BackhandWinner ha scritto:Mont Ventoux ha scritto:A livello puramente emozionale, di pathos, la Davis non teme confronti con quasi nessun altro spettacolo sportivo al mondo, non tennistico solamente.
Tanto per dire, pure Acasuso-Verdasco nella finale 2008 (a proposito, maggiore occasione di quella per Nalbandian e Del Potro sarà difficilissima da avere) rimane per me memorabile, sebbene Acasuso dal terzo set in poi tirasse un colpo ogni due in tribuna. Però c'era quell'area da arena, così coinvolgente dal punto di vista emotivo, che i contenuti tecnici passano in secondo piano. Rimane l'emozione, lo sportivo in quei momenti diventa attore di un dramma che tocchi con mano. E' quasi impossibile, che anche in una finale di uno Slam, si possa arrivare ad un coinvolgimento emotivo uguale anche da parte dello spettatore.
Io metto sicuramente le sfide dell'Italia dei '90 fra le emozioni sportive più forti che abbia provato. Cosa importa che l'Italia non avesse dei fenomeni..? Di partite bellissime se ne possono vedere anche da giocatori "solamente" buoni. E poi, appunto, quando c'è coinvolgimento emotivo si supplisce anche ad eventuali carenze tecniche abbondantemente. L'interesse a seguire uno spettacolo sportivo va ben oltre l'ammirazione per il gesto tecnico perfetto, che di per sè può risultare anche asettico.
Poi certo, rimane che il fatto che la finale interessi quasi solo ai due paesi che la giocano ma questo è inevitabile secondo me.
Mi schiero sicuramente fra i talebani-ultraconservatori della Davis, contrario a qualsiasi apertura riformista.
E quando posso la guardo sempre anch'io si..
In totale, abissale direi, disaccordo.
il che gli fa onore
