La Sudditanza Psicologica nel Tennis
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Beh, diciamo anche che se uno vince 11 slam su 11 nel Vecchio Continente, ci sta che il suo mito sia radicato sopratutto qui .
F.F.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Si...arrivo a dire che il rispetto per il supercampione, gran bella cosa, è anche un metodo infallibile per perderci costantemente. Infatti è molto meglio essere dei tennisti mediocri ma sbruffoni, sicuri di sè, paraculi e magari un pò maleducati (per quanto detesti questo tipo di atteggiamento) che tennisti di valore ma super-rispettosi, o addirittura amici dei vari Big.
Sicuramente Gerulaitis, che apparteneva a questa seconda categoria, pagò la sua amicizia fraterna e il suo rispetto per l'Orso, perdendoci sempre e comunque.
Di esempi ce ne sarebbero mille.
Ricordo decine di giocatori entrare già con un piede nella doccia contro John Mcernoe nel periodo 1983-1985, compreso il di solito irriducibile Connors, che, incredibile, entrava in campo senza la minima applicazione. Ricordo diverse carneficine in quel periodo subite da Jimbo contro Mac. In particolare a Dallas e a Wimbledon non scese nemmeno in campo. Non è un caso invece, che a Flushing, davanti al suo pubblico, entrò in campo con ben altro atteggiamento e costrinse John al quinto. Il problema era che McEnroe in quel periodo era toccato da un'aura di imbattibilità tale, da togliere ogni speranza a chiunque, persino a Connors. Poi Mac cadde un paio di volte prima del Roland Garros 1985 e gli avversari si convinsero che non era poi così imbattibile, e li cambiò il loro atteggiamento (ovviamente Mac ci mise del suo, calando la qualità delle sue prestazioni).
Borg comunque è stato oggetto di "ansie da prestazioni" da prte dei suoi avversari incredibili, e paragonabili, a memoria mia, solo a quelle di cui è stato oggetto Federer per un certo periodo di tempo. Ci sono giocatori che hanno perso da Federer decine di volte di fila praticamente, anche quando lo svizzero giocava in modo abbastanza mediocre, come può capitare anche ai campioni in qualche occasione. Chiaramente Roger era molto più forte di questi giocatori, e quindi era anche normale che vincesse, però a me pare altrettanto chiaro, che gli stessi affrontassero lo svizzero con l'atteggiamento di chi affronta un idolo e non immagina nemmeno lontanamente di poterlo battere. Federer oltretutto è un ragazzo molto rispettato e amato tra i giocatori, sicchè forse viene anche difficile "odiarlo" sportivamente per tentare di superarlo.
Ad ogni modo, anche nel caso di Roger, da qualche tempo a questa parte, gli avversari hanno cambiato atteggiamento. Vedono che è diventato più abbordabile, quanto meno fuori dagli slam, e ci danno dentro di buzzo buono quando lo affrontano.
Il tennis è sport eminentemente psicologico. Giocare contro un avversario che ammiri e che comunque consideri inarrivabile corrisponde a sconfitta certa. Se invece affronti lo stesso avversario in un periodo nel quale magari ha subito alcune sconfitte, ti senti immediatamente più sollevato e sai che qualche chance ce l'hai..e giochi diversamente.
Naturalmente non tutti nascono con gli attributi quadrati, ed è umanissimo avere timor-panico di affrontare un Borg, un McEnroe, un Federer o un Nadal.
Sicuramente Gerulaitis, che apparteneva a questa seconda categoria, pagò la sua amicizia fraterna e il suo rispetto per l'Orso, perdendoci sempre e comunque.
Di esempi ce ne sarebbero mille.
Ricordo decine di giocatori entrare già con un piede nella doccia contro John Mcernoe nel periodo 1983-1985, compreso il di solito irriducibile Connors, che, incredibile, entrava in campo senza la minima applicazione. Ricordo diverse carneficine in quel periodo subite da Jimbo contro Mac. In particolare a Dallas e a Wimbledon non scese nemmeno in campo. Non è un caso invece, che a Flushing, davanti al suo pubblico, entrò in campo con ben altro atteggiamento e costrinse John al quinto. Il problema era che McEnroe in quel periodo era toccato da un'aura di imbattibilità tale, da togliere ogni speranza a chiunque, persino a Connors. Poi Mac cadde un paio di volte prima del Roland Garros 1985 e gli avversari si convinsero che non era poi così imbattibile, e li cambiò il loro atteggiamento (ovviamente Mac ci mise del suo, calando la qualità delle sue prestazioni).
Borg comunque è stato oggetto di "ansie da prestazioni" da prte dei suoi avversari incredibili, e paragonabili, a memoria mia, solo a quelle di cui è stato oggetto Federer per un certo periodo di tempo. Ci sono giocatori che hanno perso da Federer decine di volte di fila praticamente, anche quando lo svizzero giocava in modo abbastanza mediocre, come può capitare anche ai campioni in qualche occasione. Chiaramente Roger era molto più forte di questi giocatori, e quindi era anche normale che vincesse, però a me pare altrettanto chiaro, che gli stessi affrontassero lo svizzero con l'atteggiamento di chi affronta un idolo e non immagina nemmeno lontanamente di poterlo battere. Federer oltretutto è un ragazzo molto rispettato e amato tra i giocatori, sicchè forse viene anche difficile "odiarlo" sportivamente per tentare di superarlo.
Ad ogni modo, anche nel caso di Roger, da qualche tempo a questa parte, gli avversari hanno cambiato atteggiamento. Vedono che è diventato più abbordabile, quanto meno fuori dagli slam, e ci danno dentro di buzzo buono quando lo affrontano.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
si, e per quanto sappiate che per me wimbledon vale di piu` degli altri e Parigi non vale meno di nessun altro, io tendo a diffidare chi vince tutti i suoi titoli nel proprio continente. Ma questa e` roba da topicone, non da qua.Johnny Rex ha scritto:Beh, diciamo anche che se uno vince 11 slam su 11 nel Vecchio Continente, ci sta che il suo mito sia radicato sopratutto qui .
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
La sudditanza non esiste!chiaky ha scritto:Ecco un preclaro esempio di sudditanza nei confronti di Borg. A parlare e' Balasz Taroczy:
"Per me Bjorn era come un dio,anche se lui giocava male io pensavo comunque che non avrei avuto nessuna possibilita' di batterlo.Alcuni pensavano che battere Bjorn fosse letteralmente inconcepibile"
Ecco, chiaro che se affronti un Big con questa mentalita' non lo batterai mai...
Lo stesso vale per tutte le epoche e per tutti i Big ovviamente.
La sudditanza esiste eccome...
Quoto. Davvero, è talmente ovvio che non si capisce di cosa si stia discutendo.Nickognito ha scritto:se e` traballante la teoria per cui talvolta in un match puo` capitare che un tennista giochi peggio perche` piu` teso avendo davanti il numero 1 del mondo io sono piu` sexy della kournikova
c.
Quoto pure questo. Vado di fretta.Nickognito ha scritto:ah, preciso che nessun sostenitore della sudditanza dice che non esista anche la sudditanza nei confronti di un palcoscenico come la finale di wimbleodn. E` ovvio che chiunque di noi pensa che le due cose ci possono essere entrambe.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
vado a cercarmi su google immagini, allorafloyd10 ha scritto:Quoto. Davvero, è talmente ovvio che non si capisce di cosa si stia discutendo.Nickognito ha scritto:io sono piu` sexy della kournikova.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Non ho ben capito questi ultimi discorsi...Nick tu sei più sexy della Kournikova?
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Più ripetitivo senz'altro.
Potrebbe anche sostituire le parole "Zoe Saldana" a "Kirilenko" o "Kournikova" ,ma beh, sempre il tema tennis si tocca, si sfiora, o,nel caso delle due K, si immagina
F.F.
Potrebbe anche sostituire le parole "Zoe Saldana" a "Kirilenko" o "Kournikova" ,ma beh, sempre il tema tennis si tocca, si sfiora, o,nel caso delle due K, si immagina
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Sì, esattamente.Ace Man ha scritto:Se uno gioca chiaramente al di sotto dei propri standard,quando affronta un supercampione,ed anche il linguaggio del corpo è inequivocabile,quella è sudditanza psicologica.
Ma se uno gioca bene fino al punto di arrivare a battere il supercampione in questione ma crolla sempre sul più bello,quella cos'è?
Mi spiego:Roddick,Davydenko,lo stesso Federer con Nadal,se vogliamo,se la sono spesso giocata,la partita,cedendo poi sui punti decisivi.
L'impressione(mia)è che in questi casi ci siano state alcune battaglie sul filo di lana o comunque molto combattute,nelle quali però a spuntara sia stato uno dei due per una serie di volte x consecutve.
Questo ha creato un "complesso acquisito",diciamo,che non ti fa giocare male la partita in sè,ma solo i punti dove dovresti chiudere,perchè lì ti ricordi di tutte le volte che con quel giocatore ci sei andato ad un passo e non ce l'hai mai fatta.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Ottimo intervento di chiaky!
Prometto solennemente che non metterò più piede nel fan club di Rafael Nadal fino alla fine del 2010! Sonusfaber, Giove, 4 gennaio 2010
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Gestire bene la tensione dei game finali di un set o addirittura di un match è un merito che appartiene ai campioni. Stento a credere che professionisti i quali giocano tornei da quando erano bambini possano provare sudditanza nei confronti del campione. Credo piuttosto ad una loro fragilità rispetto alle qualità dell'avversario. Una fragilità che può presentare differenti sfaccettature ma che, essenzialmente, si traduce in un difetto di qualità di cui invece il campione è generalmente provvisto.
Leggendo i vari esempi fatti, faccio fatica a vedere in Gerulaitis una qualunque sudditanza derivante dall'amicizia e dal rispetto profusi verso Borg. Semplicemente, Vitas aveva meno potenza, meno fondo atletico, meno concentrazione di Borg. Tecnicamente poteva giocare alla pari con Borg, ma è evidente che non fosse sufficiente per battere l'Orso. Anche Panatta era amico ed estimatore di Borg, ma ciò non gli ha impedito di batterlo in alcune circostanze, persino nel palcoscenico di Parigi che per entrambi era certamente uno degli appuntamenti più importanti della loro carriera agonistica.
Leggendo i vari esempi fatti, faccio fatica a vedere in Gerulaitis una qualunque sudditanza derivante dall'amicizia e dal rispetto profusi verso Borg. Semplicemente, Vitas aveva meno potenza, meno fondo atletico, meno concentrazione di Borg. Tecnicamente poteva giocare alla pari con Borg, ma è evidente che non fosse sufficiente per battere l'Orso. Anche Panatta era amico ed estimatore di Borg, ma ciò non gli ha impedito di batterlo in alcune circostanze, persino nel palcoscenico di Parigi che per entrambi era certamente uno degli appuntamenti più importanti della loro carriera agonistica.
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Si ma Panatta era un cazzone...a lui fregava nulla...e questo lo avvantaggiava secondo me.
Non so Gerulaitis, ma le dichiarazioni fatte da alcuni avversari di Borg sembrerebbero confermare l'ipotesi di una certa sudditanza. Se un giocatore afferma di considerare l'avversario un Dio e di non contemplare nemmeno l'ipotesi di poterlo battere, immaginati te come potrà riuscire a giocarci contro...
Altro ricordo che mi viene ora in mente...negli ultimi anni 80 e all'inizio dei 90 giocava un certo David Wheaton. Americano che giocava serve and volley con buoni risultati. Wheaton aveva il Mito di McEnroe, con tanto di poster in camera ed autografi. Ebbene, ogni volta che si trovava a giocarci contro era impietrito. Non credo sia mai riuscito nemmeno ad arrivare a 5 in un set con McEnroe..ricordo due partite a Flushing e a Wimbledon, al riguardo, imbarazzanti...con Wheaton che invece di tentare di vincere i punti applaudiva l'avversario..inconcepibile...chiaro che in queste condizioni non vincerai mai. Se non si chiama sudditanza questa ditemi voi..
Non so Gerulaitis, ma le dichiarazioni fatte da alcuni avversari di Borg sembrerebbero confermare l'ipotesi di una certa sudditanza. Se un giocatore afferma di considerare l'avversario un Dio e di non contemplare nemmeno l'ipotesi di poterlo battere, immaginati te come potrà riuscire a giocarci contro...
Altro ricordo che mi viene ora in mente...negli ultimi anni 80 e all'inizio dei 90 giocava un certo David Wheaton. Americano che giocava serve and volley con buoni risultati. Wheaton aveva il Mito di McEnroe, con tanto di poster in camera ed autografi. Ebbene, ogni volta che si trovava a giocarci contro era impietrito. Non credo sia mai riuscito nemmeno ad arrivare a 5 in un set con McEnroe..ricordo due partite a Flushing e a Wimbledon, al riguardo, imbarazzanti...con Wheaton che invece di tentare di vincere i punti applaudiva l'avversario..inconcepibile...chiaro che in queste condizioni non vincerai mai. Se non si chiama sudditanza questa ditemi voi..
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Anche perchè Federer non è più il cannibale di qualche anno fa, almeno al di fuori degli slam.chiaky ha scritto:
Ad ogni modo, anche nel caso di Roger, da qualche tempo a questa parte, gli avversari hanno cambiato atteggiamento. Vedono che è diventato più abbordabile, quanto meno fuori dagli slam, e ci danno dentro di buzzo buono quando lo affrontano.
Io sono federasta.
Essere federasti è un'esperienza estetico-metafisica.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Se ti legge Adriano, magari s'arrabbia...chiaky ha scritto:Si ma Panatta era un cazzone...a lui fregava nulla...e questo lo avvantaggiava secondo me.
Non so Gerulaitis, ma le dichiarazioni fatte da alcuni avversari di Borg sembrerebbero confermare l'ipotesi di una certa sudditanza. Se un giocatore afferma di considerare l'avversario un Dio e di non contemplare nemmeno l'ipotesi di poterlo battere, immaginati te come potrà riuscire a giocarci contro...
Altro ricordo che mi viene ora in mente...negli ultimi anni 80 e all'inizio dei 90 giocava un certo David Wheaton. Americano che giocava serve and volley con buoni risultati. Wheaton aveva il Mito di McEnroe, con tanto di poster in camera ed autografi. Ebbene, ogni volta che si trovava a giocarci contro era impietrito. Non credo sia mai riuscito nemmeno ad arrivare a 5 in un set con McEnroe..ricordo due partite a Flushing e a Wimbledon, al riguardo, imbarazzanti...con Wheaton che invece di tentare di vincere i punti applaudiva l'avversario..inconcepibile...chiaro che in queste condizioni non vincerai mai. Se non si chiama sudditanza questa ditemi voi..
Comunque a proposito di cazz..., pure Vitas non era un cherubino timorato...
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Quindi quest'annedottica di chiaky, dal vago sapere retrò, dovrebbe risolvere la questione?
Mah.
Anzi, doppio mah.
Mah.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Una domanda secca.
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
jeroska ha scritto:Una domanda secca.
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
Secondo te?
La risposta è dentro di te.
Epperò, è sbaiata.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Per me, è parte integrante. Ripeto, al posto di sudditanza pur virgolettata, propendo per fragilità.jeroska ha scritto:Una domanda secca.
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
La seconda che hai detto.jeroska ha scritto:Una domanda secca.
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Esattamente.BackhandWinner ha scritto:Sì, esattamente.Ace Man ha scritto:Se uno gioca chiaramente al di sotto dei propri standard,quando affronta un supercampione,ed anche il linguaggio del corpo è inequivocabile,quella è sudditanza psicologica.
Ma se uno gioca bene fino al punto di arrivare a battere il supercampione in questione ma crolla sempre sul più bello,quella cos'è?
Mi spiego:Roddick,Davydenko,lo stesso Federer con Nadal,se vogliamo,se la sono spesso giocata,la partita,cedendo poi sui punti decisivi.
L'impressione(mia)è che in questi casi ci siano state alcune battaglie sul filo di lana o comunque molto combattute,nelle quali però a spuntara sia stato uno dei due per una serie di volte x consecutve.
Questo ha creato un "complesso acquisito",diciamo,che non ti fa giocare male la partita in sè,ma solo i punti dove dovresti chiudere,perchè lì ti ricordi di tutte le volte che con quel giocatore ci sei andato ad un passo e non ce l'hai mai fatta.
Chiaro esempio di vassallaggio, sudditanza, braccino, chiamatelo come volete.
L'idea mia è che tutti la pensiamo un po' allo stesso modo, ma che alcuni pensino che la scusa del vassallaggio la si voglia usare per sminuire le vittorie dei più forti.
Ed invece per me è anche quello un punto a loro favore, vedi risposta a Jeroska.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
floyd10 ha scritto:L'idea mia è che tutti la pensiamo un po' allo stesso modo, ma che alcuni pensino che la scusa del vassallaggio la si voglia usare per sminuire le vittorie dei più forti. Ed invece per me è anche quello un punto a loro favore.
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
L'ho detto anche io. Cmq è una componente delle due coselellus ha scritto:Anche perchè Federer non è più il cannibale di qualche anno fa, almeno al di fuori degli slam.chiaky ha scritto:
Ad ogni modo, anche nel caso di Roger, da qualche tempo a questa parte, gli avversari hanno cambiato atteggiamento. Vedono che è diventato più abbordabile, quanto meno fuori dagli slam, e ci danno dentro di buzzo buono quando lo affrontano.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
floyd10 ha scritto:La seconda che hai detto.jeroska ha scritto:Una domanda secca.
L'elemento "sudditanza" è per voi un qualcosa che - per così dire - inquina gli oggettivi rapporti di valore, oppure è esso stesso parte integrante di questi valori?
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
esatto.floyd10 ha scritto:L'idea mia è che tutti la pensiamo un po' allo stesso modo, ma che alcuni pensino che la scusa del vassallaggio la si voglia usare per sminuire le vittorie dei più forti.]
e quell`alcuni pensano si chiamano `preconcetti`. Penso che anche su mymag si dovrebbe inziare a eliminare i vari idola fori, theatri, e cosi` via
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Ed altro esempio: gli altri lo sentono un po' meno cannibale ed invincibile, e prendono un pochino più di coraggio.chiaky ha scritto:L'ho detto anche io. Cmq è una componente delle due coselellus ha scritto:Anche perchè Federer non è più il cannibale di qualche anno fa, almeno al di fuori degli slam.chiaky ha scritto:
Ad ogni modo, anche nel caso di Roger, da qualche tempo a questa parte, gli avversari hanno cambiato atteggiamento. Vedono che è diventato più abbordabile, quanto meno fuori dagli slam, e ci danno dentro di buzzo buono quando lo affrontano.
Negli Slam lui tende a salire di livello, e gli altri subiscono questo fattore, unito a quello della maggiore pressione per l'importanza del torneo in sé.
Poi ovvio, negli Slam vince di più anche e soprattutto perché gioca meglio e basta, questo è chiaro.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Non è che si pensa, è stato fatto più volte (non dico da chi è intervenuto su questo topic, ma su questo forum è avvenuto molte volte).Nickognito ha scritto:esatto.floyd10 ha scritto:L'idea mia è che tutti la pensiamo un po' allo stesso modo, ma che alcuni pensino che la scusa del vassallaggio la si voglia usare per sminuire le vittorie dei più forti.]
e quell`alcuni pensano si chiamano `preconcetti`. Penso che anche su mymag si dovrebbe inziare a eliminare i vari idola fori, theatri, e cosi` via
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
piu` volte, viene fatto e detto tutto.
Se io dovessi rispondere a qualcuno tenenedo conto di quelli che hanno detto altri, altrove ed altre volte, beh, non ne uscirei piu`.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Il post di Floyd diceva "L'idea mia è che tutti la pensiamo un po' allo stesso modo, ma che alcuni pensino che la scusa del vassallaggio la si voglia usare per sminuire le vittorie dei più forti."
E io ribadivo, non è che lo pensiamo, alcuni fanno effettivamente così (e di conseguenza non è nemmeno vero che tutti siano d'accordo).
E io ribadivo, non è che lo pensiamo, alcuni fanno effettivamente così (e di conseguenza non è nemmeno vero che tutti siano d'accordo).
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Beh, Alessandro, ad esempio, non la pensa allo stesso modo, nel senso che ha detto chiaramente che lui non crede tanto ad un fenomeno di questo tipo, della debolezza o fragilità verso un altro giocatore. .
Sulla intelligente notazione Chiakyana sull'aurea di Borg, e certe similitudini con quella di Federer.
Beh, dipende dal fatto che sia l'uno che l'altro hanno fatto il vuoto in vari tornei vinti, Federer a furia di 60 nel 2004, Borg vincendo a Parigi edizioni in cui perdeva in media 5 games, ed anche suo è l'Ultimo Wimbledon vinto 21 set a 0.
Per fare un parallelo ciclistico, Gimondi ha detto più volte che l'avvento di Merck lo ha scombussolato almeno due anni, poi + tornato a lottarci contro, ci ha perso (dignitosamente) lo stesso,ma certo il modo in cui Eddie aveva letteralmente distrutto i suoi primi due giri ed i suoi primi due Tour, non vincendoli, ma letteralmente sbaranandoli, ha contribuito ad alimentare la sua invincibilità.
Più 6 giocabile, minore è l'aurea dell'invincibilità.I due fenomeni si alimentano l'un l'altro, una sorta di circolo vizioso.
Penso anche che nel Mito di Borg contasse anche il suo aspetto fisico, che ne aveva fatto un divo anche prima delle vittorie, un predestinato, mentre l'invincibilità del belga e dello svizzero invece è dipesa proprio dal modo in cui han preso il comando.
F.F.
Sulla intelligente notazione Chiakyana sull'aurea di Borg, e certe similitudini con quella di Federer.
Beh, dipende dal fatto che sia l'uno che l'altro hanno fatto il vuoto in vari tornei vinti, Federer a furia di 60 nel 2004, Borg vincendo a Parigi edizioni in cui perdeva in media 5 games, ed anche suo è l'Ultimo Wimbledon vinto 21 set a 0.
Per fare un parallelo ciclistico, Gimondi ha detto più volte che l'avvento di Merck lo ha scombussolato almeno due anni, poi + tornato a lottarci contro, ci ha perso (dignitosamente) lo stesso,ma certo il modo in cui Eddie aveva letteralmente distrutto i suoi primi due giri ed i suoi primi due Tour, non vincendoli, ma letteralmente sbaranandoli, ha contribuito ad alimentare la sua invincibilità.
Più 6 giocabile, minore è l'aurea dell'invincibilità.I due fenomeni si alimentano l'un l'altro, una sorta di circolo vizioso.
Penso anche che nel Mito di Borg contasse anche il suo aspetto fisico, che ne aveva fatto un divo anche prima delle vittorie, un predestinato, mentre l'invincibilità del belga e dello svizzero invece è dipesa proprio dal modo in cui han preso il comando.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
povero Gimondi, fu dura da accettare per lui e per i suoi tifosi perché nell'anno in cui il cannibale deflagrò lui era il numero uno e con un tour vinto, ma poi lottò - che altro doveva fare, d'altronde - e quando ebbe le sue occasioni se le prese, come ad esempio al mondiale del '73 o al giro del '76.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Una domanda: secondo voi a partire da quando gli avversari di Rafa e Roger (per restare nel presente) hanno iniziato a considerarli invincibili (ammesso che ciò corrisponda al vero)? Voglio dire: anche Rafa e Roger hanno iniziato "da zero", i trofei dello slam se li sono sudati uno per volta. A partire da quando dunque la concorrenza li ha considerati mostri al punto tale da scendere in campo più o meno rassegnata alla sconfitta: dopo uno, due o cinque slam?
Sonus
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Ultima modifica di sonusfaber il gio gen 14, 2010 3:35 pm, modificato 2 volte in totale.
Prometto solennemente che non metterò più piede nel fan club di Rafael Nadal fino alla fine del 2010! Sonusfaber, Giove, 4 gennaio 2010
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
vuoi una data limite per cui prima di essa nessuno aveva soggezione e poi all`improvviso tutti?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Giorno, mese, anno e anche ora - grazie (possibilmente rilevata da un cronometro svizzero, sai com'è, amo la precisione)! E che sia un limite temporale che valga per tutti - ok?Nickognito ha scritto:vuoi una data limite per cui prima di essa nessuno aveva soggezione e poi all`improvviso tutti?
Sonus
Prometto solennemente che non metterò più piede nel fan club di Rafael Nadal fino alla fine del 2010! Sonusfaber, Giove, 4 gennaio 2010
Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Per Nadal ritengo che la soggezione si verifichi soprattutto sulla terra. E' chiaro che quando ha cominciato a macinare tornei su tornei su terra, chi lo ha affrontato non ha creduto più di tanto a un'impresa (non ci credeva nemmeno Roger...per dire..).
Per quanto riguarda Federer, sono già diversi anni che è diventato Federer, e soprattutto sono diversi anni che è idolatrato dai media. Praticamente già ai primi Slam c'era una buona fetta di Media che lo definivano il più grande di sempre. E' chiaro che da subito sia stato trattato da predestinato, come giusto che sia, ma anche un pò esagerando e colorendo come spesso fanno i giornalisti.
Non deve essere stato facile per gli avversari affrontare un avversario che è additato dai giornali e anche da alcuni ex tennisti come un UFO.
Ricordo che gli unici che affrontavano Roger con la giusta cattiveria erano una manciata di "cagnacci" indomiti, con un carattere tale da non farsi condizionare da nulla, come ad esempio il mediocre Canas, che affrontava Federer con il coltello tra i denti, e nonostante l'evidente e abissale inferiorità, a volte la spuntava. O ovviamente Nadal, che oltre ad essere un campione, non è il tipo da farsi intimorire e interiormente si sente allo stesso livello di Federer e di chiunque.
Oggi il discorso è cambiato. Federer ha una certa età, perde spesso, e tutti sanno che hanno una possibilità. Non credo che oggi siano più tanti quelli che partono intimoriti da Federer. Ora poi si è sbloccato persino Davidenko..pensa un pò te...
Per quanto riguarda Federer, sono già diversi anni che è diventato Federer, e soprattutto sono diversi anni che è idolatrato dai media. Praticamente già ai primi Slam c'era una buona fetta di Media che lo definivano il più grande di sempre. E' chiaro che da subito sia stato trattato da predestinato, come giusto che sia, ma anche un pò esagerando e colorendo come spesso fanno i giornalisti.
Non deve essere stato facile per gli avversari affrontare un avversario che è additato dai giornali e anche da alcuni ex tennisti come un UFO.
Ricordo che gli unici che affrontavano Roger con la giusta cattiveria erano una manciata di "cagnacci" indomiti, con un carattere tale da non farsi condizionare da nulla, come ad esempio il mediocre Canas, che affrontava Federer con il coltello tra i denti, e nonostante l'evidente e abissale inferiorità, a volte la spuntava. O ovviamente Nadal, che oltre ad essere un campione, non è il tipo da farsi intimorire e interiormente si sente allo stesso livello di Federer e di chiunque.
Oggi il discorso è cambiato. Federer ha una certa età, perde spesso, e tutti sanno che hanno una possibilità. Non credo che oggi siano più tanti quelli che partono intimoriti da Federer. Ora poi si è sbloccato persino Davidenko..pensa un pò te...
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Anzi dirò di più. Se conosco un pò i tennisti, penso che oggi, vedendo Federer finalmente vulnerabile, ci sia mezzo circuito che non vede l'ora di prendersi sonore rivincite....
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
... questo è indubbio e francamente mi dispiace che non ce l'abbia fatta Roddick in luglio, sarebbe del resto stata una rivincita da sogno, che chiunque gli avrebbe invidiato vita natural durante.chiaky ha scritto:Anzi dirò di più. Se conosco un pò i tennisti, penso che oggi, vedendo Federer finalmente vulnerabile, ci sia mezzo circuito che non vede l'ora di prendersi sonore rivincite....
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Tra l'altro ho letto oggi in un quotidiano un'intervista in cui la Henin dichiara di avere sempre avuto "grande rispetto, in realtà addirittura paura" delle sorelle Williams e in particolare di Venus, di essere spesso scesa in campo con il timore di non essere in grado di reggere il loro "power" ...
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
on topic, un `intervista di Santoro che dice che Safin ha sempre perso con lui solo per motivi mentali, perche` aveva paura di lui, pensava che con lui non avrebbe mai vinto.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Evidentemente Santoro è stato il confessore di Safin ...Nickognito ha scritto:on topic, un `intervista di Santoro che dice che Safin ha sempre perso con lui solo per motivi mentali, perche` aveva paura di lui, pensava che con lui non avrebbe mai vinto.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
si, glielo ha detto proprio Safin a Santoro, non e` che se l`e` inventato Santoro.
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Re: La Sudditanza Psicologica nel Tennis
Beh, allora è tutt'altra cosa.Nickognito ha scritto:si, glielo ha detto proprio Safin a Santoro, non e` che se l`e` inventato Santoro.
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