Edberg74 ha scritto:Nevenez ha scritto:Io sono stato un accanito tifoso di Cané, pensa che giramenti di scatole...ancora oggi, dopo quasi vent'anni, mi domando come sarebbe cambiata la sua carriera se quelle due o tre partite....
Uno dei (mille) motivi per cui odierò sempre Lendl.
Guarda, quella partita fu una splendida esibizione. Che si può perdere, ma che comunque pubblicizzò Paolino per quanto valeva.
Le due sconfitte che reputo micidiali alla sua carriera (in quanto credo che a Cané - oltre alla salute dal 1990 in avanti - sia mancato il grande risultato che lo prioettasse mentalmente in un'altra dimensione, con altra gente intorno, con uno scrupolo maggiore per curare preparazione fisica e mentale) sono queste:
a Roma nel 1987, quando nei quarti stava dominando Jaite - sua bestia nera - aveva vinto il primo, era avanti credo 5-2 nel secondo...arrivò almeno quattro volte a due punti dal match. Se va in semifinale (a parte che sono 30 anni che un italiano non va in semifinale al Foro italica), poi ha Nystrom, uno che ha sempre battuto e quindi Wilander in finale. Insomma, per me quell'anno poteva vincere Roma, in quel periodo era l'ammazza svedesi, ai pallettari li irretiva e batteva sempre. Comunque, anche al sola semifinale lo avrebbe "fatto forte", ed aveva 22 anni appena compiuti.
a Stoccolma nel 1988. Dopo otto mesi di schifo, perdeva sempre, era arrivato oltre il 200 del mondo, ricominciò a vincere. Il challenger di San Marino, poi quello di Genova, poi i quarti di finale alle Olimpiadi (battendo i fratelli Sanchez). Andò a Stoccolma, battè l'americano Rive, poi fece fuori Edberg, quindi Maneicke (un tedesco, mi pare). Ai quarti trovò un giovanissimo Jim Courier. Nel terzo set ebbe non so quanti match point, poi perse 8-6 al tiebreak. Stoccolma allora era secondo solo a Parigi Bercy come importanza fra i tornei di fine anno. C'era Lundgren in semifinale, battibile (mi sa che è il pancione che poi ha fatto l'allenatore di Federer e Safin).
Indico queste due partite perché erano già vinte, e una sola di queste due vittorie l'avrebbe "costretto" ad una carriera di altro livello (vincendo a Roma sarebbe finito nei primi 20 del mondo). Perché secondo me Cané era uno che davvero poteva fare di tutto, per me è stato il mior tennista italiano da Panatta in avanti.
Ma, carissimo, Edberg, sono rimpianti. E Pavese scriveva che i rimpianti sono i peggiori degli acciacchi con cui invecchiare. Però se ripenso a Camporese, Cané...mah...combinavano poco, ma che tennis che avevano nelle braccia...