Ombra84 ha scritto:Magari chiedono l annessione agli USA
Formalmente non avverra' mai, ma di fatto forse si':
Un’isola alla deriva
Repubblica, 15 GENNAIO 2019
Dopo il "no" del Parlamento all'accordo con l'Ue, la Brexit sembra tornata al punto di partenza. Circolano tante ipotesi e nessuna certezza: ora tutto appare possibile
DI ENRICO FRANCESCHINI
E adesso dove andrà a finire il Regno Unito? Dopo la storica batosta subita da Theresa May al parlamento di Westminster, la domanda va presa alla lettera: bocciato l'accordo frutto di due anni e mezzo di negoziati con l'Unione europea, la Gran Bretagna somiglia a un'isola alla deriva, la Brexit sembra tornata al punto di partenza, circolano tante ipotesi e nessuna certezza. Nel futuro a breve termine tutto appare possibile: dimissioni della leader dei Tories, forse già oggi, se passerà il voto di sfiducia chiesto dall'opposizione; elezioni anticipate e nuovo premier (il laburista Jeremy Corbyn? il populista Boris Johnson?) a Downing Street; secondo referendum per ribaltare il risultato del primo; riapertura e prolungamento della trattativa con la Ue fino all'estate; senza tralasciare il rischio di un "no deal", un'uscita dall'Unione senza alcuna intesa, che ha scatenato una tragicomica corsa a provviste di alimentari, medicinali, cibo per cani. Sono, tuttavia, soltanto i mezzi per arrivare al fine: decidere, per dirla con l'amletico dilemma shakespeariano, se essere o non essere parte dell'Europa. Affrontarlo significa esaminare cinque possibili scenari a lungo termine sul destino geopolitico delle isole britanniche nel ventunesimo secolo.
Il primo è la "relazione speciale" con gli Stati Uniti in virtù di indissolubili legami storici, linguistici e militari. Erano stretti alleati nel D-day, quando nel 1944 americani e britannici sbarcarono insieme in Europa liberandola dal nazismo, possono esserlo altrettanto e di più dopo il B-day, se la Brexit produce un movimento in direzione opposta: Londra che abbandona il ruolo di "capitale morale" del continente appena al di là della Manica per ricongiungersi con la gemella New York dall'altro lato dell'Atlantico. Collocandola sempre più nell'orbita degli Usa, una hard Brexit farebbe della Gran Bretagna il cinquantunesimo stato virtuale degli Usa, compiacendo Trump e ultra-brexitiani, ma la ridurrebbe a colonia delle sue ex-colonie americane. Scenario analogo è il British Empire 2.0: chi ha bisogno di 500 milioni di europei, quando è accomunato a due miliardi e mezzo di persone, un terzo dell'umanità? Tale è la dimensione del Commonwealth, l'associazione delle ex-colonie dell'Impero britannico (America esclusa).
La regina Elisabetta resta tuttora capo di Stato di 16 dei 53 stati membri, fra cui Australia, Canada e Nuova Zelanda. Ma vari di questi chiedono di trasformarsi in repubblica dopo la morte dell'attuale sovrana; e l'India è troppo grande, ricca e influente per farsi mettere in ombra dal lontano Tamigi. Il maggior rischio della Brexit è tuttavia la disunione del regno: Scozia e Irlanda del Nord, le due regioni su quattro che nel referendum hanno votato per restare nella Ue, sono tentate di approfittarne per realizzare l'indipendenza. Sarebbe il passaggio da "Great" Britain a "Little" England, per fare la "Singapore europea", paradiso fiscale non tanto off-shore, a una manciata di chilometri dal continente. Con Elisabetta II e i suoi discendenti sul trono del Regno Disunito.
Se viceversa la Brexit fosse soft, come vorrebbero il leader laburista Jeremy Corbyn, auspicando un'unione doganale "modello Turchia", e una possibile maggioranza bipartisan, a favore di un "modello Norvegia" (fuori dalla Ue ma dentro il mercato comune), la Gran Bretagna potrebbe salvare l'unione nazionale e recitare la parte di più importante partner dei 27 della Ue: nessun altro fra i "satelliti" di Bruxelles, né Turchia né Norvegia, neppure la Svizzera, tantomeno Islanda o Liechtenstein, avrebbe un peso simile. Sarebbe il riconoscimento che la geografia ha valore quanto la storia e l'Europa è il suo vicino di casa fondamentale. Ma se si deve mantenere un forte legame con la Ue, quale è il senso della Brexit? Meglio rinunciarvi. Il quinto scenario, evocato da un nuovo referendum, è quello che fa sognare gli europeisti, compresi gli ex-premier Tony Blair e John Major. Parafrasando il celebre motto di Churchill sull'Urss, la Brexit si è rivelata un rebus avvolto in un mistero dentro un enigma: cancellarla comporterebbe problemi, ma potrebbe essere l'unica strada per uscire dal labirinto che ha creato.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.