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Un uomo, un perché: Luca Bindi
Se la sua vita fosse un libro il titolo sarebbe "Cronache da sfigandia". E dire che vedendolo lì, inviato al Fencing Hall a intervistare i medagliati azzurri della scherma, abbiamo provato tutti un'immensa invidia nei suoi confronti. Sentendo le domande "spirituali" non nascondiamo di aver pensato che fosse il classico raccomandato infilato in Rai da un Monsignore. Con quel cognome che ricorda una margheritina catto-comunista e quell'aria da chierichietto che altro poteva essere. Però, anche se nessuno ce lo ha confermato, siamo convinte che il nosro nuovo eroe abbia un passato in seminario, che l'azione cattolica sia stata il suo unico svago e lo sport sia diventato una sua passione all'oratorio. 25 anni del Capricorno...
Luca Bindi è nato a Pisa il 14 gennaio del 1964 (ma anche no, insomma prendetela con le molle questa info) ed è giornalista professionista dal 24 gennaio del 1990. E non ce ne voglia se sospettiamo una qualche spintarella per l'entrata nell'Ordine, visto che sappiamo che significa ci pare strano, ora capirete perché. 25 anni del Capricorno...
Le sue sono scherzi... ehm, domande da prete. Come si fa a chiedere a un atleta che ha appena raggiunto uno dei più grandi trionfi della sua carriera "Cosa vuoi dire alle persone che soffrono"? E a un Montano che ha appena fatto una figura di merda e medita il ritiro"Potrà aiutarla l'amore, la fede?". E a insistere sul fatto che la Vezzali non ha vinto perché è brava ma perché è aiutata da Dio? E poi la chicca, che potete vedere nel video sotto. Matteo Tagliariol vince l'oro e lui comincia l'intervista: "25 anni, del segno del capricorno, cosa prova in questo momento?". Già da giorni nei commenti nel post dedicato in parte allo spadista con la nostra nuova amica Astrid abbiamo cominciato a parlare di quest'uomo e non siamo le uniche ad averlo notato. Su NNTP.IT c'è un forum su di lui e Sporteconomy ha evidenziato (ovviamente) la sua uscita sul segno zodiacale. 25 anni del Capricorno...
Noi abbiamo voluto capire chi è davvero Luca Bindi e abbiamo scoperto che lavora in Rai dal '99 e, dopo essersi occupato per un po' del sito Internet, è passato a RaiSportSat (oggi RaiSportPiù) e qui ha dato più volte prova della sua insipienza. Uno sfigato cronico che commenta: il bowling, la coppa del mondo di tiro con la fune (la prova è nella foto), il ping pong (sbagliando tutti i nomi dei giocatori cinesi), il Campionato di serie A di tamburello. Gli viene anche affidata una trasmissione di una certa importanza, "Satellite C", in onda ogni lunedì sera (guardate il video) e il 12 agosto del 2007 arriva la grande occasione. Viene scelto come telecronista per la finale del challenger di tennis di San Marino, che vede affrontarsi Potito Starace (poi vincitore) e lo spagnolo Albert Montanes.
Come avrà sfruttato il nostro idolo questa opportunità? Vi diciamo solo che durante la telecronaca Rino Tommasi si ribalta dalla poltrona e, dalla sua casa delle vacanze, chiama un collega facedogli notare la (involontaria?) comicità di Bindi. Comico perché? Perché si mette a spiegare: "nel gioco del tennis si può colpire la palla anche al volo e dopo il primo rimbalzo, perché se si colpisce dopo due rimbalzi il giocatore perde il punto". Roba che il mio maestro di tennis (il rhatu...) non mi ha spiegato nemmeno durante la prima lezione a 5 anni talmente era dato per scontato! E non finisce qui. Mentre continua con informazioni banali sul regolamento e il punteggio, si distrae raccontando aneddoti sulla storia del tennis che nulla hanno a che fare con la partita che sta commentando. Voleva fare il saputello, ma la sua telecronaca è passata alla storia per il disgusto dei telespettatori.
Vedendolo balbettante alla ricerca di una domanda sensata (????, i punti interrogativi sono irretroattivi) da fare e, tra un "eeeeh" e un "mmm", sparare vaccate come "25 anni del Capricorno..." (con l'età ripetuta tante volte quanto l'aggettivo "sensazionale"), pensavamo che fosse un giuovincello all'esordio olimpico, magari un mezzo stagista, uno come noi insomma, ma con un posto fisso in parrocchia. Poi però abbiamo scoperto la sua infinita gavetta e abbiamo pensato, come i nostri idoli gialappi: Luca Bindi, un uomo, un perché.