21 stanno per iniziare un torneo chiamato Next Generation, mi viene in mente che nel 1555, nemmeno il più grande scrittore di tennis, il filosofo tomista Antonio Scaino da Salò, poteva immaginare qualcosa di simile. Alla corte di Ferrara, Scaino era solito dilettarsi in quello che era conosciuto allora come “Gioco della Palla con Rachetta” e un giorno, come succede in campo anche oggi, non si trovò d’accordo con il suo benefattore Alfonso II ed ebbe l’idea di mettere per iscritto le regole di un gioco che già esisteva da almeno duecent’anni, se devo credere alla prima immagine che sono riuscito a rintracciare nella Cattedrale di Barcellona, un bassorilievo in legno scolpito tra il 1394 e il 1399 da Pere Sanglada. Secondo Scaino il punteggio del gioco era diverso da quello che siamo abituati a vedere attualmente, da quando un astuto inglese – il maggiore Wingfield – lo brevettò nel 1874, quasi l’avesse inventato lui e non gruppi di giocatori greci e romani. Il campo aveva dimensioni non molto dissimili da quelle di adesso ( 23,77 x 8,23) a seconda se ci si giocasse in singolo, in doppio e anche in triplo. Scaino ne cita uno a Ferrara di metri 19,47 x 6,49, mentre quello del Louvre, a Parigi, era addirittura 36,93 x 10,37. Di diverso c’era il punteggio, che consisteva nell’avvicendarsi da un mezzo campo all’altro, dove l’arbitro aveva segnato i luoghi chiamati cacce ( chase in inglese, chasse in francese) i luoghi cioè dai quali un giocatore, o una squadra, non fosse riuscito a rimandar la palla. Se non son stato chiaro, come temo, ecco le parole di Scaino: «In quel luogo, nel quale la palla termina il suo moto, e mentre ruota per terra, si costituisce un certo segno che si chiama volgarmente caccia, e segnate che siano le cacce, o palle cacciate, allora i giocatori fanno insieme una mutazione di luoco a luoco, andando i battitori al luoco dei ribattitori, e questi al loro. E cade la vittoria in quelli che si trovano aver più vicina dal canto loro la caccia già segnata che la palla di nuovo segnata». Una palla più lunga, in direzione della riga di fondo, assegnava il quindici, e così via, sino al 45, dopo il quale si aveva diritto al gioco. Va ricordato che, sino al giorno ottocentesco nel quale la gomma fu importata dal Sudamerica in Gran Bretagna, la palla fu «soda, ripiena di pelo di lana», oppure «palla a vento, di spirito dentro piena, con mirabile artificio». E, dopo la recente scoperta, a Jesi, quelle ritrovate in Italia fanno sì che le nostre assommino a quindici, mentre in Francia il Tenniseum del Roland Garros non ne detiene nemmeno mezza. Così come il museo di Wimbledon. Va anche ricordato che, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e addirittura in Australia, esistono tuttora campi del gioco che ho tentato di descrivere chiamato Real Tennis, mentre in Francia temo che siano ridotti a tre quelli detti Jeux de Paume, e cioè Gioco del Palmo (della mano, tipico dei tempi precedenti la racchetta). Il punteggio del cosiddetto Lawn Tennis, re-inventato dagli inglesi nel 1874 non è mutato, sinché un dirigente del museo di Newport, Jimmy Van Alen, si disse che le partite erano troppo lunghe, nel 1965, ed iniziò ad applicare quello che definì tie-break (rottura di equilibrio) ai campionati universitari. Visti i buoni risultati, il tiebreak venne esteso ai campionati Usa 1970, e ricordo ancora le bandierine rosse che gli arbitri alzavano non appena il tiebreak iniziava. Il tie-break non si disputa ancora nel set finale di Roland Garros e Wimbledon, mentre ne è stata introdotta una variante al terzo set dei doppi, una fine affrettata ai dieci punti. Ora assistiamo a Milano a quello che spero non sarà il futuro del tennis. Si giocherà al limite dei cinque set di soli quattro games, con un tie-break nel caso di tre games pari. Non ci saranno i vantaggi, non ci saranno battute ripetute quando la palla sfiorerà il nastro della rete, non ci saranno giudici di linea umani sostituiti dall’Occhio di Falco, invenzione del predestinato di Mr Hawk. C’era proprio bisogno di simili mutamenti ? Ma certo, risponde la televisione, per aumentare la pubblicità. Partite al meglio dei cinque set, che però viene conquistato a 4 (non più a 6) e con il tie-break sul 3-3. Inoltre niente più vantaggio: sul 40-40 punto secco LET. In caso di net non verrà ripetuto il servizio. Niente più giudici di linea e un orologio scandirà il tempo per una veloce ripresa del gioco CI SI Gli spettatori potranno muoversi durante il gioco, cosa proibita finora. Infine giocatori e allenatori potranno comunicare liberamente tra loro
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Re: Clerici...
Salta Roma, per qualche acciacco. Forse anche Parigi. Ma, come Federer, si spera torni a Wimbledon. In bocca al lupo.
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Re: Clerici...
e come nel '53 ci arriverà facendo Como-Londra in cinquecentos&v ha scritto:Salta Roma, per qualche acciacco. Forse anche Parigi. Ma, come Federer, si spera torni a Wimbledon. In bocca al lupo.
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Re: Clerici...
Meritava di vederla dal vivo, invece è dovuto restare a casa
Il destino cinico e baro
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Re: Clerici...
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Re: Clerici...
Lo sto guardando ora, per avere quasi 89 anni, ho visto di peggio
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"In un certo senso il Tennis è finito con Federer. Potrà non fare piacere sentirlo ma così è." JR
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Re: Clerici...
Tipo Federer contro Tsitsipas.ludega ha scritto:Lo sto guardando ora, per avere quasi 89 anni, ho visto di peggio
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Clerici...
Lo Scriba ormai schierato.Aveva appena finito Roger Federer di vincere la sua dodicesima semifinale nel Sacro Tempio del Tennis, quando un visitatore del mio Club mi chiedeva, mentre applaudivo: «Ma chi e il più vecchio?». A volte, la verità è nascosta nella mancanza di conoscenza di cultura specifica e mai come questa volta lo era. Tra Roger e Rafa il secondo era parso più volte il vecchio dei due, il suo gioco d’incontro gli aveva permesso di rischiare meno, di venire meno a rete, di battere meno servizi vincenti. Pensavo che la partita sarebbe stata una battaglia di logoramento, una vicenda più lunga delle tre ore che invece è durata. Pensavo che si sarebbe risolta premiando la regolarità inesauribile dei colpi dello spagnolo, pensavo che i suoi diritti arrotati egli alti rimbalzi dei suoi rovesci bimani avrebbero sommerso il rovescio tagliato di Roger. Non è stato così, perché Federer ha giocato il suo rovescio, stimato il suo colpo meno efficiente, come così non fosse, scagliandolo spesso lungo la riga o tagliandolo in diagonale. […] Un Federer con una simile disinvoltura nel suo colpo ritenuto più debole, o meno forte, dovevamo proprio scoprirlo qui, dopo averlo ammirato per tutta la sua carriera, e esserci detti: sarà forse il tennista più forte del mondo, ma con un rovescio simile, contro altri immortali dotatissimi sul back-hand quali Lacoste o Rosewall, avrebbe potuto vincere? Avrebbe certo potuto, visti i mutamenti di racchette, cordature, e tutti gli altri materiali, ma ho sempre ritenuto che il tennis andasse diviso in epoche storiche, e ora posso associarmi anch’io a chi vede in Roger Federer il più grande di tutti i tempi, io che ho avuto la grandissima fortuna di vederlo al suo esordio in Coppa Davis, o alla sua prima vittoria al torneo di Milano. Sarà capace ora di imporsi anche al numero 1 di oggi, Novak Djokovic? Non credo, ma ne sarei felice, per le future generazioni e per quelle che credono in Giove, divinità tuttora esistente
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Re: Clerici...
Clerici ha scritto: Sarà capace ora di imporsi anche al numero 1 di oggi, Novak Djokovic? Non credo, ma ne sarei felice, per le future generazioni e per quelle che credono in Giove, divinità tuttora esistente
tuborovescio ha scritto:
comunque io da sempre, quando gli alunni mi chiedono se credo in Dio,
rispondo che credo in Zeus e negli dei dell'Olimpo
Re: Clerici...
ROTFL.Clerici ha scritto:Giove, divinità tuttora esistente
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Clerici...
ho un'amica che, da quando mi sono fatto crescere la barba (che è quasi tutta bianca), mi chiama Zeus
Io esisto
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Re: Clerici...
balbysauro ha scritto:ho un'amica che, da quando mi sono fatto crescere la barba (che è quasi tutta bianca), mi chiama Zeus
Io esisto
Soprannome spettacolare.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Clerici...
solo durante il rapporto o normalmente?balbysauro ha scritto:ho un'amica che, da quando mi sono fatto crescere la barba (che è quasi tutta bianca), mi chiama Zeus
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Clerici...
ho parlato di amicizia
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Re: Clerici...
Beh non può essere una trombamica?balbysauro ha scritto:ho parlato di amicizia
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Re: Clerici...
Mi aspetto un pezzo dello scriba sulla dipartita di Beppe Merlo
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Re: Clerici...
Auguri al Mitico Scriba.
"Amo Speranza" - alessandro
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Re: Clerici...
Ragazzi, leggo bene????????????????/
Spero di no
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GIANNI CLERICI
La prima volta che vidi Gianni Mura me lo presentò Gianni Brera, che mi disse: "Ecco il terzo dei Gianni che non diventerà uno scrittore di romanzi ma un giornalista come noi". Gianni Mura scrisse in realtà articoli che messi insieme potevano sembrare romanzi. Li scrisse soprattutto dal Tour de France così come Stendhal aveva raccontato l'Italia e Brera il calcio, lasciandoci un elenco di sostantivi che andrebbero raccolti, ci fosse ancora Maria Corti all'Università di Pavia.
In questi giorni che mi vedono colpito da un ictus non ho più lacrime per piangere.
Re: Clerici...
Il mio obiettivo non è vincere. Il mio obiettivo è far sì che quando scendo in campo il mio avversario abbia paura di me" (A.Agassi)
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Re: Clerici...
Oddio mio... Gianni non riesco a trovare in rete delle sue condizioni.... Qualcuno sa qualcosa?
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Re: Clerici...
si ma non potete riportare su questo topic in piena pandemia, mannaggia a voi mi prende un colpo ogni volta!
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Re: Clerici...
Avevo letto anch'io ma sinceramente non me l'ero sentita di postare la notizia.
Che anno di merda
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Re: Clerici...
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Re: Clerici...
questa cosa mi sa che l'abbiamo pensata tuttibabaoriley ha scritto:si ma non potete riportare su questo topic in piena pandemia, mannaggia a voi mi prende un colpo ogni volta!
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Re: Clerici...
Non so come sta, un ictus potrebbe essere peggio del covid....
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Re: Clerici...
GIANNI CLERICI
La prima volta che vidi Gianni Mura me lo presentò Gianni Brera, che mi disse: "Ecco il terzo dei Gianni che non diventerà uno scrittore di romanzi ma un giornalista come noi". Gianni Mura scrisse in realtà articoli che messi insieme potevano sembrare romanzi. Li scrisse soprattutto dal Tour de France così come Stendhal aveva raccontato l'Italia e Brera il calcio, lasciandoci un elenco di sostantivi che andrebbero raccolti, ci fosse ancora Maria Corti all'Università di Pavia. Non ho più lacrime per piangere.
Sul sito di Repubblica non c'è quella parte riferita all'ictus.
L'hanno modificata? O è stata riportata male da altri?
La prima volta che vidi Gianni Mura me lo presentò Gianni Brera, che mi disse: "Ecco il terzo dei Gianni che non diventerà uno scrittore di romanzi ma un giornalista come noi". Gianni Mura scrisse in realtà articoli che messi insieme potevano sembrare romanzi. Li scrisse soprattutto dal Tour de France così come Stendhal aveva raccontato l'Italia e Brera il calcio, lasciandoci un elenco di sostantivi che andrebbero raccolti, ci fosse ancora Maria Corti all'Università di Pavia. Non ho più lacrime per piangere.
Sul sito di Repubblica non c'è quella parte riferita all'ictus.
L'hanno modificata? O è stata riportata male da altri?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Clerici...
credo l'abbiano tolto, se scrivi su Google GIANNI CLERICI ICTUS si legge il pezzo interessato prima ancora di cliccare sul linkPindaro ha scritto:GIANNI CLERICI
La prima volta che vidi Gianni Mura me lo presentò Gianni Brera, che mi disse: "Ecco il terzo dei Gianni che non diventerà uno scrittore di romanzi ma un giornalista come noi". Gianni Mura scrisse in realtà articoli che messi insieme potevano sembrare romanzi. Li scrisse soprattutto dal Tour de France così come Stendhal aveva raccontato l'Italia e Brera il calcio, lasciandoci un elenco di sostantivi che andrebbero raccolti, ci fosse ancora Maria Corti all'Università di Pavia. Non ho più lacrime per piangere.
Sul sito di Repubblica non c'è quella parte riferita all'ictus.
L'hanno modificata? O è stata riportata male da altri?
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Re: Clerici...
E allora forse non ne vuole parlare? Ma perché la scritto. Nel caso, evitiamo di parlarne anche noi
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Clerici...
Si', l'avevo letto e trovato su Repubblica cosi'.Paolo79 ha scritto:credo l'abbiano tolto, se scrivi su Google GIANNI CLERICI ICTUS si legge il pezzo interessato prima ancora di cliccare sul linkPindaro ha scritto:GIANNI CLERICI
La prima volta che vidi Gianni Mura me lo presentò Gianni Brera, che mi disse: "Ecco il terzo dei Gianni che non diventerà uno scrittore di romanzi ma un giornalista come noi". Gianni Mura scrisse in realtà articoli che messi insieme potevano sembrare romanzi. Li scrisse soprattutto dal Tour de France così come Stendhal aveva raccontato l'Italia e Brera il calcio, lasciandoci un elenco di sostantivi che andrebbero raccolti, ci fosse ancora Maria Corti all'Università di Pavia. Non ho più lacrime per piangere.
Sul sito di Repubblica non c'è quella parte riferita all'ictus.
L'hanno modificata? O è stata riportata male da altri?
Ma all'inizio c'era .
Re: Clerici...
Sulla Gazzetta: "Il commosso omaggio di Andrea SCHIANCHI"
Comunque vista l'entità della vittima c'è poco da ridere.... era solo per gettare un po' di acqua sul fuoco.
Ci sono alcune persone predisposte per gli ictus, come la madre di Ronaldo o il cestista ormai ex e due volte campione con Lebron James nel 2012-2013 Chris Bosh.
Comunque vista l'entità della vittima c'è poco da ridere.... era solo per gettare un po' di acqua sul fuoco.
Ci sono alcune persone predisposte per gli ictus, come la madre di Ronaldo o il cestista ormai ex e due volte campione con Lebron James nel 2012-2013 Chris Bosh.
"Senza Xavi e Iniesta Messi non ha mai vinto niente".
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Re: Clerici...
http://www.sportevai.it/calcio/sconcert ... -mura.html
Nessuno, purtroppo, potrà mai nemmeno lontanamente eguagliare l'eclettismo di Mura, così come Clerici e Tommasi nel tennis, Brera in tutto lo scibile giornalistico ,Palumbo e Ghirelli nel calcio,Fazi, Signori e Tommasi nella boxe :allora la qualità era altissima,nel raccontare lo sport, oltreché nella sua rappresentazione. Ogni altra parola è pleonastica.
Nessuno, purtroppo, potrà mai nemmeno lontanamente eguagliare l'eclettismo di Mura, così come Clerici e Tommasi nel tennis, Brera in tutto lo scibile giornalistico ,Palumbo e Ghirelli nel calcio,Fazi, Signori e Tommasi nella boxe :allora la qualità era altissima,nel raccontare lo sport, oltreché nella sua rappresentazione. Ogni altra parola è pleonastica.
Mi muovo come una farfalla, ma pungo come un'ape
"A fine anno non tiro somme, la matematica non è mai stata il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro."
"A fine anno non tiro somme, la matematica non è mai stata il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro."
Re: Clerici...
Splendido questo contributo.
Impressionanti la lucidità e la memoria di mura.
Impressionanti la lucidità e la memoria di mura.
"Senza Xavi e Iniesta Messi non ha mai vinto niente".
Re: Clerici...
Non per sminuire nessuno, ma poteva almeno chiamarlo Muhammad Ali e non Clay, visto che lui ha combattuto per questo
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