Mah, alla fine è tutto relativo. C'è chi preferisce anche a 28 anni continuare a girare il mondo e fare questo mestiere piuttosto che mettersi a fare altro, così come tanti dopo 3/4 anni sul circuito senza risultati di spessore decidono di intraprendere un altro tipo di carriera. E ancora ce ne sono anche tanti altri che si fermano, provano altro e poi dopo qualche anno ci riprovano con il tennis. Perchè oh, chi l'ha detto che quel qualcos'altro rispetto a questa carriera è un'opzione migliore?
C'est la vie, ognuno la vede in maniera diversa. Magari il tennista che gira il mondo giocando in tornei con quattro gatti sugli spalti a livello CH e FUT pensa "come fanno i miei coetanei a passare giornate o nottate intere a studiare per poi ritrovarsi (una parte di loro) comunque a 30 anni senza un lavoro?"
Poi comunque ci sono sempre più di giocatori che alla soglia dei 30 anni riescono a togliersi qualche soddisfazione, che possa essere un'entrata nei top100, la qualificazione in uno slam ecc. Alla fine quando parliamo di gente che gira il mondo per i tornei challenger si parla di top 250, e questa è una classifica che ti permette di giocare le qualificazioni slam. E chi sta poco dietro comunque si pone sempre l'obiettivo di raggiungere quel livello proprio per giocare le quali slam, che hanno un prestigio diverso per la carriera e possono anche essere occasioni irripetibili svoltarla.
Per dire, tra i nomi citati da ugly oggi c'è stato anche quello di Giustino (ma ce ne sono tanti). 29 anni, una vita a barcamenarsi nei tornei challenger davanti a pochi spettatori e quant'altro. Poi pochi mesi fa si qualifica, gioca il Roland Garros e passa anche un turno a Parigi dopo un match contro Moutet che ad un certo punto è stato visto da tante persone nel mondo. Rimarrà magari l'unica partecipazione in un MD slam in carriera, eppure ti dirà sicuramente che ne è valsa la pena passare 10 anni sul circuito a girarsi i tornei challenger e futures. In tutto ciò $626,635 di prize money in carriera. Che poi ok, tasse, costi e quant'altro. Ma male di certo non se la passa dopo questa carriera così triste tra challenger e futures.
Ecco, già a livello femminile il discorso potrebbe valere di più, visto che sono davvero pochissime quelle che arrivano ad una certa età a togliersi alcune soddisfazioni. Eppure ci sono anche lì. Prendi la Gatto-Monticone, 10 e passa anni di carriera senza mai entrare nelle 250, mai giocare un torneo di livello alto. Poi a 31 anni trova una buona annata a livello ITF, ottiene una classifica per giocare le quali slam, si qualifica a Wimbledon, gioca sul centrale contro Serena Williams. E da allora continua ad avere una classifica per giocare tutte le quali slam, ha giocato anche nel main draw di Parigi....insomma, un'altra che probabilmente dirà che ne è valsa la pena.
Poi è chiaro, molti NON ce la fanno a raggiungere questi obiettivi in tutta la carriera. Ma dando per assodato che nessuno di questi che gira per il mondo muore di fame, resta alla fine una scelta di vita come tante altre. C'è chi studia, chi inizia a lavorare a 19 anni tutti i giorni senza andare all'università e chi fa il tennista magari con risultati modesti. Ma tra tutte le categorie di lavoratori per cui "dispiacermi" onestamente ne trovo molte altre prima di arrivare a quella dei tennisti.