Non c'è limite al peggio
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Re: Non c'è limite al peggio
Una cosa che in Italia non manca (nord o sud che sia) è la capacità di cancellare dalla memoria ogni cosa.
Pezzo e attore ottimi.
Tra l’altro i veneti in particolare hanno dimenticato quando prima dell’arrivo dei meridionali erano loro a scappare dalla povertà andando in Lombardia o in Sudamerica, Svizzera Germania. Mio zio aveva il biglietto per l’australia Da ragazzino (oggi ottantenne) ma non ha avuto all’ultimo il coraggio di lasciare per sempre la famiglia. I miei nonni dalla provincia padovana hanno cercato lavoro a milano. Ma c’è sempre uno più immigrati di noi. Oggi i marocchini in Italia da 10/20 anni dicono le stesse cose che dicevano i veneti dei terroni, l’obieattivo sono i “negri” sui barconi, “arrivano e pretendono quello che noi ci siamo sudati con anni di lavoro”.
Pezzo e attore ottimi.
Tra l’altro i veneti in particolare hanno dimenticato quando prima dell’arrivo dei meridionali erano loro a scappare dalla povertà andando in Lombardia o in Sudamerica, Svizzera Germania. Mio zio aveva il biglietto per l’australia Da ragazzino (oggi ottantenne) ma non ha avuto all’ultimo il coraggio di lasciare per sempre la famiglia. I miei nonni dalla provincia padovana hanno cercato lavoro a milano. Ma c’è sempre uno più immigrati di noi. Oggi i marocchini in Italia da 10/20 anni dicono le stesse cose che dicevano i veneti dei terroni, l’obieattivo sono i “negri” sui barconi, “arrivano e pretendono quello che noi ci siamo sudati con anni di lavoro”.
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Re: Non c'è limite al peggio
Mi è successa la stessa cosa ieri con un commento dal contenuto palesemente sarcastico che ho postato sull'Instagram di Repubblica (l'avevo condito di !!1!!1 ed errori grammaticali pacchiani perché si capisse che era ironico-perculatorio nelle intenzioni). In due parole, attaccavo quelli che contestavano la scelta della Egonu come icona della nazionale di pallavolo.balbysauro ha scritto:Su facebook un mio amico, giornalista e scrittore, scrive un breve (non per gli standard dei social) pezzo, in cui si chiede come sia possibile che un meridionale voti Salvini.
Per farlo ricorda, utilizzando un tono satirico, quando erano i meridionali ad andare in Piemonte, dove abita, ed erano loro vittima di un razzismo più o meno esplicito o strisciante. E tira fuori tutti i luoghi comuni del tempo.
Conclude così, ad esempio:
Però io sono del nord, e mi ricordo, terroni, che ci facevate proprio schifo. Forse non ve l’abbiamo detto abbastanza, non siamo stati efficaci, perché aveste saputo con quanto disprezzo siete stati nostro malgrado accolti, forse oggi non votereste Salvini, avreste timore soltanto a nominarlo, il ministro dell’Interno. Invece mi pare che lo votiate senza problemi.
Secondo me, terroni, dovreste vergognarvi a votare Salvini.
Almeno quanto noi del nord, certo, dovremmo vergognarci anche soltanto per averle pensate, certe cose. Quelli sono conti nostri che continuiamo a fare, o almeno: che qualcuno nel privato fa. Ma voi, terroni, Salvini proprio no.
Apriti cielo! Il popolo del web (scusate la locuzione da Studio Aperto ) si divide a metà tra chi capisce ed elogia il pezzo che stigmatizza il razzismo di ogni colore e latitudine e chi non capisce e pensa che lui stia veramente insultando i meridionali, con contorno di minacce all'autore, violenza verbale e quant'altro.
Un vero manifesto all'analfabetismo funzionale. Anzi, probabilmente quando escono statistiche sul fatto che siano analfabeti funzionali il 54% degli italiani, la stima è per difetto.
Risultato, la metà di chi ha risposto mi ha dato del razzista filonazista
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Re: Non c'è limite al peggio
Ma della vicenda dell'omicidio di Jamal Khashoggi nessuno qui parla?
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Re: Non c'è limite al peggio
Avevo menzionato in questo topic i lavori di ristrutturazione, ma a volte la cosa diventa tragica. Hanno assassinato il marito e il figlio di una mia ex insegnante per i troppi rumori dei loro lavori...
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Non c'è limite al peggio
vivi a Erba ora?
hanno rilasciato Rosa e Olindo?
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Re: Non c'è limite al peggio
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Re: Non c'è limite al peggio
Nickognito ha scritto:Avevo menzionato in questo topic i lavori di ristrutturazione, ma a volte la cosa diventa tragica. Hanno assassinato il marito e il figlio di una mia ex insegnante per i troppi rumori dei loro lavori...
Re: Non c'è limite al peggio
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Re: Non c'è limite al peggio
E allora i casalesi?
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Re: Non c'è limite al peggio
Non buttiamola in politica e niente battute per favore. Qua si parla di una ragazzina drogata e violentata per 20 ore fino a farla morire. Per cortesia.uglygeek ha scritto:E allora i casalesi?
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Re: Non c'è limite al peggio
Non era una battuta. Anticipavo quello che ti risponderanno altri...chiaky ha scritto:Non buttiamola in politica e niente battute per favore. Qua si parla di una ragazzina drogata e violentata per 20 ore fino a farla morire. Per cortesia.uglygeek ha scritto:E allora i casalesi?
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Re: Non c'è limite al peggio
Se lo faranno si qualificheranno da soli. Tu non anticipare nulla, che non ha senso.uglygeek ha scritto:Non era una battuta. Anticipavo quello che ti risponderanno altri...chiaky ha scritto:Non buttiamola in politica e niente battute per favore. Qua si parla di una ragazzina drogata e violentata per 20 ore fino a farla morire. Per cortesia.uglygeek ha scritto: E allora i casalesi?
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Re: Non c'è limite al peggio
Terribile.
A volte vacilla la convinzione di principio contro la pena di morte.
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Re: Non c'è limite al peggio
https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola ... 64056.html
La povera ragazzina è cresciuta in un ambiente di degrado, il padre è uno spacciatore che controlla il traffico di droga nel paese di Cisterna e che ha ordinato di non vendere più droga alla figlia, questa si riforniva quindi a Roma. Conosceva e frequentava quindi ambienti e persone pericolose. A 16 anni.
I problemi sono molti.
1) a 16 anni la famiglia o una rete sociale dovrebbe darti luoghi e compagnie diverse. Dovrebbe esserci una rete anche pubblica che aiuti le famiglie più fragili.
2) ambienti degradati come case abbandonate piene di drogati e spacciatori che la fanno da padroni non dovrebbero esistere. Serve il controllo del territorio.
3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
La povera ragazzina è cresciuta in un ambiente di degrado, il padre è uno spacciatore che controlla il traffico di droga nel paese di Cisterna e che ha ordinato di non vendere più droga alla figlia, questa si riforniva quindi a Roma. Conosceva e frequentava quindi ambienti e persone pericolose. A 16 anni.
I problemi sono molti.
1) a 16 anni la famiglia o una rete sociale dovrebbe darti luoghi e compagnie diverse. Dovrebbe esserci una rete anche pubblica che aiuti le famiglie più fragili.
2) ambienti degradati come case abbandonate piene di drogati e spacciatori che la fanno da padroni non dovrebbero esistere. Serve il controllo del territorio.
3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
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Re: Non c'è limite al peggio
alessandro ha scritto:https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola ... 64056.html
La povera ragazzina è cresciuta in un ambiente di degrado, il padre è uno spacciatore che controlla il traffico di droga nel paese di Cisterna e che ha ordinato di non vendere più droga alla figlia, questa si riforniva quindi a Roma. Conosceva e frequentava quindi ambienti e persone pericolose. A 16 anni.
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1) a 16 anni la famiglia o una rete sociale dovrebbe darti luoghi e compagnie diverse. Dovrebbe esserci una rete anche pubblica che aiuti le famiglie più fragili.
2) ambienti degradati come case abbandonate piene di drogati e spacciatori che la fanno da padroni non dovrebbero esistere. Serve il controllo del territorio.
3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
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Re: Non c'è limite al peggio
Mai avuto dubbi in propositoalessandro ha scritto:Terribile.
A volte vacilla la convinzione di principio contro la pena di morte.
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Re: Non c'è limite al peggio
Pena di morte che è provato essere un deterrente efficace contro la criminalità, nei paesi in cui è adottata. Sissì.
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Re: Non c'è limite al peggio
Non ho le basi e le competenze storiche per affrontare l'argomento (che meriterebbe di essere conosciuto nel dettaglio), ma riprendo un po' quanto si accennava con Balby e Nickognito nel topic del limite al meglio.
Diciamo che la mia è più che altro una impressione: mi pare che il ragionamento attorno alla pena di morte sia davvero una secolare riflessione che ha peculiarità cristiana (della parte migliore del cristianesimo) e che sboccia poi con l'illuminismo (la parte migliore dell'illuminismo). Mi pare insomma essere forse l'esempio più lampante di come alcuni aspetti della visione cristiana dell'esistenza, una volta sedimentati ed assunti, abbiano dato frutto a qualcosa di piuttosto unico nella storia dell'umanità, e che forse va oltre quella "golden rule", che si intende comune a tutte le civiltà ed a tutte le culture, cui indirettamente accennava Balby.
Ma ripeto, è un mia impressione.
Diciamo che la mia è più che altro una impressione: mi pare che il ragionamento attorno alla pena di morte sia davvero una secolare riflessione che ha peculiarità cristiana (della parte migliore del cristianesimo) e che sboccia poi con l'illuminismo (la parte migliore dell'illuminismo). Mi pare insomma essere forse l'esempio più lampante di come alcuni aspetti della visione cristiana dell'esistenza, una volta sedimentati ed assunti, abbiano dato frutto a qualcosa di piuttosto unico nella storia dell'umanità, e che forse va oltre quella "golden rule", che si intende comune a tutte le civiltà ed a tutte le culture, cui indirettamente accennava Balby.
Ma ripeto, è un mia impressione.
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Re: Non c'è limite al peggio
E' anche una mia impressione.
In generale si e' contro la pena di morte, perche' non sarebbe il nostro diritto quello di decidere sulla vita, nel decidere quando finisce, qualcosa di molto cristiano.
In realta' io sono contro la pena di morte principalmente per altri motivi, mentre quello di cui sopra mi sembra un motivo un po' debole. Debole perche' accettiamo l'uccisione di esseri umani in molti casi: il principale, la guerra (anche nei suoi effetti collaterali, compresa la morte di civili), ma anche altro. Per dire, non rendendo illegali le automobili, accettiamo implicitamente di uccidere qualcuno come effetto collaterale. Oppure lo accettiamo non spendendo troppi soldi per la ricerca su una malattia rara mortale. Se muore anche uno stupratore assassino ogni tanto, non mi sembra un gran problema.
Il motivo per cui sono contro la pena di morte e' che non serve. Le statistiche dimostrano come la pena di morte non funzioni come deterrente contro il crimine. La vendetta e' un sentimento negativo per la societa' ed assecondarla non darebbe nessun vantaggio. L'unico vantaggio sarebbe una riduzione di un qualche milionesimo di spesa per i detenuti, e davvero non vale molto la pena. Ma non si vede nemmeno quale dovrebbe essere un motivo giuridico logico per dire che uno meriti la morte.
Su stupratori e assassini: mi ha molto stupito leggere che qualcuno, adesso, non dovrebbe dire che questi hanno fatto queste cose orribili perche' vivevano in condizioni difficili, magari da parte di qualche amico degli immigrati. Credo invece che sarebbe sempre oppurtuno, per immigrati o autoctoni o chiunque, capire quali sono i problemi che stanno dietro questi crimini, per poterli prevenire meglio. Per quanto lo stupro sia la cosa che mi da' istintivamente piu' orrore (devo ammettere, piu' quello in cui la vittima e' cosciente, ma comunque), pero' mi sembra abbastana chiaro che sia la voglia di stuprare che di uccidere faccia abbastanza parte della nostra natura. Che e' anche, spesso e certo non solo, cattiva. Sono tragedie che dovremmo cercare di impedire, che di certo suscitano orrore e pieta', ma non capisco mai a cosa serva inveire contro i cattivi, al di la' dei normali istinti (pure naturali e cattivi) di vendetta contro di loro, che di certo avrei anche io se li incontrassi.
In generale si e' contro la pena di morte, perche' non sarebbe il nostro diritto quello di decidere sulla vita, nel decidere quando finisce, qualcosa di molto cristiano.
In realta' io sono contro la pena di morte principalmente per altri motivi, mentre quello di cui sopra mi sembra un motivo un po' debole. Debole perche' accettiamo l'uccisione di esseri umani in molti casi: il principale, la guerra (anche nei suoi effetti collaterali, compresa la morte di civili), ma anche altro. Per dire, non rendendo illegali le automobili, accettiamo implicitamente di uccidere qualcuno come effetto collaterale. Oppure lo accettiamo non spendendo troppi soldi per la ricerca su una malattia rara mortale. Se muore anche uno stupratore assassino ogni tanto, non mi sembra un gran problema.
Il motivo per cui sono contro la pena di morte e' che non serve. Le statistiche dimostrano come la pena di morte non funzioni come deterrente contro il crimine. La vendetta e' un sentimento negativo per la societa' ed assecondarla non darebbe nessun vantaggio. L'unico vantaggio sarebbe una riduzione di un qualche milionesimo di spesa per i detenuti, e davvero non vale molto la pena. Ma non si vede nemmeno quale dovrebbe essere un motivo giuridico logico per dire che uno meriti la morte.
Su stupratori e assassini: mi ha molto stupito leggere che qualcuno, adesso, non dovrebbe dire che questi hanno fatto queste cose orribili perche' vivevano in condizioni difficili, magari da parte di qualche amico degli immigrati. Credo invece che sarebbe sempre oppurtuno, per immigrati o autoctoni o chiunque, capire quali sono i problemi che stanno dietro questi crimini, per poterli prevenire meglio. Per quanto lo stupro sia la cosa che mi da' istintivamente piu' orrore (devo ammettere, piu' quello in cui la vittima e' cosciente, ma comunque), pero' mi sembra abbastana chiaro che sia la voglia di stuprare che di uccidere faccia abbastanza parte della nostra natura. Che e' anche, spesso e certo non solo, cattiva. Sono tragedie che dovremmo cercare di impedire, che di certo suscitano orrore e pieta', ma non capisco mai a cosa serva inveire contro i cattivi, al di la' dei normali istinti (pure naturali e cattivi) di vendetta contro di loro, che di certo avrei anche io se li incontrassi.
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Re: Non c'è limite al peggio
Non me ne importa un kazzo. Intanto quello, certe cose, non le fa più. E delle statistiche me ne frego altamenteNK7 ha scritto:Pena di morte che è provato essere un deterrente efficace contro la criminalità, nei paesi in cui è adottata. Sissì.
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Re: Non c'è limite al peggio
Non fa una grinza in effetti. Chapeau.
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Re: Non c'è limite al peggio
E più banalmente perché può condurre e ha condotto a questi (e chissà quanti altri) abomini:Nickognito ha scritto: Il motivo per cui sono contro la pena di morte e' che non serve. Le statistiche dimostrano come la pena di morte non funzioni come deterrente contro il crimine. La vendetta e' un sentimento negativo per la societa' ed assecondarla non darebbe nessun vantaggio. L'unico vantaggio sarebbe una riduzione di un qualche milionesimo di spesa per i detenuti, e davvero non vale molto la pena. Ma non si vede nemmeno quale dovrebbe essere un motivo giuridico logico per dire che uno meriti la morte.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/George_Stinney
Ma a Rodella non importa un kazzo, e delle statistiche se ne frega altamente.
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Re: Non c'è limite al peggio
Puoi dirlo forteNK7 ha scritto:E più banalmente perché può condurre e ha condotto a questi (e chissà quanti altri) abomini:Nickognito ha scritto: Il motivo per cui sono contro la pena di morte e' che non serve. Le statistiche dimostrano come la pena di morte non funzioni come deterrente contro il crimine. La vendetta e' un sentimento negativo per la societa' ed assecondarla non darebbe nessun vantaggio. L'unico vantaggio sarebbe una riduzione di un qualche milionesimo di spesa per i detenuti, e davvero non vale molto la pena. Ma non si vede nemmeno quale dovrebbe essere un motivo giuridico logico per dire che uno meriti la morte.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/George_Stinney
Ma a Rodella non importa un kazzo, e delle statistiche se ne frega altamente.
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Re: Non c'è limite al peggio
Meraviglioso questo Rodella, non lo ricordavo. Uno che della morte di un bambino innocente di 15 anni se ne sbatte altamente. E io che pensavo più in basso dei troll non si potesse scendere.
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Re: Non c'è limite al peggio
Vedi qual è il tuo problema ? Prendere un discorso, toglierlo dal contesto, ritagliarlo su una tua furiosa ricerca su wikipedia di un errore giudiziario, e costruirci sopra una bella storiellina del mostro che se ne frega della morte di un quindicenne innocente.NK7 ha scritto:Meraviglioso questo Rodella, non lo ricordavo. Uno che della morte di un bambino innocente di 15 anni se ne sbatte altamente. E io che pensavo più in basso dei troll non si potesse scendere.
Ti ho detto che ammazzerei uno preso a caso ? No. Ti ho detto che impiccherei uno senza processo ? Nemmeno. Ti ho detto che non aspetterei tutti i gradi di giudizio ? Neanche.
Vuoi che ti faccia dei nomi ? Pietro Maso. Luigi Chiatti. Angelo Izzo. Rosa e Olindo. Vado avanti o ti è chiaro il concetto ? (dubito)
Ecco, tutti questi io li ammazzo. E delle tue statistiche, ribadisco, me ne fotto.
Rientrare tra i tuoi ignore, viste le tue idee (ed i tuoi idoli cestistici, per inciso) per me sarebbe un onore (tanto, per quel che scrivo qui dentro....)
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Re: Non c'è limite al peggio
Visto il livello, non 'sta gran perdita.Marco Rodella ha scritto:tanto, per quel che scrivo qui dentro....
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Re: Non c'è limite al peggio
Ma e' proprio vero che il cristianesimo aborre la pena di morte, o e' piu' un'idea illuminista? Nella Citta' del vaticano la pena di morte e' stata legale dal 1929 al 1969 e formalmente abolita solo nel 2001 ma questo e' un dettaglio. Ma non sarebbe Dio stesso ad avere imposto un sacrificio umano, anche cruento, di se stesso come espiazione dei peccati dell'uomo?Gios ha scritto:Diciamo che la mia è più che altro una impressione: mi pare che il ragionamento attorno alla pena di morte sia davvero una secolare riflessione che ha peculiarità cristiana (della parte migliore del cristianesimo) e che sboccia poi con l'illuminismo (la parte migliore dell'illuminismo).
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Re: Non c'è limite al peggio
Che chi delinque debba andare in carcere mi sembra una considerazione un po' banale, scusami. Ma l'idea che se straniero debba essere rimpatriato e' peculiare... volevi dire dopo che ha scontato la pena, non immediatamente, immagino? A parte che fino a tre gradi di giudizio non puoi dire che una persona abbia davvero commesso un delitto, quindi non puoi espellerla.alessandro ha scritto: 3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
Ma se uno straniero che delinque, stupra e uccide nel paese X viene rimpatriato nel suo paese Y, che ragioni ha il paese Y di tenerlo in carcere piuttosto che lasciarlo libero e farlo emigrare ancora? Al massimo evitera' di tornare nel paese X e andra' a delinquere da un'altra parte, no? Oppure potra' tornare nel paese X con un altro nome, tanto chi controlla?
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Re: Non c'è limite al peggio
Il cristianesimo generalmente e' stato storicamente favorevole alla pena di morte. Cio' nonostante ci sono pensatori cristiani, diversi, che ad essa si opponevano. In diversi modi (in diversi dicevano che era teoricamente accettabile, ma era meglio non farlo). Sant'Ambrogio, per esempio. Ma anche Sant'Agostino era favorevole solo nel senso che e' lecita solo nei casi in cui non esiste altro modo di evitare il crimine futuro, non come punizione.uglygeek ha scritto:Ma e' proprio vero che il cristianesimo aborre la pena di morte, o e' piu' un'idea illuminista?Gios ha scritto:Diciamo che la mia è più che altro una impressione: mi pare che il ragionamento attorno alla pena di morte sia davvero una secolare riflessione che ha peculiarità cristiana (della parte migliore del cristianesimo) e che sboccia poi con l'illuminismo (la parte migliore dell'illuminismo).
Ma poi per me il discorso e' piu' complesso per due motivi. Il primo, semplicemente, e' che per me l'Illuminismo ha esso stesso profonde radice cristiane (del resto, e' normale, in quel mondo).
Il secondo e' che il senso della pena di morte era, principalmente, quello di allestire uno spettacolo pubblico. La pena di morte era pubblica e spesso anche in processo. In piazza, davanti al popolo. Il senso era di impartire insegnamenti pubblici, esporre la potenza del potere davanti al popolo.
Poi il modo di gestire il potere e' cambiato, il popolo era piu' restio a certi spettacoli e si voleva evitare che simpatizzasse per il reo, considerandolo come un essere umano, quindi la pena e' diventata privata, nascosta, e il reo e' rimasto il cattivo, il mostro, e il teatro della pena capitale ha avuto meno senso.
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Re: Non c'è limite al peggio
Si, dopo i tre gradi di giudizio e dopo aver scontato la pena ammeno che non si possano fare accordi per cui sconti la pena nel suo paese.uglygeek ha scritto:Che chi delinque debba andare in carcere mi sembra una considerazione un po' banale, scusami. Ma l'idea che se straniero debba essere rimpatriato e' peculiare... volevi dire dopo che ha scontato la pena, non immediatamente, immagino? A parte che fino a tre gradi di giudizio non puoi dire che una persona abbia davvero commesso un delitto, quindi non puoi espellerla.alessandro ha scritto: 3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
Ma se uno straniero che delinque, stupra e uccide nel paese X viene rimpatriato nel suo paese Y, che ragioni ha il paese Y di tenerlo in carcere piuttosto che lasciarlo libero e farlo emigrare ancora? Al massimo evitera' di tornare nel paese X e andra' a delinquere da un'altra parte, no? Oppure potra' tornare nel paese X con un altro nome, tanto chi controlla?
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Re: Non c'è limite al peggio
Allora non immediatamente. Gli accordi per scontare la pena nel loro paese li puoi fare con la Gran Bretagna, forse, certo non con la Nigeria o il Gambia, paesi dove anche a volersi fidare di chi comanda adesso (e non vedo perche' dovremmo) c'e' un golpe ogni tanto e chi arriva al potere svuota le prigioni e le riempie con quelli che comandavano prima.alessandro ha scritto:Si, dopo i tre gradi di giudizio e dopo aver scontato la pena ammeno che non si possano fare accordi per cui sconti la pena nel suo paese.uglygeek ha scritto:Che chi delinque debba andare in carcere mi sembra una considerazione un po' banale, scusami. Ma l'idea che se straniero debba essere rimpatriato e' peculiare... volevi dire dopo che ha scontato la pena, non immediatamente, immagino? A parte che fino a tre gradi di giudizio non puoi dire che una persona abbia davvero commesso un delitto, quindi non puoi espellerla.alessandro ha scritto: 3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
Ma se uno straniero che delinque, stupra e uccide nel paese X viene rimpatriato nel suo paese Y, che ragioni ha il paese Y di tenerlo in carcere piuttosto che lasciarlo libero e farlo emigrare ancora? Al massimo evitera' di tornare nel paese X e andra' a delinquere da un'altra parte, no? Oppure potra' tornare nel paese X con un altro nome, tanto chi controlla?
Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no? E' proprio l'idea del rimpatrio come soluzione alla delinquenza degli immigrati che non ha molto senso secondo me. Il rimpatrio non esiste, porti uno alla frontiera o in aereo nel suo paese, (o piu' spesso gli dai solo un foglio di carta che dice che deve lasciare il paese) e quello se vuole ritorna tanto le frontiere sono aperte perche' c'e' il calo demografico e il paese invecchia.
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Re: Non c'è limite al peggio
Perfetto ! Come i rimpatri dei presunti terroristi: se lo fai, questo smette di essere un terrorista ?uglygeek ha scritto: Allora non immediatamente. Gli accordi per scontare la pena nel loro paese li puoi fare con la Gran Bretagna, forse, certo non con la Nigeria o il Gambia, paesi dove anche a volersi fidare di chi comanda adesso (e non vedo perche' dovremmo) c'e' un golpe ogni tanto e chi arriva al potere svuota le prigioni e le riempie con quelli che comandavano prima.
Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no? E' proprio l'idea del rimpatrio come soluzione alla delinquenza degli immigrati che non ha molto senso secondo me. Il rimpatrio non esiste, porti uno alla frontiera o in aereo nel suo paese, (o piu' spesso gli dai solo un foglio di carta che dice che deve lasciare il paese) e quello se vuole ritorna tanto le frontiere sono aperte perche' c'e' il calo demografico e il paese invecchia.
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Re: Non c'è limite al peggio
che dobbiamo pagare vitto e alloggio a vita a un immigrato che non ha mai fatto nulla se non efferati crimini, penso che quello cambi.uglygeek ha scritto: Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no?
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Re: Non c'è limite al peggio
Se uno delinque e sconta la pena io lo rimanderei al suo paese. Cosa c’entra il calo demografico?uglygeek ha scritto:Allora non immediatamente. Gli accordi per scontare la pena nel loro paese li puoi fare con la Gran Bretagna, forse, certo non con la Nigeria o il Gambia, paesi dove anche a volersi fidare di chi comanda adesso (e non vedo perche' dovremmo) c'e' un golpe ogni tanto e chi arriva al potere svuota le prigioni e le riempie con quelli che comandavano prima.alessandro ha scritto:Si, dopo i tre gradi di giudizio e dopo aver scontato la pena ammeno che non si possano fare accordi per cui sconti la pena nel suo paese.uglygeek ha scritto: Che chi delinque debba andare in carcere mi sembra una considerazione un po' banale, scusami. Ma l'idea che se straniero debba essere rimpatriato e' peculiare... volevi dire dopo che ha scontato la pena, non immediatamente, immagino? A parte che fino a tre gradi di giudizio non puoi dire che una persona abbia davvero commesso un delitto, quindi non puoi espellerla.
Ma se uno straniero che delinque, stupra e uccide nel paese X viene rimpatriato nel suo paese Y, che ragioni ha il paese Y di tenerlo in carcere piuttosto che lasciarlo libero e farlo emigrare ancora? Al massimo evitera' di tornare nel paese X e andra' a delinquere da un'altra parte, no? Oppure potra' tornare nel paese X con un altro nome, tanto chi controlla?
Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no? E' proprio l'idea del rimpatrio come soluzione alla delinquenza degli immigrati che non ha molto senso secondo me. Il rimpatrio non esiste, porti uno alla frontiera o in aereo nel suo paese, (o piu' spesso gli dai solo un foglio di carta che dice che deve lasciare il paese) e quello se vuole ritorna tanto le frontiere sono aperte perche' c'e' il calo demografico e il paese invecchia.
Poi non si può fare l’errore che fanno certi razzisti imbecilli e pensare che siccome uno delinque allora sono tutti delinquenti. Come pensare che siccome 4 carabinieri ammazzano di botte un ragazzo indifeso e i colleghi e superiori insabbiano tutto allora tutti i carabinieri sono delinquenti.
La responsabilità penale è personale. Tutti hanno diritto a un processo giusto ed completo, hanno poi l’onere di scontare la pena.
Uno stato poi ha anche il diritto di espellere e dichiarare indesiderata una certa persona.
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Re: Non c'è limite al peggio
Se l'alternativa e' mandarli liberi a casa loro...Nickognito ha scritto:che dobbiamo pagare vitto e alloggio a vita a un immigrato che non ha mai fatto nulla se non efferati crimini, penso che quello cambi.uglygeek ha scritto: Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no?
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Re: Non c'è limite al peggio
Si' ma tu puoi rimandarlo al suo paese, ma poi lui se vuole torna perche' alla frontiera non ci sono controlli: basta che si imbarchi su un barcone e dia un altro nome. Il rimpatrio ha senso se lo fa l'Australia, allora si' che tornare e' un casino, non se lo fa l'Italia.alessandro ha scritto:Se uno delinque e sconta la pena io lo rimanderei al suo paese. Cosa c’entra il calo demografico?uglygeek ha scritto:Allora non immediatamente. Gli accordi per scontare la pena nel loro paese li puoi fare con la Gran Bretagna, forse, certo non con la Nigeria o il Gambia, paesi dove anche a volersi fidare di chi comanda adesso (e non vedo perche' dovremmo) c'e' un golpe ogni tanto e chi arriva al potere svuota le prigioni e le riempie con quelli che comandavano prima.alessandro ha scritto:
Si, dopo i tre gradi di giudizio e dopo aver scontato la pena ammeno che non si possano fare accordi per cui sconti la pena nel suo paese.
Ma poi qui non parliamo di persone che dal carcere non dovrebbero uscire prima dei 70 anni almeno, se non sperabilmente mai? A quel punto cosa cambia se rimangono in Italia o no? E' proprio l'idea del rimpatrio come soluzione alla delinquenza degli immigrati che non ha molto senso secondo me. Il rimpatrio non esiste, porti uno alla frontiera o in aereo nel suo paese, (o piu' spesso gli dai solo un foglio di carta che dice che deve lasciare il paese) e quello se vuole ritorna tanto le frontiere sono aperte perche' c'e' il calo demografico e il paese invecchia.
Poi non si può fare l’errore che fanno certi razzisti imbecilli e pensare che siccome uno delinque allora sono tutti delinquenti. Come pensare che siccome 4 carabinieri ammazzano di botte un ragazzo indifeso e i colleghi e superiori insabbiano tutto allora tutti i carabinieri sono delinquenti.
La responsabilità penale è personale. Tutti hanno diritto a un processo giusto ed completo, hanno poi l’onere di scontare la pena.
Uno stato poi ha anche il diritto di espellere e dichiarare indesiderata una certa persona.
Non dico che se uno delinque tutti sono delinquenti, il problema e' piu' sfumato, e' che l'immigrazione - specie in un paese dove comunque non c'e' molto lavoro - porta anche nel paese delinquenza in piu'. Non che l'Italia negli anni '70 senza stranieri fosse un paradiso, tutt'altro, ma e' comunque un problema in piu' che - per dire - in Giappone non hanno e poteva forse essere prevenuto.
Io poi non farei il paragone con i carabinieri perche' sara' anche vero che la maggior parte di loro sono galantuomini. Ma se le coperture e gli insabbiamenti partono dai vertici della gerarchia militare, e non e' nemmeno la prima volta che avvengono (vedi G8 di Genova) anche li' qualche domanda bisognerebbe farsela.
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Re: Non c'è limite al peggio
chiaky ha scritto:alessandro ha scritto:https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola ... 64056.html
La povera ragazzina è cresciuta in un ambiente di degrado, il padre è uno spacciatore che controlla il traffico di droga nel paese di Cisterna e che ha ordinato di non vendere più droga alla figlia, questa si riforniva quindi a Roma. Conosceva e frequentava quindi ambienti e persone pericolose. A 16 anni.
I problemi sono molti.
1) a 16 anni la famiglia o una rete sociale dovrebbe darti luoghi e compagnie diverse. Dovrebbe esserci una rete anche pubblica che aiuti le famiglie più fragili.
2) ambienti degradati come case abbandonate piene di drogati e spacciatori che la fanno da padroni non dovrebbero esistere. Serve il controllo del territorio.
3) chi delinque deve andare in carcere e se straniero deve essere rimpatriato immediatamente (dove possibile).
Re: Non c'è limite al peggio
Immagino però che in Giappone abbiano giovani autoctoni disposti a lavorare nelle piantagioni di riso e cereali, nella manodopera edile, nella raccolta di frutta e ortaggi, nell'industria pesante e via dicendo, tutte attività che quasi nessun italiano con un diploma di media superiore è più disposto a svolgere e non a caso monopolio quasi assoluto di stranieri (regolarmente sottopagati e sfruttati, ma è un altro discorso). Delle due, o hai una società ed un'economia completamente autosufficienti e in grado di provvedere da sé a soddisfare la domanda e offerta di lavoro o accetti di accogliere i contributi esterni. Che inevitabilmente in mezzo a migliaia di individui includono una percentuale di criminali.uglygeek ha scritto:Non dico che se uno delinque tutti sono delinquenti, il problema e' piu' sfumato, e' che l'immigrazione - specie in un paese dove comunque non c'e' molto lavoro - porta anche nel paese delinquenza in piu'. Non che l'Italia negli anni '70 senza stranieri fosse un paradiso, tutt'altro, ma e' comunque un problema in piu' che - per dire - in Giappone non hanno
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Re: Non c'è limite al peggio
Ma se uno ha precedenti, è schedato con tanto di foto e impronte, dare nome differente è inutile.Si' ma tu puoi rimandarlo al suo paese, ma poi lui se vuole torna perche' alla frontiera non ci sono controlli: basta che si imbarchi su un barcone e dia un altro nome.
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Re: Non c'è limite al peggio
In realta', come detto, il Giappone non e' autosufficiente e il governo giapponese cerca di favorite l'immigrazione. La differenza e' che si tratta di un'isola, peraltro poco attraente per chi vive nella regione, non vicina a paesi poveri. E che quindi arrivano immigrati solo per lavorare. In Italia e' evidente che gli immigrati commettano piu' crimini, in media, degli italiani, e che quei crimini, senza gli immigrati, non ci sarebbero. E' anche evidente che pero' la criminalita' sia in diminuzione in generale, e quindi in generale non aumenti con l'aumento di immigrati, e che sia legata all'immigrazione irregolare, o piu' in generale agli immigrati che non lavorano.NK7 ha scritto:Immagino però che in Giappone abbiano giovani autoctoni disposti a lavorare nelle piantagioni di riso e cereali, nella manodopera edile, nella raccolta di frutta e ortaggi, nell'industria pesante e via dicendo, tutte attività che quasi nessun italiano con un diploma di media superiore è più disposto a svolgere e non a caso monopolio quasi assoluto di stranieri (regolarmente sottopagati e sfruttati, ma è un altro discorso). Delle due, o hai una società ed un'economia completamente autosufficienti e in grado di provvedere da sé a soddisfare la domanda e offerta di lavoro o accetti di accogliere i contributi esterni. Che inevitabilmente in mezzo a migliaia di individui includono una percentuale di criminali.uglygeek ha scritto:Non dico che se uno delinque tutti sono delinquenti, il problema e' piu' sfumato, e' che l'immigrazione - specie in un paese dove comunque non c'e' molto lavoro - porta anche nel paese delinquenza in piu'. Non che l'Italia negli anni '70 senza stranieri fosse un paradiso, tutt'altro, ma e' comunque un problema in piu' che - per dire - in Giappone non hanno
Ma anche l'immigrazione interna. Non capisco molto mai quando si paragona l'immigrazione dal meridione di qualche decennio fa, verso il nord, con quella di adesso, da parte di chi e' favorevole all'immigrazione. L'immigrazione dei calabresi in Piemonte, per dire, eccome se ha aumentato la criminalita'. Il Piemonte tutt'oggi e' la seconda regione della Ndrangheta, gestita in loco peraltro quasi solo da immigrati calabresi. Cosi' per fare un esempio.
Per cui penso che un settentrionale, ricordando l'immigrazione di decenni fa dal meridione, tanto piu' dovrebbe essere contro l'immigrazione di non italiani. Ma anche un meridionale, non si capisce bene perche' dovrebbe essere favorevole, solo perche' i suoi parenti sono pure immigrati e hanno fatto danno in passato. Insomma, se mio padre era un assassino, mica invito chi m vuole ammazzare a casa, non vedo il collegamento.
Diverso e' dire che l'immigrazione regolata fa davvero pochi danni e che me ne fotto dei danni, perche' siamo tutti esseri umani e che chi preferisce un umano all'altro a seconda della nazione in cui e' nato poi va all'inferno.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)