Tokyo 2021
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Re: Tokyo 2021
La nazionale di rugby a 7 delle Isole Fiji ha raggiunto in Giappone in nave all'interno di un volo merci che trasportava pesce congelato.
Questo perché le autorità locali hanno vietato i voli di linea che collegano le Fiji al resto del mondo per via del Covid.
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Re: Tokyo 2020
tennisfan82 ha scritto:Bene.
Sicuramente l'organizzazione sarà perfetta
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Tokyo 2021
Non nascondo che del contribuente giapponese incula il giusto (tra zero e zero virgola cinque, scala cento) ma provo piacere a vedere i 400hs o l'Italia della pallavolo o la Biles, quindi per me va benissimo così.Johnny Rex ha scritto:In pratica, il CIO ha vinto, il contribuente giapponese ha perso.
F.F.
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Re: Tokyo 2021
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Re: Tokyo 2021
Mai contro un israeliano. La storia si ripete per il judoka algerino Fethi Nourine: il sorteggio l’ha messo di nuovo sulla strada di un atleta israeliano e anche stavolta, pure nella competizione più importante, si è ritirato. Campione africano, in concorso nella categoria 73 kg , lunedì Nourine avrebbe dovuto affrontare al primo turno il sudanese Mohamed Abdalrasool lunedì nel primo turno, prima di combattere l’israeliano Tohar Butbul nel turno successivo. “Abbiamo lavorato duramente per qualificarci per i Giochi, ma la causa palestinese è più grande di tutto questo”, ha detto a una tv algerina.
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Re: Tokyo 2021
Cerimonia chiusa al pubblico, ma ci sono i giapponesi fuori allo stadio a farsi le foto vicino ai cinque cerchi e aspettando gli atleti
Giochi che si sarebbero benissimo potuti svolgere con una minima percentuale di spettatori. A maggior ragione conoscendo i giapponesi, ai quali se gli dici di tenersi la mascherina se la tengono e in generale sono abbastanza rigidi sotto questi aspetti regolamentari...di certo non avremmo visto scene come quelle viste agli Europei.
Alla fine, come già detto, nel corso del tempo da quelle parti è nato un vero e proprio scontro politico e si è dovuti arrivare a diversi compromessi su varie questioni pur di andare avanti, specialmente con le elezioni a breve. Ad altri eventi sportivi in corso in questo periodo il pubblico è ammesso, pochi giorni fa c'era l'arena quasi piena per vedere amichevole tra Giappone e Francia di basket, ma anche il baseball è a porte aperte.
Per quanto riguarda le restrizioni degli atleti alla fine il minus è non poter visitare la città e andare dove gli pare (che poi è ciò che succede da un anno per gli atleti nelle competizioni). Ma nel villaggio olimpico confermo che ci si può vedere con tutti così come andare in giro, in bici per le strade o passare il tempo nei giardini. Alla fine la "bolla" è il villaggio.
Giochi che si sarebbero benissimo potuti svolgere con una minima percentuale di spettatori. A maggior ragione conoscendo i giapponesi, ai quali se gli dici di tenersi la mascherina se la tengono e in generale sono abbastanza rigidi sotto questi aspetti regolamentari...di certo non avremmo visto scene come quelle viste agli Europei.
Alla fine, come già detto, nel corso del tempo da quelle parti è nato un vero e proprio scontro politico e si è dovuti arrivare a diversi compromessi su varie questioni pur di andare avanti, specialmente con le elezioni a breve. Ad altri eventi sportivi in corso in questo periodo il pubblico è ammesso, pochi giorni fa c'era l'arena quasi piena per vedere amichevole tra Giappone e Francia di basket, ma anche il baseball è a porte aperte.
Per quanto riguarda le restrizioni degli atleti alla fine il minus è non poter visitare la città e andare dove gli pare (che poi è ciò che succede da un anno per gli atleti nelle competizioni). Ma nel villaggio olimpico confermo che ci si può vedere con tutti così come andare in giro, in bici per le strade o passare il tempo nei giardini. Alla fine la "bolla" è il villaggio.
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Re: Tokyo 2021
Se non altro ,per uan volta nella vita, Calcio assente dalla prima pagina.tennisfan82 ha scritto:
Al netto di un titolo Grondante Populismo e anche un po' d'Idiozia.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Tokyo 2021
Ora basta. Per quanto mi riguarda, tutta la squadra algerina fuori dai giochi e squalifica per 5 anni di tutti i suoi componenti.tennisfan82 ha scritto:
Mai contro un israeliano. La storia si ripete per il judoka algerino Fethi Nourine: il sorteggio l’ha messo di nuovo sulla strada di un atleta israeliano e anche stavolta, pure nella competizione più importante, si è ritirato. Campione africano, in concorso nella categoria 73 kg , lunedì Nourine avrebbe dovuto affrontare al primo turno il sudanese Mohamed Abdalrasool lunedì nel primo turno, prima di combattere l’israeliano Tohar Butbul nel turno successivo. “Abbiamo lavorato duramente per qualificarci per i Giochi, ma la causa palestinese è più grande di tutto questo”, ha detto a una tv algerina.
Porta l’amante a casa e trova la moglie a letto con due uomini. Tecnicamente è un full.
Re: Tokyo 2021
Si e' ritirato ancora prima dell'inizio del torneo, non credo gli possano fare nulla.Roda ha scritto:Ora basta. Per quanto mi riguarda, tutta la squadra algerina fuori dai giochi e squalifica per 5 anni di tutti i suoi componenti.tennisfan82 ha scritto:
Mai contro un israeliano. La storia si ripete per il judoka algerino Fethi Nourine: il sorteggio l’ha messo di nuovo sulla strada di un atleta israeliano e anche stavolta, pure nella competizione più importante, si è ritirato. Campione africano, in concorso nella categoria 73 kg , lunedì Nourine avrebbe dovuto affrontare al primo turno il sudanese Mohamed Abdalrasool lunedì nel primo turno, prima di combattere l’israeliano Tohar Butbul nel turno successivo. “Abbiamo lavorato duramente per qualificarci per i Giochi, ma la causa palestinese è più grande di tutto questo”, ha detto a una tv algerina.
Ma ad esempio, l'Italia nel 1976 incontro' in finale di Coppa Davis il Cile perche' l'Unione Sovietica rifiuto' di giocare la semifinale in Cile. I sovietici furono poi esclusi per punizione dalla Davis nel 1977 e 1978.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Tokyo 2021
Oh il contribuente giapponese se gli girano i coglioni per la noia verso l'angelus di Bach ha la mia solidarietà.
Sono con te amico giappo, mandami l"account paypal che ti mando qualcosa per coprire un po' di Irpef.
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Re: Tokyo 2021
Ne è valsa la pena per vedere i pittogrammi
Re: Tokyo 2021
Vergogna introdurre leggerezza, brio e talento a dispetto dei contribuenti giapponesi.Super-Fabio ha scritto:Ne è valsa la pena per vedere i pittogrammi
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Re: Tokyo 2021
Faccio una mia previsione per l'ultimo tedoforo. Yasuhiro Yamashita
Leo Durocher: You don't save a pitcher for tomorrow. Tomorrow it may rain.
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Re: Tokyo 2021
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Re: Tokyo 2021
Povera Megyn Kelly, magari a Los Angeles toccherà a lei.
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Re: Tokyo 2021
Il povero contribuente giapponese si deve pure beccare la Osaka ultima tedofora
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Tokyo 2021
magari le viene un attacco di panicopaoolino ha scritto:Il povero contribuente giapponese si deve pure beccare la Osaka ultima tedofora
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Tokyo 2021
Mamma mia che pessima scelta la Osaka.
Proprio la rappresentate migliore del valore e l'etica dello Sport.
Atroce.
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Re: Tokyo 2021
Non avevano proprio niente de mejo de un pigiama cor cocomero?
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Tokyo 2021
"Scelta Coraggiosa " (cit. Gaia Piccardi)LuckyLooser ha scritto:Mamma mia che pessima scelta la Osaka.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Tokyo 2021
Alga ha scritto:Non avevano proprio niente de mejo de un pigiama cor cocomero?
Re: Tokyo 2021
Fantastica medaglia d'oro per Richard Carapaz.
Dietro di lui, il gruppetto dei migliori in volata con Van Aert second e Pogacar terzo.
Peccato per il nostro Bettiol, che si è dovuto ritirare mentre se la stava giocando con i migliori.
Ma non per colpa sua, gli hanno fregato la bici.
Dietro di lui, il gruppetto dei migliori in volata con Van Aert second e Pogacar terzo.
Peccato per il nostro Bettiol, che si è dovuto ritirare mentre se la stava giocando con i migliori.
Ma non per colpa sua, gli hanno fregato la bici.
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
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Re: Tokyo 2021
Zero medaglie vinte dagli USA nella prima giornata, non accadeva da Monaco 1972
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Re: Tokyo 2021
Con Donald sarebbe stata ben altra storiatennisfan82 ha scritto:Zero medaglie vinte dagli USA nella prima giornata, non accadeva da Monaco 1972
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Re: Tokyo 2021
Il fatto che non ci siano state finali di nuoto il primo giorno potrebbe aver influito
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Re: Tokyo 2021
Ma che cazzo di orario di merda insensato per il nuoto
Non riusciró a vedere nemmeno una gara
Non riusciró a vedere nemmeno una gara
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Re: Tokyo 2021
Ringrazia l'NBClaplaz ha scritto:Ma che cazzo di orario di merda insensato per il nuoto
Non riusciró a vedere nemmeno una gara
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Re: Tokyo 2021
Team rifugiati batte Team UK!
Il tentativo di Jade Jones di entrare nella storia a Tokyo 2020 è terminato dopo che la due volte campionessa olimpica è stata eliminata negli ottavi di finale del torneo -57kg. La gallese mirava a diventare la prima lottatrice di taekwondo a vincere tre titoli olimpici dopo le sue medaglie d'oro a Londra 2021 e Rio 2016. Jones a Tokyo 2020 però è caduta al primo ostacolo ed è stata battuta agli ottavi di finale da Kimia Alizadeh Zonoozi, eroica rappresentante del Team Rifugiati.
Zonoozi è stata in grado di controllare l'aggressività di Jones durante la partita, mettendo i primi punti sul tabellone e facendo regolarmente affidamento sulla sua precisione al corpetto per accumulare punti. Jones ha risposto con due colpi alla testa in rapida successione dopo il vantaggio iniziale di Zonoozi, ma la 28enne ha faticato a trovare il ritmo. Zonoozi ha vinto sei punti al secondo turno, Jones ne ha realizzati solo due.
Mentre l'incontro sembrava oscillare a favore di Jones, Zonoozi ha risposto brillantemente per andare avanti 14-10, sull'orlo di una grande vittoria per la medaglia di bronzo di Rio. Zonoozi ha superbamente evitato il pericolo e ha aggiunto altri due punti per vincere 16-12. I membri del Team GB sono scoppiati in lacrime sugli spalti dopo che il risultato è stato confermato e una Jones sconsolata è stata rincuorata dal suo allenatore.
Alizadeh si è poi fermata in semifinale e ha perso la finale per il bronzo.
Il tentativo di Jade Jones di entrare nella storia a Tokyo 2020 è terminato dopo che la due volte campionessa olimpica è stata eliminata negli ottavi di finale del torneo -57kg. La gallese mirava a diventare la prima lottatrice di taekwondo a vincere tre titoli olimpici dopo le sue medaglie d'oro a Londra 2021 e Rio 2016. Jones a Tokyo 2020 però è caduta al primo ostacolo ed è stata battuta agli ottavi di finale da Kimia Alizadeh Zonoozi, eroica rappresentante del Team Rifugiati.
Zonoozi è stata in grado di controllare l'aggressività di Jones durante la partita, mettendo i primi punti sul tabellone e facendo regolarmente affidamento sulla sua precisione al corpetto per accumulare punti. Jones ha risposto con due colpi alla testa in rapida successione dopo il vantaggio iniziale di Zonoozi, ma la 28enne ha faticato a trovare il ritmo. Zonoozi ha vinto sei punti al secondo turno, Jones ne ha realizzati solo due.
Mentre l'incontro sembrava oscillare a favore di Jones, Zonoozi ha risposto brillantemente per andare avanti 14-10, sull'orlo di una grande vittoria per la medaglia di bronzo di Rio. Zonoozi ha superbamente evitato il pericolo e ha aggiunto altri due punti per vincere 16-12. I membri del Team GB sono scoppiati in lacrime sugli spalti dopo che il risultato è stato confermato e una Jones sconsolata è stata rincuorata dal suo allenatore.
Alizadeh si è poi fermata in semifinale e ha perso la finale per il bronzo.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Tokyo 2021
Beh... senza spettatori...tennisfan82 ha scritto:Solo il tifone ci mancava...
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Re: Tokyo 2021
Vaffanculo alla NBCtennisfan82 ha scritto:Ringrazia l'NBClaplaz ha scritto:Ma che cazzo di orario di merda insensato per il nuoto
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Re: Tokyo 2021
sarebbe molto più divertente sorteggiarlo sempre sistematicamente contro un israeliano in primo turno da qui fino al ritiroRoda ha scritto:Ora basta. Per quanto mi riguarda, tutta la squadra algerina fuori dai giochi e squalifica per 5 anni di tutti i suoi componenti.tennisfan82 ha scritto:
Mai contro un israeliano. La storia si ripete per il judoka algerino Fethi Nourine: il sorteggio l’ha messo di nuovo sulla strada di un atleta israeliano e anche stavolta, pure nella competizione più importante, si è ritirato. Campione africano, in concorso nella categoria 73 kg , lunedì Nourine avrebbe dovuto affrontare al primo turno il sudanese Mohamed Abdalrasool lunedì nel primo turno, prima di combattere l’israeliano Tohar Butbul nel turno successivo. “Abbiamo lavorato duramente per qualificarci per i Giochi, ma la causa palestinese è più grande di tutto questo”, ha detto a una tv algerina.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Tokyo 2021
Ma e' davvero cosi' grave rifiutarsi di giocare contro il rappresentante dello stato piu' volte condannato dall'Onu in decenni di storia e anche di recente?
Mettiamo che domani i Cinesi tirano tre atomiche su Roma, se la Giorgi si rifiuta di giocare con la Wang e' condannabile allo stesso modo o no?
Mettiamo che domani i Cinesi tirano tre atomiche su Roma, se la Giorgi si rifiuta di giocare con la Wang e' condannabile allo stesso modo o no?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Tokyo 2021
non è grave, non è da condannare, ma se lo sorteggiano da qui al 2030 sempre contro un israeliano godo a bestia.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Tokyo 2021
comunque i tabelloni non sarebbero truccati!!!11!!Rosewall ha scritto:non è grave, non è da condannare, ma se lo sorteggiano da qui al 2030 sempre contro un israeliano godo a bestia.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Tokyo 2021
cosa c'entra poi la Wang con le bombe nucleari su Roma, a meno che non sostenga in qualche modo l'attacco?
Se l'algerino è a posto con la sua coscienza così, buon per lui, speriamo che abbia tante altre occasioni per mostrare il suo eroico spirito di sacrificio.
Due anni fa c'era stato invece il judoka iraniano che aveva disobbedito all'ordine governativo di ritirarsi per non incrociare israeliani, quindi per evitare ritorsioni ha perso apposta contro un belga il turno prima ed è scappato in Germania.
Se l'algerino è a posto con la sua coscienza così, buon per lui, speriamo che abbia tante altre occasioni per mostrare il suo eroico spirito di sacrificio.
Due anni fa c'era stato invece il judoka iraniano che aveva disobbedito all'ordine governativo di ritirarsi per non incrociare israeliani, quindi per evitare ritorsioni ha perso apposta contro un belga il turno prima ed è scappato in Germania.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Tokyo 2021
https://www.iltascabile.com/linguaggi/o ... coubertin/
L’ideologia alla base dell’olimpismo moderno
L’influenza del dramma musicale di Metastasio sui giochi elitari di Coubertin.
1733, quando era alla corte di Vienna, Pietro Metastasio scrisse il dramma per musica l’Olimpiade, esempio paradigmatico d’una complessa tipologia operistica, il dramma d’intrigo, tra le più popolari dell’epoca. Dalla capitale asburgica Metastasio esercitò una sorta di dittatura letteraria sull’intero mondo operistico europeo, conservando il titolo di “poeta cesareo” per più di cinquant’anni e rappresentando un punto di riferimento per chiunque nel Settecento si avvicinasse al mondo del dramma per musica. Per il prestigio del suo autore e per la qualità letteraria, l’Olimpiade fu un modello fra i più ammirati del suo tempo, ed ebbe un rilievo musicale non comune. La sua fortuna si estese dal Settecento all’Ottocento, e contribuì a prefigurare e trasmettere quella particolare visione degli antichi Giochi ellenici che condusse Pierre de Coubertin alla definizione del moderno olimpismo.
La prima dell’opera, con musiche di Antonio Caldara, andò in scena a Venezia il 28 agosto 1733 su commissione dell’imperatore Carlo IV, per celebrare il compleanno della consorte, Elisabetta Cristina. Nel corso dei decenni a seguire furono realizzati più di 50 lavori a partire dal libretto di Metastasio: la maggior parte dei compositori mise in musica il testo integralmente (tra questi Vivaldi, Pergolesi, Hasse, Jommelli, Cherubini, Paisiello); altri (come Gluck, Mozart e Beethoven) si limitarono a musicare singole arie. Superata in popolarità solo da Artaserse e Alessandro nelle Indie, e acclamata al pari di Demofoonte e Didone abbandonata, L’Olimpiade fu considerata per tutto l’Ottocento uno dei drammi metastasiani più riusciti e importanti: come scrisse Giosuè Carducci, il Diciottesimo e Diciannovesimo secolo si accordarono “nell’acclamare la divina Olimpiade, dove la melica e la melopea italiana raggiunsero certo una perfezione inarrivata e inarrivabile”.
L’opera seria fu il genere operistico più importante del Settecento; ciò assicurava ai lavori acclamati circolazione ampia e duratura. Fu questo il caso dell’Olimpiade, che fu “rappresentata e replicata in tutti i teatri d’Europa” (scrisse Metastasio in una lettera a Saverio Mattei). Ad ampliare la fama giunsero poi i pasticci (opere in cui si assemblavano pezzi originali con parti d’altri autori) che ne utilizzarono il titolo: sul solo palco del Kings Theatre di Londra ne andarono in scena circa 40 tra il 1770 e 1780. E non mancarono i balletti (Les Jeux Olympique, Les Fêtes grecques et romaines) con specifiche coreografie a imitazione delle gare. Il successo si riverberò infine dalle scene alla letteratura, fungendo da ispirazione a versi di Milton e Keats in Inghilterra, Ronsard e Du Bellay in Francia, Kochanowski e Szymonowic in Polonia, Hölderlin e Goethe in Germania.
L’Olimpiade di Metastasio contribuì a prefigurare la particolare visione degli antichi Giochi ellenici che condusse Pierre de Coubertin alla definizione del moderno olimpismo.
Ma L’Olimpiade ebbe un ruolo più grande nelle coscienze europee del semplice fornire un nome al ricordo dei Giochi ellenici. L’azione del dramma si svolge nelle campagne dell’Elide, nei pressi della città di Olimpia, sulle sponde del fiume Alfeo. Attraverso i personaggi di Clistene (re di Sicione), della figlia Aristea, di Licida (figlio ignoto di Clistene), della dama cretese Argene e dell’ateniese Megacle (plurivincitore di gare olimpiche), la vicenda presenta una sintesi perfetta degli elementi tipici dei drammi metastasiani: il conflitto amore-dovere, complicato dai risvolti affettivi dell’amicizia; la struttura della doppia coppia di innamorati che funziona come un meccanismo perfetto, con i protagonisti maschili legati da una profonda amicizia messa in crisi dall’amore per la stessa donna (Aristea); le donne animate dalla accorata difesa delle proprie inclinazioni contro le convenzioni sociali. A questi elementi si aggiungono i rimandi “alla solennità de’ giuochi olimpici” che “col concorso di tutta la Grecia, dopo ogni quarto anno si ripetevano”.
Il momento culminante della vicenda è il riconoscimento di Licida come Filinto, figlio di Clistene (il riconoscimento è uno dei topoi più frequenti della drammaturgia dell’epoca), mentre l’azione prende le mosse dal suo desiderio “sbagliato” di partecipare ai giochi olimpici e conquistare Aristea (desiderio “sbagliato” perché Licida dimentica così Argene, e allo stesso tempo “perverso” perché Aristea è in realtà sua sorella). A questi livelli della trama Metastasio ne aggiunge uno intermedio e subalterno in cui trovano spazio i Giochi olimpici, e che risponde all’esigenza di favorire la varietà. Grazie alla presenza di questi livelli Metastasio può razionalmente tenere in equilibrio esigenze diverse, quali la raffigurazione del conflitto umano tra sfera razionale ed emotiva (con la vittoria finale della prima), tra ragion di stato e affetti privati, tra etica e passione, ma anche tra ordinamento monarchico e spinte democratiche. Più che una storia di atleti e atlete, l’Olimpiade è, dunque, un dramma sul conflitto tra onore, amicizia e amore, in cui il dovere morale trionfa sulle passioni: le gare sono solo rievocate dall’azione e le vicende a esse connesse restano sullo sfondo. Il ruolo dei Giochi olimpici è quello di fornire, attraverso un’ambientazione eroica che supporti in maniera convincente l’evolversi dell’azione, modelli di virtù, resistenza d’animo e forza morale che assicurino stabilità e progresso sociale.
Pur se la ricostruzione delle gare, e dei rituali a esse connesse, fornita da Metastasio fu imprecisa e in gran parte non veritiera, essa divenne una sorta di memoria storica credibile, a cui poi attinsero la maggior parte di quelli che si avvicinarono al mondo olimpico nei decenni successivi. E ciò accadde proprio per il portato ideale – una cosmologia morale positiva e “progressiva”, preservata dalla regalità – che caratterizzò la versione dei Giochi offerta dal poeta cesareo. Del resto, la verosimiglianza, più che l’attenta ricostruzione del soggetto storico, era una peculiarità del dramma settecentesco, attento a soddisfare le esigenze delle commissioni aristocratiche e le convenzioni scenico-musicali del tempo, meno a fornire versioni attendibili delle vicende storiche scelte per soggetto.
Più che una storia di atleti e atlete, l’Olimpiade è un dramma sul conflitto tra onore, amicizia e amore, in cui il dovere morale trionfa sulle passioni.
Nello stabilire una connessione ideale tra il fortunato dramma e la nascita delle moderne Olimpiadi, non si può, dunque, tralasciare il contesto regale in cui l’opera nacque. Lo stereotipo dell’eroe classico, in grado di superare il conflitto tra amore e onore – di cui le gare atletiche sono metafora –, era caro alla cultura aristocratica dell’epoca. L’opera seria era uno spettacolo prettamente di corte, al quale si presenziava solitamente su invito, internazionale negli scopi e nell’appeal. Uno spettacolo per prìncipi, con voluttuose melodie, intrighi amorosi, scene sfarzose e balletti, pensato per sedurre le élites, i cui classici riferimenti intellettuali raggiunsero gli sviluppi più alti proprio nel corso del Settecento. L’Olimpiade, con le sue processioni marziali, le fanfare eroiche, i gloriosi cori e le arie virtuosistiche (nelle sue diverse messe in musica) fu un appuntamento fisso del calendario regale, eseguita per Filippo V e Carlo III di Spagna, Caterina II di Russia e Marianna Vittoria di Portogallo, l’imperatore Giuseppe II. Il testo di Metastasio conteneva ideali quali rigore, stabilità ed equilibrio che valorizzavano l’immagine della monarchia; conseguentemente il successo dei drammi musicali che ne derivarono svolse, nell’arco di più di un secolo, un ruolo cruciale nel potenziare l’immagine stessa della nobiltà e della regalità.
Allo stesso modo Coubertin utilizzò la spinta dell’influente aristocrazia di fine Ottocento per progettare e realizzare l’edizione moderna dei Giochi olimpici: alla prima riunione del comitato organizzatore, che si tenne alla Sorbona di Parigi dal 16 al 23 giugno 1894, parteciparono 78 delegati, in rappresentanza di quarantanove club sportivi delle maggiori potenze mondiali; furono presenti, tra gli altri, il re del Belgio Leopoldo II, il principe di Galles Edoardo, il principe ereditario greco Costantino e, per l’Italia, il conte Mario Lucchesi-Palli e il duca Riccardo Carafa d’Andria. I Giochi, internazionali negli scopi e nelle ambizioni, furono, almeno in una prima fase, monocolore, perché prevalentemente rivolti alle élites delle grandi nazioni occidentali.
L’olimpismo diffuso dall’Olimpiade fu lo stesso che animò gli intenti di Coubertin, il quale, proprio come in una staffetta d’atletica, ne raccolse il testimone. Gli sportivi immaginati dal barone francese non erano così lontani dal modello eroico fornito da Metastasio: rappresentanti di virtù “alte”, spinti dal sentimento dell’onore ed esempi di una rettitudine capace di dare equilibrio al singolo e alla società. Proprio come accadeva nell’antichità, la necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportò che soprattutto i membri delle classi più facoltose vi presero parte. Allo stesso modo, le donne furono escluse dalle gare: nell’Olimpiade Aristea, mentre fuori dall’arena aspetta notizie sui Giochi, dice ad Argene che “i regolamenti proibiscono alle donne di essere spettatrici”; due secoli più tardi Coubertin rimarcava che “nelle Olimpiadi il ruolo primario delle donne dovrebbe essere quello di incoronare i vincitori”.
Come le vicende narrate dall’Olimpiade avevano il compito di confermare la necessità del potere regale, tutore di quei princìpi discendenti dall’idillica visione olimpica, così Coubertin sottoscrisse, condendola con pacifismo e cosmopolitismo, l’ideologia delle élite del suo tempo, non dissimile da quella metastasiana: un’ideologia animata dal sogno di una società “muscolosa”, stabile e forte, tesa a un progresso inarrestabile (che avrebbe condotto l’Europa alla carneficina senza precedenti del primo conflitto mondiale). Le numerose pagine scritte da Coubertin abbondano di affermazioni quali “l’idea olimpica è il concetto di una forte cultura muscolare appoggiata da una parte sullo spirito cavalleresco e, dall’altra, sulla nozione estetica, sul culto di ciò che è bello e gradevole”; e ancora, “l’olimpismo tende a riunire in un fascio radioso tutti i princìpi concorrenti al perfezionamento dell’uomo”; infine: “perfezionando il suo corpo con l’esercizio come fa lo scultore di una statua, l’atleta antico onorava gli dei; nel medesimo modo, l’atleta moderno esalta la sua patria, razza e bandiera”.
L’olimpismo diffuso dall’Olimpiade fu lo stesso che animò gli intenti di Coubertin: gli sportivi rappresentavano virtù “alte”, onore e rettitudine capaci di dare equilibrio al singolo e alla società.
La connessione tra Metastasio e Coubertin non è storicamente dimostrabile (non ve n’è traccia nelle Memorie olimpiche del barone francese), ma evidente anche se si ripercorrono le tappe della formazione dell’inventore dei moderni Giochi. Coubertin incontrò il sogno ideale dell’utile et dulce, auspicato dagli Arcadi e da Metastasio, anzitutto studiando dai Gesuiti presso l’École Saint-Ignace di Parigi. Lì Coubertin ricevette un’educazione morale, volta alla soppressione delle passioni e all’acquisizione di una forte prudenza interiore, non dissimile da quella proposta dal razionalismo cartesiano tanto caro agli Arcadi. Gli allievi della scuola gesuita di Saint-Ignace si nutrivano di ideali quali onore, dignità, coraggio e sacrificio attraverso lo studio delle gesta eroiche e delle parole rette di re, santi, poeti e scienziati: figure parte di mondi idealizzati, del tutto lontani dalla realtà fatta di ragioni di stato, gelosie, astuzie, inganni e soprusi. Dall’incontro tra la morale gesuita e influenze ed esperienze di vario tipo (cosmopolitismo, anglofilia, pedagogia cavalleresca, filoellenismo), nacque l’ideologia olimpica coubertiana.
La filosofia morale instillata da Metastasio nell’Olimpiade fu come un’eco che attraversando due secoli contribuì alla formulazione del moderno ideale olimpico, razionalizzato e legittimato dalle élite di fine Ottocento e adottato da Coubertin.
Il 6 aprile 1896 vennero ufficialmente aperti ad Atene i primi Giochi olimpici della storia contemporanea; era un lunedì dell’Angelo, scelto perché giorno di festa sia per la Chiesa cattolica sia per quella cristiano-ortodossa. Al mattino, la famiglia reale greca e gli organizzatori parteciparono a un Te Deum nella cattedrale di Atene, per commemorare la liberazione dall’invasione turca; al pomeriggio, dopo la cerimonia inaugurale, ebbero inizio le gare d’atletica: il primo campione fu lo statunitense James Connolly del Suffolk Athletic Club; dopo aver rischiato di non partecipare, perché derubato in Italia del biglietto per Atene, vinse il salto triplo con 13,71 metri. L’atleta che conquistò più medaglie d’oro fu il ginnasta tedesco Carl Schuhmann, ricco orafo di Berlino: primeggiò nella lotta greco-romana, nel volteggio e in due gare di ginnastica a squadre. Lo statunitense Bob Garrett, proveniente da una agiata famiglia di Baltimora, proprietaria della banca “Garrett & Sons”, vinse nell’antica arte del discobolo. Il primo britannico a conquistare un oro (sollevamento a una mano) fu Launceston Elliot, aristocratico nipote di Charles Elliot, governatore di Sant’Elena; Launceston si era cimentato anche nel sollevamento pesi a due mani, alzando 110 kg come il danese Viggo Jensen, ma a vincere fu quest’ultimo: fu un re, Giorgio I di Grecia, a decidere a chi dovesse andare la medaglia d’oro, asserendo che Jensen aveva sollevato con uno stile, a suo dire, migliore.
L’ideologia alla base dell’olimpismo moderno
L’influenza del dramma musicale di Metastasio sui giochi elitari di Coubertin.
1733, quando era alla corte di Vienna, Pietro Metastasio scrisse il dramma per musica l’Olimpiade, esempio paradigmatico d’una complessa tipologia operistica, il dramma d’intrigo, tra le più popolari dell’epoca. Dalla capitale asburgica Metastasio esercitò una sorta di dittatura letteraria sull’intero mondo operistico europeo, conservando il titolo di “poeta cesareo” per più di cinquant’anni e rappresentando un punto di riferimento per chiunque nel Settecento si avvicinasse al mondo del dramma per musica. Per il prestigio del suo autore e per la qualità letteraria, l’Olimpiade fu un modello fra i più ammirati del suo tempo, ed ebbe un rilievo musicale non comune. La sua fortuna si estese dal Settecento all’Ottocento, e contribuì a prefigurare e trasmettere quella particolare visione degli antichi Giochi ellenici che condusse Pierre de Coubertin alla definizione del moderno olimpismo.
La prima dell’opera, con musiche di Antonio Caldara, andò in scena a Venezia il 28 agosto 1733 su commissione dell’imperatore Carlo IV, per celebrare il compleanno della consorte, Elisabetta Cristina. Nel corso dei decenni a seguire furono realizzati più di 50 lavori a partire dal libretto di Metastasio: la maggior parte dei compositori mise in musica il testo integralmente (tra questi Vivaldi, Pergolesi, Hasse, Jommelli, Cherubini, Paisiello); altri (come Gluck, Mozart e Beethoven) si limitarono a musicare singole arie. Superata in popolarità solo da Artaserse e Alessandro nelle Indie, e acclamata al pari di Demofoonte e Didone abbandonata, L’Olimpiade fu considerata per tutto l’Ottocento uno dei drammi metastasiani più riusciti e importanti: come scrisse Giosuè Carducci, il Diciottesimo e Diciannovesimo secolo si accordarono “nell’acclamare la divina Olimpiade, dove la melica e la melopea italiana raggiunsero certo una perfezione inarrivata e inarrivabile”.
L’opera seria fu il genere operistico più importante del Settecento; ciò assicurava ai lavori acclamati circolazione ampia e duratura. Fu questo il caso dell’Olimpiade, che fu “rappresentata e replicata in tutti i teatri d’Europa” (scrisse Metastasio in una lettera a Saverio Mattei). Ad ampliare la fama giunsero poi i pasticci (opere in cui si assemblavano pezzi originali con parti d’altri autori) che ne utilizzarono il titolo: sul solo palco del Kings Theatre di Londra ne andarono in scena circa 40 tra il 1770 e 1780. E non mancarono i balletti (Les Jeux Olympique, Les Fêtes grecques et romaines) con specifiche coreografie a imitazione delle gare. Il successo si riverberò infine dalle scene alla letteratura, fungendo da ispirazione a versi di Milton e Keats in Inghilterra, Ronsard e Du Bellay in Francia, Kochanowski e Szymonowic in Polonia, Hölderlin e Goethe in Germania.
L’Olimpiade di Metastasio contribuì a prefigurare la particolare visione degli antichi Giochi ellenici che condusse Pierre de Coubertin alla definizione del moderno olimpismo.
Ma L’Olimpiade ebbe un ruolo più grande nelle coscienze europee del semplice fornire un nome al ricordo dei Giochi ellenici. L’azione del dramma si svolge nelle campagne dell’Elide, nei pressi della città di Olimpia, sulle sponde del fiume Alfeo. Attraverso i personaggi di Clistene (re di Sicione), della figlia Aristea, di Licida (figlio ignoto di Clistene), della dama cretese Argene e dell’ateniese Megacle (plurivincitore di gare olimpiche), la vicenda presenta una sintesi perfetta degli elementi tipici dei drammi metastasiani: il conflitto amore-dovere, complicato dai risvolti affettivi dell’amicizia; la struttura della doppia coppia di innamorati che funziona come un meccanismo perfetto, con i protagonisti maschili legati da una profonda amicizia messa in crisi dall’amore per la stessa donna (Aristea); le donne animate dalla accorata difesa delle proprie inclinazioni contro le convenzioni sociali. A questi elementi si aggiungono i rimandi “alla solennità de’ giuochi olimpici” che “col concorso di tutta la Grecia, dopo ogni quarto anno si ripetevano”.
Il momento culminante della vicenda è il riconoscimento di Licida come Filinto, figlio di Clistene (il riconoscimento è uno dei topoi più frequenti della drammaturgia dell’epoca), mentre l’azione prende le mosse dal suo desiderio “sbagliato” di partecipare ai giochi olimpici e conquistare Aristea (desiderio “sbagliato” perché Licida dimentica così Argene, e allo stesso tempo “perverso” perché Aristea è in realtà sua sorella). A questi livelli della trama Metastasio ne aggiunge uno intermedio e subalterno in cui trovano spazio i Giochi olimpici, e che risponde all’esigenza di favorire la varietà. Grazie alla presenza di questi livelli Metastasio può razionalmente tenere in equilibrio esigenze diverse, quali la raffigurazione del conflitto umano tra sfera razionale ed emotiva (con la vittoria finale della prima), tra ragion di stato e affetti privati, tra etica e passione, ma anche tra ordinamento monarchico e spinte democratiche. Più che una storia di atleti e atlete, l’Olimpiade è, dunque, un dramma sul conflitto tra onore, amicizia e amore, in cui il dovere morale trionfa sulle passioni: le gare sono solo rievocate dall’azione e le vicende a esse connesse restano sullo sfondo. Il ruolo dei Giochi olimpici è quello di fornire, attraverso un’ambientazione eroica che supporti in maniera convincente l’evolversi dell’azione, modelli di virtù, resistenza d’animo e forza morale che assicurino stabilità e progresso sociale.
Pur se la ricostruzione delle gare, e dei rituali a esse connesse, fornita da Metastasio fu imprecisa e in gran parte non veritiera, essa divenne una sorta di memoria storica credibile, a cui poi attinsero la maggior parte di quelli che si avvicinarono al mondo olimpico nei decenni successivi. E ciò accadde proprio per il portato ideale – una cosmologia morale positiva e “progressiva”, preservata dalla regalità – che caratterizzò la versione dei Giochi offerta dal poeta cesareo. Del resto, la verosimiglianza, più che l’attenta ricostruzione del soggetto storico, era una peculiarità del dramma settecentesco, attento a soddisfare le esigenze delle commissioni aristocratiche e le convenzioni scenico-musicali del tempo, meno a fornire versioni attendibili delle vicende storiche scelte per soggetto.
Più che una storia di atleti e atlete, l’Olimpiade è un dramma sul conflitto tra onore, amicizia e amore, in cui il dovere morale trionfa sulle passioni.
Nello stabilire una connessione ideale tra il fortunato dramma e la nascita delle moderne Olimpiadi, non si può, dunque, tralasciare il contesto regale in cui l’opera nacque. Lo stereotipo dell’eroe classico, in grado di superare il conflitto tra amore e onore – di cui le gare atletiche sono metafora –, era caro alla cultura aristocratica dell’epoca. L’opera seria era uno spettacolo prettamente di corte, al quale si presenziava solitamente su invito, internazionale negli scopi e nell’appeal. Uno spettacolo per prìncipi, con voluttuose melodie, intrighi amorosi, scene sfarzose e balletti, pensato per sedurre le élites, i cui classici riferimenti intellettuali raggiunsero gli sviluppi più alti proprio nel corso del Settecento. L’Olimpiade, con le sue processioni marziali, le fanfare eroiche, i gloriosi cori e le arie virtuosistiche (nelle sue diverse messe in musica) fu un appuntamento fisso del calendario regale, eseguita per Filippo V e Carlo III di Spagna, Caterina II di Russia e Marianna Vittoria di Portogallo, l’imperatore Giuseppe II. Il testo di Metastasio conteneva ideali quali rigore, stabilità ed equilibrio che valorizzavano l’immagine della monarchia; conseguentemente il successo dei drammi musicali che ne derivarono svolse, nell’arco di più di un secolo, un ruolo cruciale nel potenziare l’immagine stessa della nobiltà e della regalità.
Allo stesso modo Coubertin utilizzò la spinta dell’influente aristocrazia di fine Ottocento per progettare e realizzare l’edizione moderna dei Giochi olimpici: alla prima riunione del comitato organizzatore, che si tenne alla Sorbona di Parigi dal 16 al 23 giugno 1894, parteciparono 78 delegati, in rappresentanza di quarantanove club sportivi delle maggiori potenze mondiali; furono presenti, tra gli altri, il re del Belgio Leopoldo II, il principe di Galles Edoardo, il principe ereditario greco Costantino e, per l’Italia, il conte Mario Lucchesi-Palli e il duca Riccardo Carafa d’Andria. I Giochi, internazionali negli scopi e nelle ambizioni, furono, almeno in una prima fase, monocolore, perché prevalentemente rivolti alle élites delle grandi nazioni occidentali.
L’olimpismo diffuso dall’Olimpiade fu lo stesso che animò gli intenti di Coubertin, il quale, proprio come in una staffetta d’atletica, ne raccolse il testimone. Gli sportivi immaginati dal barone francese non erano così lontani dal modello eroico fornito da Metastasio: rappresentanti di virtù “alte”, spinti dal sentimento dell’onore ed esempi di una rettitudine capace di dare equilibrio al singolo e alla società. Proprio come accadeva nell’antichità, la necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportò che soprattutto i membri delle classi più facoltose vi presero parte. Allo stesso modo, le donne furono escluse dalle gare: nell’Olimpiade Aristea, mentre fuori dall’arena aspetta notizie sui Giochi, dice ad Argene che “i regolamenti proibiscono alle donne di essere spettatrici”; due secoli più tardi Coubertin rimarcava che “nelle Olimpiadi il ruolo primario delle donne dovrebbe essere quello di incoronare i vincitori”.
Come le vicende narrate dall’Olimpiade avevano il compito di confermare la necessità del potere regale, tutore di quei princìpi discendenti dall’idillica visione olimpica, così Coubertin sottoscrisse, condendola con pacifismo e cosmopolitismo, l’ideologia delle élite del suo tempo, non dissimile da quella metastasiana: un’ideologia animata dal sogno di una società “muscolosa”, stabile e forte, tesa a un progresso inarrestabile (che avrebbe condotto l’Europa alla carneficina senza precedenti del primo conflitto mondiale). Le numerose pagine scritte da Coubertin abbondano di affermazioni quali “l’idea olimpica è il concetto di una forte cultura muscolare appoggiata da una parte sullo spirito cavalleresco e, dall’altra, sulla nozione estetica, sul culto di ciò che è bello e gradevole”; e ancora, “l’olimpismo tende a riunire in un fascio radioso tutti i princìpi concorrenti al perfezionamento dell’uomo”; infine: “perfezionando il suo corpo con l’esercizio come fa lo scultore di una statua, l’atleta antico onorava gli dei; nel medesimo modo, l’atleta moderno esalta la sua patria, razza e bandiera”.
L’olimpismo diffuso dall’Olimpiade fu lo stesso che animò gli intenti di Coubertin: gli sportivi rappresentavano virtù “alte”, onore e rettitudine capaci di dare equilibrio al singolo e alla società.
La connessione tra Metastasio e Coubertin non è storicamente dimostrabile (non ve n’è traccia nelle Memorie olimpiche del barone francese), ma evidente anche se si ripercorrono le tappe della formazione dell’inventore dei moderni Giochi. Coubertin incontrò il sogno ideale dell’utile et dulce, auspicato dagli Arcadi e da Metastasio, anzitutto studiando dai Gesuiti presso l’École Saint-Ignace di Parigi. Lì Coubertin ricevette un’educazione morale, volta alla soppressione delle passioni e all’acquisizione di una forte prudenza interiore, non dissimile da quella proposta dal razionalismo cartesiano tanto caro agli Arcadi. Gli allievi della scuola gesuita di Saint-Ignace si nutrivano di ideali quali onore, dignità, coraggio e sacrificio attraverso lo studio delle gesta eroiche e delle parole rette di re, santi, poeti e scienziati: figure parte di mondi idealizzati, del tutto lontani dalla realtà fatta di ragioni di stato, gelosie, astuzie, inganni e soprusi. Dall’incontro tra la morale gesuita e influenze ed esperienze di vario tipo (cosmopolitismo, anglofilia, pedagogia cavalleresca, filoellenismo), nacque l’ideologia olimpica coubertiana.
La filosofia morale instillata da Metastasio nell’Olimpiade fu come un’eco che attraversando due secoli contribuì alla formulazione del moderno ideale olimpico, razionalizzato e legittimato dalle élite di fine Ottocento e adottato da Coubertin.
Il 6 aprile 1896 vennero ufficialmente aperti ad Atene i primi Giochi olimpici della storia contemporanea; era un lunedì dell’Angelo, scelto perché giorno di festa sia per la Chiesa cattolica sia per quella cristiano-ortodossa. Al mattino, la famiglia reale greca e gli organizzatori parteciparono a un Te Deum nella cattedrale di Atene, per commemorare la liberazione dall’invasione turca; al pomeriggio, dopo la cerimonia inaugurale, ebbero inizio le gare d’atletica: il primo campione fu lo statunitense James Connolly del Suffolk Athletic Club; dopo aver rischiato di non partecipare, perché derubato in Italia del biglietto per Atene, vinse il salto triplo con 13,71 metri. L’atleta che conquistò più medaglie d’oro fu il ginnasta tedesco Carl Schuhmann, ricco orafo di Berlino: primeggiò nella lotta greco-romana, nel volteggio e in due gare di ginnastica a squadre. Lo statunitense Bob Garrett, proveniente da una agiata famiglia di Baltimora, proprietaria della banca “Garrett & Sons”, vinse nell’antica arte del discobolo. Il primo britannico a conquistare un oro (sollevamento a una mano) fu Launceston Elliot, aristocratico nipote di Charles Elliot, governatore di Sant’Elena; Launceston si era cimentato anche nel sollevamento pesi a due mani, alzando 110 kg come il danese Viggo Jensen, ma a vincere fu quest’ultimo: fu un re, Giorgio I di Grecia, a decidere a chi dovesse andare la medaglia d’oro, asserendo che Jensen aveva sollevato con uno stile, a suo dire, migliore.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento