E il lavoro dov'è?
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Re: E il lavoro dov'è?
Allora tanto vale fermare un furgone per strada e rapinarlo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
Non metto in discussione l'illegalità dell'atto, ma la possibile frequenza data la fattibilità.uglygeek ha scritto:E' anche vero che sparare ai droni e' illegale eh, anche se passano sulla tua proprieta'. Certo dubito che Tiffany consegnera' mai gioielli con i droni...paoolino ha scritto:A me la logistica via drone lascia sempre un po' perplesso. Mi immagino persone pronte a sparare a un drone per rubarsi i pacchi. Oppure ad attaccare droni con altri droni.
Anzi, sarebbe il modo migliore per far fallire Bezos tra costi dei droni e costi di rimborso delle consegne non arrivate a destinazione.
Se un po' di freakkettoni no-global e luddisti-conservatori se ne renderanno conto, anche a sassate li butteranno giù.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: E il lavoro dov'è?
Immagino Alessandro, che spara a vista ad ogni drone che gli passa vicino.paoolino ha scritto:
Anzi, sarebbe il modo migliore per far fallire Bezos tra costi dei droni e costi di rimborso delle consegne non arrivate a destinazione.
Se un po' di freakkettoni no-global e luddisti-conservatori se ne renderanno conto, anche a sassate li butteranno giù.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: E il lavoro dov'è?
Solo ai droni che consegnano le chiavi per Air BnBPINDARO ha scritto: Immagino Alessandro, che spara a vista ad ogni drone che gli passa vicino.
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Re: E il lavoro dov'è?
paoolino ha scritto:Solo ai droni che consegnano le chiavi per Air BnBPINDARO ha scritto: Immagino Alessandro, che spara a vista ad ogni drone che gli passa vicino.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: E il lavoro dov'è?
Nel 2016 sono stati trasmessi all'Inps 12,6 milioni di certificati medici per il settore privato e 6,3 milioni per la pubblica amministrazione con una crescita del 4,4% per il privato e una sostanziale stabilità per il settore pubblico (-0,03%). Lo si legge nell'Osservatorio Inps sui certificati di malattia ne quale si sottolinea che gli eventi di malattia sono stati 9,3 milioni nel settore privato per 4,4 milioni di lavoratori coinvolti e 5 milioni nella pubblica amministrazione per 1,8 milioni di persone coinvolte.
E' sempre il lunedì il giorno nel quale ci si ammala di più: all'inizio della settimana - scrive l'Inps nell'Osservatorio sui certificati di malattia si verificano il 29,6% degli eventi di malattia del settore privato (2,7 milioni di casi) e il 26,8% degli eventi di malattia nella pubblica amministrazione (1,3 milioni di casi di malattia). La distribuzione del numero degli eventi di malattia per giorno di inizio della settimana è simile per entrambi i comparti.
Gli eventi di malattia nel 2016 sono stati 9,3 milioni (+3.9%) nel settore privato e 5 milioni nella pubblica amministrazione (-0,2%). Nel settore privato si hanno 1,3 certificati per evento, mentre nel pubblico sono 1,2. In entrambi i comparti la classe con maggior frequenza è quella da 2 a 3 giorni (32,8% nel privato, 37,1% nel pubblico). Nel comparto privato l'88,1% della distribuzione è concentrata nelle prime cinque classi di durata della malattia (fino a 15 giorni), contro il 92,6% del comparto pubblico.
E' sempre il lunedì il giorno nel quale ci si ammala di più: all'inizio della settimana - scrive l'Inps nell'Osservatorio sui certificati di malattia si verificano il 29,6% degli eventi di malattia del settore privato (2,7 milioni di casi) e il 26,8% degli eventi di malattia nella pubblica amministrazione (1,3 milioni di casi di malattia). La distribuzione del numero degli eventi di malattia per giorno di inizio della settimana è simile per entrambi i comparti.
Gli eventi di malattia nel 2016 sono stati 9,3 milioni (+3.9%) nel settore privato e 5 milioni nella pubblica amministrazione (-0,2%). Nel settore privato si hanno 1,3 certificati per evento, mentre nel pubblico sono 1,2. In entrambi i comparti la classe con maggior frequenza è quella da 2 a 3 giorni (32,8% nel privato, 37,1% nel pubblico). Nel comparto privato l'88,1% della distribuzione è concentrata nelle prime cinque classi di durata della malattia (fino a 15 giorni), contro il 92,6% del comparto pubblico.
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Re: E il lavoro dov'è?
Capitalista!!!tennisfan82 ha scritto:Nel 2016 sono stati trasmessi all'Inps 12,6 milioni di certificati medici per il settore privato e 6,3 milioni per la pubblica amministrazione con una crescita del 4,4% per il privato e una sostanziale stabilità per il settore pubblico (-0,03%). Lo si legge nell'Osservatorio Inps sui certificati di malattia ne quale si sottolinea che gli eventi di malattia sono stati 9,3 milioni nel settore privato per 4,4 milioni di lavoratori coinvolti e 5 milioni nella pubblica amministrazione per 1,8 milioni di persone coinvolte.
E' sempre il lunedì il giorno nel quale ci si ammala di più: all'inizio della settimana - scrive l'Inps nell'Osservatorio sui certificati di malattia si verificano il 29,6% degli eventi di malattia del settore privato (2,7 milioni di casi) e il 26,8% degli eventi di malattia nella pubblica amministrazione (1,3 milioni di casi di malattia). La distribuzione del numero degli eventi di malattia per giorno di inizio della settimana è simile per entrambi i comparti.
Gli eventi di malattia nel 2016 sono stati 9,3 milioni (+3.9%) nel settore privato e 5 milioni nella pubblica amministrazione (-0,2%). Nel settore privato si hanno 1,3 certificati per evento, mentre nel pubblico sono 1,2. In entrambi i comparti la classe con maggior frequenza è quella da 2 a 3 giorni (32,8% nel privato, 37,1% nel pubblico). Nel comparto privato l'88,1% della distribuzione è concentrata nelle prime cinque classi di durata della malattia (fino a 15 giorni), contro il 92,6% del comparto pubblico.
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Re: E il lavoro dov'è?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
Beh, in questo video ha ragione da vendere.
La storiella insulsa della domenica che non si deve lavorare e ci si immola in nome della libertà, l'amore, la famiglia e altre stronzate.
E poi si va a mangiare al ristorante, si va in edicola, si va a bere il caffè al bar e si va la sera a vedere la partita al pub.
Ma l'importante è che siano chiusi i supermercati.
Gli altri, invece, possono benissimo lavorare.
Ridicoli.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: E il lavoro dov'è?
Sgarbi ogni tanto ha dei lampi di lucidtà notevoli.
Peccato che siano lampi appunto
Peccato che siano lampi appunto
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: E il lavoro dov'è?
È la folle e insensata rincorsa allo shopping online h24. Quest'anno Conad aperta la mattina di Natale e tutto il giorno dopo
ovviamente trovo insensato il parallelo col settore alberghiero e ristorazione, aperti nei festivi dai tempi dei sumeri e non per mere ragioni consumistiche.
ovviamente trovo insensato il parallelo col settore alberghiero e ristorazione, aperti nei festivi dai tempi dei sumeri e non per mere ragioni consumistiche.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: E il lavoro dov'è?
eh, no, non e' consumistico andare al ristorante la domenica, e' consumistico andare alla Conad. Logico.Burano ha scritto:È la folle e insensata rincorsa allo shopping online h24. Quest'anno Conad aperta la mattina di Natale e tutto il giorno dopo
ovviamente trovo insensato il parallelo col settore alberghiero e ristorazione, aperti nei festivi dai tempi dei sumeri e non per mere ragioni consumistiche.
Poi perche' consumare, quando possiamo consumare meno tutti ed aumentare la disoccupazione?
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Re: E il lavoro dov'è?
Io e la mia famiglia logicamente abbiamo sempre lavorato tutti i giorni, Pasqua ferragosto etc. Non credo però che sia una tragedia per il commercio se i supermercati sono chiusi la mattina di Natale.
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Re: E il lavoro dov'è?
e esser pagati sempre meno e peggio. Ma poi come se queste aperure determinassero aumento di posti fi lavoro. Son sempre i soliti che vengon spremuti.Nickognito ha scritto:eh, no, non e' consumistico andare al ristorante la domenica, e' consumistico andare alla Conad. Logico.Burano ha scritto:È la folle e insensata rincorsa allo shopping online h24. Quest'anno Conad aperta la mattina di Natale e tutto il giorno dopo
ovviamente trovo insensato il parallelo col settore alberghiero e ristorazione, aperti nei festivi dai tempi dei sumeri e non per mere ragioni consumistiche.
Poi perche' consumare, quando possiamo consumare meno tutti ed aumentare la disoccupazione?
ti ritengo poi troppo Intelligente per non comprendere la differenza tra vacanza a roma o praga con relativo soggiorno in a lbergo e ristorante e giro domenicale al centro commerciale per noia con relativi acquisti superflui e evitabili.
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: E il lavoro dov'è?
No, in Cechia e' da un anno passata una legge che, per feste nazionali, una decine di giorni l' anno, solo i grandi negozi devono chiudere (i piccoli fanno come vogliono).alessandro ha scritto:Io e la mia famiglia logicamente abbiamo sempre lavorato tutti i giorni, Pasqua ferragosto etc. Non credo però che sia una tragedia per il commercio se i supermercati sono chiusi la mattina di Natale.
Il problema e' se chiudi il sabato e la domenica, se chiudi il pomeriggio tardi o la sera, se non permetti ai negozi di aprire quando la gente ha tempo e voglia di comprare.
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Re: E il lavoro dov'è?
Penso che la cosa piu' evitabile e consumistica del mondo sia il viaggio, a seguire il ristorante. La gita fuori citta' nel weekend. Quello per me e' il massimo del consumismo. Per quanto ami viaggiare e scoprire il mondo, per me e' davvero un lusso, costi enormi (al di la' di quanto paghi, solo pensare al carburante di un aereo, ma anche una automobile). Non parliamo del ristorante, dove ti mangi la stessa roba che puoi mangiarti a casa, per me consumismo puro ai massimi livelli, non si parla del minatore che mangia patate alla locanda non avendo tempo di cucinare, s'intende.Burano ha scritto: e esser pagati sempre meno e peggio. Ma poi come se queste aperure determinassero aumento di posti fi lavoro. Son sempre i soliti che vengon spremuti.
ti ritengo poi troppo Intelligente per non comprendere la differenza tra vacanza a roma o praga con relativo soggiorno in a lbergo e ristorante e giro domenicale al centro commerciale per noia con relativi acquisti superflui e evitabili.
Al centro commerciale, per quanto mi faccia schifo, ci vado spesso. Intanto, se non la faccio online, ci faccio la spesa. Una persona normale fa la spesa nel weekend, con tempo a disposizione. Ci compro i vestiti. Sono necessari i vestiti, non sono il cibo del ristorante, e' piu' complesso farsi i maglioni da soli. Mi ci compro le scarpe. Vado in farmacia, se necessario, dentro il centro. Mi faccio la copia di una chiave, quando mi serve. Vado al cinema, al suo interno. Se ho voglia, mi siedo in una poltrona che mi massaggia. Ci compro il cibo per gatti, o una cuccia, nel negozio per animali.
E ovviamente aumentano i posti di lavoro, la gente lavora su turni, perche' il posto assume piu' persone, non sono i soliti che sono spremuti, assurdita' proprio. Non sono pagati sempre meno e peggio, gli stipendi sono in aumento.
Poi ovviamente io compro poco, non avendo ne' soldi ne' molte necessita'. Non mi interessa creare lavoro, consumando di piu'.
Ieri ho visto un mio amico. Lavora ad Amazon. Il vostro inferno e' il suo sogno realizzato.
33 anni, lavora da 17. Mai un lavoro con uno stipendio solo comparabile a quello che riceve adesso. Ha lavorato per una grande azienda (Panasonic, nessuno ne parla male, catena di montaggio, usare un cacciavite facendo lo stesso movimento per 8 ore, arrivando a piedi d'inverno per chilometri perche' non c'e' trasporto, con un chip che controlla se ti allontani e suona, al piede, per cui in bagno devi essere molto rapido). Poi per piccole aziende. Un piccolo negozio di alimentari, il padrone lo pagava a nero, si ubriacava, la sera prendeva i soldi dalla casa, la mattina si dimenticava e accusava i dipendenti (uno, non il mio amico, lo ha picchiato a sangue) di averli rubati. Un piccolo negozio in cui non c'e' certo una security: risultato, rapina subita con pistola puntata in viso.
Poi una serie di alberghi, la notte, pagato in parte a nero, sui 700 euro al mese. Piccoli alberghi, non grandi catene. Altri lavoretti all' aperto o come magazziniere, piccoli posti, senza riscaldamento, con meno dieci fuori.
Ha vissuto, fino a 30 anni, mangiando scatolette e uova, senza permettersi nemmeno un monolocale (anche perche' e' un coglione, eh, poteva permettersi un po' meglio).
Adesso, al call center Amazon, si prende i contributi per la pensione, cinque settimane di ferie. Si, deve lavorare 43-44 ore la settimana, ma lo fa in un ufficio moderno, di giorno, in un posto ben collegato coi mezzi pubblici, ha (pochi) benefit, ha i contribuit per la sanita' e si prende piu' di 1000 euro, pur essendo uno con un curriculum decisamente scarso.
Amazon e' il paradiso? No di certo.
Ma di quel piccolo albergo, di quel piccolo negozio, chi parla? Chi parla dei costanti abusi dei piccoli proprietari dei piccoli negozi?
No, il comunista deve sempre pensare al grande proprietario, il Male.
Detto questo, io comprerei solo online e spero che i negozi chiudano presto e si creino altri tipi di consumi e lavori un po' piu' attraenti. Ovviamente, i corrieri (se proprio vogliono prendere persone per consegnare), devono consegnare la sera e il finesettimana, non quando sono in ufficio e poi io devo andare in deposito, quei corrieri che fanno cosi' spero falliscano come quei ristoranti che la sera stanno chiusi ma aprono dalle 9 alle 17.
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Re: E il lavoro dov'è?
Per me il punto è semplice:
Se un esercente
- rispetta le leggi sul lavoro nei contratti con i propri dipendenti
- rispetta le leggi tributarie del paese in cui opera
- non crea disagi di disturbo alla quiete pubblica con il suo esercizio
può fare gli orari, i prezzi, e modalità di vendita che più gli aggradano e che più vanno incontro alla sua effettiva e potenziale clientela.
Tutte le considerazioni "etiche"
- il consumismo
- i "poveri" dipendenti che devono lavorare nei festivi
- il "modello di commercio" che stritola i bottegai
- altre varie ed eventuali
lasciano il tempo che trovano.
C'è una domanda e c'è un'offerta, non solo economica, ma anche del tempo che uno ha a disposizione e di come lo vuole impiegare.
La domenica vado al centro commerciale perché ho tempo di farlo, e sono ben felice di trovare i negozi aperti la domenica quando ho tempo di andarci.
Non capisco perché se un cliente e un negoziante vogliono concludere un affare in un giorno festivo, ci debba essere un'etica superiore che impedisce a questi due individui autonomi di poterlo fare.
Se un esercente
- rispetta le leggi sul lavoro nei contratti con i propri dipendenti
- rispetta le leggi tributarie del paese in cui opera
- non crea disagi di disturbo alla quiete pubblica con il suo esercizio
può fare gli orari, i prezzi, e modalità di vendita che più gli aggradano e che più vanno incontro alla sua effettiva e potenziale clientela.
Tutte le considerazioni "etiche"
- il consumismo
- i "poveri" dipendenti che devono lavorare nei festivi
- il "modello di commercio" che stritola i bottegai
- altre varie ed eventuali
lasciano il tempo che trovano.
C'è una domanda e c'è un'offerta, non solo economica, ma anche del tempo che uno ha a disposizione e di come lo vuole impiegare.
La domenica vado al centro commerciale perché ho tempo di farlo, e sono ben felice di trovare i negozi aperti la domenica quando ho tempo di andarci.
Non capisco perché se un cliente e un negoziante vogliono concludere un affare in un giorno festivo, ci debba essere un'etica superiore che impedisce a questi due individui autonomi di poterlo fare.
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Re: E il lavoro dov'è?
Per dire, adesso iniziano a esserci diversi punti Carrefour aperti 24h.
Anche nel paese di 6000 abitanti dove vivono i miei genitori ce ne è una.
Chiaro che dal punto di vista logico la trovo una stronzata:
- sarei curioso di sapere quanta roba hanno venduto in quel supermercato dopo mezzanotte e prima delle 6 di mattina.
Però non mi viene in mente il pensiero "Bisogna impedire alla Carrefour di stare aperto la notte".
Sono cazzi della Carrefour!
Al massimo si deve verificare se chi lavora dalla Carrefour la notte abbia i contratti in regola e i diritti in termini di turni rispettati. Problemi pratici, non problemi etici.
Anche nel paese di 6000 abitanti dove vivono i miei genitori ce ne è una.
Chiaro che dal punto di vista logico la trovo una stronzata:
- sarei curioso di sapere quanta roba hanno venduto in quel supermercato dopo mezzanotte e prima delle 6 di mattina.
Però non mi viene in mente il pensiero "Bisogna impedire alla Carrefour di stare aperto la notte".
Sono cazzi della Carrefour!
Al massimo si deve verificare se chi lavora dalla Carrefour la notte abbia i contratti in regola e i diritti in termini di turni rispettati. Problemi pratici, non problemi etici.
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Re: E il lavoro dov'è?
il problema e' , quale e' quest' etica?paoolino ha scritto:ci debba essere un'etica superiore che impedisce a questi due individui autonomi di poterlo fare.
E' l' etica per cui le famiglie (cioe' quei fortunelli che non sono come me, che hanno una famiglia, possono stare insieme, non passano il weekend da soli due giorni senza un cazzo da fare) dovrebbero stare insieme fra di loro. A far cosa? A far lavorare i ristoratori, gli albergatori, i baristi, i benzinai, i casellanti, i ferrovieri, gli autisti, i poliziotti, gli infermieri. Cavoli loro se loro in famiglia non possono starci.
Ma non si tratta di un'etica superiore. Si tratta di un'etica riguardante i lavoratori, che non potrebbero 'dover lavorare' il weekend. Il problema e' che i sostenitori di questa etica non vogliono davvero far passare una legge che impedisce di lavorare il finesettimana a tutti. Vogliono semplicemente che qualcuno lavori e altri (quelli che decidono loro) no. Vogliono decidere che loro possono andare al ristorante o al mare, o al pronto soccorso, ma che non possono andare in un negozio, semplicemente perche' a loro piace andare in albergo ma non nei negozi. Chi vuole comprarsi una borsa e mangiare e dormire a casa, che si fotta
Le leggi devono per me essere uguale per tutti. O si vieta a tutti di lavorare la notte, la sera, la domenica, la festa, o lo si permette a tutti. Al limite posso fare deroghe per polizia, pompieri, medici, non certo per alberghi, edicole o mercatini domenicali.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
quando facevo colloqui per assumere ragazze per i negozi che abbiamo nei centri commerciali, la prima cosa che dicevo era: "non ti offro un posto di lavoro in negozio, ma in un ristorante o in un albergo: lo sai quindi che dovrai lavorare domeniche e festivi, dovrai lavorare quando gli altri si divertono o sono in ferie, ecc."
sta cosa della chiusura domenicale è ridicola
sta cosa della chiusura domenicale è ridicola
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Re: E il lavoro dov'è?
Ma in aeroporto o all'autogrill, si può?Nickognito ha scritto: Chi vuole comprarsi una borsa e mangiare e dormire a casa, che si fotta
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: E il lavoro dov'è?
non só, nel senso che ci sono sytrutture che sono servizi, la onde per cui giusto non chiudanobalbysauro ha scritto:quando facevo colloqui per assumere ragazze per i negozi che abbiamo nei centri commerciali, la prima cosa che dicevo era: "non ti offro un posto di lavoro in negozio, ma in un ristorante o in un albergo: lo sai quindi che dovrai lavorare domeniche e festivi, dovrai lavorare quando gli altri si divertono o sono in ferie, ecc."
sta cosa della chiusura domenicale è ridicola
ma un normale commercio sempre aperto non credo farebbe guadagnare di piú visto che tutti sarebbero costretti ad aprire per non fallire, solo aumentare le spese e il tempo di permanenza in negozio. Se ho bisogno di 5 arance a settimana, se sei aperto di domenica non ne ho bisogno di sei, ma sempre di cinque.
Chi ci guadagnerebbe in teoria son solo le imprese grosse che potrebbero far girare il personale e non i piccoli che non se lo possono permettere se non a costo di grossi sacrifici personali.
Poi la storia di famiglie riunite e company son cialtronate.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: E il lavoro dov'è?
tra l' altro e' bello avere giorni liberi durante la settimana, eh...balbysauro ha scritto:quando facevo colloqui per assumere ragazze per i negozi che abbiamo nei centri commerciali, la prima cosa che dicevo era: "non ti offro un posto di lavoro in negozio, ma in un ristorante o in un albergo: lo sai quindi che dovrai lavorare domeniche e festivi, dovrai lavorare quando gli altri si divertono o sono in ferie, ecc."
sta cosa della chiusura domenicale è ridicola
Anche se sei in famiglia, magari non ti paghi la babysitter, eh
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Re: E il lavoro dov'è?
Mah, io non la vedo proprio cosi'.
Se mi servono 5 arance, cosa faccio?
Forse mi compro una arancia al giorno, quindi nessuno ci rimette, se voglio vado al piccolo negozio il lunedi, ma posso andarci anche al grande la domenica. Forse inizio a comprarne 7 invece di 5. Forse ne compro comunque 7, lo stesso giorno, e, se compro la roba tutta insieme, comunque gia' lo faccio al supermercato in macchina e non al negozio accanto a casa.
Qua i piccoli negozi sono aperti dalle 6 di mattina alle 11 di sera. Anche la domenica e Natale. Anche quando i grandi negozi sono chiusi. E a gestione familiare. Perche'? Perche' se vuoi un negozio fai i sacrifici, altrimenti cambi lavoro.
Se io ho un piccolo negozio, cioe' offro di meno (meno scelta, magari non c'e' il parcheggio, probabilmente faccio pagare anche di piu'), dovro' offrire qualcosa in piu' no? Se io ho un piccolo negozio, ma voglio lavorare solo 40 ore, sara' normale che apra quando c'e' piu' gente, che siano le 7 di sera o la domenica, e chiuda quando c'e' mento gente.
Ma invece no, bisogna favorire chi ha un negozio (poche persone, spesso ricche), rispetto a 50 milioni di acquirenti. Cambiare le abitudini di tutti per la convenienza di quei proprietari, sia mai che si adattino loro ai clienti.
Come dire: impediamo alla gente di andare in albergo il pomeriggio, o solo i grandi alberghi se lo permettono, e apriamo il checkin alle 8 di sera, tanto si va li' per dormire.
Il piccolo albergo ci campa, a tenere uno giorno e notte, che lo faccia anche il piccolo negozio o, se non riesce, e non vuole fare sacrifici, almeno che apra agli orari che il pubblico cerca, non ai propri.
Se io voglio comprarmi un maglione, e il negozio e' aperto dalle 9 alle 6 lunedi venerdi, che faccio, devo prendermi un giorno di ferie?. Sta al negoziante venirmi incontro. Non certo allo stato di proibire agli altri di stare aperti dopo le sei.
E poi, di nuovo, la gente che fa questi discorsi dopo le sei va al ristorante, prende l' aereo, va in albergo, si fa servire da mille lavoratori e riverire.
Ma poi, io ogni tanto mi chiedo se la gente abbia davvero lavorato in piccole attivita' commerciali, come dipendente. Per glorificarle cosi' tanto.
Se mi servono 5 arance, cosa faccio?
Forse mi compro una arancia al giorno, quindi nessuno ci rimette, se voglio vado al piccolo negozio il lunedi, ma posso andarci anche al grande la domenica. Forse inizio a comprarne 7 invece di 5. Forse ne compro comunque 7, lo stesso giorno, e, se compro la roba tutta insieme, comunque gia' lo faccio al supermercato in macchina e non al negozio accanto a casa.
Qua i piccoli negozi sono aperti dalle 6 di mattina alle 11 di sera. Anche la domenica e Natale. Anche quando i grandi negozi sono chiusi. E a gestione familiare. Perche'? Perche' se vuoi un negozio fai i sacrifici, altrimenti cambi lavoro.
Se io ho un piccolo negozio, cioe' offro di meno (meno scelta, magari non c'e' il parcheggio, probabilmente faccio pagare anche di piu'), dovro' offrire qualcosa in piu' no? Se io ho un piccolo negozio, ma voglio lavorare solo 40 ore, sara' normale che apra quando c'e' piu' gente, che siano le 7 di sera o la domenica, e chiuda quando c'e' mento gente.
Ma invece no, bisogna favorire chi ha un negozio (poche persone, spesso ricche), rispetto a 50 milioni di acquirenti. Cambiare le abitudini di tutti per la convenienza di quei proprietari, sia mai che si adattino loro ai clienti.
Come dire: impediamo alla gente di andare in albergo il pomeriggio, o solo i grandi alberghi se lo permettono, e apriamo il checkin alle 8 di sera, tanto si va li' per dormire.
Il piccolo albergo ci campa, a tenere uno giorno e notte, che lo faccia anche il piccolo negozio o, se non riesce, e non vuole fare sacrifici, almeno che apra agli orari che il pubblico cerca, non ai propri.
Se io voglio comprarmi un maglione, e il negozio e' aperto dalle 9 alle 6 lunedi venerdi, che faccio, devo prendermi un giorno di ferie?. Sta al negoziante venirmi incontro. Non certo allo stato di proibire agli altri di stare aperti dopo le sei.
E poi, di nuovo, la gente che fa questi discorsi dopo le sei va al ristorante, prende l' aereo, va in albergo, si fa servire da mille lavoratori e riverire.
Ma poi, io ogni tanto mi chiedo se la gente abbia davvero lavorato in piccole attivita' commerciali, come dipendente. Per glorificarle cosi' tanto.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: E il lavoro dov'è?
C’è da considerare però che lavorare sempre la domenica, ad agosto, Pasqua, 1 maggio, 31/12 e 1 gennaio Natale etc. Se anche la moglie/marito lavora ma con giorni canonici e si hanno figli a scuola la gestione non è facile.
A me non è mai importato lavorare giugno luglio agosto settembre, tutti i giorni, tanto poi mi facevo le vacanze a novembre si Caraibi spendendo poco.
Con la famiglia è complicato, non puoi andare via 30 giorni a novembre se la moglie lavora e i figli hanno la scuola. Non puoi andare via 2 giorni martedì e mercoledì etc. Se lavori, per dire, tutti i giorni dalle 16 alle 23 sabato e domenica inclusi i figli e la moglie in pratica non li vedi mai.
Certo, meglio di lavorare a 600 euro al mese a 20 gradi sotto zero, mangiare solo scatolette e patate stantie e essererpicvhiato a sangue dal padrone ubriaco, ma che cozzo di discorso sono?
Poi, è anche vero che con stipendi orari costanti e apertura 7/7 e i consumi costanti, il guadagno per i commercianti diminuisce.
O per aumentare la gente deve comprare più roba inutile.
Che poi è la base del consumismo: lavorare di più per poter comprare più roba inutile.
Poi non so, sono l’unico a pagare 1500/1600 euro al mese lavorando 6 ore al giorno, contributi tredicesima etc?
A me non è mai importato lavorare giugno luglio agosto settembre, tutti i giorni, tanto poi mi facevo le vacanze a novembre si Caraibi spendendo poco.
Con la famiglia è complicato, non puoi andare via 30 giorni a novembre se la moglie lavora e i figli hanno la scuola. Non puoi andare via 2 giorni martedì e mercoledì etc. Se lavori, per dire, tutti i giorni dalle 16 alle 23 sabato e domenica inclusi i figli e la moglie in pratica non li vedi mai.
Certo, meglio di lavorare a 600 euro al mese a 20 gradi sotto zero, mangiare solo scatolette e patate stantie e essererpicvhiato a sangue dal padrone ubriaco, ma che cozzo di discorso sono?
Poi, è anche vero che con stipendi orari costanti e apertura 7/7 e i consumi costanti, il guadagno per i commercianti diminuisce.
O per aumentare la gente deve comprare più roba inutile.
Che poi è la base del consumismo: lavorare di più per poter comprare più roba inutile.
Poi non so, sono l’unico a pagare 1500/1600 euro al mese lavorando 6 ore al giorno, contributi tredicesima etc?
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Re: E il lavoro dov'è?
non scriverlo, che ti arrivano subito 100 curriculumalessandro ha scritto: Poi non so, sono l’unico a pagare 1500/1600 euro al mese lavorando 6 ore al giorno, contributi tredicesima etc?
Re: E il lavoro dov'è?
cinque arance mangio e cinque restano, se ne magio sette divento un bauleNickognito ha scritto:Mah, io non la vedo proprio cosi'.
Se mi servono 5 arance, cosa faccio?
Forse mi compro una arancia al giorno, quindi nessuno ci rimette, se voglio vado al piccolo negozio il lunedi, ma posso andarci anche al grande la domenica. Forse inizio a comprarne 7 invece di 5. Forse ne compro comunque 7, lo stesso giorno, e, se compro la roba tutta insieme, comunque gia' lo faccio al supermercato in macchina e non al negozio accanto a casa.
Qua i piccoli negozi sono aperti dalle 6 di mattina alle 11 di sera. Anche la domenica e Natale. Anche quando i grandi negozi sono chiusi. E a gestione familiare. Perche'? Perche' se vuoi un negozio fai i sacrifici, altrimenti cambi lavoro.
Se io ho un piccolo negozio, cioe' offro di meno (meno scelta, magari non c'e' il parcheggio, probabilmente faccio pagare anche di piu'), dovro' offrire qualcosa in piu' no? Se io ho un piccolo negozio, ma voglio lavorare solo 40 ore, sara' normale che apra quando c'e' piu' gente, che siano le 7 di sera o la domenica, e chiuda quando c'e' mento gente.
Ma invece no, bisogna favorire chi ha un negozio (poche persone, spesso ricche), rispetto a 50 milioni di acquirenti. Cambiare le abitudini di tutti per la convenienza di quei proprietari, sia mai che si adattino loro ai clienti.
Come dire: impediamo alla gente di andare in albergo il pomeriggio, o solo i grandi alberghi se lo permettono, e apriamo il checkin alle 8 di sera, tanto si va li' per dormire.
Il piccolo albergo ci campa, a tenere uno giorno e notte, che lo faccia anche il piccolo negozio o, se non riesce, e non vuole fare sacrifici, almeno che apra agli orari che il pubblico cerca, non ai propri.
Se io voglio comprarmi un maglione, e il negozio e' aperto dalle 9 alle 6 lunedi venerdi, che faccio, devo prendermi un giorno di ferie?. Sta al negoziante venirmi incontro. Non certo allo stato di proibire agli altri di stare aperti dopo le sei.
E poi, di nuovo, la gente che fa questi discorsi dopo le sei va al ristorante, prende l' aereo, va in albergo, si fa servire da mille lavoratori e riverire.
Ma poi, io ogni tanto mi chiedo se la gente abbia davvero lavorato in piccole attivita' commerciali, come dipendente. Per glorificarle cosi' tanto.
se vado in albergo il fine settimana invece le cose cambiano perché non è che vado in albergo giovedì e venerdì
se si vuole aumentare i normali consumi non lo si ottiene, se si vuole aumentare i voluttuari forse si, un pochino, visto che di soldi in tasca ce ne sono pochi in giro, ma finisce la pacchia a breve e medio termine, le famiglie sono ai limiti, quello si ha e quello si spende. Se poi una pacca di consumismo crei maggior benessere in generale non lo só, puó essere, sono negato in economia
Sicuramente è molto comodo per il consumatore, per il venditore penso sia solo un aumento di spesa e sacrifici, peró è sicuramente un ottimo sistema per ammazzare i piccoli
Ultima modifica di ciccio il ven dic 15, 2017 3:42 pm, modificato 1 volta in totale.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: E il lavoro dov'è?
Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
Il lavoro su turni puo' danneggiare le famiglie, ma anche agevolarle. Danneggia solo le famiglie ricche. Ma chi ha problemi con figli e o non ha l' asilo, o deve andarli a prendere alle tre, o ha da fare una cosa con loro la mattina, e cosi' via, lavorare su turni conviene, anche perche' chi ha figli ha la priorita' di scelta. Come e' un vantaggio avere la mattina libera e accompagnare il babbo vecchio per commissioni. Come e' un vantaggio non dover passare tutto il tempo libero con moglie o marito e scoppiare
Il lavoro su turni puo' danneggiare le famiglie, ma anche agevolarle. Danneggia solo le famiglie ricche. Ma chi ha problemi con figli e o non ha l' asilo, o deve andarli a prendere alle tre, o ha da fare una cosa con loro la mattina, e cosi' via, lavorare su turni conviene, anche perche' chi ha figli ha la priorita' di scelta. Come e' un vantaggio avere la mattina libera e accompagnare il babbo vecchio per commissioni. Come e' un vantaggio non dover passare tutto il tempo libero con moglie o marito e scoppiare
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Re: E il lavoro dov'è?
non è assolutamente un postaccio, anzi, ho sempre amato quei postiNickognito ha scritto:Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
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Re: E il lavoro dov'è?
Spero fosse ironico.ciccio ha scritto:non è assolutamente un postaccio, anzi, ho sempre amato quei postiNickognito ha scritto:Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
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Re: E il lavoro dov'è?
balbysauro ha scritto:non scriverlo, che ti arrivano subito 100 curriculumalessandro ha scritto: Poi non so, sono l’unico a pagare 1500/1600 euro al mese lavorando 6 ore al giorno, contributi tredicesima etc?
-99Nickognito ha scritto:Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
Il lavoro su turni puo' danneggiare le famiglie, ma anche agevolarle. Danneggia solo le famiglie ricche. Ma chi ha problemi con figli e o non ha l' asilo, o deve andarli a prendere alle tre, o ha da fare una cosa con loro la mattina, e cosi' via, lavorare su turni conviene, anche perche' chi ha figli ha la priorita' di scelta. Come e' un vantaggio avere la mattina libera e accompagnare il babbo vecchio per commissioni. Come e' un vantaggio non dover passare tutto il tempo libero con moglie o marito e scoppiare
Re: E il lavoro dov'è?
no, escluso l'inverno che è di una tristezza unica, a me piace líalessandro ha scritto:Spero fosse ironico.ciccio ha scritto:non è assolutamente un postaccio, anzi, ho sempre amato quei postiNickognito ha scritto:Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
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Re: E il lavoro dov'è?
Sono discorsi normali, non eccezioni cruente. Il piccolo proprietario si permette quasi sempre cose che il capo della grande azienda non si permette. Ha piu' possibilita' di essere cattivo, meno controlli, piu' contatto diretto col dipendente, piu' probabilita' di ricattarlo, i sindacati di lui se ne fregano, piu' possibilita' di essere a nero, di una irregolarita' nel contratto. Poi sta al suo buon cuore, certo.alessandro ha scritto:
Certo, meglio di lavorare a 600 euro al mese a 20 gradi sotto zero,
L'abuso in ufficio o laboratorio nella piccola attivita' commerciale e' la regola, non l' eccezione. Lavorare all' aperto con dieci sottozero e' la norma per mille lavori, non l' eccezione.
La grande azienda ha altri problemi, magari chiudono l'attivita' e ti licenziano perche' vanno in un paese diverso, o magari non ti alzano mai lo stipendio perche' serve l' autorizzazone di 7 persone diverse che nemmeno ti conoscono. E cosi' via.
Ma la grande azienda da piu' garanzie sulla regolarita' di uno stipendio minimo accettabile, pagato in tempo, contributi e ferie regolari, un minore rischio di abuso a livello personale, e cosi' via. Poi nella piccola azienda in cui tutto e' perfetto e tutti sono carini, beh, quello del tutto nella grande non lo trovi mai. Ma per me gli inferni sono quasi sempre nelle piccole aziende, e sono molti, non eccezioni, anche i paradisi probabilmente, le grandi multinazionali sono in genere deli accettabili purgatori e, comunque, mal che vada diventi come uno dei milioni di disoccupati. Cosa che dovrebbe succedermi presto, stanno testando il software che prende il mio posto
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Re: E il lavoro dov'è?
alessandro ha scritto:Spero fosse ironico.ciccio ha scritto:non è assolutamente un postaccio, anzi, ho sempre amato quei postiNickognito ha scritto:Alessandro, se mi offri un indeterminato a 1600 euro al mese sei ore al giorno, nonostante il postaccio dove abiti, io considero seriamente di licenziarmi e venire da te. Mi puoi lasciare anche tutti i Natali
Un postaccio per me. Io amo le grandi citta' e traslocherei a qui per stare con mio padre, a Firenze. Stare una piccola citta' lontana ore da Firenze (a un certo costo) sarebbe qualcosa che non mi piace, che pero' considererei per l'eccezionale compenso che offri
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Re: E il lavoro dov'è?
Alessandro, io lo farei per il posto non per i soldi, prendi me!
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Re: E il lavoro dov'è?
Boh, i voluttuari sono tutti, non solo gli alberghi, anche i centri commerciali.ciccio ha scritto: cinque arance mangio e cinque restano, se ne magio sette divento un baule
se vado in albergo il fine settimana invece le cose cambiano perché non è che vado in albergo giovedì e venerdì
se si vuole aumentare i normali consumi non lo si ottiene, se si vuole aumentare i voluttuari forse si, un pochino, visto che di soldi in tasca ce ne sono pochi in giro, ma finisce la pacchia a breve e medio termine, le famiglie sono ai limiti, quello si ha e quello si spende. Se poi una pacca di consumismo crei maggior benessere in generale non lo só, puó essere, sono negato in economia
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Un negozio serve per far contenti i clienti, dei negozi che non soddisfano i clienti e pretendono leggi che li danneggino faccio anche a meno. Se chiudono, pazienza.
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Re: E il lavoro dov'è?
Ovviamente se davvero mi inviti a un colloquio, io amo il Garda, anzi, ci verrei anche gratis, il mio luogo ideale, trasmetterei questo entusiasmo a tutti i turisti.madmarat ha scritto:Alessandro, io lo farei per il posto non per i soldi, prendi me!
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Re: E il lavoro dov'è?
-98madmarat ha scritto:Alessandro, io lo farei per il posto non per i soldi, prendi me!
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Re: E il lavoro dov'è?
Secondo me qui c’è un livello di vita molto buono, la cose funzionano, il lago è molto bello anche d’inverno con lo sfondo dei monti imbiancati, nei paesini, tanti servizi, piscine, campi da tennis, locali etc. A mezz’ora da Brescia e Verona un’ora scarsa in treno da milano.
Qui si vive bene, ottime scuole, sanità, pulizia , poca criminalità e un benessere diffuso. Clima ottimo.
Certo, se a uno piace vivere in una metropoli... che poi se uno vive in una città di milioni di abitanti per stare tappato in appartamento da solo col gatto...
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Re: E il lavoro dov'è?
balbysauro ha scritto:-98madmarat ha scritto:Alessandro, io lo farei per il posto non per i soldi, prendi me!
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