Pitone ha scritto:Una riflessione a proposito delle conversioni, mi da solo spunto Aisha che però è un esempio emblematico.
Conosco e frequento musulmani, un mio amico vero l'ha sposata, matrimonio, parenti, vissuto tutto.
Nessuna differenza con noi, nessun velo, nessun abito tipico, magari evitavano di bere alcolici davanti ai genitori, come noi evitiamo alcuni comportamenti coi nostri.
Potrei tranquillamente essere musulmano anch'io come loro tenendo le stesse mie abitudini o quasi (il Ramadan è fattibile) se leggendo il Corano scoprissi affinità, lettura che mi son sempre ripromesso di affrontare sottolineo.
Allora mi colpiscono le sue prime dichiarazioni dove parla di conversione voluta nata dopo che chiese di poter leggere il Corano.
Perché difficilmente se non mai si vedono conversioni soft in queste situazioni? Mi chiedo perché non poter vedere arrivare una persona vestita all'occidentale come milioni di musulmani urlando sorridente 'Sono musulmano/a'.
Leggo il Corano, mi illumina, decido di farlo mio ma come sono ora, senza dover per forza tirare una riga sul passato, una riga sul mio fu nome.
Perché non capita?
C'è una sottile liaison con alcuni gruppi/sette che ti fanno abbandonare il passato, ti allontanano, abbattono le basi su cui hai costruito il tuo presente, cercano di cancellarti per abbracciare il nuovo credo. Cose che condanniamo normalmente ma in questi casi non si pone mai la domanda.
Non voglio dire che è accaduto in questo caso, anche se è innegabile sia una possibilità. Ma non è per il momento importante, la cosa che conta ora è la sua felicità.
Però rimane un mio pensiero che mi turba il non vedere mai conversioni soft, permettetemi occidentali.
La riflessione può essere corretta però Aisha non può essere in nessun modo un esempio emblematico a meno di non voler considerare 18 mesi di reclusione come una situazione tipo ed il fatto di cambiar nome non significa necessariamente tirare una riga sul proprio passato ma ha lo stesso valore del battesimo con il quale ti viene "imposto" il tuo nella religione cattolica.
Nuovo battesimo, nuovo nome di battesimo.
Per quanto possa valere statisticamente ho un ex collega, con il quale sono ancora sporadicamente in contatto, che ha fatto lo stesso percorso "quasi" nel modo in cui l'hai descritto, per amore.
Il "quasi" deriva del fatto che, avendo sempre vissuto in occidente, non ha mai indossato la dishdasha (che per gli inverni Lombardi ha saggiamente ritenuto poco pratica) limitandosi a farsi crescere la barba nella fase, permettimi la semplificazione, dell'entusiasmo inziale mentre dubito che Silvia/Aisha avesse l'opportunità di scegliersi gli abiti durante la prigionia in Somalia.
Oggi ha tagliato la barba, continua a vestire all'occidentale e, da quanto ne so, segue comunque i precetti della sua nuova religione.
Solo la mia opinione.