Bionda non guardar dal finestrino
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Bionda non guardar dal finestrino
Bionda non guardar dal finestrino
che c'è un paesaggio che non va
E' appena finito il temporale
sei case su dieci
son andate giù
Cantava Paolo Conte nella sua Topolino Amaranto per descrivere un paesaggio di campagna italiana del 1946.
Oggi, Anno Domini 2011, sembra di esser tornati alla situazione di allora: ogni temporale causa inondazioni, frane, feriti, morti ed è così dappertutto, dalle Alpi in giù.
Mi pare che le amministrazioni pubbliche tendano a dare la colpa al destino: "eh...davanti a rovesci così forti, potenti, rapidi e improvvisi c'è poco da fare"; io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
che c'è un paesaggio che non va
E' appena finito il temporale
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Cantava Paolo Conte nella sua Topolino Amaranto per descrivere un paesaggio di campagna italiana del 1946.
Oggi, Anno Domini 2011, sembra di esser tornati alla situazione di allora: ogni temporale causa inondazioni, frane, feriti, morti ed è così dappertutto, dalle Alpi in giù.
Mi pare che le amministrazioni pubbliche tendano a dare la colpa al destino: "eh...davanti a rovesci così forti, potenti, rapidi e improvvisi c'è poco da fare"; io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
Ultima modifica di paoolino il mer ott 26, 2011 4:40 pm, modificato 3 volte in totale.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
paoolino ha scritto:Mi pare che le amministrazioni pubbliche tendano a dare la colpa al destino: "eh...davanti a rovesci così forti, potenti, rapidi e improvvisi c'è poco da fare"; io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Anch'io. Dalle mie parti bastano poco più di due gocce che il Lambro straripa allegramente.Andy ha scritto:paoolino ha scritto:Mi pare che le amministrazioni pubbliche tendano a dare la colpa al destino: "eh...davanti a rovesci così forti, potenti, rapidi e improvvisi c'è poco da fare"; io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Ma Bertolaso?
Dov'è quando serve?
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Non credo sia solo un problema di protezione civile; qui secondo me c'è un problema un po' più ampio che riguarda la monitorizzazione e la prevenzione. Penso a una banale pulizia dei fossi e dei canali di scolo: quale ente la deve fare? Ogni quanto? Ci sono sovrapposizioni di competenze, per cui poi l'ente A non lo fa perché avrebbe dovuto farlo l'ente B che a sua volta accusa l'ente C?PINDARO ha scritto:Ma Bertolaso?
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Ma è normale, Paolino.paoolino ha scritto: Non credo sia solo un problema di protezione civile; qui secondo me c'è un problema un po' più ampio che riguarda la monitorizzazione e la prevenzione. Penso a una banale pulizia dei fossi e dei canali di scolo: quale ente la deve fare? Ogni quanto? Ci sono sovrapposizioni di competenze, per cui poi l'ente A non lo fa perché avrebbe dovuto farlo l'ente B che a sua volta accusa l'ente C?
Si costruisce dove , quando e come cazzo si vuole.
Perchè c'è quello che chiude un occhio a quello che a sua volta chiuderà un occhio per qualcun'altro.
E ci si muove solo se c'è da guadagnarci.
Se ci facesse prevenzione, chiuderebbero metà delle scuole italiane e sarebbero abbattute migliaia e migliaia di abitazioni costruite senza senso vicino a fiumi, vulcuani o zone sismiche.
Tanto poi, se arriva quello che "attenzione che qui può esondare il fiume e portare via il quartiere" lo tacciano di essere malato di mente o un fomentatore di terrore, quindi, di cosa parliamo.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
sulle condizioni tragiche del patrimonio idro-geologico italiano si potrebbe parlare lungamente, spesso con conclusioni che vedono come scenario più roseo il mettersi le mani nei capelli a quello più tragico di prendere le varie amministrazioni e intentare una causa per tentata strage.
partiamo dal presupposto che la conformazione del territorio italiano prevede tante aree a rischio: nel corso degli anni in cui esiste la coscienza del rischio-frana (diciamo dal dopoguerra in poi) è stato fatto ben poco per mettere in sicurezza tali aree e quindi prevenire i disastri (rafforzamento degli argini, pulizia dei corsi fluviali, etc), anzi spesso gli interventi antropici hanno peggiorato la situazione (deforestazione, conversione scellerata di terreni, impermeabilizzazione dei suoli). e già qui ci sarebbe da discutere.
in più, la cosa veramente comica è il gridare al "destino perfido e rio" che fatalmente decide di accanirsi con questi rovesci, tanto da chiedere poi lo stato di calamità come ha fatto quel genio di sindaco qui a roma. nella zona climatica mediterranea, già da qualche lustro sono assai più frequenti le perturbazioni che in termini tecnici si chiamano "flash-flood", ovvero acquazzoni violenti ad elevata intensità pluviometrica concentrati in un tempo breve. va da sé che 100 ml di precipitazioni in 10 ore sono più gestibili della stessa quantità in due ore.
ovviamente, decenni di amministrazioni in cui la valutazione di impatto ambientale e la corretta pianificazione del territorio sono state neglette (ora non è per portare l'acqua al mio mulino, ma noi geografi - ma anche i cugini geologi, benché "geology is not a real science" [cit. dr s. cooper] - avremmo modo di contribuire volentieri, ma nessuno ci si fila...) in maniera evidente hanno portato a questa incuria, nella stessa maniera in cui non è stata data la necessaria importanza alla prevenzione anti-sismica. tanto, nella mente di qualche genio, l'alluvione è "evento impronosticabile" e danneggia prevalentemente cose (e quando va male, una decina di vittime), mentre il sisma è evento raro e vuoi che la sfiga lo faccia scatenare in centri urbani medio-grandi?
partiamo dal presupposto che la conformazione del territorio italiano prevede tante aree a rischio: nel corso degli anni in cui esiste la coscienza del rischio-frana (diciamo dal dopoguerra in poi) è stato fatto ben poco per mettere in sicurezza tali aree e quindi prevenire i disastri (rafforzamento degli argini, pulizia dei corsi fluviali, etc), anzi spesso gli interventi antropici hanno peggiorato la situazione (deforestazione, conversione scellerata di terreni, impermeabilizzazione dei suoli). e già qui ci sarebbe da discutere.
in più, la cosa veramente comica è il gridare al "destino perfido e rio" che fatalmente decide di accanirsi con questi rovesci, tanto da chiedere poi lo stato di calamità come ha fatto quel genio di sindaco qui a roma. nella zona climatica mediterranea, già da qualche lustro sono assai più frequenti le perturbazioni che in termini tecnici si chiamano "flash-flood", ovvero acquazzoni violenti ad elevata intensità pluviometrica concentrati in un tempo breve. va da sé che 100 ml di precipitazioni in 10 ore sono più gestibili della stessa quantità in due ore.
ovviamente, decenni di amministrazioni in cui la valutazione di impatto ambientale e la corretta pianificazione del territorio sono state neglette (ora non è per portare l'acqua al mio mulino, ma noi geografi - ma anche i cugini geologi, benché "geology is not a real science" [cit. dr s. cooper] - avremmo modo di contribuire volentieri, ma nessuno ci si fila...) in maniera evidente hanno portato a questa incuria, nella stessa maniera in cui non è stata data la necessaria importanza alla prevenzione anti-sismica. tanto, nella mente di qualche genio, l'alluvione è "evento impronosticabile" e danneggia prevalentemente cose (e quando va male, una decina di vittime), mentre il sisma è evento raro e vuoi che la sfiga lo faccia scatenare in centri urbani medio-grandi?
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
vabbé, ti pare che non doveva esserci la tirata contro il climate shift?!? peraltro, non mi sembra che ci sia stata grande enfasi sui cambiamenti climatici, anzi qua a roma il concetto di mancata prevenzione è stato decisamente sottolineato. in compenso però, nemmeno una parola sul flash-flood, cosa che invece viene citata nell'articolo di mario "er piccozza" tozzi, sulle alluvioni...oh, si vede che ho studiato con lui, praticamente le conclusioni son le stesse!
da www.lastampa.it
Buoni ultimi in Europa, gli italiani sembrano scoprire, nell’autunno 2011, che il regime delle piogge è cambiato. Non ci sono più le pioggerelline invernali, né le rugiade primaverili. No, qui deflagrano vere e proprie bombe d’acqua.
Bombe d’acqua che scaricano in poche ore la stessa quantità di pioggia che un tempo cadeva in qualche mese. Quasi 130 mm di pioggia a Roma (con due vittime) in un paio d’ore, una vittima nel Salernitano, 140 mm in una sola ora alle Cinque Terre e ancora dispersi. Peccato che le alluvioni istantanee (flash-flood) siano ormai da tempo diventate la regola nel nostro Paese e investano anche bacini fluviali minori. Questo non è più il tempo delle grandi piene del Polesine o dell’Arno: nell’Italia del terzo millennio tocca e toccherà sempre più all’Ofanto, piuttosto che al Brachiglione. Le bombe d’acqua sono figlie del clima che si surriscalda e si estremizza: più energia termica a disposizione dei sistemi atmosferici significa maggiore possibilità di eventi fuori scala rispetto al passato. Ma tutto peggiora quando, anziché guardare in terra, si continua a osservare il cielo nella speranza che il fato non sia avverso. L’esempio della Liguria è eclatante: le alluvioni in quella sottile striscia di terra sono e saranno la regola a ogni pioggia un po’ più grave del solito. Per forza: quando si costruisce fino dentro gli impluvi fluviali, il terreno viene reso impermeabile e non assorbe più la pioggia che, invece, si precipita nei corsi d’acqua, ormai non più commisurati a quelle precipitazioni. Così arrivano le alluvioni, dovute alla nostra scarsa conoscenza della dinamica naturale e al mancato rispetto delle regole: se si leva spazio al fiume, il fiume prima o poi se lo riprende. E hai voglia a sturare i tombini a Roma o a decretare lo stato di calamità (che non andrebbe assolutamente favorito, perché si deve operare in prevenzione, non in emergenza) a La Spezia: sono solo palliativi che rimandano alla prossima occasione. Se non si liberano i fiumi dell’aggressione cementizia, se non si rispettano le regole di un territorio così fragile e giovane come quello italiano e se, peggio, si favorisce l’abusivismo anche attraverso sciagurati piani casa e ancor più sciagurati condoni, il problema non si risolverà mai. Ma proprio questo è il punto: nessun decisore politico si impegna nella manutenzione del territorio attraverso piccole opere diffuse. Tutti sperano di lucrare consenso con l’ennesimo ponte inutile o l’ennesimo raddoppio di strada. Così non si opera nell’interesse della popolazione e si degrada il territorio al rango dei Paesi del Terzo mondo, mentre si hanno ambizioni da sesta potenza industriale del pianeta. Le perturbazioni investiranno le solite zone ad alto rischio: l’Alto Lazio, la Campania, la Calabria e Messina. E ascolteremo le solite litanie e giustificazioni, magari appellandosi all’eccezionalità dell’evento che, però, non è ormai più tale. Non si può vivere a rischio zero, è vero, ma, non avendo fatto nulla, non ci si dovrebbe nemmeno lamentare.
da www.lastampa.it
Buoni ultimi in Europa, gli italiani sembrano scoprire, nell’autunno 2011, che il regime delle piogge è cambiato. Non ci sono più le pioggerelline invernali, né le rugiade primaverili. No, qui deflagrano vere e proprie bombe d’acqua.
Bombe d’acqua che scaricano in poche ore la stessa quantità di pioggia che un tempo cadeva in qualche mese. Quasi 130 mm di pioggia a Roma (con due vittime) in un paio d’ore, una vittima nel Salernitano, 140 mm in una sola ora alle Cinque Terre e ancora dispersi. Peccato che le alluvioni istantanee (flash-flood) siano ormai da tempo diventate la regola nel nostro Paese e investano anche bacini fluviali minori. Questo non è più il tempo delle grandi piene del Polesine o dell’Arno: nell’Italia del terzo millennio tocca e toccherà sempre più all’Ofanto, piuttosto che al Brachiglione. Le bombe d’acqua sono figlie del clima che si surriscalda e si estremizza: più energia termica a disposizione dei sistemi atmosferici significa maggiore possibilità di eventi fuori scala rispetto al passato. Ma tutto peggiora quando, anziché guardare in terra, si continua a osservare il cielo nella speranza che il fato non sia avverso. L’esempio della Liguria è eclatante: le alluvioni in quella sottile striscia di terra sono e saranno la regola a ogni pioggia un po’ più grave del solito. Per forza: quando si costruisce fino dentro gli impluvi fluviali, il terreno viene reso impermeabile e non assorbe più la pioggia che, invece, si precipita nei corsi d’acqua, ormai non più commisurati a quelle precipitazioni. Così arrivano le alluvioni, dovute alla nostra scarsa conoscenza della dinamica naturale e al mancato rispetto delle regole: se si leva spazio al fiume, il fiume prima o poi se lo riprende. E hai voglia a sturare i tombini a Roma o a decretare lo stato di calamità (che non andrebbe assolutamente favorito, perché si deve operare in prevenzione, non in emergenza) a La Spezia: sono solo palliativi che rimandano alla prossima occasione. Se non si liberano i fiumi dell’aggressione cementizia, se non si rispettano le regole di un territorio così fragile e giovane come quello italiano e se, peggio, si favorisce l’abusivismo anche attraverso sciagurati piani casa e ancor più sciagurati condoni, il problema non si risolverà mai. Ma proprio questo è il punto: nessun decisore politico si impegna nella manutenzione del territorio attraverso piccole opere diffuse. Tutti sperano di lucrare consenso con l’ennesimo ponte inutile o l’ennesimo raddoppio di strada. Così non si opera nell’interesse della popolazione e si degrada il territorio al rango dei Paesi del Terzo mondo, mentre si hanno ambizioni da sesta potenza industriale del pianeta. Le perturbazioni investiranno le solite zone ad alto rischio: l’Alto Lazio, la Campania, la Calabria e Messina. E ascolteremo le solite litanie e giustificazioni, magari appellandosi all’eccezionalità dell’evento che, però, non è ormai più tale. Non si può vivere a rischio zero, è vero, ma, non avendo fatto nulla, non ci si dovrebbe nemmeno lamentare.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
a paolino, ma un'appendice al titolo che i non avvezzi a paolo conte e alle sue onomatopee possano così cogliere di cosa si parla?
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
La tirata contro il climate-shift del link che ho messo in effetti l'ho trovata anch'io un po' stucchevole (ma a Vietti, come a me d'altronde, non stanca mai ), però gli altri aspetti mi sembravano interessanti.pocaluce ha scritto:vabbé, ti pare che non doveva esserci la tirata contro il climate shift?!? peraltro, non mi sembra che ci sia stata grande enfasi sui cambiamenti climatici, anzi qua a roma il concetto di mancata prevenzione è stato decisamente sottolineato. in compenso però, nemmeno una parola sul flash-flood, cosa che invece viene citata nell'articolo di mario "er piccozza" tozzi, sulle alluvioni...oh, si vede che ho studiato con lui, praticamente le conclusioni son le stesse!
Bè, i non avvezzi apriranno per capire di quale bionda si parla e lo scopriranno.pocaluce ha scritto:a paolino, ma un'appendice al titolo che i non avvezzi a paolo conte e alle sue onomatopee possano così cogliere di cosa si parla?
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
paoolino ha scritto:Bè, i non avvezzi apriranno per capire di quale bionda si parla e lo scopriranno.pocaluce ha scritto:a paolino, ma un'appendice al titolo che i non avvezzi a paolo conte e alle sue onomatopee possano così cogliere di cosa si parla?
(titolo di topic tra i più belli di sempre; ma vabbè, su Conte io non faccio testo )
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Re: Bionda non guardar dal finestrino - Dio perché ci alluvioni?
'Dio'!? Ma quale 'dio'? uhsignur, no dai.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino - Dio perché ci alluvioni?
signur!? ma quale signur??BackhandWinner ha scritto:'Dio'!? Ma quale 'dio'? uhsignur, no dai.
Comunque sto titolo non piace nemmeno a me; torno alla Bionda e chi non è avvezzo si avvezzi!
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
da quando sono nato ci sono feriti ogni anno per alluvioni in liguria. Il destino ha poca fantasia. Ma del resto accade in tutto il mondo. Ci sono posti dove da anni tutto viene distrutto e ricostruito da capo. A volte si puo risolvere il problema, altre emigrare, ma e sempr eil destino
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
E' nuvoloso ma fa caldo e apro una finestra. Esco di casa lasciando la finestra aperta; diluvia e quando torno trovo tutto allagato per terra. E' il destino o potevo chiudere la finestra prima di uscire?Nickognito ha scritto:A volte si puo risolvere il problema, altre emigrare, ma e sempr eil destino
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Qui sta arrivando il maltempo forte e speriamo tutti non ci sia un'altra Giampilieri.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
poteva non pioverepaoolino ha scritto:E' nuvoloso ma fa caldo e apro una finestra. Esco di casa lasciando la finestra aperta; diluvia e quando torno trovo tutto allagato per terra. E' il destino o potevo chiudere la finestra prima di uscire?Nickognito ha scritto:A volte si puo risolvere il problema, altre emigrare, ma e sempr eil destino
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Sul fatto che pioverà o meno non ho alcun potere di controllo; sulle conseguenze di una possibile pioggia, molto spesso, ce l'ho (se chiudo la finestra prima di uscire di casa, anche nel malaugurato caso che dovesse piovere, non troverò bagnato per terra).Nickognito ha scritto:poteva non pioverepaoolino ha scritto:E' nuvoloso ma fa caldo e apro una finestra. Esco di casa lasciando la finestra aperta; diluvia e quando torno trovo tutto allagato per terra. E' il destino o potevo chiudere la finestra prima di uscire?Nickognito ha scritto:A volte si puo risolvere il problema, altre emigrare, ma e sempr eil destino
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Ho i suoceri in Lunigiana, li ho sentiti poco fa, dopo che erano isolati telefonicamente da stanotte, per fortuna stanno bene.
Qualche mese fa, lassù, vado a chiamare mio suocero per il pranzo, era ad una riunione per la spartizione dei dividendi dei "Beni sociali" terreni e boschi che appartengono alla comunità da secoli, suddivisi fra gli abitanti in varie quote. Discutevano accanitamente per poche centinaia di euro a testa ed io, ingenuamente, dico "Ma perchè non li usate per qualcosa di comune, pulire i boschi o altro?"
Mio suocero mi ha portato subito via "Non sai cos'hai rischiato"
Davvero non riuscivano a guardare fuori dal finestrino di casa
Qualche mese fa, lassù, vado a chiamare mio suocero per il pranzo, era ad una riunione per la spartizione dei dividendi dei "Beni sociali" terreni e boschi che appartengono alla comunità da secoli, suddivisi fra gli abitanti in varie quote. Discutevano accanitamente per poche centinaia di euro a testa ed io, ingenuamente, dico "Ma perchè non li usate per qualcosa di comune, pulire i boschi o altro?"
Mio suocero mi ha portato subito via "Non sai cos'hai rischiato"
Davvero non riuscivano a guardare fuori dal finestrino di casa
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Beh ma noi ragioniamo sempre sull'emergenza mai sulla prevenzione.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Infatti, c'è da dire però che, anche dove certamente prevengono più di noi, i disastri accadono, come ha detto Nick, basti pensare alle alluvioni nell'Europa centrale l'anno scorso.Andy ha scritto:Beh ma noi ragioniamo sempre sull'emergenza mai sulla prevenzione.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Sì, ma l'accadimento dei disastri non può essere una scusa per evitare opere di prevenzione; senza prevenzione qualsiasi accadimento è un disastro.tuborovescio ha scritto:Infatti, c'è da dire però che, anche dove certamente prevengono più di noi, i disastri accadono, come ha detto Nick, basti pensare alle alluvioni nell'Europa centrale l'anno scorso.Andy ha scritto:Beh ma noi ragioniamo sempre sull'emergenza mai sulla prevenzione.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Infatti in Europa accadono una volta ogni tanto. Da noi ogni volta che fa molta pioggia.paoolino ha scritto:Sì, ma l'accadimento dei disastri non può essere una scusa per evitare opere di prevenzione perché senza prevenzione qualsiasi accadimento è un disastro.tuborovescio ha scritto:Infatti, c'è da dire però che, anche dove certamente prevengono più di noi, i disastri accadono, come ha detto Nick, basti pensare alle alluvioni nell'Europa centrale l'anno scorso.Andy ha scritto:Beh ma noi ragioniamo sempre sull'emergenza mai sulla prevenzione.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Qualcuno sostiene questo?paoolino ha scritto: Sì, ma l'accadimento dei disastri non può essere una scusa per evitare opere di prevenzione;
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Qui nessuno. Diciamo che a volte i nostri amministatori usano la parola "disastro" per nascondere o non ammettere la mancanza di prevenzione.tuborovescio ha scritto:Qualcuno sostiene questo?paoolino ha scritto: Sì, ma l'accadimento dei disastri non può essere una scusa per evitare opere di prevenzione;
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
ma non era "può sempre piovere?"Nickognito ha scritto:poteva non pioverepaoolino ha scritto:E' nuvoloso ma fa caldo e apro una finestra. Esco di casa lasciando la finestra aperta; diluvia e quando torno trovo tutto allagato per terra. E' il destino o potevo chiudere la finestra prima di uscire?Nickognito ha scritto:A volte si puo risolvere il problema, altre emigrare, ma e sempr eil destino
Re: Bionda non guardar dal finestrino
non può piovere per sempre ...?balbysauro ha scritto:ma non era "può sempre piovere?"Nickognito ha scritto:poteva non pioverepaoolino ha scritto:E' nuvoloso ma fa caldo e apro una finestra. Esco di casa lasciando la finestra aperta; diluvia e quando torno trovo tutto allagato per terra. E' il destino o potevo chiudere la finestra prima di uscire?
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
potrebbe andar peggio?
sì, potrebbe piovere!
vabbé, sdrammatizziamo....
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
http://www.spinoza.it/2008/04/15/traged ... e-battute/pocaluce ha scritto:potrebbe andar peggio?
sì, potrebbe piovere!
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
"Il maltempo si sta spostando da Nord a Sud", dice Massimo Gargano, presidente dell’Anbi, l'Associazione nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramenti fondiari, "adesso sono la Calabria e Sicilia, particolarmente fragili da punto di vista idrogeologico, a preoccuparci". In Italia i consorzi di bonifica assicurano il deflusso delle acque piovane in mare attraverso centottantamila chilometri di canali. "In sostanza noi effettuiamo la manutenzione dei canali, assicuriamo che l'acqua cammini", spiega al Foglio Gargano. "Eppure i canali hanno più di un nemico, l'incuria dei territori e l'antropizzazione. Negli ultimi quarant'anni abbiamo cementificato una superficie pari pressoché a tutto il Nord Italia. Le più importanti città del Nord hanno un ritmo di cementificazione pari a dieci ettari al giorno". Questo, secondo il presidente dell'Anbi, "determina che l'acqua non arrivi dai campi ai canali, ma dall'asfalto, e arrivi in velocità. Spesso poi non è possibile effettuare la manutenzione per via dell'abusivismo, a ridosso delle sponde, sopra ai canali". E poi c'è il problema dell'urbanizzazione, per cui i terreni fuori dalle città, che sono dei veri e propri cuscinetti d'emergenza per la raccolta delle acque, sono abbandonati.
"Per adeguare la rete idraulica", prosegue Gargano, "c'è bisogno che la cultura della prevenzione prevalga su quella dell'emergenza. Siamo bravissimi a dichiarare lo stato d'emergenza, ma meno bravi a fare il mantenimento della rete idrica italiana". Lo scorso mese l'Anbi ha presentato in Parlamento 2500 progetti per un valore complessivo di oltre 5 miliardi e 700 milioni di euro. "La proposta di piano per la riduzione del rischio idrogeologico", dice il presidente dell'Anbi, "dimostra a quanti dicono che non ci sono le risorse che per ogni euro speso in prevenzione se ne spendono dieci in emergenza. Il problema è che la prevenzione non fa notizia. Ma l'emergenza non è nemmeno sinonimo di trasparenza". La cultura della prevenzione, in sostanza, produce sviluppo e occupazione. Secondo Gargano "un paese che vince la sfida della crescita deve mettere il territorio al centro della sua politica economica".
Ma c'è un altro paradosso. Dice Gargano: "D'estate gridiamo per la siccità, d'inverno prendiamo l'acqua dolce e la buttiamo in mare. Perché sollevarla e buttarla? Se possiamo metterla in piccoli invasi per averla a disposizione quando serve?".
"Per adeguare la rete idraulica", prosegue Gargano, "c'è bisogno che la cultura della prevenzione prevalga su quella dell'emergenza. Siamo bravissimi a dichiarare lo stato d'emergenza, ma meno bravi a fare il mantenimento della rete idrica italiana". Lo scorso mese l'Anbi ha presentato in Parlamento 2500 progetti per un valore complessivo di oltre 5 miliardi e 700 milioni di euro. "La proposta di piano per la riduzione del rischio idrogeologico", dice il presidente dell'Anbi, "dimostra a quanti dicono che non ci sono le risorse che per ogni euro speso in prevenzione se ne spendono dieci in emergenza. Il problema è che la prevenzione non fa notizia. Ma l'emergenza non è nemmeno sinonimo di trasparenza". La cultura della prevenzione, in sostanza, produce sviluppo e occupazione. Secondo Gargano "un paese che vince la sfida della crescita deve mettere il territorio al centro della sua politica economica".
Ma c'è un altro paradosso. Dice Gargano: "D'estate gridiamo per la siccità, d'inverno prendiamo l'acqua dolce e la buttiamo in mare. Perché sollevarla e buttarla? Se possiamo metterla in piccoli invasi per averla a disposizione quando serve?".
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Ho parlato con un mio amico genovese 10 minuti fa, mi ha detto : "Matteo, siamo sott'acqua"
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
Re: Bionda non guardar dal finestrino
La situazione mi sembra di una criticità estrema.
Speriamo bene, speriamo bene.
Speriamo bene, speriamo bene.
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
Re: Bionda non guardar dal finestrino
I quantititativi d' acqua cadute in alcune zone della provincia, hanno valori di ritorno molto lunghi se circoscritti alle 1-3 ore, in alcuni casi forse persino record.
Insomma un episodio di portata notevole.
Certamente non imprevedibile, visto che la Liguria è la regione d' Italia più soggetta a queste alluvioni lampo, a causa dell' orografia accidentata, e che le previsioni erano abbastanza chiare
Certo pensare che a Genova hanno interrato il Bisagno per costruirci sopra...
e Che si vede dalla immagini gente che passegggia allegramente vicino a torrenti pronti all' esondazione...
Insomma un episodio di portata notevole.
Certamente non imprevedibile, visto che la Liguria è la regione d' Italia più soggetta a queste alluvioni lampo, a causa dell' orografia accidentata, e che le previsioni erano abbastanza chiare
Certo pensare che a Genova hanno interrato il Bisagno per costruirci sopra...
e Che si vede dalla immagini gente che passegggia allegramente vicino a torrenti pronti all' esondazione...
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Le bombe d'acqua non esistono, l'Italia non è diventata un paese tropicale. Piuttosto bisogna elaborare, ed eventualmente diffondere al pubblico, le immagini da satelliti e radar meteorologici per previsioni a breve termine. Una lettura controcorrente quella di Franco Prodi, già ordinario di Fisica dell'atmosfera all'Università di Ferrara. «Di fronte ai temporali, nella previsione del rischio di alluvioni il principio è che più piccolo è il bacino, più conta la meteorologia, intesa non come previsione numerica basata su equazioni che dipingono situazioni generiche in un futuro di giorni, ma come nowcasting, fondato su immagini in tempo reale di satelliti e radar».
Il nowcasting avrebbe aiutato a prevenire la tragedia di Livorno?
«Ogni venti minuti-mezz'ora si può avere una stima dell'intensità di precipitazione nel bacino del fiume o del torrente. Dalla Valtellina alla Versilia, da Genova alla Sardegna, temporali di forte intensità su bacini piccoli hanno prodotto rapidamente conseguenze distruttive. Ma le bombe d'acqua non esistono. Voi giornalisti dovreste abolire questo termine a-scientifico. Il radar meteorologico riconosce i diversi tipi di temporale: a cella singola, multicella, squall-line o linea di celle, supercella con tornado e trombe d'aria associati. Le immagini da satellite devono aver mostrato che in Toscana nasceva qualcosa d'importante. La meteorologia dinamica dà previsioni di 10-11 giorni con attendibilità decrescente. Il calcolatore che risolve le equazioni dinamiche ci può dire che esiste un pericolo, non prevedere esattamente dove. Ci si aspetta il temporale ad Alessandria, poi si abbatte su Novara».
E le previsioni a 24 o 12 ore?
«La meteorologia osservazionale consente di incrociare i dati da radar e satellite con lo studio delle sezioni di un corso d'acqua per prevedere un'esondazione e passare l'allerta alla protezione civile: è il modello impiegato in tutto il mondo. Non c'è situazione della quale non si possa fare una stima dell'intensità di precipitazione con il radar meteorologico. Che identifica grandine, gragnuola, pioggia e cristalli di neve già nella nube. È come avere le risonanze magnetiche più aggiornate per guardare dentro il temporale. Altro è mettere in pratica un sistema di allerta e una catena di reazione».
Come?
«L'idrologo può dirci qual è l'evoluzione di un fiume in pericolo. Nella mezz'ora di allerta la protezione civile valuta se è giorno di festa, se c'è traffico La catena della gestione del rischio va dalla previsione di giorni all'emergenza anticipata il più possibile e resa accessibile. Non vedo arrivare ai cittadini documenti da radar meteorologici come in Francia, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Usa dove il nowcasting è tanto sviluppato che ci vogliono vendere il software».
E nel Mediterraneo?
«Dalla costa mediterranea della Spagna e della Francia all'Italia i bacini sono piuttosto piccoli e con temporali importanti soggetti ad alluvioni. Nella seconda metà degli anni 90 ho guidato un progetto europeo concludendo con l'auspicio di creare un centro europeo di emergenza delle alluvioni, che naturalmente è finito in un cassetto. Oggi sarebbe possibile accentrare tutti i dati sui bacini e produrre allerta a livello europeo».
Si può parlare di Italia tropicale?
«Tropicale? Fesserie! Le leggi della fisica restano quelle, il ciclone extra-tropicale è diverso da quello tropicale. Qualche evento quasi tropicale si presenta ma assai raramente nel Mediterraneo. L'aumento delle temperature porta a più vapore in circolazione e quindi può generare un leggero aumento delle precipitazioni, ma i fenomeni sono quelli, perché quelle sono le cinque equazioni della meteorologia dinamica. L'Italia ha la raccolta dati più accurata dai primi del 900 e non ho trovato evidenze di incremento delle alluvioni se non nella conta di danni e vittime».
Come se lo spiega?
«Perfino le aziende costruiscono in terreni golenali o inondabili, dove le inondazioni sono più devastanti. È solo alle basse latitudini che si forma il ciclone tropicale con l'occhio circolare, le bande di pioggia e la curvatura dei bracci a spirale. Mai alle latitudini superiori. Irma è già calato da 5 a 4, e a mano a mano che si sposterà a nord la forza deviante distruggerà la struttura ciclonica tropicale».
Il nowcasting avrebbe aiutato a prevenire la tragedia di Livorno?
«Ogni venti minuti-mezz'ora si può avere una stima dell'intensità di precipitazione nel bacino del fiume o del torrente. Dalla Valtellina alla Versilia, da Genova alla Sardegna, temporali di forte intensità su bacini piccoli hanno prodotto rapidamente conseguenze distruttive. Ma le bombe d'acqua non esistono. Voi giornalisti dovreste abolire questo termine a-scientifico. Il radar meteorologico riconosce i diversi tipi di temporale: a cella singola, multicella, squall-line o linea di celle, supercella con tornado e trombe d'aria associati. Le immagini da satellite devono aver mostrato che in Toscana nasceva qualcosa d'importante. La meteorologia dinamica dà previsioni di 10-11 giorni con attendibilità decrescente. Il calcolatore che risolve le equazioni dinamiche ci può dire che esiste un pericolo, non prevedere esattamente dove. Ci si aspetta il temporale ad Alessandria, poi si abbatte su Novara».
E le previsioni a 24 o 12 ore?
«La meteorologia osservazionale consente di incrociare i dati da radar e satellite con lo studio delle sezioni di un corso d'acqua per prevedere un'esondazione e passare l'allerta alla protezione civile: è il modello impiegato in tutto il mondo. Non c'è situazione della quale non si possa fare una stima dell'intensità di precipitazione con il radar meteorologico. Che identifica grandine, gragnuola, pioggia e cristalli di neve già nella nube. È come avere le risonanze magnetiche più aggiornate per guardare dentro il temporale. Altro è mettere in pratica un sistema di allerta e una catena di reazione».
Come?
«L'idrologo può dirci qual è l'evoluzione di un fiume in pericolo. Nella mezz'ora di allerta la protezione civile valuta se è giorno di festa, se c'è traffico La catena della gestione del rischio va dalla previsione di giorni all'emergenza anticipata il più possibile e resa accessibile. Non vedo arrivare ai cittadini documenti da radar meteorologici come in Francia, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Usa dove il nowcasting è tanto sviluppato che ci vogliono vendere il software».
E nel Mediterraneo?
«Dalla costa mediterranea della Spagna e della Francia all'Italia i bacini sono piuttosto piccoli e con temporali importanti soggetti ad alluvioni. Nella seconda metà degli anni 90 ho guidato un progetto europeo concludendo con l'auspicio di creare un centro europeo di emergenza delle alluvioni, che naturalmente è finito in un cassetto. Oggi sarebbe possibile accentrare tutti i dati sui bacini e produrre allerta a livello europeo».
Si può parlare di Italia tropicale?
«Tropicale? Fesserie! Le leggi della fisica restano quelle, il ciclone extra-tropicale è diverso da quello tropicale. Qualche evento quasi tropicale si presenta ma assai raramente nel Mediterraneo. L'aumento delle temperature porta a più vapore in circolazione e quindi può generare un leggero aumento delle precipitazioni, ma i fenomeni sono quelli, perché quelle sono le cinque equazioni della meteorologia dinamica. L'Italia ha la raccolta dati più accurata dai primi del 900 e non ho trovato evidenze di incremento delle alluvioni se non nella conta di danni e vittime».
Come se lo spiega?
«Perfino le aziende costruiscono in terreni golenali o inondabili, dove le inondazioni sono più devastanti. È solo alle basse latitudini che si forma il ciclone tropicale con l'occhio circolare, le bande di pioggia e la curvatura dei bracci a spirale. Mai alle latitudini superiori. Irma è già calato da 5 a 4, e a mano a mano che si sposterà a nord la forza deviante distruggerà la struttura ciclonica tropicale».
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Boh, io quando abitavo accanto al fiume, qua, ho avuto una settimana una trentina di soldati in mimetica davanti a casa, barriere metalliche pronte a essere tirate su, strade vicine con centinaia di evacuazioni preventive. Basta decidere quanto si vuole spendere e affrontare dei disagi, morire per queste cose davvero non esiste per me.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Bionda non guardar dal finestrino
Due cose. Leggevo proprio ieri che una delle conseguenze gravi del global warming non e' tanto che il clima diventi piu' caldo perche' la temperatura media si sara' alzata di mezzo grado rispetto a qualche decennio fa e la cosa non si nota. Ma e' che anche piccoli cambiamenti nel clima rendono la possibilita' di eventi meteorologici disastrosi come uragani o piogge torrenziali molto piu' probabili. Ad esempio negli Stati Uniti gli uragani facevano danni anche in passato, ma molto piu' raramente. Quindi su questo forse i sindaci davvero non hanno tutte le colpe.paoolino ha scritto:Bionda non guardar dal finestrino
che c'è un paesaggio che non va
E' appena finito il temporale
sei case su dieci
son andate giù
Cantava Paolo Conte nella sua Topolino Amaranto per descrivere un paesaggio di campagna italiana del 1946.
Oggi, Anno Domini 2011, sembra di esser tornati alla situazione di allora: ogni temporale causa inondazioni, frane, feriti, morti ed è così dappertutto, dalle Alpi in giù.
Mi pare che le amministrazioni pubbliche tendano a dare la colpa al destino: "eh...davanti a rovesci così forti, potenti, rapidi e improvvisi c'è poco da fare"; io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
La seconda e' che comunque bisogna anche guardare alla storia: alluvione di Firenze del 1966, quella di Genova negli anni '90 e nel 2014, quella di Alessandria del 1994 dove persi un amico compagno di univerista', quella di Sarno del 1998 (160 morti!), ecc... Queste cose in Italia sono sempre accadute, e nel futuro non potra' che andare peggio a causa appunto degli effetti del global warming.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
E' ovvio che sia questo il problema.paoolino ha scritto: io credo invece che ci sia una totale mancanza di controllo e gestione del territorio a livello idro-geologico.
Costruire dove non si può costruire, intrappolare fiumi e corsi d'acqua, il totale disinteresse nel monitorarli.
E l'incopetenza totale di chi deve controllare e preventivare.
Ma oramai cosa puoi fare? Radere al suolo tutto quanto?
Perchè ce ne sarebbe, da radere al suolo.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Bionda non guardar dal finestrino
Avete idea di cosa accadrà alla prossima eruzione del Vesuvio? No, dico, avete idea?
Quanto sono, 70 anni che non erutta? Sai quanto hanno costruito in 70 anni...
Quanto sono, 70 anni che non erutta? Sai quanto hanno costruito in 70 anni...
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"