Il futuro della destra
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Il futuro della destra
Se martedì prossimo il governo otterrà la fiducia nelle due Camere sarà difficile non riconoscere in ciò un indubbio successo di Berlusconi: un successo della leadership, della determinazione e della coriacea personalità del presidente del Consiglio. Ma anche quel successo non potrà cancellare un dato ormai acquisito: la grande promessa/scommessa berlusconiana è fallita. Berlusconi può durare tutto il tempo che si vuole, anche fino alla fine della legislatura, ma è impossibile non prendere atto che delle grandi novità che la sua discesa in campo sembrò annunciar quindici anni fa, oggi non rimane pressoché nulla.
Al centro di quella promessa/scommessa c'era, infatti, molto di più che il puro e semplice impegno (questo sì senz'altro mantenuto) di sbarrare il passo alla sinistra. C'era l'idea che quello che allora nasceva, nel quadro di un bipolarismo finalmente conquistato, doveva essere, sarebbe stata, una destra liberale adeguata ai tempi (quindi liberista ma con giudizio, per esempio solidarista ma decisamente anticorporativa), pregna degli umori della società civile ma dotata di senso delle istituzioni, capace di esprimere un'adeguata cultura e capacità di governo. Non è andata così, invece. Berlusconi non è stato capace di dare vita a nulla di tutto questo. Così come non è stato capace di farlo quella tradizione politica alimentata nelle file del Msi prima e di An poi, e di cui Gianfranco Fini è stato finora il massimo rappresentante. Tradizione che messa con la vittoria di Alemanno nella condizione unica di reggere le sorti della capitale del Paese, sta dando la prova d'inettitudine e di malgoverno che è sotto gli occhi di tutti.
In questi quindici anni, dunque, la destra plasmata e guidata da Berlusconi ha dimostrato di essere in grado di vincere le elezioni, ma non di radicare nella società una stabile struttura di rappresentanza degli interessi, di darsi le sedi dove elaborare una discussione programmatica, darsi un volto e formare dei quadri propri, insomma di fondare una vera cultura politica e un vero partito. Il che significa che anche le sue possibilità di vittoria elettorale presumibilmente diminuiranno di molto il giorno in cui il Cavaliere abbandonerà la scena. Quando ciò accadrà, quando tramonterà la sua stella, il sistema politico italiano minaccerà di ritornare così a quello squilibrio che, a pensarci bene, dura niente di meno che dai giorni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale. E cioè alla mancanza sulla destra di un moderno e grande partito di orientamento liberal-conservatore fedele alle istituzioni parlamentari, che raccolga i voti della vasta area d'ispirazione moderata, o come altro voglia dirsi, che comunque non si riconosce nella sinistra. In questo vuoto s'infilò e vinse a suo tempo il fascismo. Su questo vuoto, dopo il 1945, stabilì la sua egemonia la Democrazia cristiana costruendovi gran parte delle sue fortune politiche. Con il declino del berlusconismo quel vuoto ora si sta per manifestare nuovamente, e ne è segno inequivocabile l'infittirsi del lavorio centrista intorno al progetto di un «terzo polo» al quale sembra aderire anche Fini.
Progetto che ha come base e premessa necessaria la cancellazione di qualunque maggioritario e l'adozione di un sistema proporzionale che serva, tra l'altro, a sterilizzare la forza della Lega relegando il Carroccio isolato a destra, nello stesso ruolo marginale che nella Prima Repubblica aveva il Movimento sociale.
L'esito ineluttabilmente centrista-proporzionalistico del fallimento di Berlusconi potrebbe essere contrastato, mi pare, solo da un'iniziativa che partisse dall'interno del Pdl. Con l'obiettivo per l'appunto di guardare e di andare oltre Berlusconi. Un'iniziativa capace di immaginare una destra conservatrice su certi temi ma liberale su altri, anticorporativa, non bigotta ma radicata nell'ethos giudaico-cristiano, antigiustizialista ma fermissima nella legalità, plurale, e magari capace di accorpare con spregiudicatezza anche forze e tradizioni politiche come i radicali o spezzoni del mondo ecologista, oggi apparentemente incongrue ma, io credo solo apparentemente (si ricordi la definizione di Pannella data da Montanelli come «uno dei nostri»). Un'iniziativa che almeno oggi come oggi, però, fa a pugni con la quiete cimiteriale che regna nel Pdl, con il sorprendente mutismo che distingue tutti i suoi esponenti. Se le cose continueranno così, l'autocancellazione politica del Popolo della libertà condurrà inevitabilmente, come dicevo sopra, alla vittoria del progetto centrista neo-democristiano sulle rovine del berlusconismo. Una vittoria neo-democristiana: ma questa volta senza neppure quella grande cosa che dopotutto fu la Dc.
Ernesto Galli della Loggia
Mi sembra un articolo interessante. Perfino CocksOfTheLodge invita la destra a guardare oltre ed andare oltre B., e creare finalmente una destra moderata, liberale e dotata di senso delle istituzioni che in questo paese, a suo dire, non esiste da piu' di 90 anni.
Sono curioso di sapere cosa ne pensano gli amici destrorsi del forum.
Se martedì prossimo il governo otterrà la fiducia nelle due Camere sarà difficile non riconoscere in ciò un indubbio successo di Berlusconi: un successo della leadership, della determinazione e della coriacea personalità del presidente del Consiglio. Ma anche quel successo non potrà cancellare un dato ormai acquisito: la grande promessa/scommessa berlusconiana è fallita. Berlusconi può durare tutto il tempo che si vuole, anche fino alla fine della legislatura, ma è impossibile non prendere atto che delle grandi novità che la sua discesa in campo sembrò annunciar quindici anni fa, oggi non rimane pressoché nulla.
Al centro di quella promessa/scommessa c'era, infatti, molto di più che il puro e semplice impegno (questo sì senz'altro mantenuto) di sbarrare il passo alla sinistra. C'era l'idea che quello che allora nasceva, nel quadro di un bipolarismo finalmente conquistato, doveva essere, sarebbe stata, una destra liberale adeguata ai tempi (quindi liberista ma con giudizio, per esempio solidarista ma decisamente anticorporativa), pregna degli umori della società civile ma dotata di senso delle istituzioni, capace di esprimere un'adeguata cultura e capacità di governo. Non è andata così, invece. Berlusconi non è stato capace di dare vita a nulla di tutto questo. Così come non è stato capace di farlo quella tradizione politica alimentata nelle file del Msi prima e di An poi, e di cui Gianfranco Fini è stato finora il massimo rappresentante. Tradizione che messa con la vittoria di Alemanno nella condizione unica di reggere le sorti della capitale del Paese, sta dando la prova d'inettitudine e di malgoverno che è sotto gli occhi di tutti.
In questi quindici anni, dunque, la destra plasmata e guidata da Berlusconi ha dimostrato di essere in grado di vincere le elezioni, ma non di radicare nella società una stabile struttura di rappresentanza degli interessi, di darsi le sedi dove elaborare una discussione programmatica, darsi un volto e formare dei quadri propri, insomma di fondare una vera cultura politica e un vero partito. Il che significa che anche le sue possibilità di vittoria elettorale presumibilmente diminuiranno di molto il giorno in cui il Cavaliere abbandonerà la scena. Quando ciò accadrà, quando tramonterà la sua stella, il sistema politico italiano minaccerà di ritornare così a quello squilibrio che, a pensarci bene, dura niente di meno che dai giorni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale. E cioè alla mancanza sulla destra di un moderno e grande partito di orientamento liberal-conservatore fedele alle istituzioni parlamentari, che raccolga i voti della vasta area d'ispirazione moderata, o come altro voglia dirsi, che comunque non si riconosce nella sinistra. In questo vuoto s'infilò e vinse a suo tempo il fascismo. Su questo vuoto, dopo il 1945, stabilì la sua egemonia la Democrazia cristiana costruendovi gran parte delle sue fortune politiche. Con il declino del berlusconismo quel vuoto ora si sta per manifestare nuovamente, e ne è segno inequivocabile l'infittirsi del lavorio centrista intorno al progetto di un «terzo polo» al quale sembra aderire anche Fini.
Progetto che ha come base e premessa necessaria la cancellazione di qualunque maggioritario e l'adozione di un sistema proporzionale che serva, tra l'altro, a sterilizzare la forza della Lega relegando il Carroccio isolato a destra, nello stesso ruolo marginale che nella Prima Repubblica aveva il Movimento sociale.
L'esito ineluttabilmente centrista-proporzionalistico del fallimento di Berlusconi potrebbe essere contrastato, mi pare, solo da un'iniziativa che partisse dall'interno del Pdl. Con l'obiettivo per l'appunto di guardare e di andare oltre Berlusconi. Un'iniziativa capace di immaginare una destra conservatrice su certi temi ma liberale su altri, anticorporativa, non bigotta ma radicata nell'ethos giudaico-cristiano, antigiustizialista ma fermissima nella legalità, plurale, e magari capace di accorpare con spregiudicatezza anche forze e tradizioni politiche come i radicali o spezzoni del mondo ecologista, oggi apparentemente incongrue ma, io credo solo apparentemente (si ricordi la definizione di Pannella data da Montanelli come «uno dei nostri»). Un'iniziativa che almeno oggi come oggi, però, fa a pugni con la quiete cimiteriale che regna nel Pdl, con il sorprendente mutismo che distingue tutti i suoi esponenti. Se le cose continueranno così, l'autocancellazione politica del Popolo della libertà condurrà inevitabilmente, come dicevo sopra, alla vittoria del progetto centrista neo-democristiano sulle rovine del berlusconismo. Una vittoria neo-democristiana: ma questa volta senza neppure quella grande cosa che dopotutto fu la Dc.
Ernesto Galli della Loggia
Mi sembra un articolo interessante. Perfino CocksOfTheLodge invita la destra a guardare oltre ed andare oltre B., e creare finalmente una destra moderata, liberale e dotata di senso delle istituzioni che in questo paese, a suo dire, non esiste da piu' di 90 anni.
Sono curioso di sapere cosa ne pensano gli amici destrorsi del forum.
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Re: Il futuro della destra
Ma esiste ancora una destra, una sinistra e un centro in Italia ?
Esistono una serie di gruppi di interesse in contrapposizione fra loro senza una qualsiasi politica o indirizzo ideologico se non meramente marginale e giustificativo del fine di prendere i voti di qualche tendenza utile all'occorrenza.
L'unico articolo ipotizzabile in un quadro generale di questo tipo è "il futuro della politica Italiana".
Esistono una serie di gruppi di interesse in contrapposizione fra loro senza una qualsiasi politica o indirizzo ideologico se non meramente marginale e giustificativo del fine di prendere i voti di qualche tendenza utile all'occorrenza.
L'unico articolo ipotizzabile in un quadro generale di questo tipo è "il futuro della politica Italiana".
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: Il futuro della destra
Interessante Della Loggia. Ma davvero pensa che in Italia possa formarsi un partito sul modello del britannico Conservative Party o dell'UMP francese?
Se lo pensa è un illuso.
D'accordo in pieno con Ciccio.
L'Italia è un paese corporativo e soprattutto drammaticamente disunito.
Se lo pensa è un illuso.
D'accordo in pieno con Ciccio.
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Re: Il futuro della destra
Sottoscrivo in pieno .ciccio ha scritto:Ma esiste ancora una destra, una sinistra e un centro in Italia ?
Esistono una serie di gruppi di interesse in contrapposizione fra loro senza una qualsiasi politica o indirizzo ideologico se non meramente marginale e giustificativo del fine di prendere i voti di qualche tendenza utile all'occorrenza.
L'unico articolo ipotizzabile in un quadro generale di questo tipo è "il futuro della politica Italiana".
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Il futuro della destra
spero che il futuro della destra sia nero (nessuna allusione a ideali fascisti, propendo invece per una drammatica fine).
Go Mordecai!
Re: Il futuro della destra
uglygeek ha scritto:Il futuro della destra
Perfino CocksOfTheLodge invita la destra a guardare oltre ed andare oltre B., e creare finalmente una destra moderata, liberale e dotata di senso delle istituzioni che in questo paese, a suo dire, non esiste da piu' di 90 anni.
Sono curioso di sapere cosa ne pensano gli amici destrorsi del forum
Non conoscendo il preciso motivo per cui dovrei annoverarmi fra i "destrorsi", non so se devo rispondere.
In ogni caso, non provo alcun particolare afflato per una c.d. "moderna destra europea", nè per le ultime avventure di ex fascisti in cerca di futuro, nè per la Lega. Altre "destre" sono politicamente marginali, e tali a mio giudizio dovrebbero rimanere.
E comunque in Italia la "moderna destra europea" vincente di fatto non esisterà mai, perchè in quanto vincente sarà sempre demonizzata come altro.
Non sarebbe moderata, ad esempio, in quanto per ragione politico - sociale finirebbe per voler ammettere meno immigrati di quanto (per reciproca ragione politico-sociale) si vorrebbe, e quindi diventerebbe "nazista".
Non sarebbe liberale ma turboliberista non appena mettesse mano a qualche riforma del lavoro.
Non sarebbe dotata di senso di senso delle istituzioni non appena si occupasse in qualche modo di giustizia o di riforme istituzionali.
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Re: Il futuro della destra
Tutto questo sì, probabilmente...Albornoz ha scritto:in Italia la "moderna destra europea" vincente di fatto non esisterà mai, perchè in quanto vincente sarà sempre demonizzata come altro.
Non sarebbe moderata, ad esempio, in quanto per ragione politico - sociale finirebbe per voler ammettere meno immigrati di quanto (per reciproca ragione politico-sociale) si vorrebbe, e quindi diventerebbe "nazista".
Non sarebbe liberale ma turboliberista non appena mettesse mano a qualche riforma del lavoro.
Non sarebbe dotata di senso di senso delle istituzioni non appena si occupasse in qualche modo di giustizia o di riforme istituzionali.
se fossimo nel 1977.
Ma siamo nel 2010.
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Re: Il futuro della destra
già. Proprio perché un partito del genere oggi in Italia avrebbe forse un consenso limitato, a costituirlo non poteva certo essere Fini, il quale, essendo abituato da quindici anni a stare al governo, persegue ora la strada più veloce per tornarci, e non è certo interessato a finire sui libri di storia del nipote come lungimirante fondatore di un partito nazionale moderno e importante, ma importante solo fra una ventina d'anni, e nel frattempo isolato partito di opinione e non molto di più, probabilmente.rob ha scritto:Interessante Della Loggia. Ma davvero pensa che in Italia possa formarsi un partito sul modello del britannico Conservative Party o dell'UMP francese?
Se lo pensa è un illuso.
D'accordo in pieno con Ciccio.
L'Italia è un paese corporativo e soprattutto drammaticamente disunito.
Invece la scelta pare sia quella di unirsi con Casini e Rutelli, nel tentativo di ricostituire un partito che si appropri del ruolo che fu della dc: un partito che cerchi di conciliare la maggior parte degli interessi corporativi presenti nella società (in luogo di un'alternanza che in teoria dovrebbe essere traumatica per gli interessi ora di alcuni ora di altri).
Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc). E i feudi dei governi locali per accontentare di volta in volta il partito all'opposizione.
Non è però detto che tale progetto riesca.
La dc, oltre a giovarsi di quel noto contesto internazionale, e oltre a possedere una certa abilità e savoir-faire, per tenere insieme gli interessi economici più disparati poteva contare sulla ricchezza del boom prima, e sulla possibilità di aumentare a dismisura il debito pubblico dopo.
Oggi invece queste leve non sono più a disposizione (infatti Casini, già calatosi in quest'ottica, ha buttato lì velleitariamente: liquidiamo i beni pubblici). E di conseguenza ci sono settori della società, a nord e a sud, i cui interessi difficilmente possono essere tutelati dal vecchio modello corporativo. E nonostante l'italica secolare propensione al corporativismo.
In pratica, in un modello del genere la lega nord, tenuta fuori dal sistema, accrescerebbe ulteriormente la propria percentuale di consensi. Insomma, qualsiasi legge elettorale si adotti, fosse pure il proporzionale puro, la lega avrebbe ben altro peso rispetto a quello che fu del msi.
Ecco, poi salta fuori un'altra lega al sud, la quale intercetta il disagio meridionale (che non può che aumentare, se si perpetua il modello conservativo di cui sopra). Infine, stante la crescita zero, il decadimento dei servizi pubblici, l'impoverimento dello stato sociale, perfino quei rincoglioniti della sinistra attualmente fuori dal parlamento vuoi che non riescano a raggiungerti almeno un 8%?
Totale, l'incapacità della novella dc di mettere d'accordo i più troverebbe una sua rappresentazione sostanziale in parlamento, dove i partiti di centro rischierebbero di non avere più la maggioranza, stanti le varie leghe, l'estrema sinistra, il partito di destra dei contadini alias idv (e magari in questo contesto troverebbe spazio pure un'estrema destra, non ci facciamo mancare niente).
In questo quadro tutt'altro che improbabile, nel caso fallisca il sistema corporativo - ed essendo stato abortito il sistema dell'alternanza - non vedo come l'unità nazionale non sarebbe a rischio.
E a me sembra che tutto sia talmente chiaro e delineato che è impossibile che gli attuali politici non ne siano consapevoli. Insomma, è evidente che la loro prospettiva non va oltre i tre o quattro anni.
Altrimenti, se si guarda da qui ai dieci anni, se si esaminassero cioè le palesi difficoltà a cui si andrebbe incontro col metodo democristiano, e i rischi che seguirebbero nel caso di un suo fallimento, e il numero sempre maggiore di gente non rappresentata da un modello conservativo, specie sotto i trent'anni, se si esaminasse tutto ciò, la destra non berlusconiana cercherebbe di evolversi in un partito sul modello britannico o francese, anche se nell'immediato forse non pagherebbe, e il pd cercherebbe di evolversi in una socialdemocrazia, anche se ciò significherebbe rivoluzionare la propria base elettorale.
In conclusione, con dei politici lungimiranti nei prossimi vent'anni si alternerebbero riforme di destra e di sinistra, in qualche maniera, forse (forse, boh). Con quelli attuali - che d'altra parte sono espressione della nostra società, in questo concordo con Nickognito - si assisterà probabilmente al tentativo di preservare l'attuale status quo. Ma con scarsissime possibilità di riuscita nel medio periodo. E in caso di fallimento probabili conseguenze funeste sulla tenuta dello stato nazionale.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Il futuro della destra
Rosewall ha scritto:Infine, stante la crescita zero, il decadimento dei servizi pubblici, l'impoverimento dello stato sociale, perfino quei rincoglioniti della sinistra attualmente fuori dal parlamento vuoi che non riescano a raggiungerti almeno un 8%?
Quella però ce l'abbiamo già, vestita di verde. Non c'è spazio politico per altri movimenti d'ispirazione neonazi, se non, forse, una qualche speculare accozzaglia centrosudista.Rosewall ha scritto:Totale, l'incapacità della novella dc di mettere d'accordo i più troverebbe una sua rappresentazione sostanziale in parlamento, dove i partiti di centro rischierebbero di non avere più la maggioranza, stanti le varie leghe, l'estrema sinistra, il partito di destra dei contadini alias idv (e magari in questo contesto troverebbe spazio pure un'estrema destra, non ci facciamo mancare niente).
Analisi lucidissima e impeccabile di Rose, la condivido in toto.
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Re: Il futuro della destra
pensavo ai super-nazionalisti, dio-italia-famiglia, anche se in effetti sono già intercettati da pdl e da idv.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Il futuro della destra
E quindi molto probabilmente sì, anche nel 2011, e così via.BackhandWinner ha scritto:Tutto questo sì, probabilmente...Albornoz ha scritto:in Italia la "moderna destra europea" vincente di fatto non esisterà mai, perchè in quanto vincente sarà sempre demonizzata come altro.
Non sarebbe moderata, ad esempio, in quanto per ragione politico - sociale finirebbe per voler ammettere meno immigrati di quanto (per reciproca ragione politico-sociale) si vorrebbe, e quindi diventerebbe "nazista".
Non sarebbe liberale ma turboliberista non appena mettesse mano a qualche riforma del lavoro.
Non sarebbe dotata di senso di senso delle istituzioni non appena si occupasse in qualche modo di giustizia o di riforme istituzionali.
se fossimo nel 1977.
Ma siamo nel 2010
Re: Il futuro della destra
Probabilmente, una trentina di righe a proposito del nulla.Rosewall a proposito di Fini ha scritto: Invece la scelta pare sia quella di unirsi con Casini e Rutelli, nel tentativo di ricostituire un partito che si appropri del ruolo che fu della dc: un partito che cerchi di conciliare la maggior parte degli interessi corporativi presenti nella società (in luogo di un'alternanza che in teoria dovrebbe essere traumatica per gli interessi ora di alcuni ora di altri).
Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc). E i feudi dei governi locali per accontentare di volta in volta il partito all'opposizione.
Non è però detto che tale progetto riesca.
La dc, oltre a giovarsi di quel noto contesto internazionale ...
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Re: Il futuro della destra
al solito, quale futuro, il futuro prossimo o tra trent´anni?
io concordo con ciccio, la politica italiana e´cosi´, ma gli elettori di destra e sinistra non lo sanno, e continuano a essere odiati tifosi del nulla. Bravo sara´chi intercettera´i loro voti , i voti di chi crede di star votando a destra o sinistra.
Il futuro e´quello di un paese di un mondo global-tribale, non credo che il tribalismo leghista perdera´di importanza, anzi, ma e´ possibile che il governo italiano , e quindi la destra italiana, sia un po´meno autoreferenziale di quello di adesso, meno personalizzato e piu´europeo, o magari almeno sara´costretto ad esserlo. Penso che vincera´senza problemi, perche´in futuro nessuno potra´garantire i diritti dei lavoratori, penso che sara´anacronistico, almeno per un po´di anni, per cui la sinistra potra´solo fingere qualcosa.
Gli italiani voterebbero chiunque, basta si trovino d´accordo. Per adesso magari ancora Berlusconi, poi dipende solo se riescono a essere abbastanza convincenti o no.
io concordo con ciccio, la politica italiana e´cosi´, ma gli elettori di destra e sinistra non lo sanno, e continuano a essere odiati tifosi del nulla. Bravo sara´chi intercettera´i loro voti , i voti di chi crede di star votando a destra o sinistra.
Il futuro e´quello di un paese di un mondo global-tribale, non credo che il tribalismo leghista perdera´di importanza, anzi, ma e´ possibile che il governo italiano , e quindi la destra italiana, sia un po´meno autoreferenziale di quello di adesso, meno personalizzato e piu´europeo, o magari almeno sara´costretto ad esserlo. Penso che vincera´senza problemi, perche´in futuro nessuno potra´garantire i diritti dei lavoratori, penso che sara´anacronistico, almeno per un po´di anni, per cui la sinistra potra´solo fingere qualcosa.
Gli italiani voterebbero chiunque, basta si trovino d´accordo. Per adesso magari ancora Berlusconi, poi dipende solo se riescono a essere abbastanza convincenti o no.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Il futuro della destra
dillo a Casini-Fini-Rutelli (e Bindi).Albornoz ha scritto:Probabilmente, una trentina di righe a proposito del nulla.Rosewall a proposito di Fini ha scritto: Invece la scelta pare sia quella di unirsi con Casini e Rutelli, nel tentativo di ricostituire un partito che si appropri del ruolo che fu della dc: un partito che cerchi di conciliare la maggior parte degli interessi corporativi presenti nella società (in luogo di un'alternanza che in teoria dovrebbe essere traumatica per gli interessi ora di alcuni ora di altri).
Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc). E i feudi dei governi locali per accontentare di volta in volta il partito all'opposizione.
Non è però detto che tale progetto riesca.
La dc, oltre a giovarsi di quel noto contesto internazionale ...
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Il futuro della destra
Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc).
Bersani: "Ora alleanza col terzo polo"
Il Pd pensa a sacrificare le primarie
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Il futuro della destra
Premesso che tanto le elezioni le rivince B. (finché morte non ci separi), così il PD va sotto il 20%.Rosewall ha scritto:Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc).
Bersani: "Ora alleanza col terzo polo"
Re: Il futuro della destra
Se il c.d. terzo polo avrà qualche prospettiva politica che vada al di là di necessità aritmetiche contingenti (tutti contro Berlusconi-Bossi), te ne darò atto.Rosewall ha scritto:Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc).
Bersani: "Ora alleanza col terzo polo"
Il Pd pensa a sacrificare le primarie
Magari una prospettiva politica tipo quella che prefiguri, rifare la DC. Come dire, Fare Futuro.
Speriamo non finisca tutti (da Forza Nuova alle Brigate Rosse) contro Fini .
Uno che si era appena incassato i voti virtuali di alcuni libertari di mymag, ed è corso ad allearsi con Casini.
Ultima modifica di Albornoz il ven dic 17, 2010 12:28 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il futuro della destra
Come libertario di mymag tengo a precisare che il movimento denominato Futuro e Libertà il mio voto virtuale non lo ha mai incassato. Piuttosto Vendola!Albornoz ha scritto: Uno che si era appena incassato i voti virtuali di alcuni libertari di mymag, ed è corso ad allearsi con Casini.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
(paoolino parafrasando Sciascia)
Re: Il futuro della destra
Registrato.paoolino ha scritto:Come libertario di mymag tengo a precisare che il movimento denominato Futuro e Libertà il mio voto virtuale non lo ha mai incassato. Piuttosto Vendola!Albornoz ha scritto: Uno che si era appena incassato i voti virtuali di alcuni libertari di mymag, ed è corso ad allearsi con Casini.
Re: Il futuro della destra
le mie trenta righe erano per spiegare perché secondo me tale tentativo probabilmente fallirà, e perché prima di fallire, e fallendo, farà danni.Albornoz ha scritto:Se il c.d. terzo polo avrà qualche prospettiva politica che vada al di là di necessità aritmetiche contingenti (tutti contro Berlusconi-Bossi), te ne darò atto.Rosewall ha scritto:Insomma, una nuova dc che stia sempre al governo, alleandosi a volte con un partito populista (il pdl, che con la dipartita di Berlusconi dovrebbe ridimensionarsi), e altre volte con un pd assai spostato al centro (in sostanza, la vecchia ala sinistra della dc).
Bersani: "Ora alleanza col terzo polo"
Il Pd pensa a sacrificare le primarie
Magari una prospettiva politica tipo quella che prefiguri, rifare la DC.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Re: Il futuro della destra
È tanto arduo quanto affascinante prefigurare scenari della politica nazionale a lungo termine.
Intanto non credo che l'evo berlusconiano duri ancora lungo, sarà, ma mi ricorda mutatis mutandis l'imperatore romano Teodosio del IV secolo D.C. Non mi pare che i figli abbiano il carisma, la spregiudicatezza e il cinismo dell'illustre genitore.
La domanda, per farla breve è dove andranno i voti di Forza Italia ? Alla Lega Nord in ogni caso fino ad Ancona o al PdN probabilmente rinforzato dai cattolici del PD che usciranno nel giro di pochissimi anni visto che non apprezzano la conduzione dei post comunisti e hanno nostalgia di quando erano il partito di maggioranza relativa e lo sono stati fino al 1992?
Il nocciolo sta lì.
Il futuro della destra è il leghismo maggioritario al Nord e in parte del Centro che sarà seguito da analoghe formazioni meridionali e insulari con la conseguente disgregazione dell'Italia o la nuova democrazia cristiana benedetta oltre Tevere e certamente dalla Nato (Stati Uniti in primis, ma non solo...)?
Intanto non credo che l'evo berlusconiano duri ancora lungo, sarà, ma mi ricorda mutatis mutandis l'imperatore romano Teodosio del IV secolo D.C. Non mi pare che i figli abbiano il carisma, la spregiudicatezza e il cinismo dell'illustre genitore.
La domanda, per farla breve è dove andranno i voti di Forza Italia ? Alla Lega Nord in ogni caso fino ad Ancona o al PdN probabilmente rinforzato dai cattolici del PD che usciranno nel giro di pochissimi anni visto che non apprezzano la conduzione dei post comunisti e hanno nostalgia di quando erano il partito di maggioranza relativa e lo sono stati fino al 1992?
Il nocciolo sta lì.
Il futuro della destra è il leghismo maggioritario al Nord e in parte del Centro che sarà seguito da analoghe formazioni meridionali e insulari con la conseguente disgregazione dell'Italia o la nuova democrazia cristiana benedetta oltre Tevere e certamente dalla Nato (Stati Uniti in primis, ma non solo...)?
Re: Il futuro della destra
Non sapevo dove postarlo, ma segnalo l'ennesimo capolavoro (condito da notevole acutezza di pensiero ed analisi) del Grande Intellettuale della Destra italiana, il bel Marcello.
Dopo Priapo ci aspettano solo le "mezzepippe"
Da il Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/dopo_p ... comments=1)
Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché il sesso non sarà più organo di Stato, non andrà più in viva voce nel pianeta, non servirà più per abbattere i governi e far scattare allarmi costituzionali, ma riguarderà solo intimi piaceri e vite private. Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché i magistrati mammasantissima non avranno più alibi per decidere sui governi, la tv, la vita e il voto degli italiani. Dovranno occuparsi di giustizia e non origliare sesso, dovranno far funzionare i tribunali e non sfasciare i governi.
Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché Di Pietro, l'Italia dei livori, i media e gli altri dovranno trovarsi un mestiere, avendo perso la loro unica ragione pubblica d'esistere. E in tv non vedremo più Porca a Porca. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché la sinistra non potrà più campare sulle erezioni del premier satiro. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché le Tre Grazie Gian Pier Fran, indossatori del Nulla, dovranno dire da che parte stanno e non potranno più gufare sugli errori e sulle zoccole altrui. La satiriasi è una malattia ma non vale una crisi al buio che inguaia l'Italia intera. Se Berlusconi è il male, i suddetti sono nell'ordine il Peggio, il Vuoto e il Nulla. Il Peggio è il Paese che odia, il Vuoto è la sinistra che manca, il Nulla è il terzismo che affumica.
Dicono in coro che ci vuole decoro. Giusto. Ma il decoro è una categoria etica, in parte politica, per nulla giudiziaria. Non sono i giudici a sanzionarlo. Misura il contegno, non la fedina penale. Se è in gioco la morale si esprimano condanne morali, non penali né politiche. Perfino Kant diceva «la legge morale dentro di me», mica invocava magistrati, gendarmi e parlamento. Il priapismo è un male antico del potere e non è tra i più gravi. E il decoro dei politici non riguarda solo i peccati di sesso, ma il rispetto dei ruoli e del popolo sovrano, l'uso e l'abuso delle risorse pubbliche, la lealtà. Quando resteranno i decorosi, i decorati, i decoratori, capiremo cosa ci siamo risparmiati in questi anni. Dopo Priapo verranno le mezzeseghe.
Dopo Priapo ci aspettano solo le "mezzepippe"
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Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché il sesso non sarà più organo di Stato, non andrà più in viva voce nel pianeta, non servirà più per abbattere i governi e far scattare allarmi costituzionali, ma riguarderà solo intimi piaceri e vite private. Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché i magistrati mammasantissima non avranno più alibi per decidere sui governi, la tv, la vita e il voto degli italiani. Dovranno occuparsi di giustizia e non origliare sesso, dovranno far funzionare i tribunali e non sfasciare i governi.
Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché Di Pietro, l'Italia dei livori, i media e gli altri dovranno trovarsi un mestiere, avendo perso la loro unica ragione pubblica d'esistere. E in tv non vedremo più Porca a Porca. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché la sinistra non potrà più campare sulle erezioni del premier satiro. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché le Tre Grazie Gian Pier Fran, indossatori del Nulla, dovranno dire da che parte stanno e non potranno più gufare sugli errori e sulle zoccole altrui. La satiriasi è una malattia ma non vale una crisi al buio che inguaia l'Italia intera. Se Berlusconi è il male, i suddetti sono nell'ordine il Peggio, il Vuoto e il Nulla. Il Peggio è il Paese che odia, il Vuoto è la sinistra che manca, il Nulla è il terzismo che affumica.
Dicono in coro che ci vuole decoro. Giusto. Ma il decoro è una categoria etica, in parte politica, per nulla giudiziaria. Non sono i giudici a sanzionarlo. Misura il contegno, non la fedina penale. Se è in gioco la morale si esprimano condanne morali, non penali né politiche. Perfino Kant diceva «la legge morale dentro di me», mica invocava magistrati, gendarmi e parlamento. Il priapismo è un male antico del potere e non è tra i più gravi. E il decoro dei politici non riguarda solo i peccati di sesso, ma il rispetto dei ruoli e del popolo sovrano, l'uso e l'abuso delle risorse pubbliche, la lealtà. Quando resteranno i decorosi, i decorati, i decoratori, capiremo cosa ci siamo risparmiati in questi anni. Dopo Priapo verranno le mezzeseghe.
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Re: Il futuro della destra
Il Maestro di color che sanno.Lyndon79 ha scritto:Non sapevo dove postarlo, ma segnalo l'ennesimo capolavoro (condito da notevole acutezza di pensiero ed analisi) del Grande Intellettuale della Destra italiana, il bel Marcello.
“True terror is to wake up one morning and discover that your high school class is running the country.” (K. Vonnegut)
Re: Il futuro della destra
Che "il giornale" sia carta per avvolgere il pesce lo sappiamo. Ma piuttosto vorrei fare una riflessione sulla carta stampta in Italia. E' mai possibile che non si possa auspicare una stampa un minimo equidistante ed equilibrata? Ormai tutti i quotidiani sono diventati organi ufficiali o ufficiosi della destra o della sinistra. Basta leggere due righe di un qualsisasi articolo di politica per capire quel determinato quotidiano per chi "fa il tifo" perchè di tifo si parla.
La carta stampata ha preso la deriva della tv e dei telegiornali, tutti schierati. Peccato.
La carta stampata ha preso la deriva della tv e dei telegiornali, tutti schierati. Peccato.
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"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: Il futuro della destra
Non tutti i giornali sono così pervicacemente schierati. Non tutti hanno i toni radicali seppure opposti di Repubblica, l'Unità, Liberazione, il Manifesto, il Giornale, Libero, il Tempo.chiaky ha scritto:Che "il giornale" sia carta per avvolgere il pesce lo sappiamo. Ma piuttosto vorrei fare una riflessione sulla carta stampta in Italia. E' mai possibile che non si possa auspicare una stampa un minimo equidistante ed equilibrata? Ormai tutti i quotidiani sono diventati organi ufficiali o ufficiosi della destra o della sinistra. Basta leggere due righe di un qualsisasi articolo di politica per capire quel determinato quotidiano per chi "fa il tifo" perchè di tifo si parla.
La carta stampata ha preso la deriva della tv e dei telegiornali, tutti schierati. Peccato.
C'è un tipo di stampa non necessariamente equidistante nel senso di cerchiobottista che si sforza di esprimere opinioni diverse anche sulla stessa testata.
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Re: Il futuro della destra
Il Fatto Quotidiano non fa parte di quella lista?
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Re: Il futuro della destra
Non direi.taylorhawkins89 ha scritto:Il Fatto Quotidiano non fa parte di quella lista?
E Repubblica tanto meno.
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Re: Il futuro della destra
(Sono di sinistra, prima che venga equivocato)
Re: Il futuro della destra
Stai scherzando vero?BackhandWinner ha scritto:Non direi.taylorhawkins89 ha scritto:Il Fatto Quotidiano non fa parte di quella lista?
E Repubblica tanto meno.
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