stefano61 ha scritto:Johnny Rex ha scritto:
« danneggiando solo tutta la filiera della ristorazione».
Questo si può fare, ma a certe condizioni. Se la comunità impone grossi sacrifici a qualcuno per il benessere generale, chi viene danneggiato va adeguatamente risarcito.
Altrimenti, si genera una grave iniquità.
Intendi 'se la comunita' attraverso una legge del parlamento' o in generale?
Insomma, se i cittadini, spontaneamente, per non diffondere il virus, decidono di non andare al ristorante, i ristoratori devono essere risarciti?
Senza nemmeno essere teorici, e' pieno di aziende in crisi perche' la gente smette di andare in giro per paura e non compra, ma sono aziende che possono stare aperte. E' anche pieno di lavoratori dipendenti che non trovano lavoro o lo hanno perso per quello (ma anche per altri motivi).
Perche' andrebbe risarcito chi ci rimette? E quanto a lungo? Supponiamo che i medici dicano che il virus dura ancora 10 anni e per 10 anni i ristoranti devono stare chiusi. Quanto devono essere pagati dalla comunita'?
Il ristorante che si era assicurato contro le pandemie deve prendere i soldi oppure no?
A me non torna per nulla. Tra l'altro ci sono modi per sostenere i ristoranti preferiti, quelli buoni, che ci piacciono (basta ordinare cibo da asporto quanto andavi prima, eh, non e' proibito, e' solo che alla gente non va, quindi risarcisci i ristoranti per una cosa che la gente non vuole comprare, pur potendo. Ma non solo, qua vedo sempre piu' raccolte soldi per ristoranti / locali con aficionados, donazioni private).
Per dire, gli ostelli (chi e' che va in camerata oggi?) che non devono chiudere ma rimangono vuoti (e non possono fare letti da asporto), nulla? Le guide turistiche, che sono legali ma non possono lavorare, nulla? Il tizio disoccupato a cui nessuno piu' fa un colloquio, nulla? Il personale delle pulizie che non lavora perche' la gente e' in smartworking, nulla?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)