A proposito della paure delle tenniste, quelle sfruttate per motivi commerciali come Osaka, ma anche quelle di recente espresse da Badosa e Krejcikova, sarebbe interessante vedere come oggi sarebbero visti quegli studi, che mostrarono il maggior aumento di errori gratuiri nei momenti decisivi nella WTA rispetto all'ATP, sulla maggiore influenza negativa della competizione per una notevole somma di denaro, sulle donne. (
http://ftp.iza.org/dp2834.pdf)
Si potrebbe dire che le donne sono in media meno adatte allo stress da competizione, quindi anche a uno sport come il tennis? Non si potrebbe suggerire, invece di annullare le interviste, che il modello del successo nello sport sia un modello maschile poco adatto alle donne, e certe sofferenze psicologiche non ne sono che la conseguenza?
Ci sono in generale molti studi che mostrano come le donne siano:
1)Meno competitive
2)Meno brave in contesti competitivi
Ad esempio, un sommario e' qui
https://www.ifo.de/DocDL/dice-report-20 ... r-june.pdf
C'e' da chiedersi: vogliamo anche le donne con una educazione competitiva che diventino pari agli uomini e come gli uomini o sarebbe meglio preferire un mondo meno competitivo?
Ci sono diverse proposte su come rendere lo sport giovanile meno competitivo, fortunatamente e molti studi su come l'ipercompetitivita' danneggi la psiche dei ragazzi.
Purtroppo, invece, si trova molto poco su come rendere lo sport professionistico meno competitivo.
Io penso che queste storie, a partire da Osaka, dovrebbero farci riflettere sull'opportunita' di farlo.
E per me il modo migliore di iniziare e' considerare di non basare la distribuzione del montepremi solo sulla base dei risultati.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)