Ho licenziato sbagliando, pero'. Non lo rifarei. Era una situazione particolare, c'era un luogo da rifondare, pieno di contrasti e inimicizie, ed ero in un paese nuovo consigliato male senza conoscere bene le leggi. Piu' di uno avrebbe vinto una eventuale causa.
Mi ricordo di avere licenziato:
- Un tizio in prova che proprio era incapace, con mille possibilita' avute, ma davvero un incapace, per quanto brava persona. E fin qui, ok.
- Una tizia nemmeno dipendente, semplicemente ho interrotto la collaborazione, dopo che per 7 mesi non riusci' a completare un compito facilissimo che ci vorrebbe un giorno. Pure qui, nulla da dire, ma era una signora che si mise a piangere....
- Ho licenziato un amico che era da solo sul luogo di lavoro per essersi assentato per accompagnare la ragazza mezz'ora. Eccessivo, quello, ma non fu proprio un licenziamento per quello, diciamo molti comportamenti non adeguati, anche se non gravi e contribuiva a rendere il luogo di lavoro problematico. Piu' che un licenziamento era un dire 'vattene' che e' meglio. Pero' non lo rifarei.
- Ho licenziato (illegalmente) una persona che doveva lavorare da solo e per tre notti di fila non si e' presentato senza avvertire. Non lo rifarei, non conoscevo la legge.
- Ho licenziato uno che voleva fare il capo senza esserlo e stressava tutti, dopo che una ragazza si e' messa a piangere a dirotto (forse mentendo, e' un'attrice) per essere importunata. Non sessualmente (il tipo era gay), ma insistendo che o sarebbe stata dalla sua parte o avrebbe avuto problemi. Pero' lui fu licenziato legalmente (tre mesi pagati, ma vai via subito).
- Ho licenziato (o meglio, detto all'agenzia di non mandarcela piu' da noi) una beccata a rubare piu' volte (li' e' stata dura, rischiando lei il visto nel paese)
- Non ho licenziato uno che mi avevano chiesto di licenziare per una serie di errori (qualcuno poteva essere pericoloso, tipo scordarsi chi era allergico al glutine) e che cercava di continuo nuovi lavori. Mi avevano chiesto di sostituirlo con la mia ragazza e io ho detto che non aveva fatto abbastanza errori e un richiamo era sufficiente.
- Non ho licenziato una che faceva da traduttrice e ci ingannava, falsificando le traduzioni a suo vantaggio.
- Non ho licenziato una che aveva problemi con tutte e che facevano di tutto per mandare via, litigi e cosi' via.
- Non ho licenziato una che ci ha provato molto con uno giovane (ma maggiorenne) pur essendo lei sposata e lui contrario ai tradimenti
- Ho convinto (sbagliando) uno a non licenziare un collega per ripetute offese a una collega del tutto politically non correct, quando in pratica dipendeva dalla mia opinione.
Tutto questo in pochi mesi, per fortuna solo un anno ho avuto queste possibilita'. Oggi mi comporterei diversamente.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)