paoolino ha scritto:
Anche per me, e più cerco di confrontare tennisti lontani nel tempo e più saranno alti
.
si, ma il problema e' far passare questa differenza come fondamentale. In realta', i margini sono molto piu' alti per confrontare il 9 e il 10 del mondo nel 2011 che non il n. 1 del 2011 col n.20 del 1950.
La differenza temporale (e tutto quel che comporta) e' meno rilevante di diverse altre differenze che accadono nel presente.
E' questo il punto fondamentale:
Secondo me, quando fate questi discorsi, dimenticate cosa sia una classifica di tennis.
Le classifiche, nel tennis, sono state fatte fin dai primi anni da giornalisti specializzati, che, ad occhio, decidevano chi erano stati i 10 migliori dell'anno. Cosi' si e' andati avanti per decenni e cosi' sono state fatte anche classifiche annuali di circuiti separati, messi insieme in un unico ranking (pro e amatori).
La classifica ATP ha aggiunto criteri conosciuti da tutti, tali per cui i giocatori possano programmarsi sapendo quanti punti prenderanno, ma cosi' stravolgendo un po' il senso comune, facendo intendere che una classifica ATP sia una classifica delle prestazioni delle ultime 52 settimane che rispecchi la realta' e che abbia basi 'matematiche'.
Entrambi i tipi di classifica di cui sopra sono del tutto validi e legittimi come 'classifica di tennis' e nessuno dei due tipi di classifica pretende alcun grado di esattezza, di margini di errore bassi e cosi' via.
Il modello di una classifica Goat, il suo senso, e' un modello del genere (questo e solo questo e' una classifica di tennis). I calcoli possono servire come strumento chiarificatore, possono aiutare confronti che ad occhio magari sarebbero diversi, non devono provare nulla 'scientificamente'.
Quando qualcuno fa classifiche annuali (ad esempio Rino Tommasi negli anni 80, classifiche fatte con calcoli matematici) nessuno dice mai 'giocatori di valore simile dello stesso anno sono inconfrontabili. Certo, possiamo dire che in genere i rapporti tra n.1 e 2 o 3 di un singolo anno sono piu' facili di quelli topiconiani, ma nemmeno tanto (ad esempio, e' di certo piu' difficile dire chi sia il n.1 del 2016 che non che Laver 69 sia meglio di entrambi ), ma non e' quello il punto. Il punto e' che alla classifica, ad esempio, di Tommasi, nessuno obiettava 'non ha senso dire che il tuo n.73 sia meglio del n.74, scientificamente'.
Lo si fa, invece, se margini di errore simili si verificano in confronti alltime. Perche'? Non perche' sono piu' alti. Ma perche' si fa una distinzione teorica, filosofica, tra controfattuali teoricamente possibili (nello stesso anno)_ e controfattuali teoricamente impossibili. E si dipinge, pero' questo obiezione teorico-filosofica (che ha un suo senso se argomentata in modo diverso) con una patina matematica e probabilistica.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)